Brano: [...] Bojownikow di Varsavia, la sola Lettera finora reperita (che qui presentiamo, di ignota presumibilmente polacca, ci proviene da un archivio berlinese). Presentiamo
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anche alcune delle lettere italiane che nell'antologia europea faranno parte del capitolo Italia.
Quanta l'Europa sia divisa, ce ne rendiamo ben conto attraverso questa esperienza di lavoro. Non ci riferiamo, s'intende, alla cosidetta cortina di ferro. Ci riferiamo alla difficoltà di scambi culturali fra Paese e Paese, alle difficili relazioni fra i gruppi culturali di diverse ideologie nei singoli Paesi. La ricerca intrapresa potrà avere anche questa ragione: di aver portato il suo contributo all'abbattimento delle barriere che ci dividono.
PIERO MALVEZZI e GIOVANNI PIRELLI
IGNOTA
Presumibilmente polacca. II documento originale si trova presso l'archivio del VVNVerlag di Berlina che lo ha pubblicato in lingua tedesca nella raccolta « Briefe von Antifascisten geschriebenen vor Ihrer Hinrichtung ».
Tarnopol, 7 apri[...]
[...] visti sul piazzale. Dovevo continuare a lavorare, non potevo aiutarli. Ho creduto di impazzire. Ma non si impazzisce. Poi seppi che le donne che non lavoravano, le semplici donne di casa, non le si poteva salvare. Ora, dovevo piangere e lamentarmi per aver perduto la mamma, o rallegrarmi di aver salvato il papa? Non lo sapevo. Si può concepire una cosa simile? La si può comprendere ? Non sarebbe normale che il cervello e il cuore scoppiassero?
Così continuammo a vivere senza la mamma, la nostra cara e fedele mamma, il buon cuore di mamma...
Intanto continuavano le preoccupazioni quotidiane, la dura lotta per l'esistenza che era diventata stupida, priva di senso.. Si dovette cambiare casa ancora una volta, il ghetto doveva essere ancora ristretto. Infatti le case degli uccisi erano venute libere. E si continuava a vivere.
Il 5 novembre era domenica. Improvvisamente, alle undici del
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mattino, il ghetto fu circondato ed il ballo ricominciò. Io fui, quella volta, particolarmente «f[...]
[...]rano venute libere. E si continuava a vivere.
Il 5 novembre era domenica. Improvvisamente, alle undici del
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mattino, il ghetto fu circondato ed il ballo ricominciò. Io fui, quella volta, particolarmente «fortunata ». Senza che avessi alcun sospetto d'una imminente azione, esattamente dieci minuti prima che il ghetto fosse circondato, ero uscita. Col tempo ci si abitua a tutto. Si diventa così ottusi. Anche se si perdeva qualcuno degli amici o parenti più prossimi, non si reagiva quasi piú. Non si piangeva, non si era più esseri umani, si era di pietra, senza più sentimenti, nessuna notizia ci faceva più impressione. Ci si avviava alla morte, anzi, con calma assoluta. La gente sul piazzale era indifferente e tranquilla.
20 aprile 1943
Sono ancora viva e vi voglio raccontare cosa è avvenuto dal
7 aprile ad oggi: dunque, dicono che ora toccherà a tutti. Vogliono liberare l'intera Galizia da tutti gli ebrei. E soprattutto vogliono che il ghetto entro il 1° maggio sia liquidato. Neg[...]
[...]illa.
20 aprile 1943
Sono ancora viva e vi voglio raccontare cosa è avvenuto dal
7 aprile ad oggi: dunque, dicono che ora toccherà a tutti. Vogliono liberare l'intera Galizia da tutti gli ebrei. E soprattutto vogliono che il ghetto entro il 1° maggio sia liquidato. Negli ultimi giorni sono state fucilate altre migliaia di persone. Il nostro lager era il centro di raccolta. Di lì venivano scelte le vittime umane. A Petrikow la cosa si presenta così: dinnanzi alla fossa si è spogliati nudi, ci si deve inginocchiare e si attende il colpo. Le vittime stanno in riga ed attendono il loro turno. Intanto devono sistemare ordinatamente i primi, i fucilati, nelle fosse, in modo che lo spazio sia ben sfruttato e ci sia ordine. L'intera procedura non dura molto. Dopo una mezzoretta gli indumenti dei fucilati sono di nuovo nel lager. Finita l'azione il consiglio degli ebrei ha ricevuto un conto di 30.000 zloty per pallottole consumate, da pagare... Perché non possiamo gridare, perché non ci possiamo difendere ? Come si può veder scorrere tanto sang[...]
[...]ia ben sfruttato e ci sia ordine. L'intera procedura non dura molto. Dopo una mezzoretta gli indumenti dei fucilati sono di nuovo nel lager. Finita l'azione il consiglio degli ebrei ha ricevuto un conto di 30.000 zloty per pallottole consumate, da pagare... Perché non possiamo gridare, perché non ci possiamo difendere ? Come si può veder scorrere tanto sangue innocente e non dire nulla, e non fare nulla, e aspettare ciascuno la medesima morte ?
