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Il segmento testuale De Vecchi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 46Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 87

Brano: [...]no al tavolaccio era

segnato un calendario rudimentale; inziava con il 15 settembre e terminava con il 24 ottobre. ” Spes ultima dea " era scritto sulla parete di fronte. Un’altra frase più difficile da decifrare, sotto il finestrino, spiegava entrambe le incisioni. ” Devani Sergio condannato a morte il 24 ottobre, salutate mio padre poi un numero telefonico di sei cifre ».

Vincenzo Pappalettera, Tu passerai per il camino, Milano, 1965.

De Vecchi, Cesare Maria

N. a Casale Monferrato (Alessandria) il 14.11.1884, m. a Roma il 23.6.1959. Dapprima nazionalista e successivamente fascista di tendenza monarchica, quadrumviro della marcia su Roma, nel 1925, in occasione della elargizione di titoli nobiliari ai gerarchi fascisti, si guadagnò quello di conte di Val Cismon.

Fondatore di squadre fasciste in Piemonte, prima della marcia su Roma capeggiò numerose spedizioni punitive. Deputato fascista alla Camera, è passato alla storia per aver volgarmente insultato, il 16.

11.1922, il presidente della stessa Enrico De Nicola e per aver de[...]

[...]22, il presidente della stessa Enrico De Nicola e per aver definito i deputati cattolici « cialtroni e castroni ». Nel dicembre 1922, dopo gli assassinii e le altre violenze perpetrate a Torino dal fascista Piero Brandimarte (v.), ricevette dal suo partito l’incarico di organizzare nella città le file del fascismo, assai scosse dalle energiche reazioni popolari e dell’opinione pubblica.

Nel giugno 1929, dopo la ratifica dei Patti Lateranensi, De Vecchi fu nominato ambasciatore presso la Santa Sede e per l’occasione ricevette da Pio XI la decorazione detta dello « Speron d’oro ».

Nel conferirgli la decorazione, il Papa ebbe a dirgli: « Parlando di novità di rapporti così felicemente iniziati, lo diciamo, signor Conte, con riguardo particolare alla Sua persona, lieti che questa novità di cose si inizi e prenda avviamento da quello che Ella rappresenta, di persone e di opere, da quello che Ella è venuta già facendo per il bene, non solo del Paese, ma anche delle nostre Missioni ».

In seguito De Vecchi fu nominato governatore della Somali[...]

[...]a dello « Speron d’oro ».

Nel conferirgli la decorazione, il Papa ebbe a dirgli: « Parlando di novità di rapporti così felicemente iniziati, lo diciamo, signor Conte, con riguardo particolare alla Sua persona, lieti che questa novità di cose si inizi e prenda avviamento da quello che Ella rappresenta, di persone e di opere, da quello che Ella è venuta già facendo per il bene, non solo del Paese, ma anche delle nostre Missioni ».

In seguito De Vecchi fu nominato governatore della Somalia, e nel 1935 ministro deH’Educazione nazionale. Sostituito in quest’ultimo incarico da Bottai, alla fine del 1936 fu trasferito a Rodi come governatore del Dodecaneso (v.). Qui potè distinguersi per incapacità e per la sua notoria brutalità che, alla vigilia della seconda guerra mondiale, prima ancora dell’inizio delle ostilità, lo indusse tra l’altro a far silurare una nave greca.

Si legge nel Diario di Galeazzo Ciano, alla data del 6.3.1940 (Milano, 1946): « Per la prima volta ho trovato uno che vuole fare subito la guerra con i Tedeschi contro la Fra[...]

[...]tinguersi per incapacità e per la sua notoria brutalità che, alla vigilia della seconda guerra mondiale, prima ancora dell’inizio delle ostilità, lo indusse tra l’altro a far silurare una nave greca.

Si legge nel Diario di Galeazzo Ciano, alla data del 6.3.1940 (Milano, 1946): « Per la prima volta ho trovato uno che vuole fare subito la guerra con i Tedeschi contro la Francia e l’Inghilterra. Questi è nientedimeno che l’intrepido Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon! Gli americani dicono che ogni minuto nasce un imbecille: basta trovarlo. Questa volta l’ho trovato. È soprattutto un vanesio che sogna maresciallati e collari e spera conquistarli col sangue degli altri ».

Nella famosa seduta del Gran Consiglio del 25.7.1943 De Vecchi votò contro Mussolini. Per questo, nei 45 giorni del governo Badoglio fu mantenuto al comando dei reparti militari in precedenza affidatigli (216a Divisione costiera dislocata in Toscana), ma dopo l’8 settembre operò per la resa incondizionata di questi reparti ai tedeschi. Al processo di Verona (v.) fu condannato a morte in contumacia dai fascisti della repubblica di Salò. Dopo la Liberazione visse appartato e morì in una clinica romana.

Il settimanale Tempo ne ha pubblicato le memorie sotto il titolo Una sconcertante storia del fascismo.

