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Il segmento testuale De Ruggiero è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 83

Brano: De Ruggiero, Guido

anni di carcere, ma nel febbraio

1936, grazie alla vittoria del Fronte popolare spagnolo, tornò in libertà. Si dedicò allora a organizzare la gioventù socialista, biella quale, intuendo i pericoli che si addensavano sulla repubblica, preparò anche un abbozzo di struttura paramilitare. Al momento della congiura militare e falangista (luglio 1936), la sua opera si rivelò assai utile perché diede modo alle organizzazioni , giovanili di formare uno dei primi e meglio addestrati battaglioni della milizia popolare, l'« Octubre n. Il», di cui assunse il comando. Con esso De Rosa parteci[...]

[...]9.1936, dopo aver riordinato la propria formazione, che era stata respinta e scompaginata durante un attacco falangista, condusse al contrattacco una compagnia e cadde nel tentativo di riconquistare la posizione di Cabeza Leja, sulla Sierra Guadarrama. Madrid tributò alla sua salma onori solenni.

Nel 1960 un dirigente socialista italiano ha individuato, nel cimitero civile della capitale spagnola, la tomba che ne conserva le spoglie. M.Gi.

De Ruggiero, Guido

N. a Napoli il 23.3.1888, m. a Roma il 29.12.1948; filosofo e storico, autore di una monumentale storia della filosofia in 16 volumi, giornalista, antifascista, fu tra i fondatori del Partito d'Azione (v.).

Laureatosi in giurisprudenza, rinunciò alla professione forense per dedicarsi agli studi filosofici sotto l’influenza delle nuove correnti idealistiche italiane e tedesche, e soprattutto del pensiero di Giovanni Gentile (v.). Negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, come molti degli intellettuali italiani influenzati dalla cultura idealistica ebbe parte n[...]

[...]genza del tutto nuova e originaria » (Resto del Carlino, 30.6.1913).

Quando si profilò la possibilità dell’ingresso dell'Italia nel conflitto mondiale, si pronunciò a favore dell’intervento, differenziandosi in ciò da Benedetto Croce (v.) e collaborando attivamente alla rivista nazio

nalista di estrema destra L'Idea Nazionale. Ma già negli anni della guerra veniva prendendo le distanze dal movimento per il quale aveva simpatizzato.

Così De Ruggiero descriveva il movimento nazionalista in un saggio su La Pensée itali enne et la guerre, pubblicato da La Revue de Métaphysique et de la Morale: « 11 nazionalismo italiano è stato partigiano dei tedeschi; più tardi, trascinato dal sentimento del pubblico antiaustriaco, si è pronunciata per la guerra irredentista [...]. Ha finito così, in modo imprevisto, col rompere con i clericali e unirsi ai democratici, con i quali ha in comune il gusto di muovere le passioni della piazza e l’abilità di riuscirvi. D’altra parte, non volendo rinunciare alle proprie tendenze imperialistiche che sono in violen[...]

[...] quali ha in comune il gusto di muovere le passioni della piazza e l’abilità di riuscirvi. D’altra parte, non volendo rinunciare alle proprie tendenze imperialistiche che sono in violento contrastp con i principi democratici, non riesce a raggiungere neppure la grossolana coerenza dei suoi alleati, e si estenua in uno sforzo continuo per rappezzare il mantello multicolore delle sue idee ».

Primo dopoguerra

Al termine del conflitto mondiale De Ruggiero fu il primo, tra gli idealisti della cerchia di Croce e Gentile, a schierarsi su posizioni di rinnovamento del liberalismo e di decisa opposizione alle nuove tendenze autoritarie che porteranno al fascismo. Mentre simpatizzava per l’esperimento radicale di Francesco Saverio Nitti, collaborava alle riviste di Piero Gobetti, prima a Energie Nuove e in seguito a Rivoluzione liberale. E mentre, dei suoi maestri, Croce guardava con simpatia al nascente movimento fascista, e Gentile entrava nel primo gabinetto Mussolini come ministro della Pubblica Istruzione, preparandosi a diventare il filosofo u[...]

[...]oritarie che porteranno al fascismo. Mentre simpatizzava per l’esperimento radicale di Francesco Saverio Nitti, collaborava alle riviste di Piero Gobetti, prima a Energie Nuove e in seguito a Rivoluzione liberale. E mentre, dei suoi maestri, Croce guardava con simpatia al nascente movimento fascista, e Gentile entrava nel primo gabinetto Mussolini come ministro della Pubblica Istruzione, preparandosi a diventare il filosofo ufficiale del regime, De Ruggiero sviluppò la critica dei « presupposti economici del liberalesimo », denunciò la mancanza di un rapporto reale tra liberalismo è masse popolari, definì « pseudoliberalismo, forcaiolo » quello della tradizione italiana, sia di Salandra che di Giovanni Giolitti.

Più tardi, alla fine del 1924, la battaglia antifascista di De Ruggiero si spostò sulle posizioni più conservatrici e moderate dell'» Unione Nazionale » promossa da Giovanni Amendola (v.) ; si fece così definitiva la sua rottura, anche filosofica, col Gentile e si rafforzarono invece i rapporti col Croce.

