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Il segmento testuale Cuba è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 630Analitici , di cui in selezione 13 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Saverio Tutino, Fidel Castro dichiara all'Unità. «Vogliamo aumentare gli scambi con l'Italia». «Possiamo esportare zucchero, bestiame, polli e uova» - Castro vede la futura Cuba socialista come un immenso splendido girdino dove l'uomo possa essere felice. in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1965 - - aprile - 25

Brano: Fidel Castro dichiara all'unità
«Vogliamo aumentare gli scambi con l'Italia»
«Possiamo esportare zucchero, bestiame polli e uova» Castro vede la futura Cuba socialista come un immenso splendido giardino dove l'uomo possa essere felice
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, aprile Fidel Castro ha dichiarato al corrispondente dell'Unità che si deve fare uno sforzo per aumentare gli scambi fra Italia e Cuba, che già Cuba ha cominciato a vendere carne all'Italia e che l'Italia potrebbe e dovrebbe comperare più zucchero da Cuba. Il leader cubano ha ridicolizzato con una battuta sprezzante la favola del complotto contro Leoni, in Venezuela. Ha parlato a lungo, con i corrispondenti dell'Unità e del danese Land og Folk, delle floride prospettive della agricoltura cubana e della sua visione di uno sviluppo del socialismo, a misura dell'uomo, in contrasto rivoluzionario con il «progresso» capitalista.
Fidel Castro ha sostenuto questa conversazione per un'ora e mezzo, senza smettere di tagliare canna da zucchero, in una «fattoria del popolo» della provincia di Camaguey, venerdì scorso. Il primo ministro e il presidente Dorticos, con tutti i ministri, hanno passato una settimana tagliando canna dalla mattina alla sera. Hanno voluto mostrarsi esemplarmente all'altezza delle decine di migliaia di volontari che — insieme con le brigate di lavoratori stabili — co[...]

[...]esta conversazione per un'ora e mezzo, senza smettere di tagliare canna da zucchero, in una «fattoria del popolo» della provincia di Camaguey, venerdì scorso. Il primo ministro e il presidente Dorticos, con tutti i ministri, hanno passato una settimana tagliando canna dalla mattina alla sera. Hanno voluto mostrarsi esemplarmente all'altezza delle decine di migliaia di volontari che — insieme con le brigate di lavoratori stabili — consentiranno a Cuba di smentire clamorosamente, quest'anno, la storiella secondo cui, nell'agricoltura, i metodi socialisti sono destinati a incontrare le maggiori difficoltà. Cuba si avvia a grandi passi verso una produzione di zucchero di proporzioni portentose: un balzo certamente superiore al milione rispetto all'anno scorso, che pure aveva registrato un raccolto notevolmente più sostanzioso di quello del '63. Castro ci ha confermato: «Dal '63 al '65 registreremo un aumento del 50 per cento».
Fidel Castro stava dunque tagliando canna in un campo, separato dai suoi ministri e anche dal presidente Dorticos. Tagliava solo, per potere sportivamente misurare il proprio rendimento. Erano le quattro del pomeriggio e il sole batteva ancora forte. Rispettosi della sua fatic[...]

[...]e qui, tagliando... Tra l'altro c'è meno fumo».
L'esempio della RDT
A una nostra domanda sulla montatura del «complotto» nel Venezuela, disse una battuta sarcastica e poi: «Tutte menzogne, con un fondo di verità: la simpatia dei comunisti italiani verso il movimento rivoluzionario venezolano». Ma quella non era la posizione più comoda per una conversazione politica. L'ambiente ci riportava all'agricoltura. Gli chiedemmo se oltre allo zucchero Cuba avrebbe presto esportato anche carne. Avevamo visto tanti bovini, lungo fa strada tra L'Avana e Camaguey. E tanti polli. Ci rispose: «Abbiamo già cominciato a esportare carne: in Italia. Vogliamo arrivare in poco tempo a esportare 50 mila capi di bestiame all'anno. Poi, in cinque anni, ci proponiamo di superare l'Uruguay. Ora esportiamo questo zucchero. Ma con la carne, avremo il nostro "oro rosso". E' una merce che non fa scherzi col prezzo: non va su e giù come lo zucchero. E perdipiù, la richiesta aumenta continuamente sul mercato mondiale. Esporteremo carne in Europa. Quanto ai polli, av[...]

[...]anizzativa: «In ogni modo — disse Fidel — il fattore coscienza è stato determinante: la coscienza, che la rivoluzione alimenta nel popolo. Il lavoro del partito è quello che traduce questa coscienza in organizzazione». Si parlò dell'obbiettivo dei 5 milioni e 100 mila tonnellate per il primo maggio: «L'obbiettivo sarà raggiunto. Poi rimane un altro mese. Dipenderà dalle piogge». Gli dissi che il Dipartimento di Stato aveva diffuso un rapporto su Cuba in cui si ammetteva a denti stretti che la zafra di quest'anno poteva arrivare a cinque milioni, ma che il prezzo sul mercato mondiale era tanto basso che Cuba non ci avrebbe guadagnato nulla: «E' probabile — rispose Fidel — che prenderanno un bello spavento con la cifra finale della zafra. Comunque, non devono dimenticare che la maggior parte della produzione di quest'anno è già venduta ai paesi socialisti per un prezzo di sei centesimi la libbra». Più del doppio del prezzo attuale alla borsa di Londra. «Avevano detto che se Cuba fosse arrivata a produrre cinque milioni quest'anno, lo zucchero sarebbe diventato dolce amaro, per il governo degli Stati Uniti. Credo che stiano già assaporando quest'amarezza: più che altro un dolore morale, perché mai hanno pensato che senza il loro modo di produzione capitalista, i lavoratori cubani sarebbero riusciti a ottenere zafra di oltre cinque milioni di tonnellate».
Qui parlammo della possibilità d'incrementare gli scambi con l'Italia. «Siamo sempre dello stesso avviso: siamo disposti a commerciare con tutti. Con l'Italia, ora, è cominciata la vendita di bestiame. Siamo in trattative anche per altro. Ma si può sapere da dove traggono lo zucchero gli italiani. Dalle barbabietole? Sfido chiunque a produrre zucchero da barbabietole ad un costo anche solo un poco meno conveniente di quello che comprerebbero da Cuba. Con la barbabietola, una libbra di zucchero non può costare meno [...]

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Qui parlammo della possibilità d'incrementare gli scambi con l'Italia. «Siamo sempre dello stesso avviso: siamo disposti a commerciare con tutti. Con l'Italia, ora, è cominciata la vendita di bestiame. Siamo in trattative anche per altro. Ma si può sapere da dove traggono lo zucchero gli italiani. Dalle barbabietole? Sfido chiunque a produrre zucchero da barbabietole ad un costo anche solo un poco meno conveniente di quello che comprerebbero da Cuba. Con la barbabietola, una libbra di zucchero non può costare meno di 10 centesimi di dollaro. L'Europa é stata costretta a usare la barbabietola quando lo zucchero cubano era totalmente controllato dogli Stati Uniti. Era un modo di difendersi dall'uscita di troppa valuta. Cuba raccoglieva dollari per gli Stati Uniti. Ma adesso la situazione è profondamente diversa. Guardate la Repubblica democratica tedesca: l'alto costo della produzione da barbabietola ha convinto i dirigenti della RDT a liquidare a poco a poco le aree di questa coltivazione; gli torna molto più a buon conto comprare lo zucchero da un altro paese».
La conversazione girava costantemente intorno ai temi dell'agricoltura e del commercio estero, che sono i poli fondamentali dell'assestamento attuale dell'economia cubana. Fidel è estremamente ottimista, addirittura entusiasta, della piega favorevole c[...]

[...]one è profondamente diversa. Guardate la Repubblica democratica tedesca: l'alto costo della produzione da barbabietola ha convinto i dirigenti della RDT a liquidare a poco a poco le aree di questa coltivazione; gli torna molto più a buon conto comprare lo zucchero da un altro paese».
La conversazione girava costantemente intorno ai temi dell'agricoltura e del commercio estero, che sono i poli fondamentali dell'assestamento attuale dell'economia cubana. Fidel è estremamente ottimista, addirittura entusiasta, della piega favorevole che hanno preso i suoi piani agricoli (è tornato alla presidenza dell'INRA, il ministero dell'agricoltura, nel gennaio scorso). Ci parlò di questo con visione ampia e non strettamente economica. Ci parlò ancora di produzione intensa di legumi, di agrumi: «Solo a Isla de Pinos, produciamo più agrumi di Israele. Inonderemo di agrumi i paesi socialisti. E i pomodori? Il nostro popolo godrà di un'alimentazione esemplare. Latte, carne, uova, verdure, frutta in quantità, prodotti della nostra terra. La nostra agricol[...]

[...]o il campione dei tori canadesi. Faremo incroci che daranno un bestiame rinomato in tutto il mondo. Adesso vogliamo comprare vacche rosse, danesi». Poi, riassumendo: «Noi vogliamo che l'uomo goda buona salute, dopo verranno le automobili. L'umanità intiera deve godere buona salute. C'è ancora troppa fame nel mondo. Il nostro obbiettivo è innanzitutto di elevare il livello di vita. L'alimentazione è una delle prime cose». In America latina, salvo Cuba, la produzione agricola, rispetto all'incremento della popolazione, è rimasta all'indice del '39. Fidel ripeteva: «La garanzia del consolidamento della rivoluzione è la soddisfazione delle necessità del popolo. Gli alimenti, qui, sono la cosa principale. Quando l'uomo ebbe il primo camion avrebbe dato cento tori per un camion. Ma quando tutti sono arrivati a produrre camion, c'è chi cambierebbe un camion per un toro. L'alimentazione è il problema fondamentale dell'umanità in questo momento».
Alla fine ci dette un consiglio: «Volete leggere un libro interessante? Prendete Primavera silenziosa[...]

