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Il segmento testuale Didattica è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 315Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Saverio Tutino, Cuba. Tutta la popolazione attiva è impegnata nello studio in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1964 - - ottobre - 9

Brano: [...]poi, tutto il popolo e particolarmente la gioventù al significato più peculiare della rivoluzione nazionale: elevare le masse alla dignità della cittadinanza consapevole, dell'individualità responsabile di fronte alla società.
I primi embrioni di cultura si diffondono attraverso un processo che è di solidarietà e che va quindi nel senso di una società socialista. I maestri popolari che operano nelle montagne sono volontari di scarsa esperienza didattica, ma intanto compiono un dovere civico di alto valore esemplare. E poi il loro lavoro è organizzato in modo che possono diplomarsi (e i diplomati possono avanzare): vi sono Unità Zonali dove i maestri di montagna si riuniscono una volta al mese per discutere e per scambiarsi esperienze: e una volta all'anno, quando i ragazzi in novembre vanno al raccolto del caffè, i migliori maestri di montagna vengono riuniti all'Avana per un corso di perfezionamento.
Le studentesse del Magistero superiore che studiano all'Università dell'Avana insegnano alle più giovani allieve del quarto e quinto anno di[...]



da Alberto Ruffo(Laboratorio Chimica Biologica Regia Università di Napoli), La ricerca scientifica e la guerra nell'URSS in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio

Brano: [...]a definitiva della scienza su di un'altra malattia infettiva: l'influenza (Science, 99, 138, 1944).
E bene a ragione, quindi, il periodico russo Microbiology, dedicando nel 1942 un intiero numero alla memoria di Ivanovskii, dichiara con giustificato orgoglio che la migliore commemorazione del grande precursore, l'hanno già fatta tutti gli scienziati della Russia Sovietica con la loro continua, appassionata e intelligente operosità scientifica e didattica.
ALFREDO RUFPO Lab. Chim. Biologica R. Univerz:tà di Napoli



da Francesco de Martino, Noterelle e schermaglie. Storia di Lelio Basso reprobo. in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]a delle anime umane, cosí tra i corridoi delle scuole sperimentali s'aggirano fantasmi mitologici padroni delle anime professionali della categoria docente, e ne decretano il processo.
Una programmazione scolastica degli anni '80 non può non iniziare con una premessa polemica contro le nuove mitologie didattiche che hanno invaso la scuola media dell'obbligo, e in particolare le scuole sperimentali. Dieci anni fa, tanto per ricordare, l'editoria didattica cattolica sfornava i primi obiettivi e le prime verifiche sotto forma di quiz rudimentali e di definizioni implumi (il senso morale, il senso dell'amicizia ecc.) sui massimi sistemi etici e dottrinali debitamente volgarizzati. Dall'altra parte stavano il contenutismo selvaggio, l'insegnan



da Emilio Franzina, Noterelle e schermaglie. Gli smarrimenti di Clio in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]one degli ultimi cinquanta, cento anni, un ritorno all'arco cronologico d'ancien régime o, tutt'al piú, una cauta ripresa d'interesse per la stessa storia contemporanea, ma col filtro di analisi che tengano conto, par di capire, del bisogno di ricreare un tessuto connettivo della ricerca rapportabile alle spinte attuali verso il privato, il soggettivo, l'extraistituzionale ecc. (e quindi molta storia orale, collegamenti piú stretti fra ricerca e didattica, maggiore spazio concesso agli outsiders e agli storici « selvaggi »1° e di complemento).
Nessuna di queste proposte, sovente fra loro intersecate, è in grado di risolvere, come si vede, il problema centrale di tipo euristico e conoscitivo, ma il modo in cui ciascuna di esse, articolandosi nella realtà concreta, risulta formulata, minaccia di sconvolgere, e già rimescola, i piú consolidati equilibri di « scuola » e di « corrente », di spartizione degli spazi editoriali e di accesso
10 Per la definizione dr. M. ISNENGHI, Nascita degli storici «selvaggi»?, in « Schema », I, 1979, n. 2, pp. 77[...]



