Brano: Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia
incontrare la reazione delle truppe tedesche, che, nel frattempo, erano calate numerose nella penisola. In tal modo, fin da allora, il Comitato di Milano aveva assunto una funzione di guida nel quadro della nuova democrazia italiana ed aveva mostrato di sapersi concretamente porre i problemi relativi.
Dal C.L.N. milanese al C.L.N.A.I.
L’8 settembre, così, giunse per gli esponenti politici milanesi non del tutto inatteso e non fu molto difficile il passaggio dal piano dell’attività politica al piano della lotta armata contro i nazifascisti.
Ben presto il C.L.N. della capitale lombarda acquistò una posizione di primo piano dal punto di vista organizzativo e politico perché, essendo al centro della valle Padana, rappresentava un punto di più facile incontro per le forze partigiane che incominciavano ad agire nelle regioni settentrionali. Dal punto di vista militare invece, Milano, per la sua [...]
[...]denza alla autonomia, ed esso stentò a riconoscere l’autorità di Milano. Gli Alleati, d’altronde, sembravano favorire tale frazionamento, come ha osservato Ferruccio Parri, perché avrebbero voluto confinare la Resistenza italiana ad una attività secondaria e del tutto marginale, anche per non alimentare il desiderio di affermare posizioni indipendenti che giungessero a mettere in discussione la supremazia alleata: cosa che era temuta soprattutto dal Churchill.
Tuttavia, questa relativamente meno impegnata situazione militare di Milano si rivelò, alla fine, più un bene che un male, perché consentì al suo C.L.N. di occuparsi dei problemi politici generali. Ed erano appunto tali problemi che si dimostravano sempre più importanti, in quanto si trattava di imporre il Comitato quale organismo dirigente della nuova lotta, di farne conoscere la funzione all'opinione pubblica e di legare, pertanto, l’antifascismo con \\ paese. Bisognava anche combattere, in quei primi momenti, il tentativo del risorto fascismo di fare breccia nella popolazione c[...]
[...]no la riunione dei C.L.N. dell’Italia meridionale indetta per il 20 dicembre a Napoli e che impedivano il ritorno in patria di « numerosi profughi italiani antifascisti », forse temendone lo spirito antimonarchico e sinceramente antifascista.
Tutta questa attività di natura schiettamente politica aveva fatto
assumere al C.L.N. di Milano il ruo
lo di C.L.N. per l’Italia settentrionale, e questa situazione venne ufficialmente riconosciuta dal C.L.N. centrale (v.) di Roma il 31.1.1944, in un momento in cui lo sbarco alleato ad Anzio (22 gennaio) lasciava supporre non lontana la liberazione della Capitale. Con una lettera si investiva il Comitato di Milano dei poteri di « governo straordinario del Nord » e, prevedendo che la liberazione di Roma avrebbe portato alla caduta del ministero Bonomi e alla formazione di un nuovo governo democratico, si diceva che il C.L.N. milanese doveva considerarsi il rappresentante di questo governo in territorio occupato e che fin da quel momento doveva agire « come un centro dirigente e organizzativo d[...]