Così, miseri e senza pietà dobbiamo finire. Credete forse che vogliamo finire così, morire così ? No! No! Non vogliamo! Nonostante tutte queste esperienze, l'istinto di conservazione sembra diventare più forte, più intensa la volontà di vivere quanto più s'avvicina la morte. Non si riesce a comprendere nulla.
Miei cari, David giace al cimitero ebraico. Non so dove giac
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cia la mamma, l'hanno portata a Balaec. Dove sarò sepolta io, non lo so. Se forse verrete qui dopo la guerra, qualche conoscente vi dirà dove sono stati condotti i trasporti dei lager. Non è facile dire addio per sempre. Addio, addio...
JULIUS FUGÍK
Cecoslovac[...]
[...]o. Credetemi: nulla, proprio nulla di ciò che è successo ha potuto togliermi la gioia che è in me e che ogni giorno si annuncia con qualche motivo di Beethoven. L'uomo non diventa più piccolo anche se viene accorciato della testa. E vi prego caldamente, quando tutto sarà finito, di non ricordarvi di me con tristezza, ma con quella gioia con la quale io ho sempre vissuto. (Seguono alcune parole cancellate dalla censura) ...nasce. Queste sono idee così, lo so che fareste voi stessi tutto il possibile. Ma se anche non riuscirete a nulla, non disperatevi per questo, né siate infelici. Una volta o l'altra dietro ad ognuno si chiude la porta. E per quanto riguarda papà pensateci sopra, se sia il caso di non dirgli nulla o di fargli capire qualcosa.
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Meglio sarebbe di non angustiare con niente la sua vecchiaia. Decidete voi, siete, ora, più vicini a lui e alla mamma.
Scrivetemi, vi prego, che ne è di Gustina e mandatele i miei più affettuosi saluti. Che sia sempre forte e coraggiosa e ch[...]
[...]possa avere il diritto di rimanere vedova. Volevo che fosse felice e vorrei che lo fosse anche senza di me. Dirà che non è possibile. Ma è possibile. Nessun uomo è insostituibile. Nel lavoro, come nei sentimenti. Ma tutto questo ancora non 'scriveteglielo. Quando ritornerà, se ritornerà.
Voi, ora, vorreste forse sapere (vi conosco!), come vivo. Viva del tutto bene. Anche qui ho del lavoro, libri e giornali ed oltre a ciò non sono solo in cella, cosicché il tempo passa... anche troppo presto, come dice il mio compagno.
Il trattamento qui è molto buono, come dappertutto dove sono stato finora in Germania. A Bautzen, per esempio, ogni settimana arrivavano da casa dei pacchi con il mangiare, che si conservava, malgrado la lunghezza del viaggio (pane, zucchero, mele, lardo, ecc.). Non si poteva scrivere in proposito, ma a tutti venivano consegnati i pacchi. Sapete che in me non c'è mai stato rancore per il popolo tedesco e le mie esperienze qui niente (seguono alcune parole cancellate dalla censura) ...è svanito. Ma naturalmente: c'è
ancora[...]
[...] cuore il mio monumento, con su incise queste parole: Ricordo eterno e gloria agli eroi! Noi due abbiamo intrapreso una strada spinosa, ma nobile. Tu arriverai fino alla fine di questa strada, io no. Io sarò caduto alcuni passi prima della méta. Per l'idea muoiono, nella Unione Sovietica, centinaia di migliaia di persone, muoiono an che per noi. Salutami tutta Ostrava e tutti i conoscenti, soprattutto la fedele Slezká Ostrava. Sono convinto che, così come ho fatto io, anche tu — moglie di un comunista trucidato — ed anche' tutte le altre donne alle quali la Gestapo ha preso gli uomini, vi porrete al posto dei vostri mariti ed appoggerete il Partito Comunista e lavorerete per esso.
Hedvika, sulle nostre nozze d'argento é piombata una nube nera. Io, però, ringrazio il destino per i 25 anni trascorsi al tuo fianco. Questo é stato per me il più bel regalo. Questo é stato il mio più bel sogno, la favola della mia vita. E già svanita. Mi sembra non sia trascorso molto tempo dall'epoca in cui, a, mezzogiorno, ti venivo incontro in via Josefska,[...]
[...]ancia ed il Belgio, é aggregato al Comitato Centrale del Partito Comunista Cecoslovacco e lavora con Fucík e Zika alla Direzione del Partito. Arrestato nel 1942, viene tradotto di prigione in prigione e suppliziato a Brandemburgo nel maggio 1944. (Lettera tratta dalla raccolta « Poslední Dopisy », Svoboda, Praga, 1946)
Potsdam 5. 3. 1944
Miei cari tutti,
sono contento di aver ricevuto, come tutti gli altri, della carta da lettera e di potervi così scrivere di nuovo. Oggi é una bellissima domenica, un bel sole ha brillato tutto il giorno, il firmamento era azzurro e non c'era neppure una nuvola. Si sentiva in pieno la primavera, che già si annuncia lentamente, anche se fa ancora freddo. Quando ci sono delle belle giornate così, si diventa subito piú allegri per via del sole.
