Brano: [...]aveva capito che il matrimonio si sarebbe fatto.
«Dopo tutto quello che si son dettò da una parte e dall'altra! » disse Rosaria.
« Tu credi che tutti sono come noi che siamo andati troppo per il sottile? » rispondeva Agata.
« A me non me ne importa niente. Che sposino o non sposino é lo stesso. Mi dispiace che ho dovuto correre tutti i campi per trovare questa minestra! » aggiungeva Peppina.
Parlarono allora di nuovo dei fratelli lontani, in Egitto : li avevano sposato tutt'e due, e da molti anni non venivano. Ma si ricordavano dei genitori ai quali ogni mese mandavano qualche cosa. E proprio il giorno prima avevano scritto una lettera.
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IL GRANDE VIAGGIO 93
« Filippo dice che la moglie é abortita per la terza volta, e così é rimasto senza nemmeno un figlio. Ma dico io che moglie s'é scelta che non sa fare figli? » disse la madre, che si interessava alle cose della famiglia e aveva la mente lucida. Il padre sembrava assente, era tutto occupato a fiutare tabacco.
« Ah! Ah! » rise Rosaria. « Deve essere forse qualche pupa di legno, b[...]
[...]bra; i volti non si vedevano e, nell'attesa di accendere il lume, mentre i figliuoli s'erano chetati, Rosaria parlava. « Il padre ha domandato tanto di te — diceva al marito —. Si lagna che non ti vede mai, che non vai a trovarlo; e se passi davanti alla porta, non ti fermi nemmeno... ».
Era la verità, e Giuseppe che sentiva il torto taceva. Rosaria continuava: «Ci vuole tutti con sé. Non fa che domandare quando Filippo e Antonio ritornano dall'Egitto... ».
«Aspetta, che ritorneranno!...» esclamò Giuseppe.
« Certo un padre vuole sempre i figli vicino! ».
« Questo si ».
« Ma nemmeno loro stanno tanto bene in Egitto colle malattie che dicono di avere avuto. Tutt'e due hanno sposato, e nessuno ha avuto figli... ».
IL GRANDE VIAGGIO 95
« Se non fosse stato per le malattie... Colle malattie non si sta bene in nessun posto n concluse Giuseppe.
Prima ancora che Giuseppe si fosse fidanzato con Rosaria o avesse pensato di fidanzarsi, aveva conosciuto i due fratelli di lei: con Filippo aveva fatto il soldato assieme e si erano voluti tanto bene da rivedersi anche dopo, più volte; con Antonio la conoscenza era avvenuta in un negozio di pelli del paese della marina, dove Giuseppe andava a comprare la roba occor[...]
[...]nzato con Rosaria o avesse pensato di fidanzarsi, aveva conosciuto i due fratelli di lei: con Filippo aveva fatto il soldato assieme e si erano voluti tanto bene da rivedersi anche dopo, più volte; con Antonio la conoscenza era avvenuta in un negozio di pelli del paese della marina, dove Giuseppe andava a comprare la roba occorrente per il suo lavoro, e dove Antonio aiutava il padrone nella vendita.
In seguito i due fratelli erano partiti per l'Egitto, ma il destino aveva voluto che Giuseppe si fidanzasse con la loro sorella, Rosaria, che prima di allora non aveva conosciuta. Il matrimonio stava per fallire, perché Giuseppe, troppo giovane, si era pentito del passo che stava per fare; ma fu per un riguardo ai fratelli lontani che tutto si aggiustò, decidendosi alfine a sposare la donna che, del resto, per la dote che portava, non era un partito sconveniente per lui.
Dall'Egitto i due fratelli mantennero buone relazioni sia con Rosaria che con Giuseppe: non scrivevano spesso, ma_nelle feste non mancava mai una loro cartolina o una lettera; di tanto in tanto mandavano regali o per le bambine o per l'adornamento e le comodità della casa : ed era strano come si fossero dimenticati delle condizioni e delle abitudini della famiglia e del luogo, inviando oggetti non facilmente adoperabili, come cuscini di cuoio dipinti, boccette di profumo, ninnoli di vetro o d'altro che non potevano servire a niente. Recentemente avevano mandato ad Ernesta una cucinetta in lamiera per la [...]
