Il segmento testuale Domenico Marchioro è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 17Entità Multimediali , di cui in selezione 11 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 427
Brano: Schio
temporaneamente a Schio in licenza. Qualche mese dopo i fatti, gli organizzatori dello sciopero vennero arrestati e processati a Pradamano per « attività antinazionale e disfattismo ». Tra i 43 imputati, erano 13 vicentini, 9 dei quali sciedensi e 1 di Torrebelvicino. Il processo si concluse con la condanna di Domenico Marchioro (v.) a 15 anni di reclusione, Pietro Pietrobelli (15 anni), Giuseppe Zordan (7 anni), Alfredo Bologna (6 anni e 8 mesi, ma morirà in carcere), Giuseppe Cauduro e Riccardo Walter (entrambi a 3 anni), Ernesto Lapo (4 mesi), Antonio Ballardin. Ai vicentini Emilio Zola, Antonio Peruffo e Ottorino Volpe furono inflitte pene dai 3 ai 5 anni. Pietro Tresso, Ange
lo Pietrobelli e Domenico Viotto vennero assolti.
Primo dopoguerra
Al termine del sanguinoso conflitto che tanto le era costato, la città si vide riconosciuti i sacrifici sopportati con l’assegnazione di una Croce di guerra al valor[...] [...]e deferimenti al Tribunale speciale seguiti da pesanti condanne e assegnazioni al confino.
Questi furono, seguendo un ordine cronologico: Alfredo Gramola, prosciolto dall’accusa di attività di propaganda comunista a favore della C.G.L. (ordin. n. 204 del 29.8. 1928); Davil Antonio G resei in, accusato di aver diffuso “l’Unità” e di aver sottoscritto per il Soccorso Rosso, poi rilasciato per non luogo a procedere (ordin. n. 249 del 19.9.1928); Domenico Marchioro, processato insieme ai massimi dirigenti del P.C. d’I. nel noto “processone” (v.) e condannato a 17 anni di reclusione (sent. n. 58 del 20.2.
1928); suo fratello Isidoro, condannato a 9 anni e 10 mesi (sent. n. 64 del 29.9.1928); Antonio Gheno, poi assolto dall’imputazione di aver concorso alla costituzione di un’associazione sovversiva nel Bresciano (sent. n. 105 del 1.5.1928); Silvio Canova, condannato a 3 anni (sent. n. 146 del 1928); Pietro Tresso, inquisito per attività sovversiva e stralciato perché latitante (sent. n. 16 del 5.2.
1929); Riccardo Salvador (v.) di Piovene, condanna[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 126
Brano: [...]o avevano osteggiato l’organizzazione, si affrettarono a sconfessarli. Ciononostante gli A.d.p. continuarono ad aumentare, estendendosi su scala nazionale: forti sezioni sorsero a Parma, con alla testa Guido Piceili; a Vercelli, capeggiate dal comunista Francesco Leone e dall’anarchico M. Corona; a Collegno (Torino), dal sindaco comunista Arturo Bendini; a Livorno, dal tenente Quaglierini; a Ravenna, dal tenente Alberto Acquacalda; a Vicenza, da Domenico Marchioro; a Viterbo, dal tenente Rusatti; a Crema, da Serafino^ Scorsetti; a Napoli, dal tenente Bianco; a Orte, dall’anarchico Andrea Del Sole. Il 2.9.1921 uscì a Roma il primo numero del quindicinale L’Ardito del Popolo, giornale di difesa proletaria.
Tra le azioni in cui si distinsero gli Arditi del popolo si possono ricor* dare: la difesa di Bari dell’agosto 1922 (alla testa dei difensori si trovava Giuseppe Di Vittorio, allora sindacalista); i sanguinosi scontri di Brescia (4.8.1922) contro le squadre fasciste capitanate da Augusto Turati; la vittoriosa battaglia di Parma, detta dell'Oltretorr[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 374
Brano: [...]o di liberazione nazionale (C.L.N.). I primi due numeri di “Fratelli d'Italia”, organo del C.L.N. di Vicenza (per i piombi del linotipista vicentino Vittore Gualandi e la stampa del tipografo Costantini di Sandrlgo), non portavano ancora il sottotitolo “Bollettino del Comitato di Liberazione Nazionale”, ma questo comparve nel terzo numero, del 28.10.1943.
Il C.L.N. provinciale era stato costituito a Vicenza neH’ultima decade di settembre, con Domenico Marchioro e Gino Cerchio per il Partito comunista, l’avv. Mario Segala e l’avv. Gino Faccio per quello socialista, il prof. Mario Dal Pra e Lieisco Magagnato per il Partito d’Azione. La Democrazia cristiana cominciò a partecipare alle riunioni del C.L.N. nella seconda metà di ottobre, con Torquato Fraccon e mons. Stocchiero in qualità di tesoriere. Quest’ultimo partito aveva un proprio giornale “Momento”, stampato in una cripta cimiteriale messa a disposizione dal padre guardiano L. Gaia, con l’aiuto di Vittore Gualandi che aveva anche contribuito alla composizione del testo delle “Confidenze di Hitler[...] [...]adre guardiano L. Gaia, con l’aiuto di Vittore Gualandi che aveva anche contribuito alla composizione del testo delle “Confidenze di Hitler” (un libro scritto dall’ex presidente del Senato di Danzica Hermann Rauschning e dif
fuso con la copertina del “Pinocchio” di Collodi).
