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Il segmento testuale Chiesa è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 621Analitici , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Luigi Salvatorelli, L'azione cattolica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: L'AZIONE CATTOLICA
Pio XI é stato chiamato il Papa dell'Azione cattolica, ch'egli diceva « pupilla dei suoi occhi ». Acquista, dunque, un valore particolare la definizione che di essa egli ebbe a dare: «la partecipazione dei laici all'apostolato gerarchico della Chiesa » Questa definizione il pontefice riteneva di averla formulata «non senza divina ispirazione»; e precisò di essersi ispirato «ai testi della Sacra Scrittura », cioè a un passo dell'epistola di San Paolo ai Filippesi (IV, 3): «aiuta quelle che lavorano con me nel Vangelo ». Come si vede, San Paolo parlava di donne. La partecipazione dei laici all'apostolato si estende adunque ad ambo i sessi: come, infatti, risulta dalla struttura dell'Azione Cattolica italiana. Tutto ciò si accorda con l'altro richiamo, fatto per essa da Pio XI, al « sacerdozio universale » dei cristiani. Richiamo che forse s[...]

[...]viduale, svolto prevalentemente dal Veronese, fu associato quello della spiritualità sociale da monsignor Cardijn, il fondatore della J.O.C. (« Jeunesse ouvrière chrétienne »), istituita nel Belgio ed estesasi felicemente alla Francia: organizzazione fondata sul principio della cristianizzazione del mondo operaio a mezzo degli operai. Mons. Cardijn, con frase suggestiva, definì il momento storico attuale «l'ora più missionaria della storia della Chiesa D. La trasformazione sociale, irresistibile e necessaria, crea problemi che non possono esser risolti senza una forza spirituale capace di assicurare, attraverso lo sviluppo della coscienza e della responsbialità, la dignità e la libertà dell'uomo. Questa forza spirituale è il cristianesimo. Occorrono cristiani che vivano intensamente il loro cristianesimo in tutta la loro vita personale, e rechino la testimonianza di Cristo e il messaggio della Chiesa in tutti i settori del mondo moderno.
L'arcivescovo di Bombay, mons. Gracias, introdusse addirittura il tema dell'unità mistica della Chiesa,[...]

[...]D. La trasformazione sociale, irresistibile e necessaria, crea problemi che non possono esser risolti senza una forza spirituale capace di assicurare, attraverso lo sviluppo della coscienza e della responsbialità, la dignità e la libertà dell'uomo. Questa forza spirituale è il cristianesimo. Occorrono cristiani che vivano intensamente il loro cristianesimo in tutta la loro vita personale, e rechino la testimonianza di Cristo e il messaggio della Chiesa in tutti i settori del mondo moderno.
L'arcivescovo di Bombay, mons. Gracias, introdusse addirittura il tema dell'unità mistica della Chiesa, come fondamento, impulso e regola dell'apostolato laico nel quadro dell'obbedienza alle gerarchie. Tutti gli individui battezzati formanti la Chiesa sono uniti in un organismo solo, in cui Cristo è il capo ed essi le membra; vi è quindi fra loro una azione reciproca, nutrita di vita soprannaturale, che riesce a pro dell'intero corpo.
Motivi spirituali analoghi a quelli fin qui accennati furono svolti da vari altri relatori e oratori. Così, mons. Siri, arcivescovo di Genova, e il sig. Rommerskirschen, presidente della Gioventù cat
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tolica tedesca, insistettero sulla necessità della formazione individuale del cattolico militante attraverso una vita cristiana integrale. Occorre formare, disse il secondo, non una ma[...]

[...]li di vita cristiana; occorre rendere inquieti gli uomini per il regno di Dio, incitandoli sempre più all'amore di Cristo che tende a comunicarsi agli altri. L'ultima vittoria sarà quella della verità, della giustizia, dell'amore.
Affermazioni particolarmente importanti furono fatte dal cardinal Caggiano, vescovo di Rosario (Argentina), circa le relazioni fra Azione cattolica e società civile. Egli ricordò che i cattolici, oltreché membri della Chiesa, sono cittadini della città terrena, entro la quale debbono dare la loro collaborazione al bene comune temporale che é il fine della società civile. Questo non é più il campo dell'Azione cattolica, ma dell'azione « dei cattolici », disposti — e qui citò parole di Pio XII del 1945 — ad innestare nel campo sociale, economico, giuridico, il vero spirito cristiano, e a salvaguardare con l'azione civica e politica gli interessi religiosi. Quindi, precisando il punto di vista teorico, l'Eminentissimo Caggiano concluse che l'oggetto dell'Azione cattolica é essenzialmente soprannaturale, e pertanto n[...]

[...]allocuzione pronunciata, la domenica 14 ottobre 1951, subito dopo la chiusura del congresso, dal Santo Padre, nell'udienza solenne data ai membri del congresso medesimo. Questo discorso (in francese) di Pio XII é uno dei suoi migliori, per limpidità e vivacità di esposizione.
V'é, naturalmente, una consonanza generale (talora anche di formule e di parole) con affermazioni fondamentali fatte al congresso: unità mistica in Cristo dei membri della Chiesa; distinzione, collaborazione e subordinazione fra laicato e clero. Non vi
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troviamo invece quell'insistenza, che abbiamo riscontrato al Congresso, sulla formazione individuale, sulla vita spirituale personale, anche se accenni non mancano. L'accento é portato sulle relazioni fra l'apostolato laico e la società, insieme con una distinzione di grande interesse fra detto apostolato in senso generico, e la più specifica Azione cattolica.
Il pontefice incominciò con uno schizzo storico dell'apostolato laico nei tempi moderni. In esso egli prese posizione contro l'idea
assa[...]

