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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 54

Brano: [...]ì nel 1946 nella Mostra della Resistenza, voluta dal C.V.L. Alta Italia, ch’egli stesso diresse e allestì a Parigi, presso l’Accademia di Belle Arti. Analogamente, nel 1950, egli ordinò presso la Federazione Comunista di Milano una mostra storicoiconografica del P.C.I. dalla sua fondazione, primo tentativo di raccogliere un prezioso materiale disperso e mai prima d'allora riunito in una sequenza cronologica.

Democratico del lavoro, Partito

Democrazia del lavoro. I fondatori di questo partito ne fanno ascendere le origini (come « Democrazia del lavoro ») al 1942, mentre ancora durava la tirannide fascista. Il Par

tito democratico del lavoro fu costituito come tale dopo la liberazione di Roma (4.6.1944), con la fusione di alcuni gruppi politici di tendenza democraticosociale che già avevano operato clandestinamente nell’Italia occupata dai tedeschi.

La Democrazia del lavoro

Un articolo apparso nell'estate 1943 sul primo numero clandestino di Democrazia del Lavoro faceva risalire l’origine del movimento a tre correnti principali: al radicalismo democratico di Agostino Bertani, Felice Cavallotti ed Ettore Sacchi; al socialismo riformista, nato nel 1911, allorquando i socialisti di destra erano stati espulsi dal Partito spcialista; e alla Democrazia del lavoro, gruppo antifascista formatosi nel corso della seconda guerra mondiale e riallacciantesi alla storica « sinistra » democratica italiana.

La maggior parte dei quadri del nuovo partito, scrive Mario Vinciguerra, aderiva alla « ripristinata Massoneria del Grande Oriente, anziché a quella di rito scozzese! che s’era macchiata di servilismo verso il passato governo per ottenere una sprezzante tolleranza ».

La Democrazia del lavoro cominciò a riorganizzarsi alla vigilia della caduta di Mussolini, quando uomini come Ivanoe Bonomi (v.) e altri ex parlamentari del periodo prefèscjsta, ristabiliti i contatti tra loro, cercarono di influenzare autorevoli rappresentanti della borghesia che si andava staccando dal fascismo, tentarono approcci con Casa Savoia e con lo stesso Vittorio Emanuele III per invitarlo a rompere col fascismo. I fondatori della Democrazia del lavoro, che si fecero più attivi alla vigilia del 25.7.1943, si presentavano altresì come eredi dell’Unione Nazionale fondata da Giovanni Amendola nel 1925.

Il gruppo, rappresentato da Meuccio Ruini, aderì al Comitato delle correnti antifasciste presieduto da Ivanoe Bonomi, di cui facevano parte esponenti del Partito d'Azione, comunisti, democristiani, liberali e socialisti. Il 9.9.1943, quando si formò a Roma il Comitato centrale di liberazione nazionale (v.), la Democrazia del lavoro vi venne rappresentata da Ivanoe Bonomi, Meuccio Ruini e Mario Cevolotto; quest’ultimo fu designato anche membro[...]

[...]più attivi alla vigilia del 25.7.1943, si presentavano altresì come eredi dell’Unione Nazionale fondata da Giovanni Amendola nel 1925.

Il gruppo, rappresentato da Meuccio Ruini, aderì al Comitato delle correnti antifasciste presieduto da Ivanoe Bonomi, di cui facevano parte esponenti del Partito d'Azione, comunisti, democristiani, liberali e socialisti. Il 9.9.1943, quando si formò a Roma il Comitato centrale di liberazione nazionale (v.), la Democrazia del lavoro vi venne rappresentata da Ivanoe Bonomi, Meuccio Ruini e Mario Cevolotto; quest’ultimo fu designato anche membro della Giunta militare del C.L.N. stesso.

Nel gennaio 1944 la Democrazia del lavoro fu rappresentata al Congresso dei C.L.N. di Bari (v.) da Francesco Cerabona, Vincenzo Rinaldi,

Domenico Tripepi, Mario Montessori, Pietro Massari, Nicola Lombardi, Silvio Danza, Andrea Galdo, Giuseppe Patruno. A rappresentare il partito in seno alla Giunta esecutiva venne designato Francesco Cerabona.

Nella Guerra di liberazione

Durante l’occupazione tedesca i demolaburisti curarono la diffusione dei periodici clandestini Ricostruzione, « Democrazia del Lavoro » e L'azione democratica.

Un certo numero di bande armate fu capeggiato da uomini influenzati dalla Democrazia del lavoro [...]

[...] rappresentata al Congresso dei C.L.N. di Bari (v.) da Francesco Cerabona, Vincenzo Rinaldi,

Domenico Tripepi, Mario Montessori, Pietro Massari, Nicola Lombardi, Silvio Danza, Andrea Galdo, Giuseppe Patruno. A rappresentare il partito in seno alla Giunta esecutiva venne designato Francesco Cerabona.

