Brano: [...]emal avviò un programma di riforme politiche, sociali ed economiche. Fondato il Partito repubblicano del popolo e divenutone il leader incontrastato, puntò sulla laicizzazione della Turchia per trasformarla in un paese moderno: nel 1922 abolì il sultanato; il 29.10. 1923 proclamò la repubblica e ne assunse la presidenza, ponendo a capo del governo il suo fido collaboratore Ismet Pascià; nel 1924 fece approvare dalla Assemblea nazionale una nuova Costituzione che, fra l'altro, aboliva l'istituzione del califfato (cioè dei "successori" di Maometto, carica e dignità religiose riconosciute ai sultani fin dal 1517). Negli anni successivi furono adottati in Turchia il calendario gregoriano (1925), nuovi codici civili e penali basati su modelli europei (1926), l'alfabeto latino al posto dei caratteri arabi (1928). Nel 1928 l'islamismo cessò di essere religione di stato e nel 1934 fu anche concesso il voto alle donne. Nel 1937 fu inserita nella Costituzione turca una legislazione per la pianificazione economica che dava ampio spazio alle nazionalizzazion[...]
[...]e del califfato (cioè dei "successori" di Maometto, carica e dignità religiose riconosciute ai sultani fin dal 1517). Negli anni successivi furono adottati in Turchia il calendario gregoriano (1925), nuovi codici civili e penali basati su modelli europei (1926), l'alfabeto latino al posto dei caratteri arabi (1928). Nel 1928 l'islamismo cessò di essere religione di stato e nel 1934 fu anche concesso il voto alle donne. Nel 1937 fu inserita nella Costituzione turca una legislazione per la pianificazione economica che dava ampio spazio alle nazionalizzazioni e alla proprietà statale, con un particolare potere di intervento diretto delle forze armate nella vita del paese. Tutte queste riforme cambiarono il volto della Turchia, eliminando il potere islamico, ma sotto altri aspetti la rottura con il passato era più apparente che reale: il nuovo Stato continuava a servirsi degli apparati burocratici e militari ereditati dall'impero ottomano; inoltre sotto l'egida del kemalismo, al sultanato si era sostituita un'autocrazia militare, al sultano era suben[...]
[...]Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dalla Francia che miravano a inglobare l'Anatolia nel sistema militare dell'Occidente, poté sottrarsi alle richieste russe.
Nel luglio 1947 Inonu firmerà con gli U.S.A. il primo accordo per la fornitura di aiuti, accettando poi un'ingerenza economica e militare sempre più diretta degli U.S.A. nella vita del paese.
Nel 1945 cominciò a essere riveduta, anche per adattarne il testo alla nuova forma linguistica, la Costituzione varata da Ataturk nel 1924 (poi aggiornata nel 1928 in senso laicista e nel 1937 in senso totalitario kemalista). Ferma restando la rigorosa messa al bando del Partito comunista (mai accettato in Turchia) , fu consentita la nascita di qualche formazione politica, ponendo fine al sistema di "partito unico" kemalista: nacque così, alla fine del 1945, la prima forza di opposizione costituzionale, rappresentata dal Partito democratico diretto da Celal Bayar e Adman Menderes. Il primo era stato già nel 19371939 presidente del Consiglio con Ataturk e poi con lo stesso Inonu; il secondo era assai pi[...]
[...]o la presidenza del generale Cemal Gursel e questi, nel 1961, assunse anche la presidenza della repubblica.
Nel processo celebrato il 15.9.1961 Bayar e Menderes, insieme a una quindicina di altri ministri loro collaboratori, furono condannati a morte (Menderes fu impiccato, Bayar se la cavò con l'ergastolo).
La dittatura militare
Sciolti i partiti e nominata dall'alto una Assemblea costituente, i militari capeggiati da Gursel vararono una nuova Costituzione (9.7.1961). Essa era apparentemente più avanzata delle precedenti e reintroduceva il pluralismo partitico, ma riservava alle forze armate (rappresentate da un Comitato presidenziale) il diritto di intervento diretto nel paese in qualsiasi momento. Furono quindi indette nuove elezioni che, il 15.10.1961, videro il Partito repubblicano del popolo, capeggiato da Inonu, conquistare la maggioranza relativa (173 seggi) tallonato però dal Partito della giustizia (erede del disciolto Partito democratico) con 158 seggi e da partiti minori. I militari imposero allora un governo di coalizione diretto da[...]
