Brano: [...]d'Occident in « Atti III Congr. Intern. di Musica » Firenze, 1938, pp. 176186.
(2) « Toute réflexion faite, le Sacre est encore une « oeuvre fauve », une oeuvre fauve organisée» (JEAN COCTEAU, Le Coq et l'Arlequin, Paris, 1918, p. 64).
(3) Per la definizione di etnomusicologia e del relativo campo di studi (musica primitiva, musica orientale, folklore) vedi B. NETTL, Music in primitive culture (Harvard University Press, Cambridge, 1956).
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che per alcune concordanze, implicite o esplicite, con la vita psichica dei primitivi (4) ha avuto come conseguenza una « mitica s e strumentale utilizzazione dei mezzi tecnicolessicali della musica primitiva. La proposta di analisi dei rapporti tra esperienza musicale contemporanea e musica dei « primitivi » comporta naturalmente uno studio di alcune caratteristiche del linguaggio musicale dei primitivi (scale, ritmo, polifonia, strumenti, ecc.) e quindi del linguaggio contemporaneo, per stabilire in che misura la musica primitiva sia entrata in forma diretta o mediata nell'esp[...]
[...]ureux s'envolent vers les étoiles de la mor tktkt (parlé percuté) hahahahahaha soif ».
(8) V. NErrL, Music in primitive culture, op. cit. Cfr. R. LEYDI, Musica popolare e musica primitiva ne L'Approdo Musicale (nn. 1234, gennaiodicembre 1958, anche la discografia sull'argomento.
(9) Le sacre du printemps. Tableaux de la Russie Paienne en deux parties d'Igor Strawinsky et Nicolas Roerich. (Ed. Boosey & Hawkes). Introduzione Auguri primave
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considerare il saggio Strawinsky e la restaurazione compreso nel volume Philosophie der neuen Musik di Th. W. Adorno (10). Infatti nonostante vi siano da fare non poche riserve sul tono eccessivamente polemico nei riguardi della « restaurazione » di Strawinsky, tuttavia alcune lucide messe a fuoco del primitivismo di S., fatte dall'Adorno malgré lui sono di grande rilievo anche perché tra le prime ad essere enunciate. Successivamente al suo saggio, l'Adorno non si preoccupò di documentare sul piano filologico il «primitivismo» di S., anche se l'analisi dei mezzi primitivi di S. [...]
[...]n il suo modello é incontestabile, e così il suo gauguinismo, le simpatie del suo autore che, come riferisce Cocteau, sbalordiva i giocatori di Montecarlo mettendosi i gioielli di un sovrano negro » (Le coq et l'Arlequin, op. cit.). Sulla degenerazione del primitivismo in barbarie cfr. l'introdu clone di R. Bianchi Bandinelli a Frobenius, Storia delle civiltà africane (Torino, Einaudi, 1958, 2a ediz.).
(13) S. FREUD, Totem e tabù, op. cit.
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ciò di cui l'esperienza dell'arte moderna è sicura, cioè a quell'arcaicità che costituisce lo strato profondo dell'individuo e che si affaccia nuovamente nella sua decomposizione, incontraffatto e attuale. Le opere che stanno tra il Sacre e la virata neoclassica imitano il gesto della regressione, tipico della dissociazione dell'identità individuale, e se ne aspettano un'autenticità in senso collettivo. L'affinità veramente stretta di questa tendenza con la teoria di C. G. Jung (14), di cui probabilmente il compositore non sapeva nulla, è lampante almeno quanto lo è il potenzial[...]
[...]la musica di Strawinsky ».
