Brano: [...]'affari e garanti d'aver a che fare con uno studioso con la testa sulle spalle.
«Tipicamente femminile, il prendere in considerazione soltanto l'eredità! E piacevole, s'intende, e sarà un valido aiuto nel loro
nuovo ambiente ». C'era un'ombra d'amarezza in queste parole, perché la fortuna di sua moglie, considerevole agli inizi della car
riera, era sfumata a furia di investimenti disgraziati. « Ma la cat
tedra di Capper a Londra, questa è la cosa importante! Una cattedra nuova, per di più, alla Facoltà di Storia della Tecnica e del
l'Arte. Qui, naturalmente, noi siamo arrivati ad ammettere tante delle idee di Capper tra i nostri concetti abituali, in conseguenza del suo immenso potere di persuasione e... del suo fervido entu
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siasmo» fece una pausa, l'occhio fisso di sotto le folte sopracciglia bianche, lo sguardo d'aquila dello studioso che conosce gli
uomini cc tanto che ci siamo scordati quanto rivoluzionarie sieri alcune di esse D. Per la verità, la sua nozione di ciò che pensavano i suoi subordinati era estrem[...]
[...]i lo consentiranno ». In presenza del Preside stette serio, impettito, un poco in soggezione: «Mi riesce impossibile esprimere adeguatamente tutto quel che porterò via di qui... ». Senza dubbio, Brian aveva ritrovato se stesso. I denti bianchi e regolari scintillavano mentre parlava con la maglie del Preside. Con lei si presentò quasi ammiccando, da conquistatore professionale, perché in fin dei conti non era donna da la sciarsi abbindolare: «La cosa piú terribile è che il mio primo pensiero su questa faccenda é stato per tutte le cose buffe che ci aspettano! ». Con Todhurst, mostrò di condividere lo sprezzo per la morta gora: «Non starò a dire che avrei voluto che la nomina spettasse a
te, perché non lo penso. A parte le kunstgeschichte, vecchio mio, lo sappiamo tu ed io che tutta questa faccenda é una montatura! Non
dico con questo però che non ho intenzione di cavarne qualche cosa di utile, e proprio su questo argomento vorrei consultarti un poco prima di partire ». Sorprendente, pensava Isabella, quanto lo aveva ravvivato la notizia: vivo, e così terribilmente scaltro,
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eppure modesto, e, dietró a tutto il resto, solido come una roccia, un giovane di quarant'anni che, certamente, sarebbe andato lontano.
Il suo metodo era molto più diretto, non aveva mai avuto le capacità innate da ciarlatano che aveva suo marito, anzi, a volte, le trovava ripugnanti. Non c'era più nessun bisogno di darsi pena per tutta quella gente, ormai, e lei non aveva la minima [...]
[...]sse: ((Naturalmente, perderemo ogni contatto, ma non ne son così felice come lei pensa ». Infatti, pensava, se l'eccentricità di quella vecchia non fosse stata provinciale e scorbutica a quel punto, si poteva anche invitarla a Londra. Gli strali più velenosi, li serbò proprio per il Preside; mentre egli intonava: « Ci mancherà terribilmente, signora Capper! e il nostro Capper, l'uomo più capace della Facoltà! ». cc Mi piacerebbe tanto sapere che cosa dirà al Consiglio quando si renderanno conto della perdita che hanno fatto, il che avverrà inevitabilmente ». Rispose Isabella «Ci vorranno un mucchio di spiegazioni ».
Eppure, aveva proprio ragione la moglie del Preside, era appena appena in tempo per tutti e due. Negli ultimi anni, Brian aveva cominciato a fare regressi impressionanti: il sorriso, dal qua le dipendeva tutto il suo fascino, era diventato troppo meccanico, ed una contrazione delle gengive lo faceva somigliare ad un cavallo. La soddisfazione di sé, che una volta lo rendeva amichevole con tutti, persone utili o no, aveva comin[...]
[...] i Medici, Van Gogh e qualche disco del Bolero. Era arrivata a considerare con orrore tutte le maniere di Brian, i suoi sarcasmi da meschino docente di provincia, le sue abitudini casalinghe — borsa di tabacco e golf — l'abitudine di indicare con la pipa e dire «Ora aspetta un momenta, vogliamo esaminare con più attenzione quest'uomo (o donna) medio ? » oppure «Anarchia, ora, é una parola molto interessante, ma siamo proprio sicuri di sapere che cosa significa ? ».
Temeva sempre di più che un giorno o l'altro sarebbe crollata, si rendeva conto benissimo d'esser sull'orlo d'una apatia neurotica dalla quale non si sarebbe ripresa mai più.
Non fa meraviglia perciò che, mentre salutava per la terza volta il vecchio professor Green che era tanto distratto, benedicesse le onde che avevano inghiottito la zia Gladys in un vortice di sottane di flanella e di capelli grigi scarmigliati, o il marinaio spregiudicato che aveva tagliato le dita ossute dello zio Giuseppe dal bordo d'una scialuppa di salvataggio sovraccarica. Ora era ricca, tanto ricca[...]
[...]un venticello ristoratore dal settentrione barbarico. Il suo nome era già quello di un'autorità alle tavole del « All Souls» e del «Kings» — un uomo da tener d'occhio. Parlava al Terzo Programma e nel Convegno dei Cinque — Isabel aveva i suoi dubbi su questo tasto — scriveva articoli su settimanali e mensili di lusso ed aveva il contratto per scrivere un libro, edizione Pellican.
