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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 367

Brano: [...] « Fiamme verdi » della Lomellina.

7) Brigata « Carlo Bianchi »; Formazione « A. Manzi » (Brianza).

8) G.A.P. e S.A.P. « Fiamme verdi » di Milano.

9) Brigata « Pompeo Accorsi »: Mantova.

10) Brigate Fiamme verdi « Boccoli », « Zeiioli », « Zambelli », « Rosselli »: Cremona.

11) Brigata « G. Franchetti »: Trentino

12) Brigate « Alto Adige »: Alto Adige, Bolzano, Merano.

13) Brigata Fiamme verdi: Reggio Emilia.

Formazioni « Di Dio »

Notevole importanza rivestì, nelle vicende partigiane della vai d’Ossola, la brigata e poi Divisione « Valtoce », che ebbe per comandante Alfredo Di Dio (v.) direttamente collegata al Comando generale in Milano. Il Di Dio, che era appartenuto, con il fratello Anto nio, alla banda Filippo Beltrami (v.) fino al combattimento di Megolo, diede vita alla formazione che sarebbe poi diventata Brigata « Valtoce », protagonista di vari combattimenti, fino alla liberazione delT'OssoIa (v.). Il comportamento della « Valtoce » non sempre fu di totale intesa con le altre formazioni operanti di conserva nella zona; a vpite fu anzi di opposizione ad accordi generali, come quello di istituire un Comando unico militare alla vigilia dell’offensiva nemica.

Formatasi nella prima decade del marzo 1944f alla fine di maggio la
[...]

[...]aggio la

« Valtoce » comprendeva circa 370 uomini, più 8 ufficiali e 3 donne, il comandante, quantunque affermasse di volersi attenere a un’azione strettamente militare, esente da influenze politiche (« Per ora siamo soltanto dei militari e non vogliamo avere nessuna ingerenza di partito »), in effetti manteneva legami con gli esponenti di taluni partiti e soprattutto con la Democrazia cristiana. Nei confronti delle formazioni garibaldine, il Di Dio avrebbe invece dimostrato, è stato scritto, una certa « animosità ». Dal canto loro, i garibaldini criticavano nella « Valtoce » non tanto le simpatie politiche, quanto la condotta nei riguardi del comune nemico: la tensione si acuì soprattutto quando, alla fine dell’agosto

1944, la « Valtoce », la « Valdossola » e la « Beltrami » firmarono con i tedeschi una convenzione per la creazione della zona franca OmegnaCrusinallo. L'accordo, disapprovato dai garibaldini, fu poi respinto dal Comando generale del Corpo volontari della libertà.

Fa parte della storia della « repubblica » ossolana i[...]

[...]1944, la « Valtoce », la « Valdossola » e la « Beltrami » firmarono con i tedeschi una convenzione per la creazione della zona franca OmegnaCrusinallo. L'accordo, disapprovato dai garibaldini, fu poi respinto dal Comando generale del Corpo volontari della libertà.

Fa parte della storia della « repubblica » ossolana il contributo della « Valtoce » alla liberazione e alla difesa della zona. Una difesa estremamente impegnata, nella quale Alfredo Di Dio cadde, la mattina del 12.10.1944, alla gola di Finero presidiata dai tedeschi. Il nome dei fratelli Di Dio fu poi dato a numerose formazioni, tutte di ispirazione cattolica, operanti in Lombardia o a cavallo del confine lombardopiemontese, e comprendenti nel loro insieme circa 20.000 uomini.

Secondo fonte cattolica, al momento delia Liberazione le formazioni « Di Dio » erano le seguenti:

Prima divisione « Valtoce » (sconfinata in Svizzera con la fine della Repubblica delrossola);

Seconda divisione « Valtoce », operante nuovamente nell’Ossola;

Divisione « Alto Milanese »: Rho, Busto, Gallarate, Varese;

Divisione « Rabellotti »: Novara, Magenta; Divisione Ticino: Milano e Lomellina; Divisione « Giancarlo Puecher »: Brianza; Divisione « Lorenzini »: MilanoBergamo; Divisione « Gasparotto »: Valle Scrivia; Brigata Autonoma « Gasparotto »: Magenta, Ticino;

Brigata Autonoma « Mario Greppi »: Angera, Basso Varesotto;

Brigata Autonoma « Duca d’An[...]

[...]saro », « Ricci » e nel gruppo « Cento Croci ». Nell’Emilia centrale e meridionale, la I e II Brigata « Italia », la Brigata « Orlandini » e gruppi minori. Queste forze avrebbero inflitto al nemico perdite considerevoli: 1.612 morti, 731 feriti e 14.103 prigionieri.

Liguria: non risultano vere e proprie unità facenti capo alla Democrazia cristiana. Gruppi di cattolici operarono però in tutte le formazioni.

