Brano: [...]ando nel momento stesso in cui si dice di accettarle non si eseguiscono, praticamente è come se non venissero accettate.
Quali sono i motivi esposti per l'accettazione astratta, o per la non accettazione; ma in ogni caso sempre per un rinvio dell'applicazione?
Il motivo è unico. Si parla di autonomia. Il compagno Baldesi lo ha detto chiaramente: talune condizioni non le possiamo accettare, perché noi vogliamo l'autonomia. I compagni del centro dicono: noi le accettiamo; ma le applicheremo quando sarà del caso, perché anche noi vogliamo l'autonomia.
Ora, anche l'Internazionale comunista ammette l'autonomia. Voi tutti conoscete . perfettamente i famosi 21 punti. Orbene, ai punti 15 e 16 si parla di autonomia; ma se ne parla in un senso che è ben diverso da quello inteso dai compagni da cui io dissento, ed a cui fa appello anche il compagno Baratono nella sua relazione. Giacché la Terza Internazionale parla di autonomia nel senso di riconoscere che, siccome ogni paese ha particolari problemi o particolari modi in cui i problemi generali s[...]
[...]n caso contrario vi prego di astenervene perché le mie condizioni di salute non sono buone.
Ora, compagni, badate, noi aderimmo alla Terza Internazionale fino dal settembre dell'anno passato; orbene, amici, la Terza Internazionale aveva già fatto il suo Congresso sino dal marzo 1919, e — io mi appello alla lealtà dei compagni che hanno letto le deliberazioni del I Congresso dell'Internazionale comunista, tenutosi a Mosca dal 2 al 6 marzo 1919 e dico loro che mi smentiscano se io affermo il contrario dal vero — io affermo che tutte le tesi del II Congresso non sono che lo sviluppo delle tesi e dei riassunti decisi già nel Prima. (Approvazioni).
Le tesi che attraversiamo un periodo storico rivoluzionario, che in questo periodo il problema prevalente è quello della conquista del potere, che il problema della democrazia deve essere posto in modo clas. sista, il fatto che occorre la dittatura del proletariato, la tesi agraria sono tutte contenute nelle tesi del I Congresso della Terza Internazio nale, in forma piú sintetica, ma sono tutte là[...]
[...] specificare quello che ha detto, e che io non ho ben compreso. E continuo per adesso il mio discorso.
Io, dunque, compagni, rendendo omaggio alle benemerenze del nostro Partito, io mi domando, dal punto di vista dell'amor proprio della nostra posizione nell'Internazionale, se sono migliori amici di tutto il nobile passato del nostro Partito coloro che, senza volerlo, creano una situazione che ci esclude dalla Terza Internazionale, o coloro che dicono: In nome del nostro Partito, ci siamo, restiamoci veramente ! (Bene).
Compagni, intorno alla Terza Internazionale ed al suo II Congresso si sono diffuse nel nostro Partito opinioni, o dirò meglio impressioni, e con dispiacere devo confessare perfino pettegolezzi, che io credo sia doveroso diradare.
E giacché il compagno Lazzari, con quella serietà e continuità che lo distinguono e che fanno di lui un italianotedesco...
Voci: E che volete buttar fuori del Partito ! (Commenti animatissimi).
GRAzIADEI: Non l'ho mai detto.
Giacché il compagno Lazzari ha invocato da chi ha avuto l'onore di [...]
[...], ma armati con coscienza e consapevolezza morale, materiale e spirituale.
Vi è chi crede che il piú grande delitto della storia sarebbe di lasciare alla borghesia il tempo di rifare le ossa, per fiaccarsi domani di
38
nuovo e portarci domani di nuovo ad una inevitabile e necessaria guerra sua. (Applausi da parte dei comunisti).
Una voce: Ma se tu eri favorevole alla guerra !
GRAZIADEI: Al compagno che m'interrompe, per fatto personale, gli dico che gli faccio obbligo di portare quanto dice qui alla tribuna, solo allora gli risponderò. (Commenti animati).