Se non si tiene conto del tono polemico con cui questo saggio su Strawinsky e la restaurazione fu scritto, da un Adorno acceso sostenitore della dodecafonia, si potrebbe essere indotti a dare un significato deteriore alle analisi in chiave primitivopsicanalitica. In effetti, nonostante il tono polemico, l'analisi di Adorno intuisce uno dei punti essenziali della crisi del mondo contemporaneo. Voler mettere in rap
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porto questo primitivismo psicologico con il primitivismo di struttura significa dimostrare filologicamente le divergenze e le affinità con la musica primitiva. In quest'ultimo senso alcuni aspetti tecnicolessicali sono espliciti. Una delle caratteristiche peculiari del Sacre é nel trattamento del complesso orchestrale, in particolare degli ottoni e della percussione quali generatori della melodiaritmica (grancassa, guero, piatti, piatto antico, tamtam, tamburo basco, triangolo, timpano piccolo, quattro timpani grandi). Aspetti tecnicolessicali affini ai primitivi possono essere[...]
[...] il ritmo, irrigiditosi nelle schematiche formule di una stereotipa quadratura, aveva assunto un ruolo subordinato nei confronti degli altri elementi musicali. Se non è dunque la prima volta in senso assoluto che, nella Sagra, il ritmo riacquista un valore costruttivo, é certamente la prima volta dopo sei secoli che ciò avviene su larga scala. Del resto, l'importanza delle innovazioni strawinskiane in questo campo viene riconosciuta anche dagli odierni compositori d'avanguardia i quali mirano alla serializzazione di tutti gli elementi formali e soprattutto del ritmo. Ad uno dei più noti di questi compositori, il Boulez, si deve un'analisi dei principi di variazione ritmica applicati da Strawinsky nella Sagra » (cfr. P. Boulez, Propositions, in « Polyphonie », n. 2, Paris, 1948) (p. 51, Vlad, Strawinsky, op. cit.).
Una approfondita e completa analisi delle affinità tra la musica strawinskiana (soprattutto del periodo fauve) e alcuni aspetti della musica primitiva, dimostrerebbe ancora di più in Strawinsky, la convergenza del primitivismo[...]
[...]RIMITIVI » E LA MUSICA CONTEMPORANEA 121
sia generalmente mai un primitivismo di imitazione, ma si debba sempre considerare la presenza di un'entità fauve. Ecco come egli stesso scrive nelle Cronache della mia vita, sul Ragtime per li strumenti, composto nel 1918:
«... sebbene di modeste dimensioni (quest'opera) è significativa per l'interesse che provavo allora per il jazz, venuto fuori in modo così dlamoroso subito dopo la fine della guerra. Dietro mia richiesta, mi era stato spedito un mucchio di queste musiche che mi entusiasmarono e per la freschezza e il taglio ancora sconosciuto del loro metro: linguaggio musicale che rivela con evidenza la sua origine negra. Tali impressioni mi suggerirono l'idea di disegnare un ritrattotipo di questa nuova musica da ballo, attribuendogli l'importanza di un pezzo da concerto, come in altri tempi i
contemporanei avevano fatto nei confronti del valzer, della mazurka, ecc. » (19).
Si può dire, in effetti, che in Strawinsky il primitivismo di struttura è reso fondamentalmente da una particolare u[...]
[...]passando in rassegna i diversi sistemi musicali che si sono succeduti nel tempo. Dal tetracordo del sistema musicale greco (fino al sec. VII a. C.) si passa alla scala di sette suoni (eptatonica) di Terpandro, dovuta all'unione di due tetracordi, «scala che era destinata a restare la base costruttiva della musica europea fino all'inizio del nostro secolo » (p. 7). Dopo i tetracordi diatonici, cromatici ed enarmonici si arriva ai modi liturgici medievali e quindi dall'VIII sec.
(19) Gli esempi piú espliciti di utilizzazione jazz in S., sono oltre al Ragtime (1918), la Pianoragmusic, e 1'Ebony Concert (1945) scritto per l'orchestra di Woody Hermann. Per l'orchestra jazz di P. Whiteman, S. scrisse Scherzo á la russe (1944). Cfr. anche in Musical Quarterly (January, 1935) un saggio di M. Robert Rogers, Jazz Influence on french music (pp. 5368) in cui si esamina quali aspetti del jazz (ragtime, blues, polifonia) hanno influenzato i compositori francesi: Debussy, Satie, Milhaud, Honegger, Ravel, Wiener. Cfr. anche per una particolare utilizza[...]