Isabel era molto soddisfatta di tutto questo, ma mirava a qualche cosa di più che l'ambiente accademico, per elegante che fosse — era una romantica incorreggibile e dietro alle spalle di Brian vedeva una lunga teoria di mistici soldati di ritorno dalla Persia, di esploratori introvertiti, giovani Conservatori abili, Domenicani influenti, e romanzieri del continente di fama internazionale strappati dalle grinfie dell'O.G.P.U. — e, al centro, lei, la donna che contava. Il successo di Brian sarebbe stato un contributo, il denaro ancora di piú. Per il momento, il suo ruolo era passivo, le bastava farsi accettare e per questo era sufficiente il suo Anglocattolicismo [...]
[...]. giudizi spregiudicati non senza una punta di buon sentimentalismo scout del genere: « Io non le frequenterei troppo, cara; sono un po' fuori del giro! Povere care! Dicono che siano state delle tali vipere, un tempo! » oppure « ci si aggrappi con tutte le sue forze: quella è una persona utile. La lasci parlare, tesoro, non domanda di meglio. Forse, alle volte, si sente un po' sola, capita a tutti ». La rassicurò anche a proposito del marito.
« Cosa ne pensa di Brian? » gli aveva chiesto lei.
«Lo stesso preciso di quel che ne pensa lei, cara. Mi secca a morte. Ma non si preoccupi, c'é migliaia di persone che adorano quel genere. Ognuno ha i suoi gusti ».
Le scelse gli abiti, dicendo con un sospiro: «Oh, Isabella, cara, come é sciccosa! » fino a che ella perdette quella pennellata di ricercatezza eccessiva che la moglie del preside aveva notato subito. Con il suo aiuto, ella fece della casa di Portman Square uno scenario magnifico, forse un tantino troppo perfetto. Egli s'intendeva di arredamento come un autentico professionista, e avendo spazio e denari a sufficienza, lasciò briglia sciolta alla sua passione per le contaminazioni. Ebbe abbastanza buon senso da lasciare al professore ed a Lady Maude i pezzi da esposizione — Il Zurbaran, il Fragonard, i Samuel Palmers' ed i Braque — ma per il resto si lasciò andare. E così n[...]
[...]per i monumenti, ma può anche darsi che siano carini, Isabella cara! » u Carini! » proruppe Isabella u carini! Venite a vedere », e spalancò le ampie porte che conducevano al salotto. Il piccolo gruppo la segui solennemente.
Effettivamente, era esatto: quei monumenti non potevano dirsi carini. In primo luogo, erano alti più di due metri ciascuno. Poi, erano di marmo bianco, non di un solido stile vittoriano, che avrebbe potuto servire a qualche cosa, nemmeno barocco con angeli e trombe dorate, che avrebbe potuto essere ancora meglio,
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no: erano del gusto moderno più esageratamente semplice che un artigiano dilettante, secondo Eric Gill, potesse fare.
« Cara » disse Guy « sono due orrori » e Lady Maude osservò che proprio non erano quel tipo di cose che si ha mai voglia di aver sottocchio. Gli epitaffi, inoltre, erano vistosi, moderni, e molto artificiosi: su uno c'era scritto: « Giuseppe Briggs. Pronto all'appello »; sull'altro: «Gladys Briggs. Sincero come l'acciaio, retto come una lama, il Grande Artefice fece il mio co[...]
[...]ed eccitate che Isabella era seriamente preoccupata a lasciarlo andare a casa da solo. Guy in principio aveva pensato di venire mascherato da Ophelia di Millais, poi, ricordando il danno procurato alla salute del modello originale, cambiò idea; però, con capelli fluenti e fattezze marmoree, fu un riuscitissimo « Suicidio di Chatterton ». Parve ad Isabella che avesse l'aria un poco malinconica durante la serata, ma, quando gli chiese se aveva qualcosa, egli le rispose distrattamente: « No, cara, pro
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prio nulla. Forse, « un poco innamorato della morte clemente ». Voglio dire, i divertimenti risultano strazianti, quando ci si trova, no?». Ma, come la vide rabbuiarsi, le disse: « Ma no, non se la prenda, tesoro, lei è arrivata! » e, infatti, Isabella era troppo felice per pensare a qualcun altro oltre che a se stessa. Infatti, molte ore dopo che se n'era andato l'ultimo degli invitati, rimase tutta felice seduta davanti ai monumenti a farli a pezzi con un martello. E cantarellava tra sé e sé: cc Ve l"ho fatta, zio e zia cariss[...]
[...]ettò il passo. Finalmente, giunse alla meta, una tomba appena scavata sulla quale erano ammucchiate travi di legno e ghirlande appassite. Il Professore si mise a gettarle via febbrilmente, ma si faceva vecchio, non aveva più la vista buona e il passo fermo di un tempo, mise un piede in una fune e precipitò nella tomba da una altezza di due o tre metri. Quando lo ritrovarono, il mattino seguente, s'era rotto l'osso del collo. I giornali misera la cosa a tacere, ed un giornale domenicale, in un articolo intitolato « La Scienza ha diritto? » non fece che confondere le cose designandolo professore di anatomia e alludendo oscuramente a Burke
e Hare.
Così crollarono le speranze di Isabella. In verità, le restava ancora la signora Mule a fare il vampiro, ma senza gli altri non serviva a niente. Anzi, la posizione di Isabella era peggiore di quando era appena arrivata a Londra, giacché ce ne sarebbe voluto del tempo perché si dimenticasse la sua intimità con il Professore
e con Guy. Brian sulle prime rimase un po' imbarazzato, ma c'era tanto d[...]