[...]nche se accenni non mancano. L'accento é portato sulle relazioni fra l'apostolato laico e la società, insieme con una distinzione di grande interesse fra detto apostolato in senso generico, e la più specifica Azione cattolica.
Il pontefice incominciò con uno schizzo storico dell'apostolato laico nei tempi moderni. In esso egli prese posizione contro l'idea
assai diffusa che negli ultimi quattro secoli diciamo, dalla Con
troriforma in poi — la Chiesa sarebbe divenuta estremamente o clericale ». Al contrario: «é dal Concilio di Trento in poi che il laicato ha preso rango ed ha progredito nell'attività apostolica ». Constatazione esatta, e tuttavia non completamente confutatrice della tesi tc laica » impugnata dal Pontefice: in quanto che precisamente quel «prender rango» del laicato successe a un'attività più varia, più disordinata se si vuole, ma anche più libera, del popolo cristiano nelle età anteriori.
Ma dove il pontefice entrò nel vivo dell'argomento, e individuò efficacemente uno svolgimento fondamentale per il cattalicismá, fu nel[...]

[...]della tesi tc laica » impugnata dal Pontefice: in quanto che precisamente quel «prender rango» del laicato successe a un'attività più varia, più disordinata se si vuole, ma anche più libera, del popolo cristiano nelle età anteriori.
Ma dove il pontefice entrò nel vivo dell'argomento, e individuò efficacemente uno svolgimento fondamentale per il cattalicismá, fu nel tratto seguente. Prima della rivoluzione francese — disse Pio XII — esisteva fra Chiesa e Stato una stretta unione, sul terreno comune della vita pubblica. Grazie a ciò, e alla generale atmosfera cristiana risultante, non occorreva allora tutto il lavoro odierno del clero e dei laici per la salvaguardia e il valore pratico della fede. Alla fine del secolo XVIII, la costituzione degli Stati Uniti d'America e la rivoluzione francese concorsero, per vie diverse, a porre fra Chiesa e Stato un distacco che — anche quando non ha portato a un regime istituzionalmente separatistico —, ha posto la Chiesa nella necessità di «provvedere con mezzi propri ad assicurare la sua azione, l'adempimento della sua missione, la difesa dei suoi diritti e della sua libertà ». Questa fu l'origine di quelli che si chiamano i movimenti cattolici, i quali, sotto la condotta di preti e di laici, trascinano, con la forza dei loro effettivi compatti e della loro fedeltà sincera, la gran massa dei credenti al combattimento e alla vittoria.
Il tracciato storico é esatto: la prospettiva ricavatane dal Pon
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tefice per l'« apostolato laico » é alquanto differente da quella dominante al Congress[...]

[...] l'ultima, in cui si parla de « il lavoro pratico che l'apostolato dei laici ha compiuto e compie attraverso il mondo intero in tutti i domini della vita umana individuale e sociale D. A proposito di tale lavoro, delle cui specie diverse è fatta una lunga enumerazione, Pio XII credeva di potersi felicitare con i congressisti «della vostra resistenza a quella tendenza nefasta, regnante anche presso taluni cattolici, la quale vorrebbe confinare la Chiesa nelle questioni puramente religiose, lasciando al di fuori l'umanità dibattersi nelle sue angustie D. (( Necessariamente e continuatamente », seguitò il papa, ((la vita umana privata e sociale si trova in contatto con la legge e lo spirito del Cristo; ne risulta, per la forza delle cose, una compenetrazione reciproca dell'apostolato religioso e dell'azione politica... Sul terreno politico si dibattono e si dettano le leggi di più alta portata, come quelle riguardanti il matrimonio, la famiglia, il fan ciullo, la scuola... Possono esse lasciare indifferente, apatico, un apostolo? ». E qui, ric[...]

[...]e nel corso di otto mesi, Pio XII aveva manifestato la stessa preoccupazione. Parlando il 22 gennaio 1947 ad alcune centinaia di signore e signorine aderenti ai gruppi di « rinascita cristiana» — un movimento o una organizzazione cattolica italiana di cui non ci é accaduto in seguito di sentir menzione — egli aveva affermato risolutamente che «il voler tirare una netta linea di separazione tra religione e vita, tra soprannaturale e naturale, tra Chiesa e mondo, come se non avessero nulla a che fare tra loro, come se i diritti di Dio non avessero valore in tutta la multiforme realtà della vita quotidiana, umana e sociale, é completamente alieno dal pensiero cattolico, é apertamente anticristiano ». Aveva soggiunto che quanta più « oscure potenze » osi sforzano di bandire la Chiesa e la religione dal mondo e dalla vita, tanto più é necessaria da parte della Chiesa stessa un'azione tenace, perseverante, per riconquistare e sottomettere tutti i campi del vivere umano al soavissimo impero di Cristo, affinché il suo spirito vi aliti piú largamente, la sua legge più sovranamente vi regni, vi trionfi più vittoriosamente il suo amore. Ecco ciò che si deve intendere per Regno di Cristo ». E subito dopo aveva bruscamente denunziato come «disertori in coscienti o illusi coloro i quali, in omaggio a un malinteso supernaturalismo, vorrebbero ridurre la Chiesa nel campo `puramente religioso', come essi dicono, mentre con ciò non fanno che favorire il giuoco dei suo[...]

[...]e, per riconquistare e sottomettere tutti i campi del vivere umano al soavissimo impero di Cristo, affinché il suo spirito vi aliti piú largamente, la sua legge più sovranamente vi regni, vi trionfi più vittoriosamente il suo amore. Ecco ciò che si deve intendere per Regno di Cristo ». E subito dopo aveva bruscamente denunziato come «disertori in coscienti o illusi coloro i quali, in omaggio a un malinteso supernaturalismo, vorrebbero ridurre la Chiesa nel campo `puramente religioso', come essi dicono, mentre con ciò non fanno che favorire il giuoco dei suoi avversari». E I'll settembre 1947, alle delegate della o Unione internazionale delle Leghe femminili cattoliche », aveva insistito (traduciamo qui di nuovo dal francese):
Sotto colore di difendere la Chiesa contro il rischio di smarrirsi nella sfera del `temporale', una parola d'ordine, lanciata da qualche diecina d'anni, continua ad accreditarsi nel mondo: quella del ritorno allo `spirituale puro'. E con ciò s'intende di confinarla rigorosamente sul terreno strettamente dommatico: l'offerta del Santo Sacrificio, l'amministrazione dei sacramenti, interdicendole ogni incursione, e perfino ogni diritto di esame, sul dominio della vita pubblica, qualsiasi intervento nell'ordine civile e sociale... Pareille vivisection est tout simplement anticatholique ».
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Occorre appena spie[...]

