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Il segmento testuale Cominciò è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 261Analitici , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Danilo Dolci, Pagine di un inchiesta a palermo, introduzione di Ernesto De Martino in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...]Stronzi, ci rompete la minchia, all'ora
delle elezioni vi presentate — é scomparso il cinema, é scomparso tutto ».
GINO O. '
« lo nacqui come? Mia madre era una donna che si interessava di uscire documenti, era spicciafaccende, dopo essere restata vedova di un calzolaio. E frequentava gli uffici del Municipio, per l'attività che essa faceva. Li conobbe mio padre, il quale era un impiegato al Municipio. Mía madre era una bella donna e quello incominciò a farle la
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corte: non dicendo per) che era sposato, promettendole di sposarla. Mia madre gli si diede.
Nato io, nel 1912, non potevo avere il nome. Mia madre non si sentì la forza di abbandonarmi e mi diede il suo nome. Ricordo solo che giocavo 11 in mezzo a la strada e qualche volta, ricordo, vagamente, mia madre mi lasciava in consegna a qualche vicina per andare a lavorare. Poi, per la spagnola, mia madre s'ammalò e morì. Non si presentò nessuno perché mia madre era considerata armai..., e io sono rimasto íl figlio del peccato di cui . nessuno voleva interessarsi. C'era[...]

[...]i lasciava in consegna a qualche vicina per andare a lavorare. Poi, per la spagnola, mia madre s'ammalò e morì. Non si presentò nessuno perché mia madre era considerata armai..., e io sono rimasto íl figlio del peccato di cui . nessuno voleva interessarsi. C'era un mio fratello, figlio del primo padre, il quale era promesso sposo. E fui consegnato alla famiglia della fidanzata. Li in quella casa vi era un giovane il quale andava a borseggiare. E cominciò a insegnarmi a me, prendendo una borsetta da signorina, che si diceva in gergo ladresco «magghia appendente », che io dovevo « sbacchettare », cioè aprire. Lui stesso mi insegnava il modo: il frontino, il mezzo frontino. Che cos'è il frontino? Io dovevo andare avanti un cinque, sei metri dalla donna destinata al borseggio. Poi dovevo ritornare di scatto per prenderla di fronte. Arrivato all'altezza della borsa, alzavo il braccio sinistro e con la mano destra, passata sotto il gomito, facevo scattare la molla o il bottone, che in quei tempi si usava il bottone nelle borse; e c'erano quelle che[...]

[...]ino che già sapeva, per precauzione nel caso si fosse scoperti. Una volta in corso dei Mille, qui a Palermo, all'altezza del Mulino Pecoraro, mi vedo venire un uomo che portava una decina di fiaschi vuoti. E ci gettammo per l'operazione. Questo, mentre l'altro gli stava sfilando il portafoglio, se ne accorse. E allora, fingendo che gli stavano cadendo i calzoni, pregò un altro curioso che passava, di reggerci i fiaschi: e prese la rivoltella e incominciò a sparare. Noi tutti impauriti ci buttammo subito sulla carrozzella e fuggimmo. Che poi la gente credeva che fosse un rapimento di una ragazza, come di costume.
Che da Palermo e Napoli, si girava. Si stava in albergo, ci si do
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veva vestire bene. Si diceva di essere commercianti. A Milano, Torino: tutta mezza l'Italia ho conosciuto. Una volta il mio apparanzato era in possesso della tessera di giornalista. E tornavamo ogni tanto a Palermo, alla base.
Una volta, in una città, eravamo in tre, abbiamo incontrato una donna che poi portammo all'albergo. Io avevo un quattordici [...]