[...]llo che avrebbe scritto la prossima volta, concludeva, passando però ad altro ragionamento: « Perciò ti dico che fai male a non pensare a tempo alla tua famiglia, ora che sei giovane, e qui si sta bene e si guadagna, nonché mia moglie vi vuole conoscere tutti, tanto é innamorata delle bambine, e anch'io che non le ho potuto avere per me, e un matrimonio senza figli non é matrimonio. Parla quindi a Rosaria e convincila che ti lasci partire, qui l'Egitto é grande, figurati che il Cairo è una città che non finisce mai, e c'é posto per tutti. Tu potresti venire prima e poi potresti ritirare Rosaria con le bambine, tanto più che le donne si possono impiegare, e io ho mia moglie che guadagna quasi più di me. Pochi anni di sacrifizio e poi potresti ritornare in Italia a fare il proprietario... ».
« Dice di andare al Cairo, ci vuole li a tutti i costi... » spiegò Giuseppe, ridendo.
« Ah! » esclamò semplicemente Rosaria.
« Prima vuole che vada io a vedere come si sta; e poi ti manderei l'atto di richiamo perché mi raggiungessi... ».
t~ E lascere[...]
[...] esclamò semplicemente Rosaria.
« Prima vuole che vada io a vedere come si sta; e poi ti manderei l'atto di richiamo perché mi raggiungessi... ».
t~ E lasceremmo tutto ? » disse Rosaria.
« Bah! Poi si vedrà... ». concluse Giuseppe. La moglie rimase pen
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IL GRANDE VIAGGIO 97
sierosa, mentre il ragazzo incominciò: «In questa settimana partirà zio Carlo per l'America ».
« Certo l'America é più lontana ». disse Giuseppe; ma per Rosaria l'Egitto o l'America era la stessa cosa. Il marito, scherzando ancora, aggiunse : « Non si danno pace che sono senza figli; e vogliono, si vede, avere bambini dello stesso loro sangue per casa... ».
« Quanto godrebbero vedere da vicino le figliuole; le fotografie che abbiamo mandate non sono chiare, non si capisce niente! ».
« Tu, poi, vorresti le fotografie proprio al naturale! » disse Giuseppe; e dovendo finire per quella sera stessa la scarpa che aveva lasciato sulle ginocchia, riprese il lavoro.
Rosaria prese la lettera e, dopo avere indugiato alquanto, disse: « Ora vado dalla mamma ».
« Va » [...]
[...] qui; Giuseppe ha tanto lavoro; non gli conviene lasciare la clientela; lo scriveremo a Filippo. In seguito si vedrà.. ».
«Aspettate prima ad invecchiare, come siamo invecchiate noi! » commentò amaramente Agata. E poi: «Ma io glielo dirò a Giuseppe che sbaglia, sbaglia davvero!... ».
Entrarono le bambine ch'erano fuori con altre a giocare a righetta e parvero, così come cinguettavano, folate di uccelli al tramonto. « Lo zio Filippo vi vuole in Egitto! » disse la madre.
Poi ritornarono tutte a casa loro; Giuseppe aveva già finito di lavorare, e si lavava le mani e il viso; quella sera voleva uscire. Sentiva il bisogno di conversare con amici.
Si diresse verso la spiaggia del mare e si fermò nei pressi del cancello di passaggio, dove sempre si riuniva gente e quella sera c'erano parecchie persone che ancora indugiavano; ' il tempo era mite, vento non tirava, e cogli occhi rivolti al mare che col calare delle ombre diveniva sempre piú cupo, era bello stare là a chiacchierare.
C'erano Luigi il pescatore, il padre di Sebastiano, di quegli c[...]
[...] piú cupo, era bello stare là a chiacchierare.
C'erano Luigi il pescatore, il padre di Sebastiano, di quegli cioè che doveva sposare la figlia dei Crispini, qualche cantiniere, un fabbro e vari altri pescatori: la maggior parte di loro era stata una o più volte in America, migliorando la propria posizione. Proprio Luigi rimpiangeva che non aveva i mezzi di andare e, se fossero continuati quei tempi, mai sarebbe partito.
« A me mi chiamano dall'Egitto i fratelli di mia moglie, mi pagano tutto loro, e quando volessi andare li ci avrei sempre il posto del lavoro trovato e ogni aiuto... » disse Giuseppe.
« E che aspetti ad andarci? » domandò Luigi.
IL GRANDE VIAGGIO 99
« Sentite á me, che conosco l'America meglio del mio paese, si può dire, — disse un pescatore padrone di barca — se volete andare in qualche posto per lavorare, non avete che andare in America... ».
« Che Egitto ed Egitto! » disse il padre di Sebastiano.
«Noi abbiamo l'America, ed andiamo in Egitto? » fece un altro.
«L'Egitto é buono per chi va là e non intende più ritornare; non dico che non si stia bene; ma quanto a fare soldi, é come da noi » spiegò il fabbro.