Piemonte: a parte le formazioni « Di Dio » (collegate al Comando generale di Milano), 3 divisioni democristiane operarono in Piemonte; altre, in gran parte democristiane, furono inquadrate fra le Brigate Autonome (v.) al comando di Mauri. Si calcola una forza complessiva di circa 6.500 uomini, con 127 caduti in combattimento. Veneto: 18 brigate democristiane inquadrate nelle varie divisioni, mentre « in altre 21 brigate, i due terzi dei componenti provenivano dalla Democrazia cristiana ». In totale, circa 14.500 uomini, con 176 caduti e 71 arrestati. Perdite inflitte al nemico: 1.218 morti, 26.500 prigionieri. Particolarmente notevo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 659

Brano: [...]l’abitato e li avevano immediatamente fucilati. Con le sentinelle poco vigili o assenti, quando fu dato l’allarme il nemico era ormai alle porte. A quel punto Beltrami avrebbe ancora potuto tentare di sfuggire all’attacco, ma l’impulso battagliero del suo temperamento lo indusse a scegliere la via della lotta a oltranza.

A fianco di Beltrami si trovavano

— tra gli altri — il tenente Bettini, il commissario politico Gianni Citterio, Antonio Di Dio, il giovanissimo Gaspare Pajetta, Aldo Carletti, Vermicelli. Tutti si raccolsero attorno al « capitano », attenti ai suoi ordini.

Al tenente Bettini venne affidato

il compito di proteggere con un fucile mitragliatore il fianco destro dell’area di combattimento. A sinistra si piazzò un altro gruppo, comandato da Citterio. Al centro, dove sorgevano grossi alberi, si appostò Beltrami, attorniato da Antonio Di Dio, Gaspare Pajetta, Aldo Carletti e qualche altro.

Lo scontro fu durissimo e i partigiani non poterono resistere alla schiacciante superiorità del nemico.

Il racconto di un superstite

Il « capitano », in piedi dietro un albero, sparava con un fucile '91. Da buon cacciatore, per lui valeva il detto « Ogni colpo va nel carniere ». Anche Antonio sparava in piedi, al riparo di un tronco.

« Un combattimento accanito — riferirà Aldo Marchetti, uno dei superstiti — si sviluppa alla nostra destra. Il capitano manda in aiuto una mitragliatrice con un carabiniere e quattro uomini. ” Coraggio [...]

[...]tenendo il mitra come una pistola, finché è abbattuto da una seconda raffica che lo colpisce in pieno petto.

È ormai la fine di tutti quelli che si trovano attorno a lui. Forse qualcuno potrebbe ancora salvarsi, ma nessuno vuole farlo. Citterio assume il comando e rinnova ai superstiti l’ordine del capitano di ritirarsi. Rispondono tutti sparando le ultime cartucce contro i tedeschi. Uno dopo l’altro, a pochi passi di distanza, cadono Antonio Di Dio, Citterio, Gaspare Pajetta, Carletti e i loro compagni ».

Sergio (Pajetta) fu visto piegarsi su un fianco, comprimendoselo con le mani in uno spasimo di dolore. Poi, appoggiato all’albero e raccolte le ultime forze, sparò ancora sino a quando fu colpito in pieno da una raffica dello stesso mitragliatore che aveva ucciso il suo capitano. Sotto la blusa gli venne trovato Stato e Rivoluzione di Lenin, con le pagine perforate e intrise di sangue.

I soli superstiti furono il tenente Bettini, Marchetti, Vermicelli e alcuni altri partigiani che, aH’indomani, raggiunsero le posizioni di Rimella[...]

[...]ibaldini. Partiamo. Siamo in 36. Abbiamo quattro fucili mitragliatori con pochi colpi ».

Dopo lo scontro, oltre ai 36 superstiti di Megolo, della formazione « Beltrami » rimanevano un gruppo di circa 20 uomini al comando del tenente Rutto e di base sul Monte Massone, e un altro comandato da Albino Calletti (v.). Entrambe le formazioni erano scese in pianura per ricevere un lancio.

A Megolo caddero Filippo Beltrami, Gianni Citterio, Antonio Di Dio, Car

lo Antibo, Bassano Bassetto, Aldo Carletti, Angelo Clavena, Bortolo Creola, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta, Elio Toninelli. Alla memoria di Beltrami, di Citterio e di Antonio Di Dio è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare.

Bibliografia: P. SecchiaC. Moscatelli, Il Monte Rosa è sceso a Milano, Torino 1958; A. Marchetti, Ribelle, Milano 1947; A. Azari, l’Ossola nella Resistenza italiana, Domodossola 1954.

Meina, Strage di

Comune novarese di 2.500 abitanti e stazione climatica sul Lago Maggiore, durante la Guerra di liberazione Meina fu teatro di una strage compiuta dai tedeschi.

Poco dopo I’8.9.1943, per sfuggire alla deportazione, si erano rifugiate a Meina alcune famiglie ebraiche che, in attesa di poter passare in Svizzera, avevano trovato allo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 90

Brano: [...]vernativi italiani prevalga ancora l’influenza di quei gruppi reazionari, che vedono in ogni genere di ritorno alla libertà un pericolo sociale e una fonte di disordini Ma l’esperienza fascista non è dunque stati sufficiente per dimostrare che colpevoli del disordine, della distruzione e della devastazione del paese sono proprio stati quei gruppi reazionari abituati a porre la difesa dei loro privilegi al disopra degli interessi del paese? ».