Oggi, miei cari, vi siete forse ricordati di me, ed io pure di voi.
Ho guardato le fotografie, che mamma mi ha mandato il 14.1 (le ho ricevute però solo 1'1.3 dopo il giudizio), mi sono intrattenuto con voi tutti, ed anche con te, Emilka, lo sai che non mi sono mai dimenticato di te. Penso a voi tutti, nessuno escluso delle nostre grandi famiglie, ogni giorno. Appena mi alzo il mio o buon giorno » é anzitutto rivolto a voi tutti, miei cari, e quando vado a dormire i miei ultimi pensieri, prima di addormentarmi, e la mia t( buona notte » sono [...]
[...]volti ancora a voi. Caro Karlik, la tua lettera mi ha fatto molto piacere, ma mi ha fatto anche
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ridere talvolta. Certo, ragazzo caro, se non vi fossero queste tribolazioni! Ma devi sempre ricordarti che molta gente sta anche peggio e che si debbono superare le prove più difficili. Guarda quante preoccupazioni hanno dovuto passare con noi i nostri genitori, ebbene... le hanno superate. E così, miei cari, penso di poter ricevere da voi ancora qualche lettera, che forse é in viaggio. Ne avrei molto piacere. Da qui, tra due o tre giorni, verrò trasferito in una prigione dove aspetterò, soltanto aspetterò. Oggi indosso ancora abiti civili, poi sarò vestito da carcerato. Potete continuare a scrivermi finché non vi ritornino indietro le lettere.
Salutate Emilka, ma non ditele nulla di come sono andato a finire. Portate i miei cordiali saluti anche a Lojzík, alla zia, a tutti i vicini e conoscenti. Ora ho molto tempo per i ricordi. Uno può ora rivivere di nuovo tutta la sua vita, ora ve[...]
[...]ele nulla di come sono andato a finire. Portate i miei cordiali saluti anche a Lojzík, alla zia, a tutti i vicini e conoscenti. Ora ho molto tempo per i ricordi. Uno può ora rivivere di nuovo tutta la sua vita, ora vede assai meglio di prima i suoi lati buoni, ma soprattutto anche le sue insufficienze e gli errori.
Se si potesse ritornare, dopo tali prove vitali, si sarebbe certamente migliori di quanto si sia stati prima. Ma nella vita succede così: dobbiamo continuamente imparare e prima che si riesca a imparare perfettamente, viene la fine. Ma tuttavia il domani sarà sempre migliore del ieri, forse tutto migliorerà e la gente vivrà sempre meglio. Potesse ciò essere vero, miei cari! Bene, io auguro a tutti voi che la vostra vita sia bella come questa giornata, che vi sia in essa molto sole e pochissime nuvole, oppure che vi siano solo quelle che portano la rugiada.
Così, miei cari, ed anche voi più piccini, ricevete tutti un gran bacio (a voi piccoli anche un buffetto sulla guancia per ognuno, in aggiunta) e un caldo abbraccio. A tutti i conoscenti una stretta di mano. State tutti bene.
Vostro
Jan
gig
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 13
IVAN VLADKOV
Bulgaro, nato a Drjanovo il lo gennaio 1915, impiegato di Tribunale Dipartimentale, poi licenziato per la sua attività nel movimento operaio. Sorpreso nel maggio 1943 come operatore di una radio trasmittente clandestina, viene fucilato il 22 novembre dello stesso anno. (Lettere e pa[...]
[...]r lei.
E tu, Laci mio, cerca di mitigare agli altri il dolore che io ho causato con la mia morte.
Babbo, vecchio mio! So che mi hai voluto tanto bene e che tu soffri che io me ne vada. Ti consoli il sapere che hai una famiglia per la quale merita vivere e lavorare. Fa' per la famiglia, anche in avvenire, tutto quello che puoi. Vogliatevi bene, perché solo l'affetto dá senso alla vita.
Perdonatemi se sto filosofeggiando, ma credetemi, io sento così, mi fa bene dirvi questo per l'ultima volta e mi pare di essere tra voi e di conversare e parlare con voi.
Mi congedo da tutti: non mi sarebbe possibile nominarli uno a uno.
Mia adorata mamma, babbo, sorelle mie, vi abbraccio con caldo affetto.
Pista
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
ZOLTÁN SCHOENHERZ
Ungherese, nato a Ko"síce nel 1905. Segretario del Partito Comunista Ungherese, dopo quattro anni di attività clandestina viene arrestato, il 6 luglio 1942, e consegnato alla Gestapo ungherese. Condannato a morte il 29 settembre 1942, il 9 ottobre viene supplizia[...]
[...]o da te e da Gyuri. Rivedo nel ricordo molte cose belle che avemmo in comune: Praga, la Slesia, la visita a Bruna, Praga VII, Pilsen, Kosice, ecc. ecc. Ma terminando questa lettera non voglio commuovermi ed essere sentimentale. Ti auguro
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di camminare sempre sulla retta via e che tu abbia ancora molta felicità nella vita. Quanto a me, sto qui, incrollabile come in tutta la mia vita, ed é così che muoio. Saluta i miei amici. Vi abbraccio con affetto.
