Brano: De Ruggiero, Guido
anni di carcere, ma nel febbraio
1936, grazie alla vittoria del Fronte popolare spagnolo, tornò in libertà. Si dedicò allora a organizzare la gioventù socialista, biella quale, intuendo i pericoli che si addensavano sulla repubblica, preparò anche un abbozzo di struttura paramilitare. Al momento della congiura militare e falangista (luglio 1936), la sua opera si rivelò assai utile perché diede modo alle organizzazioni , giovanili di formare uno dei primi e meglio addestrati battaglioni della milizia popolare, l'« Octubre n. Il», di cui assunse il comando. Con esso De Rosa parteci[...]
[...]9.1936, dopo aver riordinato la propria formazione, che era stata respinta e scompaginata durante un attacco falangista, condusse al contrattacco una compagnia e cadde nel tentativo di riconquistare la posizione di Cabeza Leja, sulla Sierra Guadarrama. Madrid tributò alla sua salma onori solenni.
Nel 1960 un dirigente socialista italiano ha individuato, nel cimitero civile della capitale spagnola, la tomba che ne conserva le spoglie. M.Gi.
De Ruggiero, Guido
N. a Napoli il 23.3.1888, m. a Roma il 29.12.1948; filosofo e storico, autore di una monumentale storia della filosofia in 16 volumi, giornalista, antifascista, fu tra i fondatori del Partito d'Azione (v.).
Laureatosi in giurisprudenza, rinunciò alla professione forense per dedicarsi agli studi filosofici sotto l’influenza delle nuove correnti idealistiche italiane e tedesche, e soprattutto del pensiero di Giovanni Gentile (v.). Negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, come molti degli intellettuali italiani influenzati dalla cultura idealistica ebbe parte n[...]
[...]genza del tutto nuova e originaria » (Resto del Carlino, 30.6.1913).
Quando si profilò la possibilità dell’ingresso dell'Italia nel conflitto mondiale, si pronunciò a favore dell’intervento, differenziandosi in ciò da Benedetto Croce (v.) e collaborando attivamente alla rivista nazio
nalista di estrema destra L'Idea Nazionale. Ma già negli anni della guerra veniva prendendo le distanze dal movimento per il quale aveva simpatizzato.
Così De Ruggiero descriveva il movimento nazionalista in un saggio su La Pensée itali enne et la guerre, pubblicato da La Revue de Métaphysique et de la Morale: « 11 nazionalismo italiano è stato partigiano dei tedeschi; più tardi, trascinato dal sentimento del pubblico antiaustriaco, si è pronunciata per la guerra irredentista [...]. Ha finito così, in modo imprevisto, col rompere con i clericali e unirsi ai democratici, con i quali ha in comune il gusto di muovere le passioni della piazza e l’abilità di riuscirvi. D’altra parte, non volendo rinunciare alle proprie tendenze imperialistiche che sono in violen[...]
[...] quali ha in comune il gusto di muovere le passioni della piazza e l’abilità di riuscirvi. D’altra parte, non volendo rinunciare alle proprie tendenze imperialistiche che sono in violento contrastp con i principi democratici, non riesce a raggiungere neppure la grossolana coerenza dei suoi alleati, e si estenua in uno sforzo continuo per rappezzare il mantello multicolore delle sue idee ».
Primo dopoguerra
Al termine del conflitto mondiale De Ruggiero fu il primo, tra gli idealisti della cerchia di Croce e Gentile, a schierarsi su posizioni di rinnovamento del liberalismo e di decisa opposizione alle nuove tendenze autoritarie che porteranno al fascismo. Mentre simpatizzava per l’esperimento radicale di Francesco Saverio Nitti, collaborava alle riviste di Piero Gobetti, prima a Energie Nuove e in seguito a Rivoluzione liberale. E mentre, dei suoi maestri, Croce guardava con simpatia al nascente movimento fascista, e Gentile entrava nel primo gabinetto Mussolini come ministro della Pubblica Istruzione, preparandosi a diventare il filosofo u[...]