[...] di M. Robert Rogers, Jazz Influence on french music (pp. 5368) in cui si esamina quali aspetti del jazz (ragtime, blues, polifonia) hanno influenzato i compositori francesi: Debussy, Satie, Milhaud, Honegger, Ravel, Wiener. Cfr. anche per una particolare utilizzazione del jazz, L. Pestalozza, Il mondo musicale di Gershwin, in « L'Approdo Musicale » n. 4, ott.dic. 1958.
(20) R. VLAD, Storia della dodecafonia (Milano, Suvini Zerboni, 1958).
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d. C. al punctus contra punctus (cioè al sorgere della polifonia). Secondo alcuni teorici lo svolgimento della civiltà europea ha assunto caratteri diversi a secondo il modo in cui i suoni si sono accoppiati polifonicamente (21). Da un primo accoppiamento all'unissono, all'ottava, alla quarta e alla quinta si passa nel Duecento, ad un accoppiamento secondo le terze (evitando le dissonanze di seconda o di settima, che dovevano invece essere « preparate »). « Tutte le successive fasi dello sviluppo della musica europea saranno caratterizzate dal graduale e continuo spostamento del[...]
[...] per comprendere a che punto sia intervenuto lo studio storico e scientifico della musica primitiva, e come si sia sviluppato, verso la seconda metà dell'800, in concomitanza con la crisi del lessico musicale occidentale. L'interesse verso la musica dei primitivi fu dettato da varie ragioni, alcune delle quali in comune con le altre discipline etnografiche, storiche, religiose, antropologiche. Tra queste ragioni, lo sviluppo del colonialismo che diede la possibilità di conoscere direttamente e per lungo tempo i « primitivi » (non é un caso che la «musicologia comparata », come si chiamava alcuni anni fa l'etnomusicologia (23) si sviluppi nel periodo dell'influenza di Frobenius in etnologia); la possibilità di una più vasta documentazione sui popoli extraeuropei e la conseguente utilizzazione estetica, cosciente, di alcuni loro moduli espressivi.
In effetti i primi interessi verso la musica extraoccidentale si ebbero ad opera di missionari, come quelli spagnoli che durante il sec. XVII si occuparono della musica delle alte culture indios[...]
[...]r A. Schaeffner), pp. 5358; cap. « Antiquité orientale » (par A. Machabey), pp. 5972. Vedi J. KUNST, EthnoMusicology (The Hague, 1955). Cfr. anche bibliografia R. LEYDI, op. cit.
(25) J. J. ROUSSEAU, Dictionnaire de musique, 1767; J. AMIOT, Memoires sur la musique des Chinois tout anciens que modernes (Paris, 1776); W. JONES, On the musical Modes of the Hindus (1799).
(26) R. G. KIESEWETTER, Geschichte der arabischen Musik (Leipzig 1842).
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brò diminuire l'attenzione verso la musica dei primitivi e orientale. Una data fondamentale per la ripresa di questi studi rimane la monografia di Carl Stumpf sugli indios Bella Coola i quali visitarono Berlino nel 1882: Stumpf attratto dalla « stranezza » di questi canti li trascrisse in notazione moderna (27). Fu in questo periodo che a Berlina fu fondato l'Archivio di musica orientale. Contemporaneamente un fisico inglese, A. J. Ellis si interessò alla musica extraeuropea, studiando soprattutto la struttura di alcune scale arcaiche della musica araba (AlKindi) e constatando l[...]
[...]rteljahrschrift für Musikwissenschaft», 2, 405426, 1826.
(28) A. J. ELLIs, On the musical Scales of various Nations, « Journal of the Society of Arts », vol. 33 (1885); K. BUCHER, Arbeit und Rhytmus, 1896.
