Brano: [...]ella preistoria del romanzo russo in senso proprio, cioè nel romanzo settecentesco (in Culkov, in particolare), che si lega, da una parte, alle forme romanzesche europee (nel caso di Culkov al romanzo picaresco) e, dall'altra, alla tradizione narrativa folclorica. In quello che possiamo considerare il primo vero e proprio iniziatore del romanzo russo moderno, in Karamzin, il rapporto tra i generi si fa più complesso. Se è vero, come scrive Boris Ejchenbaum, che la sua Storia dello Stato russo « non è, naturalmente, tanto una storia, quanto un epos eroico » 3, nello stesso modo possiamo riconoscere che le sue Lettere di un viaggiatore russo non sono un resoconto di viaggio, ma « un romanzo che narra della formazione dell'animo di un giovane nobile russo di fronte alla vita politica e culturale dell'Europa a lui contemporanea » 4. Queste due opere, la Storia e le Lettere, sono, per altro, la sintesi simbo
3 B. EJCHENBAUM, O proie, Leningrad 1969, p. 204.
4 S. E. PAvLoviè, Puti razvitija russkoj sentimental'noj proxy xviii veka, Saratov 1974, pp[...]
[...]Storia dello Stato russo « non è, naturalmente, tanto una storia, quanto un epos eroico » 3, nello stesso modo possiamo riconoscere che le sue Lettere di un viaggiatore russo non sono un resoconto di viaggio, ma « un romanzo che narra della formazione dell'animo di un giovane nobile russo di fronte alla vita politica e culturale dell'Europa a lui contemporanea » 4. Queste due opere, la Storia e le Lettere, sono, per altro, la sintesi simbo
3 B. EJCHENBAUM, O proie, Leningrad 1969, p. 204.
4 S. E. PAvLoviè, Puti razvitija russkoj sentimental'noj proxy xviii veka, Saratov 1974, pp. 6162.
254 VITTORIO STRADA
lica, sulla soglia del romanzo russo, delle due direzioni del « punto di vista » russo: l'Europa e la Russia, e delle due dimensioni del soggetto di questo « punto di vista »: la formazione, l'educazione (la Bildung) attraverso l'esperienza (il « viaggio ») di tutta la civiltà europea, e la coscienza epica del proprio passato nazionale. È all'incrocio di queste due direzioni
e dimensioni del « punto di vista russo » che troviamo l'opera p[...]
[...]ato nazionale. È all'incrocio di queste due direzioni
e dimensioni del « punto di vista russo » che troviamo l'opera propriamente narrativa pii interessante di Karamzin: La mia confessione (1802), prefigurazione di tante situazioni del romanzo russo (in particolare, di Dostoevskij) e prefigurazione anche di una delle forme predilette di questo stesso romanzo, la « confessione » appunto. Questo racconto, che è stato
« scoperto » e apprezzato da Ejchenbaum nel suo giovanile e penetrante articolo su Karamzin (1916), introduce una figura tipica del romanzo russo: quella del russoeuropeo, dell'intellettuale di raffinata educazione, sradicato in patria e in Occidente e neppure ancorato al suo proprio egoismo, bensì disponibile per ogni esperienza che riempia il suo vuoto e il vuoto che lo circonda.
Dicendo che in Karamzin troviamo anticipate le posizioni fondamentali del romanzo e della cultura russa successiva, si è detto solo una parte di verità. Perché all'avvio del romanzo russo moderno troviamo un altro libro anticipatore: il Viaggio da Pietr[...]