[...]gamici fanno miliardi, ma si sta distruggendo, insieme coi parassiti, gran parte dell'ambiente naturale indispensabile per la vita. Probabilmente la diffusione del cancro è dovuta a questo. Non vi sembra una tremenda lezione di vita e una grande lezione politica contro il sistema capitalista?».
Un'ora e mezzo così: noi ponendo qualche domanda, lui tagliando canne a grandi colpi di machete e parlando, parlando, sulla sua visione del socialismo a Cuba, e sull'agricoltura: «Sono nato in campagna, ma la vedevo come bellezza naturale. Ora la conosco. Comincio a conoscerla scientificamente». Dirige anche una fattoria sperimentale, dove è riuscito a ottenere un tipo di canna di altissimo rendimento.
Saverio Tutino



da Saverio Tutino, Il primo Cablo dall'Avana del nostro inviato. L'arrivo di U Thant – I dirigenti cubani discuteranno con lui le garanzie per l'indipendenza in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1962 - - ottobre - 31

Brano: Il primo cablo dall'Avana del nostro inviato. L'arrivo di U Thant – I dirigenti cubani discuteranno con lui le garanzie per l'indipendenza.
Dal nostro inviato
L'AVANA, 30.
La situazione sembra schiarirsi. Preceduto da due annunci «distensivi» — quello che il presidente Kennedy ha consentito, dietro esplicita richiesta, a sospendere il blocco navale e quello che anchele missioni di «sorveglianza» aerea nei cieli dell'isola sono state revocate per tutta la durata della visita — U Thant è giunto oggi pomeriggio alla Avana, dove si adopererà per «un rapido quanto pacifico regolamento del problema». Insieme con il segretario ad interim dell'ONU sono due sottosegretari — Omar Luf[...]

[...]etario ad interim dell'ONU sono due sottosegretari — Omar Lufti, della RAU, e il brasiliano Hernan Tavares de Sa — e il generale indiano Rikhye.
Un'indicazione sull'esito dello consultazioni che U Thant condurrà in questi giorni potrà aversi probabilmente giovedì sera, quando Fidel Castro si rivolgerà alla nazione con un discorso completamente dedicato agli ultimi sviluppi della crisi.
In ogni caso, notava stamane Revoluciòn, U Thant è venuto a Cuba «per negoziare. non per ispezionare». Nei circoli dirigenti dell'Avana non si nasconde una certa impazienza per il fatto che il governo rivoluzionario cubano non ha avuto finora la possibilità di partecipare direttamente al negoziato.L'atteggiamento verso le promesse di pace americane è quello riassunto nella frase di Raul Castro: «Kennedy garantisce che non invaderà Cuba, ma noi ricordiamo bene Playa Girón: aveva promesso la stessa cosa. Stiamo dunque più all'erta che mai».
La radio e i giornali riferiscono che gli impegni presi da Krusciov costituiscono un gesto sereno, mosso dal senso di umanità dell'URSS; ma sottolineano soprattutto con molta forza le cinque condizioni poste da Castro perché Cuba sia garantita contro un'aggressione americana: fine del blocco economico, delle attività sovversive. degli attacchi mercenari dalla Florida e da Portorico, delle violazioni dello spazio aereo e delle acque territoriali cubane, evacuazione, sulla base di un accordo pacifico, della base di Guantànamo.
Anche la visita di U Thant è considerata dunque come una occasione per far conoscere il punto di vista cubano, che non prevede un semplice ritorno allo status quo precedente l'ultima crisi. Si fa notare, tra l'altro, che Cuba non è disposta ad accettare osservatori dell'ONU inquirenti sul suo territorio e si sottolinea che lo stesso U Thant, accettando l'invito di Castro, ha riconosciuto che la sovranità di Cuba è la pregiudiziale fondamentale.
Poche ore prima dell'arrivo del segretario dell'ONU ho visitato un gruppo di batterie antiaeree mimetizzato nell'interno dell'isola. Nessun nuovo ordine à venuto a modificare lo stato d'allarme. I soldati (tutti giovanissimi. una media di diciassette anni, un massimo di venti) hanno compiuto esercitazioni di allarme aereo e terrestre, con armamento molto moderno. I commissari politici si preparavano a spiegare il significato dello scambio dì note tra Kennedy e Krusciov. Ma non si prevedeva nessun allentamento della vigilanza. Lo stesso Fidel Castro ha passato[...]

[...]ti (tutti giovanissimi. una media di diciassette anni, un massimo di venti) hanno compiuto esercitazioni di allarme aereo e terrestre, con armamento molto moderno. I commissari politici si preparavano a spiegare il significato dello scambio dì note tra Kennedy e Krusciov. Ma non si prevedeva nessun allentamento della vigilanza. Lo stesso Fidel Castro ha passato ieri molte ore con unità di combattimento in diversi punti dell'isola.
Per arrivare a Cuba ho dovuto attraversare il blocco del traffico aereo tra Praga e l'Avana, effettuato dai canadesi per conto degli Stati Uniti. A Gander (Terranova) la ricerca di eventuali armi è durata ben cinque ore. Sono state aperte tutte le casse, comprese quelle di medicinali, tutte le valigie e le borse, e l'apparecchio è stato perquisito da cima a fondo. Durante il volo da Gader all'Avana, sul Mar dei Caraibi, l'aereo è stato scortato a lungo da caccia americani.
Il senso di impotenza che tali misure riflettono eccita il bellicismo dei soldati americani. Dietro i reticolati della base di Guantanamo si [...]

[...]en cinque ore. Sono state aperte tutte le casse, comprese quelle di medicinali, tutte le valigie e le borse, e l'apparecchio è stato perquisito da cima a fondo. Durante il volo da Gader all'Avana, sul Mar dei Caraibi, l'aereo è stato scortato a lungo da caccia americani.
Il senso di impotenza che tali misure riflettono eccita il bellicismo dei soldati americani. Dietro i reticolati della base di Guantanamo si vedono i marines gesticolare verso i cubani che sorvegliano le loro mosse. Aerei ed elicotteri continuano a sbarcare armi nella base, divenuta negli ultimi mesi una vera e propria centrale di sovversione e di provocazione contro il regime rivoluzionario.
In tutta Cuba, lo stato di allarme permane. Giorno e notte, tutti i cittadini – uomini e donne – sono mobilitati. Ma non bisogna immaginare un'atmosfera di angoscia. Anzi, la nota dominante sono la serenità e il buonumore. Da una settimana il cielo è coperto, piove, tira un vento del nord e il mare è tempestoso. «Io non so se è il furore di Kennedy che porta la pioggia, o viceversa» mi ha detto un cubano «ma il tempo si guasta sempre quando gli jankee diventano aggressivi. In definitiva, una sola cosa è certa: quando Kennedy fa il duro, noi prendiamo le armi».
Un esercito di civili armati, privo di iattanza ma animato da sincera fede patriottica. sorveglia Cuba da cima a fondo. I cubani sanno che gli attuali dirigenti americani possono rallentare momentaneamente la pressione sotto il peso del movimento mondiale di opinione pubblica sorto a difesa della pace, ma possono anche, da un momento all'altro, commettere qualunque follia.
Il relativo ottimismo che si avverte qui dipende dal fatto che tutto ciò era previsto. Il 26 luglio scorso, Fidel Castro dichiarò che lo unico pericolo per Cuba è ormai l'aggressione diretta da parte degli Stati Uniti e aggiunse che il popolo cubano avrebbe preso le misure necessarie per fronteggiarlo. Questa valutazione si basava su due fatti: primo, che l'aiuto fornito dai paesi socialisti si rivelava ormai sufficiente per sconfiggere il blocco economico; secondo, che la controrivoluzione interna, bloccata dai comitati di vigilanza rivoluzionaria, era assolutamente incapace di agire. Lo prova il fatto che, in questi giorni, non è scoppiata neppure una bomba. Dunque, per abbattere il fastidioso regime dell'Avana a Kennedy non restava altra via che l'aggressione aperta e diretta. Infatti, i preparativi dei mercenari furono intensificat[...]

[...]che, in questi giorni, non è scoppiata neppure una bomba. Dunque, per abbattere il fastidioso regime dell'Avana a Kennedy non restava altra via che l'aggressione aperta e diretta. Infatti, i preparativi dei mercenari furono intensificati in quei giorni a Portorico e furono tentate le prime aggressioni costiere.
E' stato a questo punto che il governo rivoluzionario ha sollecitato le armi. Castro aveva promesso di adottare le misure necessarie. I cubani sanno oggi che tali misure sono state prese. E non si tratta, come si era supposto in un primo tempo, di un'adesione di Cuba al patto di Varsavia, ma di qualcosa di più diretto e immediatamente efficace.
Così si è arrivati alla crisi attuale. L'impressione che da questa crisi si possa uscire con negoziati politici prevale a Cuba, nonostante che i provocatori messaggi indirizzati da Kennedy al popolo cubano lascino dubbi sulla sua buona fede attuale. Le cinque condizioni poste da Fidel per le trattative indicano un ordine di priorità, nelle garanzie richieste, che pare accettabile a chiunque voglia in buona fede imboccare davvero la via della coesistenza. Ciò che Castro chiede, in pratica, è la rimozione delle uniche cause dirette della crisi attuale.
Notevole interesse ha destato all'Avana la presenza del generale Albino da Silva, aiutante militare del presidente del Brasile, Joao Goulart, incaricato di una missione presso il governo dell'Avana. Il generale, a quanto hanno riferito fonti bras[...]