Il vostro Zoli
Miei cari genitori, mio tesoro, sorella mia Klára,
mi si stringe il cuore se penso quanta tristezza ho causato e causo a voi. In una cartolina ho scritto che speravo di potervi rendere tutto l'affetto e tutte le cure di cui mi avete circondato. Purtroppo non posso adempiere quello che desideravo. Non pensate però a me con cuore risentito per le tante tristezze che vi ho causato. Non ho potuto agire diversamente da come ho agito. Quando mi sono reso conto del pericolo che minacciava i miei prossimi in Ungheria, non ho [...]
[...]ciava i miei prossimi in Ungheria, non ho potuto tacere, non ho potuto fare diversamente. Come disse Lutero davanti al Sinodo « Hiere stehe ich und kann nicht anders! ».
Non muoiono per6 tutti quelli che vengono sulla terra. Ho lavorato molto e muoio con la convinzione che continuerò a vivere nel mio lavoro: So che il mio lavoro non é stato inutile. Se nascessi un'altra volta, e potessi rivivere, non potrei vivere diversamente. Come ho vissuto, così muoio.
Spero che potrete trovare un certo conforto in mio figlio Gyuri. Non lo viziate, educatelo severamente, perché possa sostenere il suo posto nella vita in ogni circostanza.
Spero che gli ultimi giorni della vostra vita non trascorrano nella tristezza e siano ancora dorati dalla gioia. Mia sorella, mio zio e la sua famiglia potranno ancora arrecarvi gioia.
Cara sorellina, io ti penso ancora molto spesso come quando eri ancora piccola piccola, a sei anni, come quando si giocava ancora insieme. Poi la .vita ci ha separati.
Ancora davanti a te c'é una vita meravigliosa. Ti auguro che si[...]
[...]tocca i nostri animi e li unisce? Perché questa sorgente non sgorga sempre? Sedevo sul duro sgabello della mia cella, come cento e cento ore prima d'allora, e mi trovai profondamente immerso nel tutto: nella natura, nell'uomo, nell'arte. La differenza fra la vita e la morte era scomparsa in un'unica gioia, quella d'esistere...
28 marzo 1943
Mezzogiorno e trenta. In questo momento quattro compagni di martirio sono stati prelevati dalla cella... Così, due o tre volte la settimana, mi conducono sull'orlo dell'abisso, e mentre mi costringo di guardarvi dentro con calma, aspetto la piccola spinta che basterà a farmi precipitare...
4 aprile 1943
Di nuovo mi avvicino a un crepuscolo... é il crepuscolo che annuncia la mattina ed il nuovo giorno. Non riesco ad immaginarmelo se non con te, accanto a te, in te... Sono trascorse cinque ore, mi hanno appena trasferito al numero sette, questa sera cioè, tra altre cinque ore, sarò giustiziato.
Ho in me una grande pace, una grande leggerezza. Ogni gravame é caduto! E mai ho avuto più puro, immacolat[...]
[...]uscolo... é il crepuscolo che annuncia la mattina ed il nuovo giorno. Non riesco ad immaginarmelo se non con te, accanto a te, in te... Sono trascorse cinque ore, mi hanno appena trasferito al numero sette, questa sera cioè, tra altre cinque ore, sarò giustiziato.
Ho in me una grande pace, una grande leggerezza. Ogni gravame é caduto! E mai ho avuto più puro, immacolato, intimo, l'amore tua e degli altri. Sono inspiegabilmente felice. Ricordami cosí...
ERIKA VON BROCKDORF
Tedesca, nata in Pomerania il 13 febbraio 1910, assistente sociale. Insieme al marito Cay, arrestato con lei ma poi liberato, partecipa all'attività cospirativa del gruppo Schulze BoysenHarnack. Arrestata a Berlino dalla Gestapo, alla fine di agosto del 1942, insieme a tutti i dirigenti del
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DFLLA RESISTENZA EUROPEA
gruppo, é la sola, insieme alla moglie americana di Harnack, a non essere condannata a morte. In seguito all'annullamento della sentenza decretato da Himmler, viene decapitata a BerlinoPloetzensee, il 13 maggio 1943, co[...]
[...] Io ho pensato forse più a te che a me stessa. So che se tu avessi dieci vite, le daresti tutte per me. Ma qui davvero nessuno mi può aiutare. Questo cammino dobbiamo tutti percorrerlo soli.
Il mio ultimo respiro sia ancora di ringraziamento al destino che mi ha concesso di amarti e di vivere sette anni con te. Avrei tanto voluto rivederti ancora una volta, ma poiché non mi sono concessi favori, sono troppo fiera per fare una richiesta inutile, così non ho nemmeno inoltrato la domanda di grazia, dato che la mia morte é comunque un fatto deciso.