da Renato Rovetta, Noterelle e schermaglie. Dalla scuola kafkiana alla rupe tarpea in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]a delle anime umane, cosí tra i corridoi delle scuole sperimentali s'aggirano fantasmi mitologici padroni delle anime professionali della categoria docente, e ne decretano il processo.
Una programmazione scolastica degli anni '80 non può non iniziare con una premessa polemica contro le nuove mitologie didattiche che hanno invaso la scuola media dell'obbligo, e in particolare le scuole sperimentali. Dieci anni fa, tanto per ricordare, l'editoria didattica cattolica sfornava i primi obiettivi e le prime verifiche sotto forma di quiz rudimentali e di definizioni implumi (il senso morale, il senso dell'amicizia ecc.) sui massimi sistemi etici e dottrinali debitamente volgarizzati. Dall'altra parte stavano il contenutismo selvaggio, l'insegnan
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te di sinistra come un orco dalla bocca mostruosa, questa funzione somatica ipersviluppat t da un apparato vocale spropositato rispetto al resto delle funzioni didattiche: e attorno al mostro vociante in un altro comizio sul Vietnam, il gran casino della classe.
Oggi imperano le[...]

[...]emi etici e dottrinali debitamente volgarizzati. Dall'altra parte stavano il contenutismo selvaggio, l'insegnan
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 47
te di sinistra come un orco dalla bocca mostruosa, questa funzione somatica ipersviluppat t da un apparato vocale spropositato rispetto al resto delle funzioni didattiche: e attorno al mostro vociante in un altro comizio sul Vietnam, il gran casino della classe.
Oggi imperano le proposte « ordinate » della didattica cattolica ammodernata. Ammodernati e ammodo, civili, disinvolti, i giovani redattori delle ditte editoriali cattoliche civettano con grafiche accattivanti, divulgano e smerciano a tappeto le metodologie del modello anglosassone purché si salvino i contenuti ortodossi sotto il segno della programmazione. Nell'area laica e marxista il contenutismo, in quanto selvaggio, è stato rimosso, non ripensato: a scuola e fuori vige il principio generale dell'austerità nelle sue componenti tecniciste, efficientismo e produttivismo delle competenze quantitative di adulti e allievi. Ma nel frattempo si è di[...]

[...]lum triennale. Ne conosciamo le seduzioni linguistiche, gli eufemismi della sindrome autoritaria: la « necessaria omogeneità », la « unitarietà di intenti ».
Ma chi ci rimette, in realtà, in questa speculazione della ragione che si autodivora, sono il confronto tra ragioni diverse e la ragione stessa. Il master mind può continuare per l'eternità e girare sopra il pianeta con risultati atroci. Bontà
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sua, « Scuola e didattica » (gennaio '80, n. 9, p. 8) ammette che questo bisogno di misurare la millenaria riflessione sugli scopi dell'esistenza e del pensiero umano fa trasparire « divergenze », richiede « nei prossimi anni chiarificazione, integrazione, coordinamento » tra gli obiettivi di carattere intellettivo delle diverse tassonomie. Sicché, per rimediarvi, la rivista cattolica piú diffusa preannuncia già, in vista del decennio venturo, una nuova esplorazione « di maggiore rigore » e senza confini in mezzo agli obiettivi « di carattere affettivo », anche se (lo si concede) « questi sfuggono quasi sempre ad una [...]