[...]aiutante militare del presidente del Brasile, Joao Goulart, incaricato di una missione presso il governo dell'Avana. Il generale, a quanto hanno riferito fonti brasiliane, ha già avuto incontri con Fidel Castro e ne avrà anche con U Thant. Il Brasile, come è noto ha tenuto a dissociarsi dall'azione aggressiva di Kennedy, e ha preso l'iniziativa di un piano di «disatomizzazione» in America latina, attraverso la liquidazione, oltre che delle basi cubane, di quelle americane a Puerto Rico.



da Saverio Tutino, Lettera da Cuba. All'Avana o in provincia il romanzo della rivoluzione? in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1964 - - ottobre - 18

Brano: Discussione aperta tra i critici cubani — José A. Portuondo, rettore dell'Università di Santiago, e Ambrosio Fornet/giovane scrittore habanero, parlano delle tendenze della narrativa — Realismo e «nouveau roman» — Il romanzo di Lisandro Otero e la borghesia cubana — L'opinione di Alejo Carpentier — I cineasti tengono d'occhio i film italiani. Lettera da Cuba
All'Avana o in provincia il romanzo della rivoluzione?
Dal nostro inviato
L'AVANA, ottobre.
La polemica sull'arte tra le due anime della rivoluzione continua, a Cuba, sia pure In sordina rispetto ad altre questioni pratiche di peso più immediato ed evidente. Le due anime: quella volontaristica, un po' ingenua, che crede di poter risolvere ogni problema con decisioni e proclami, e quella liberale, portata qualche volta all'opportunismo, che lascia spesso i problemi ad una soluzione spontanea, la quale può anche non venire. La polemica continua, ma dal cinema si è spostata sul piano letterario, in particolare sulla narrativa: Il romanzo della rivoluzione verrà scritto all'Avana o in provincia? Su questo curioso tema, davvero poco comune, si sono affrontati[...]

[...]e. La polemica continua, ma dal cinema si è spostata sul piano letterario, in particolare sulla narrativa: Il romanzo della rivoluzione verrà scritto all'Avana o in provincia? Su questo curioso tema, davvero poco comune, si sono affrontati a base di articoli su giornali letterari, José A. Portuando, critico e rettore della Università di Santiago, e Ambrosio Fornet, giovane scrittore habanero.
José A. Portuondo ritiene che, la narrativa giovane cubana stia seguendo una falsa r strada, quella dell'imitazione di formule estranee a Cuba, e quindi perda di vista il compito di ricostruire realisticamente una vicenda nazionale tuttora insufficientemente esplorata. Portuondo segnala alcune opere in cui si afferma «l'accento locale fra le altre La situacion di Lisandro Otero e Los muertos andan solos di Juan Arcocha. Ma le accusa di una certa superficialità nella descrizione della borghesia cubana, che ' questi giovani scrittori avrebbero colto solo in un atteggiamento esteriore decadente, secondo lo schema détta narrativa ' behaviorista (ovvero del comportamento). Insomma, la giovane narrativa — dice Portuondo — non ha ancora saputo offrire un quadro pertinente di tutto» un contorno romanzesco» della rivoluzione che pure nella realtà è esistito.

Nuovo Dreiser?
Secondo il critico di Santiago, si era formata — per esempio — negli ultimi decenni prima della rivoluzione «una borghesia nazionalista che si batteva per aprirsi il cammino contro la resistenza dei grandi monopoli stranieri[...]

[...]ieri.» Di questo non si vede traccia, egli dice, nelle opere narrative uscite dopo la rivoluzione: «Aspettano ancora il loro Dreiser, personaggi borghesi della statura di Julio Lobo, che sognava di diventare il Napoleone dello zucchero.» Insomma Portuondo Intende battersi contro certe vie traverse, che secondo Ivi sta Imboccando la giovane narrativa, invece di seguire la strada maestra che porterebbe (immancabilmente?)al capolavoro del realismo cubano. Questa poteva essere una interessante discussione, anche perchè Portuondo dà per scontato che esistesse una combattiva borghesia nazionale cubana, di cui molti altri negano l'esistenza. Senonché il critico ha commesso lo errore di spostare la polemica su «un terreno secondario, quello di un preteso contrasto fra la provincia, sana e rivoluzionaria,simbolzzata da Santiago di Cuba e dagli scrittori di Santiago, e la capitale, corrotta e quasi controrlvduzionaria, dove vanno di moda le formule straniere, il «nouveau roman» o «l'ultimo tartamudeo mentale di Sathalie Sarraute o di Alain Robbe Grillet». Così la polemica ha cominciato a deviare verso falsi scopi.
La replica è venuta da Ambrogio Fornet, sulla «Gazeta de Cuba» — un foglio letterario che si pubblica nella capitale. Da «provinciale a provinciale» il giovane Fornet rimprovera a Portuondo di voler suggerire — temi che non è compito del critico —, di non capire il valore della nuova versione della realtà contenuta nella esperienza del nuovo romanzo francese, di essere troppo vecchio per capire I giovani e di lasciarsi trascinare dalla irritazione del provinciale contro la capitale in una polemica
«complessata» priva di giustificazioni profonde e pregnata da un manichesimo (da un lato tutta la purezza rivoluzionaria, dall'altro tutta la corruzione) ch[...]

[...] scrittori dovrebbero cercare di ispirarsi al mondo del lavoro, per esempio ai volontari che studiano a Minas del Frio (seimila maestri si stanno preparando nelle disagiate condizioni di un accantonamento di montagna, a più di mille metri sul livello del mare.
La polemica sul romanzo è stata però più importante di quello che può sembrare. Nonostante tutto i giovani intellettuali che hanno seguito gli articoli di " Cultura 64" e della "Gazeta de Cuba" devono avere percepito un certo stimolo ad una ricerca artistica e culturale positiva. Questo stimolo si ritrova in Portuondo, là dove sottolinea una problematica di profonda attualità — la borghesia cubana ha espresso valori nazionali? — e in Fornet, quando polemizza sul concetto di provincia e accenna alla questìone politica del superamento dell'arretratezza e delle disuguaglianze regionali, segnalando la prospettiva della nuova rivoluzione sociale che sarà rappresentata dall'avvento di una nuova classe dirigente cubana, uscita dalle scuole socialiste.
Sulla borghesia cubana degli ultimi anni del dominio imperialista, i pareri sono diversi e qui non è un discorso storico e sociologico che anche a Cuba, tra i competenti è appena iniziato. Rimanendo fermi all'oggetto detta polemica di Portuondo, c'è da riferire semmai l'opinione di altri intellettuali cubani: Raul Gutierrez Serrao ritiene che il romanzo di Lisandro Otero La Situacion riflette il comportamento della borghesia negli ultimi anni della tirannia batistlana. E il maggiore scrittore cubano vivente Alejo Carpentier che sta terminando un romanzo sull'anno del trionfo della rivoluzione, centrato sulla borghesia, pensa che nella descrizione di Lisandro Otero l'ambiente borghese — tutto ricevimenti e chiacchiere, tra un whisky e l'altro sia visto con occhio perfino troppo benevolo.
Lisandro Otero medesimo pensa di essere stato obbiettivo e ricorda che effettivamente, come sostiene Portuondo, negli ultimi anni prima della rivoluzione, si era formata una certa corrente nazionalista anche all'interno delle più rapaci famiglie di «zuccherieri». La figlia di Julio Lobo si era dedica[...]

[...] all'interno delle più rapaci famiglie di «zuccherieri». La figlia di Julio Lobo si era dedicata a studiare il folclore nazionale. Lauriano Batista Falla riuniva nella sua casa gli intellettuali per discutere con liberalità di problemi politici e culturali. Si stava formando un capitale finanziario nordamericano.

Registi e film
Questo aspetto del problema — e quindi della polemica — sembra il più interessante da approfondire. Gente del cinema cubano manifesta spesso la preoccupazione che si rivelino registi capaci di parlare un linguaggio aderente alla realtà del paese. Si cita come esempio il cinema italiano, si dice che certe opere di Rosi, di De Seta, di Germi, di Comencini, di Loy o di Risi sono esemplari per quello che sanno dimostrare di genuino, nella ricerca di un'espressione della realtà italiana, della storia e della cronaca del nostro paese. Vorrebbero che si potessero raggiungere risultati simili anche a Cuba. Hanno fretta, I cubani: nell'entusiasmo creativo sprigionato dalla rivoluzione vorrebbero fare miracoli. Qualche vo[...]

[...]upazione che si rivelino registi capaci di parlare un linguaggio aderente alla realtà del paese. Si cita come esempio il cinema italiano, si dice che certe opere di Rosi, di De Seta, di Germi, di Comencini, di Loy o di Risi sono esemplari per quello che sanno dimostrare di genuino, nella ricerca di un'espressione della realtà italiana, della storia e della cronaca del nostro paese. Vorrebbero che si potessero raggiungere risultati simili anche a Cuba. Hanno fretta, I cubani: nell'entusiasmo creativo sprigionato dalla rivoluzione vorrebbero fare miracoli. Qualche volta sembrano dimenticarsi che ogni conquista culturale è il frutto di un accumulazione, di tecnica e di conoscenza, che la rivoluzione rende certo più facile e spedita, ma che comunque costituisce sempre un processo politico e culturale complesso e non può essere sostituita nè dall'improvvisazione nè dall'imitazione. In questo senso, comunque, ci pare positivo l'apporto di una polemica come quella sorta a proposito del romanzo: sia pure marginalmente, mette il dito su un problema di conoscenza critic[...]