[...]ni diritto di esame, sul dominio della vita pubblica, qualsiasi intervento nell'ordine civile e sociale... Pareille vivisection est tout simplement anticatholique ».
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Occorre appena spiegare, per chi ha una qualche conoscenza di storia ecclesiastica, che simili affermazioni di papa Pacelli sono sulla linea tradizionale del cattolicismo romano (per quello grecoortodosso é un altro affare: e ciò spiega la facilità con cui la Chiesa russa ha fatto pace e alleanza col governo sovietico). All'indomani dei patti lateranensi io ebbi ad avvertire (cito da La Chiesa e il Mondo, Roma, 1948, p. 163 s.) « i termini errati nei quali é posto generalmente il problema delle relazioni fra la Chiesa (Cattolica) e lo Stato. Quasi tutti (comprendendo in questi «tutti» anche gli specialisti) sono ipnotizzati dalla visione di due entità di natura non soltanto diversa, ma opposta. La coppia Chiesa Stato viene identificata con quelle religionepolitica, coscienza intima e legge, spirito e materia. Ma la Chiesa cattolica romana ha ricusato sempre, e continua oggi a ricusare più energicamente che mai, di essere considerata come spirito puro; essa crede che questa condizione angelica convenga al mondo celeste, ma non a quello di quaggiù; essa vuol essere un'organizzazione materiale, giuridica, né più né meno dello Stato, mentre al tempo stesso si presenta come l'unica depositaria autorizzata del così eroicamente antigiu ridico Discorso della Montagna ».
Abbiamo inteso Pio XII ricollegare l'Azione cattolica al Regno di Cristo. In ciò egli continuava direttamente Pio XI, il quale precisamente aveva con[...]

[...]a, né più né meno dello Stato, mentre al tempo stesso si presenta come l'unica depositaria autorizzata del così eroicamente antigiu ridico Discorso della Montagna ».
Abbiamo inteso Pio XII ricollegare l'Azione cattolica al Regno di Cristo. In ciò egli continuava direttamente Pio XI, il quale precisamente aveva concepito l'Azione cattolica, da lui riorganizzata, come lo strumento di attuazione della regalità di Cristo e del supremo governo della Chiesa sulla società cristiana. La «regalità di Cristo» é stata una delle iniziative più caratteristiche di papa Ratti: non già ch'egli inventasse l'idea, ma fu lui a trarla in luce — alla ribalta, se così é permesso esprimersi — dall'oscurità e dalla dimenticanza delle «riserve» ecclesiastiche. Istituendo la festa di Cristo Re con l'enciclica Quas primas datata 11 dicembre 1925 (cioè pochi giorni avanti la chiusura dell'Anno Santo), egli precisò che a CristoUomo si doveva rivendicare il nome e il potere di re nel vero senso della parola, con la triplice potestà legislativa, giudiziaria, esecutiva, [...]

[...] Cristo essi trarranno la consacrazione della loro autorità esercitata per mandato del re divino. Con questo riconoscimento della rega
lità di Cristo tutto il genere umano sarà affratellato e regnerà la pace fra i popoli. L'istituzione di una festa particolare per celebrare la regalità di Cristo servirà da antidoto a o la peste dell'età nostra, il laicismo ». Questo incominciò col negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si negò quindi alla Chiesa il diritto — che scaturisce da quello stesso di Cristo — di ammaestrare il genere umano, dar leggi, governare i popoli per condurli alla beatitudine eterna. Dalla nuova festa di Cristo re il pontefice si riprometteva che gli uomini si rammenterebbero essere la Chiesa società perfetta, richiedente piena libertà e indipendenza dal potere civile nell'esercizio del suo ministero di insegnare, governare e condurre alla felicità eterna tutti gli appartenenti al regno di Cristo. La celebrazione della festa ammonirebbe altresì che il dovere di venerare pubblicamente Cristo e di prestargli obbedienza non riguarda solo i privati, ma i magistrati e i governi.
All'ammonimento, si può giurare, governi e popoli non prestarono nessuna attenzione; e la quasi totalità dei fedeli, per primi, non comprese il significato della nuova festa, anche perché non lesse l'enciclica[...]

[...]onirebbe altresì che il dovere di venerare pubblicamente Cristo e di prestargli obbedienza non riguarda solo i privati, ma i magistrati e i governi.
All'ammonimento, si può giurare, governi e popoli non prestarono nessuna attenzione; e la quasi totalità dei fedeli, per primi, non comprese il significato della nuova festa, anche perché non lesse l'enciclica. Dicendo che Cristo era il reggitore dell'umanità non solo spirituale, ma temporale, e la Chiesa l'organo di questo suo reggimento, il pontefice faceva della regalità di Cristo il titolo giuridico per il governo della Chiesa sul mondo, e riprendeva in altri termini l'Unam Sanctam di Bonifacio VIII.
Pio XII, come si é detto, continua logicamente, coerentemente, Pio XI; e le dichiarazioni di lui che abbiamo esaminato testé ne sono la prova. In quanta all'attuazione pratica, però, passa una differenza notevole fra i due pontificati. Qui occorre rifarsi indie
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tro, tentando un breve schizzo di storia politicoecclesiastica del cinquantennio.
La successione, nel 1903, di Pio X a Leone XIII — il cui pontificato aveva raggiunto e superato i leggendari «annos Petri» — é forse il caso più favorevol[...]

[...]ciali umani, e in particolar modo dato il carattere del pontificato romano. Significa invece, quella distinzione, che il papa religioso si comporterà, toccando il terreno dei rapporti con l'autorità civile, in modo diverso dal papa o politico ». La diversità potrà anche sboccare in una maggiore decisione, in una più spiccata intransigenza, in una «totalitarietà ». Ci potrà essere, sotto il papa «religioso », maggiore probabilità di conflitto fra Chiesa e Stato; e, ove i conflitti manchino, una preparazione bellicosa per i conflitti futuri. Con il pontificato di Pio X ci fu l'uno e l'altro: i contrasti con la. Francia, con la Spagna, con la Germania: ,e l'affermazione più risoluta che mai, in fatto e in diritto, del potere assoluto papale, così da potersi parlare di rinnovate impostazioni teocratiche. Ricordiamo le parole rivolte ai pellegrini francesi nel 1909: «Chi si ribella all'autorità della Chiesa, sotto l'ingiusto pretesto che essa invade i termini dello Stato, impone dei termini alla verità. La Chiesa domina il mondo perché é la spos[...]