Ora se questa è una delle condizioni contenute nelle tesi e nello spirito della Terza Internazionale, e cioè che noi viviamo, non per volontarismo dei singoli, ma per leggi storiche immanenti, in un periodo rivoluzionario, e che da questo periodo dobbiamo trarre le conseguenze logiche, ne segue anche, ed ecco un altro punto fondamentale della Terza Internazionale che molti compagni non hanno capita, che precisamente perché il periodo storico rivoluzionario esiste, in esso e per ess[...]
[...]o della conquista del potere politico per potere, attraverso questa conquista, da una parte rendere impossibile la guerra borghese e di rendere possibile, perché necessaria, la guerra socialista del proletariato contro la borghesia, per l'ultima volta, e nello stesso tempo costruire un'altra economia che non sia piú quella capitalista, ma che sia, per l'accresciuta coscienza politica e sociale del proletariato, l'economia del comunismo graduale. Dico del comunismo graduale, perché coloro che non hanno mai letto niente di Lenin, dicono che Lenin voleva fare il comunismo in un solo giorno ! (Applausi da parte dei comunisti).
E un altro principio della Terza Internazionale è proprio questo principio profondamente marxista e la cui discussione ha nella storia del socialismo russo e nella storia del socialismo tedesco pagine di cultura ammirabili, che sarebbe bene che venissero da noi studiate — che
39
la Terza Internazionale sostiene che in linea generale e in linea particolare non tutte le categorie o le sottoclassi della classe operaia e del, proletariato sono ugualmente atte all'attacco contro la rocca del potere polit[...]
[...]ma di lotta, perché tutti i mezzi sono buoni, purché adoperati ad ua
40
unico fine, con una continuata organicità di mezzi, di propositi e di scopi.
Ma la Terza Internazionale ha detto una parola che pareva nuova a chi non ha compreso il «Manifesto dei comunisti »: ha detto una parola nuova rispetto alla questione della democrazia.
Basterebbe questa tesi per far perdere al Congresso un'intiera seduta, e mi guardo bene dall'andare a fondo, ma dico che ha della democrazia un concetto marxista che rappresenta un grande progresso di fronte alle concezioni vaghe e generiche che si avevano prima.
La democrazia, come tutte le forme della vita, va considerata in rapporta alle classi: c'è una democrazia borghese, come c'è una democrazia del proletariato, e la democrazia proletaria, per dolorosa necessità di cose, deve tendere alla soppressione della democrazia a favore della borghesia e alla borghesia serve per il suo sfruttamento contro i lavoratori.
Non è la negazione del principio della libertà, ma è quella coercizione che è indispensabil[...]
[...]emocrazia non lasci alla borghesia la possibilità di tornare alla contra reazione e di schiacciarla nuovamente.
Ed appunto per questa, la Terza Internazionale assume il concetto della dittatura del proletariato. Perché, cosa è la dittatura del proletariato? Una sola cosa: la negazione della democrazia contro la borghesia, finché questa resta tale e tenta di riconquistare il potere politico, tenuto dalla classe operaia, con la forza e per forza; dico subito che si intende conoscenza, capacità, mezzi tecnici ed anche materiali; dunque la dittatura del proletariato è la negazione transitoria, in senso storico e classista, della democrazia per gli altri, finché sono i nemici, ma cessato questo passaggio storico evidentemente la democrazia tornerà per tutti quanti, anche per i borghesi, perché ci potranno anche essere dei borghesi, ma non vi potranno piú essere come classe, perché il proletariato avrà assorbito tutte le classi, e solo allora la democrazia sarà possibile per tutti.
E d'altra parte, appunto perché la Terza Internazionale ha un[...]
