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Il segmento testuale Emilio Sereni è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 146Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 479

Brano: [...]riò con la moglie e con la figlioletta Lea Ottobrina in Francia, mettendosi a disposizione del Centro estero del P.C. d’L e divenendo redattore responsabile di “Stato Operaio”, la rivista su cui aveva già scritto nel 193031 firmandosi C. Brandini e V. Agreste.

Precisamente attraverso quei saggi, scritti prima dell’arresto e inviati clandestinamente in Francia dalla moglie Xenia, si profilava il disegno di ampio respiro che percorre l’opera di Emilio Sereni: nel 1930 erano apparsi il Rapporto sui fatti di Martina Franca e un lavoro su il capitale finanziario', nel 1931, gli Elementi per lo studio della questione agraria in Italia e Sul carattere della crisi Italiana.

Condannato dagli stalinisti

Sulle lucide analisi del giovane studioso caleranno, negli anni Trenta, non poche critiche da parte dei compagni di partito Ruggero Grieco, Mario Montagnana e Giuseppe Di Vittorio che, nell’imperante clima ideologico stalinista, vedevano in lui e nelle sue inclinazioni eccessivamente “speculative” una tendenza “trotzkista”. Sospetti ancora più ingiu[...]

[...]seranno su Sereni

nel 193738, con l’ondata repressiva stalinista seguita ai processi di Mosca, per i suoi presunti legami con il sionismo (suo fratello Enzo era emigrato in Palestina con la moglie Ada Ascarelli) e, su Xenia, per l’ascendenza familiare: le si rimproverava, oltre che di essere figlia di un socialista rivoluzionario, di essere la nipote del terrorista Boris Savinkov. Queste assurde imputazioni nel 1937 determinarono l’arresto di Emilio Sereni a Mosca (in occasione del suo primo viaggio in Russia come corriere), pesanti interrogatori alla Lubianka perché rivelasse i suoi presunti rapporti con i controrivoluzionari russi esuli a Parigi e infine la sua condanna a morte. Riuscì a sottrarsi all’esecuzione solo con una lettera di “autocritica” inviata a Stalin, ma venne escluso dall’apparato comunista clandestino e sua moglie Xenia fu radiata dal Partito.

Nell’ottobre 1935 egli era stato relatore sul tema della politica agraria fascista al Congresso internazionale di Bruxelles, dal 1936 membro del Comitato centrale del P.C. d'I. e in[...]

[...]on Eugenio Curie!), svolgendo anche per un certo tempo l’incarico di caporedattore del quotidiano antifascista La Voce degli italiani. Emarginato dal partito, nel 1939 Sereni venne sorpreso a Parigi dallo scoppio della Seconda guerra mondiale e, per sopravvivere, frequentò un corso di apprendista tornitore.

Nel 1940 si trasferì nella Francia meridionale, presso Tolosa, unendosi ai compagni Giuseppe Dozza e Francesco Scotti, coi quali prese

Emilio Sereni parla ai lavoratori della Face Standard (Milano, settembre 1945)

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 543

Brano: [...]el novembre 1944, a 8. Nella primavera 1945 le iscritte passarono da 91 a 248, le simpatizzanti da 553 a 735.

La Liberazione

Ma il giorno della Liberazione era ormai prossimo. Il 14.4.1945 il Comando di raggruppamento delle S.A.P. stabilì la trasformazione delle formazioni partigiane in regolari unità militari. Nella settimana insurrezionale, dal 24 al 30 aprile, tutta Sesto San Giovanni scese in piazza per cacciare tedeschi e fascisti.

Emilio Sereni così descriverà la giornata dell’insurrezione alla Marelli: « Alle ore 13 del 25 aprile uno dei componenti del Comitato aziendale riceve a mezzo staffetta l’ordine di disporre per l’immediata occupazione dello stabilimento da parte delle maestranze. Si procede al blocco di tutte le portinerie, dsi telefoni e dell'impianto radio interno che viene usato per l’im

Antonio Stefano Benni, ministro delle Comunicazioni (1935)

mediata trasmissione degli ordini. Si arrestano tre spie notorie, si fermano gli elementi sospetti che vengono rinchiusi nel rifugio antiaereo ».