[...]Stato; e, ove i conflitti manchino, una preparazione bellicosa per i conflitti futuri. Con il pontificato di Pio X ci fu l'uno e l'altro: i contrasti con la. Francia, con la Spagna, con la Germania: ,e l'affermazione più risoluta che mai, in fatto e in diritto, del potere assoluto papale, così da potersi parlare di rinnovate impostazioni teocratiche. Ricordiamo le parole rivolte ai pellegrini francesi nel 1909: «Chi si ribella all'autorità della Chiesa, sotto l'ingiusto pretesto che essa invade i termini dello Stato, impone dei termini alla verità. La Chiesa domina il mondo perché é la sposa di Gesù Cristo ». Come si vede, Pio X anticipa qui la dottrina di Pio XI sulla regalità di Cristo esercitantesi attraverso la Chiesa.
Pio X è una figura estremamente interessante, e l'opera sua di pontefice fu di grande importanza, non soltanto per la Chiesa. La figura attende ancora chi la ritragga «in piedi », come l'opera non ha ancora avuto il suo storico. Leone XIII aveva mirato a
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rimettere in contatto la Chiesa col mondo mediante un'opera paziente e pieghevole di adattamento; aveva voluto far riprendere
al papato la partecipazione — egli, anzi, aveva sognato: la dire zione — nella vita internazionale. Pio X fece opera tutta contraria: lavorò a concentrare, a raccogliere in se stesso, ad isolare (potremmo dire) il cattolicesimo. Concentration et défense catholiques: con queste parole fu esattamente definita l'opera sua.
A Leone XIII non meno che a Pio XI spetterebbe il titolo di papa dell'Azione Cattolica. Potremmo dire che il primo é stato il fondatore, il secondo il restauratore (e il terzo, papa[...]

[...]ore, il secondo il restauratore (e il terzo, papa Pacelli, il trasformatore). L'« Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici rappresenta la prima organizzazione dell'Azione cattolica: si può in proposito consultare con profitto il libro del De Rosa, presso Laterza, L'Azione cattolica. Storia politica dal 1874 al 1904. L'a Opera dei Congressi » rispondeva piuttosto al principio, vigorosamente riaffermato adesso da Pio XII, dell'espansione della Chiesa dal santuario nel mondo civile, che non a quello dell'« apostolato laico» quale abbiamo visto predominare nel congresso omonimo. L'a Opera» — il cui titolo burocratico trovò censure nel campo dell'integralismo cattolico italiano — agiva principalmente nel campo economicosociale e in quello amministrativo, permessi e anzi additati ai cattolici dallo stesso pontefice che teneva in piedi rigorosamente il « non expedit» per le elezioni politiche.
Alla fine del pontificato di Leone XIII intervenne a compli care le cose la democrazia cristiana, alla cui avanguardia era Don Romolo Murri. Partendo d[...]

[...] italiano — agiva principalmente nel campo economicosociale e in quello amministrativo, permessi e anzi additati ai cattolici dallo stesso pontefice che teneva in piedi rigorosamente il « non expedit» per le elezioni politiche.
Alla fine del pontificato di Leone XIII intervenne a compli care le cose la democrazia cristiana, alla cui avanguardia era Don Romolo Murri. Partendo da principi teocratici, Murri arrivava alla democrazia sociale, che la Chiesa avrebbe dovuto far sua rivolgendola contro lo stato liberalelaico. L'urto con la direzione (Paganuzzi) della vecchia « Opera » fu fortissimo; ma Leone XIII riuscì ancora a cavarsela, prima di scomparire, con il suo metodo di dare o un colpo al cerchio e uno alla botte ». Un metodo simile era inconcepibile per Papa Sarto, e per il suo alto consigliere ed esecutore, Merry del Val. Di fronte alla penetrazione democristiana nell'o Opera », largamente effettuatasi sotto il successore di Paganuzzi, il Grosoli, Papa e Segretario di Stato impugnarono la
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spada recidente i nodi [...]

[...]tematicamente nel 1913 (Patto Gentiloni). Altrove, in Francia, l'alleanza si spinse fino a un quasiconnubio con l'Action Française, il cui campione Maurras fu protetto da Pio X con la non pubblicazione della condanna da parte della Congregazione dell'Indice (gennaio 1914) di sette opere sue, nonché del quindicinale « L'Action française ».
L'avvento di Benedetto XV segnò una reazione all'« integrali
»: in quanto all'Azione cattolica, papa Della Chiesa lasciò formalmente le cose come stavano, e l'« Unione popolare» seguitò a vivacchiare; ma le altre due organizzazioni piane cessarono di
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fatto di esistere, data la nuova presenza della Confederazione italiana dei lavoratori (Confederazione « bianca ») — fondata formalmente nel 1918, ma avviata da molti anni prima dalle Leghe del lavoro cattoliche —, e del Partito popolare italiano, fondato nel gennaio 1919. Quest'ultimo raccolse sotto D. Sturzo, coi debiti adattamenti, l'eredità della democrazia cristiana murriana.
Il manifesto di fondazione del P.P.I. è del 18 gennai[...]

[...]rizzo del prostrato liberalismo, il saluto all'uomo tc che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare D. L'art. 1 dello Statuto, riesumato e incluso nel Trattato, le trasformazioni cattoliche in certi istituti statali, anche fondamentali, e — last not least, davvero — la libertà e protezione legale assicurata all'Azione Cattolica gli parvero arra sicura per l'applicazione almeno in Italia del suo programma di riconquista della società a Cristo e alla Chiesa.
Si vide ben presto l'incertezza di questa situazione ecclesiastica, riposante in sostanza su una carta «octroyée », cioè sul beneplacito di un regime discrezionale. E l'incertezza sboccò nel conflitto aperto, precisamente per l'Azione cattolica. Era questa l'unica forza sociale, organizzata indipendente che rimanesse in Italia fuori dell'ambito del fascismo. Appena essa accennò ad uscire, dalle chiese, dalle sagrestie, dai circoli edificanti e ricreativi, per agire nel mondo secondo le esigenze costituenti, all'occhio del pontefice, la sua stessa ragion d'essere, il fascismo reagì, secondo [...]

