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Il segmento testuale Congresso di Vienna è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 44Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 183

Brano: [...]dinare l’attività, soprattutto di propaganda e informazione, della Concentrazione antifascista, curandone in particolare il notiziario internazionale e il finanziamento.

Una buona parte dell’attività dell’ultimo Turati fu peraltro rivolta a spiegare, in seno e in polemica con l’Internazionale operaia e socialista, ciò che rappresentava il fascismo su scala europea: molto esplicito in questo senso fu il suo ultimo e più elaborato intervento al Congresso di Vienna del 1931. Nel 1930 aveva inoltre incoraggiato l’operazione condotta dai massimalisti dissidenti e dai riformisti per la riunificazione socialista e la confluenza del nuove P.S.I. nelle file dell’I.O.S. (Internazionale operaia e socialista). Per diversi aspetti egli contribuì, sempre nel quadro della tradizione ita

liana e nel contesto della socialdemocrazia postbellica, a delineare una rappresentazione del fascismo, che seppure carente per quanto riguardava l’analisi sociale e culturale, era animata e sorretta da una forte capacità di resistenza e di sfida.

Il vecchio Turati, che era gi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 677

Brano: [...]i studi a Pietroburgo, fondò nella zona polacca passata sotto il potere zarista russo un partito socialrivoluzionario di ispirazione marxista denominato Proletariato. Questa formazione politica, decisamente influenzata dai movimenti populisti russi, si innestò subito nelle grandi lotte della nascente classe operaia polacca che cominciava a organizzarsi nei centri industriali di Lodz, nel Krolestwo Polskie (regno di Polonia, concesso allo zar dal Congresso di Vienna del 1815) e a Varsavia.

Lo sviluppo dell’industria fu molto accelerato, soprattutto a Lodz che, da villaggio di appena 800 abitanti nel 1820, ne contava circa 42.000 quarant’anni dopo e, nel 1877, 100.000. Successivamente Io sviluppo fu ancora più rapido, soprattutto nel settore tessile, con una consistente concentrazione di capitali. M Partito Proletariato, nonostante le repressioni della polizia zarista che, poco dopo la fondazione, ne arrestò il fondatore Ludwig Warynski, subì l’influenza del movimento rivoluzionario russo Narodnaia volia (Libertà del popolo), trasformandosi in una orga[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 436

Brano: [...]er iniziativa dei franctireurs, il cui comando fu assunto, su richiesta del governo repubblicano di difesa nazionale, da Giuseppe Garibaldi.

La « guerra del brigantaggio » nell’ltalia meridionale

Le guerriglie tentate o condotte dai patrioti italiani in varie regioni durante il Risorgimento, compresa la spedizione dei Mille, non possono essere definite « partigiane », in quanto si rivolgevano contro poteri statali legalmente costituiti dal Congresso di Vienna del 181415. Tanto meno può essere considerata « partigiana » la guerriglia dilagata nel meridione della penisola (dalla Calabria all’Abruzzo) dal 1862 al 1865 e passata alla storia come « guerra del brigantaggio ». Il sanguinoso conflitto che impegnò per oltre 4 anni circa 120.000 uomini dell’esercito italiano e decine di migliaia di appartenenti alla Guardia nazionale delle diverse province contro quasi 400 bande di guerriglieri composte da sbandati dell’esercito borbonico, contadini, legittimisti, renitenti alla leva, ex car

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 600

Brano: [...](divenuta poi dell’Amicizia cattolica), le società del Cuore di Gesù, dei Trinitari e dei Calderari. Promotori del sorgere di queste società segrete antinapoleoniche erano spesso abili agenti inglesi.

Il crollo dell’impero napoleonico significò anche l’offuscamento della Massoneria. Le logge furono chiuse e i massoni furono sorvegliati dalle polizie dei vari Stati della Restaurazione. Agli avversari dell’assetto europeo stabilito nel 1815 dal Congresso di Vienna e che lottavano per un’Italia indipendente e liberale non conveniva far rivivere la Massoneria, troppo compromessa col regime napoleonico e troppo conosciuta dagli apparati dei governi reazionari. Ai patrioti conveniva trasferire la propria attività in altre società segrete che via via sorgevano e che erano riuscite a mantenersi clandestine. D’altra parte non tutti i massoni possedevano una salda fede patriottica: ve ne furono alcuni che si posero al servizio dei regimi reazionari, come il magistrato Antonio Salvotti, noto come inesorabile giudice istruttore nei processi contro i Carbonari. A[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 358

Brano: [...], l’inviolabilità della proprietà, venivano raffigurati come « diritti naturali, essenziali, inalienabili » che ogni uomo porta con sé nella società e alla cui tutela la società civile e il potere statale sono preposti.

Propagate dalla Francia, le nuove idee si diffusero in Europa ispirando gli ordinamenti dei nuovi Stati formatisi in seguito all’invasione napoleonica, e soprattutto in Italia, finché non subirono una battuta di arresto con il Congresso di Vienna del 1815, quando la Restaurazione reintegrò al potere i sovrani assolutisti spodestati. La Restaurazione ebbe vita breve: già nel 1821 e nel 1830 l’intera Europa fu scossa da moti insurrezionali guidati da forze come la Carboneria, prevalentemente espresse dalla borghesia industriale e dalla parte più avanzata dell’aristocrazia, fortemente impregnate di filosofia illuministica. L’ideale astratto di libertà propugnato da tali forze non riuscì tuttavia

a coinvolgere le masse popolari, la cui assenza dalla lotta fu causa dell’insuccesso di quei primi tentativi.

Un certo risveglio popolare [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 114

Brano: [...]issione al Sud) per i socialisti. Sorse, con il sindacato unico, la Confederazione generale italiana del lavoro (v.) che ebbe sede nei locali già appartenuti alla C.G.L. e che Di Vittorio, come segretario generale, avrebbe diretto fino alla fine. Nominato vicepresidente della Federazione sindacale mondiale al Congresso di Parigi (settembre 1945), nel Congresso di Milano del luglio 1949 ne fu eletto presidente, carica riconfermata aH’unanimità al Congresso di Vienna dell’ottobre 1953.

Alla vita politicoistituzionale del dopoguerra partecipò come deputato aìl’Assemblea Costituente, come consigliere comunale di Roma (1952), deputato al primo Parlamento della Repubblica nel 1948, rieletto nel 1953. Nel Parlamento, in qualità di vicepresidente della Commissione lavoro e previdenza sociale, continuò la sua battaglia in difesa dei diritti dei lavoratori. Grande fu il ruolo svolto da Di Vittorio nelle lotte del dopoguerra per la rinascita sociale ed economica del paese, per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, per l’affermazione dei diri[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Congresso di Vienna, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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