Mantenuti intatti gli [...]

[...]grani, Benni, Antonio Stefano, in « Dizionario biografico degli italiani », voi. Vili, pp. 558562; Emanuele Tortoreto, Notizie sul movimento operaio in Milano dal 25 luglio 1943 al marzo 1944, in « Il movimento di liberazione in Italia », n. 43, Milano 1956; Il grande sciopero di Milano, in « La nostra lotta », Anno II, n. 2, gennaio 1944; Carteggio del C.L.N.A.I. con i G.D.D., f. 7, aprile 1945, Archivio C.L.N.A.I., C 18 (per concessione ISML); Emilio Sereni, C.L.N. Comitati di liberazione nazionale. Nella cospirazione, nella insurrezione, nella ricostruzione, Milano 1945.

L.Za.

Marelli, Magneti

Fabbrica Italiana Magneti Marelli. Società per azioni fondata a Milano nel 1919, in seguito a un accordo tra la Ercole Marelli (v.) e la FIAT (v.), con un capitale sociale di 7.000.000 di lire sottoscritto dalle due associate in parti ugua

li. Con tale operazione la FIAT si assicurò un effettivo potere all’interno di un'industria la cui produzione veniva in larga parte utilizzata dal settore automobilistico. Presidente della Società fu nominat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 17

Brano: [...]ie de /'Unità) come una delle più consistenti del Mezzogiorno. Poco dopo essa subì numerosi arresti, mentre la situazione nelle fabbriche andava facendosi sempre più difficile per la attiva presenza dei sindacati fascisti. I funzionari del Centro estero del partito continuarono tuttavia a seguire l’organizzazione napoletana. Tramite il siciliano Nicola Potenza e soprattutto dopo i viaggi a Parigi compiuti da due giovani intellettuali napoletani (Emilio Sereni e Manlio Rossi Dori a) i con

Giorgio Amendola (a sinistra) davanti alla libreria Detcken & Rochall di Napoli (1929)

tatti poterono essere ripresi.

Dal 1929 si ebbe una fase di riorganizzazione che, sotto la guida di Sereni, Rossi Doria, Giorgio Amendola, Eugenio Reale, Luigi Russo, Giorgio Quadro, Mazzeìla, Gennaro Rippa, portò a costituire 12 cellule di officina. Nell’aprile 1931 Amendola, che aveva assunto la guida della Federazione dopo l’arresto di Sereni e Rossi Doria, lasciò Napoli e l’Italia per partecipare al IV Congresso del Partito, svoltosi a Colonia (rientrato clandestina[...]

[...]atura ordinaria, furono complessivamente condannati a 40 anni di reclusione.

II numero degli antifascisti napoletani colpiti da varie altre forme di repressione è assai superiore: a molte centinaia assommano gli arrestati, i confinati, gli « ammoniti » e i « diffidati ».

Il processo SereniRossi Doria

Tra i processi di maggior rilievo davanti al

T.S. per attività antifascista svolta a Na

Manlio Rossi Doria, Xenia (Marina) Sereni ed Emilio Sereni a Napoli nel 1930

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 610

Brano: [...]za, per il Partito comunista; A. Caso e G. Falk per la Democrazia cristiana; Giustino Arpesani, R. Col li no Pasa e L. Casagrande per il Partito liberale; R. Veratti e D. Viotto per il Partito socialista.

Successivamente, trasformatosi in C.L.N.A.I., il Comitato subì una serie di modifiche dovute agli spostamenti di molti suoi membri ad altri incarichi: Parri, passato al C.V.L., fu sostituito da Riccardo Lombardi e da Leo Valiani; Li Causi da Emilio Sereni. A rappresentare il Partito liberale si aggiunsero A. Dante Coda e Filippo Jacini. Caso fu sostituito da Achille Marazza e da Augusto De Gasperi. Per il Partito socialista si aggiunsero Giorgio Marzola, Rodolfo Morandi e Sandro Pertini. La presidenza fu tenuta, quasi sino alla fine, dalj’indipendente Alfredo Pizzonì,

