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Il segmento testuale Don Cesare è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Saverio Montalto, Memoriale dal carcere in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]e presto il giovanotto a nome don Giacomo Armoni si sarebbe accostato a me per chiedere la sua mano; Io rimasi assai addolorato e perplesso come mai mia sorella aveva fatto ciò senza farmi sapere nulla e pregai pel momento la donna di sorvegliarla e di non dirle niente che io sapevo già il fatto almeno finché non mi fossi informato del come e del quanto.

A N... venni a sapere che veramente c’era un assai modesto commerciante di tessuti a nome don Cesare Armoni oriundo da T..., che

10 conoscevo già di vista, padre del Giacomo e di altra numerosa prole, ma che lui ed in ispecie la moglie non ne volevano sapere affatto di questo matrimonio del figlio e ciò non solo perché c’era prima una figlia da collocare sicuramente, a dir loro, con un professionista o medico o avvocato, ma anche perché principalmente pretendevano che

11 loro figlio così bello, così grande affarista, così temuto che dove passava lui tremava la terra ecc. ecc. doveva sposare almeno almeno una principessina milionaria e di alto lignaggio e non mai una donna povera e di b[...]

[...]ati che mi davano credito.

Arrivai così verso la metà del 1930 e mi trovavo oberato di debiti e mezzo rovinato. In questo frattempo erano avvenuti vari mutamenti. Gli Armoni erano falliti ed avevano liquidato tutto rimanendo sul lastrico, e, del resto, non poteva andare altrimenti, data la loro stupidaggine ed inettitudine, tanto vero che quando si voleva nel paese dire che un individuo era veramente sciocco, si esclamava : « È più stupido di don Cesare Armoni! ». Ultimamente veramente avevano riaperto il negozietto, ma non c’era più nulla e se vendevano qualche scampolino non bastava per il pane e tutti si domandavano come facevano proprio a vivere. Avevo saputo anche, e ciò m’importava più di tutto, che mia sorella aveva venduto tutta la sua parte di proprietà che aveva, realizzando circa ventimila lire, e, che quasi tutto questo danaro aveva già mandato al suo fidanzato Giacomo Armoni, e più che fidanzato al suo amante, giacché nel paese di M... e viciniori si era sparsa la voce da tempo che l’Armoni l’aveva posseduta già, dato che da mol[...]

[...]e di me, ma in ispecie di mia sorella, sembrava addirittura che le volassimo entrambi dagli occhi. Dato ormai che il destino aveva voluto così ella ci considerava già più che figli e non c’erano parole adatte per potere esprimere tutto l’affetto che nutriva per noi due. Certo il suo Giacomo bello, il suo Giacomo meraviglioso, il suo Giacomo grande ed immenso era sempre la pinna del suo cuore, ma noi, noi eravamo ancora qualcosa più di lui! Anche don Cesare ed il resto dei figli, quantunque meno espansivi, si dimostravano a quell’epoca affettuosi, obbedienti e riverenti. Giacomo ora verso di me sembrava avere anche soggezione e sottomissione e mi fece ricredere in gran134

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parte di tutta la mia paura che un tempo avevo nutrito verso di lui. Ed io ci credevo a tutto, avevo considerazione e compassione perché la sfortuna aveva voluto metterli in quelle condizioni e mi attaccavo sempre più a loro, perché vedevo che ormai mia sorella era felice e ciò m’interessava più di tutto. Un vero conoscitore del mondo al mio posto forse [...]

[...]nteressavo così poco di certi fatti, che ci ridevo anch’io sopra e mi divertivo ad ascoltarli. Seppi più tardi che la ragione vera per cui la madre di mio cognato era nemica col fratello dimorante a N... era ben diversa di come l’aveva raccontata lei. Pare che un tempo mentre il geometra Anguria era fidanzato coll’Aurora preferiva corteggiare più la madre che la figlia; ed allora venuta la cosa all’orecchio del fratello, questi chiamò il cognato don Cesare Armoni per metterlo in guardia di ciò che si vociferava nel paese. Don Cesare si adontò e pronto rinfacciò il fratello di sua moglie con ira ammonendolo che doveva impicciarsi solamente delle cose di casa sua e non di quelle degli altri. D’allora in poi rimasero tutti nemici. A questo proposito mi viene a mente che verso gli ultimi tempi mia sorella un giorno mi diceva che la suocera di tutti parlava male in N... tranne del geometra Anguria e della sua famiglia e che una volta aveva solennemente dichiarato che quella donna che avesse sposato il geometra Anguria poteva reputarsi la donna più fortunata della terra, perché il geometra Anguria era il servo delle donne.

[...]

[...] mezzo senza che io potessi sposare ed intanto erano successi diversi fatti. Avevo dovuto cambiare casa per due motivi: primo perché la famiglia Armoni aveva incominciato a dare fastidi al padrone di casa che abitava al piano terreno, per cui abbastanza seccato si era permesso di tenermi un discorso poco corretto, e poi anche perché avevo trovato una casa più corroda ed indipendente per me e che mi faceva risparmiare circa sessanta lire al mese. Don Cesare Armoni ad un certo punto, non sapendo più che pesci pigliare, dato che il negozio l’aveva chiuso definitivamente, decise di cedere a suo fratello un po’ di terra che gli restava ancora vicino a T... per millecinquecento lire e così con questo danaro se ne andò in Francia in cerca di fortuna. A ciò, in verità, l’avevo incoraggiato anch’io, giacché speravo che col tempo, come lui mi aveva promesso partendo, si140

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sarebbe richiamata colà tutta la famiglia, e se così il destino avesse voluto, oggi io certamente non mi troverei nelle condizioni in cui mi trovo. Ma il destin[...]