Nella Guerra di liberazione

Durante l’occupazione tedesca i demolaburisti curarono la diffusione dei periodici clandestini Ricostruzione, « Democrazia del Lavoro » e L'azione democratica.

Un certo numero di bande armate fu capeggiato da uomini influenzati dalla Democrazia del lavoro o comunque collegati a questa forza politica, come nel caso del colonnello De Rubeis Mondovì.

Il 27.6.1944, nella Capitale liberata, « Ricostruzione » fornì un elenco di caduti nella Resistenza romana appartenenti alla Democrazia del lavoro: Giovanni Rampulla, Paolo Frasca, Gaetano Forte, Gaetano Butera, Giovanni Senesi, Alberto Giacchini, Arturo D'Aspro, Candido Manca, Antonio Roazzi, Guerrino Sbardella, Giorgio Conti, Amedeo Liddonici, Mario Mori, tutti fucilati. Paolo Musei Ilo, Edvino Gaio, Saverio Savino, Salvatore Siciliano, Vitulliano Quintino, Pietro Guerrini.

Più che dare un contributo alla lotta armata, la Democrazia del lavoro operò soprattutto all'interno del C. L.N. centrale, a sostenere un orientamento di attesismo (v.) che, a Roma, fece prevalere posizioni moderate e conservatrici. Al Nord queste posizioni furono regolarmente respinte e, d’altronde, la Democrazia del lavoro non entrò nemmeno a far parte del C.L.N..

In seno al C.L.N. centrale Bonomi, Alcide De Gasperi (Democrazia cristiana) e Alessandro Casati (Partito liberale) formavano un gruppo di maggioranza che, sulle questioni fondamentali, mise costantemente in minoranza i partiti di sinistra.

Poiché il presidente Bonomi non rappresentava formalmente alcun partito, la Democrazia del lavoro si avvantaggiava dal fatto di avere in seno al Comitato due rappresentanti, anziché lino come tutti gli altri partiti. Attraverso esplicite proposte, ma anche ricorrendo a manovre, rinvìi di riunioni e di decisioni, le forze di maggioranza riuscirono a far prevalere posizioni attesiste anche riguardo alla insurrezione di Roma: «Là liberazione è prossima, gli Alleati stanno p^r arrivare; è inutile rischiare, conviene attendere, è questione di settimane o di giorni. Pensiamo piuttosto a cosa dovremo fare dopo ».

Questa posizione prevalse in seno al C.L.N. centrale. I demolaburisti pensavano [...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 86

Brano: [...]ienza.

Essi invitano perciò gli italiani tutti ed in particolare i lavoratori a stringersi attorno ai soldati d'Italia e cooperare con essi: restino pertanto ai loro posti di lavoro; e laddove si tenti d'impedire

o s'impedisca o si sia impedita l'opera delle autorità responsabili, resistano ed usino i mezzi a loro disposizione per contrastare la prepotenza di ogni eventuale nemico.

Gruppo di Ricostruzione liberale Democrazia Cristiana Democrazia del Lavoro Partito d'Azione Partito Socialista di Unità Proletaria Partito

Comunista italiano.

Lo stesso 9 settembre si ha il primo incidente e la prima vittima della lunga guerra civile che sta per iniziare.

Mentre un gruppo di giovani comunisti distribuiva manifesti antitedeschi in Piazza Vittorio Emanuele, esso s’im batté nelle forze di pubblica sicurezza. Un sottotenente del 7° Regg.to Genio che passava di lì cominciò a redarguire i giovani, provocando il risentimento della folla che nel frattempo si era adunata. Per tutta risposta l’ufficiale estrasse la rivoltella e fece esplodere vari[...]

[...]o perciò gli italia

ni tutti in particolare { lavoratori, « stringersi attorno ai aoldati d’Italia a cooperare con essi: restino pertanto ai loro posti di lavoro; e laddove al tenti di Impedire e si Impedisca o al aia impedita l’opera delle autoriti responsabili, resistano ad usine tutti I messi a loro disposizione per contrastare la prepotenza di agni eventuale nuovo nemico ».

Gruppo di ricostruzione liberale.

Democrazia Cristiana.

Democrazia del Lavoro. Partito d*Azione. Partito Socialista Italiano per l’Unitì Proletaria. Partito Comunista d’Italia.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 450

Brano: [...]I.D.I.) che, per forza di cose, potè estendersi soltanto ad alcune grandi città sedi universitarie (Roma, Milano, Torino, Genova, Padova). Mentre la maggior parte dei docenti, alla periferia, restava completamente estranea al movimento, la dirigenza venne formata designando un rappresentante per ciascun partito: Pasquale D’Abbiero, per il P.C.I.; Giuseppe Candeloro, per il Partito d’Azione; S. Ughi, per la Democrazia cristiana; E. Cabrini per la Democrazia del Lavoro, G. Gabriele per i “cattolici comunisti”.

