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Il segmento testuale Diplomatica è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 468Analitici , di cui in selezione 21 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Luciana Castellina, Ankara non si fa sedurre dai colonnelli di Atene [sopratitolo: Soltanto messa in scena nel vertice greco-turco] in KBD-Periodici: Rinascita 1967 - 9 - 22 - numero 37

Brano: [...]ro, fossero presenti ben trentasei inviati dei giornali greci, tutta la stampa ellenica è uscita l'indomani con un unico commento ufficiale datato « Atene ». I « servizi » dei trentasei giornalisti sono stati tutti cestinati: evidentemente i colonnelli non volevano che dai dispacci provenienti dalla Tracia, trapelasse, sia pure negli angusti limiti concessi dalla censura, una qualsiasi interpretazione capace di sminuire il valore dell'iniziativa diplomatica del governo. Perché al di là di ogni risultato concreto — su cui fin dall'inizio si sapeva di non poter contare — l'incontro di Kolias con Demirel doveva servire a conferire prestigio al nuovo regime: si è trattato infatti della prima riunione internazionale cui il capo del governo putchista ha partecipato e bisognava darle particolare solennità.
Una riunione in cui i rappresentanti greci hanno tenuto a ripetere continuamente che si trattava di un incontro fra due paesi membri della stessa alleanza, la NATO, uniti nel comune ideale della difesa della civiltà occidentale. Alla vigilia della v[...]



da senza firma, Kossighin ad Ankara in KBD-Periodici: Rinascita 1966 - 12 - 31 - numero 52

Brano: Kossighin
ad Ankara
La politica di Ankara ha subito una oscillazione abbastanza sensibile, come un moto pendolare, nel
corso dell'ul
timo quinquennio; e se la geshone di Ismet Inonu aveva rappresentato il momento diciamo cosi di « disgelo » da parte della Turchia, con sintomi di risveglio ad una maggiore mobilità diplomatica, l'arrivo dei conservatori di Sulevman Demirel al potere ha certamente coinciso con una fase regressiva e di nuova ortodossia « occidentale ». E' anche vero che la spina di Cipro, con la tensione costante che essa alimenla nei confronti di Atene e in definitiva di uno schieramento atlantico piuttosto imbarazzato da una vicenda che oppone drammaticamente uno all'altro due partners dell'alleanza ha condizionato assai, e continua a condizionare la ortodossia di Demirel; ma questo non muta granché, né sul piano dei rapporti internazionali, né tantomeno all'interno, la stretta linea conservatrice [...]



da senza firma, Da Mosca ad Ankara [L'iniziativa diplomatica sovietica] in KBD-Periodici: Rinascita 1965 - 5 - 29 - numero 22

Brano: L'iniziativa diplomatica sovietica
Da Mosca a Ankara
C'è 'stata una fase nel corso recente della politica estera sovietica che gli osservatori occidentali hanno considerato come passiva; i motivi invocati sano stati 'diversi. Si è supposto che a Mosca fosse in corso una nuova programmazione dopo l'attività per qualche verso p'raigmatiea e tumultuosa di Krusciov; si è invocata 1a necessità di applicare l'attenzione innanzi tutto ai problemi interni limitandosi a bloccare nell'equilibrio esistente, col minimo di iniziative necessarie a evitare ,deterioramenti, la condizione internazionale dell'URSS; si è parlato dei [...]

[...]ri del Pentagono e della Gasa Bianca suppongono sottoposta al buon volere statunitense, hanno « chiuso » molti canali attraverso i quali la distensione poteva espandersi — e l'a fase del tutto interlocutoria "'dei 'lavori in seno alla grande commissione per il disarmo delle Nazioni Unite, convocata su iniziativa sovietica in base a necessità diplomatiche con cui il disarmo non ha direttamente a che fare, ne è una prova —è anche vero che l'azione diplomatica sovietica si è rifiutata di lasciarsi imprigionare come da una fatalità avversa (che è poi ita scelta politica, sia pure in una speciale congiuntura, dell'avversario) entro le coordinate che la dottrina di Johnson, per adoperare id termine corrente in questi giorni, le assegna.
Si fanno in sostanza abbaatanza percepibili i tratti concreti 'di un avvio, non diciamo nuovo zma certamente ripensato, di una azione che parte dalla esplicita riaffermazione della coesistenza pacifica che il primo segretario del PCUS, Leonid Breznev ha fatto durante il suo discorso per id XX anniversario della fine d[...]



