Brano: [...] strutture economiche di fondo. Una transizione che, per tanti versi, potesse essere una vera e propria continuità. D’altra parte, l’opposizione interna sembrava radicalizzarsi: alle organizzazioni politiche e sindacali clandestine tradizionali (P.C.E., P.S.O.E.
e U.G.T.) si erano aggiunte altre forze con caratteri del tutto particolari, dalle Comisiones obreras (che dal 1958 avevano cominciato a coagulare la nuova conflittualità operaia) all’E.T.A. che, dal 1959, unendo a rivendicazioni antifasciste generali quelle specifiche per l'indipendenza e l'autonomia dei Paesi Baschi, interveniva con la lotta armata su tutto il territorio spagnolo. Non era quindi tanto “eccessivo” che l’opposizione moderata cominciasse a pensare per tempo sul che fare quando Franco fosse venuto meno.
Anche il dittatore, del resto, era preoccupato di preparare la successione a se stesso. L’ultimo tentativo di dare continuità al proprio regime fu messo in opera il 4.6.1973, quando nominò Luis Carrero Bianco “presidente” del governo (un incarico che, fino ad all[...]
[...]n incarico che, fino ad allora, Franco aveva riservato a se stesso, concedendo ai capi di gabinetto il titolo formale di “vicepresidente”). La designazione equivaleva, di fatto, alla pubblica e definitiva personificazione della continuità fra Franco e Carrero Bianco, un uomo di sicura dottrina e pratica franchiste da affiancare a Juan Carlos di Borbone che, il 22.7.1969, era stato finalmente designato al trono. Ma il 20.12.1973 un attentato dell'E.T.A. (c'è però chi assicura che l’azione sia stata favorita da servizi segreti interni e internazionali) faceva saltare in aria, con Carrero Bianco, le speranze di una automatica successione franchista.
L’ultimo governo del quarantennio di dittatura era stato presieduto da Carlos Arias Navarro, e fu precisamente a questi che toccò di gesti
II dittatore Franco investe ufficialmente, davanti alle Cortes, Juan Carlos quale futuro re di Spagna (22.7.1969)
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