[...] grandi nazioni ed alcuni grandi capitalismi che schiacciano in nome del capitalismo tutti gli altri, sia nei paesi piú piccoli come nelle colonie. Ebbene, di fronte a questo fatto storico, che il capitalismo è stato accresciuto dalla guerra, appunto per questo la Terza Internazionale dice: come sul terreno interno nego la democrazia borghese, perché voglio quella del proletariato, cosí nel campo internazionale nego la democrazia delle nazioni e dico che alcune nazioni sono sfruttate, le colonie piú di altri paesi, ed a queste tendo la mano, perché la lotta del socialismo è contro il capitalismo, cioè la lotta contro l'apparente e falsa democrazia borghese internazionale. (Bene !).
E su questo terreno nasce la tesi sulle questioni coloniali e nazionali, che non voglio discutere ora, ma che mi riserbo di discutere, se altri ne parlerà.
Ed infine, se questi sono i concetti della Terza Internazionale, concetti completamente marxistici, ecco perché è nello spirito stesso, nell'animo stesso, nella necessità stessa della Terza Internazionale,[...]
[...]mo, ma in nome della volontà collettiva, è necessaria in ogni paese la costituzione di un Partita comunista omogeneo, compatto, che agisca come un esercito ben guidato, tutto inteso alla conquista la piú rapida possibile, nei limiti del possibile, del potere politico; ora come avrete voi questa omogeneità, questa consapevolezza, questa forza, quando volete — dice la Terza Internazionale, e spiego il suo pensiero — nel medesimo Partita coloro che dicono che bisogna approfittare delle circostanze e coloro che dicono che le circostanze vanno lasciate alla borghesia per essere risolte? Tra coloro che dicono di armare gli animi e coloro che dicono di disarmarli? Tra coloro che vogliono la preparazione militare e quelli che vi rinunziano, tra coloro che vogliono conquistare il potere politico al piú presto possibile e gli altri che credono che il marxismo sia una cosa meccanica che deve attendere che il capitalismo abbia dato luogo a tutte le sue leggi di accumulazione, per poi tra venti, trenta, quaranta anni andare alla conquista del potere politico?
Tra queste due concezioni esiste un abisso, ed è appunto perché la Terza Internazionale lo sa, attraverso l'esperienza di quattro rivoluzioni, che dice: dovete scegliere, o da una part[...]
[...]trattamente eccessiva nell'Esecutivo a Mosca, ma praticamente è solo là che la Terza Internazionale può trovare il terreno adatto per agire liberamente, è solo là che può trovare i suoi uomini.
Voci: D'accordo tutti !
GRAZIADEI: E d'altronde, permettetemi una modesta osservazione_ Ho fatto sempre il pericolosissimo mestiere del professore e sono uomo abituato alla critica, ma non credo di essere un cultore dell'incensamento delle persone se vi dico che, modesto studioso, mi sono sentito un pigmeo di fronte a coloro che dirigono la rivoluzione russa ! (Applausi vivissimi).
Voci: E chi lo ha mai negato?
GRAZIADEI: Ed è appunto perché mi sono sentito un pigmeo che mi sono detto: se qualche forma è un po' rude, se qualche influenza è un po' eccessiva, hanno fatto tanto e fanno tanto che solo quando noi saremo capaci di altrettanto parleremo dove la Terza Internazionale possa risiedere. Non ora. (Applausi).
D'altronde, pur riconoscendo questa influenza, dico che questa influenza è stata relativamente — bisogna essere sempre sinceri — rela[...]
[...]loro che dirigono la rivoluzione russa ! (Applausi vivissimi).
Voci: E chi lo ha mai negato?
GRAZIADEI: Ed è appunto perché mi sono sentito un pigmeo che mi sono detto: se qualche forma è un po' rude, se qualche influenza è un po' eccessiva, hanno fatto tanto e fanno tanto che solo quando noi saremo capaci di altrettanto parleremo dove la Terza Internazionale possa risiedere. Non ora. (Applausi).
D'altronde, pur riconoscendo questa influenza, dico che questa influenza è stata relativamente — bisogna essere sempre sinceri — relativamente attenuata, perché nel Comitato esecutivo ci sono 5 russi e 16
44
compagni di altre Nazioni con voto consultivo, e questi compagni crescono ancora di numero.