da Roberto Guiducci, Pamphlet sul disgelo e sulla cultura di sinistra in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...]no di noi vede come la sinistra occidentale potrebbe uscirne anche silenziosamente ed insensibil mente sconfitta.
Mai come ora appare una posizione astratta il mito del proletariato in quanto tale, come osso non frantumabile della storia, come Spirito hegeliano rovesciato e conficcato nella terra. Qui il lavoro degli intellettuali si rivela appunto decisivo. Mentre per i politici una parte non indifferente del loro compito si delinea nel tenere diplomaticamente la situazione ed anche, per quanto possibile, di sfruttarla, quello che si profila per gli intellettuali è di pensare criticamente tutta la propria
90 ROBERTO GUIDUCCI
ideologia, di riprendere i fondamenti per ripulirli dalle incrostazioni tattiche e provvisorie e per rielaborarli con modernità, senza concessioni; di esaminare le teorie dell'avversario non già per imitarle, ma per capirne il congegno e « girarne » i brevetti; e, soprattutto, di ricominciare a pensare « in proprio » con il coraggio della novità, dell'invenzione, della scoperta.
Dieci anni di dispersione e di mediocrità[...]

[...]ura ». Ci vestiamo da civili e ci sembra di volare camminando con scarpe normali. Ma la tensione fra presente e avvenire rimane, ciononostante, irrimediabilmente contradditoria.
Se le dimensioni dell'attesa tendono ad allungarsi, se la speran
z deve farsi durissima pazienza, tentiamo la vita nuova nella vecchia, portiamo in profondità ciò che non ci é concesso in estensione. E abba
stanza chiaro che la politica immediata dovrà farsi ancor più diplomatica, tattica, calcolatrice di difficili e compromessi equilibri. Non è il caso che ancora una volta si giochino in questo senso tutte le carte. Se questo aspetto della politica, vediamo bene, non può coprire che
(7) È questa la tavola rotonda che veramente interessa: quella di sinistra. I dialoghi troppo aperti (aperti a tutti) per avere un senso devono necessariamente essere così generici da perdere precisamente molto di quel senso che si proponevano di avere. Per questo ad esempio la proposta di Sciolokhov per la creazione di « una tribuna di contatti creativi per tutti coloro ai quali é cara [...]

[...]utta la sinistra (anche senza pensare che un rinnovato nutrimento di contenuti piú larghi la può meglio sostenere).
Oggi i rischi, del resto, sono anche maggiori. Il fantasma della pace è più modesto che il fantasma della rivoluzione. Lo spettro del comunismo può tornare nel vecchio castello. Il destino della sinistra europea è sempre più legato al capire la sua contraddizione ed a farla lievitare. Di qui un possibile accostare alla transigenza diplomatica il coraggio ideologico, un contrapporre alla perdita delle possibilità di radicali soluzioni di fondo la forza di un patrimonio morale. La resistenza al risucchio della vecchia vita è anticiparne nonostante tutto una nuova.
Per questo la questione dello sviluppo ideologico si fa in prima fila, diventa vicino ripensamento di una più gramsciana politica operaia. E ciò si innesta oggi in una situazione oggettiva più facile e rispondente. E si rendono attuali, come abbiamo visto, la distinzione fra politica tattica e politica operaia classista, l'articolazione fra politica nazionale e internazio[...]



da Libri ricevuti in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]tipo alessandrino. Contributo paleografico, « Scriptorium », xxxii
(1978), fasc. 2, pp. 251255. Pur volendo
sorvolare, almeno in questa sede, su due significativi « infortuni » metodologici dell'A., il quale, a proposito della maiuscola alessandrina, mostra inequivocabilmente di ignorare la distinzione, fondamentale in paleografia, tra scrittura canonizzata, scrittura tipizzata e tipizzazioni all'interno di un canone e, suI piano della critica diplomatica, attribuisce valore di piena testimonianza storicogiuridica a un termine (basileus), ricorrente non nell' intitulatio dell'atto, bensí in un passo narrativo, ritengo doveroso avanzare un rilievo — sostanziale ai fini dell'assunto — di natura meramente logica. Nell'intento di dimostrare, con il conforto dei dati cronologici, che il Pap. Grenf. II 112 va datato con sicurezza all'anno 672 (e non al 577) l'autore, che ritiene, smentendo le caute ipotesi di Grenfell e Irigoin e la tesi del Cavallo in favore del 577, di poter affermare che tra i due documenti in maiuscola alessandrina intercorrono [...]