Di Dio, Alfredo

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Palermo nel 1920, caduto alla gola di Finero (Domodossola) il 12.10.1944; fratello di Antonio (v.), ugualmente decorato di m.d’o..

Giovane avviato alla carriera delle armi, campione di scherma, dopo aver ’frequentato l’Accademia militare di Modena fu assegnato con il grado di tenente al I Reggimento fanteria corazzata. L’8.9.1943, trovandosi a Vercelli, in tappa di trasferimento verso Novara, preferì combattere contro i tedeschi piut

tosto che cedere le armi. Dopo un breve combattimento contro forze nemiche preponderanti, c[...]

[...]ovara, preferì combattere contro i tedeschi piut

tosto che cedere le armi. Dopo un breve combattimento contro forze nemiche preponderanti, con altri uomini della sua compagnia si diede alla macchia sui monti del Novarese e dell’Ossola.

Catturato dai fascisti nel 1944 e rinchiuso nelle carceri di Novara, ne fuggì e raggiunse nuovamente il suo gruppo che si rafforzò e si ampliò fino a costituire la Divisione « Val Toce », della quale Alfredo Di Dio fu comandante. Tra le più importanti formazioni autonome (v.) di orientamento cattolico, la « Valtoce » si distinse soprattutto nella battaglia per la liberazione dell’Ossola.

Il 12.10.1944, mentre si apprestavano le ultime difese della Libera Repubblica di Domodossola (v.), Alfredo Di Dio, informato dell'avanzata di truppe nazifasciste, per controllare la linea del fronte e le posizioni tenute dai partigiani decise di ispezionare personalmente la vai Cannobia accompagnato dal colonnello Moneta e dal maggiore canadese Giorgio Patterson. I tre ufficiali, giunti con l’automobile in una località che ritenevano ancora presidiata dai partigiani, si trovarono invece improvvisamente di fronte ai tedeschi. Messa mano alle armi, risultò vana la loro disperata resistenza e in breve vennero sopraffatti. Di Dio e Moneta caddero sul posto, colpiti a morte; il Patterson, grazie alla sua divi[...]

[...]e la linea del fronte e le posizioni tenute dai partigiani decise di ispezionare personalmente la vai Cannobia accompagnato dal colonnello Moneta e dal maggiore canadese Giorgio Patterson. I tre ufficiali, giunti con l’automobile in una località che ritenevano ancora presidiata dai partigiani, si trovarono invece improvvisamente di fronte ai tedeschi. Messa mano alle armi, risultò vana la loro disperata resistenza e in breve vennero sopraffatti. Di Dio e Moneta caddero sul posto, colpiti a morte; il Patterson, grazie alla sua divisa di ufficiale canadese, potè consegnarsi prigioniero (condotto a Milano e rinchiuso nel carcere di San Vittore, ne sarebbe stato liberato dai patrioti il 25.4.1945).

Alfredo Di Dio



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 91

Brano: La motivazione della m. d’o., dopo aver sottolineato l'importante ruolo svolto da Alfredo Di Dio durante le operazioni che attraverso mesi di lotta avevano portato alla liberazione della vai d'Ossola, così conclude: « In questo primo lembo d’Italia valorosamente resistette per quaranta giorni con i suoi uomini stremati, affamati e male armati, contro forze nemiche di schiacciante superiorità, finché con le armi in pugno incontrò eroica morte alla testa dei suoi partigiani ».

Alla memoria del valoroso caduto l'università di Pavia ha conferito nel 1947 la laurea « ad honorem ».

Di Dio, Antonio

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Palermo nel 1922, caduto a Megolo (N[...]

[...]di lotta avevano portato alla liberazione della vai d'Ossola, così conclude: « In questo primo lembo d’Italia valorosamente resistette per quaranta giorni con i suoi uomini stremati, affamati e male armati, contro forze nemiche di schiacciante superiorità, finché con le armi in pugno incontrò eroica morte alla testa dei suoi partigiani ».

Alla memoria del valoroso caduto l'università di Pavia ha conferito nel 1947 la laurea « ad honorem ».

Di Dio, Antonio

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Palermo nel 1922, caduto a Megolo (Novara) il 13.2. 1944.

Come il fratello Alfredo (v.), fu campione di scherma e allievo ufficiale all’Accademia militare di Modena. L’8.9.1943, allievo presso la Scuola di applicazione di Parma, dopo un coraggioso tentativo di opposizione ai tedeschi fu catturato e rinchiuso nella Cittadella. Riuscito successivamente a evadere, raggiunse il fratello in vai Strona e qui combattè nella formazione partigiana comandata dal capitano Filippo Beltrami (v.).

Il 13.2.1944, a Megolo, in un conflitto [...]