[...]ssimo, perché volevo partecipare anch'io. Ad un dato momento non so cosa é avvenuto, una confusione, ho visto spingere una donna su una camionetta e l'Onorevole Colajanni che,
PAGINE DI UNA INCHIESTA A PALERMO 173
qualificandosi come deputato regionale, cercava di dissuadere la polizia ad arrestare quella donna. Si è gridato: — Viva la Sicilia. Viva il Parlamento Siciliano — credendo che stessero arrestando Colajanni. E successo un parapiglia. Cominciò la solita girandola della celere e mi sono sentito afferrare per il collo da un scelbino. Pur mostrando il mio distintivo (lo porto «abusivamente », la galera c'è, perché è un mio diritto: lo Stato mi passa la pensione di guerra ma l'Associazione mutilati non mi vuole iscrivere perché ero pregiudicato: e adesso, a dir questo, voglio vedere se sono anche capaci di levarmi la pensione), mi hanno bastonato
buttato sulla camionetta e ci condussero alla Faletta dove trovai uomini e donne arrestate, provenienti da Piana dei Greci dove era stato ammazzato Damiano Lo Greco, un contadino che dimostra[...]



da Natalia Ginzburg, Le piccole virtù in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 9 - 1 - numero 46

Brano: [...]acquiescenza. Così, non ritenevo disdicevo
le per la mia età comunicarle ogni mio movimento, gli orari del mio ritorno a casa, lo svolgimento del mio lavoro in ufficio; né, se uscivo dopo
cena, mi era gravosa l'immancabile istruttoria : « dove vai... con chi vai... ma se sei uscito ieri sera... chi svolge il tuo lavoro non può fare vita di mondo ».
Così per dieci anni. Quando poi ebbi toccato i quaranta, mia madre decise per me il matrimonio. Cominciò ad accennarvi vagamente; poi prese a portarmi esempi di amici cari che adesso godevano di figli,
di affetti. Finalmente, adottò una specie martellante di lamento: le restavano pochi anni di vita, ripeteva a non finire, e non sarebbe morta contenta a sapermi « solo come un cane ». Inoltre, si rifaceva in continuazione a parenti o conoscenti « finiti in mano alla serva », o a casi di scapoli in un modo o nell'altro caduti e svergognati; ricordandomi i miei anni, e rinfacciandomi il mio temperamento portato ai comodi, ai sentimenti domestici.
Io, su questo punto, anche se dolendomene, ero asso[...]

[...]ì, vivevo nell'agitazione: sempre ansiosamente combattuto fra la propensione ad obbedire comunque a mia madre e il proposito fermissimo di salvare la mia vita. Tuttavia, quando mia madre intraprendeva i
AVVENTURA DI UN COMMISSARIO 111
discorsi matrimoniali, riuscivo a districarmi senza contraddirla: col farli cadere con garbo, o col fingere un appuntamento imminente, o una telefonata irrimandabile.
Ma questa diplomazia non mi giovò: mia madre cominciò ad invitare a casa una ragazza ogni settimana.
Si trattava di figlie di amici di famiglia, solitamente di origine meridionale. Erano quasi sempre brutte e senza vita, giacché mia madre aveva tagliato fuori tutte quelle che secondo lei s'erano buttate via. Alcune erano casalinghe protette con ostinazione, alcune altre studiavano all'università; ma la maggior parte era all'inizio di professioni liberali. Queste, si assomigliavano tutte. Se ne incontra sempre qualcuna, negli uffici statali e parastatali. Sono ragazze che appena toccano i vent'anni si mettono su un piede d'ambizione, forti dell[...]



da Raffaele Crivaro, Avventura di un commissario in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 9 - 1 - numero 46

Brano: [...]acquiescenza. Così, non ritenevo disdicevo
le per la mia età comunicarle ogni mio movimento, gli orari del mio ritorno a casa, lo svolgimento del mio lavoro in ufficio; né, se uscivo dopo
cena, mi era gravosa l'immancabile istruttoria : « dove vai... con chi vai... ma se sei uscito ieri sera... chi svolge il tuo lavoro non può fare vita di mondo ».
Così per dieci anni. Quando poi ebbi toccato i quaranta, mia madre decise per me il matrimonio. Cominciò ad accennarvi vagamente; poi prese a portarmi esempi di amici cari che adesso godevano di figli,
di affetti. Finalmente, adottò una specie martellante di lamento: le restavano pochi anni di vita, ripeteva a non finire, e non sarebbe morta contenta a sapermi « solo come un cane ». Inoltre, si rifaceva in continuazione a parenti o conoscenti « finiti in mano alla serva », o a casi di scapoli in un modo o nell'altro caduti e svergognati; ricordandomi i miei anni, e rinfacciandomi il mio temperamento portato ai comodi, ai sentimenti domestici.
Io, su questo punto, anche se dolendomene, ero asso[...]