da Bruno Bongiovanni, Ritratti critici contemporanei. Maximilien Rubel in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]la storia non era né una filosofia né una scienza, ma solo un modo di affrontare lo studio della società.
All'inizio degli anni Cinquanta, Rubel, sempre sulla « Revue Socialiste », ma anche su « Preuves », dedica alcuni saggi polemici alle modalità di pubblicazione delle opere di Marx e di Engels nella Russia staliniana: in particolare modo si occupa della censura cui vengono sottoposte, dallo sciovinismo staliniano, le Rivelazioni sulla storia diplomatica segreta del XVIII secolo di Marx e la Politica estera degli zar di Engels 24. Si apre cosí un nuovo capitolo nella biografia intellettuale di Rubel, un capitolo che concerne il repertorio e la storia delle edizioni marxiane.
3. La bibliografia tra utopia e scienza. — Non è cosa nuova definire il clima ideologicoculturale degli anni Cinquanta come scisso tra isteria maccartista e cupa oppressione staliniana. Non sono molti i documenti a nostra disposizione che possono testimoniare un'indipendenza reale rispetto ad un clima siffatto, soprattutto per quel che riguarda gli studi marxologici e la[...]

[...] della politica nel pensiero di Marx.
In questo studio, che percorre gli scritti marxiani oltre il progetto editoriale del Rjazanov pre1917, sino al crollo del secondo Impero ed alla Comune, Rubel tratteggia l'evoluzione della storia francese nell'interpretazione marxiana, il confronto sempre istituito tra Napoleone I e Napoleone III, le valutazioni sulla guerra di Crimea e sul sistema europeo di alleanze con tutti i connessi problemi di storia diplomatica, sul regime pretoriano e sul « socialismo » imperialmilitare del Bonaparte minor, sui rapporti francorussi e sulle affinità tra bonapartismo e zarismo (modello, quest'ultimo, di ogni dispotismo integrale), sulle avventure messicane, sulla fatale guerra francoprussiana. Particolarmente interessanti le pagine che commentano la guerre d'Italie, dove si mette in luce come, di contro a Lassalle, prevalesse in Marx ed Engels l'ipoteca antibonapartista sull'esigenza « nazionale » dell'unificazione italiana 43
L'interesse particolare che il bonapartismo suscita deriva però dall'essere esso da Marx i[...]



da Remo Ceserani, Enciclopedie per ragazzi in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]dotto (con il risultato di proporre ai piccoli lettori aspetti del mondo e costumi in cui non si possono riconoscere), linguaggio incerto fra il tono didattico che fa cascare le nozioni dall'alto e il bamboleggiamento sdolcinato, totale mancanza di spirito critico e forte condizionamento ideologico, sciocchezzario (ecco una tipica perla:
« La lingua francese è molto precisa e duttile; per lungo tempo è stata considerata la piú adatta in materia diplomatica e amorosa. I francesi tengono infatti in gran considerazione le belle maniere »: da Ricerche su La Francia, di D. Lifshitz, edizione inglese Mc Donald, edizione italiana Mondadori, Milano 1974, p. 11).
Né sto a ripetere le tristi considerazioni sull'evidente squilibrio fra da una parte la buona qualità e la scarsa diffusione del materiale scolastico ed educat;.vo prodotto, per l'insegnamento elementare (libri di appoggio, guide, schedari, strumentario, matematiche 80, collane specializzate come « La ricerca », ecc.) e dall'altra parte la cattiva qualità e l'alta diffusione del materiale dest[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Arturo Carlo Jemolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]rado la prudenza staliniana, un'imprudenza rivoluzionaria di fatto accompagnò la politica estera dell'URSS. Tale imprudenza oggi si ribalta in sicurezza e se il più diretto « accerchiamento socialista », la zona « neutrale », l'alleanza pacifica della « maggioranza » mondiale
80 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
sono un fatto compiuto dalle rivoluzioni negli altri paesi, ciò giova all'URSS più che un maggior livello economico ed una maggiore facilità diplomatica. E la politica delle « vie nazionali » al socialismo e lo scioglimento « tattico » del « Cominform », che, per un certo aspetto, la liberano di fronte all'Occidente da dirette responsabilità nelle rivoluzioni altrui, ancora una volta la vincolano ad una « internazionale socialista », oggettivamente reale e paritetica, dalla quale non avrebbe senso che si esentasse, perché tale esenzione sarebbe anche la negazione della sua forza interna e della sua stessa natura.
10) Critica e autocritica.
Per questo dobbiamo rispondere ad una decima domanda non prevista, una domanda supplementare. « A che [...]