[...] allievo presso la Scuola di applicazione di Parma, dopo un coraggioso tentativo di opposizione ai tedeschi fu catturato e rinchiuso nella Cittadella. Riuscito successivamente a evadere, raggiunse il fratello in vai Strona e qui combattè nella formazione partigiana comandata dal capitano Filippo Beltrami (v.).

Il 13.2.1944, a Megolo, in un conflitto contro preponderanti forze nazifasciste che avevano accerchiato il Comando partigiano, Antonio Di Dio cadde, falciato da una raffica di mitragliatrice, assieme al suo comandante e ad altri 11 compagni. Alla sua memoria l’Università di Pavia ha conferito nel 1946 la laurea « ad honorem ».

Antonio Di Dio

Di Donato, Antonio

N. a Cerignola (Foggia) il 7.9.1896; impiegato. Nel 1926, proveniente dalle file del movimento sidacalista rivoluzionario, si iscrisse al Partito comunista.

Attivo antifascista, nel 1937 fu deferito al Tribunale speciale con la accusa di essere in contatto con Giuseppe Di Vittorio e di aver organizzato manifestazioni di disoccupati. Condannato a 17 anni di carcere, liberato in seguito ad amnistia, fu confinato a Ponza e in altre isole fino alla caduta del fascismo.

Diena, Giorgio Leone

N. a Torino nel 1920; ingegnere, ufficiale dell’esercito. Figlio di un cli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 664

Brano: [...]tenendo il mitra come una pistola, finché è abbattuto da una seconda raffica che lo colpisce in pieno petto.

È ormai la fine di tutti quelli che si trovano attorno a lui. Forse qualcuno potrebbe ancora salvarsi, ma nessuno vuole farlo. Citterio assume il comando e rinnova ai superstiti l'ordine del capitano di ritirarsi. Rispondono tutti sparando le ultime cartucce contro i tedeschi. Uno dopo l’altro, a pochi passi di distanza, cadono Antonio Di Dio, Citterio, Gaspare Pajetta, Carletti e i loro compagni ».

Sergio (Pajetta) fu visto piegarsi su un fianco, comprimendoselo con le mani in uno spasimo di dolore. Poi, appoggiato all'albero e raccolte le ultime forze, sparò ancora sino a quando fu colpito in pieno da una raffica dello stesso mitragliatore che aveva ucciso il suo capitano. Sotto la blusa gli venne trovato Stato e Rivoluzione di Lenin, con le pagine perforate e intrise di sangue.

I soli superstiti furono il tenente Bettini, Marchetti, Vermicelli e alcuni altri partigiani che, aH’indomani, raggiunsero le posizioni di Rimella[...]

[...]ibaldini. Partiamo. Siamo in 36. Abbiamo quattro fucili mitragliatori con pochi colpi ».

Dopo lo scontro, oltre ai 36 superstiti di Megolo, della formazione « Beltrami » rimanevano un gruppo di circa 20 uomini al comando del tenente Rutto e di base sul Monte Massone, e un altro comandato da Albino Calletti (v.). Entrambe le formazioni erano scese in pianura per ricevere un lancio.

A Megolo caddero Filippo Beltrami, Gianni Citterio, Antonio Di Dio, Carlo Antibo, Bassano Bassetto, Aldo Carletti, Angelo CI avena, Bortolo Creola, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta, Elio Toninelli. Alla memoria di Beltrami, di Citterio e di Antonio Di Dio è stata conferita la medaglia doro al valor militare.

Bibliografia: P. SecchiaC. Moscatelli, Il

Monte Rosa è sceso a Milano, Torino 1958; A. Marchetti, Ribelle, Milano 1947; A. Azari, l’Ossola nella Resistenza italiana, Domodossola 1954.

Meina, Strage di

Comune novarese di 2.500 abitanti e stazione climatica sul Lago Maggiore, durante la Guerra di liberazione Meina fu teatro di una strage compiuta dai tedeschi.

Poco dopo l’8.9.1943, per sfuggire alla deportazione, si erano rifugiate a Meina alcune famiglie ebraiche che, in attesa di poter passare in Svizzera, avevano trovato al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 233

Brano: [...] comando della piccola formazione all’architetto Filippo Beltrami (v.), Quest’ultimo, esperto ufficiale e deciso antifascista, organizzò il Gruppo « Quarna » e nell’ottobre portò a termine le prime azioni di ricupero di armi, vestiario e vettovagliamento a Pettenasco, Gargallo, Pella e Cressa. Intanto a Inuggio erano stati sistemati, da Cavaglio d’Agogna dove si erano nascosti presso Carletto Leonardi, i fratelli Alfredo [Diala) e Antonio [Emma) Di Dio (v.), costituendovi il Gruppo « Massiola ».

L’8 novembre gli uomini di Beltrami appoggiarono con azioni di disturbo l’insurrezione di VilladossoIa: Calletti bloccò la Statale del Sempione e attaccò il presidio di Gravellona, mentre Coppo teneva un comizio volante in Omegna, esortando all’unità dazione tra operai delle fabbriche e partigiani. Il 30 novembre, in un’azione combinata, il gruppo di Beltrami e i garibaldini di Cino Moscatelli attuarono l’occupazione dimostrativa di Omegna.