[...]so, comunque, ci pare positivo l'apporto di una polemica come quella sorta a proposito del romanzo: sia pure marginalmente, mette il dito su un problema di conoscenza critica che è uno dei problemi base, di una nuova cultura.
Conoscenza critica implica impegno politico e il problema dell'impegno politico è in definitiva quello che sta alla base di ogni discussione. Portuondo — (come Blas Roca quando iniziò la polemica col direttore dell'Istituto cubano del cinema Alfredo Guevara, l'inverno scorso) ritiene che frequentando di più la base spontaneamente rivoluzionaria del mondo del lavoro, gli artisti troverebbero l'ispirazione per creare opere più coerenti con il clima politico del paese. Troverebbero anche formule nuove per contenuti nuovi. Sono schemi che non si può dire abbiano dato risultati validi, là dove certe prescrizioni ufficiali hanno tentato per decenni di imporli agli artisti. Ma non si vede neanche quale possa essere la validità della battaglia da posizioni antitetiche, tutte rivolte alla difesa della libertà d'espressione, f[...]

[...]r contenuti nuovi. Sono schemi che non si può dire abbiano dato risultati validi, là dove certe prescrizioni ufficiali hanno tentato per decenni di imporli agli artisti. Ma non si vede neanche quale possa essere la validità della battaglia da posizioni antitetiche, tutte rivolte alla difesa della libertà d'espressione, fuori da concreti impegni spirituali col mondo circostante. Non si vede sinceramente la ragione di una battaglia antidogmatica a Cuba. Qui per l'artista c'è molta libertà. Il malinteso zelo di qualcuno che credeva di proteggere la cultura di massa attaccando o sabotando l'apporto individuale o di gruppo non ha avuto seguito. La direzione politica del paese ha sempre evitato di cadere negli estremi di una cultura ufficiale, strutturata in modo da assumere funzioni coercitive.
Ma era forse un richiamo ad essere più partecipi, come uomini, all'impegno collettivo, quello che Portuondo voleva rivolgere ai giovani scrittori. Forse voleva, cioè, richiamare l'attenzione su questo aspetto del problema: la superiore qualità che anche[...]



da Leoncarlo Settimelli, Cuba canta Bella Ciao in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1967 - - agosto - 29

Brano: Incontro internazionale sulla canzone di protesta
Cuba canta
«Bella
ciao»
Trentacinque cantanti di sedici
paesi all'Avana
Nostro servizio
DI RITORNO DA CUBA,
agosto.
E' finita tosi: sul e Britannia s che ci riportava in Europa, una delegazione di maestri cubani, in viaggio verso Mosca, hanno ballato per tutta la notte, alternando le conghe all'inno nazionale. Cuba que linda es Cuba (intonato in prima persona dalla florida hostess) alla Guantanamera. Fi no a quando non hanno scoperto la delegazione italiana e l'hanno obbligata a ripetere per la centesima (e forse più) volta Bella ciao, la canzone che ha conosciuto a Cuba un successo davvero travolgente. Per un mese, i contadini di Santiago, i giovani studenti di Minas de Frio, i tecnici della televisione, il pubblico dell'Avana, i villeggianti di Varadero non hanno chiesto che Bella ciao. E si rinnovava, ogni volta, il rito di cantare tutti insieme, delegazione italiana (Ivan Della Mea, Elena Morandi, Giovanna Marini e il sottoscritto) e pubblico cubano, la storia della ragazza che si fa partigiana e che chiede un fiore per la sua tomba. Non è certo la canzone più bella della Resistenza italiana, eppure quel suo scandire e Bella ciao, bella ciao D. battendo le mani, diventa un linguaggio internazianate, universale.
Tanto più che questa canzone è assai conosciuta a Cuba dove, secondo molti compagni, è stata importata dal Sud America. Per molti altri la canzone viene dalla Spagna, dove sarebbe stata cantata durante la guerra. Il mistero sull'origine e l'area di diffusione di Bella ciao. insomma, continua ad essere sempre più fitto. Nell'America Latina la canta
no con queste parole:
Il mio desiderio
è continuare a lottare
per la falce
ed il martello
e poi: e E se io muoio / nel combattere / bella ciao, bella ciao, bella ciao / prendi nella tua mano / il mio fucile. / Son comunista / per la vita / e da comunista / voglio morir s. Dicono che in Bolivia la [...]

[...]càn per il Cile; Oscar Chavez e José Gonzales per il Messico: Jean Lewis per l'Australia; Onema D'Jamba Pascal per il Congo: Claude Vinci per la Francia; Louis Cilia per il Portogallo; Gerry Woolf per la Repubblica Democratica Tedesca; Raimòn per la Spagna; Ewan Mc Coll. Peggy Seeger. Sandra Kerr, Terry Yarnell e John Faulkner per la Gran Bretagna; Barbara Dane e Julius Lester per gli Stati Uniti, Marth JesuClaud, El Híl jero e Carlos Pueblo per Cuba. Degli italiani abbiamo gid detto. Diciotto giorni. dunque. Ma in realtd l'attivitd e l'impegno dei cantanti (e degli organizzatori) si è protratto — tra registrazioni. spettacoli. special televisivi. trasmissioni radiofoniche. dibattito — per un mese. Accadeva ogni giorno che un istituto o una scuola di agricoltura, un ospedale o una fabbrica, hiedessero la visita di una delegazione e reclamassero ai concerto.
Ma un mese eccitante. fatto di incontri, di viaggi lung;ti e
massacranti verso le nuove realtà cubane (la scuola di Minas de Frio; il nuovo com
plesso agricolo di Gran Tierra; l'Iso[...]

[...] in realtd l'attivitd e l'impegno dei cantanti (e degli organizzatori) si è protratto — tra registrazioni. spettacoli. special televisivi. trasmissioni radiofoniche. dibattito — per un mese. Accadeva ogni giorno che un istituto o una scuola di agricoltura, un ospedale o una fabbrica, hiedessero la visita di una delegazione e reclamassero ai concerto.
Ma un mese eccitante. fatto di incontri, di viaggi lung;ti e
massacranti verso le nuove realtà cubane (la scuola di Minas de Frio; il nuovo com
plesso agricolo di Gran Tierra; l'Isola dei Pini, quella che
Fidel intende proclamare e la
prima regione comunista di Cuba s). di discussioni con i
delegati della Organizzazione
di solidarietà latino americana (OLAS), di fraterni scambi di idee eon Fidel Castro, Abbiamo visto Cuba non come turi
sti. bensì come protagonisti. Alla Gran Tierra, nella punta estrema dell'isola, ad Oriente, dove da pochi mesi sono state aperte le strade, ci siamo arrivati dopo cinque ore di pullman (la e guagua s) e sette di camion scoperto. La polvere ci aveva invecchiati tutti di dieci anni. A notte, Fidc.t Castro ha voluto conversare con i delegati della Cancion Protesta. Ila ascoltato una canzone su Guevara, poi ha detto: a E' più diretta ed efficace di un comizio a.
A Minas de Frio ci accolgono frotte di ragazzi e ragazze, bianchi, neri e mulatti, ¡estoni ed entusiasti. Vogliono una p[...]

[...] sue tasche. Quando il racconto diventava troppo lungo, si voltara verso qualcuno ed esclamava: e Ma adesso sarò bene cantare un po'. non vi sembra? s.
L'Encuentro l stato tutto questo e molt'o ero. E' stato. ad esempio. il successo personale di Ivan Della Mea, definito e il poeta s per le sue dense battute sui temi della vita italiana (Io so che un giorno, che pure non è una canzone di lotta. è diventata popolare in pochi giorni nella versione cubana Yo sé que un dia): e stato il successo di e Noi vogliamo l'uguaglianza s, canto delle mondine; e di molte altre canzoni italiane. E' stato ii fraterno, commovente scambio di esperienze con i compagni del Vietnam del Sud, sempre pronti a ripetere quella loro canzone e Morte all'invasore s che finisce con la ricostruzione mimica deIl'abbattimento di un aereo yankee. E' stato conoscere il riflesso quasi mitico che l'ombra (e la sombra s) di Guevara trova in molte canzoni d'America. Ma del panorama della canzone di protesta nel mondo. del dibattito che sulla sua utilizzazione c'l stato (spesso [...]

[...]cere il riflesso quasi mitico che l'ombra (e la sombra s) di Guevara trova in molte canzoni d'America. Ma del panorama della canzone di protesta nel mondo. del dibattito che sulla sua utilizzazione c'l stato (spesso serrato) e sui frutti di questo dibattito parleremo la prossima volta.
Leoncarlo Settiltnelli
I delegati vietnamiti che hanno partecipato all's Encuentro s, cantano insieme con rappresentanti di altri paesi durante uno spettacolo a Cuba



da Saverio Tutino, Cuba. Tutta la popolazione attiva è impegnata nello studio in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1964 - - ottobre - 9

Brano: Nel 1963'64 due milioni di persone hanno frequentato corsi regolari
Dopo la campagna per l'alfabetizzazione è iniziata la battaglia per il «sesto grado» — «A scuola tutti quelli che ne hanno bisogno» — I maestri di'montagna — Le «zone di pratica docente» — Un problema ancora aperto: la qualità dell'insegnamento
CUBA
Tutta la popolazione attiva è impegnata nello studio
L'AVANA, ottobre
Poche settimane fa, Cuba ha annunciato una cifra record e pochi lo hanno rilevato: due milioni di persone hanno seguito regolari corsi di studio nel '6364. Tenendo presente che gli abitanti di Cuba sono suppergiù sette milioni e scartando i vecchi e i bambini fino a sei anni o sette, si scopre che praticamente tutta la popolazione attiva è impegnata nello studio.
La parola d'ordine che si legge sui manifesti, sui giornali e sui pannelli disposti all'entrata di ogni fabbrica e di ogni ufficio, è un invito perentorio: «A scuola, tutti quelli che ne hanno bisogno». Il bisogno minimo è calcolato in sei classi elementari. La battaglia per il «sesto grado» (ogni cittadino, perlomeno sei anni di studio) non è più la romantica avventura da pionieri che i giovani hanno vissuto in tutta l'isola, [...]