[...]e ricambiabile, senza peraltro che la dittatura militare apparisse troppo scopertamente per ciò che esse era. I militari non avevano bisogno di impegnarsi in forme aperte e dirette nello scontro tra partiti e nelle lotte sociali, se non in quei momenti di manifesta impotenza del quadro politico, quando per dissidi interni ai partiti o per sommovimenti popolari Ia situazione diventava "ingovernabile" ed essi potevano presentarsi come tutori della Costituzione e "salvatori della patria".
Quale fattore di ricorrente perturbazione del sistema di potere militare, si poteva aggiungere la chiesa islamica che, pur espropriata di poteri reali dal kemalismo, mai aveva rinunciato di riproporsi, anche per le sollecitazioni provenienti dal mondo arabo e proprie dell'integralismo islamico, come rappresentante degli interessi della grande proprietà latifondista storicamente ed economicamente emarginata dal sistema.
All'inizio del 1971, dopo il rapimento di 4 militari di una base U.S.A. e scontri fra polizia e dimostranti nelle università, che provocarono numero[...]
[...]essi della grande proprietà latifondista storicamente ed economicamente emarginata dal sistema.
All'inizio del 1971, dopo il rapimento di 4 militari di una base U.S.A. e scontri fra polizia e dimostranti nelle università, che provocarono numerosi morti e feriti, seguiti da una ondata di scioperi rivendicativi, i militari decisero di riportarsi sulla scena in prima persona: il 12.3.1971 occuparono la capitale, deposero il governo, modificarono la Costituzione introducendovi altre norme che aumentavano ulteriormente il loro potere.
Dopo circa un anno e mezzo di governo militare, nell'ottobre 1973 furono indette nuove elezioni "semidemocratiche" che videro la vittoria del sempre presente Partito repubblicano del popolo fondato da Ataturk, ma ora diretto dal "socialdemocratico" Bulent Ecevit. Questi costituì un governo di "centrosinistra", ma la situazione continuò a inasprirsi, alimentata da una opposizione extraparlamentare di destra e di sinistra che diede luogo a una ondata più che mai cruenta di estremismo: 82 morti nel 1976; 231 nel 1977; 832 n[...]
[...]ella repubblica. Mentre le faide interne dilaniavano il governo (fra l'altro, venne dimesso il ministro degli Esteri, accusato dagli islamici di essere filooccidentale e filoisraeliano), continuarono le violenze di piazza.
Nel settembre 1980, in quella che ormai era diventata una vera e propria guerra civile, i morti erano saliti a 2.500. A questo punto i militari ritennero giunto il momento di riprendere (secondo il diritto loro conferito dalla Costituzione) il controllo della situazione. Dapprima imposero il coprifuoco; poi, all'indomani di una giornata particolarmente cruenta, nella quale erano state uccise per la strada 35 persone, il Comitato nazionale di sicurezza rappresentata dal generale Kenan Evren (capo di stato maggiore generale) dichiarò lo stato d'assedio e arrestò tutti i maggiori esponenti politici e sindacali, a cominciare dagli esponenti del governo, " per misure precauzionali a loro beneficio ". Ristabilito l'"ordine", Evren dichiarò che i militari avrebbero governato transitoriamente fino a quando i civili non avessero dato pr[...]
[...]Evren dichiarò che i militari avrebbero governato transitoriamente fino a quando i civili non avessero dato prova di saperlo fare da soli, quindi designò l'ex capo della Marina, l'ammiraglio a riposo Bulent Ulusu, a capo di un governo composto da altri ufficiali e da alcuni tecnici civili (tra questi, come vicepresidente del consiglio, Turgut Ozal che godeva fama di buon manager). Nello stesso tempo furono abolite tutte le libertà concesse dalla Costituzione (stampa, riunione, sciopero ecc.) e chiuse anche le scuole.
Assunti i pieni poteri, il generale Evren fece compilare da 15 "esperti" una nuova Costituzione e la impose al paese (senza neanche dare la possibilità di discuterla prima pubblicamente) attraverso un referendum popolare (7.11.1982). In virtù di questa stessa Costituzione Evren — che cominciò a essere chiamato il "nuovo Ataturk" — assunse la carica di presidente della repubblica per 7 anni (cioè fino al 1989).
II 6.11.1983 furono indette le elezioni e queste videro la vittoria di un nuovo partito (detto della Madrepatria) guidato dal kemalista Turgut Ozal (già vicepresidente del governo militare), il quale ottenne 211 seggi contro i 71 seggi del Partito di democrazia nazionale sponsorizzato dai militari. Si trattava di una nuova evidente mascheratura, anche se indicava l'esistenza di una opposizione della maggioranza del paese ai militari. Comunque questi acce[...]