(29) E. M. VON HORNBOSTEL, Das berliner Phonogrammarchiv, « Zeitschrift für vergleichende Musikwissenschaft », 1, 4045 (1933); Hornbostel, Sachs, Systematik der Musikinstrumente, « Zeitschrift für Ethnologie », 46, 553590 (1914).
(30) LACH, Die vergleichende Musikwissenschaft, ihre Methoden und Probleme (1924); M. SCHNEIDER, Geschichte der Mehrstimmigkeit, vol. 1 (Die Naturvolker) 1934; G. HERZOG, Musical Styles in North America, « Proceedings of the twentythird International Congress of Americanists », 1928, pp. 455458; B. NETTi., Stylistic Variety in North American Indian Music, « Journal of the American Musicological Society », vol. 6, n. 2, 1953; R. LACHMANN, Musik der aussereuropäischen NaturundKulturvölker, in « Handbuch der Musikwissenschaft », 1929; C. SACHS, The Rise of Music in the Ancient World (New York, 1943).
(31) B. BARTÓK, Scritti sulla musica popolare, Torino, Einaudi, 1955.
I «PRIMITIVI» E LA MUSICA CONTEMPORANEA 125
ricerca e le origi[...]
[...]intervengono nell'ese
(32) R. WALLASCHEK, Anfänge der Tonkunst.
(33) A. P. MERRIAM, The use of music in the study of a problem of acculturation, «« American Anthropologist », 57, 2834 (1955). ,
(34) B. I. GILMAN, Hopi Songs, « Journal of american Ethnology and Archeology », vol. 5 (1908); F. DENSMORE, Chippewa Music, « Bulletin of the Bureau of American Ethnology », Washington 1910; A. M. JoNEs, The study of African Musical Rhythm, « Bantu Studies », vol. 11, 1937.
(35) M. METFESSEL, Phonophotography in folk music (1928).
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cuzione lo stile di emissione della voce (36), il timbro, l'intonazione
naturale », il ritmo (ed é qui uno dei punti focali del « mito » di riproduzione della musica primitiva). Tra i caratteri « regressivi » di certa musica primitiva, le scale di due suoni (ditoniche) e di tre suoni (tritoniche). Le più usate sono quelle tetratoniche e pentatoniche; si trovano scale esatoniche (soprattutto nella musica orientale) ed eptatoniche diatoniche, molto simili all'esacordo di G. D'Arezzo e ai modi maggiore
e minore occidentali (37).
Quanto alle melodie esse si basano in genere sui r[...]
[...]ui uno dei punti focali del « mito » di riproduzione della musica primitiva). Tra i caratteri « regressivi » di certa musica primitiva, le scale di due suoni (ditoniche) e di tre suoni (tritoniche). Le più usate sono quelle tetratoniche e pentatoniche; si trovano scale esatoniche (soprattutto nella musica orientale) ed eptatoniche diatoniche, molto simili all'esacordo di G. D'Arezzo e ai modi maggiore
e minore occidentali (37).
Quanto alle melodie esse si basano in genere sui rapporti di quarta
e di quinta, tenendo presente che mancando nelle scale i centri di attrazione, esse assumono un significato completamente diverso dalla melodia tradizionale eurobianca. Quanto al ritmo esso si presenta in una molteplicità di aspetti (anche perché strettamente legato alla parola) (38), asimmetrici (soprattutto nella musica orientale) e isometrici (nella musica africana). Il ritmo costruttivo é quindi determinante nel
la costituzione delle forme strofiche, anti f onali e responsoriali, nelle
formelitanie e in quelle varianti. Ma uno dei risulta[...]
[...] primitiva secondo due criteri: la simiglianza e la diversità tra l'organizzazione tonale delle parti individuali; l'analogia
o la diversità dell'importanza delle parti individuali. Per cui si é arrivati nella polifonia primitiva, alla individuazione dell'etero f onia, agli intervalli paralleli, all'imitazione, al canone, all'ostinato, al bordone. Si aggiunga a tutto ciò le particolari tecniche di esecuzione che comprendono grida, richiami, melodieparlate,. ecc.