Le prime elaborazioni programmatiche dell’A.I.D.I., contenute in un documento unitario del 28.2.1944, probabilmente firmato a Roma, contenevano enunciazioni generali alquanto vaghe per quanto riguardava la lotta di liberazione in corso (Punto 3: « Restituire all’insegnamento la necessaria sincerità e chiarezza morale, rompere l’atmosfera di sospetto e di diffidenza creata dal fascismo, restaurare tra maestri e discepoli uno spirito di serena collaborazione, mirando a formare nei giovani libere coscienze, nemiche di ogni tirannide e di ogni reazione[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 427

Brano: [...]enza (con l’incarico di ministro per la Costituente), Giuseppe Romita ai Lavori Pubblici e Gaetano Barbareschi al Lavoro; il Partito comunista con Paimiro Togliatti alla Giustizia, Mauro Scocchmarro alle Finanze e Fausto Gullo alI'AgricoItura; il Partito liberale con Manlio Brosio alla vicepresidenza (con l’incarico di ministro per la Consulta), Marcello Soleri (poi sostituito da F. Ricci) al Teso

ro, Vladimiro Arangio Ruiz all'istruzione; la Democrazia del Lavoro con Mario Cevolotto all'Aeronautica, Meuccio Ruini alla Ricostruzione ed Enrico Molè all'Alimentazione. Completavano il gabinetto Stefano Jacini e Raffaele de Courten, rispettivamente alla Guerra e alla Marina.

Significato politico

La costituzione del Governo Parri fu il risultato della nuova fase politica aperta dalla liberazione del Nord. Essa pose fine alla diarchia, sino allora operante nella direzione del paese, tra il governo nazionale insediato a Roma e il C.L.N. Alta Italia, suo delegato nelle regioni occupate.

Sul piano politico generale, i problemi principali si identificav[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 20

Brano: [...]o le prime riunioni e manifestazioni. A Palazzo Bagnara si costituì il Fronte Nazionale dei partiti antifascisti che diverrà poi il

C.L.N. di Napoli. Ne faranno parte P.C.I., P.S.I., P.d’A., D.C. e liberali. Saranno inoltre eccezionalmente ammessi a farne parte, insieme ai sei partiti, le associazioni dei combattenti e dei mutilati. Nei « 45

giorni di Badoglio » si ricostruirono i partiti non operai: la D.C., il P.L.I. e più tardi anche la Democrazia del Lavoro.

Le insurrezioni nel Sud

La Campagna d’Italia, iniziata dalle armate americane e britanniche, portò alla conquista della Sicilia in poco più di un mese. Palermo venne presa il 22.7.1944. Il 17 agosto, il generale americano Patton entrò a Messina, quasi contemporaneamente alle truppe di Montgomery. Subito dopo prese inizio l’operazione detta Avai anche (v.). Il 9 settembre la V Armata americana sbarcò sulle coste di Salerno. Ma fino al 15 settembre la testa di ponte degli Alleati non era sicura e soltanto il 19 settembre le forze tedesche di Kesselring iniziarono la ritirata. Il 22 sette[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 346

Brano: [...] gioventù; e quella del Sud, più tenacemente monarchica e ancorata, specie dopo la fusione con le forze clientelari ed elettorali guidate da Raffaele De Caro (v.), a istanze di conservazione sociale.

Si venne così a una crisi (del resto anticipata dalle mene condotte, unitamente alla Democrazia cristiana, per la smobilitazione dei C.L.N.), e ciò in concomitanza con le nuove alleanze, piuttosto eterogenee, combinate con Ivanoe Bonomi (v.) e la Democrazia del Lavoro (v.), con Vittorio Emanuele Orlando e con Francesco Saverio Nitti. Caduto infatti il governo Parri, la vivace ala repubblicana e di sinistra del risorto partito (incalzato a sua volta dal grosso movimento dell 'Uomo Qualunque) si allontanò dall’organizzazione nazionale con Franco Antonicelli (v.), Gabriele Pepe, Manlio Brosio (v.) e altri, proprio sul motivo delle scelte istituzionali; e fu messa in minoranza da un ordine del giorno monarchico, presentato da Edgardo Sogno (v. Franchi, Organizzazione) al congresso di Roma del 29.43.5.1946.

Anche se il P.L.I. del 194243 non si richiamava aff[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Democrazia del Lavoro, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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