Sono a colloquio con te, mio caro. In questo momento ti ho fatto promettere che non resterai troppo a lungo triste, perché mi toglieresti la tranquillità degli ultimi giorni, che mi é necessaria per quando devo attraversare la porta oscura.
Nessuno dovrà poter dire di me, senza mentire, che io abbia pianto, che sia stata attaccata alla vita e che per essa io abbia tremato. Ridendo voglio concludere la mia vita, così come l'ho amata ridendo, e ancora l'amo.
Mio caro Cay, adesso voglio dirti addi[...]
[...]orte é comunque un fatto deciso.
Sono a colloquio con te, mio caro. In questo momento ti ho fatto promettere che non resterai troppo a lungo triste, perché mi toglieresti la tranquillità degli ultimi giorni, che mi é necessaria per quando devo attraversare la porta oscura.
Nessuno dovrà poter dire di me, senza mentire, che io abbia pianto, che sia stata attaccata alla vita e che per essa io abbia tremato. Ridendo voglio concludere la mia vita, così come l'ho amata ridendo, e ancora l'amo.
Mio caro Cay, adesso voglio dirti addio. In questa pena non ci sono rimasti altri amici fuorché il coraggio ed una rapida morte. Ti saluto per l'ultima volta, mio caro. Ti ripeto adesso in questa ora estrema: la mia vita senza di te era nulla, solo per opera tua ha avuto un significato ed un contenuto. E questo adesso mi aiuta. Pensa ogni tanto a me, ma non essere triste. Sono serena e molto tranquilla. Mi sento consolata perché comprendo che é necessario.
Ogni bene per te, per il tuo avvenire
la tua Erika
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[...]. (Lettera inedita avuta dalla Redazione del periodico «Die Tat » di Francoforte sul Meno)
Quando riceverete questa lettera io non sarò più fra i vivi! Ciò che da molti mesi ormai ha continuamente occupato le nostre menti senza lasciarci un minimo di tregua, sta per avverarsi. Mi dispiace immensamente, dopo tutto, di non aver più visto P. che avevo atteso con molta certezza per oggi. D'altra parte é bene che sia a casa proprio in questi giorni, così potrete consolarvi a vicenda. Se mi chiedete come mi sento, posso soltanto rispondervi: sono serenamente commosso e pieno di una grande attesa. Con oggi ha termine per me ogni sofferenza, ogni miseria terrena, e «Dio detergerà ogni lacrima dai loro occhi ». Quale consolazione, quale mirabile forza emana dalla fede in Cristo che ci ha preceduto nella morte. In Lui ho creduto, in Lui credo oggi più fermamente e so che non sarò distrutto. Come tante volte, vorrei anche oggi citarvi San Paolo. Rileggete i seguenti versetti: 1 Cor. 15/43 e Romani 14/8. Ovunque ci si guardi attorno, ovunque troviam[...]
[...] nel 1895, tramviere, capo dell'Associazione dei tramvieri di Vienna e, nella clandestinità, Segretario dell'Associazione dei trasportatori. Arrestato a Vienna e condannato il 23 novembre 1942, è suppliziato il 26 febbraio 1943. (Lettera tratta dall'opuscolo a Unsterbliche Opfer », Kommunistische Partei Oesterreichs, Vienna)
Vienna, Carcere Dipartimentale, cella 120
Con spaventosa velocità sta trascorrendo il breve tempo che mi é concesso come cosiddetto « periodo di grazia » prima che la sentenza venga eseguita. Non c'é da contare sulla grazia e, secondo le esperienze fatte sinora, non c'é nemmeno da contare su di una revisione del giudizio, devo concludere la mia vita e su questi fogli vòglio dirti i miei ultimi pensieri e desideri. Cucirò questi fogli in un materasso e spero che qualche uomo giusto e buono li trovi un giorno e che pervengano in buono stato, sia pure con un certo ritardo, nelle tue care mani. Quando li avrai, se ciò avverrà mai, tutto sarà già comunque chiarito. Vari prigionieri condannati a pene minori, che sopravviv[...]
[...]ideri. Cucirò questi fogli in un materasso e spero che qualche uomo giusto e buono li trovi un giorno e che pervengano in buono stato, sia pure con un certo ritardo, nelle tue care mani. Quando li avrai, se ciò avverrà mai, tutto sarà già comunque chiarito. Vari prigionieri condannati a pene minori, che sopravviveranno a me, ti racconteranno più estesamente di me e delle mie cose, del mio destino e del mio con tegno. La morte non é in definitiva così orribile come generalmente la si pensa. Una volta che ci si è rassegnati al proprio destino e se si tiene conto dello stato in cui qui vegetiamo, essa é una vera liberazione. Ognuno si augura che venga subito, eppure tutti temono le ore estreme, l'angoscia della morte prende ogni uomo ed ogni nervo si ribella contro la morte violenta. Con tutta
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la rassegnazione esteriore e nonostante una continua preparazione spirituale, è sempre una terribile prova per i nervi quando, dalla propria cella o da quella vicina, dei prigionieri vengono p[...]