Nonostante questa nostra rapida rassegna ci costringa ad osservazioni di carattere generale, tuttavia é possibile affermare che analogie evidenti possono essere stabilite tra il materiale primitivo e quella contemporaneo. Gli elementi più espliciti sono : la struttura prevalentemente modale delle scale, la cui base è in genere tetratonica e pentato
(36) A. LOMAX, Nuova ipotesi sul canto folkloristico italiano nel quadro della musica mondiale, in « Nuovi Argomenti », nn. 1718, nov. 1955 febb. 1956.
(37) B. NETTI., op. cit., pag. 49.
(38) G. HERZOG, Speechmelody and Primitive[...]
[...]op. cit., pag. 49.
(38) G. HERZOG, Speechmelody and Primitive Music, « Musical Quarterly », 20, 452466 (1934).
(39) HELMHOLTZ, On the Sensations of Tone (New York, 1948); SCHNEIDER, Geschichte der Mehrstimmgkeit, op. cit.; V. BELAIEV, The Folk Music of the Georgia in « Musical Quarterly », XIX, 1933.
I « PRIMITIVI » E LA MUSICA CONTEMPORANEA 127
nica (l'uso delle terze è già di civiltà evolute); la conseguente struttura « seriale » delle melodie; il valore costruttivo del ritmo nella sua poliedricità asimmetrica e isometrica; l'organizzazione polifonica e non armonica delle voci; l'uso di alcune tecniche vocali (molto simili all'Urschrei, alla Sprechstimme, alla Sprechmelodie, alla Klangfarbenmelodie); l'utilizzazione di particolari strumenti (in special modo la percussione) (40).
Fondamentalmente il mito del primitivismo di struttura avviene quando si crede che alcune di queste caratteristiche morfologiche strutturali possono essere « riprodotte » da alcuni dati storici: il timbro, lo stile o il particolare tipo di emissione della voce; la funzionalità sociale e rituale che la musica primitiva ha, e quindi una sua particolare essenza emotiva e « reale »; e così via. In altri termini questi fattori morfologicostrutturali tenderebbero a destorificarsi non appena detratti dalla loro realtà[...]
[...]o s'intende (41).
(40) Cfr. per un ampio panorama degli strumenti primitivi e della loro utilizzazione funzionale, F. ORTIz, Los instrumentos de la musica afrocubana (Habana, 19521955, 5 v11.). Cfr. anche recensione CarpitellaSeppilli in « Lares », lugliodicembre, 1955; Cfr. SCHAFFNER, Origine des instruments de musique (Paris, 1936).
(41) Vedi come opera dodecafonica ispirata esplicitamente ai « primitivi ». VI. VoGEL, Wagadus untergang durch die eitelkeit (La caduta di Wagadu per orgoglio), oratorio in due parti per soli, coro, cinque saxofoni e clarinetto. Ispirato al Dausi, libro degli. eroi Cabili, della raccolta Atlantis di Frobenius (1930).
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Il «primitivismo» di Strawinsky appare dunque più esplicito per la convergenza del primitivismo psicologico con quello di struttura; nella dodecafonia espressionista questa convergenza è meno evidente, e ancora meno poteva apparire nel saggio di Adorno Schoeneberg e il progresso. Tuttavia alcune affermazioni fatte dall'Adorno nel famoso saggio su Strawinsky, sono oggi, allo stato attuale della musica, reversibili sui « radicali » continuatori della dodecafonia (42). Così scrive acutamente il Rognoni nella introduzione alla Philosophie der neuen Musik: « Per quanto riguarda poi i[...]
[...]rich in Mente primitiva e civiltà moderna (La psiche primitiva) :
(43) Cfr. ROGNONI, Introduzione a TH. W. ADORNO, Filosofia, ecc., op. cit. (p. XXVI).
