Brano: [...] « Fiamme verdi » della Lomellina.
7) Brigata « Carlo Bianchi »; Formazione « A. Manzi » (Brianza).
8) G.A.P. e S.A.P. « Fiamme verdi » di Milano.
9) Brigata « Pompeo Accorsi »: Mantova.
10) Brigate Fiamme verdi « Boccoli », « Zeiioli », « Zambelli », « Rosselli »: Cremona.
11) Brigata « G. Franchetti »: Trentino
12) Brigate « Alto Adige »: Alto Adige, Bolzano, Merano.
13) Brigata Fiamme verdi: Reggio Emilia.
Formazioni « Di Dio »
Notevole importanza rivestì, nelle vicende partigiane della vai d’Ossola, la brigata e poi Divisione « Valtoce », che ebbe per comandante Alfredo Di Dio (v.) direttamente collegata al Comando generale in Milano. Il Di Dio, che era appartenuto, con il fratello Anto nio, alla banda Filippo Beltrami (v.) fino al combattimento di Megolo, diede vita alla formazione che sarebbe poi diventata Brigata « Valtoce », protagonista di vari combattimenti, fino alla liberazione delT'OssoIa (v.). Il comportamento della « Valtoce » non sempre fu di totale intesa con le altre formazioni operanti di conserva nella zona; a vpite fu anzi di opposizione ad accordi generali, come quello di istituire un Comando unico militare alla vigilia dell’offensiva nemica.
Formatasi nella prima decade del marzo 1944f alla fine di maggio la
[...]
[...]aggio la
« Valtoce » comprendeva circa 370 uomini, più 8 ufficiali e 3 donne, il comandante, quantunque affermasse di volersi attenere a un’azione strettamente militare, esente da influenze politiche (« Per ora siamo soltanto dei militari e non vogliamo avere nessuna ingerenza di partito »), in effetti manteneva legami con gli esponenti di taluni partiti e soprattutto con la Democrazia cristiana. Nei confronti delle formazioni garibaldine, il Di Dio avrebbe invece dimostrato, è stato scritto, una certa « animosità ». Dal canto loro, i garibaldini criticavano nella « Valtoce » non tanto le simpatie politiche, quanto la condotta nei riguardi del comune nemico: la tensione si acuì soprattutto quando, alla fine dell’agosto
1944, la « Valtoce », la « Valdossola » e la « Beltrami » firmarono con i tedeschi una convenzione per la creazione della zona franca OmegnaCrusinallo. L'accordo, disapprovato dai garibaldini, fu poi respinto dal Comando generale del Corpo volontari della libertà.
Fa parte della storia della « repubblica » ossolana i[...]
[...]1944, la « Valtoce », la « Valdossola » e la « Beltrami » firmarono con i tedeschi una convenzione per la creazione della zona franca OmegnaCrusinallo. L'accordo, disapprovato dai garibaldini, fu poi respinto dal Comando generale del Corpo volontari della libertà.
Fa parte della storia della « repubblica » ossolana il contributo della « Valtoce » alla liberazione e alla difesa della zona. Una difesa estremamente impegnata, nella quale Alfredo Di Dio cadde, la mattina del 12.10.1944, alla gola di Finero presidiata dai tedeschi. Il nome dei fratelli Di Dio fu poi dato a numerose formazioni, tutte di ispirazione cattolica, operanti in Lombardia o a cavallo del confine lombardopiemontese, e comprendenti nel loro insieme circa 20.000 uomini.
Secondo fonte cattolica, al momento delia Liberazione le formazioni « Di Dio » erano le seguenti:
Prima divisione « Valtoce » (sconfinata in Svizzera con la fine della Repubblica delrossola);
Seconda divisione « Valtoce », operante nuovamente nell’Ossola;
Divisione « Alto Milanese »: Rho, Busto, Gallarate, Varese;
Divisione « Rabellotti »: Novara, Magenta; Divisione Ticino: Milano e Lomellina; Divisione « Giancarlo Puecher »: Brianza; Divisione « Lorenzini »: MilanoBergamo; Divisione « Gasparotto »: Valle Scrivia; Brigata Autonoma « Gasparotto »: Magenta, Ticino;
Brigata Autonoma « Mario Greppi »: Angera, Basso Varesotto;
Brigata Autonoma « Duca d’An[...]
[...]saro », « Ricci » e nel gruppo « Cento Croci ». Nell’Emilia centrale e meridionale, la I e II Brigata « Italia », la Brigata « Orlandini » e gruppi minori. Queste forze avrebbero inflitto al nemico perdite considerevoli: 1.612 morti, 731 feriti e 14.103 prigionieri.
Liguria: non risultano vere e proprie unità facenti capo alla Democrazia cristiana. Gruppi di cattolici operarono però in tutte le formazioni.
Piemonte: a parte le formazioni « Di Dio » (collegate al Comando generale di Milano), 3 divisioni democristiane operarono in Piemonte; altre, in gran parte democristiane, furono inquadrate fra le Brigate Autonome (v.) al comando di Mauri. Si calcola una forza complessiva di circa 6.500 uomini, con 127 caduti in combattimento. Veneto: 18 brigate democristiane inquadrate nelle varie divisioni, mentre « in altre 21 brigate, i due terzi dei componenti provenivano dalla Democrazia cristiana ». In totale, circa 14.500 uomini, con 176 caduti e 71 arrestati. Perdite inflitte al nemico: 1.218 morti, 26.500 prigionieri. Particolarmente notevo[...]