[...]ch’io, giacché speravo che col tempo, come lui mi aveva promesso partendo, si140

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sarebbe richiamata colà tutta la famiglia, e se così il destino avesse voluto, oggi io certamente non mi troverei nelle condizioni in cui mi trovo. Ma il destino non permise, e non solo che consumò tutto ciò che aveva portato con sé, ma per quanto mi costò altre sei o settecento lire che dovetti mandargli in seguito.

Durante il periodo che don Cesare rimase in Francia, che non rammento ora se durò un anno o più, io dovetti, oltre al resto, dare tassativamente alla sua famiglia da dieci a quindici lire al giorno per la spesa giornaliera, e mi ricordo anche che dovetti pagare ancora per conto suo altre settecento lire circa di fondiaria e tasse arretrate per impedire che l’esattore vendesse all’asta, giusta la sua minaccia, un locale edificatorio, a cui loro ci tenevano tanto, limitante coll’abitazione dell’autista Michele Pannunzio. Fu in questo periodo ancora che il figlio Giovanni partì per soldato ed il figlio Lorenzo invece venne conge[...]

[...]io cognato d’impiantarsi a N... un piccolo negozio provvisoriamente, ciò che poteva fare con poca spesa, giacché per essere presentato dal fratello grossista ci pensava lui e lui era sicuro che col tempo avrebbe fatto fortuna giacché il tipo di calzature che trattava il fratello, dato che costava pochissimo andava sicuramente per un paese piccolo e rurale come N... Fu deciso e fu fatto. Io stesso feci comprare per tremila lire metà del locale di don Cesare dall’autista Miche Pannunzio

il quale me ne aveva parlato poco tempo prima e così mio cognato Giacomo andò a Palermo, portò le scarpe e verso l’estate del 1933, così mi sembra, il negozio s’impiantò coll’aggiunta di altra poca merceria che rimaneva dal negozio antico. Io stesso gli trovai il locale, che hanno tuttavia, sotto la casa di Angelo Chiarenza, col quale feci

il contratto e gli pagai pel momento il fitto e poiché il locale era molto grande fu stabilito di dividerlo a metà mediante un tramezzo e così provvisoriamente la metà anteriore fu adattata a magazzino e la metà posteriore[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Don Cesare, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Adesso <---Ah <---Alberto Carocci Iscrizione <---Allontanatosi <---Andiamo <---Angela Chiaravalle <---Angelo Chiarenza <---Angelo Saba <---Angelo Spurio <---Anguria <---Antonio Spataro <---Arciprete <---Armando Romeo <---Armoni <---Arturo Calabrese <---Audino <---Audino Pasquale <---Basta <---Bologna <---Bruno Zito <---Calmati <---Capirai <---Capodanno <---Castagna <---Catuzzella <---Certo <---Comando di Zona Territoriale <---Così <---De Vincenzo <---Del resto <---Dico <---Dio <---Diritto <---Divina Sapienza <---Don Cesare Armoni <---Donna Maria <---Entrò <---Fedone <---Feudo <---Filippo Giusti <---Francesco Polichemi <---Francia <---Fuori <---Gennaro Grandi <---Giacomello <---Giacomo Armoni <---Giacomo Tavella <---Giorgio Cordopatre <---Giovanni Mollica <---Giudice Istruttore <---Giulio Armoni <---Giulio Castagna <---Giulio Sacerdote <---Giuoca <---Giuseppe Larussa <---Giuseppe Levantino <---Giuseppe Panetta <---Giustizia <---Già <---Gli <---Gli Armoni <---Grazia Marina <---Grazietta Mo <---Iginio Milano <---Ijanno <---Innamoratosi <---La Giustizia <---La Iva <---La notte <---La sera <---Lascio <--- <---Marano <---Marano Luigi <---Me Phan <---Mettetela <---Miche Pannunzio <---Michele Pannunzio <---Mico Spezzano <---Ministero <---Muratore <---Noi <---Non voglio <--- <---Pacqtia <---Panetta <---Panr <---Pantaleone Nicodemo <---Paolo Canale <---Papalia <---Papalia Francesco <---Parco <---Passò <---Patrizio Antonio <---Peggio <---Pelemosina <---Perchè <---Perché <---Però <---Però Giacomo <---Pierino Lombardia <---Pietro Sorrentino <---Più <---Podestà <---Portogallo <---Pregar <---Quale <---Queste dice che non contano <---Ritornato <---Saverio Attila <---Saverio Montalto <---Signor Giudice <---Signore <---Spataro <---Spezzano <---Sposatela <---Storia <---Sulla <---Tho <---Tiberio Spada <---Tua <---Va bene <---Vincenzino Sofia <---Voglio <---Zona Territoriale di Palermo <---affarista <---autista <---cinismo <---eroismo <---facciano <---grossista <---incominciano <---lasciano <---mangiano <---oculista <---odiano <---pigliano <---professionista <---sappiano <---siano <---tagliano <---vogliano <---È Tunica