[...]efice le obbiezioni contro il giuramento delle organizzazioni giovanili. Rimaneva per il pontificato il vantaggio di aver mantenuto sostanzialmente i quadri dell'A.C., che a suo tempo avrebbero giovato per la ripresa in pieno non solo di questa, ma della D.C. Negli anni di buone relazioni che seguirono fin quasi alla vigilia della guerra — fra i due poteri, quel vantaggio fu bilanciato, e probabilmente superato, dal pregiudizio proveniente alla Chiesa per fatto dell'ambiente «clericofascista» creatosi in Italia: commistione di ortodossia religiosa e di conformismo politico, rievocante i tempi di «Trono e Altare », ma senza il fondamento morale su cui aveva riposato quella antica associazione.
Negli ultimi anni di Pia XI tornò a manifestarsi un distacco fra la Chiesa o meglio, il pontefice personalmente — e il regime, distacco proveniente sostanzialmente dall'aver fatto il fascismo causa comune con il nazismo. Pio XI riaffermò l'opposizione di massima già formulata più volte contra i totalitarismi statali, ma adesso con aderenza assai più efficace alla situazione concreta. Rinacquero contrasti tra fascismo e A.C.
***
Questi contrasti rimasero lontani dalla gravita del conflitto del 1931: e a soffocarli contribuì la successione a papa Ratti di papa Pacelli, il quale desiderava vivamente la buona armonia col regime; e l'avrebbe desiderata anche con quell[...]

[...] gennaio '46 una commissione episcopale, con a capo il patriarca di Venezia, card. Piazza, viene nominata dal Santo Padre per una nuova revisione degli statuti, che possiamo dire in senso inverso di quella del '39. Una circolare della Direzione generale del 14 aprile 1946 indica una serie di postulati dell'A.C. in rapporto con la preannunciata nuova co stituzione dello stato italiano: la posizione del cattolicismo nella nazione, le relazioni fra Chiesa e Stato, la famiglia e la scuola, la politica sociale, quella internazionale, formano la materia di questi postulati. E alla fine si avverte che nella gara dei program
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mi politici «é doveroso dare la preferenza alla corrente che per il contenuto del suo programma e per le persone che lo sostengono offre le migliori garanzie di attuare una costituzione coerente con i principi cattolici ». Era con ciò stabilito il rapporto di appoggio e di controllo fra A.C. e D.C.
Il 12 ottobre 1946 — istituita già la repubblica, eletta ed entrata in funzione la Costituente — Pio XII [...]

[...]loro formulazione termineremo, avvertendo che si tratta di questioni permanenti, là dove il cattolicismo é la religione predominante: e cioè, non solubili in maniera definitiva, e che a nulla servirebbe affrontare con semplici espedienti, giuridici, o esaminare con disposizioni di spirito iconoclastiche, anche se di fronte a una di esse la società civile non possa adottare la politica dello struzzo.
La prima è quella delle relazioni fra Stato e Chiesa, in, regime di democrazia; e cioè, la questione dell'equilibrio fra i principi di libertà e indipendenza civile — a cui la società moderna, nell'interesse stesso della normale vita religiosa, non può rinunziare — e l'azione sociale nel più ampio senso (e cioè anche politico) della parola, che la Chiesa cattolica ha sempre esercitato ed intende continuare ad esercitare.
La seconda è quella di un altro equilibrio, fra cc Marta e Maria », cioè fra l'azione esterna, sociale, pubblica, del cattolico credente, e la sua vita personale, intima, spirituale: rischiando la prima, col suo sempre più crescente sviluppo, di deviare e soffocare la seconda. E una questione riguardante direttamente la società religiosa, una questione interna della Chiesa cattolica; ma indirettamente, e tuttavia fondamentalmente, interessa la società umana, che di una vita religiosa non può fare a meno.
LUIGI SALVATORELLI



da Luigi Rodelli, Il Craxi-concordato. tre atti con i patti del 18 febbraio in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]ucazione democratica non confessionale dei cittadini e alle finanze pubbliche, il frutto è (o pare) alla portata delle mani di Craxi; il quale sembra conti soprattutto di incassare dall’operazione Concordato un congruo numero di voti di cattolici vaganti. I cattosocialisti già militano nelle file del craxismo e non sono meno zelanti dei cattocomunisti di casa Berlinguer: consigliano alla gerarchia di partito la linea da tenere nei riguardi della Chiesa cattolica.

Questa di Craxi è una « saggezza » consolidata, accompagnata da una reputazione di buon fiuto a livello di ordinaria e straordinaria amministrazione del partito. Ma qui siamo in tutt’altra atmosfera, dove i furbi non fanno vedere di essere furbi. Sempre che si voglia stare sul Machiavelli (molto orecchiato e poco letto), la religione come « instrumentum regni » entra nel quadro altissimo dei fini della « res publica » e si risolve tutta in quei fini politici e civili, senza residui di giaculatorie turistiche, senza sorrisi e ammiccamenti ai preti in fatto di quattrini e di pote[...]

[...]zio del culto e dell’istruzione nelle missioni cattoliche all’estero; mantenimento e diffusione delle scuole materne non statali gestite (nella quasi totalità) da ecclesiastici; finanziamento al 21% delle università cattoliche; prezzo ridotto dell’ente nazionale cellulosa alla stampa cattolica; esenzione da oneri fiscali di tutte le pubblicazioni relative al governo dei fedeli, nonché dei libri e di tutte le pubblicazioni a cura degli enti della Chiesa; dei settimanali diocesani; esenzione totale dall’Iva per le spese di composizione e stampa dei quotidiani di carattere religioso cattolico. Si potrebbe continuare nel lungo elenco. È una rete di canali che attraversa i capitoli di spesa di non pochi ministeri.

Tutto il sistema è sorretto da due componenti: da un lato, la delega che il cattolico viene abituato a dare al clero su qualsiasi questione che riguardi la religione, dalPaltro la volontà politica dei partiti di tener nascosto il sottobosco dei privilegi clericali e non clericali.IL CRAXICONCORDATO

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Nel capitolo 188 del bi[...]