da Paolo Alatri, Il Governo Nitti e la questione adriatica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]ll'ambasciatore britannico a Roma Buchanan al ministro degii Esteri Lord Curzon, 30 ottobre 1919, in Documents on British Foreign Policy, 19191939, edited by E. L. WOODWARD and ROHAN BUTLER, London, 1947 sgg., First Series, vol. IV, p. 143.
(5) Presse de Paris, 12 novembre 1919.
IL GOVERNO NITTI E LA QUESTIONE ADRIATICA 163
alla situazione fiumana in regime di occupazione da parte degli irregolari di D'Annunzio.
Col nuovo anno, la situazione diplomatica si capovolge. In Francia a Clemenceau succede Millerand, che si orienta più decisamente verso una politica di forza verso la Germania e la Russia sovietica, politica che Nitti, insieme con Lloyd George, è deciso a respingere. Anche la notizia di una convenzione militare francoserba, per quanto smentita, contribuisce a rendere nuovamente tesi i rapporti tra i Governi di Roma e di Parigi. Lo scontro avviene a San Remo, e da quel momento s'intensificano anche le mène di Barrère contro il Governo Nitti che arriverà a chiedere, senza peraltro ottenerlo, il richiamo dell'ambasciatore francese a Rom[...]

[...]rno italiano avrebbe abbandonato Fiume agli jugoslavi, mentre la soluzione annessionistica, che era quella per cui si battevano D'Annunzio e i nazionalisti, non fu per allora realizzata perché non poteva esserlo. D'altra parte, in una prospettiva più ampia, cioè guardando all'intero problema adriatico e non alla sola questione di Fiume, il pronunciamento militare capeggiato da D'Annunzio, e l'elemento di rottura che egli inserì nella legittimità diplomatica internazionale, non attenuarono ma anzi resero certamente più acerba l'opposizione di Wilson a una sistemazione favorevole alle richieste italiane che al Presidente degli Stati Uniti sembrava basata sulla sopraffazione del più debole da parte del più forte (15): e in tal senso i negoziatori italiani ebbero in D'Annunzio non un aiuto ma un ostacolo.
Non vi é dubbio, poi, che allargando ulteriormente lo sguardo, cioè tenendo presente l'intero quadro delle trattative di pace, e non soltanto la questione adriatica, l'episodio di Fiume fu enormemente dannoso agli interessi nazionali italiani. Con[...]

[...]d'Europa nel dopoguerra, la vicenda di Fiume ha un'incidenza che trascende di molto i suoi propri termini, modesti se strettamente considerati: ed é perciò che abbiamo creduto, utilizzando una vasta documentazione inedita, di dedicare a quella vicenda un lavoro d'una certa ampiezza. « Alla Conferenza della Pace — leggiamo nell'AlbrechtCarrié (34) — la lotta per Fiume, tema di contestazione in se stesso insignificante, si indurì in una battaglia diplomatica di prestigio che in ultima analisi non diede la vittoria a nessuno. Se non fosse stato
(30) ARTURO MARPICATI, Fiume, Firenze, Casa Editrice « Nemi », 1931, p. 80. « Vittoria sicura — scrive con tipico linguaggio retorico G. BENEDETTI, Op. cit., pp. 9596 — auspicavano da ogni parte gli italiani di fede ferma; vittoria sicura era ritenuta quella del Blocco Nazionale. Ma come é possibile soltanto nei momenti più critici di un'epoca travagliata, la materialità del corpo si sovrappose alla gloria dello spirito: prevalsero il malessere, la sfiducia, la stanchezza, il desiderio del nuovo, l'alletta[...]