De Vita, Corrado

N. a Noto (Siracusa) l'1.12[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 535

Brano: [...]e della destra economica a soluzioni autoritarie, il movimento fascista mise a punto la sua macchina sovversiva. Il generale Asclepio Gandolfo, Italo Balbo, Ulisse Igliori e Dino Perrone Compagni, nella veste di « ispettori generali » furono incaricati di curare la preparazione militare dei fascisti. Il 3.10.1922 venne pubblicato un nuovo regolamento della Milizia che, a firma dei futuri « quadrumviri » Italo Balbo, Michele Bianchi, Cesare Maria De Vecchi, Emilio De Bono, fra l'altro definiva la nomina dei capi come affare di competenza delle « superiori gerarchie ».

Mussolini dichiarò: « L’urto è ormai inevitabile ». Ma il suo gioco consisteva essenzialmente nel far pesare sul governo il ricatto del movimento armato, affinché Facta abbandonasse la partita e il re trasmettesse a lui, Mussolini, l’incarico di governare. I conservatori cercarono l'intesa con il fascismo. Mussolini trattò ma, al tempo stesso, mobilitò la Milizia. Alla ricerca disperata di alleati, Facta propose a D’Annunzio (nel quale i motivi di concorrenza con Mussolini eran[...]

[...]Annunzio (nel quale i motivi di concorrenza con Mussolini erano ancora vivi) la partecipazione a una grande manifestazione monarchica da tenersi a Roma per l’anniversario della vittoria del 4.11.1918.

Il piano d’azione

Timoroso di essere preso in contropiede, Mussolini decise di passare all’azione. In una riunione segreta svoltasi a Milano, presenti i generali Emilio De Bono, Gustavo Fara e Sante Ceccherini, nonché i capi squadristi Balbo, De Vecchi e Attilio Teruzzi, Mussolini impose il suo punto di vista stabilendo che, in occasione deH’imminente congresso del Partito fascista convocato a Napoli per il 24 ottobre, quando l’attenzione fosse tutta rivolta a quella assemblea, a un determinato momento un quadrumvirato (De Bono, Balbo, De Vecchi e Bianchi) avrebbe assunto l'iniziativa di far convergere i fascisti sulla Capitale. I generali Fara e Ceccherini, non iscritti al partito ma esponenti dei militari legatisi al fascismo, avrebbero assicurato la « neutralità » dell’Esercito. I congiurati rinviarono di qualche giorno la definizione tecnica del piano.

Il 18 ottobre, a Bordighera, i qua

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[...]. Gli ordini erano di mobilitare le squadre, occupare i punti strategici ed evitare scontri con le Forze Armate. La « marcia » vera e propria sarebbe stata diretta da un Comando con sede in Perugia e avrebbe dovuto far convergere su Roma squadre fasciste preventivamente concentrate a Santa Marinella, a Mentana e a Tivoli.

La regina madre Margherita di Savoia, che in quel momento si trovava per l’appunto a Bordighera, invitò a pranzo De Bono e De Vecchi, formulando per l’occasione i migliori auguri per la realizzazione dei loro piani. In quegli stessi giorni il segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Gasparri, diramò una circolare ai vescovi per richiamarli al dovere della « neutralità » nelle contese politiche, ciò che equivaleva a sconfessare l’opposizione antifascista manifestata da don Sturzo e da alcuni altri esponenti del Partito Popolare.

Il raduno di Napoli

Il 24 ottobre circa 40.000 Camicie nere furono fatte concentrare a Napoli. Mussolini tenne un discorso al Teatro San Carlo, presenti il prefetto e Benedetto Croce[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 115

Brano: [...]quadro delle pressioni esercitate dal governo fascista per acquisire all’Italia un’espansione coloniale in Africa Orientale, Benito Mussolini riuscì a ottenere dall’Inghilterra, assieme ai territori africani dell’Oltre Giuba, un riconoscimento di sovranità sulle isole del Dodecaneso.

Primo amministratore italiano del Dodecaneso fu il governatore civile Mario Lago. Quando, nel 1936, questi venne sostituito dal quadrumviro fascista Cesare Maria De Vecchi (v.), le condizioni della popolazione locale subirono un brusco peggioramento. Il facinoroso gerarca, nel tentativo di « italianizzare » le isole, chiuse le scuole greche e limitò fortemente alla popolazione (soprattutto a quella greca) i diritti civili e politici.

Dal 1936 al 1939 il numero complessivo di abitanti scese da circa

141.000 (di cui 16.700 gli italiani) a 122.400, evidentemente per la forzata evacuazione di una parte della popolazione greca. Nel contempo, De Vecchi cercò di militarizzare le isole e di renderle, nonostante la estrema povertà di risorse, autarchicamente « aut[...]

[...]olazione locale subirono un brusco peggioramento. Il facinoroso gerarca, nel tentativo di « italianizzare » le isole, chiuse le scuole greche e limitò fortemente alla popolazione (soprattutto a quella greca) i diritti civili e politici.

Dal 1936 al 1939 il numero complessivo di abitanti scese da circa

141.000 (di cui 16.700 gli italiani) a 122.400, evidentemente per la forzata evacuazione di una parte della popolazione greca. Nel contempo, De Vecchi cercò di militarizzare le isole e di renderle, nonostante la estrema povertà di risorse, autarchicamente « autosufficienti ».