[...]ndizione per la firma del Concordato.

Atto secondo. Craxi si presenta dunque al Senato il 25 gennaio ’84 dichiarando di preferire un’esposizione descrittiva alla consegna della sesta bozza. Nessuno dubita ormai che della bozza definitiva non si sarebbe visto neppure un lembo. Craxi fa sapere infatti che il nuovo Concordato consisterà in una « cornice generale » di principi che regolano la reciproca sovranità e indipendenza dello Stato e della Chiesa cattolica nei rispettivi ordini, « individuando gli specifici fondamenti sui quali costruire il nuovo sistema di relazioni ». La « cornice generale » conterrebbe perciò « opportuni rinvii ad ulteriori intese tra le competenti autorità dello Stato e della Chiesa cattolica ». Questa nuova impostazione offrirebbe « minore rigidità »: segnerebbe, secondo Craxi, « l’inizio di una fase di nuovi accordi StatoChiesa che risolvano l’antico ruolo di definizione teorica dei confini nella più ampia dimensione della libertà religiosa, trasformando i cosiddetti patti di unione in nuovi patti di libertà e di cooperazione ».

Da queste parole il lettore non credente comincia a temere che gli estensori della « esposizione descrittiva » letta da Craxi in Parlamento appartengano a un altro pianeta, dal momento che « patti di libertà e di cooperazione » sono già pienamente realizzabili in Italia, in base alla Costituzione della Repubblica. A questo fine il Concordato è del tutto superfluo. Gli stessi « principi » [...]

[...]sono già pienamente realizzabili in Italia, in base alla Costituzione della Repubblica. A questo fine il Concordato è del tutto superfluo. Gli stessi « principi » che compongono la « cornice generale », altisonanti e vaghi, possono far pendere la bilancia dalla parte voluta da chi li legge. Si lascia decadere, ad esempio, il principio della religione dello Stato, ma non se ne trae la diretta conseguenza del decadimento di tutti i privilegi della Chiesa cattolica e di tutti gli obblighi finanziari dello Stato nei riguardi della « religione dello Stato » e delle sue istituzioni: essi vengono anzi accresciuti.

È caduto anche il richiamo, contenuto in alcune delle precedenti bozze, alla Costituzione della Repubblica italiana e al Concilio vaticano secondo. Ma Craxi non ha rinunciato a citare alcuni passi della Gaudium et spes, un documento in cui la Chiesa rivendica per sé una libertà senza limiti, nonché « il diritto di esercitare senza ostacoli la sua missione tra gli uomini » al fine di « perfezionare » la « persona », i cui diritti fondamentali sono nell’unione con Dio e con la Chiesa. Potenziali conflitti sono già nell’accostamento dei principi laici costituzionali e dei principi dottrinali cattolici. In che cosa consisterà dunque la « più ampia libertà religiosa » se non in una varietà di privilegi e concessioni che accrescano, oltre i limiti costituzionali e quindi a danno delle altrui libertà (ad esempio, dei non credenti), la « dimensione » spaziale e temporale delle masse cattoliche? Nel linguaggio della Chiesa, la « persona » è il luogo dove risuonaIL CRAXICONCORDATO

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la « Parola », cioè la parola di Dio, interpretata dalla gerarchia ecclesiastica. Non è previsto che nelle « ulteriori intese » i diritti della « persona » debbano cedere di fronte ai diritti dell’individuo, cioè del cittadino che non si riconosca nella cattolica « persona ».

Inutile chiedersi se la cooperazione sarà dello Stato con la Chiesa o della Chiesa con lo Stato. I craxiani « patti di libertà e di cooperazione » non saranno soggetti all’approvazione del Parlamento, ma saranno riconducibili, come ha detto il « saggio » e « logico » Craxi, ai moduli convenzionali dell’ordinaria amministrazione (saranno stretti, cioè, di volta in volta, tra vescovi e ministri o sottoministri). Con baldanzosa ingenuità, Craxi ha affermato che in tal modo si supera la logica « privilegiata » del Concordato mussoliniano. Le vignette di Forattini colgono invece le somiglianze.

I vescovi diventano dunque interlocutori dell’interno dello Stato e acquistano di [...]

[...]a che tale scelta, da effettuarsi all’atto dell’iscrizione, su richiesta dell’autorità scolastica, possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione ». In quale ora si darebbe l’insegnamento della religione cattolica, a spese della collettività? Che cosa faranno in quelle ore gli alunni che rifiutano di ricevere quell’insegnamento? La « piena facoltatività » (richiesta dell’alunno interessato, lezioni fuori dall’orario scolastico, a spese della Chiesa) non è stata accolta. Come ha osservato Luciano Guerzoni, indipendente di sinistra alla Camera, la richiesta di ricevere o di respingere fatta al giovane da parte dell’autorità scolastica infrange anche il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge « senza distinzione di religione », sancito dalla Costituzione (art. 3) e si identifica con un censimento in materia di religione.

Il numero degli insegnanti di religione cattolica andrà al raddoppio o anche più: viene stabilito infatti che l’insegnamento religioso avverrà « senza differenza di sistema fra scuole materneelemen[...]

[...]uole secondarie superiori di un insegnamento di storia delle religioni fondato su una preparazione di livello universitario, Craxi ha risposto che questa giusta esigenza sarà soddisfatta. Vi hanno già pensato, a modo loro, gli estensori cattolici delle « ulteriori intese », di due in particolare: quella sui titoli accademici ecclesiastici e quella sull’organizzazione dell’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche. Le facoltà teologiche della Chiesa cattolica ed anche qualche università stanno approntando corsi di laurea in cosiddette « scienze religiose » per l’abilitazione all’insegnamento « scientifico » cattolicamente elaborato, delle religioni, viste dall’angolo visuale della teologia cattolica, che, come si sa, è la « vera » verità intorno a Dio, alla « creazione » ecc. Lo spazio dove inserire questa nuova materia di studio (o di propagazione del cattolicesimo) obbligatoria per tutti gli alunni, è stato già predisposto dalla riforma della scuola secondaria superiore, approvata, senza riserve su questo punto, dalla Camera dei depu[...]