«Non esagerare, ora! » non poté fare a meno di ribattere Giuseppe. Parlò ancora delle ragioni che forse lo avrebbe spinto ad andare in Egitto, dove aveva parenti tanto affezionati; ma concluse che per il momento non si sarebbe mosso. Tutti gli diedero addosso, che sbagliava, che non si sapeva regolare.
A casa quella sera stessa non si parlò più dell'Egitto; ma l'indomani Rosaria, svegliatasi, disse non aveva potuto dormire bene, per via di quel pensiero dell'Egitto.
In seguito fecero la lettera di risposta a Filippo: lo ringraziavano, ma per il momento non era il caso di parlare di viaggi; più in là qualche cosa certamente sarebbe maturata.
Agata venne una sera a parlare con Giuseppe. « Ma siete pazzo di trascurare un'occasione come questa? Se Filippo vi invita, si vede che ha le sue ragioni. Avrà trovato un buon posto per voi. Io gliel'ho detto a Rosaria : ti pentirai! » disse la donna.
« Certo bisogna pensare seriamente. Intanto aspettiamo cosa scrivono sia Filippo che Antonio. Di Antonio é parecchio che non abbiamo notizie » rispose Giuseppe.
Arr[...]
[...]orreva che Giuseppe si preoccupasse; quanto al posto del lavoro Giuseppe o avrebbe continuato a lavorare da calzolaio oppure sarebbe andato con Filippo a lavorare nella costruzione della diga sul Nilo.
Tuttavia Giuseppe per il momento non decise niente; però é strano che la bambina, scrivendo a scuola un tema dato dalla maestra e che riguardava una lettera a un parente lontano, dichiarasse che presto sarebbe partita colla famiglia per andare in Egitto a raggiungere gli zii.
La vecchia madre era contraria : tanto é vero che una volta disse
100 MARIO LA CAVA
a Giuseppe, mentre era presente Rosaria, nella casa del padre: « Se andate, io non vi vedrò più! ».
« Macché, ci rivedremo presto! » rispose Giuseppe, d'accordo con la moglie; e nessuno dei due pensava alla tarda età di lei, e più ancora alla sua debole salute in seguito alla caduta.
Il vecchio fabbro Felice allora intervenne, col suo solito fare sentenzioso, e disse: «Chi vede il bene e lo lascia, é pazzo! Se vi conviene, che state ad aspettare? ». La madre non aggiunse parola, res[...]
[...]non vi vedrò più! ».
« Macché, ci rivedremo presto! » rispose Giuseppe, d'accordo con la moglie; e nessuno dei due pensava alla tarda età di lei, e più ancora alla sua debole salute in seguito alla caduta.
Il vecchio fabbro Felice allora intervenne, col suo solito fare sentenzioso, e disse: «Chi vede il bene e lo lascia, é pazzo! Se vi conviene, che state ad aspettare? ». La madre non aggiunse parola, restando mesta e pensierosa.
I fratelli d'Egitto sempre insistevano; ma chi sembrava potesse dissuadere dal far intraprendere il viaggio al marito, fu commare Carmela dei Crispini, che disse: « Commare Rosaria, per carità! Non fate partire vostro marito, perché vi pentirete! Come mi sono pentita io! E tanti anni che il marito se n'è andato in America, e ora non ho speranza di vederlo piú, senza utile inoltre: perché che cosa è accaduto di bene per me e per i miei figli? ».
Invece il marito di commare Carmela aveva mandato soldi, aveva migliorato la propria posizione, e aveva potuto sposare bene le figlie. Tutte queste cose la donna sembrav[...]
[...]e scorrevano per la mamma vecchia, cadevano abbondanti per le parole dell'amica carezzevole.
«Ma non capisci che lo fá apposta, per non vedere migliorata la nostra posizione? » interveniva Giuseppe, irritato, dannandosi l'anima che la moglie cadesse in trappola, alle parole lusinghevoli.
«No, non credo a tanto! » rispondeva la moglie; ma a lei davano addosso le sorelle, più astute e che sognavano la realizzazione delle proposte dei fratelli in Egitto.
Di modo che a poco a poco si confermò nell'anima di Giuseppe l'idea della convenienza di un viaggio in Egitto; era passata l'estate e fra breve sarebbe incominciato l'autunno: in quella stagione il caldo
IL GRANDE VIAGGIO 101
non si sarebbe sentito e sarebbe stato possibile intraprendere il viaggio.