Al momento dell’insurrezione nazionale (25.4.1945) il C.L.N.A.I. era costituito da: Luigi Longo ed Emilio Sereni per il P.C.I.; Ferruccio Parri e Leo Valiani per il Partito d’Azione; Achille Marazza e Augusto De Gasperi per la Democrazia cristiana; Giustino Arpesani e Filippo Jacini per il Partito liberale; Rodolfo Morandi e Sandro Pertini per il Partito socialista. Questi sono i nomi dei firmatari del manifestodecreto emesso dal C.L.N.A.I. il mattino del 26 aprile, non appena occupata la prefettura, e poi trasmesso da « Radio Libertà ».

Il suddetto decreto affermava: «Il Comitato di liberazione per l'Alta Italia, delegato dal solo Governo legale italiano, in nome del popolo e dei Volontari della Lib[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 46

Brano: [...]ipazione degli italiani alla Resistenza francese di questa regione.

Fin dailoccupazione delle Alpi Marittime da parte dell’esercito italiano (1940), i centri dell’antifascismo italiano di Marsiglia, Mentone e Nizza avevano sviluppato un’intensa propaganda tra i soldati, mirante a suscitare la ribellione contro il fascismo: Marino Mazzetti, Giuliano Pajetta e Stefano Schiapparelli ne erano stati i più attivi organizzatori; e Italo Nicoletto ed Emilio Sereni erano stati, per questo, arrestati e torturati ad Antibes, infine condannati (sotto il governo Badoglio) a 20 anni di reclusione. Dopo T8.9.1943 gli italiani parteciparono alla Resistenza di questa regione in misura molto più ampia, e numerosi furono i caduti.

Italiani nel maquis

Il 7.7.1944 il comunista italiano Angelo Grassi, già volontario garibaldino in Spagna e diventato organizzatore dei Francstireurs partisans (F.T.P.) nella Costa Azzurra, dopo aver partecipato a numerose azioni fu catturato con il partigiano francese Francois Terrin. Dopo lunghe torture, il 15.8.1944 furono entr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 84

Brano: [...]no ad alternare periodi di soggiorno all estero con periodi di permanenza clandestina in Italia, fino a quando finivano per essere arrestati e condannati dal Tribunale speciale. Fu questo il caso di Giorgio Amendola, Antonio Cicalini, Arturo Colombi, Edoardo D’Onofrio, Giuseppe Dozza, Celso Ghini, Davide e Ferdinando Maggioni, Rita Montagnana, Agostino Novella, Gian Carlo e Giuliano Pajetta, Giordano Pratolongo, Battista Santhià, Pietro Secchia, Emilio Sereni, Velio Spano. Vi si aggiunsero, più tardi: Gaetano Chiarini, Domenico Ciuf oli, Luigi Frausin, Armando Fedeli, Enrico Calligaris, Eugenio Reale, Leo Valiani e numerosi altri.

I dirigenti e i quadri comunisti all’estero non facevano ia vita della comune emigrazione. Essendo la loro attività protesa prevalentemente verso l'Italia, per sfuggire alle ricerche della polizia essi erano costretti a una rigida osservanza delle norme cospirative, a una vita appartata e clandestina anche all’estero. Tale sistema, se aveva i suoi inconvenienti, rendeva assai più difficile ai servizi di informazione f[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 645

Brano: [...]o alla Guerra di liberazione in Italia o alla Resistenza in altri paesi d’Europa. A far parte della direzione furono chiamati come membri effettivi Paimiro Togliatti (segretario generale), Luigi Longo (vicesegretario generale), Giorgio Amendola, Arturò Colom

bi, Giuseppe Di Vittorio, Girolamo Li Causi, Umberto Massola, Celeste Negarville, Agostino Novella, Gian Carlo Pajetta, Antonio Roasio, Giovanni Roveda, Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia, Emilio Sereni, Velio Spano; e come membri candidati, Edoardo D’Onofrio, Ruggero Grieco, Rita Montagnana, Teresa Noce, Giuliano Pajetta, Umberto Terracini.