Verso il 20 dicembre, dalla fusione dei gruppi « Quarna » e « Massiola », sorse la / Brigata Patrioti Va[...]

[...]icembre, dalla fusione dei gruppi « Quarna » e « Massiola », sorse la / Brigata Patrioti Valstrona, il cui Comando, sotto l’incalzare del rastrellamento nazifasci

sta, venne poi trasferito a Campello Monti. A questo punto entrarono nella formazione il comunista monzese Gianni Citterio (v.) nonché i fratelli Alberto [Capitano mascherato) e Aldo (Flores) Li Gobbi (v.).

Nel gennaio 1944 i migliori elementi del gruppo Beltrami, tra cui Antonio Di Dio, Bruno Rutto, i fratelli Li Gobbi, Calletti e il tenente Bettini, furono inviati in Valsesia in aiuto alle formazioni di Moscatelli. Le difficoltà del primo inverno partigiano portarono tra le file dei patrioti gravi defezioni e la politica di trattare coi fascisti condotta da Beltrami, con la mediazione del vescovo Giacomo L. Ossola (v.) andò incrinando il fronte partigiano. L’ingenua fiducia manifestata in queste trattative si concluderà il 13.2.1944 con la tragica battaglia di Megolo (v.).

Intanto, a sostegno della lotta armata, si era costituito il C.L.N. di Omegna nelle persone di Vir[...]

[...]o, infermeria di).

Il 3 giugno, a Oira, trovò eroica morte Silvestro Curotti [Dom). Altri notevoli fatti d’arme furono i combattimenti di Omegna (giugnoluglio 1944), Fazione militare che portò alla liberazione dei partigiani Vigna e Piazza, lo sganciamento dei 130 cecoslovacchi dei presidi della Valdossola, gli scontri di Anzola, Gravellona Toce (1315 settembre), Alpe Grandi, Alpe Sacchi, Cardello, Quarna (13.3.1945).

Al comando di Alfredo Di Dio sorse anche il gruppo « Ossola ». Questa formazione ebbe nel Cusio un distaccamento al comando di Diego Valentini, da cui trarrà origine la Divisione Azzurra «Valtoce», di ispi

233



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 663

Brano: [...]nell’abitato e li avevano immediatamente fucilati. Con le sentinelle poco vigili o assenti, quando fu dato l’allarme il nemico era ormai alle porte. A quel punto Beltrami avrebbe ancora potuto tentare di sfuggire all’attacco, ma l’impulso battagliero del suo temperamento lo indusse a scegliere la via della lotta a oltranza.

A fianco di Beltrami si trovavano — tra gli altri — il tenente Bettini, il commissario politico Gianni Citterio, Antonio Di Dio, il giovanissimo Gaspare Pajetta, Aldo Carletti, Vermicelli. Tutti si raccolsero attorno al « capitano », attenti ai suoi ordini.

Al tenente Bettini venne affidato il compito di proteggere con un fucile mitragliatore il fianco destro dell’area di combattimento. A sinistra si piazzò un altro gruppo, comandato da Citterio. Al centro, dove sorgevano grossi alberi, si appostò Beltrami, attorniato da Antonio Di Dio, Gaspare Pajetta, Aldo Carletti e qualche altro.

Lo scontro fu durissimo e i partigiani non poterono resistere alla schiacciante superiorità del nemico.

Il racconto di un superstite

Il « capitano », in piedi dietro un albero, sparava con un fucile ’91. Da buon cacciatore, per lui valeva il detto « Ogni colpo va nel carniere ». Anche Antonio sparava in piedi, al riparo di un tronco.

« Un combattimento accanito — riferirà Aldo Marchetti, uno dei superstiti — si sviluppa alla nostra destra. Il capitano manda in aiuto una mitragliatrice con un carabiniere e quattro uomini. ” Coraggio [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 324

Brano: [...] l’autunno 1944, in piena occupazione tedesca.

La vicenda ossolana prese avvio il 9.9.1944 con la resa dei presidi nazifascisti alle forze partigiane, sanzionata in un breve verbale sottoscritto nel tardo pomeriggio di quel giorno al Groppo di Trontano, alla periferia di Domodossola (v.). All’incontro erano presenti tre ufficiali tedeschi e due della Milizia fascista (Bronzi e Spinelli). Per i partigiani intervennero Dionigi Superti e Alfredo Di Dio [Marco) (v.), comandanti rispettivamente delle brigate « Valdossola » e « Valtoce », accompagnati da due loro ufficiali, Enea De Marchi [Justus) ed Eugenio Cefis [Alberto). Erano presenti anche i parroci di Domodossola e di Masera, don Luigi Pellanda e don Severino Baidoni, che avevano favorito le trattative. Restarono esclusi dall’incontro i garibaldini che poi criticarono le condizioni della resa, come del resto fece, in una sua relazione al Comando generale del C.V.L., anche il colonnello Giuseppe Curreno di Santa Maddalena (v.), responsabile del comando militare della zona.