da Enrica Pischel, Considerazioni sulla nuova fase della politica asiatica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...]lla priorità degli interessi dal campo politicoá qúèlIó ` ëcónömico (anzi allo specifico problema dello sviluppo industriale) non é avvenuto soltanto per coloro che dirigono o vivono direttamente le sorti della Cina, ma anche nel giudizio degli altri popoli asiatici che volgono il loro sguardo alla Cina come ad un esperimento di avanguardia nella risoluzione di problemi affini ai loro. In questa prospettiva si spiega l'attenuazione dell'attività diplomatica cinese per ttetr ~ilricotïtigemênto americano 'e l'ammissione all'ONU: il governo cinese é certa ormai che il mancato riconoscimento statunitense alla nuova Cina non può costituire piú un fattore di obiettiva menomazione per il paese, il cui peso internazionale, in Asia e all'interno della compagine degli Stati socialisti, si misura in base al successo della politica di sviluppo e delle trasformazioni della società, non in base alla partecipazione a questo o a quell'organismo internazionale.
Ormai il « non riconoscimento » ha cessato di isolare la Cina ed isola invece gli Stati Uniti bloccan[...]

[...]rasformazione del loro potenziale economico hanno posto in crisi la politica dei patti militari perseguita dagli Stati Uniti in Asia, riducendola ad un apparato pronto a bloccare quel tipo di iniziative che la Cina chiaramente non intende attualmente intraprendere (se mai volle farlo) ed a sostenere quelle misure che gli Stati Uniti ora non possono più per ragioni interne ed internazionali adottare, ma incapace di arginare o di menomare l'azione diplomatica economica e propagandistica che la Cina sta invece compiendo ed intensificando.
Da tempo é data per concessa la completa inutilità, anche dal punto di vista della politica americana, dei patti bilaterali degli Stati Uniti in Asia: essi sono l'eredità della politica americana di violenta sovversione anticinese tipica della fase più acuta della guerra fredda. Salvo il caso del Giappone, essi furono concepiti quale sostegno "sT btt rmäñcñte dei regimi oltranzisti anticomunisti incapaci di reggersi da soli (Kuomintang a Formosa, Syngn n Rhee in Corea), ma ritenuti, in quel periodo, il più solido[...]

[...]dda. Salvo il caso del Giappone, essi furono concepiti quale sostegno "sT btt rmäñcñte dei regimi oltranzisti anticomunisti incapaci di reggersi da soli (Kuomintang a Formosa, Syngn n Rhee in Corea), ma ritenuti, in quel periodo, il più solido e utile strumento della politica statunitense in Asia e ridotti invece ora ad essere pericolosi ed inutili parassiti dell'economia americana e paralizzante causa di remore *e di discredito a tutta l'azioñe«diplomatica del Dipartimento di Stato.
CONSIDERAZIONI SULLA NUOVA FASE DELLA POLITICA ASIATICA 25
I rigidi patti difensivi con Seul e Taipeh e la presenza di solidi interessi statunitensi organizzati a favore di Chiang e di Rhee espongono qualsiasi azione diplomatica americana al ricatto di questi regimi che sono tenuti dagli aiuti statunitensi in uno stato di fittizia solidità, sufficiente a far si che rappresentino una minaccia contro il mantenimento dello statu quo in Asia, mentre non sono più un reale e stabile avamposto delle linee strategiche americane. Essi hanno infatti dimostrato negli ultimi anni, con una ripresa di nazionalismo antistatunitense, di non essere disposti a rimanere per sempre le abbandonate sentinelle avanzate di quella politica di immediata aggressione anticinese che avevano sperato di veder giungere rapidamente al successo con i[...]

[...]tunitense esistente nell'Asia neutralista, in Birmania non vi é stata un'intensificazione dell'anticomunismo ed un avvicinamento a Washington.
Lo stesso vale per il caso del Cambogia e del Laos: all'epoca
JU ENRICA PISCHEL
di Bandung erano due Stati protetti dagli Stati Uniti, impegnati in un'azione repressiva anticomunista all'interno e schierati contro la Cina ed a favore del SEATO, dal quale erano indirettamente coperti. Due anni di azione diplomatica ed economica cinese e sovietica, la stabilizzazione della situazione indocinese ed alcuni sbagliati interventi di pressione statunitensi, ne hanno fatto due paesi neutrali, e il Laos anzi é l'unico paese non socialista retto da una coalizione a cui partecipano i comunisti. Naturalmente si tratta in questi casi di un neutralismo assai più labile e tatticistico di quello indiano e sensibile alle fluttuazioni internazionali: tuttavia anche in questo settore si sono avuti mutamenti profondi dall'epoca di Bandung e si é radicata la concezione che la stabilità e la possibilità di attuare una politi[...]


precedenti successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Diplomatica, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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