[...]ll'entrata di ogni fabbrica e di ogni ufficio, è un invito perentorio: «A scuola, tutti quelli che ne hanno bisogno». Il bisogno minimo è calcolato in sei classi elementari. La battaglia per il «sesto grado» (ogni cittadino, perlomeno sei anni di studio) non è più la romantica avventura da pionieri che i giovani hanno vissuto in tutta l'isola, nel '61, per liquidare l'analfabetismo. L'istruzione è diventata ' la — misura della nuova cittadinanza cubana.

Il cameriere del «Polinesio»
I titoli dei giornali battono sempre sullo stesso tasto: «Un'ora al giorno di studio in ogni fabbrica di tabacco», «A sedici anni, una ragazza già insegna a ventidue ragazzi», «Madri di famiglia che studiano di sera», Scuola serale delle operaie tessili». Cuba è un alveare, le cui celle sono aule scolastiche. Sulle montagne della Sierra le aule sono spesso all'aria aperta. Tutte le antiche caserme di Batista sono diventate scuole. L'immenso edificio di un tubercolosario, costruito per ragioni speculative in un luogo inadatto per la cura, a Topes de Collantes, quest'anno ospita seimila studenti delle magistrali. L'anno venturo ne ospiterà dodicimila.
I giornalisti statunitensi venuti a Cuba il mese scorso hanno dovuto riconoscere che, nel campo dell'istruzione, la rivoluzione di Fidel Castro ha compiuto miracoli. Hanno potuto constatarlo dovunque. Nei sofisticato bar a luci basse del «Polinesio», in cima alla Rampa (una sorta di via Veneto, più popolare, dell'Avana), due camerieri e un maitre parlano, in un angolo, della definizione marxista del salario. E' un momento di relativa pausa nel lavoro. Lo straniero rimane sorpreso: s'informa e viene a sapere che l'indomani quel cameriere dovrà passare un esame di economia politica e sta ripassando la materia col maitre, che l'anno sc[...]

[...] ma di poco.

Superato l'obiettivo
Anche gli obbiettivi dell'istruzione operaia e contadina sono stati superati, dal punto di vista della quantità di adulti che vi hanno aderito. La qualità delle promozioni è migliorata. Nella scuola media e media superiore (o preuniversitaria: il nostro liceo) si sono iscritti, nel '6364, 137.930 alunni, mentre altri 49.815 hanno frequentato le scuole tecniche e professionali. Bisogna aggiungere che 98 mila cubani, nel primo semestre 1964, hanno seguito corsi di istruzione rivoluzionaria nelle scuole di partito e quindi hanno ricevuto insegnamenti anche di carattere culturale generale.Il «piano» stabilito fin dal '61 prevedeva, per il '6364, 135 mila alunni per la «secondaria» e 50 mila per la «preuniversitaria». L'obbiettivo è stato superato di quasi tremila alunni.
Questa enorme massa di ragazzi che vanno a scuola pone problemi seri. Il numero di iscrizioni alla scuola elementare si è più che raddoppiato rispetto al periodo che va dal '50 al '59. Ma quello della scuola secondaria si è moltiplicat[...]

[...]ato per cinque (da trentamila nel '59 a centocinquantamila nel 64). Fra qualche anno il problema degli insegnanti per la secondaria diventerà quasi Insolubile. Perciò in un discorso ai giovanissimi maestri, il 4 settembre scorso, Fidel Castro ha chiesto nuovi sacrifici: mentre insegneranno nelle elementari, continueranno a studiare per prepararsi a insegnare nelle secondarie. E' questo un principio che regge tutta l'impalcatura dell'istruzione a Cuba.
Nel '59, subito dopo la rivoluzione, si doveva decidere fra un passaggio graduale all'istruzione di massa — con una preventiva preparazione degli insegnanti — e un'immediata applicazione del principio di massa, contando sul sacrificio degli insegnanti e su sistemi di emergenza. Il criterio di cominciare dalla quantità si è dimostrato giusto. I primi alunni non sono stati i più fortunati, rispetto alla qualità dell'insegnamento ricevuto, ma sono diventati in seguito i più meritori. I primi hanno insegnato ai secondi e continua a essere così: mentre si studia si insegna e mentre si insegna si [...]

[...]tituto pedagogico Makarenko. A loro volta, gli studenti del Makarenko (che sono già passati attraverso un anno a Minas del Frio, sulla Sierra Maestra, e due anni nel centro di Topes de Collantes) insegnano nelle scuole elementari delle zone di pratica docente, istituite apposta per favorire il lavoro pratico degli studenti e al tempo stesso estendere l'insegnamento elementare nelle campagne. Il concetto dell'educazione si applica rigorosamente a Cuba, nella sua accezione più elevata. L'idea, per esempio, che gli studenti delle magistrali dovessero fare il loro primo anno in montagna corrisponde a questo rigore, che non è astratto: Cuba ha soprattutto bisogno di maestri di campagna. Scuole, ospedali, medici esistevano anche prima in gran numero: ma erano tutti nelle grandi città.

Indirizzo politecnico
Punto debole dell'istruzione è la qualità. Per le elementari, si sta rimediando nel modo più democratico. Sono state create commissioni di educazione in tutto il paese. Tutti i maestri sono riuniti in commissioni dove si confrontano le esperienze, si analizzano i risultati di molti metodi diversi che vengono sperimentati, si correggono i metodi sbagliati e si rifanno da cima a fondo i libri di testo adeguandoli alle necessit[...]

[...]politecnico, fondato molto sul lavoro pratico. Per sottolineare l'importanza della preparazione tecnica, si è anche forzata un poco la dottrina, per cui sui muri si legge questa parola d'ordine: «La rivoluzione sociale è stata fatta per fare la rivoluzione tecnica». Ma la gente intuisce che la rivoluzione tecnica creerà un'altra rivoluzione sociale: quando a migliaia usciranno dalle scuole tecniche e dalle università i nuovi quadri della società cubana, il paese cambierà faccia, sarà un'altra battaglia vinta nella lotta di classe.
Il contenuto degli studi lascia ancora a desiderare e nessuno lo nasconde. Non esiste ancora — tanto per fare un esempio — un testo di storia di Cuba scritto con criterio marxista, nè per le secondarie, nè per l'Università. La filosofia, l'economia politica si insegnano su testi di non completa soddisfazione per le esigenze di un insegnamento moderno del marxismoleninismo. Ma i giovani sono già orientati a mettere in discussione questi testi. Quanto al pericolo di una concezione schematica della parola d'ordine per la rivoluzione tecnica, Lionel Soto, direttore nazionale delle scuole di istruzione rivoluzionaria, ha avvertito: «La rivoluzione tecnica, nella nostra patria, non significa che si possano trascurare altre grandi linee di svilup[...]



da Saverio Tutino, La Rivoluzione cambia il volto «hollywoodiano» della capitale. Si parte per i campi e l'Avana rinuncia al suo fastoso carnevale. Imponente migrazione giovanile verso l'entroterra dove gettano le basi di un'agricoltura moderna - Intensificata su larga scala la lotta al burocratismo. in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1967 - - febbraio - 19

Brano: La Rivoluzione cambia il volto «hollywoodiano» della Qapitale
SI PARTE PER I CAMPI E L'AVANA RINUNCIA AL SUO FASTOSO CARNEVALE
Imponente migrazione giovanile verso l'entroterra dove gettano le basi di una agricoltura moderna — Intensificata su larga scala la lotta al burocratismo
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, febbraio.
Niente carnevale quest'anno nella capitale cubana: si deve pensare a cose più importanti. Si immagina facilmente l'impressione che può provocare questa notizia nel clima psicologico di qualsiasi grande città dell'Europa occidentale. La notizia va data dunque con cautela, ma di proposito: le rivoluzioni portano novità e una fra queste — forse la più importante — è che mette a nudo disparità e ingiustizie nella lotta per superare disparità e ingiustizie. Si scopre così che mentre una parte del mondo accelera una corsa spensierata verso le distrazioni del benessere, un'altra parte sembra isolarsi e «concentrarsi», nella ricerca del medesimo. [...]

[...]ntrarsi», nella ricerca del medesimo.
L'Avana ha rinunciato allo strepitoso carnevale di tipo hollywoodiano dei tempi in cui era la capitale del turismo statunitense. Grandi masse di giovani e adulti sono partiti o stanno partendo verso i campi soprattutto per aiutare nel taglio della canna. Molti però vanno all'agricoltura per un anno, due anni. Soprattutto gli studenti stanno facendo una scelta decisiva e rivoluzionaria. Sanno che il volto di Cuba non potrà cambiare senza un travaso massiccio della gente di città verso nuove città che sorgeranno nei campi e saranno diverse, molte diverse dalle città costruite dalla borghesia coloniale e da quella neocolonialista.
Sono già partiti dodicimila giovani e ve ne sono sessantaduemila iscritti per raggiungerli. Centinaia di dirigenti sindacali, che prima riempivano gli uffici senza sapere bene quale fosse il loro compito in una società che costruisce un sistema nuovo di vita, si sono integrati a lavori agricoli diversi. Migliaia di donne lasciano i loro bambini nei circoli in fantili e vanno[...]

