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Il segmento testuale Critica sociale è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 127Entità Multimediali , di cui in selezione 33 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 180

Brano: [...]re materiali ed idee. Egli aveva e poteva avere una visione nazionale e in qualche modo europea (aveva seguito il padre nel Nord e nel Sud del paese, aveva viaggiato in Europa per le sue cure giovanili), e dalla capitale lombarda poteva convo

gliare gli intellettuali a tendenze socialistiche e il movimento sociale e corporativo dei lavoratori verso un crogiolo unitario. Nel 1889 Turati promosse la Lega socialista milanese e nel 1891 fondò la “Critica sociale”, che si indirizzava al marxismo e sarà la rivista teorica del socialismo italiano sulla fine del secolo. Da questo movimento che in breve sorpassò l’esperienza disegnata da Costa in Romagna e avvicinò vari altri centri del socialismo urbano e rurale, nacque attraverso dibattiti teorici e vari momenti associativi (più congressi operai e socialisti nazionali) il partito dei lavoratori italiani, fondato nel 1892 a Genova, staccandosi dal ceppo del Partito operaio italiano e dalla persistente matrice e influenza degli anarchici.

Turati venne così a trovarsi alla testa del Partito socialista i[...]

[...] su uno schema di tipo marxista.

Si pongono qui — nel quadro del marxismo della Seconda Internazionale (v.) — i problemi relativi al tipo di esperienza e di elaborazione teorica che fu proprio di Turati. L’approccio al marxismo di Turati non fu certamente quello “teorico” e rigoroso di un Antonio Labriola (v.), che era attento in modo preminente alla storia e al pensiero di Marx e della sua scuola, e che entrò in polemica con Turati e con la “Critica sociale” dopo aver contribuito alla definizione del programma del partito italiano, sulla base del programma di Erfurt della socialdemocrazia tedesca. Si trattò piuttosto di un “marxismo all’italiana”, nel senso che Turati ebbe presenti due problemi contigui e connessi: il confronto con una realtà sociale e politica ancora non moderna e democratica, in un paese giunto appena ai primi stadi di una più intensa industrializzazione e frenato peraltro dai conati reazionari di ceti politici che godevano di consensi e appoggi diffusi; e l’esigenza di acculturazione delle idee centrali e classiche del social[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 698

Brano: [...]litica asburgica, avviandosi ormai speditamente verso lo sviluppo di una economia in senso capitalistico.

Da qui la forte presenza della classe operaia (sempre più numerosa per l’afflusso di contadini dalle campagne) che seppe crearsi efficienti organizzazioni di classe (leghe di resistenza e poi la Camera del lavoro, fondata a Milano nel 1891), egemonizzate dal P.S.I. che aveva nel capoluogo lombardo il proprio organo di stampa nella rivista Critica sociale (v.) diretta da Filippo Turati.

Abbastanza inconsueto sembrava invece il ruolo assunto dalla piccola e media borghesia cittadina che aveva trovato neH’alleanza politica con le organizzazioni operaie (accordo che in Parlamento si esprimeva in una collaborazione tra socialisti, repubblicani e radicali) la possibilità di resistere al crescente predominio politico ed economico dell'alta finanza e della grossa borghesia lombarda. Fu questa intesa che permise di respingere il tentativo reazionario del 1898 culminato con le stragi di Bava Beccaris (v. Eccidi in Italia).

A questa presenza democ[...]

[...]a nazionale ed europea. Albertini, che si faceva portavoce degli interessi padronali più corporativi e privatistici, intendeva riallacciarsi alla tradizione morale degli uomini della Destra storica, riaffermando l'autorità dello Stato contro gli atteggiamenti pericolosamente permissivi di Giolitti nei riguardi del socialismo.

Per contro, i socialisti vedevano con favore un cambiamento nell'indirizzo politico del paese e, dalle colonne della « Critica sociale », Turati sosteneva la necessità per la sinistra di appoggiare il nuovo gabinetto per difenderlo dall'attacco delle forze più reazionarie del paese.

Più complessa appariva la posizione dei cattolici. Da una parte « L'osservatore cattolico », interprete delle istanze della cor

rente più avanzata, si mostrò tendenzialmente favorevole al cambiamento del governo in atto nel paese e che avrebbe visto una sconfitta della vecchia classe dirigente; « La Lega Lombarda » ebbe invece dure parole di condanna per il nuovo governo, in cui vedeva una continuazione della politica laica e anticlericale,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 781

Brano: [...]ia dei diritto.