[...]a, di varie organizzazioni giovanili comuniste. Arrestato dalla Gestapo a Urfahr i1 3 dicembre 1942, viene tradotto ed interrogato nella locale sede della Polizia, quindi inviato nel campo di concentramento di Mathausen ed ivi fucilato, senza processo, il 18 settembre 1944. (Lettera avuta dalla madre del caduto per il tramite del KZ. Verband di Vienna)
Landesgericht II, 7.III.1944
Miei amatissimi genitori,
a te, mia cara mamma, mio caro papà, così duramente provati! Sento quale dolore e quale pena state sopportando, non avevate meritato di dover essere caricati di un tale destino alla vostra grave eta! Dal vostro grembo io sono nato, dalle vostre mani patite sono stato allevato ed ora in galera debbo finire! Che questa sia una vergogna? No, no, cari genitori, non piangete, vostro figlio é hero di vivere in una tale scia, e all'occorrenza di morirvi. La vostra fierezza consista nel poter dire un giorno: mio figlio ha lottato per una vita più degna, ed é morto nella consapevolezza di aver sacrificato la sua vita al socialismo.
E se fors[...]
[...]raio. Perciò sopporto piil facilrhente il mio destina. Avreste dovuto sentire la nostra solidarietà nella prigione, vi sareste resi conto che un tale movimento
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 27
non può perire. Questo stendardo rosso sangue, cui é legata la vittoria, riordinerà il mondo e merita che si lasci la vita per esso. Invero, nessuno di noi muore volentieri, perché avremmo ancora molti compiti da risolvere; ma se così deve essere, allora avvenga con ferrea decisione.
Visto che ora sono dunque un delinquente, non dovete tuttavia disperarvi: il basto non è ancora spezzato. E necessario restare forti fino all'ultimo respiro. Mostrate che il dolore, la sofferenza, la vecchiaia, il terrore non vi possono spezzare. I genitori da cui sono nati figli di questo genere, sono lottatori anche essi. Ed é anche per questo che sono fiero di voi! Vi ringrazio tante e tante volte del bene che mi avete fatto, nonostante la vostra povera. Tutto ciò non lo si può pagare nemmeno con l'oro; e così ve ne ringrazio con ciò che h[...]
[...]sperarvi: il basto non è ancora spezzato. E necessario restare forti fino all'ultimo respiro. Mostrate che il dolore, la sofferenza, la vecchiaia, il terrore non vi possono spezzare. I genitori da cui sono nati figli di questo genere, sono lottatori anche essi. Ed é anche per questo che sono fiero di voi! Vi ringrazio tante e tante volte del bene che mi avete fatto, nonostante la vostra povera. Tutto ciò non lo si può pagare nemmeno con l'oro; e così ve ne ringrazio con ciò che ho di piú alto, con il mio spirito proletario. E tutto ciò, cari genitori, che vi posso offrire in questo momento.
Nel Landesgericht II ho vissuto con molta solidarietà, e il compenso per questo dritto modo di vivere l'ho sentita quando mi sono congedato dai miei compagni di sofferenza... Certo, ho pianto quando li ho salutati, ma si trattava di lagrime di gioia, perché mi accorsi che essi avevano approvato il mio contegno. Ciò mi ha rafforzato nella mia convinzione che la mia posizione non era perduta. Chi dei borghesúcci può immaginarlo che oggi dei giovinetti, [...]
[...]him avesse rivelato tutto. Il mio motto era: guadagnare tempo vuol dire guadagnare mezza vita. Ma, se quest'ultimo atto non mi sarà risparmiato, lo saprò sopportare da combattente.
La mia vita l'avevo già conclusa il 3 dicembre '42, e non ho perciò desideri, soltanto vi pregherei di una cosa: Anni, finché se lo merita, consideratela come mia moglie. Essa è giovane, forse non mi ha capita, ma ci siamo amati, e se il destino non ci avesse toccato così duramente, forse sarebbe diventata più saggia. Essa, dopo tutto, è stata tirata su in un altro mondo. Il suo destino mi addolora molto, e sono triste perché non sono stato in grado di aiutarla.
Era mio destino essere lottatore, e non l'ho mai dimenticato. Voglio ancora salutare tutti i conoscenti qui, i Leder, anche essi mi comprenderanno e ciò fa bene. Salutami anche Prinz, le mie zie, i miei zii e le cugine. Peperl mi resterà sempre in un felice ricordo, per me era più di un cugino. Se nella mente faccio passare la fila dei parenti, mi rimangono ben pochi che mi abbiano compreso. I nostri [...]
[...]ori, voglio terminare. Su con la testa, se no non potrete vedere le stelle e il rosseggiare del mattino, si, si avvicina con passi giganteschi la giornata in cui i proletari di tutto il mondo si riuniranno per marciare sotto il sole dolce di maggio. Non camminate curvi! Anche a voi sorriderà il raggio di sole sulla mia bara. Vi chiamo coraggiosi genitori: siate coraggiosi e fieri: voi avete posto le fondamenta e la gioventù costruirà su di esse. Così il nostro stendardo non si ammaina mai, ed è questo
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ciò che vogliamo. Vi auguro salute ed una tarda età perché possiate vedere il compimento della nostra opera. Con fierezza per i miei coraggiosi genitori termino con un forte: Evviva il Fronte Rosso.