Il foglio clandestino “Voce del popolo”, diffuso inizialmente per l'iniziativa di Sergio Perin, Remo Pranovi, Walter Nelli e Mariano Rossi, era curato da Gino Cerchio, Domenico Marchioro e Licisco Magagnato: l’arresto di quest’ultimo, avvenuto in dicembre, dopo il trasferimento del prof. Dal Pra in Lombardia, costrinse il Partito d’Azione a sostituirli nel C.L.N. con Pino Ronzani e Henny Da Rin.
La complessità di problemi connessi con il rapido sviluppo di formazioni partigiane neH’ampio territorio a nord di Vicenza, dalla valle dell’Agno alla zona di Schio, sui monti e nelle valli della Lessinia, rivelò ben presto quanto fosse disuguale l’autorità esercitata dal C.L.N. su quelle forze. I rapporti erano diretti e agevoli con squadre di “guastatori” e i nuclei operanti in p[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 371
Brano: [...]ttolico, uno strumento più organizzativo che religioso, pubblicato fin dal 1890.
Una significativa presenza anarchica, internazionalista e socialista, fra i lavoratori di Schio aveva permesso intanto di promuovervi iniziative come la costituzione di una Scuola Rossa Superiore, il rilancio di una Scuola Libera Popolare e seminari per quadri dirigenti, tenuti nel 1920, con la partecipazione di Domenico Baron, Giuseppe Caoduro. Valentino Bonato, Domenico Marchioro (v.), Anqelo Pietrobelli, Adolfo Sartori e Riccardo Walter fv.).
Gli operai di Schio, decisi a impedire oqni tipo di truffa elettorale, stazionarono in permanenza, a centinaia. davanti alla sede mumcinale, attorniati da plotoni di soldati e poliziotti durante elezioni ripetute tre volte nel qiro di un anno e mezzo. Con l’avvento al potere del fascismo cili anarchici che avevano militato nelle file deH'arditismo popolare decisero di raqqiunqere i comoanni eminrati in Australia verso la ^ne dell'Ottocento: a molti di ouelli rimasti sul posto sarebbero toccate invece le condanne del Trihunale[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 341
Brano: [...]roncini, Giovanni Bassanesi, Riccardo Bauer, Adele Bei, Igino Borin, Vincenzo Calace, Antonio Carini, Agostino Casati, Oberdan Chiesa, Arturo Colombi, Eugenio Colorni, Giuseppe Di Vittorio, Eugenio Curiel, Giovanni Domaschi, Carlo Far ini, Armando Fedeli, Celso Ghini, Enrico Giussani, Pietro Grifone, Ideale Guelfi, Vasco Jacoponi, Pietro Lari, Giuseppe La Torre, Gerolamo Li Causi, Augusto Lodovichetti, Luigi Longo, Camillo Lusenti, Mario Maovaz, Domenico Marchioro, Nello Marconi, Idelmo Mercan
dino, Giovanni Pesce, Giuseppe Pianezza, Camilla Ravera, Ernesto Rossi, Dino Saccenti, Lucia Scarpone, Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia, Antonio Sorelli, Altiero Spinelli, Franz Stoka, Umberto Terracini, Giulio Turchi, Ettore Vacchieri, Arcangelo Valli, Giovanni Virgilio. (Si vedano le rispettive voci).
Nel 1941 Spinelli, Rossi e Colorni stesero qui quello che passerà alla storia come il “Manifesto di Ventotene” (v. Federalismo europeo).
Il monumento
Il 16.8.1975 l’A.N.P.P.I.A. costituiva a Ventotene un Comitato incaricato di erigere un cippo in memo[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 428
Brano: [...]laita. Di questo gruppo, detto “del Festaro”, fecero sicuramente parte Igino Piva (comandante), Eugenio Piva, Pietro Bressan, Biagio Penazzato, Nello Pegoraro, Alessandro Cogollo, Giuseppe Bortoloso, Antonio Comparin, Valentino Comparin, Antonio Bilie, Pietro Sartori, Romeo Lora, Giuseppe Dall'Alba. Il gruppo aveva collegamenti con l'organizzazione comunista clandestina di Schio e di Vicenza tramite i fratelli Silvano, Alfredo e Antonio Lievore, Domenico Marchioro, Gastone Sterchele, Domenico Baron e altri. Il 17.10.1943, in seguito a un rastrellamento, vennero catturati Igino Piva, Eugenio Piva, Romeo Lora e Giuseppe Bortoloso, ma gli altri partigiani riuscirono a sottrarsi alla cattura. Dopo essere rimasti inattivi per qualche mese, essi si ritrovarono per dare origine, neH’inverno, a quella che sarebbe stata la base delle future formazioni partigiane.