Ma non sarebbe andato solo : con sé avrebbe portato fin da principio la famiglia da cui non si sapeva distaccare e senza cui non aveva l'ardire di muoversi. Le bambine erano nell'età della crescenza, quando mutano giorno per giorno: ed egli avrebbe potuto lasciarle, per vederle poi tanto diverse da non riconoscerle piú? La moglie, soprattutto, che aveva già tanti capelli bianchi, era all'inizio del tra[...]
[...]o le porte di fronte; la vita costava poco: legumi ed ortaggi se ne avevano quanto se ne avesse voluto; e per le bambine datteri in quantità, banane dolci come il miele, e zucchero da succhiare nella canna, che si sarebbero fatte grasse come una palla.
«Io ti accompagnerò »! aveva detto la moglie; e nell'entusiasmo del viaggio, né i genitori e i parenti, né le vicine o il paese che avrebbe dovuto lasciare, si presentavano alla sua mente: solo l'Egitto lontano, dai vaghi contorni come un paese di fiaba, dove vi erano le palme dei datteri e tante altre cose preziose, esisteva nella sua fantasia. La bellezza e la ricchezza splendevano dinanzi agli occhi; e tutto appena era appannato dallo sgomento di una lontananza che doveva essere grande se il Bambino Gesù nei tempi dei tempi vi si era recato col Padre e la Madre per sfuggire ai pericoli.
Senza inciampi o complicazioni si arrivò così al giorno della partenza: i bagagli erano stati fatti, i saluti ai vicini e ai parenti completati. Una piccola folla di gente s'era raccolta nel vicoletto; i [...]
[...]qua, ché ti piglia meno vento ». « Si pue) chiudere il finestrino n propose un viaggiatore, gentile. Le figliuole vollero guardare gli alberi che correvano, e si attaccarono agli sportelli; parole di scusa vennero dette ai compagni di viaggio.
Il treno filava; ormai il paese non si vedeva piú, e nemmeno la sua campagna e le colline vicine. Nuovi campi, nuove case, gente diversa si avvicendavano nella corsa. Italia era ancora, e già pareva che l'Egitto, il paese lontano e sconosciuto della loro vita futura, fosse arrivato fin là.
A Messina, nel pomeriggio della stessa giornata, guidati dall'agente, dei viaggi, s'incamminarono verso la nave che doveva portarli via. Una nuvola sembra la nave, tanto è grande. E su di essa, circondati da una folla che uguale solo nella festa di S. Francesco si vide al paese, salgono, confusi e distratti.
Avanti andava Giuseppe, colle due valigie per mano; dietro lo seguiva Rosaria che aveva poggiato sul petto il sacco di biancheria, e per mano la figliuola piccola, tenuta pure all'altro lato da Ernesta, che l[...]
[...] Ernesta soffriva per il mare, addormentandosi ogni tanto agitata e poi svegliandosi di soprassalto; il viaggio sembrava non dovesse finire piú.
Al mattino uscirono tutti sopracoperta; il sole illuminava tutta la nave; e il vento fresco allietava i volti d'ognuno.
Attorno c'era solo mare; comparvero altre navi. All'improvviso l'occhio, guardando, si fermò su una linea bianca. Non era lontana, e subito si vide ch'era a due passi dalla nave.
«L'Egitto! L'Egitto! » esclamò Giuseppe. «Siamo arrivati. Quello é l'Egitto! » spiegò, voltandosi a guardare la moglie.
Ma la donna che in altre circostanze avrebbe gridato di gioia, ora, bianca in volto, nemmeno rispose. Sospettosa negli occhi, strinse a sé le piccine, le chiamò, se le mise sotto le ali della sua protezione come una chioccia fa coi pulcini.
Quel giorno stesso in cui arrivarono al porto di Alessandria, partirono col treno per il Cairo, dove giunsero la sera, ch'era già notte. Soffrirono il caldo lungo il percorso come se fosse ancora l'estate del loro paese, refrigerio trovando solo quando il treno costeggiava di tanto in tanto il Nilo.
« Guarda c[...]
[...]vevano abbandonati i genitori, mariti che si erano dimenticati, a torto o a ragione, delle mogli.
« Molte disgrazie perciò sono avvenute! » dichiarò Rosaria.
«E si sa come succede! » rispose Antonio.
« Vedendo tutto quel movimento, perciò mi sono incoraggiato a venire; poiché chi stava indietro non concludeva nulla ed era perduto! » disse Giuseppe.
«Noi ve l'avevamo detto! » aggiunsero i fratelli.
« C'era chi mi dava torto a voler venire in Egitto, anziché andare in America... » continuò Giuseppe.