Un'altra accusa è questa: ma... la Terza Internazionale non ha trattato bene, non tratta bene i socialisti italiani ! Noi abbiamo fatto tanto per la Terza Internazionale e per la difesa della Repubblica dei Soviety, e sembra quasi che ci ripaghino con dell'ingratitudine !
Compagni, io non credo che la Terza Internazionale, nelle sue linee genera[...]
[...]oriot, Voisin, Cachin, Frossard, e molti altri, che proponeva l'adesione alla Terza Internazionale, con una serie di lunghissimi considerandi, e c'era la mozione Longuet, la quale aderiva anche essa, ma con un cumulo enorme di riserve, di ambagi, di sottigliezze. Si va ai voti. La mozione Loriot, Voisin e compagni riporta 3.208 voti, piú altri 43 o 44 che vanno considerati come integranti; la mozione Longuet riportò soltanto 1.022 voti.
Ora, io dico: compagni, leggetela, la mozione; a suo tempo, nelle polemiche che verranno la leggerò io, e vedrete che la mozione, se a me, personalmente, non piace, nella sua lettera è estremista.
Voci: E nello spirito?...
GRAZIADEI: Io parlo anche dello spirito. Un conto è la stima delle persone e un conto è quello che dicono; come stima alle persone riservo il giudizio, ma sulla mozione dico che la mozione — e non dico che sia sincera, perché nessuno ha il termometro della sincerità — ha un'intonazione estremista.
Ma c'è di piú ! Viene una seconda votazione, di cui gli estremi non sono stati pubblicati sull'Avanti!
Zinowieff, quello famoso delle concessioni speciali ai francesi, agli
inglesi ed ai tedeschi, fino novembre 1920, quando l'Avanti! parlava di concessioni, aveva diretto, con quel linguaggio che, personalmente per il mio gusto, è un po' eccessivo, una lettera ai socialisti francesi in cui c'erano queste parole a proposito di Longuet non guerrafondaio: <c Col coltello alla gola, bisogna esigere [...]
[...]dere con questa mozione: « Il Congresso, in presenza del telegramma del Comitato esecutivo della Terza Internazionale, dichiara che si rifiuta di procedere alle esclusioni domandate, e proclama la sua volontà di mantenere la unità attuale del Partito ».
Contro la mozione Mistral venne presentato da Rénaudel un'altra mozione, velante, nella forza correttissima e leale, un certo senso di rimpianto verso le amicizie di ieri, e sotto questo aspetto dico che è stata nobile, ma che finisce poi testualmente cosí: «...I1 Congresso, avendo preso conoscenza delle dichiarazioni del commissario Zinowieff nel suo telegramma, ecc., dichiara che la mozione di adesione accettata dal Comitato francese della Terza Internazionale non impone esclusioni per il passato (appunto perché non si fa la guerra alle persone) ma si intende che d'ora innanzi non si potrà restare nel Partito e nella Terza Internazionale che accettando per principio, cioè per convinzio ne, le decisioni del presente Congresso e del Congresso della Terza Internazionale, ecc. ecc.».
Dunqu[...]
[...]sizione, giacché dichiarare che essi restavano fedeli al programma di Genova, quando c'era già un nuovo programma del Partito, significava aprire fin d'allora la vera scissione nella nostra fede. (Bene ! da parte dei comunisti).
Io mi limito ad osservare che nella mozione dei nostri compagni di destra è detto esplicitamente che è necessaria per il nostro Partito la coesistenza di due scuole. Essi si riconoscono una scuola.
Ebbene, compagni, io dico che è impossibile esistano due scuole È impossibile !
LAZZARI: È stato possibile per venti anni ! (Oh ! Oh ! da parte dei comunisti).
GRAZIADEt: Ne parleremo.