« Rinnovare l’Italia » fu la parola d’ordine lanciata dal Congresso. Per il raggiungimento di tale obiettivo il P.C.I. si impegnava a operare con tutte le sue energie, consolidandosi nello stesso tempo come « partito nuovo ». Già lo era, ma doveva diventare ancor più quella forza politica e di massa, di cui Gramsci aveva previsto la creazione. « Esso era stato, in un momento decisivo, protagonista vittorioso della storia d'Italia e si accingeva al nuo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 62

Brano: [...]a italiano, nell'agosto 1938 in Svizzera, in un monastero del distretto di Zug: Monsignor Mariano Rampolla del Tindaro, nipote del cardinale dello stessi** nome contro cui si era scagliato il veto dell’Austria al Conclave del 1903, uomo di grande prestigio e cultura, docente di sanscrito al Pontificio Ateneo Lateranense e al Magistero di Roma, segretario della Sacra Congregazione dei Seminari.

Mons. Rampolla non nascose ai suoi interlocutori, Emilio Sereni e Ambrogio Donini, venuti al convegno da Parigi, che l’atteggiamento del Partito comunista italiano nei confronti dei credenti e della stessa religione (« I comunisti [...] non dichiarano guerra alla religione — era detto nell’appello del 1936 — ma alle basi sociali dello sfruttamento, della miseria e della guerra ») aveva colpito alcuni ambienti della Curia, e che in queste condizioni il dialogo non era impossibile. Prospettive nuove si aprivano così alla partecipazione dei cattolici, su posizioni unitarie, alla lotta delle forzp di sinistra contro il fascismo e la guerra.

Il compromesso [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 127

Brano: [...]con un passato, di vergogna e di delitti, il popolo italiano poteva avere l'assicurazione che il C.L.N.A.I. è deciso a perseguire con fermezza il rinnovamento democratico del Paese. Solo a questo prezzo, la necessaria epurazione dei residui fascisti può e deve avvenire con la conclusione della fase insurrezionale, nelle forme della più stretta legalità ».

Firmato: Achille Marazza, Augusto De Gasperi, Ferruccio Parri, Leo Valiani, Luigi Longo, Emilio Sereni, Giustino Arpesani, Filippo lacini, Rodolfo Morandi, Sandro Pertini.

W.Au.

Donini, Ambrogio

N. a Lanzo (Torino) T8.8.1903; docente universitario di storia del cristianesimo.

Attivo antifascista, militante comunista dal 1927, dal 1928 al 1945

visse come emigrato politico in Francia, Belgio, Spagna e Stati Uniti, rientrando di tanto in tanto clandestinamente in Italia per svolgervi missioni di partito. Docente presso istituti universitari americani tra il 1929 e il 1932, si occupò successivamente delle edizioni del P.C.I. a Bruxelles. Dal 1937 al 1939 è stato redattore capo del q[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 471

Brano: [...]tico, nelle cui liste fu eletto al Consiglio comunale di Torino (1960) e, dal 1963, al Senato della Repubblica.

Maglietta, Clemente

N. a Napoli il 22.2.1910; laureato in legge.

Antifascista sin dagli anni della scuola, nel 1927 aderì al Partito comunista, entrando a far parte di un gruppo attivo neH'Università di Napoli fino al 1931 e comprendente alcuni giovani intellettuali, tra cui Giorgio Amendola, Eugenio Reale, Manlio Rossi Doria, Emilio Sereni.

Nel 1930 fece un viaggio a Parigi per stabilire contatti con il Centro estero del P.C.I.. Tornò nella capitale francese nel 1931 e, l'anno successivo, divenne funzionario dell’apparato clandestino della Federazione giovanile comunista con l’incarico di curare le organizzazioni illegali della Campania e dell’Abruzzo. Operando appunto in quest’ultima regione, nell’aprile 1932 fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che il 22.5.1933 lo condannò a 8 anni di reclusione. Grazie all'amnistia del « decennale » (1932) e a un successivo indulto, nell'aprile 1935 fu rilasciato. L’anno dopo riu[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Emilio Sereni, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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