[...]ì, vivevo nell'agitazione: sempre ansiosamente combattuto fra la propensione ad obbedire comunque a mia madre e il proposito fermissimo di salvare la mia vita. Tuttavia, quando mia madre intraprendeva i
AVVENTURA DI UN COMMISSARIO 111
discorsi matrimoniali, riuscivo a districarmi senza contraddirla: col farli cadere con garbo, o col fingere un appuntamento imminente, o una telefonata irrimandabile.
Ma questa diplomazia non mi giovò: mia madre cominciò ad invitare a casa una ragazza ogni settimana.
Si trattava di figlie di amici di famiglia, solitamente di origine meridionale. Erano quasi sempre brutte e senza vita, giacché mia madre aveva tagliato fuori tutte quelle che secondo lei s'erano buttate via. Alcune erano casalinghe protette con ostinazione, alcune altre studiavano all'università; ma la maggior parte era all'inizio di professioni liberali. Queste, si assomigliavano tutte. Se ne incontra sempre qualcuna, negli uffici statali e parastatali. Sono ragazze che appena toccano i vent'anni si mettono su un piede d'ambizione, forti dell[...]



da Carlo Salinari, Marxismo e critica letteraria in un libro di Lukàcs in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1953 - numero 11 - novembre

Brano: [...]ano insieme al sudore. Nell'ombra si ascugò d'improvviso in un brivido : era stata certa per tante notti sveglie di condurlo giù per mano, adagio, il bambino, se proprio per il primo giorno non fosse il caso che si mettesse a correre. Invece tornava come era venuta con quel luogo corpo quasi motto addosso. — La grazia — disse — o subito o mai — e nessuno osó contraddirla.
Una gran nuvola nera e rapida coprì il sole, tra gli alberi si fece buio. Cominciò a piovere a gocce sparse, in alto, sulle foglie sonore e rivoltate. Di sotto l'acqua non passe): andavano tutti strisciando i piedi nella polvere. — Volete darmi il bambino che ve lo porto ? — domandò un uomo. — Si — disse la madre.
RENATA VIGANÒ
Libri ricevuti
GUIDO CALDEROLI, Così combattono Bergamo, Scuole
professionali orfanotrofio maschile, 1953.
ERNEST RECH, Où meurt l'infini (Poesie), Roma, O.G.C., 1953.
ROMOLO LIBERALE, Ce vo ne monne gnove (Poesie). Avezzano, Tipografia Vincenzo Pollo, 1953.
P. S. LAPLACE, Compendio di storia dell'astronomia. Milano, Universale economica, 195[...]



da Franco Lucentini, La porta in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]permanganato. Lo sai come succede. Dopo uno s'affaccia alla finestra, strilla: "Ho preso il permanganato, la varecchina", gli fanno la lavanda gastrica. Mica decoroso. Così, qui é lo stesso. Non é che dopo una settimana, un mese, posso riuscire fuori, tornare tra quelli di sopra: "Rieccomi qua". Qui se ci sto é perché ci devo stare, perché mi tocca starci, perché non potrò uscire. Capisci? ».
« Non tanto » dissi. « Perché non potrai uscire? ».
Cominciò a sfilarsi l'altra calza.
« Perché là in fondo, vedi? » disse indicando il vano della scala, dall'altra parte della cantina. « Là c'é un'altra porta, come quella che dà sul cortile, e chiude la scala in basso. Si pub chiudere a chiave anche quella. Quando saranno chiuse tutte e due potrò pure urlare, nessuno sentirà ».
Mi alzai e sollevai il lume, guardando verso la scala. Si vedevano i grossi cardini della porta; il battente era ribattuto contro il muro, sul pianerottolo buio. Cominciai a capire.
«La chiave che apre la porta di sopra, apre anche quella? » dissi. « Sì » disse.
« E ce n'é [...]