Il compagno Turati — che ha sempre grandi meriti di molta sincerità — a Reggio Emilia, secondo quello che stampava la Giustizia
dell'11 ottobre, giustamente avrebbe detto e non per nulla Turati, in quel Convegno, dopo aver parlato, si ritirò quasi da un lato per fare intendere quale era il suo intimo pensiero — avrebbe detto che « come per fare il salmi di lepre occorre avere la lepre, cosí per avere l'unità del Partito bisogna che [...]
[...] grande forza di aderenti sul terreno sindacale, politico ed amministrativo, e cosí arriveremo piú presto alla conquista del potere.
O amici, io mi rendo conto delle difficoltà dell'organizzazione dei Partiti politici, io mi rendo conto delle conseguenze che determinate decisioni non potranno non avere sopra determinati organismi. Lascio ad altri piú competenti e piú volonterosi di trattare ancora questa parte, per me cosí aspra e dolorosa; ma, dico, amici, non caschiamo un'altra volta in un'altra illusione infantile, non crediamo che il nostro modesto paese si possa sottrarre alle leggi della storia con una nuova improvvisazione. Per andare al potere la storia non conosce che due vie: o la collaborazione con la parte piú avanzata della democrazia borghese, o
61
la conquista con la forza armata e il mantenimento al potere con la forza armata ! (Applusi vivissimi).
Voci: C'è pure D'Annunzio ! (Rumori vivissimi).
GRAZIADET: Non è la prima volta che il nostro Partito scherza con la tragica realtà della storia; finiamola con gli scherzi,[...]
[...]e la storia non conosce che due vie: o la collaborazione con la parte piú avanzata della democrazia borghese, o
61
la conquista con la forza armata e il mantenimento al potere con la forza armata ! (Applusi vivissimi).
Voci: C'è pure D'Annunzio ! (Rumori vivissimi).
GRAZIADET: Non è la prima volta che il nostro Partito scherza con la tragica realtà della storia; finiamola con gli scherzi, che porteranno ad altre tragedie ! (Applausi).
Tutti dicono, vittime di illusioni o di amore per l'unità del Partito, tutti dicono che non vogliono la collaborazione; ma, amici, se non volete la collaborazione non dovete avere che l'altra via, e perché al lora combattete i mezzi di quella via? (Applausi). Perché creare la illusione che si possa andare al potere senza collaborazione e senza armi, che ci si possa andare pacificamente e senza instaurare la dittatura del proletariato?
Amici, voi baloccandovi con queste fatuità non farete mai né una cosa né l'altra !
I compagni di destra — in buona fede, ne sono sicuro, e per amore dell'unità del Partito, questo nobile ideale di un tempo — si castrano politicamente, perch[...]
[...]i castrano politicamente, perché non vogliono collaborare, ma d'altra parte tutti i giorni impediscono la preparazione della conquista del potere politico con l'altro mezzo, e cosí non avrete né i vantaggi della collaborazione né quelli della rivoluzione, sarete impotenti !
Compagni, occorre scegliere, perché avere due cose in contrapposto, o, peggio ancora, fra le due una terza impossibile, è la piú triste e la piú pericolosa delle utopie.
Io dico ai compagni, poiché l'ora è grave e dolorosa, specialmente per noi che siamo dei vecchi nel Partito, dico: lasciamo ai giovani che sono in attesa di manifestare come vogliono il loro diritto alla vita e di camminare sopra il nostro cadavere, ma, compagni, anche dividendoci, sarebbe forse per questo necessario che noi ci trattassimo come degli uomini moralmente miserabili? Dovremmo noi dire, noi che per venticinque anni credemmo Filippo Turati un uomo di grande ingegno e di grande onestà, che, poiché ci siamo divisi, egli è diventato senz'altro un ladro od un cretino? no ! (Commenti animatissimi).
Noi possiamo, nell'interesse del Partito, nell'interesse della storia,. nell'interesse del proletari[...]