« Sciocchezze! » fece Filippo.
«Si, e voi sapete come io la penso!» concluse Giuseppe.
Certamente egli avrebbe voluto continuare anche in Egitto la bella vita, pur nella povertà, che faceva nel borgo; quando lavorava nelle ore che voleva, e si riposava a suo piacimento; quando chiacchierava
IL GRANDE VIAGGIO 111
coi clienti, seduto davanti al deschetto, e di essi conosceva il piede meglio di quello che non sapesse la faccia.
Ma ciò ormai non era più possibile: al laboratorio del Cairo egli non aveva che una parte limitata nella costruzione delle scarpe, non faceva che le cuciture colla macchina; il maestro di una volta s'era trasformato in uno dei tanti lavoranti d'una bottega più vasta che non era a contatto del pubblico, e la sod[...]
[...] la piccola Lidia, che non sempre usciva cogli zii, appena lo vedeva, gli si buttava tra le braccia. La sua salute era delicata, brevi febbri di tanto in tanto la colpivano; il padre quasi non si preoccupava, ma come affettuosamente si rivolgeva a lei, sollevandola in alto nelle braccia, come la prediligeva al confronto della maggiore, che godeva tanto a fare la signorina colle zie!
Ernesta sola, si può dire godesse in pieno della permanenza in Egitto : il clima non le diede nessun disturbo, le novità che vide la rallegrarono un mondo. Rosaria, invece, cominciò a soffrire agli occhi per la troppa luce che prendeva al mattino quando andava al mercato e per la polvere del terribile vento che ogni tanto imperversava. Quel vento turbinava nelle vie, penetrava, pur attraverso le imposte chiuse, nella casa, e pareva che si volessero scatenare le fondamenta del cielo.
Come allora l'aria nativa, il bel clima del paese era vagheggiato da Rosaria nel suo cuore! Ricordava il venticello fresco della sera nelle
giornate calde d'estate, il bel sole sp[...]
[...]amai le bambine dovevano essere grandi. Non solo un anno, ma due erano passati e il terzo stava per finire. E dunque? Le promesse così si mantenevano?
D'altronde, perché non sarebbero partiti pure Filippo e Antonio colle loro mogli, per una breve permanenza al paese, se proprio non avessero voluto rimanervi per sempre, come ella consigliava?
Ma dire una cosa é più facile che farla e il progettare viaggi più semplice del realizzarli: per quanto Egitto fosse, le necessità della vita imponevano a tutti non poche restrizioni; e una di queste era di non poter correre di tanto in tanto a vedere i vecchi genitori e le sorelle al paese.
Si rimandava il viaggio come se quelli fossero sempre giovani e non dovessero mai morire; alla loro morte nessuno pensava; e meno di tutti forse la stessa Rosaria che pure qualche anno prima aveva potuto vedere quanto fossero cadenti.
Agata, da lontano, non aveva fatto capire niente, forse per non allarmare senza necessità. Ma così fu che improvvisa e tragica arrivò un giorno la notizia della morte della povera [...]
[...]te. — Un altro po' di sacrifizio e poi avrete il piacere di ritornare a casa vostra... ».
Matilde da sola continuava : « E non ci vedremo più qui al Cairo ? Giacché io verrò di tanto in tanto al vostro paese... ».
« Verremo, verremo! » prometteva Vanda.
Rosaria non rispondeva, ma sorrideva, perduta nel sogno del suo paese natale.
« Ella non si é mai adattata alla vita del Cairo! » dichiarava Antonio.
« Non so perché non ti è mai piaciuto. l'Egitto » continuava Filippo. « Eppure non sei stata ammalata, altro che un po' agli occhi, e la bambina ha avuto qualche febbre... ».
« Febbre me la chiami? Stava per morire, povera piccina mia! » rispondeva Rosaria.
« Si, ormai é stabilito. Col lavoro straordinario che farò, sarò in grado di raggranellare presto i soldi che ci vogliono per le cinquemila lire! » assicurava Giuseppe.
Rientrava in quel momento dalla casa di una compagna di scuola, Ernesta; e quasi prima della sua aggraziata persona si avverti la sua voce squillante di bambina felice.
« E questa qui non ce la lasciate ancora per qu[...]
[...]ome impiegato, nel campo dei lavori edilizi, sarebbe stata la cosa più semplice di questo mondo.
In tal caso sarebbero potuti ritornare anche i cognati, se avessero voluto; ma è strano come essi si fossero dimenticati del paese natio; forse non si erano dimenticati, ma lo davano a vedere, se non volevano ritornare.