(44) TH. W. ADORNO, Dissonanzen (Goettingen, 1958). Trad. it. a cura di G. Manzoni (Feltrinelli, 1959), pp. 156186.
(45) Cfr. in ROGNONI, Introduzione alla Filosofia ecc., p. X.: Ist A. Schoenberg Doktor Faustus? Scharfer öffentlicher Briefwechsel zwischen dem Komponisten und Thomas Mann, in « Die Zeit », Hamburg, 1949, n. 5; e anche Thomas Mann und Arnold Schoenberg, in « Neue Auslese », maggio 1948. Per il « diabolico » nella psicanalisi cfr. K. HORNE Y, Nevrosi e sviluppo della personalità (Bompiani, 1953). Pagine sul « Patto con il demonio », 38, '15, 224, 561.
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p. 57 ... « È molto difficile distinguere il carattere attribuito da alcuni studiosi all'uomo primordiale chiamato talvolta pittorescamente l'Uomo delle caverne — da quello della nostra vecchia conoscenza, il Diavolo ».
Conseguenze « primitive » logiche se si considera quali erano state alcune premesse f auves dei « manifesti » espressionisti: ad esempio come scriveva in « Der blaue Reiter » F. March, Die « Wilden » Deutschlands:
« Nella nostra epoca di aspra lotta per l'arte nuova, noi combattiamo in qualità di "selvaggi", di barbari, di non organizzati, contro un antico potere organizzato. Sembra una lotta impari; ma nelle cose dello spirito non è mai il numero, ma la forza delle idee che vince. Le armi temute dei "selvaggi" sono le loro nuove idee; esse uccidono più dell'acciaio e spezzano ciò che si ritiene infrangibile. Chi sono in Germania questi "selvaggi"? Una buona parte di loro è nota e coperta d'insulti: il gruppo Die Brücke di Dresda, la Neue Sezession di Berlino, la Neue Vereinig[...]
[...]oi combattiamo in qualità di "selvaggi", di barbari, di non organizzati, contro un antico potere organizzato. Sembra una lotta impari; ma nelle cose dello spirito non è mai il numero, ma la forza delle idee che vince. Le armi temute dei "selvaggi" sono le loro nuove idee; esse uccidono più dell'acciaio e spezzano ciò che si ritiene infrangibile. Chi sono in Germania questi "selvaggi"? Una buona parte di loro è nota e coperta d'insulti: il gruppo Die Brücke di Dresda, la Neue Sezession di Berlino, la Neue Vereinigung di Monaco. Una influenza liberatrice ebbero alcuni giovani francesi e russi che esposero come ospiti nella Neue Vereinigung. Essi offrono materia di riflessione, si capi che nell'arte sono in gioco le cose più profonde, che il rinnovamento non pue, essere formale, ma è una rinascita del pensiero. La "mistica" si risvegliò nelle anime e con essa elementi primigeni dell'arte. Ma non tutti i "selvaggi" ufficiali di Germania e di fuori sognano quest'arte e queste altre mete. Tanto peggio per loro. Dopo i vertiginosi successi, aff[...]
[...]ità » (46).
D'altro canto i concetti di Urschrei (grido originario), di Urmensch (uomo originario), di Urtrieb (grido di rivolta), di Urlaut (suono indistinto) sono stati più volte utilizzati per l'espressionismo (47). Indubbiamente il primitivismo psicologico assume un grande rilievo nell'esperienza dodecafonica e seguente; attraverso un'analisi piú approfondita non si possono proprio escludere alcune analogie tra la Sprechstimme, la Sprechmelodie e i complaint calls, gli hollers e i sermons, dei blues o degli spirituals negri.
Una descrizione della melodiablues, ricorda per molti aspetti, alcuni tratti della Klangfarbenmelodie o della « serializzazione » degli elementi formali:
« Il carattere non rigorosamente tonale del linguaggio blues con
(46) Riportato in: Rooxoxt, Espressionismo e dodecafonia (Torino, Einaudi, 1954), p. 54.