Secondo gli[...]

[...]munizioni, compresi due cannoncini anticarro 47/32, che vennero divisi tra « Valtoce » e Valdossola ».

Le forze partigiane

Alla liberazione della vallata si era giunti dopo un periodo di attività particolarmente vivace delle forze partigiane della zona, malgrado che nel giugno un pesante rastrellamento condotto con ingenti mezzi particolarmente contro il comprensorio montano della Val Grande avesse inferto un duro colpo alla « Valdossola » di Dionigi Superti e alle formazioni minori « Giovane Italia » e « Cesare Battisti ». Su poco meno di 500 partigiani impegnati dal nemico, quasi 300 erano caduti combattendo o nelle fucilazioni in massa seguite al rastrellamento. In dieci giorni (dal 17 al

27 giugno) e in nove diverse loca

lità i fucilati furono ben 126, tra cui le 42 vittime della strage di Fondotoce (v.) ; qui morirono il valoroso tenente Ezio Rizzato e una coraggiosa donna, Cleonice Tommasetti. Un quarantatreesimo condannato a morte, Carlo Suzzi di Verbania, riuscì a salvarsi benché ferito, uscendo di notte dall’ammasso dei[...]

[...] C. Battisti » di Armando Calzavara [Arca) con circa 80 uomini e la « Generale Perotti » di Filippo Frassati [Pippo) con circa 60: ambedue apolitiche, più aperta la prima e quasi filomonarchica la seconda. Dalla fusione di queste due formazioni nacque la Brigata « Piave », il cui comando venne affidato all’ingegnere Paolo Sala [Carletto). Sulla destra del Toce, con le sue basi operative sopra Ornavasso, era presen

te la « Valtoce » di Alfredo Di Dio, una formazione dove non si nascondevano simpatie per la Democrazia cristiana, da cui era sorretta finanziariamente. Infine, verso il Cusio, operava la « Filippo Beltrami » di Bruno Rutto.

I garibaldini tenevano da tempo i passi alpini di Baranca e del Turlo che, dalla valle Anzasca, mettevano in comunicazione con la Vaisesia, dove operavano Cino Moscatelli (v.) ed Eraldo Gastone (v.). Dalla valle Anzasca i garibaldini si erano spinti nelle valli di Antrona, Bognanco, Antigorio; negli ultimi mesi di guerra essi assorbiranno M Battaglione autonomo « Fabbri », organizzato dai fratelli Ugo e [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 472

Brano: [...]oga tra i giovani nel secolo scorso e cantata in coro durante le gite domenicali.

Galli, Luigi Michele

N. a Gallarate (Varese) il 27.10.

1944. Attivo nell'Azione Cattolica,

compì la sua formazione presso l’università milanese del Sacro Cuore, conseguendo la laurea in Economia e commercio.

Dopo I'8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, ufficiale nella Brigata « Rizzato » della Divisione « Alfredo Di Dio ». Svolse inoltre compiti di collegamento tra formazioni partigiane di montagna e organizzazioni clandestine di pianura.

Dopo la Liberazione diresse il settimanale democristiano La Battaglia. Membro del Comitato provinciale della D.C. di Varese, è stato eletto deputato nel 1953 e rieletto nelle successive legislature.

Gallico, Famiglia

Famiglia italiana distintasi nella lotta contro il fascismo. Renato Gallico (18801942): avvocato, emigrato a Tunisi, collaborò assiduamente alla stampa antifascista locale in lingua italiana, dal « Risveglio »

(1925) al settimanale « Italiano di Tun[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 537

Brano: [...]prime tre legislature della Repubblica. Attualmente è sindaco del Comune di Vetto d’Enza.

Marcora, Giovanni

Albertino. N. a Inveruno (Milano) il 28.12.1922; dirigente industriale. Allievo ufficiale di artiglieria durante la Seconda guerra mondiale, dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza. Unitosi ai partigiani operanti nel Verbano e nell’Ossola, divenne vicecomandante del Raggruppamento « Alfredo Di Dio » (v. Brigate Cattoliche) e partecipò alla liberazione di Domodossola.

Nel dopoguerra fu nominato presidente della Commissione per il riconoscimento delle qualifiche partigiane.