«Sono le mogli che li trattengono» diceva Giuseppe alla moglie per spiegare la cosa.
«No, nemmeno questo — ormai hanno fatto dell'Egitto un altro loro paese ».
E nessuno dei due sospettava che tanto Antonio che Filippo, che del resto sembrava tanto impulsivo ed entusiasta, calcolassero meglio di loro le possibilià di vita nell'Egitto e quelle del loro paese.
« Qui spendono molto. E anche noi, accanto a loro, abbiamo speso tanto » diceva Giuseppe.
« Pazienza! Ma tu lo hai voluto, accettando di fare in tutto vita in comune con loro... ».
« Volevi anche tu allora... ».
IL GRANDE VIAGGIO 117
« Non é vero. Io l'avevo capito, e tu non l'hai voluto. E siamo rimasti tanto tempo lontani da casa! » concludeva Rosaria.
«"In questi mesi in cui non si va in nessun posto, si può risparmiare parecchio... » diceva Giuseppe.
Rosaria allora non si frenava dal criticare : « Sanno che i mariti sono in lutto e vanno lo stesso a diverti[...]
[...]era quella che meno era libera e meno poteva disporre del futuro; si chinava a baciare le bambine, stringendosele al seno e piangendo, ed imitata in tutto da Vanda che a sua volta esclamava : « Si, certamente! ». Mentre Rosaria si univa a loro, desolata, pronunziando : « Come son brutte le partenze, Dio mio! ».
Bisognò alfine partire e a poco a poco il treno prima, il grande vapore poi, strappò dai loro occhi quanto ancora rimaneva della vita d'Egitto. In senso inverso fu fatto il viaggio che all'andata era sembrato tanto oscuro e pauroso. E ora invece, pur nel rammarico per la perdita di parenti tanto cari e di abitudini prese, era così pieno di dolce soddisfazione.
Giuseppe non era ormai quel povero operaio confuso che non sapeva dove mettere i piedi, né Rosaria era quella donna stordita che
118 MARIO LA CAVA
poteva perdere i figli in mezzo alla folla : Giuseppe era diventato un uomo vestito bene, con un leggero soprabito scuro che gli dava l'aspetto di un vero emigrato che aveva fatto fortuna; la sua donna, semplice
e popolana come [...]
[...]e, doveva restituire i denari avuti, altre volte gli toccava sudare parecchio per poter avere a pezzetti quello che gli spettava.
Diventava perciò preoccupato e malinconico : quella continua agitazione, alla quale non era abituato, lo stancava, e non solo i tempi beati di quando faceva il calzolaio e aveva a che fare con tutto un
IL GRANDE VIAGGIO 121
popolo docile, che gli era cliente, erano rimpianti, ma anche l'epoca dura della sua vita in Egitto, durante l'ultima estate, dove aveva tanto lavorato. Forse aveva fatto male a ritornare in Italia, meglio sarebbe stato se egli fosse rimasto ancora per qualche anno al Cairo, e avesse soltanto mandato la moglie colle bambine a rivedere il padre. Ma ormai le cose erano andate tosi, e bisognava aspettare che migliorassero, come certamente sarebbe accaduto.
I risparmi però si assottigliavano gradatamente e la povertà compariva all'orizzonte, se egli avesse perduto quel posto che aveva. Rosaria avrebbe dovuto saperlo; e invece restava così spensierata e leggera, quando non compiangeva colle sor[...]
[...]tamente sarebbe accaduto.
I risparmi però si assottigliavano gradatamente e la povertà compariva all'orizzonte, se egli avesse perduto quel posto che aveva. Rosaria avrebbe dovuto saperlo; e invece restava così spensierata e leggera, quando non compiangeva colle sorelle la fine temuta del padre, nelle sue chiacchiere con commare Carmela e le altre vicine.
Solo conforto per Giuseppe erano le ingenuità delle sue bambine, che dopo il ritorno dall'Egitto avevano continuato sempre a star bene; e più sere si diverti a sentirle cantare e a vederle passeggiare insieme nel vicoletto davanti alla casa, colle braccia congiunte, la più piccola che arrivava all'altezza degli omeri la più grande, mentre sul capo s'erano messe mazzetti di fiori e attorno al collo coroncine intrecciate.
Passeggiavano cantando, e le loro voci argentine squillavano nel cielo sereno. S'avvicinava il padre, e rivolgendosi a Lidia diceva: « Vieni, che t'ho portato le caramelle per te ed Ernestina! ». Lidia si avvicinava e le prendeva, donando la sua parte alla sorella; e poi[...]