[...] minoranza dei parlamentari se ne è resa conto nel brevissimo tempo concesso al dibattito (un pomeriggio al Senato e due alla Camera); la maggioranza (Pei compreso, fedele al togliattiano art. 7 della Costituzione) aveva deciso in anticipo l’approvazione a scatola chiusa, considerando la revisione del Concordato un atto dovuto. Il Psi, che alla Costituente aveva votato contro l’art. 7, oggi si vanta di avere « laicizzato » i rapporti tra Stato e Chiesa.IL CRAXICONCORDATO

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Evidentemente, « laico » ha per i socialisti lo stesso significato che ha per il cattolicissimo Andreotti; « laico » nella Chiesa cattolica designa appunto colui che non appartiene al clero (cioè il popolo, non iniziato alle cose sacre e distinto dal sacerdote), ne accoglie i precetti e ne esegue gli ordini.

Su questa scena italopontificia Andreotti, Craxi e molti altri (intellettuali e no) si riconoscono e si riveriscono come « laici ». Vedremo il séguito.

Atto terzo. Fra Craxi e Casaroli si svolge in Vaticano il colloquio definito « preliminare ». I due partners « approfondiscono le linee d’insieme dell’accordo ». Il cattosocialista Acquaviva e mons. Silvestrini danno gli ultimi « colpi di lima »: in materia di [...]

[...]mo il séguito.

Atto terzo. Fra Craxi e Casaroli si svolge in Vaticano il colloquio definito « preliminare ». I due partners « approfondiscono le linee d’insieme dell’accordo ». Il cattosocialista Acquaviva e mons. Silvestrini danno gli ultimi « colpi di lima »: in materia di insegnamento della religione si utilizzerà il termine « avvalersi », più stimolante di « ricevere ». « Con la revisione del Concordato scrive ‘ L’Osservatore romano ’ la Chiesa chiede che le venga riconosciuto e garantito il diritto non solo di continuare a svolgere la propria missione ma anche di prestare, in collaborazione con le altre componenti della società, quel servizio all’uomo e al bene comune che rappresenta il test decisivo per verificare l’effettiva libertà della Chiesa ». Libertà di imporre: la valutazione del test appartiene infatti unicamente alla Chiesa col suo « diritto divino », sopraeminente rispetto al diritto degli Stati. I laici sono avvertiti; ma non vi badano.

Le argomentazioni critiche e le motivazioni storiche e ideali degli oppositori, tutti a parte i liberali alla sinistra del Pci, bisogna andarle a cercare nel resoconto stenografico del dibattito alla Camera: si vedrà come sia stato incalzato il governo (Craxi abbandonava l’aula) sulla questione delle sentenze di nullità dei matrimoni concordatari per cui l’ordinamento della Chiesa, che è « estraneo » a quello dello Stato, viene parificato a un ordinamento statuale stranier[...]

[...]o al diritto degli Stati. I laici sono avvertiti; ma non vi badano.

Le argomentazioni critiche e le motivazioni storiche e ideali degli oppositori, tutti a parte i liberali alla sinistra del Pci, bisogna andarle a cercare nel resoconto stenografico del dibattito alla Camera: si vedrà come sia stato incalzato il governo (Craxi abbandonava l’aula) sulla questione delle sentenze di nullità dei matrimoni concordatari per cui l’ordinamento della Chiesa, che è « estraneo » a quello dello Stato, viene parificato a un ordinamento statuale straniero (Guerzoni, Melimi); sulla questione dell’assenza di controlli sulle operazioni bancarie, sulle esportazioni di capitali e sullo scavalcamento di barriere valutarie reso possibile dal Trattato del Laterano (Meliini, Minervini, G. Negri e altri); sull’aggancio al Concordato, in funzione fumogena dell’Intesa separatista con la Chiesa valdese metodista, tenuta nel cassetto fin dal 1978 (Zanone).

All’appuntamento delle ore 12 del 18 febbraio a Villa Madama, Craxi, dicono le cronache, è arrivato di buon umore e in buona forma. « Da socialista, positivo e pratico, senza badare ai millenni, si è liberato di un mattone sullo stomaco della Repubblica » (« Il Giornale nuovo », 19 febbraio). Affermazione azzardata. Qualche minuto prima della firma, il card. Ballestrero, presidente della Cei, consegna a Craxi un documento (« un bellissimo messaggio che va letto attentamente perché ha dei grossi contenuti di incoraggiamento, di a[...]

[...]municazione sociale » e « la valorizzazione del territorio [?] e della sua cultura ». Su queste « aree » i vescovi si dicono pienamente disponibili « a ogni forma di leale e costruttivo confronto con le istituzioni civili220

LUIGI RODELLI

a tutti i livelli, anche valorizzando gli spazi opportunamente aperti per una qualificata espressione della loro conferenza nazionale ». Nello stesso tempo, il documento « ribadisce l'impegno, che per la Chiesa è irrinunciabile dovere, di vivere con fedeltà la propria missione di servizio del Vangelo e di autentica promozione umana ».

Il card. Ballestrero ha voluto chiarire che la « promozione delPuomo », che vediamo inserita nell’art. 1 del nuovo Concordato, dev’essere « autentica », cioè indirizzata verso Dio. La Conferenza episcopale italiana entra da protagonista, darà o negherà la sua garanzia di « autenticità » alle iniziative di cooperazione civile; nega il suo placet ad aborto e divorzio; è pronta a trasformare il « confronto » in un braccio di ferro. Poiché il contenzioso potrà aprirsi a[...]

[...]ronto » in un braccio di ferro. Poiché il contenzioso potrà aprirsi anche su « ulteriori materie » (art. 13), c’è da sperare che i cittadini imparino a difendere di persona gli interessi della società civile e propri.

Al momento di chiudere queste note ci giunge il testo integrale del nuovo Concordato e del Protocollo Addizionale. Come il lettore potrà constatare il testo conferma in gran parte, rafforza ed estende i privilegi assicurati alla Chiesa cattolica dal Concordato mussoliniano e dalla successiva legislazione italiana, fedele alla lettera e allo spirito del concordatario.