[...] già, in vista del decennio venturo, una nuova esplorazione « di maggiore rigore » e senza confini in mezzo agli obiettivi « di carattere affettivo », anche se (lo si concede) « questi sfuggono quasi sempre ad una misura rigorosa ». Chissà, forse un giorno potremo giungere al commercio export degli obiettivi dalla provincia periferica al centro dell'impero universitario americano. In fondo anche da noi, mediterranei, in linguistica, in una unità didattica sulla comunicazione, è possibile rintracciare senza sforzo nove obiettivi (multipli), ma l'indagine resta aperta. Cosí l'obiettivo 1) potrebbe essere la « capacità di incarnarsi in emittente », il 2) la « capacità di oggettivarsi in ricevente », il 3) la « capacità di classificare i codici », il 4) la « capacità di utilizzare i codici », il 5) la « capacità di decodifi care i codici », il 6) la « capacità di individuare e classificare i decodificatori dei codici », il 7) la « capacità di decodificare i decodificatori dei codici », l'8) la « controcapacità di resistere alla decodificazione con[...]

[...]utte le sue variabili circolari, fantasia, ilarità, creatività, gestualità, immaginazione, affettività, emozioni, inventività, e tutto l'immaginario e il caldo corporeo e il sensitivo impalpabile trasversali ai processi logici e mentali, e il quotidiano sperimentalismo esistenziale che ci serve a dire insomma che il buon pedagogo deve anche sapere giocare e litigare e comunicare come un piccolo istrione nel giardino dell'infanzia estetizzando la didattica in mezzo alle competenze e alla ragion critica che rendano il vissuto infantile meno gramo di consapevolezza. Tra mille pagine, in cento libri, non esiste per esempio l'uso funzionale del linguaggio ironico, anche se l'ironia, variante intelligente dell'allegria (e anche l'allegria è un obiettivo ludico generale escluso dagli austeri testi tassonomici), contiene in sé tanti processi mentali che solo una mente impazzita può pretendere di classificare nei cosiddetti schemi chiari, scientifici.
E inoltre la capacità di inventare, di inventare ciò che né l'insegnante né
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[...]tore », anche se è il concetto antropologico marxiano piú rivoluzionario. Eppure, in un solo momento, una critica o una proposta piú intelligente di un allievo può essere accolta, come stimolo educativo vincente, dal resto della classe, e fare crollare un nostro obiettivo chiaro lungamente meditato o una sistematica organicità pazientemente costruita sui libri dalla scientificità suggestionante. La stessa ricerca trasformativa — che è la tecnica didattica per eccellenza per dare agli allievi i mezzi egualitari e la coscienza di potere colmare il divario (di cultura e di potere) dal mondo separato degli adulti — oggi è relegata in un angolo remoto della didattica, confusa e indistinta nella memoria insieme al sociologismo immacolato della ricerca operativa e conoscitiva (americane pur queste), consumata nello spazio di una stagione senza nostalgie come una delle innumerevoli tecniche proposte, bruciata anche nelle sue potenzialità trasformative della realtà territoriale.
La quale realtà è, come sempre, piena di contraddizioni che vanno indagate e sottoposte a esame: per non dimenticare mai, se si vogliono mantenere i nervi saldi anche di questi tempi, che c'è un regime che non ha mai smesso di occupare l'etica e la società politica e civile e, tra gl[...]

[...]ive della realtà territoriale.
La quale realtà è, come sempre, piena di contraddizioni che vanno indagate e sottoposte a esame: per non dimenticare mai, se si vogliono mantenere i nervi saldi anche di questi tempi, che c'è un regime che non ha mai smesso di occupare l'etica e la società politica e civile e, tra gli avamposti diffusi del dominio, anche la scuola. Nonostante ciò, nessun testo di pedagogia teorica, nessuna « attivizzante » tecnica didattica promuove la capacità di riconoscere e cogliere il senso delle contraddizioni che attraversano le radici dell'intero vissuto dei bambini. Che si vive nella contraddizione, che il senso della contraddizione è la regola aurea della conoscenza e della dialettica l'aveva detto ragionevolmente il Presidente per ora demodée. E la prima contraddizione fondamentale resta quella tra capitale e lavoro, l'obiettivo piú urgente da insegnare e apprendere con l'uso di categorie d'indagine di base, piaccia o meno alla cupa cultura della crisi, o della lagna. Le altre grandi vecchie novità che
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Didattica, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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