[...]vano invano.
Venne il carro del comune, durante la stessa notte, e il cadavere fu messo a posto: senza accompagnamento e senza cerimonie fu portato al cimitero. E tutto essendo 'accaduto in un baleno, prima che i genitori angosciati avessero potuto considerare la gravità della sciagura toccata, parve che la bambina fosse stata rapita da banditi in una notte tempestosa, cosí come una volta era stata perduta in mezzo al mare durante il viaggio in Egitto, senza speranza piú di poterla ritrovare.
Per tutto il giorno e la notte il grido della madre, prima più alto e terribile, poi sempre piú fioco, echeggiò lugubremente nella casa colpila dalla sventura. «Fuoco! Fuoco mio! Ahi! Ahi! » gridava, torcendosi su se stessa e battendosi con le palme il viso.
« Dolore mio grande! » esclamava; e nella confusione della sua mente non sentiva che l'irreparabilità della disgrazia, la crudeltà della sorte; non si fissava sull'essenza del suo tormento, l'anima sua annebbiata vagava nei regni dell'orrore e del vuoto. Il padre era là curvo sotto il peso di un[...]
[...]primi giorni, si presentarono i vicini, rassicurati dopo l'iniziale sbigottimento: volevano offrire da mangiare, dicevano che bisognava fare in tal modo o in tal altro per ottenere conforto. Agata e Peppina gentilmente respinsero, dicendo che ormai potevano provvedere da loro.
Commare Carmela trovò che il morbo, a quanto aveva sentito dire lei dalla sorella del capostazione, era conseguenza delle sofferenze che la povera bambina aveva subito in Egitto: tutto si sarebbe evitato se i genitori non fossero andati in Egitto. La moglie di Luigi, il pescatore, ammise, invece, che la colpa era del medico: un medico più bravo avrebbe salvato la bambina. In molti casi il medico Sbo aveva conseguito la guarigione. La figlia di commare Carmela, quella che si era sposata a Sebastiano, pensava da parte sua che più volte l'intervento della fattucchiera di Siderno aveva fatto miracoli.
Come il cuore, allora, di Rosaria si spossava a sentir tante parole! La sua fantasia pigliava il volo, la triste realtà era dimenticata e i sogni del probabile e del verosimile turbinavano nella sua mente.
Certo Giuseppe si risentiva quand[...]
[...]rcato di consolare la madre con i discorsi e i ragionamenti. Poi avevano invitato Ernestina ad uscire con loro all'aria aperta, perché non intristisse nel buio della stanza chiusa. La figliuola aveva accettato e s'era messa perfino a giocare con una delle nipoti di commare Carmela non aveva resistito a lungo e dopo poco era corsa nuovamente dalla madre.
Un giorno arrivò finalmente, con qualche ritardo, la lettera di condoglianze dei fratelli in Egitto. Essi in breve, come sogliono fare gli uomini, espressero il loro compianto per l'irreparabile perdita. Le mogli, Matilde e Vanda, completarono la lettera, scrivendo a lungo e rievocando fatti della vita felice di ún tempo, quando viveva la bambina. Vanda, che nella sua precisione, era alquanto indiscreta, trovò che la bambina forse si sarebbe potuto salvare, se fosse rimasta in Egitto. Li v'erano tanti bravi dottori, specialmente il professor Puricelli, tanti specialisti, ospedali, case di cura... Era stato certo un errore partire per il paesello nativo.
Fosse stato nei primi giorni della disgrazia, Rosaria si sarebbe esaltata al ricordo del passato, i sogni dell'impossibile e dell'inattuabile avrebbero turbinato come meteore nella sua mente. Questa volta, invece, restò attonita e confusa; poi, piegando il capo sulle spalle della sorella
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Agata che, nell'assenza del marito, le aveva letto la lettera, ebbe un singulto, dal quale non uscirono le lagri[...]
[...]nuto migliore.
Si rivolgeva allora Giuseppe al commerciante Carabino che aveva anche una vasta proprietà fondiaria da amministrare. Questi non gli rispose né si né no. Giuseppe stette con l'animo sospeso per molto tempo. E non ne guadagnò che il rancore dell'appaltatore Artù che non ammetteva per il suo dipendente il diritto di cercare altra strada se con lui non poteva vivere.
Ora Giuseppe era divenuto come ai primi tempi del suo ritorno dall'Egitto, quando lungamente dovette affaticarsi per ottenere un posto civile nel suo paese, adatto alle nuove pretese: con la differenza che prima aveva qualche soldo in tasca, la moglie era più attiva e l'animo era sereno; mentre oggi come tutto era enormemente ingrandito in peggio!