Contro il fascismo

Nel 1925, all’indomani dell'instaurazione del regime fascista, uscì la sua Storia del liberalismo europeo, la cui ristampa, nel 1941, sarebbe costata a De Ruggiero la perdita della cattedra universitaria. Negli

anni della dittatura fascista, quell’opera avrebbe costituito uno dei punti fermi della « resistenza » liberale e uno dei testi su cui si sarebbe prodotta la presa di coscienza antifascista delle nuove generazioni.

Quest’importante opera di De Ruggiero si conclude con la constatazione della crisi del liberalismo e con una diagnosi che sembra andare al di là della nota interpretazione crociana del fascismo come « parentesi patologica » nella storia italiana ed europea. La crisi coincide, per I*Autore, con la perdita di quell'attitudine « universalistica » della borghesia che aveva fatto dire a Siéyès: « Il terzo stato è tutta la nazione « Così — scrive De Ruggiero — [la borghesia] ha subito non soltanto l’iniziativa, ma anche la mentalità degli avversari: essa ha imparato a valutare lo Stato come un terreno di conquista. Il governo come un comitato d'affari della classe al potere, l'ordine giuridico come un mezzo di predominio. Il materialismo storico, sorto come dottrina di uno dei contendenti, è diventato il simbolo di tutti gli altri e ha dato la sua impostazione e il suo indirizzo alla lotta. In questo senso è profondamente vera l’affermazione che il secolo XIX abbia segnato il trionfo del materialismo storico: si è data cioè una degradazione di tu[...]

[...]rtimento di ogni criterio di giudizio alla stregua degli Interessi egoistici e materiali ». È qui da osservare, insieme all’acuta percezione del carattere di classe del fascismo e ad alcuni dei suoi tratti specifici, un’interpretazione del marxismo in chiave economicistica che è stata una delle premesse della decadenza del pensiero liberale.

Durante la seconda guerra mondiale, dopo la destituzione dalla cattedra universitaria, nel giugno 1943 De Ruggiero fu arrestato per aver preso parte alla fondazione dei Partito d'Azione. A vent’anni dalla rottura con Gentile venne così il momento deirattacco a Benedetto Croce, cui De Ruggiero rimproverava il «conservatorismo ottimistico» della sua filosofia, l’immagine idilliaca dell’Italia gìolittiana nella « Storia d’Italia », l’incapacità di intendere le radici storiche dell'esperienza fascista.

Con la Resistenza

Liberato il 25.7.1943, De Ruggiero fu nominato rettore dell’Università di Roma nei 45 giorni del governo Badoglio. Durante il periodo dell’occupazione tedesca della Capitale passò nella clandestinità.

Con la liberazione fu designato ministro della Pubblica istruzione nel primo governo Bonomi (giugnodicembre 1944). Con Luigi Salvatorelli fondò il settimanale La Nuova Europa, organo della corrente dì destra del Partito d’Azione, e partecipò alla battaglia repubblicana, con

»3

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 452

Brano: [...] selettivo di stampo gentiliano, che con quegli esiti aveva pure in qualche modo a che fare.

Lungo questa linea, la concezione della scuola quale imparziale selezionatrice di capacità e attitudini, indipendentemente « da ogni distinzione iniziale di censo e di classe », verrà ribadita nelle dichiarazioni programmatiche e nelle scelte operative di due ministri della Pubblica istruzione nel “regno del Sud”, i già ricordati Adolfo Omodeo e Guido De Ruggiero, entrambi azionisti, ma poi perseguita con scarsa coerenza. L'uno storico del Risorgimento e l’altro storico del liberalismo europeo, ambedue degnissimi studiosi e antifascisti, ma nondimeno impreparati di fronte all’ampiezza e complessità del compito, ben poco poterono per riscattare la scuola dalla funesta eredità liberalfascista e difenderla dall’assalto clericale. L’unico passo in avanti compiuto consistette nel fatto che, essendo ora oggetto della polemica la poca serietà del regime fascista (ma ieri, quasi le stesse persone avevano stigmatizzato con analoghi argomenti le colpe del regim[...]

[...]mica delle forze economiche, politiche e sociali.

Il rigorismo aristocratico di Omodeo, che era anche rettore dell’Università di Napoli, sortì peraltro l’effetto di suscitare un vasto movimento di protesta da parte degli studenti, culminato in una chiassosa manifestazione all’inaugurazione del nuovo anno accademico il 12.11. 1944. Fu con questa contestazione che il movimento studentesco cominciò a dare i primi segni di vita. Dal canto suo, il De Ruggiero fece ben poco per mutare l’ordinamento scolastico vigente. Anzi, egli fu

convinto sostenitore di quella teoria dei due tempi (« prima ricostruire, poi mutare ») che anche in altri settori della vita nazionale costituirà la forza e la fortuna della restaurazione capitalistica in Italia. Rigorosamente fedele a questa linea, il ministro cominciò col vietare la costituzione di commissioni interne nella scuola, in quanto « contrarie agli ordinamenti », vale a dire alle disposizioni fasciste rimaste in vigore.