115



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 536

Brano: [...]tina Salandra rimise l’incarico e consigliò al re la convocazione del capo del fascismo a Roma. Attorno alla Capitale le squadre mussoliniane intanto erano state bloccate dalla mancanza di organizzazione logistica e da una pioggia insistente che aveva fatto sbollire gli ardori dei fascisti già timorosi della reazione delle truppe. Mussolini, sempre a Milano e barricato nella sede del quotidiano Il Popolo d’Italia, fu avvertito telefonicamente da De Vecchi dell’invito del re, ma non fidandosi chiese una conferma telegrafica. Il sovrano gli inviò allora la comunicazione ufficiale e soltanto in quel momento il « duce » decise di partire per Roma, chiedendo al prefetto di Milano Alfredo Lusignoli (col quale era in ottimi rapporti) di fargli mettere a disposizione un treno speciale.

Mussolini al potere

Per molte ore Mussolini aveva temuto che l’intera questione fosse compromessa da qualche resipiscenza del sovrano, sicché aveva preferito tenersi al riparo e non

lungi da quel confine svizzero che avrebbe sempre potuto offrirgli una rapida v[...]

[...]

Dopo I'8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione in Italia nelle file della Resistenza. Catturato dai tedeschi, venne deportato a Mauthausen e da qui nel campo di Gusen (v.), dove fu ucciso alla vigilia deU la Liberazione.

Marconi, Guglielmo

N. a Bologna il 25.4.1874, m. il 20.7. 1937; scienziato.

Figlio di un agrario emiliano spo~ sato in seconde nozze con una giovane irlandese, frequentò l’Istituto

Bianchi, Balbo, Mussolini, De Vecchi e De Bono sfilano a Napoli, alla testa del corteo fascista (24.10.1922)

536



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 432

Brano: [...]tatuto albertino a quelle funzioni che essi stessi avevano, assieme alla Corona, contribuito a negare.

Riunitosi il Gran Consiglio nella serata del 24 luglio, dopo una discussione che durò l’intera notte e nella quale Mussolini non sembrò rendersi sempre conto della gravità degli eventi né del colpo di mano che i suoi seguaci stavano preparando, l’ordine del giorno firmato da Grandi venne posto in votazione con le firme di Federzoni, De Bono, De Vecchi, De Marsico, Acerbo, Pareschi, Cianetti, Ciano, Bai ella, Gottardi, Bignardi, De Stefani, Rossoni, Bottai, Marinelli, Alfieri, Bastianini, ai quali si aggiunse Albinit sottosegretario all’interno. Diciannove membri del Gran Consiglio avevano pertanto sottoscritto il documento di sfiducia verso Mussolini. Votarono contro: Scorza, Biggini, Polverelli, TringaliCasanova, Frattari, Buffarini Guidi e Galbiati. Si astenne il presidente del Senato Suardo. Roberto Farinacci votò un proprio ordine del giorno, abbastanza analogo a quello di Grandi nella formulazione che riguardava il ripristino delle fu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 613

Brano: [...]si punti della zona e, contemporaneamente, cominciò anche a terra uno scontro tra reparti tedeschi e i carri armati giunti in precedenza.

Dopo alcune ore di combattimento, che vide una partecipazione straordinariamente compatta di saldati, operai e cittadini, la squadra navale nemica era ormai praticamente distrutta e circa 300 tedeschi erano prigionieri, mentre da parte italiana si avevano 3 morti e yna decina di feriti.

A questo punto il De Vecchi, che si trovava a Massa Marittima, ordinò di rilasciare i prigionieri. Inizialmente i difensori si opposero all’ordine, ma poi, vista l’inutilità di continuare la lotta, anche Piombino dovette arrendersi. All’alba del 12 settembre le truppe tedesche occuparono la città, uccidendo durante questa operazione il marinaio Giovanni Lerario.

Lotta partigiana

Da quell’esperienza nacquero comunque le premesse per lo sviluppo della lotta partigiana nel Piombinese: molti antifascisti che avevano partecipato alla battaglia si trovarono nelle necessità di allontanarsi dalla città occupata e si miser[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 550

Brano: [...]ui fu assolto) provocato da una infondata accusa della polizia, secondo la quale, in concorso con altri operai e col direttore deN’officina in cui lavorava (Carlo G agli azzo [v.] che verrà poi eletto deputato comunista) avrebbe fabbricato armi automatiche.

Al sorgere del fascismo entrò a far parte delle squadre di difesa operaia. Militante comunista dalla fondazione del partito, dopo le stragi effettuate nel dicembre 1922 dalle squadracce di De Vecchi e Brandimarte (v.) fu costretto a emigrare in Francia. Stabilitosi a Lione, vi prese moglie e vi rimase per 13 anni, svolgendo attività in tutta la regione del Rodano come dirigente dell’Unione popolare italiana, organizzazione unitaria di sinistra che raccoglieva gli emigrati antifascisti. Nel 1937 perse suo fratello maggiore Vitale, volontario nelle Brigate


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine De Vecchi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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