Brano: [...]
stava lavorando al fornello, ci venne incontro e prese il pacchetto delle
uova.
« Questo é un amico » disse mia sorella a quelli che stavano in
torno al tavolo.
« Piacere » dissi.
« Ah, piacere! » dissi quando vidi che uno era un prete. « Tanto
piacere! ».
Gli altri erano una ragazza che era un tipo di mezzo tra una troia
e un'impiegata, con un pettone; un sergente italiano; e un borghese
,d'una trentina d'anni, tutto vestito bene.
« Don Aldo » disse la ragazza, « ci stava dicendo che la conver
sione degli atei é sempre un miracolo, perché non si può fare senza
l'intervento della grazia ».
« Ma allora » disse il sergente italiano, « ciò vuol dire che i miracoli
si possono verificare pure oggigiorno! ».
Ma certamente! Certissimamente! » disse Don Aldo. « Senza an
108 FRANCO LUCENTINI
dare tanto lontano, ci basti il miracolo quotidiano dell'Eucaristia! ». «Appunto» disse la ragazza. « E come dicevo pure io. Questo dovrebbe convincere pure le teste di legno ».
« E dovrebbe convincere » disse sorridendo Don Aldo, « anche certe testoline bionde che mi so io... ».
« Certe testoline bionde ostinate...» continuò guardando mia sorella. « E ho detto tutto! ».
« No, continui, Padre » disse il borghese vestito bene. « L'argomento mi interessa profondamente ».
« Il dottor Micheli » disse Don Aldo rivolto a me, « é giornalista. E da buon giornalista vuole andare a fondo di ogni questione. E fa bene! Lo spirito del giornalismo é un po' come quello della religiosità, quando sia illuminato dalla 'fede ».
Il discorso non pareva molto chiaro, ma sembrò che il dottor Micheli lo apprezzasse e anche il sergente italiano annui con la testa. La ragazza col pettone s'era appoggiata coi gomiti sul tavolino per sentire meglio. Guardai Adriana, ma non pareva che ci trovasse niente di straordinario, anzi entrò pure lei nella conversazione.
« Anche mio... il mio amico, qui, ha lavorato in un giornal[...]