Le scuole partigiane

Nei territori che venivano anche so

lo per breve tempo l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 617

Brano: [...]rattere sindacale che non implica nessuna responsabilità politica, dichiarano di accettare la nomina nell’interesse del paese e dei nostri organizzati per procedere alla liquidazione del passato e alla sollecita ricostruzione dei Sindacati italiani, che tenga conto delle tradizioni del vecchio movimento sindacale e tenda ad avviare al più presto gli organizzati a nominare direttamente i propri dirigenti ». La dichiarazione era firmata da Buozzi, De Ruggiero, Grandi, Quarello, Lizzadrì, Ferruzzi, Roveda, Casali.

L’attività svolta

I commissari rimasero solo pochi giorni alle Confederazioni, dalla seconda metà di agosto al 10 settembre e, nella caotica situazione creata dall'incerta politica di Badoglio, poterono realizzare ben poco. La loro nomina fu il primo e forse unico atto concreto del governo diretto a suscitare un elemento di fiducia nel paese e ad arrestare la diffidenza sempre più diffusa, specie fra le masse lavoratrici. Dal momento della loro nomina i commissari divennero l’oggetto di ogni rivendicazione popolare, anche la più lon[...]

[...]ccupazione tedesca e l’illegalità della loro sostituzione con funzionari insediati da pseudo ministri fascisti; invitava i lavoratori a non riconoscere questi funzionari, i quali avrebbero poi dovuto rispondere personalmente dell’accettazione di incarichi illegali. Infine la dichiarazione incitava i lavoratori a battersi per la riscossa nazionale, contro il ritorno del fascismo e l’occupazione nazista. Il documento era firmato da Buozzi, Casali, De Ruggiero, Grandi, Lizza* dri, Quarello, Roveda e Vanoni. Braccati dalla polizia fascista (i primi mandati di cattura firmati da Buffar ini Guidi portavano i loro nomi) essi affrontarono la continuazione della lotta e nella clandestinità posero concretamente le basi per la creazione di un’unica organizzazione sindacale.

O. Li.

Commissario politico

Commissario di guerra. Nelle formazioni partigiane, componente del Comando particolarmente responsabile della cura e della direzione politica e morale degli uomini, oltreché dei buoni rapporti con la popolazione; solidarmente responsabile col comanda[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 22Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]Marcia di; Rossi, Ernesto; S.A.P.; Segre, Dino; Settarismo; Spinelli, Altiero; Stalin; Stalinismo; in Storicismo: Gli abusi dello storicismo; Sudan; Svizzera; Tagliaferri, Gino; Togliatti, Pai miro; Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Secondo dopoguerra) ; Università leninista; Vidali, Vittorio; Sesto Fiorentino; Guerra mondiale, Seconda.

Notarianni Michelangelo M.No.

Banfi, Antonio; Borgese, Giuseppe Antonio; Croce, Benedetto; De Ruggiero, Guido; Lukàcs, Gyorgy.

Nozzoli Guido G.No.

Brisighella, I G.A.P. di.

Oberti Antonio A.Ob.

Garino, Maurizio; Marcellino, Guglielmo; Prioglio, Augusto; Vacchieri, Ettore.

Oldrini Giorgio G.OI.

Falck, Società; Garelli, Officina; Isotta F raschi ni.

Onofri Nazario Sauro N.S.O.

Pini, Giorgio; Vighi, Roberto; Zanardi, Francesco.

Orlandini Alessandro A.O.

Scalvaia; Siena.

Ortona Silvio S.Or.

Cherokee, Missione.

Ottaviani Edoardo E.Ot.

Chieti.

Pahor Mario M.Pa. o M.Pah.

Carpi; Cattaro, Rivolta di; Istria; N.O.V.J.; O.Z.N.A.; Rutar, Antonio; Sentjurc, L[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 222

Brano: [...]e del 27.7.1944 n. 159, dal titolo Sanzioni contro il fascismo.

Il decreto era articolato in tre parti (1. Epurazione dalla pubblica amministrazione; 2. Punizione dei delitti fascisti; 3. Avocazione dei profitti di regime) e recava le firme di tutti i ministri del primo governo Bonomi, nel quale erano rappresentati i partiti facenti capo al Comitato di liberazione nazionale: Bonomi, Carandini, Casati, Cerabona, Cianca, De Courten, De Gasperi, De Ruggiero, Gronchi, Gullo, Mancini, Ruini, Piacentini, Saragat, Sforza, Siglienti, Sol eri, Togliatti, Tu pi ni.

Pubblica amministrazione

La legge stabiliva come soggetti a giudizio di epurazione tutti gli appartenenti alle amministrazioni civili e militari dello Stato (anche se con ordinamento autonomo), a enti locali, o altri enti e istituti pubblici, ad aziende speciali dipendenti dalla pubblica amministrazione e ad altre aziende che fossero ritenute di « interesse nazionale ».

In base alla legge avrebbero dovuto essere epurati tutti coloro che, specialmente negli alti gradi, si erano dimos[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine De Ruggiero, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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