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Il segmento testuale Continuò è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Liliana Magrini, Il silenzio in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...]otolava. Un lampo di riso le apparve negli occhi quando li posò su di un ometto dalle braccia corte e dal viso roseo, che stava parlando con una vecchia sulla soglia di una pasticceria. « Bisogna avere... ecco, il senso delle proporzioni... », diceva, cercando le parole e agitando con cura quelle sue mani che il contatto decennale con paste intrise di burro e di zucchero aveva fatto pallidissime e morbide. « Bisogna... ». « Farsi una ragione! », continuò Costanza passandogli accanto, con un inchina burlesco.
Filippo Bertolli, il piccolo pasticcere, si voltò sconcertato, mentre Antonio lo salutava trattenendo a stento una risata. Era la frase, quella,
che ricorreva più sovente nei discorsi sentenziosi del loro vicino. Quante volte l'aveva sentita applicare anche ai Cataldo! Dopo tutto, diceva,
Giacomo non era il primo cui fosse capitata una disgrazia sul lavoro. Adesso Costanza non aveva più quell'aria divertita. Camminava assor
II, SILENZIO 157
ta, mordendosi piano il labbro inferiore. Vivi e morbidi, i lunghi capelli scuri le sfioravano[...]

[...]o lo portò un attimo sul figlio: ma come se non lo vedesse.
Con la mano, toccò piano qualcosa nella tasca destra : la stessa tasca dove Marco gli aveva veduto nascondere il garofano. Si, proprio nascosto, lo aveva, si disse il ragazzo. E perché ora non lo guardava, non gli diceva niente?
« Come? » chiese con aria assente Antonio, in risposta a una domanda di Teresa, come se cercasse solo di prendere tempo fermando un rumore che lo infastidiva. Continuò a incidere un segno che si piegava in una curva slanciata: « Come? ah, si, la cornice che ho portato al dottore? » Con un ferro acuminato modificò lievemente il segno. « Duemila ».
Ecco, disse Teresa. Al solito, lui non aveva saputo farsi pagare abbastanza. Lo sfrigolio vivo del pesce nella padella confuse per un momento la sua voce: poi, attraverso il borbottio lento dell'olio, essa ridivenne distinta. Non pensava, Antonio, a quello che lei faticava per far mangiare tutti con quei pochi soldi, disse. Trascinando pesantemente le gambe, più gonfie alle caviglie che al polpaccio ossuto, andava[...]

[...]ta : nessuno pareva occuparsi neppure dei vicini.
Lentamente, l'uomo si riempi d'aria i polmoni, in un modo che fece pensare Marco a un ingoiatore di catene che era venuto una domenica nel quartiere. Come quello, gonfiava lentamente il petto, inturgidendo le vene alle tempie e arrotondando la bocca. Infine, dalla gola, gli usci con improvvisa violenza una voce dura e stentata, da cui poi si delineò, come a balzi bruschi, un canto lamentoso e discontinuo. Di tanto in tanto l'uomo alzava il braccio velloso per asciugarsi la fronte con un gran fazzoletto a scacchi. Marco non riusciva a vederlo bene. Eppure gli pareva proprio Baglietto, uno scaricatore taciturno che abitava a Oregina, e non parlava mai con nessuno.
Ma quando un altro s'alzò, e venne in mezzo alla stanza, fu ben certo di riconoscerlo: e riconobbe allora anche altri di quegli uomini che_ stavano sulle sedie allineate contro il muro oltremare, gravi come se assistessero a una cerimonia. Era tutta gente d'Oregina o di quel quartiere al limite della città: operai, artigiani, piccoli[...]

[...]E Michele?
Alzò gli occhi verso l'altare. Il prete era immobile, chino verso la tovaglia candida. Una campanella tintinnò. Le donne abbassarono il capo. Sapeva di doverlo fare anche lui: era la prima cosa che Teresa gli aveva insegnato, e che in quel momento c'era il Signore, sull'altare, vivo nell'ostia. Chinò un momento gli occhi, preso dal solito timore riverente : ma subito, come per uno sforzo volontario, li rialzò. La campanella insisté. Continuò a guardare. Gli turbinavano nella mente racconti che aveva udito, di segni terribili apparsi all'elevazione; gocce di sangue, una voce. Il prete alzò il calice, che scintillò debolmente; poi si chinò di nuovo sull'altare. Marco guardava. Aveva paura: ma doveva guardare. Un terzo tintinnio : poi, nella mano del prete, s'alzò un piccolo cerchio bianco. Adesso, si disse. Tutta chiusa nel suo biancore opaco, l'ostia, tra le dita che appena ne toccavano l'orlo, rimase qualche momento alzata contro il fondo scuro della cappella. Poi scomparve dietro la schiena curva del prete. Un tintinnio rapido, [...]