[...]ruisce un sistema nuovo di vita, si sono integrati a lavori agricoli diversi. Migliaia di donne lasciano i loro bambini nei circoli in fantili e vanno a coltivare pomodori, frutta, insalata a cinquanta chilometri da qui, nei grandi centri di produzione ortofrutticola sorti sulla fertile terra rossa di Guines. Gli aspa ragi, le fragole, l'uva e le ci polle di Banao, sui monti deli'Escambray. si raccolgono per la prima volta al sole dei tropici di Cuba e sono mani femminili che hanno operato questa specie di miracolo. Ed è pure una donna, che dirige tutto il «piano».
Ormai quasi ogni giorno, ogni alba, all'improvviso lungo una «avenida» si schierano decine di autobus del trasporto urbano. Da tutto il quartiere e da fuori convergono giovani con lo zaino in spalla e il cappellone di «yarey» dei contadini. Portano amache e stoviglie. Partono per i campi. Un giorno sono studenti di medicina che si trasferiscono nelle campagne delle regioni orientali per assistere le brinate dei «macheteros». Un altro giorno è una brigata che parte per la canna[...]

[...]e chi emigra negli Stati Uniti. Cento persone al giorno, se ne vanno per questa via: è la piccola borghesia che non accetta di provare a costruire qualcosa di nuovo. D'altro lato, operano le Commissioni regionali di lotta contro il burocratismo. Il lavoro politico del partito agisce infine tra le grandi masse dei cittadini: l'unione dei giovani comunisti svolge un suo lavoro peculiare soprattutto fra gli studenti (ma tutti sono studenti adesso a Cuba), mentre il comitato «provinciale» del partito dell'Avana comincia il censimento delle forze del lavoro nella capitale.
Fra la fine dell'epoca coloniale e la definitiva rivoluzione che ha posto bruscamente termine all'epoca neocoloniale statunitense. L'Avana aveva sofferto essenzialmente di due mali: una dilatazione sproporzionata di popolazione dedita ad attività parassitarie e una con concentrazione di burocrazia che impediva l'urto diretto fra gli strati più poveri e quelli privilegiati. La città smise praticamente di essere cubana e divenne un'appendice degli Sta ti Uniti. Un quarto dell[...]

[...]e forze del lavoro nella capitale.
Fra la fine dell'epoca coloniale e la definitiva rivoluzione che ha posto bruscamente termine all'epoca neocoloniale statunitense. L'Avana aveva sofferto essenzialmente di due mali: una dilatazione sproporzionata di popolazione dedita ad attività parassitarie e una con concentrazione di burocrazia che impediva l'urto diretto fra gli strati più poveri e quelli privilegiati. La città smise praticamente di essere cubana e divenne un'appendice degli Sta ti Uniti. Un quarto della popolazione di Cuba si concentrò in questo assurdo «paradiso» artificiale. Dopo la rivoluzione, molti borghesi fuggirono, ma subentrarono strati di lavoratori che lasciavano i campi per lavori meno duri in città. Tutta la resistenza sorda di una sovrastruttura del passato, dura a morire, si concentrò all'Avana.
Si è proceduto con prudenza, come si doveva. Ma siccome non si poteva trasformare lo stato economico cittadino, «l'industria verrà dopo lo sviluppo agricolo», bisognava a un certo punto operare con decisione sul piano politico. La gente doveva convincersi a fare uno sforzo per uscire dalle secche di un [...]

[...]si a fare uno sforzo per uscire dalle secche di un modo di vita che non era più sostenuto dall'industria dei manufatti USA.
Quest'altra rivoluzione ora è cominciata e noi adesso siamo qui a chiamarla l'attacco alla città. Non è del tutto vero: L'Avana si sta anche restaurando e ripulendo. Ma dal punto di vista politico e di fondo è un'operazione di importanza nazionale, decisiva per tutto lo orientamento della costruzione di una nuova società a Cuba. Gli ultimi discorsi dei dirigenti affermano chiaramente l'ambizione addirittura di fare una svolta sul piano ideologico. Si va verso il primo congresso del partito. Se vi sono discordanze, questo le dirimerà. Il congresso si terrà probabilmente entro l'estate prossima. La rivista teorica «Cuba Socialista» è stata sospesa, fino alle decisioni del congresso. Anche l'atteggiamento teorico. nelle scuole di partito, è — per il momento — adeguato a questa attesa. Il 24 gennaio il presidente Dorticòs, parlando alla inaugurazione di una esposizione sull'industria al servizio dell'agricoltura, ha fatto appello all'«onore rivoluzionario degli uomini delle città, degli uffici "e dei quadri dirigenti" a tutti i livelli», perchè si rendano conto che «migliaia e migliaia di uomini in tutte le campagne cubane non possono permettersi nè ore di riposo nè a volte notti di sonno, per superare le diff[...]

[...]ongresso. Anche l'atteggiamento teorico. nelle scuole di partito, è — per il momento — adeguato a questa attesa. Il 24 gennaio il presidente Dorticòs, parlando alla inaugurazione di una esposizione sull'industria al servizio dell'agricoltura, ha fatto appello all'«onore rivoluzionario degli uomini delle città, degli uffici "e dei quadri dirigenti" a tutti i livelli», perchè si rendano conto che «migliaia e migliaia di uomini in tutte le campagne cubane non possono permettersi nè ore di riposo nè a volte notti di sonno, per superare le difficoltà e far trionfare i programmi stabiliti nella agricoltura e nella zootecnia».
L'Ufficio politico del partito ha deciso una rapida robusta campagna per sburocratizzare le stesse commissioni di lotta contro il burocratismo. Un centinaio di alunni delle scuole di istruzione rivoluzionaria, i migliori, sono stati distribuiti nei vari «regionali» (noi diremmo le sezioni) del partito dell'Avana per operare in due settimane il controllo del lavoro delle commissioni istituite due anni fa per la lotta contr[...]

[...]Basilio Rodriguez è stato destinato ambasciatore in Corea del Nord e al suo posto è venuto Jorge Risquet. Anche il segretario del partito dell'Avana è stato sostituito. Quello nuovo, Jesus Betancourt, sa che si deve cambiare sistema: «la battaglia contro il burocratismo» gli è stato detto autorevolmente «è una rivoluzione che non è stata ancora fatta». Ora il ministero del lavoro sta studiando la riorganizzazione completa della forza di lavoro a Cuba. Esistono — ha detto Armando Hart, responsabile dell'organizzazione del partito — enormi concentrazioni di lavoratori in determinati centri urbani e mancanza di lavoratori nell'agricoltura.
«L'essenza del problema — ha detto Hart — consiste nel trovare uomini capaci e sufficientemente dinamici che riescano a dare impulso alla realizzazione dei compiti senza necessità di un ampio apparato burocratico». Non si deve contare solo su organismi e organizzazioni, ma anche sulle masse e sugli uomini che le dirigono. Dovrà esserci una cellula del partito in ogni «lote» (il «lote» è l'unità minima ne[...]



da Saverio Tutino, La commossa ricostruzione di Castro della vita e degli ultimi giorni del glorioso capo rivoluzionario. Guevara assassinato dai sicari di Barrientos. Come i dirigenti cubani hanno raggiunto la convinzione che le notizie erano vere - Domani una grande cerimonia nella piazza della Rivoluzione all'Avana. in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1967 - - ottobre - 17

Brano: La commossa ricostruzione di Castro della vita e degli ultimi giorni del glorioso capo rivoluzionario
Guevara assassinato dai sicari di Barrientos
Come i dirigenti cubani hanno raggiunto la convinzione che le notizie erano vere — Domani una grande cerimonia nella Piazza della Rivoluzione all'Avana
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, 16.
«Soltanto agli imperialisti, i quali sanno di sicuro che “Che” Guerara è morto, può interessare che si diffonda il dubbio che egli sia ancora in vita. Solo il nemico può avere interesse a diluire in mesi o in anni di mistero, fra il dubbio e la speranza, l'urto emotivo dell'esempio che proviene dalla condotta di “Che” Guevara. Perciò non si deve perdere tempo né lasciare che l'avversario assuma l'offensiva psicologica. I ri[...]

[...]la speranza, l'urto emotivo dell'esempio che proviene dalla condotta di “Che” Guevara. Perciò non si deve perdere tempo né lasciare che l'avversario assuma l'offensiva psicologica. I rivoluzionari credono nel valore dell'esempio e un esempio come quello di Guevara nessuno lo potrà mai eliminare».
Con queste lucide conclusioni, dette con tono semplice, del tutto privo di retorica, Fidel Castro ha annunciato davanti alle telecamere che i dirigenti cubani sono giunti alla conclusione certa che è dolorosamente vera la notizia data dal governo boliviano sulla morte di Ernesto Guevara.
Fidel ha parlato più di due ore. Ha dettagliatamente spiegato come il gruppo dirigente cubano sia giunto alla amara certezza e come abbia preso la decisione di comunicarla al popolo di Cuba e ai rivoluzionari di tutto il mondo. Ciò che ha fatto esitare ancora, dopo che la convinzione era stata acquisita, era l'opposta comprensibile convinzione dei parenti di Ernesto Guevara in Argentina: altri dubbi sulla opportunità o meno che da Cuba venisse presa questa iniziativa erano stati avanzati in merito all'utilità che avrebbe potuto avere il perdurare dell'incertezza. «Ma alla famiglia Guevara è stato comunicato, direttamente e con la cautela improntata al massimo rispetto – ha detto Fidel – che non era più possibile trascurare, per motivi di ordine personale, un dovere che era verso Cuba e il mondo intero».
Quanto agli altri motivi di esitazione, Fidel è stato preciso e fermo. Anche se fosse apparso conveniente mantenere il dubbio, i dirigenti della rivoluzione cubana non avrebbero taciuto al popolo la verità.
Il Consiglio dei ministri ha deciso tre giorni di lutto nazionale e trenta giorni di lutto alla bandiera. Mercoledì si terrà una solenne cerimonia in piazza della Rivoluzione e in quella occasione Castro terrà il discorso celebrativo. Da quest'anno la data dell'8 ottobre sarà per Cuba quella della «Giornata del guerrigliero».
Alla televisione Fidel Castro ha esposto anche i criteri seguiti per ricostruire, pezzo per pezzo, attraverso le notizie delle agenzie, dei giornali, attraverso le radiofoto, gli avvenimenti che hanno portato alla morte del comandante «Che» Guevara. La ricostruzione dei fatti offerta da Castro è in sintesi la seguente.
I reparti dei guerriglieri stavano spostandosi con difficoltà, ma in buone condizioni, attraverso regioni loro sconosciute. Tra il 25 e il 28 settembre un guerrigliero ha disertato e ha condotto il comando delle forze repressive sulle[...]