[...]ibuiscono alla sua divisione, ma nel modo piú illogico, il piú irrazionale, il piú contrario alla verità (applausi da parte dei comunisti), poiché essi si separano dai piú vicini per andare coi piú lontani. (Applausi da parte dei comunisti). Essi abbandonano la frazione comunista, che avrà i suoi piccoli eccessi giovanili, ma che nella parte dei suoi capi piú giovani è la nuova forza del nostro Partito, l'abbandonano per andare con coloro da cui dicono di essere piú lontani, e questa non è unità, è divisione, peggio ancora, è l'unità tra i piú lontani, contro la unità dei piú vicini ! (Vivissime approvazioni da parte dei comunisti).
Perché, amici, se al disopra delle nostre passioni personali, al di sopra del desiderio di vincere ci fosse in tutti noi — me compreso, ben si comprende — l'amore alla classe operaia, al proletariato, al comunismo rivoluzionario, allora potrei dire ai compagni comunisti unitari: voi potrete vincere al Congresso, ma che cosa creerete? Creerete un edificio sull'arena, creerete, senza volerlo, il Partito indipen[...]
[...]omunista da una parte e la destra dall'altra, questo Partito messo tra queste due correnti contrarie, necessariamente si sfalderà e a poco a poco la sinistra di questo Partito, attraverso un'inutile perdita di tempo, facendo perdere anche alla rivoluzione delle ore preziose, finirà con lo stringersi alla frazione comunista.
Ora se questo processo è nella storia, è nella esperienza di tutti i paesi, questo processo compitelo fino da adesso !
Io dico alla parte piú comunista, piú sinceramente comunista della frazione del centro, della frazione dei comunisti unitari, poiché questo sbloccamento avverrà domani, attraverso perdite di tempo, attraverso scosse violente, poiché questo passo è fatale, il vostro scopo dovrebbe essere quello di facilitare fino d'oggi questo evento.
Perché quale è la formula sulla quale si basano per la loro ricostruzione del Partito i comunisti unitari? E la formula per cui il nostro glorioso Lazzari ha detto poco fa: « Ma se le cose sono andate cosí per 20 anni ! ».
No, compagno Lazzari, tu che sei nella tua per[...]
[...]la con
64
sezione sindacalista rivoluzionaria, il Partito ad un certo momento disse che quella concezione era aberrante dal Partito, ed aveva ragione, perché portandolo allo sciopero tutti i giorni, portava al culto dello sciopero generale, rendendo impossibile anche l'azione di conquista graduale, che, specialmente allora, prima della guerra, dava degli utili risultati, e rendendo imponente il movimenta politico.
Ebbene, questi due esempi vi dicono che il Partito ha applicato la formula quando era il caso, non l'ha applicata quando non era il caso. Orbene, come il Partito non ha applicato la formula di fronte agli anarchici, né di fronte ai sindacalisti rivoluzionari, allo stesso modo il Partita ha commesso un grave errore, quando a Bologna ha creduto di poter conservare la disciplina, lasciando la libertà del pensiero.
Lo dissi e lo ripeto: quando dei compagni ci vengono a dire: voi avete votato il programma di Bologna, ma noi restiamo fedeli al programma di Genova, perché quello di Bologna è errato, da quel giorno nel Partito ci so[...]
[...]ando la libertà del pensiero.
Lo dissi e lo ripeto: quando dei compagni ci vengono a dire: voi avete votato il programma di Bologna, ma noi restiamo fedeli al programma di Genova, perché quello di Bologna è errato, da quel giorno nel Partito ci sono due programmi, cioè c'è l'impotenza, la contraddizione, ci sono due scuole, due parti incompatibili.
E, amico Lazzari, ecco perché è parzialmente vero quello che tu dici, ma è anche vero quello che dico io, che il Partito, nei momenti piú gravi, in cui le differenze di idee e di pensiero erano profonde, non ha applicata la formula.
E mai la differenza è piú profonda di oggi; la differenza tra noi e gli anarchici e i sindacalisti è molto meno grande di quelle che sono le differenze, oggi, tra coloro che tacitamente od esplicitamente hanno simpatia per una Seconda e mezza Internazionale, e coloro che hanno simpatia solo per la Terza Internazionale; le differenze nel problema della democrazia e della conquista del potere, nella concezione del movimento sindacale sono tali che danno luogo veram[...]