[...] uomo giovane, pallidissimo, si torceva le mani. Al movimento d'uno degli spettatori, Marco vide chi gridava, una grossa donna dal viso livido; un'altra, bruna e sottile, le stava davanti, e la guardava senza una parola, con occhi dilatati. Giovani, l'una e l'altra. Improvvisamente, quella che gridava s'avventò: la bruna precipitò a terra e l'altra le cadde sopra, accosciata, senza lasciar presa. S'era sentito un colpo sordo. Ansimando, la donna continuò a scrollare per le spalle quel corpo prostrato. La sottana risalita fino all'inguine, essa serrava tra le cosce pesanti il corpo della sua vittima, come un cavaliere impazzito che spronasse una bestia esanime.
Nessuno si mosse, come se una ignota condanna impedisse a chiunque d'intervenire. Sulla porta, l'uomo continuava a torcersi le mani.
Riuscì a voltarsi. Corse a lungo. Non aveva che un pensiero : salire, lasciare quelle strade precipitanti tutte verso il mare, che ogni tanto balenava in fondo ai crocevia. Ma a mano a mano che saliva, il mare si dilatava sempre più tra le scure fessur[...]

[...]a attendesse, spasmodicamente. Era come se qualcosa dovesse prorompere: forse un grido. Ma non s'udì nulla.
Passarono lunghi momenti; infine Marco vide Costanza uscire tra la gente che ondeggiava. Camminava rigida, il corpo inclinato in avanti, tra i due pescatori che le si erano messi a fianco. Egli distingueva anche Antonio, adesso, che procedeva rapido come per raggiungerla;. e Giacomo. Gli altri seguivano più lentamente. Per un poco Antonio continuò da solo con dietro Giacomo che arrancava. Poi si fermò ad aspettarlo, e prosegui con lui. Andavano più adagio dei tre che precedevano: eppure Giacomo, oscillando scompostamente sulla gamba di legno, sembrava il solo a correre.
Costanza e i due pescatori erano già nascosti dalle prime case, che ancora i due avanzavano lentamente a metà strada, tra i colli nudi.
A un certo momento, Antonio passò la mano sotto il braccio di Giacomo, cercando di sorreggerlo: ma riuscì soltanto a dare intralcio al suo lungo passo rigido. Quando Antonio si staccò, Giacomo rimase qualche istante immobile, a testa [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Continuò, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---A Filippo Bertolli <---Accendi <---Alzò <---Antonio Stura <---Arrivò <---Avanzò <---Avrei <---Avvicinatasi <---Baglietto <---Basta <---Bisogna <---Bisogna riuscire a non farsi fregare <---Buonasera <---Buoni <---Camminò <---Cantò <---Capì <---Celere <---Cercò <---Che Michele <---Chinò <---Chiuse <---Come <---Contro Nino <---Cosa <---Costanza Cataldo <---Così <---Davanti <---Del resto <---Dico <---Dietro a Marco <---Dio <---Dirgli <---Diritto <---Ecco <---Eccola <---Fai <---Farmacia <---Fermò <---Filippo Bertolli <---Filippo a Marco <---Finì <---Fissò <---Gettò <---Giacomo Cataldo <---Giunti <---Giuseppe Spinola <---Già <---Guardò <---Hai <---Insistette <---La Grotta <---Lascialo <---Lasciò <---Lontanissimo <---Luigi Stura <---Ma Costanza <---Ma Dio <---Ma Marco <---Ma Teresa <---Mai Marco <---Marcò <---Medicina <---Michele Cataldo <---Niente <---Non voglio <---Ora Teresa <---Oregina <---Pensavamo solo a correre <---Pensò <---Perché <---Però <---Pescatori <---Più <---Porto Nino <---Portò <---Povera <---Provò <---Riandò <---Ricominciò <---Righi <---Ripensò <---Risalì <---Ritrovò <---Riudì <---Riuscì <---Sarà <---Sará <---Scese <---Seguì <---Sei <---Sentì <---Si sta bene sul Righi <---Sottoripa <---Sperò <---Spinola <---Sulla <---Terminò <---Tornò <---Traversò <---Tredici <---Venderò <---Voglio <---abbracciano <---apprendista <---artigiani <---d'Antonio <---d'Oregina <---mutismo



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