[...]torrenti. In questa zona si sono precipitati circa 2000 soldati e hanno chiuso in una morsa i reparti di guerriglieri. E' da presumere che una pattuglia guidata dal «Che» fosse andata avanti in perlustrazione, nel tentativo di cercare una via d'uscita per tutti.
Questa pattuglia è stata intercettata e nello scontro che ne è seguito Guevara — ha detto Fidel — deve aver compiuto uno dei suoi gesti tipici. Anche durante gli anni della guerriglia a Cuba, nella Sierra — ha rammentato Castro — Guevara si era arrischiato molte volte con disprezzo della morte in posizioni scoperte, sparando senza neppure mettersi in ginocchio. Così deve essere accaduto l'8 ottobre. Sorpreso dal nemico, Guevara deve essersi lanciato più avanti dei suoi compagni e deve essere rimasto ferito e impossibilitato a muoversi nella «terra di nessuno». Si può facilmente immaginare che i guerriglieri abbiano dato battaglia fino al calar del sole per tentare di recuperare il loro comandante vivo o morto.
Tutte le altre notizie contraddittorie si possono spiegare, secondo F[...]

[...]gambe e alla gola, ma era vivo e che i suoi nemici hanno fatto anche un tentativo di interrogarlo prima di finirlo con un colpo di grazia, alle 13.15 di lunedì 9 ottobre. Guevara non ha risposto a nessuna domanda e ha continuato fino all'ultimo a guardare con suprema indifferenza coloro che lo avevano catturato. Continuando con parole scarne che velavano la sua commozione, Castro ha ricordato il Guevara combattente nelle file dei rivoluzionari a Cuba, alla fine degli anni '50. Molte volte si era dovuto prendere misure di sicurezza a sua insaputa, per proteggerlo contro la sua temeraria sicurezza. «Cosciente del suo compito dinanzi ai popoli latinoamericani — ha detto Castro a questo punto — può darsi che " Che " ritenesse relativo il valore degli uomini e imperituro il valore dell'esempio. Così egli era votato a essere più un precursore che un forgiatore delle vittorie dei popoli».
Come fu raggiunta la convinzione che le notizie dalla Bolivia non erano il frutto di una montatura? Dall'insieme dei dettagli che tutti riconoscevano come inc[...]



da Saverio Tutino, I problemi dello sviluppo della democrazia socialista. Cuba: offensiva contro la burocrazia. Trentunomila impiegati inutili erano negli uffici: lavorano adesso nell'artigianato, nell'industria e nell'Università - sull'organo ufficiale del partito due colonne dedicate alla «critica popolare» - Totalmente rinnovato il quotidiano della sera «Joventud Rebelde» - Si allarga il numero dei compagni con compiti di responsabilità - 160 mila fra uomini e donne al lavoro per due giorni e due notti ... in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1967 - - novembre - 22

Brano: I problemi dello svilippo della democrazia socialista
Cuba: offensiva contro la burocrazia
Trentunomila impiegati inutili erano negli uffici: lavorano adesso nell'artigianato, nell'industria ed all'università — Sull'organo ufficiale del partito due colonne dedicate alla «critica popolare» — Totalmente rinnovato il quotidiano della sera «Juventud Rebelde» — Si allarga il numero dei compagni con compiti di responsabilità — 160 mila fra uomini e donne al lavoro per due giorni e due notti nell'Escambray per piantare caffè
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, novembre
Una grande offensiva democratica si è sviluppata a Cuba nei mesi scorsi e sta raggiun[...]

[...]to, nell'industria ed all'università — Sull'organo ufficiale del partito due colonne dedicate alla «critica popolare» — Totalmente rinnovato il quotidiano della sera «Juventud Rebelde» — Si allarga il numero dei compagni con compiti di responsabilità — 160 mila fra uomini e donne al lavoro per due giorni e due notti nell'Escambray per piantare caffè
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, novembre
Una grande offensiva democratica si è sviluppata a Cuba nei mesi scorsi e sta raggiungendo il suo apice in questi mesi. I comitati di difesa della rivoluzione hanno celebrato il loro settimo anniversario con l'assunzione di nuovi, importanti compiti nel quadro dello sviluppo del potere locale. Nei giornali, alla radio, nelle assemblee di rendiconto delle amministrazioni locali si è incoraggiata una campagna di critiche popolari, e questa si è sviluppata in tutta libertà, con andamento travolgente e salutare. La campagna contro il burocratismo, condotta con riforme soprattutto negli uffici ministeriali dell'Avana ha ottenuto pieno successo e viene [...]

[...]laborato dal basso, in riunioni dettagliate e ristrette. con tutti gli operai.

Il congresso
L'offensiva cominciò l'anno scorso, alla fine d'agosto, con un congresso dei sindacati che rinnovò da cima a fondo l'apparato e i metodi dell'organizzazione. In quell'occasione Fidel Castro segnalò forme di abuso di potere e di mancanza di senso di responsabilità che andavano abolite, in tutte le istanze della amministrazione. La centrale sindacale di Cuba si spogliò di una quantità di funzionari inutili e prese l'aspetto di una organizzazione più impegnata e più vicina alle masse. La lotta contro il burocratismo era già Impegnata da oltre un anno, ma non procedeva bene: s'incrostava a sua volta nel seno di commissioni che andavano burocratizzandosi. Alla fine del '66 le commissioni furono liquidate e rifatte.
In sei mesi, trentunmila impiegati inutili sono stati scovati negli uffici e liberati dai loro ozi ciarlieri. La loro dignità ne ha guadagnato: adesso, ventisettemila di essi ringraziano l'operazione che ha dato un segno nuovo alla loro[...]

[...]ica popolare» con il motto: «Ogni problema deve avere soluzione o spiegazione». Una altra rubrica è quella delle domande: il popolo chiede e risponde una persona competente. Anche la radio e la televisione hanno cominciato a dare ampio spazio alla critica e agli interrogativi che si formulano dalla base. Ma il giornale che si è dato con più slancio alla funzione critica è Juventud Rebelde. il quotidiano della sera che esce nella capitale.
A Cuba, il quotidiano della sera appartiene alla gioventù. Juventud Rebelde aveva cominciato a uscire al posto del vecchio La Tarde nello autunno del 1965. Per un anno visse stentatamente, cercando una formula: era chiaro che non osava essere un vero giornale. Mancava anche nel partito e negli organismi di governo, la percezione delle possibilità di un giornalismo effettivo. Ma alcuni mesi fa, col tipico atteggiamento deciso dei cubani quando intraprendono un'azione, Juventud Rebelde cambiò direzione, impaginazione e contenuti. I titoli cominciarono a colpire ogni giorno nel segno. La faccia del giornale prese un piglio battagliero, libero, pieno di respiro.

Un esempio
Oggi Juventud Rebelde è diventato il giornale più ricercato: in ogni sua pagina è entrata la critica, seria e mordente, condotta con scrupolo e obiettività, ma anche con un'ampiezza spietata. Juventud Rebelde, di Cuba, è un esempio intelligente di giornalismo socialista. Non a caso, il giornale è stato rilanciato e si è affermato nel pieno di una gran[...]

[...]o intraprendono un'azione, Juventud Rebelde cambiò direzione, impaginazione e contenuti. I titoli cominciarono a colpire ogni giorno nel segno. La faccia del giornale prese un piglio battagliero, libero, pieno di respiro.

Un esempio
Oggi Juventud Rebelde è diventato il giornale più ricercato: in ogni sua pagina è entrata la critica, seria e mordente, condotta con scrupolo e obiettività, ma anche con un'ampiezza spietata. Juventud Rebelde, di Cuba, è un esempio intelligente di giornalismo socialista. Non a caso, il giornale è stato rilanciato e si è affermato nel pieno di una grande offensiva democratica. Questa ha dilagato nelle assemblee di rendiconto delle amministrazioni locali. Tutto il popolo partecipa a queste assemblee. Salvo scivolamenti in questioni personali, prontamente frenati, questi confronti diretti tra amministratori e amministrati si svolgono in maniera esemplare: l'ambiente è mantenuto corretto dalla reciproca tolleranza, che è una dote squisitamente cubana. Vi si denuncia qualsiasi ingiustizia, qualsiasi pecca ch[...]