(47) Cfr. ROGNONI, Espressionismo, ecc., op. cit., pp. 38 e 54.
I « PRIMITIVI » E LA MUSICA CONTEMPORANEA 131
sente la sovrapposizione continua, in posizione evidentemente dialettica, di diverse linee melodiche. Qualcuno ha voluto riconoscere da ciò il carattere politonale del blues. In realtà il blues non potrà mai essere politonale, per la ragione assai semplice che non é diatonico. [...]
[...] 1954), p. 54.
(47) Cfr. ROGNONI, Espressionismo, ecc., op. cit., pp. 38 e 54.
I « PRIMITIVI » E LA MUSICA CONTEMPORANEA 131
sente la sovrapposizione continua, in posizione evidentemente dialettica, di diverse linee melodiche. Qualcuno ha voluto riconoscere da ciò il carattere politonale del blues. In realtà il blues non potrà mai essere politonale, per la ragione assai semplice che non é diatonico. La presenza di uno svolgimento blues di melodie diverse, opposte e sovrapposte, all'apparenza ognuna svolta entro i diversi limiti tonali, rappresenta il punto estremo di libertà armonica a cui ii suo schema può giungere. In pratica tutte queste diverse melodie possono poi ridursi, superati i pregiudizi dei suggerimenti tonali e diatonici, ad alterazioni sovrapposte e continuate con interdipendenza logica di un medesimo movimento tematico. Soltanto nei blues orchestrali « commerciali » o in quelli bop si può in moltissimi casi parlare di autentico politonalismo perché la melodia (o le varie melodie, forse meglio) appare chiaramente armonizzata in questo senso.
La frase blues è estremamente duttile e maneggevole. Non soltanto può venir spezzata e divisa, o magari ridotta a quattro o cinque note, staccate o tenute non importa, ma perfino completamente « rivoltata », capovolta, senza per questo smarrire le sue caratteristiche essenziali, interiori ed esteriori » (48).
Senza considerare, ad esempio nel caso particolare di Schoenberg, come fonti del primitivismo psicologico, la collaborazione con Stephan George, o alcune concezioni mitiche che, prima di Schoenberg, influenzarono anche Scri[...]
[...]ismo di struttura strawinskyano, attraverso l'Urmensch, l'Urtrieb, l'Urlaut (tutti motivi di regressione) che sono però oggetto, intellettualizzandosi, di un tentativo
(48) Enciclopedia del Jazz (Milano, 1953). Cap. Le origini popolari a cura di R. Leydi (pp. 4396); J. LANG, Jazz in perspective, London, 1947 (Trad. it. Jazz, Milano. 1950); cfr. A. M. DAUER, Der Jazz (Kassel, 1958).
(49) Cfr. ROGNONI, Espressionismo, ecc., op. cit., p. 34.
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di razionalizzazione attraverso il « materiale ». Una razionalizzazione che diventa « una specie di simbolismo materializzato »: « Nella razionalizzazione si cela un pessimo fattore irrazionale, la fiducia cioè che una materia astratta possa avere un significato in se stessa: ed è invece il soggetto che si misconosce in essa, mentre esso solo potrebbe cavarne un senso » (Invecchiamento della musica moderna, p. 170).
Il presente saggio, come abbiamo premesso, non può andare al di là di una proposta, non è possibile quindi esigere un discorso compiuto. Tuttavia un prima contatto [...]
[...]IMITIVI » E LA MUSICA CONTEMPORANEA 133
Nell'ambito di una storia culturale anche il «primitivismo» musicale é stato una « scala » di una nuova dimensione umana e ha contribuito alla metamorfosi di un linguaggio più córrispondente (o più conforme?) alla realtà. Quanto al limite esso consiste nel rischio dell'esserci, nell'« identificazione con l'aggressore ». Un'analisi più approfondita comporterebbe una determinazione di tutti questi fattori.
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