Iscritto alla Democrazia cristiana dal 1945, ha successivamente ricoperto diversi incarichi organizzativi. Nel 1953 è stato tra i fondatori del periodico « La Base » e, dal 1958


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Di Dio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascisti <---Alfredo Di Dio <---antifascista <---comunista <---fascismo <---fascista <---C.L.N. <---nazifascisti <---antifascisti <---cristiana <---Storia <---socialista <---Antonio Di Dio <---Bibliografia <---S.S. <---italiana <---C.V.L. <---Filippo Beltrami <---italiani <---nazisti <---Partito comunista <---comunisti <---fasciste <---italiano <---nazista <---Gianni Citterio <---Val Toce <---democristiano <---Cino Moscatelli <---D.C. <---Fiamme Verdi <---G.A.P. <---Medicina <---S.A.P. <---d'Ossola <---nazifascista <---nazifasciste <---nazismo <---Aldo Carletti <---Alto Milanese <---C.L.N.A.I. <---Gaspare Pajetta <---Giuseppe Curreno <---Gravellona Toce <---Lino Ferrari <---Luigi Zoppetti <---Mario Muneghina <---Monte Rosa <---Pippo Coppo <---Renato Boeri <---collaborazionista <---dell'Italia <---gappisti <---italiane <---sindacalista <---Adelmo Brini <---Adolfo Serafino <---Alberto Valeriani <---Aldo Aniasi <---Antonio Gramsci <---Aristodemo Sangiorgi <---Azione Cattolica <---Bortolo Creola <---Brigata S <---Brigata S A P <---Brigata del Popolo <---Ciliante Martelli <---Concetto Marchesi <---Dario Cola <---De Gasperi <---Dianz Dino <---Divisione Alpina <---Elio Toninelli <---Eraldo Gastone <---Ercole Della Valle <---F.O.Z. <---Fernandez Dianz Bianca <---Fernandez Dianz Giovanni <---Fernandez Dianz Pietro <---Fernandez Dianz Roberto <---Filippo Bel <---Fisica <---Fratelli Calvi <---Fratelli Lenti <---Froelich Lotte Mazzu <---G.L. <---G.N.R. <---Gennaro Cantoni <---Giancarlo Puecher <---Gino Comastri <---Giordano Bari Ili <---Giovane Italia <---Gualtiero Lollini <---Guido Trebbi <---Lino Rubini <---Ma non <---Mario Gordini <---Monte Massone <---P.C.I. <---Paolo Sala <---Pieve Vergonte <---Pieve del Pino <---Pompeo Accorsi <---Pratica <---Regina Coeli <---Renato Fabbri <---Rivoluzione di Lenin <---Romano Lollini <---San Biagio di Domodossola <---Santa Maddalena <---Santa Maria <---Scialon Liliana Fernandez <---Sergio Cavalli <---Sergio De Vitis <---Sergio Marchi <---Tito Speri <---Tonino Bonora <---Ugo Buttazzi <---Vaigrande Martire <---Val Chisone <---Vitale Cori <---antifascismo <---antifasciste <---autista <---azionista <---bresciana <---bresciane <---brigatisti <---capitalisti <---collaborazionismo <---collaborazionisti <---cominciano <---comuniste <---cristiani <---cristiano <---democristiana <---democristiane <---desiste <---diano <---emiliano <---falciano <---liste <---nazifascismo <---nell'Ossola <---pacifista <---sappisti <---scheggiano <---siano <---socialismo <---socialisti <---È Pajetta <---A Malga Zonta <---Agostino Balconi <---Agraria <---Aioisi Mario Ore <---Albertino Cane <---Alberto Cefis <---Alberto Jacometti <---Alberto Nobili <---Alceste De Am <---Alcide De Gasperi <---Alcune S <---Alcune S A P <---Aldo Fiz <---Alexander Nogin <---Alfredo Landonio <---Alfredo Morea <---Alfredo di Dio <---Alla IX <---Alleati in Svizzera <---Alpe Sacchi <---Alpi Giulie <---Alpina G <---Alpina G L <---Ambrogio Moroni <---Andrea Casi <---Andrea Finocchiaro Aprile <---Andrea Stepanovich Po <---Angelo Bonelli <---Angelo Buriini <---Angelo CI <---Angelo Moltrasio <---Angelo Santambrogio <---Anna Ni <---Antonino Graffeo <---Antonio Cavalli <---Antonio Jelmini <---Antonio Schivardi <---Arcivescovile di Gorla <---Armando Caldana <---Arona a Fondotoce <---Arsizio J <---Arturo Moretti <---Associazione dei Professori <---Attilio Tissi <---Augusto De Gasperi <---Azeglio Dero <---Bagni di Craveggia <---Baite dei Ruschi <---Banca del Friuli a Torviscosa <---Banda Autonoma <---Barlassina Tagliarino <---Bartolomeo Chiodo <---Bartolomeo Oli <---Bassa Novarese <---Battaglione di Polizia Ausiliaria <---Beltrami a Megolo <---Borgna di Borgomanero <---Brigata Garibaldi nel Biellese <---Brigata Patrioti <---Brigata Patrioti Valstrona <---Brigata dalla Divisione <---Brigata del Cusio <---Brigate Autonome <---Brigate Fiamme Verdi <---Brigate