[...]o rilanciato e si è affermato nel pieno di una grande offensiva democratica. Questa ha dilagato nelle assemblee di rendiconto delle amministrazioni locali. Tutto il popolo partecipa a queste assemblee. Salvo scivolamenti in questioni personali, prontamente frenati, questi confronti diretti tra amministratori e amministrati si svolgono in maniera esemplare: l'ambiente è mantenuto corretto dalla reciproca tolleranza, che è una dote squisitamente cubana. Vi si denuncia qualsiasi ingiustizia, qualsiasi pecca che abbia una conseguenza sociale. Quelli che più impressionano sono gli accenni critici a una morale civile che non corrisponde all'idea che il popolo si fa della rivoluzione: I casi di nepotismo, di clientela. Nessuno di questi avrebbe mai potuto essere denunciato prima della rivoluzione.
Ma anche dopo la rivoluzione per alcuni anni, mentre si cercava la strada di una democrazia non formale, si è presentata l'occasione che incoraggiasse una critica popolare ampia, garantita. Ora questa energia viene consapevolmente liberata: «La [...]

[...]vani e anziani sulle montagne dell'Escambray per piantare caffè – due giorni di lavoro e due notti sotto la pioggia – in un clima di incredibile entusiasmo. Perché non dovrebbe aiutare tutte le spinte liberatrici, anche quelle recondite della cosiddetta intimità, a risolversi sul piano di una umanità nuova, sincera, priva di inibizioni? Con la moltiplicazione parallela delle occasioni per lavorare e creare, e di quelle per pensare e criticare, a Cuba sembra proprio che si stia trovando il punto giusto di un socialismo che forma un nuovo cittadino, cioè l'uomo nuovo.
Saverio Tutino



da Saverio Tutino, Con la complicità dell'AFL-CIO. I trust USA addestrano i «sindacalisti liberi» per l'America latina. Centinaia di agenti «diplomati» da un apposito Istituto - La confederazione messicana del lavoro respinge il boicottaggio delle navi che trafficano con Cuba - Analoga posizione è stata presa dalla Costarica. in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1965 - - marzo - 16

Brano: Con la complicità dell'AFLCIO
I trust USA addestrano i «sindacalisti liberi» per l'America latina
Centinaia di agenti «diplomati» da un apposito Istituto — La Confederazione messicana del lavoro respinge il boicottaggio alle navi che trafficano con Cuba — Analoga posizione è stata presa dalla Costarica
Dal corrispondente
L'AVANA, marzo
La Confederazione del lavoro messicana . (CTM), la più grande centrale sindacale del paese, si è dissociata clamorosamente dalla decisione di boicottare le navi che trafficano con Cuba. Tale decisione era stata adottata all'unanimità il 6 febbraio, dai delegati dell'Organizzazione regionale interamericana del Lavoro (ORIT), che pretende di rappresentare 25 milioni di lavoratori dell'America Latina. In realtà — come è ovvio — si tratta di un'appendice sindacale della screditata Organizzazione degli Stati americani (OSA) che aveva già decretato, nel luglio scorso, il blocco totale di Cuba da parte degli Stati di questo continente. Al Congresso della OR1T. tenuto in Messico ai primi di febbraio, hanno naturalmente partecipato con ruolo predominante i delegati dell'AFLCIO, l'organizzazione sindacale degli Stati Uniti. La proposta di boicottaggio alle navi che favoriscono il commercio con Cuba è partita dal Venezuela; ma come nell'OSA, così nella ORIT, il Venezuela non fa che eseguire gli ordini di Washington. Quanto all'AFLCIO, la sua funzione di punta nell'attività di corruzione e di divisione, rispetto ai sindacati latinoamericani, era già stata ampiamente denunciata dalle forze progressiste della Guayana britannica, prima che fosse abbattuto il governo legittimo di Cheddi Jagan. Gli agenti dell'AFLCIO hanno poi efficacemente contribuito a far cadere Jagan, organizzando una serie di scioperi che non erano altro che un aperto boicottaggio contro le leggi progressiste del governo [...]

[...]gli Stati Uniti all'Istituto si deve direttamente al criterio di Meany, secondo cui i sindacati liberi non possono esistere senza la libera impresa e la libera impresa non può sussistere senza i sindacati liberi...».
Così, gli agenti della Anaconda e della Grace operano attraverso i «sindacati liberi» in America Latina. Ma come si è visto, già una grande centrale sindacale come quella messicana ha sconfessato il loro operaio per quanto concerne Cuba. Alla riunione dei primi di febbraio anche la Confederazione messicana aveva votato a favore del boicottaggio Ma quando si è trattato di passare all'approvazione — che di regola deve avvenire in seno alle varie organizzazioni nazionali, per rendere esecutive le decisioni del Consiglio della ORIT — la Confederazione messicana ha deciso di volare contro Un'altra organizzazione che ha rifiutato di aderire al patto fraticida è stata quella di Costa Rica.
E si attendono altre decisioni. Tra la Anaconda e la rivoluzione cubana è difficile, anche per un cislino , imporre ai suoi sindacati di scegl[...]

[...]aveva votato a favore del boicottaggio Ma quando si è trattato di passare all'approvazione — che di regola deve avvenire in seno alle varie organizzazioni nazionali, per rendere esecutive le decisioni del Consiglio della ORIT — la Confederazione messicana ha deciso di volare contro Un'altra organizzazione che ha rifiutato di aderire al patto fraticida è stata quella di Costa Rica.
E si attendono altre decisioni. Tra la Anaconda e la rivoluzione cubana è difficile, anche per un cislino , imporre ai suoi sindacati di scegliere gli interessi del trust nordamericano.
Saverio Tutino



da Saverio Tutino, «Un grande dirigente di statura internazionale». Il saluto di Cuba a Palmiro Togliatti. Gli editoriali del direttore di «El Mundo» e di Blas Rocas su «Hoy» - Le condoglianze dei tecnici italiani. in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1964 - - agosto - 25

Brano: Un grande dirigente di statura internazionale
Il saluto di Cuba a Palmiro Togliatti
Gli editoriali del direttore di «El Mundo» e di Blas Roca su» Hoy» — Le condoglianze dei tecnici italiani
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, 24.
«Con la morte di Palmiro Togliatti — scriveva ieri il direttore del quotidiano El Mundo — il movimento operaio internazionale perde uno dei suoi dirigenti più straordinari, la cui azione ha inciso in maniera intensa e brillante nella vita politica europea degli ultimi cinquant'anni».
Anche a Cuba la morte di Togliatti ha suscitato echi di profonda emozione e di insolita partecipazione. Nel corso di assemblee sindacali, i l[...]

[...]iatti
Gli editoriali del direttore di «El Mundo» e di Blas Roca su» Hoy» — Le condoglianze dei tecnici italiani
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, 24.
«Con la morte di Palmiro Togliatti — scriveva ieri il direttore del quotidiano El Mundo — il movimento operaio internazionale perde uno dei suoi dirigenti più straordinari, la cui azione ha inciso in maniera intensa e brillante nella vita politica europea degli ultimi cinquant'anni».
Anche a Cuba la morte di Togliatti ha suscitato echi di profonda emozione e di insolita partecipazione. Nel corso di assemblee sindacali, i lavoratori del tabacco e quelli metallurgici hanno votato mozioni di Cordoglio. Telefonate di persone — che desideravano esprimere , le loro condoglianze sono giunte al corrispondente dell'«Unità». Sabato e domenica i giornali hanno dedicato largo spazio al notiziario dall'URSS e dall'Italia sulla morte del compagno Togliatti. Sono stati pubblicati per esteso i messaggi del PCUS, il discorso di Krusciov e i messaggi dei partiti comunisti dell'America Latina.
Ieri [...]

[...]ggi del PCUS, il discorso di Krusciov e i messaggi dei partiti comunisti dell'America Latina.
Ieri sono stati dedicati a Togliatti gli editoriali di «El Mundo» e di «Hoy».Su «Hoy», Blas Roca ricorda con queste parole la figura di Togliatti dirigente comunista internazionale: << Per noi era il compagno comunista Ercoli, che si interessava ai minuti particolari della vita dei popoli latinoamericani, che voleva sapere quale fosse la situazione di Cuba dopo la liquidazione di Machado e che si preoccupava del grado di unità raggiunto fra le diverse forze antiimperialiste... Oggi, insieme con tutto il mondo progressista e socialista, con tutti i marxistileninisti, piangiamo la grave perdita del combattente tenace e fedele, del grande dirigente del popolo italiano che per cinquanta anni ha preso parte alla incessante battaglia della classe Operaia per la sua liberazione, per il socialismo, per il comunismo, seguendo l'insegnamento di Marx e di Lenin».
L'editoriale di «El Mundo» descrive con queste parole la figura di Togliatti: «Forgiatore co[...]

[...]lla lotta contro il fascismo, «El Mundo» annota «Ma la sua statura e la sua azione escono dal quadro del suo paese, e ne fanno una figura di taglia internazionale. Durante la guerra fu uno dei pilastri dell'Internazionale ed è indimentila sua attività durante l'aggressione fascista alla Repubblica spagnola... Senza distinzione di milizia politica, il popolo italiano si prepara a rendere un fervido omaggio al grande dirigente caduto. Anche noi cubani partecipiamo a questo lutto per la perdita di un grande combattente della causa degli oppressi, per la morte di un combattente eccezionale del socialismo, il cui esempio sopravviverà nella lotta mondiale per il trionfo ineluttabile dei suoi principi di libertà e di giustìzia».
Attraverso l'«Unità», in fine molti cubani e tecnici stranieri e soprattutto la piccola colonia di tecnici dell'industria chimica, di architetti, di ingegneri e di professori italiani che lavorano a Cuba, intendono esprimere ai familiari, alla direzione del PCI la loro profonda tristezza e l'attaccamento agli ideali del caro compagno scomparso.
Saverio Tutino


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Cuba, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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