Vostro figlio Leopold
P. S. Vi prego, salutate anche la coraggiosa mamma di Franzl Reingruber, e ringraziatela per il suo grande aiuto. Anche il suo dolore é un ammonimento per il movimento, anche a lei bisognerà porgere ringraziamenti perché per lei la vita é stata durissima. La sa[...]
[...]fiancava l'opera dell' EAM, viene arrestato al Pireo, il 19 febbraio 1942, mentre stampa un giornale clandestino, e fucilato al Pireo il 5 giugno 1942, con otto exufficiali della R. Marina greca. (Lettera inedita tradotta da amici greci dall'originale esistente negli archivi dell'Arcivescovado di Atene)
'Cara mammina, papà e sorelline,
oggi 5.6.42 ci fucileranno. Affrontiamo la morte per la nostra Patria da veri uomini. Non soffro per niente e così non voglio che voi soffriate. Non voglio pianti né lacrime. Abbiate pazienza. Vi auguro tanta felicità e non vi addolorate per me. Saluti di cuore a tutti. Siamo degni dei nostri avi e della Grecia. Non tremo affatto e vi scrivo dritto in piedi. Respiro per l'ultima volta la profumata aria ellenica sotto l'Imetto. E una mattina splendida. Abbiamo fatta la comunione e ci siamo tutti spruzzati con acqua di colonia che un nostro compagno aveva in tasca.
Addio Ellade, madre di eroi.
Addio, miei cari. Addio. Sappiate tutti esser degni di me. Addio sorelline. Addio papà. Addio dolce mammina. Cora[...]
[...]o Malcini6tis che produceva motori da aeroplano, ed il secondo agli impianti telefonici ad Atene e nell'Attica. Arrestati i! 12 gennaio 1942, nella casa del padre che pure viene arrestato e condannato a dieci anni di reclusione. Fucilati al medesimo palo a Kessariani (Atene) il 26 maggio 1942. (Lettera inedita tradotta dall'originale da amici greci)
martedì 26.5.42
Carissimi genitori,
ricevete questa nostra ultima lettera e non vi addolorate. Così voleva Iddio.
Papà, ti preghiamo di prendere la mamma e di andare a Livanátes per passare lá la vostra vecchiaia.
Papà ti consegnamo la mamma, curala tu dopo che noi non. ci saremo piú. E tu, povera mammina, non dimenticarci. Venite a trovarci. Mammina e papà, vi abbracciamo e vi diciamo addio per l'ultima volta. Non vi amareggiate; date i nostri ultimi saluti ai parenti, agli amici e ai vicini. Iddio onnipotente ha voluto prenderci vicino a sé così giovani. Mammina e papa, vivete voi per vedere giorni migliori, se per noi era destino di non vedere questi giorni buoni.
Chiediamo per l'ulti[...]
[...]oleva Iddio.
Papà, ti preghiamo di prendere la mamma e di andare a Livanátes per passare lá la vostra vecchiaia.
Papà ti consegnamo la mamma, curala tu dopo che noi non. ci saremo piú. E tu, povera mammina, non dimenticarci. Venite a trovarci. Mammina e papà, vi abbracciamo e vi diciamo addio per l'ultima volta. Non vi amareggiate; date i nostri ultimi saluti ai parenti, agli amici e ai vicini. Iddio onnipotente ha voluto prenderci vicino a sé così giovani. Mammina e papa, vivete voi per vedere giorni migliori, se per noi era destino di non vedere questi giorni buoni.
Chiediamo per l'ultima volta la vostra benedizione. Perdonateci. Se potete sapere in quale cimitero ci seppelliranno, allora vi aspettiamo. Venite ad accendere la nostra piccola candela.
Vi mandiamo tutta la nostra roba e siamo certi che giungerà nelle vostre mani. Non vi agitate! Non é poi una gran cosa. Per l'umanità sono stati uccisi milioni di giovani. Forse loro non avevano una mamma ? Questo pensiamo e non sentiamo tanta pena. Non abbiamo altro da dirvi perché non [...]
[...]o morire, e né io né te possiamo dire se sia bene o male che il mio trapasso avvenga un po' prima o un po' dopo. Ricordati, ti giuro che è vero, che agni dolore si muta in gioia, ma solo pochi vorranno riconoscerlo di fronte a se stessi. Si sono avvolti nel dolore e l'abitudine fa credere loro di esser sempre avvolti nel dolore. La verità è che dopo il dolore giunge la profondità e dalla profondità sorge il frutto.
A me niente taglia l'animo, è così, e te ne devi render conto. Ho qualcosa che vive e arde in me, amore, ispirazione, chiamala come vuoi, tuttavia qualcosa che non riesco ad esprimere. Ora muoio, e non so se ho acceso una piccola fiamma nell'anima di qualcuno, una fiamma che mi sopravviverà, ma sono ugualmente sereno, perché ho visto e so che la natura è ricca, nessuno nota se un germe viene calpestato e muore, perché dovrei dunque rattristarmi io, (panda vedo tutta questa ricchezza che vive ?