I soldi sfumavano a vista d'occhio; già se avesse voluto intraprendere un viaggio d'emigrazione, avrebbe dovuto chiederli in prestito. Inoltre aveva vergogna di rivolgersi ai cognati, che di là, dall'Egitto, scrivevano convinti che s'era sistemato bene, come se con ciò avesse dovuto confessare la sua incapacità a mantene[...]
[...]affaticarsi per ottenere un posto civile nel suo paese, adatto alle nuove pretese: con la differenza che prima aveva qualche soldo in tasca, la moglie era più attiva e l'animo era sereno; mentre oggi come tutto era enormemente ingrandito in peggio!
I soldi sfumavano a vista d'occhio; già se avesse voluto intraprendere un viaggio d'emigrazione, avrebbe dovuto chiederli in prestito. Inoltre aveva vergogna di rivolgersi ai cognati, che di là, dall'Egitto, scrivevano convinti che s'era sistemato bene, come se con ciò avesse dovuto confessare la sua incapacità a mantenere la moglie e la figlia.
Certamente egli in Egitto non sarebbe più ritornato; aveva fatto una volta l'esperienza dell'Egitto, e non voleva ripeterla. L'America sarebbe stato il paese del suo avvenire; e poiché nel nord non si poteva andare o bisognava aspettare lungamente per ottenere il permesso, egli avrebbe potuto andare nel sud, in Argentina, dove vi erano tanti paesani. Li avrebbe trovato la fortuna che in Egitto gli era sfuggita di mano e qui in Italia era completamente scomparsa.
IL GRANDE VIAGGIO 133
Ma come fare per andare? E chi avrebbe convinto Rosaria? E come avrebbe confortato se stesso che per la prima volta si sarebbe dovuto separare dai suoi?
Pensava a Rosaria, dimagrita dopo la disgrazia, con tante rughe in faccia da non riconoscersi piú. Ecco, la sua gioventù era per sempre finita. Non più il suo cuore palpitava di amore, non più si rivolgeva al marito come al suo uomo.
E pure Giuseppe, con un dente di sopra mancante, stanco per i dispiaceri e le preoccupazioni, cos'era più del giovan[...]
[...]sarebbe sorta nel paese, e gli errori di prima non si sarebbero ripetuti.
Parlò a Rosaria dei suoi progetti. « No, no, meglio restare qua. Non sarei capace di partire dalla terra dove so che dorme la mia bambina! », rispose la moglie che aveva creduto di doverlo accompagnare.
« Tu resterai qui con la bambina. E io in pochi anni farò fortuna. Poi ritornerò. Vedi come ogni cosa mi va male, vedi come è stato un errore ritornare troppo presto dall'Egitto! ».
« E perché non vuoi ritornare al Cairo, dove i fratelli potrebbero aiutarti? ».
« So che in America si possono fare guadagni maggiori coi quali ritornerei più presto a casa... ».
« Io non so... Ma ho paura di restare sola! Vedi come sono ammalata e stanca...».
134 MARIO LA CAVA
«Se tu stessa ti rivolgessi alla famiglia Chirico che sempre ti ha voluto bene, potresti ottenere un prestito per il viaggio con poco interesse, o senza affatto interesse... ».
« Ma davvero vuoi dunque partire? », gridò Rosaria e si mise a piangere come una bambina.
In seguito si discusse a lungo della cosa.[...]
[...]er il viaggio con poco interesse, o senza affatto interesse... ».
« Ma davvero vuoi dunque partire? », gridò Rosaria e si mise a piangere come una bambina.
In seguito si discusse a lungo della cosa. Agata e Peppina questa volta non insisterono per la partenza, pur mostrando di non essere scontente. Al contrario, commare Carmela vantò la convenienza di un simile viaggio, dimenticando quanto aveva detto in proposito al tempo della partenza per l'Egitto. Rosaria restava senza parola, mentre la decisione poco per volta si confemava.
Andò, secondo il desiderio del marito, a chiedere i denari alla famiglia Chirico; ma si comportò così confusamente che quelli credettero li volesse avere in dono, per l'amicizia che c'era; e risposero di no.
Giuseppe non ottenne nulla né dall'appaltatore Artú né da altri amici, tra cui Sebastiano ch'era ,in grado di favorirlo. Si rivolse alla Banca, e ottenne il prestito. Col primo viaggio sarebbe partito. L'Argentina, con le sue favolose ricchezze, era il paese dove egli avrebbe passato alcuni anni di lavoro.
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