[...]a ridere.
« Non sono mica piccola. Sono alta » disse.
« Va bene » dissi, « sei alta. Ma adesso ce ne andiamo via, torniamo
a casa. Tutta questa roba la vendiamo e ti prendi una casetta in cam
pagna. Ti piacerebbe, no? E il sogno di tutte le... di tutte le ragazze
di farsi la casetta in campagna, e tu invece viene qui a farti questi
sognacci ».
Rise e mi carezzò la faccia.
« Che amore che sei! » disse.
« Ma che t'eri sognata? » dissi.
Ricominciò a tremare, ma si calmò subito.
« Ho sognato uno » disse. « Che entrava uno ».
« Ma chi? » dissi.
« Uno...» disse. « Quello che... T'ho detto, prima, che aspettavo
qualcuno... Qualcuno che deve entrare...».
« Qualcuno che deve entrare da quella porta? » dissi.
(' Si » disse.
« Ma se là sotto è chiuso » dissi, « se è tutto chiuso. Non l'hai detto
tu che é chiuso? ».
« Si » disse.
« E allora, se é chiuso, chi deve venire! O forse credi che ci sia
già? È qualcuno che ci sta già, là sotto? ».
« Non so » disse. « Non credo che ci sia già ».
« Ma allora chi è? Come può venire? E un mos[...]

[...]paura » dissi.
« Vuoi andare via subito? ».
« Non lo so ».
S'era aspettata quella risposta, ma incassò male lo stesso. La sentii
che s'aggrappava alla coperta, all'improvviso. Poi restò ferma, supina.
« Tu lo capisci » disse, « che io adesso devo restare qui? E chia
ro... adesso? ».
« Non lo so » dissi.
«Tu che farai? ».
« Ma, il solito, credo ».
Restammo un'altra volta in silenzio, a lungo. Il lume si spese del
tutto.
LA PORTA 97
Ricominciò a parlare, ma non parlava a me.
« Non avrò paura subito » disse. « Adesso ci avrò questo da pensare. Per parecchio tempo. Dopo comincerò a stare sveglia, a guardare la porta, il buio dietro la porta, aspettando. Ma non é come t'ho detto. Forse non è come t'ho detto. Non so che cosa aspetto. Ma aspetto che tutto questo si rompa. Qualunque cosa. Un urlo, una crepa, qualche cosa. Qualcuno. Una crepa, alla fine una crepa della terra, lá sotto. È tutta la vita, tutti questi anni, che l'aspetto. Ma fuori non c'è tempo di starci a pensare, no? Fuori ci abbiamo il tempo di farci delle speranze, alte[...]



da Rutilio Cateni, Quella volta che venne il Federale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]uscire ».
« Per gli ascari! — disse Giolitti — sei più nero del nero ».
È buio qui », fece.
«k la divisa », disse il vecchio.
« Ah! Questa qui... ».
« Ai miei tempi non si portava », disse Giolitti.
« Anche a me dá noia ».
« Fa sudare — disse Giolitti. — È una camicia di forza ».
« È puzzolente! », disse forte Libertario.
Giolitti mise il naso vicino alla sahariana.
QUELLA VOLTA CHE VENNE IL FEDERALE 105
« E vero. Puzza ».
Libertario cominciò a scendere le scale. Tuttavia disse ancora al
vecchio: «Puzza di cane bastardo! ».
E il vecchio dall'alto gli gridò: « Puzza di canaglia! ».
« Ma io la devo portare — disse Libertario — io ho una casa e
un campo... ».
«Non importa. Ma sei italiano? Sei per l'Italia? ».
Libertario era al pianterreno e disse nella tromba delle scale: « Io
sono per la mia casa, per il mio campo e per la mia donna ».
E il vecchio disse: « E codesta non è l'Italia? che cosa credi che sia l'Italia? Io ho girato un po' il mondo, ho visto tutto così: una casa, un orto... ».
Poi Libertario fini di scendere l[...]