Nel 1895, a Firenze, aderì al Partito socialista e iniziò a collaborare con diversi giornali socialisti, fra cui « Il domani » e « La riscossa ». Per questa sua attività di pubblicista, in seguito ai moti popolari del 1898 venne deferito al Tribunale militare.

Trasferitosi a Milano nel 1910, continuò a dedicarsi all’insegnamento, entrando nello stesso tempo a far parte del gruppo socialista costituitosi intorno alla rivista Critica sociale (v.). Nel 1914 fu eletto consigliere comunale di Milano e nel 1918, su invito del sindaco Emilio Caldara, assunse l’assessorato del piano regolatore e dell’edilizia privata.

Nel 1920 divenne direttore di « Critica sociale » e in tale veste vi lavorò fino al 1926, anno in cui la rivista fu soppressa dalle autorità fasciste.

Contro il fascismo

Negli anni del regime, insegnante nei licei, fu perseguitato dal fascismo. In seguito all’entrata in vi

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 536

Brano: [...]i socialisti, talora vere e proprie sezioni di partito. A Castellammare Adriatico tale funzione venne assolta da ferrovieri che costituirono un forte sindacato, attivo in varie occasioni. Anche i muratori costituirono un sindacato bene organizzato e combattivo.

A Pescara città furono singoli militanti che si impegnarono nella propaganda delle idee socialiste. Fra questi si distinse l’impiegato comunale Giuseppe D'Angelo, collaboratore della « Critica sociale ».

Nel 1900 il D'Angelo così caratterizzava

Io sviluppo del movimento nella regione: « Il Partito socialista negli Abruzzi è ben forte e disciplinato. Le prime basi dell’organizzazione vennero gettate in un Congresso tenuto nell’ottobre del 1891; nell'anno di poi al Congresso regionale figuravano i rappresentanti di ben 15 sezioni iscritti al Partito. La reazione del 1898 distrusse l’organizzazione, ma oggi questa si rinnova intorno all’organo regionale, all’Avvenire, che si pubblica in Aquila e tira 1500 copie. Le Sezioni socialiste sono poco più di 20 ».

A quel tempo, Popoli era il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 830

Brano: [...]r. La Resistenza italiana. Appunti e documenti, Torino 1966).

Nelle file socialiste

In contatto con il Partito socialista di unità proletaria durante la Resi

stenza, nel maggiogiugno 1945 contribuì alla redazione del periodico della Federazione giovanile del P.S.I.U.P. « Rivoluzione socialista ». Nel 1946, segretario deH'Ufflcio Studi piemontese del partito, diresse la Scuola di cultura socialista, collaborò a « Unità socialista » e a « Critica sociale ».

Negli anni successivi partecipò alle vicende del P.S.I.U.P., divenendo vicesegretario della Federazione torinese del partito. Al Congresso nazionale di Roma nel gennaio 1947 (che si concluderà con la scissione detta « di Palazzo Barberini »), eletto leader della « Mozione operaia autonomistica e unitaria » diresse la delegazione (formata anche da Belli di Brescia e da Formica di Bari) che tentò di trattare con i « grandi » delle varie correnti il salvataggio dell’unità del partito. Rotta l’unità, i suoi legami con l’ala sinistra antistalinista Io indussero a entrare, con i maggiori espo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 148

Brano: [...]ia, il dibattito sul revisionismo registrò posizioni molteplici: accanto all’insistenza di Antonio Labriola (v.) sulla scientificità del “metodo” di Marx, a conferma della insufficienza di una distinzione pura e semplice fra seguaci dell'ortodossia (v.) e innovatori, emersero posizioni di revisionismo “rivoluzionario”, come la Rivista critica del socialismo di Francesco Saverio Merlino (v.), e di revisionismo “riformista”, con la nuova serie di “Critica sociale?” diretta da Filippo Turati (v.). Esempi ulteriori di questa impossibilità di adottare una distinzione netta tra ortodossia e revisione in senso politico, emersero nelle vicende successive a quel primo di

battito: l’ortodosso Kautsky, che aveva criticato aspramente la revisione di Bernstein, fu altrettanto “riformista” del primo; e l’innovatore Lenin (v.), che apporterà altrettante modifiche “creative” al marxismo, accusò Kautsky di revisionismo dopo esserne stato l’allievo. Da parte sua Georges Sorel, principale teorico del sindacalismo rivoluzionario (v.), propugnava contemporaneamente s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 264

Brano: [...]zio informazioni militari). Gli imputati superstiti, condannati in prima istanza nel 1945, saranno successivamente assolti dalla Cassazione (1948) e dalla Corte d'assise straordinaria di Perugia (1949), nel clima di generale riabilitazione dei criminali fascisti maturato in quegli anni.