Un reparto tedesco della Sanità, secondo gli accordi di resa firmati dal suo Comando, attraversa Schio sotto scorta partigiana armata (30.4.1945)
Anche i quattro arrestati riuscirono fortunosamen[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 790
Brano: [...]tuito un partito disciolto dalla legge del 6.12.1926. intanto, per rendere più spettacolare il processo, la zelante questura di Bologna continuava le sue « indagini » e altri comunisti vennero ad allungare l’elenco degli imputati, fino a raggiungere il numero di 59, rastrellati in varie province. Fu così la volta di Isidoro Azzario, Arturo Bendini, Igino Borin, Giorgio Carretto, Giovanni G erma netto, Ennio Gnudi, Ruggero Grieco, Fabrizio Matti, Domenico Marchioro, Ettore Ravazzoli, Giovanni Roveda, Battista Tetta manti e Pai miro Togliatti. Seguirono poi Alberto Fabbri, Gaetano Falcipieri, Bernardino Fienga, Francesco Innamorati, Athos Lisa, Mario Montagnana, Andrea Michel otti, Elio Negri, Ferdinando Papi, Bortolo Petronio e Bruno Tosin.
Chiaramente al Partito comunista il regime riservava un trattamento speciale, diverso da quello usato con le altre forze antifasciste, delle quali aveva arrestato soltanto pochi e ben individuati esponenti. E ciò non dipendeva dal fatto che i comunisti avessero o meno compiuto « atti criminosi », anche se naturalm[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 697
Brano: [...]35. Con l’aumento della popolazione confinaria andò proporzionalmente crescendo il corpo di sorveglianza che, nel 1930, ammontava a 67 agenti più 300 militi.
A Ponza furono concentrati gli antifascisti più « pericolosi », in massima parte comunisti, tra cui dirigenti di primo piano come Umberto Terracini, Camilla Ravera, Pietro Secchia, Mauro Scoccimarro, Girolamo Li Causi, Battista Santhià, Giorgio Amendola, Altiero Spinelli, Pietro Grifone, Domenico Marchioro, Giovanni Corsano, Antonio Cicalini. Insieme a loro, vi furono destinati altri noti esponenti antifascisti come il socialista Alessandro Pertini, i giellisti Ernesto Rossi, Riccardo Bauer, Francesco FanceIJo, Vincenzo Calace ecc. (Si vedano le rispettive voci).
I coatti che avevano inoltrato domanda di grazia, chiamati manciuriani (v. Manciuria), venivano emarginati dagli altri confinati politici 0 vivevano in cameroni diversi, accanto ai coatti per reati comuni, perché considerati provocatori e spie del personale di sorveglianza. Rinchiusi nelle celle di un antico carcere borbonico, i con[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 358
Brano: Pagnotti, Armando
(che possedeva un ciclostile) e della maestra Sergia Pagnotti (sua cugina), si fece promotore di una intensa propaganda antitedesca. Nel dicembre, unitamente a Nello Boscagli (allora responsabile regionale dei G.A.P. a Padova) lavorò alla costituzione dei G.A.P. nelle provincie di Vicenza e Verona. Entrato poi in contatto con Domenico Baron e Domenico Marchioro, iniziò a lavorare nell’ambito del P.C.I., dando in particolare il suo contributo all'organizzazione degli scioperi del marzo 1944. Collegato con i gruppi partigiani insediatisi sul Monte Novegno, dopo i bandi del maggio 1944 Pagnotti ricevette da Padova l’ordine dal Comando regionale veneto di raggiungere le formazioni partigiane a Campodavanti, e il 17.5.1944 divenne vicecomandante della 1a Brigata Garibaldi «Ateo Garemi » (v.).
Nel settembre successivo, alla morte di Luigi Pierobon, subentrò a questi quale comandante della Brigata « Stella », poi divenuta divisione, alla cui testa rimas[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 355
Brano: [...]lano, 1517.4.1923), che aveva respinto a maggioranza le condizioni poste dalla Terza Internazionale per la fusione dei partiti socialista e comunista.
Il primo numero di « Pagine Rosse » pubblicava il testo di una « Lettera aperta» alla Direzione del P.S.I., firmata, oltre che dai membri del comitato promotore, da altri aderenti alla frazione (Abigaille Zanetta, Giulio Trevisani, Filippo Aldi sio, Antonio Sanna, Vincenzo Pagella, Luigi Volpi, Domenico Marchioro, Leone Mucoi, Francesco Lo Sardo, Ettore Di Silvestro, Raffaele Pastore, Augusto Mancini, Riccardo Bonelli, Giuseppe Ciucci, Giuliano Corsi, Pietro Altobelli, Giovanni Tonetti, Ferruccio Marini, Alberto Bassi, Francesco Raineri, Girolamo Li Causi, Carlo Reggiani, Giovanni Nicola, Alfredo Tucci, Arnaldo Baroni), alcuni dei quali saranno in seguito tra i più assidui collaboratori della rivista.
Nella lettera i firmatari esponevano i motivi del loro dissenso con la Direzione (scioglimento della Federazione giovanile, istituzione di una rete di fiduciari della Direzione, mancata costituzione d[...]
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successivi |
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Domenico Marchioro, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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