[...]anco? », disse il vecchio.
« Ma si fece buggerare e si fece ammazzare ».
« Ma poi risuscitò — disse il vecchio — e fece tanti miracoli ».
« E i miracoli li ha mangiati il vento » disse la Pavana.
« Il vento non può mangiare tutti i miracoli. La terra è terra e quella non s'ingoia! ». E intanto batteva il piede per far sentire che qualche miracolo c'era rimasto.
« La terra sola non dice niente », disse la Pavana.
Ma Giolitti si indispettì e cominciò e sputare saliva dalla voragine dei baffi a parafango. «No — disse — la terra dice tante cose. È il più grande miracolo che ci sia. La terra é più bella del mare, del cielo e del Paradiso. E c'è gente che la insulta! ».
« Io no! — disse lei — Io non la insulto di certo. Per me la terra é pane! ».
« E l'Italia cos'è? — disse Giolitti. — E tutta campi e orti... ». Ma la Pavana non sapeva capire quelle cose e allora si trovò sconcertata.
106 RUTILIO CATRNI
« Sara così », disse ed entrò nuovamente in casa senza sapere perché lei poteva essere l'Italia. Anche il vecchio entrò nella sua casa pe[...]

[...]merata Tarquinio Andò, nostro amatissimo federale ». Scoppiò un uragano di applausi. Erano cinquanta e parevano mille. La stanza rimbombava furiosamente. Bucaneve si avvicinò a Mangione. Gli disse:
110 RUTILIO CATENI
« Il rimbombo! » e Mangione alzò gli occhi al cielo e in cuor suo schiacciò un moccolo grosso come una casa. Non c'era niente da fare. I1 rimbombo c'era e ci stava. Quando si fu schiarita la gola, il federale, fece la sua predica. Cominciò a parlare con un tono piuttosto calmo e sottomesso. Allora Bucaneve disse a Quattro Tèmpora: «Va bene. Su questo tono va bene ». E l'altro disse: «Se parli per il timbro di voce, ti avverto che il bello ha da venire. Quando si fa una predica ci vuole il suo periodo di combinazione, di riscaldamento. Se invece vuoi riferirti al fatto che Tarquinio è un meridionale spaccato... ».
Ma il federale esigeva, giustamente, che tutti ascoltassero quello che diceva, cosicché tutti ascoltarono. Compresi Bucaneve e Quattro Tèmpora.
« Non vi farò un discorso — disse il federale. — Vi illuminerò un poco s[...]

[...]grattare
i coglioni dalla mattina alla sera. Che cosa ci fate qui, tappati in questo paese? In questo paese puzzolente? Bisogna andare dove la Patria chiama ».
« Ci andremo » disse Mangione per consolarlo.
« Alzi una mano chi vuol partire! ». Ma nessuno alzò una mano. « Fiato sprecato! » disse il federale sudando.
QUELLA VOLTA CHE VENNE 1L FEDERALE 111
« Parlate più piano, federale. La gente si impaurisce... » azzardò Bucaneve.
Il federale cominciò a parlare più calmo per via del sudore. Parlò di un sacco di cose. Poi si mise a sedere e tornò calmo.
Disse: « Se c'è qualcuno che vuol fare qualche domanda... Dico: c'è qualcuno che vorrebbe sapere qualcosa sulla situazione attuale del mondo? ».
« Vorrei fare una domanda sulla giustizia» disse Libertario.
« Vieni avanti camerata — disse il federale. — E una domanda originale e interessante ». Libertario andò li, davanti al federale. Fece il saluto romano. «Riposo! » disse l'altro. E lui rimase sull'attenti e fissò intensamente e senza paura gli occhi di Mansione. Tutti capirono il perché[...]