Scritti di Carlo Rosselli: Vari saggi sul movimento operaio, pubblicati nella rivista Rivoluzione liberale diretta da Piero Gobetti nel 192324; articoli nella Critica sociale diretta da Filippo Turati (192324); articoli nella Riforma sociale diretta da Luigi Einaudi (192426); articoli vari in II Quarto Stato (1926); Socialismo liberale pubblicato a Parigi nel 1930; scritti vari su Quaderni di G.L. (193235); scritti vari nel settimanale Giustizia e Libertà (193437); scritti vari apparsi postumi.

A.D.P.

Rosselli, Colonna

Prima Colonna Italiana. Formazione di combattenti volontari italiani, operante a fianco dei repubblicani nella guerra di Spagna dall'agosto 1936 all’aprile 1937, al comando di Carlo Rosselli (v.), Mario Angeloni (v.) e Antonio Cieri.

Ori[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 321

Brano: [...]mperi centrali. L’impianto dell’opera (che ebbe notevole successo e varie edizioni) era quindi a sfondo nettamente nazionalista. Saiucci si rifaceva al “socialista” Giuseppe Mazzini, nonché a Pisacane, Bakunln e Benoit Malon per esaltare una supposta genuinità delle plebi contadine contro la corruzione corporativa della classe operaia industriale, nonché la « sanità produttiva » del ceti medi.

Dopo l’uscita del volume si staccò dalla rivista “Critica sociale” cui collaborava e, nel 1913, compilò una inchiesta su II nazionalismo giudicato da letterati, artisti, scienziati, uomini politici e giornalisti italiani, opera che giustificava il nazionalismo allora di moda e ne accreditava il consenso fra le forze giovanili come antidoto alla perduta fiducia nel socialismo. Fu quindi protagonista di un acceso interventismo “antiteutonico” che nel 1915 gli ispirò, tra l’altro, un volumetto significativamente intitolato II tradimento di Marx.

L’attenzione a Mazzini e la collaborazione al “Lavoro” proseguirono nel primo dopoguerra, insieme alla cura di cl[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 334

Brano: [...]ze e nel 1899 pubblicò una delle sue opere più importanti: Magnati e popolari in Firenze dal 1280 al 1295. Nel 1901 ebbe la cattedra di Storia all’Università di Messina.

Nel Partito socialista

Iscritto al P.S.I. dal 1892, orientato verso il marxismo aH’interno di una

più generale formazione positivistica e con forti interessi per il pensiero dei politici lombardi più avanzati (come Carlo Cattaneo, 18011869), divenne collaboratore della “Critica sociale” e dell’“Avanti!”, rivolgendo la propria attenzione soprattutto ai problemi del Mezzogiorno, alle autonomie locali e alla riforma della scuola.

Nel 1908, il terremoto di Messina gli tolse la moglie, i cinque figli e la sorella. Dalla tragedia uscì un uomo segnato nel profondo dellanimo, ma deciso a impegnarsi più che mai nel lavoro scientifico e nella lotta politica. Fierissimo critico del malcostume elettorale giolittiano nel Sud, nel 1909, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche, che condusse nella zona di Gioia del Colle (Bari) dove imperava Vito De Bellis, uno dei più [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 336

Brano: [...]eminiani, uniti all’intransigenza antimonarchica.

Secondo dopoguerra

A guerra conclusa Salvemini rientrò in Italia (1947) e, nel 1949, riebbe all’Università di Firenze la cattedra che gli era stata tolta dai fascisti insieme alla cittadinanza italiana.

Trascorse gli ujtimi anni a Sorrento, partecipando <^i scorcio ai dibattiti politici sulla stampa italiana e riservando in particolare la propria collaborazione alle riviste “Il Ponte” e “Critica sociale”. Il contatto con la realtà italiana, l’ammirazione per i partigiani e per lo sforzo compiuto dalla classe operaia nella Resistenza avevano affievolito il suo aspro anticomunismo, senza però smuoverlo dalla vecchia posizione democraticoradicale, “concretistica” e spesso carica di impeti polemici peculiari del suo temperamento.

M.Gi.

Salvestri, Federico

Richetto. Classe 1922; sottufficiale dei carabinieri.

Brigadiere deH’Arma, in servizio nello Spezzino, dopo I'8.9.1943, per non prestare giuramento alla repubblica di Salò si diede alla macchia. Fu tra gli organizzatori della lotta [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Critica sociale, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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Matteotti