Garibaldi del Piemonte <---Brigate Internaziona <---Brigate Nere <---Brigate nere <---Buglio in Monte <---Busto-Gallarate <---C.M.R.P. <---C.N.L. <---Campello Monti <---Campo di Giove <---Cantiere Navale <---Carabinieri di Massa <---Carlo Angelo Cerini <---Carlo Antibo <---Carlo Ciapparelli <---Carlo Marx <---Carlo Suzzi di Verbania <---Carlo Torelli <---Carlo Zerbini <---Casa dei Sindacati <---Caseificio di San Felice sul Panaro <---Casse di Formazza <---Castelletto Ticino <---Castelletto di Momo <---Castiglione Ossola <---Cattaneo di Gravellona <---Cattedrale di Sulmona <---Cesare Bet <---Cipriano Facchinetti <---Colajanni a Luigi <---Collegio Arcivescovile di Gorla Minore <---Collegio dei Padri Oblati <---Colloro di Premosello <---Comando Brigate Garibaldi <---Comando Piazza di Novara <---Comando Unificato di Zona Valtellina <---Comando di Milano <---Comando generale del Corpo <---Comitato del Partito <---Comune di Domodossola <---Comune di Milano <---Comune di Vetto <---Consiglio Ivanoe Bonomi <---Corrado del Carretto <---Corriere della Sera <---Cossano Canavese <---Cusio Verbano Ossola <---Cusio Vittorio Flecchia <---D.C.M. <---Dante Maria Tuminetti <---De Vitis <---Desiderio Scaramuzzi <---Di C <---Di LIBERAZIONE <---Diego Valentini <---Dino Garavaglia <---Diplomatica <---Diritto <---Distaccamento Garibaldi <---Divisione Azzurra <---Divisione Garibaldi Valsesia <---Domeinico Orlandini <---Domenica di sangue <---E.M.M. <---Edmondo De Pil <---Edoardo Luigi Gher <---Edoardo Martin <---Edoardo Rossi <---Edoardo Somaglino <---Emh Ho Valmadre <---Emilio Pitrarga <---Enea De Marchi <---Engels a Carlo <---Ennio Torbidoni <---Enrico Mass <---Enrico Tosi <---Enzo Donato <---Enzo Gibin <---Enzo Piazzot <---Erba-Lecco-Como <---Ermenegildo Monticelli <---Ernest J <---Ernest J Dawìey <---Esteri Foster Dulles <---Esteri a Mosca <---Ettore Passerin <---Ettore Tibaldi <---Eugenio De Rosa <---F.U.A.I. <---FIAT <---Fanciullo Proletario <---Fardella a Palermo <---Fascio di Busto Garolfo <---Federico Engels a Carlo Marx <---Felice Cattaneo di Gravellona Toce <---Ferdinando Zampieri <---Ferrovieri del Genio <---Filippo M <---Filippo Maria Bel <---Filippo Maria Beltrami <---Filosofia <---Fincosit di Genova <---Firenze nella Guerra <---Fondo Brigata Stefanoni <---Forno in Val <---Francesco Albertini di Gravellona <---Francesco Lo Porto <---Francesco Poli <---Franco Abrami <---Franco Grasso <---Franco Mandelli <---Franco Marra <---Fratelli Bandiera <---Fred Scamaroni <---Fronte Popolare <---G.D.F. <---G.P.G. <---Gabriel Marcel <---Gadola Beltrami <---Gaetano Bottini <---Galletto Rosso <---Garibaldi nella Bassa Valtellina <---Gaspare Paletta <---Gaspare Rotondo <---Georgi M <---Gerontologia <---Giacomo Chi <---Giacomo L <---Giacomo L Ossola <---Giampiero Tagliamacco <---Gian Carlo Pajet <---Gioacchino Liga <---Giorgio Bai <---Giorgio Catti <---Giorgio Leone <---Giorgio Paglia <---Giorgio Patterson <---Giornale di Sicilia <---Giovanni Bella <---Giovanni Carli <---Giovanni Castelli <---Giovanni Del Bo <---Giovanni Marcora <---Giovanni Missaglia 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Gerstein <---La Chiesa <---La Fiamma <---La II <---La Nostra Lotta <---La Pietra <---La Resistenza nel Biellese <---La Resistenza nel Cusio Verbano <---La Stampa <---La Vita <---La Vita Cittadina <---La lotta <---La prima <---La sera <---Ladoga-Lepetit <---Lanzo-Canavesana <---Laveno-Mombello <---Legione di Livorno <---Leo Colombo <---Libera Repubblica di Domodossola <---Libertà sulla Majella <---Linea del Sempione <---Lozzo di Cadore <---Lu Monferrato <---Luciano Barbaini <---Luciano Eduardo <---Luigi Austria <---Luigi Cortese <---Luigi Masini <---Luigi Medici del Vascello <---Madonna del Sasso <---Magazzino Aeronautico <---Magenta O <---Mandello Lario <---Marcantonio Leca <---Marcello Colombo <---Marcolini di Verbania <---Marconi Wireless Company Ltd <---Mario Albertini <---Mario Bonfantini <---Mario Calza <---Mario Caracciolo di Feroleto <---Mario Di Leila <---Mario Greppi <---Mario Macchioni <---Mario Martinelli <---Mario Mi <---Mario Paolo Zoni <---Mario Pompini <---Mario Pregelj 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