[...]oritarie che porteranno al fascismo. Mentre simpatizzava per l’esperimento radicale di Francesco Saverio Nitti, collaborava alle riviste di Piero Gobetti, prima a Energie Nuove e in seguito a Rivoluzione liberale. E mentre, dei suoi maestri, Croce guardava con simpatia al nascente movimento fascista, e Gentile entrava nel primo gabinetto Mussolini come ministro della Pubblica Istruzione, preparandosi a diventare il filosofo ufficiale del regime, De Ruggiero sviluppò la critica dei « presupposti economici del liberalesimo », denunciò la mancanza di un rapporto reale tra liberalismo è masse popolari, definì « pseudoliberalismo, forcaiolo » quello della tradizione italiana, sia di Salandra che di Giovanni Giolitti.
Più tardi, alla fine del 1924, la battaglia antifascista di De Ruggiero si spostò sulle posizioni più conservatrici e moderate dell'» Unione Nazionale » promossa da Giovanni Amendola (v.) ; si fece così definitiva la sua rottura, anche filosofica, col Gentile e si rafforzarono invece i rapporti col Croce.
Contro il fascismo
Nel 1925, all’indomani dell'instaurazione del regime fascista, uscì la sua Storia del liberalismo europeo, la cui ristampa, nel 1941, sarebbe costata a De Ruggiero la perdita della cattedra universitaria. Negli
anni della dittatura fascista, quell’opera avrebbe costituito uno dei punti fermi della « resistenza » liberale e uno dei testi su cui si sarebbe prodotta la presa di coscienza antifascista delle nuove generazioni.
Quest’importante opera di De Ruggiero si conclude con la constatazione della crisi del liberalismo e con una diagnosi che sembra andare al di là della nota interpretazione crociana del fascismo come « parentesi patologica » nella storia italiana ed europea. La crisi coincide, per I*Autore, con la perdita di quell'attitudine « universalistica » della borghesia che aveva fatto dire a Siéyès: « Il terzo stato è tutta la nazione « Così — scrive De Ruggiero — [la borghesia] ha subito non soltanto l’iniziativa, ma anche la mentalità degli avversari: essa ha imparato a valutare lo Stato come un terreno di conquista. Il governo come un comitato d'affari della classe al potere, l'ordine giuridico come un mezzo di predominio. Il materialismo storico, sorto come dottrina di uno dei contendenti, è diventato il simbolo di tutti gli altri e ha dato la sua impostazione e il suo indirizzo alla lotta. In questo senso è profondamente vera l’affermazione che il secolo XIX abbia segnato il trionfo del materialismo storico: si è data cioè una degradazione di tu[...]
[...]rtimento di ogni criterio di giudizio alla stregua degli Interessi egoistici e materiali ». È qui da osservare, insieme all’acuta percezione del carattere di classe del fascismo e ad alcuni dei suoi tratti specifici, un’interpretazione del marxismo in chiave economicistica che è stata una delle premesse della decadenza del pensiero liberale.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo la destituzione dalla cattedra universitaria, nel giugno 1943 De Ruggiero fu arrestato per aver preso parte alla fondazione dei Partito d'Azione. A vent’anni dalla rottura con Gentile venne così il momento deirattacco a Benedetto Croce, cui De Ruggiero rimproverava il «conservatorismo ottimistico» della sua filosofia, l’immagine idilliaca dell’Italia gìolittiana nella « Storia d’Italia », l’incapacità di intendere le radici storiche dell'esperienza fascista.
Con la Resistenza
Liberato il 25.7.1943, De Ruggiero fu nominato rettore dell’Università di Roma nei 45 giorni del governo Badoglio. Durante il periodo dell’occupazione tedesca della Capitale passò nella clandestinità.
Con la liberazione fu designato ministro della Pubblica istruzione nel primo governo Bonomi (giugnodicembre 1944). Con Luigi Salvatorelli fondò il settimanale La Nuova Europa, organo della corrente dì destra del Partito d’Azione, e partecipò alla battaglia repubblicana, con
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