[...]ntraddittoria, perché, se da una parte sembra accettare la formula, dopo le polemiche, insufficiente, della disciplina anche nel pensiero,
65
d'altra parte invoca l'autonomia a difesa della vecchia applicazione, e quindi il compagno Baratono si deve decidere, perché mi pare che finora nella sua relazione vi siano ancora due concetti contrastanti e tra loro incompatibili.
A coloro che diranno « voi volete perseguitare la libertà di pensiero », dico che sono troppo incrollabilmente professore per non amare la libertà di pensiero, ma dico anche che quando ci sono due scuole in uno stesso Partito, quando ci sono due concezioni diverse sul terreno politico, sul terreno filosofico, sul terreno sociale, non c'è che un modo solo di rispettare la libertà di pensiero: mettersi nella condizione che questo pensiero possa diventare azione. Fate voi la vostra opera in nome della vostra libertà di pensiero e di azione, noi la rispetteremo, ma lasciate al Partito che veramente si chiama comunista, di fare esso la sua volontà di esplicazione. (Applausi da parte dei comunisti).
Compagni, ho finito, ma io devo dire che noi dobbiamo una parol[...]
[...]ndisciplina, ma al di sopra delle piccole, e non grandi questioni di forma e di disciplina, c'é una grande questione, una questione, oserei dire, di tatto politico che é nell'interesse del Partito, secondo noi, e della massa operaia.
Voi, con la vostra formula che avete fatto? Voi dite: « Sono esclusi tutti coloro che sono stati a Reggio Emilia ». E voi dite nella seconda parte: « Sono esclusi tutti coloro che non dichiarano, ecc., ecc. ».
Ora dico: la prima parte della vostra formula, si spiega. Avrà magari, non lo nego, esercitato una influenza, perché ha esasperato la situazione e l'ha in un certo senso precipitata piú verso sinistra, ma effettivamente in sostanza questa formula ha urtato il sentimento uni
66
tario di tanti nostri buoni compagni, e quindi sembra che nominare tassativamente un gruppo di compagni sia quasi dare una schiaffo personale che rompe sanguinosamente tutta un'era di amicizie e di ricordi.
D'altra parte non è necessario dare un'impronta personalistica, o che paia tale, perché la Terza Internazionale non la v[...]
[...] ultima sia pronunziata all'ultimo momento, e lasciamo ai piú vecchi la speranza che le perdite siano ridotte al minimo strettamente necessario. (Applausi).
E d'altronde, perché conservare quella prima parte, che si è prestata alla reazione sentimentale dei compagni unitari, quando, in sostanza, essa è diventata inutile, perché superata dagli eventi? Non voglio offendere alcuno, ma guai se entrassimo a discutere la buona fede di ciascheduno ! E dico che, sotto un certo punto di vista, quasi quasi preferisco alcuni compagni che rimangono fedeli a Filippo Turati ed a Reggio, che altri compagni che sono andati ad ingrossare, con soverchia rapidità, l'ala destra dei comunisti unitari. (Applausi da parte dei comunisti).
Non voglio lanciare sospetti, ma dico che i comunisti unitari sono forse troppo pochi come unitari ma sono troppi come comunisti !
E allora dico — almeno credo di poterlo dire, per quanto non abbia ancora avuto una intesa completa con i miei pochi amici — che, secondo noi, la vera formula di riorganizzazione del Partito, dovrebbe essere tale che dicesse, senza entrare nel passato, perché questo non è necessario assolutamente di fare, che, da ora innanzi, prima che il Congresso si chiuda, tutti coloro i quali non dichiareranno di accettare per libero consenso le tesi e le condizioni della Terza Internazionale e non si impegneranno di applicarle subito, finito il Congresso, costoro, con nostro dolore, si renderanno incompatibili con la [...]