[...]sero. Quel Mangione ne stava combinando troppe. Ma Libertario era ormai troncato. Si guardò intorno, notò i quattro passi che lo distanziavano dagli altri ed ebbe le vertigini di quell'abisso. Si cercò le mani e se le strinse. Piagnucolò: « Federale io... sono cornuto! ».
« Ma le prove, le prove ci sono? » disse ancora il federale.
Non rispose. Non rispose piú. La testa gli girava per via di quella barriera oltrepassata. Allora, per la stanza, cominciò a girare la pancia di Quattro Témpora. Voluminosa. Potente. Entrava in mezzo ai fascisti. Strusciava le altre pance. Le cozzava. Le comandava come una regina. Ci fu una pausa. Una lunga pausa. Il federale aspettava. Dopo un pezzo, la voce di Quattro Témpora. Calma. Grave. Veniva di fondo alla stanza e" sembrava sprofondata in un pozzo.
« Potete giudicare voi stesso, federale. Interrogate. Domandate a questa gente... ».
Quattro Témpora, a questo punto, troncò il meraviglioso incantesimo della voce. Allargò le braccia. Fece un lungo sospiro. Si fermò vicino a un finestrone. Guardò la notte al[...]



da Voce enciclopedica di G.Pr [Giovanni Primavera], Siria in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S)

Brano: [...]itica americana aveva di fatto permesso all'U.R.S.S. e all'Egitto di porsi come protettori della Siria di fronte agli attacchi dell'Occidente.
La Repubblica Araba Unita
Dalla fine del 1957 l'influenza sovietica in Siria crebbe, rafforzando il Partito comunista siriano, ma all'interno del paese gran parte della borghesia era tutt'altro che favorevole a tale situazione e lo stesso partito Ba'th preferiva affidarsi piuttosto al regime nasseriano. Cominciò in tal modo a prendere piede l'idea di una unione federale con l'Egitto, quale primo nucleo di una più vasta unità araba. II Partito comunista siriano guidato da Begdash (vecchio quadro formatosi in Francia sotto la guida della Terza Internazionale) era il meglio organizzato del Medio Oriente e profondamente legato all'Unione Sovietica, ma il successo di questo partito in Siria dipendeva molto dal suo rapporto con una borghesia nazionale che non aveva alcuna intenzione di creare un regime comunista e mirava a una democrazia parlamentare, nella quale la presenza dei comunisti avrebbe garantito[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Cominciò, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Diritto <---Già <---Così <---La sera <---Perché <---Però <---Più <---Sei <---Storia <---italiano <---siano <---Andiamo <---Come <---Del resto <---Non parlare <---Resta <---Stato <---Stia <---comunista <---socialista <---Adesso <---Ancora <---Col <---Cosa <---Dico <---Famagosta <---Farmaceutica <---Fonetica <---Francia <---Garbatella <---Lanciani <---Nicò <---Pochi <---Ponte Milvio <---RAFFAELE CRIVARO <---Salutandola <---Sarai <---Statti <---Sulla <---Tor <---Tornò <---Troia <---Va bene <---Vado <---Viene <---Zio Alfonso <---abbiano <---anziane <---autopiste <---comunismo <---comunisti <---fascisti <---imperialismo <---italiana <---mangiano <---marxista <---sappiano <---socialismo <---socialisti <---valeriana <---È Lucio <---A San Silvestro <---A.A. <---A.B. <---A.G. <---A.R. <---A.V. <---Abbassi <---Accendi <---Accettò <---Acque <---Ad-Duruz <---Adib Shishakli <---Aflaq <---Agli <---Agraria <---Ahi <---Ahé <---Akram Awrani <---Al Hafiz <---Al Quwali <---Alauita <---Aleppo 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