Ci sono poi i bambini, che mi sono sentito vicini in queste ultime ore, ero felice di rivederli e di vivere nuovamente con loro. Ho se[...]
[...]ta, ma ho preferito nulla fare e nulla dire che potesse tradire la patria.
Ti renderai conto che dopo tutto questo ho il coraggio sufficiente per essere fucilato. Che è una bagatella in confronto a tutto quello che ho sopportato.
Parecchie persone debbono ringraziarmi per non aver fatto il loro nome. Ed ora sono fiero di me, perché ho resistito a tutto ed ho salvato molte vite.
Vi sarò riconoscente di far conoscere questo resoconto a Gilberte così come alle associazioni di cui facevo parte.
Il mio corpo resterà nel cimitero militare di Liegi e morirò da vero belga. Viva. il Belgio!
Guy Jacques
sempre belga
morto per la Patria
JV LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
(Biglietto trovato negli abiti di Jacques Guy dopo la sua morte)
Un'ultima parola per dirvi che per parte mia non ho mai denunciato o incolpato alcuno, malgrado le numerose fustigate che ho ricevuto per farmi parlare.
Avrei potuto salvare la mia testa in molti modi. Ma ho preferito essere fucilato che tradire, in questo modo muoio da uomo in gamba e[...]
[...] digli che cerchi di essere un uomo, questo é tutto quanto gli chiedo. Presto il mondo sarà libero, e sarà pure per lui, il mio caro piccolo Claudio, che avrò lottato. Digli di cercare di ben comprendere la vita, avrei tanto voluto fargliela scoprire. Ho pensato enormemente anche a lui, in prigione. Ti chiedo di abbracciarmi Maria. Dille che lei è uno dei miei più bei ricordi. Sono veramente felice di aver incontrato sulla mia strada una persona cosí buona e cosí onesta. L'amo molto e le sono molto riconoscente per avermi dato un po' della sua amici
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 37
zia. Chiedo scusa a tutti per il dolore che vi arreco ma sento che voi mi perdonerete. La causa che difendo é giusta, é sacra. Che i miei compagni sappiano che non ho mai dubitato del suo trionfo. Ho anche l'autorizzazione a scrivere ad Alberto. Gli scriverò indirizzando a sua sorella. E molto giovane, sarà libero quando ritornerà, si rifarà una nuova vita, l'altra non ha contato. Da sposati siamo rimasti cinque giorni insieme!
Mia piccola mamma,[...]
[...]roprio, cara mamma, che tu non ti faccia del cattivo sangue per tuo figlio, perché io non sono più da compiangere, parto per raggiungere il regno di Dio dove sari) molto felice: quelli che sono più da compiangere siete voi, tu ed il mio amato papá.
Prima di morire, domando perdono a tutte le persone a cui ho fatto del male e perdono tutte le persone che mi hanno fatto del male..
Tu andrai a trovare Clémence, Léon, i miei cugini, le mie cugine, così come Henriette e tutta la sua famiglia. Voglio anche abbracciare Antoine e Renée, così come la nonna e Huguette. Andrai da Suzanne e abbraccerai tutti, questa è la mia ultima volontá. Soprattutto, soprattutto, mammina mia cara, reagisci e riprendi il corso della vita normale.
Dopo la guerra, fa riprendere il mio corpo o i suoi resti e falli mettere vicino al mio povero nonno Désiré Camus: va a trovare il Signor T... e digli che il suo vecchio allievo lo abbraccia di tutto cuore.
Ti lascio, cara mamma, per mangiare un poco e per non morire a stomaco vuoto. Per adesso ti dico arrivederci, cara mamma, ma t'invito a credere che solo ora vedo ciò che tu rappresentavi per me
Jean [...]
[...] pensiero che io sarò forte fino all'ultimo.
Certamente paura non ne sento. L'unica grande spina del mio cuore é il sapere che tu e Milli resterete sole al mondo.
Ho volñto seguire la mia idea e adesso mi domando se di fronte a te avevo il diritto di farlo.
Perdonami, mammina, se ti cagiono questo grande dolore. Ti avevo pur detto che mi sembrava poco naturale restar vivo solo io fra tanti compagni morti.
Adesso andrò con loro. Doveva finire così.
Ancora una volta, mammina, perdonami.
Anche Milli deve perdonarmi e dille che se spesse volte ci si bisticciava, era proprio perché ci volevamo bene.
Quando il dolore ti sembrerà insopportabile, rifugiati in lei, ti sarà di grande sollievo.
42 LUTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
Ricevi da tuo figlio il più affettuoso abbraccio e tanti, tanti
baci, anche per Milli. Per l'ultima volta perdonatemi.
Vostro
Valerio
PAOLA GARELLI
Italiana, nata a Mondovì (Cuneo) il 14 maggio 1926, pettinatrice. E collegatrice e rifornitrice di viveri e materiale per le formazioni partig[...]