Viene intanto fatto sapere che è stata insediata la commissione paritetica per gli enti e i beni ecclesiastici, presidente Margiotta Broglio per la parte italiana e monsignor Nicora per la parte vaticana; consegnerà al parlamento una relazione entro il 18 di agosto. Vedremo che cosa farà.

Luigi Rodelli

il concordato craxicasaroli

La Santa Sede e la Repubblica Italiana tenuto conto del processo di trasformazione politica e sociale verificatosi in Ita[...]

[...]etica per gli enti e i beni ecclesiastici, presidente Margiotta Broglio per la parte italiana e monsignor Nicora per la parte vaticana; consegnerà al parlamento una relazione entro il 18 di agosto. Vedremo che cosa farà.

Luigi Rodelli

il concordato craxicasaroli

La Santa Sede e la Repubblica Italiana tenuto conto del processo di trasformazione politica e sociale verificatosi in Italia negli ultimi decenni e degli sviluppi promossi nella Chiesa dal Concilio Vaticano II; avendo presenti, da parte della Repubblica italiana, i principi sanciti dalla sua Costituzione, e, da parte della Santa Sede, le dichiarazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II circa la libertà religiosa e i rapporti fra la Chiesa e la comunità politica, nonché la nuova codificazione del diritto canonico; considerato inoltre che, in forza del secondo comma dell’art. 7 della Costituzione della Repubblica italiana, i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica sono regolati dai Patti lateranensi, i quali per altro possono essere modificati di comune accordo dalle due Parti senza che ciò richieda procedimenti di revisione costituzionale; hanno riconosciuto l’opportunità di addivenire alle seguenti modificazioni consensuali del Concordato lateranense:

1. Rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciscuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione delPuomo e il bene del Paese.

2. Libertà religiosa 1. La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.IL CRAXICONCORDATO

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2. È ugualmente assicurata la reciproca libertà di comunicazione e di corrispondenza fra la Santa Sede, la Conferenza Episcopale Italiana, le conferenze Episcopali regionali, i Vescovi, il clero e i fedeli, cosi come la libertà di pubblicazione e diffusione degli atti e documenti relativi alla missione della Chiesa.

3. È garantita ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena [...]

[...]to, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.IL CRAXICONCORDATO

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2. È ugualmente assicurata la reciproca libertà di comunicazione e di corrispondenza fra la Santa Sede, la Conferenza Episcopale Italiana, le conferenze Episcopali regionali, i Vescovi, il clero e i fedeli, cosi come la libertà di pubblicazione e diffusione degli atti e documenti relativi alla missione della Chiesa.

3. È garantita ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

4. La Repubblica italiana riconosce il particolare significato che Roma, sede vescovile del Sommo Pontefice, ha per la cattolicità.

3. Vescovi e parroci 1. La circoscrizione delle diocesi e delle parrocchie è liberamente determinata dall’autorità ecclesiastica. La Santa Sede si impegna a non includere alcuna parte del territorio italiano in una diocesi la cui sede vescovile si trovi nel territ[...]

[...]ntenza intesa a rendere esecutiva una sentenza canonica, statuire provvedimenti economici provvisori a favore di uno dei coniugi il cui matrimonio sia stato dichiarato nullo, rimandando le parti al giudice competente per la decisione sulla materia.

3. Nell’accedere al presente regolamento della materia matrimoniale la Santa Sede sente l’esigenza di riaffermare il valore immutato della dottrina cattolica sul matrimonio e la sollecitudine della Chiesa per la dignità ed i valori della famiglia, fondamento della società.

9. Vinsegnamento religioso 1. La Repubblica italiana, in conformità al principio della libertà della scuola e dell’insegnamento e nei termini previsti dalla propria Costituzione, garantisce alla Chiesa cattolica il diritto di istituire liberamente scuole di ogni ordine e grado e istituti di educazione.

A tali scuole che ottengono la parità è assicurata piena libertà, ed ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole dello Stato e degli altri enti territoriali, anche per quanto concerne Tesarne di Stato.

2. La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola,[...]

[...]quie.

13. Entrata in vigore del Concordato 1. Le disposizioni precedenti costituiscono modificazioni del Concordato lateranense accettate dalle due Parti, ed entreranno in vigore alla data dello scambio degli strumenti di ratifica. Salvo quanto previsto dall’art. 7, n. 6, le disposizioni del Concordato stesso non riprodotte nel presente testo sono abrogate.

2. Ulteriori materie per le quali si manifesti l’esigenza di collaborazione tra la Chiesa cattolica e lo Stato potranno essere regolate sia con nuovi accordi tra le due Parti sia con intese tra le competenti autorità dello Stato e la Conferenza Episcopale Italiana.

14. Soluzioni e problemi di applicazione Se in avvenire sorgessero difficoltà di interpretazione o di applicazione delle disposizioni precedenti, la Santa Sede e la Repubblica italiana affideranno la ricerca di un’amichevole soluzione ad una Commissione paritetica da loro nominata.

Roma, diciotto febbraio millenovecentottantaquattro.

PROTOCOLLO ADDIZIONALE

Al momento della firma dell’Accordo che apporta mod[...]

[...]ai matrimoni celebrati, prima dell’entrata in vigore del presente Accordo, in conformità alle norme dell’art. 34 del Concordato lateranense e della legge 27 maggio 1929, n. 847, per i quali non sia stato iniziato il procedimento dinanzi all’autorità giudiziaria civile, previsto dalle norme stesse.

5. In relazione alVArt. 9 a) L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole indicate al n. 2 è impartito in conformità alla dottrina della Chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni da insegnanti che siano riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica, nominati, d’intesa con essa, dall’autorità scolastica.

Nelle scuole materne ed elementari detto insegnamento può essere impartito dall’insegnante di classe, riconosciuto idoneo dall’autorità ecclesiastica, che sia disposto a svolgerlo.

b) Con successiva intesa tra le competenti autorità scolastiche e la Conferenza Episcopale Italiana verranno determinati:

1) i programmi dell’insegnamento della religione cattolica per i diversi ordini e gradi delle scuole pu[...]



da Carlo Falconi, La crisi della Parrocchia in Italia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]ella concreta religiosità dell'italiano e in ispecie dell'italiano contemporaneo. Ora è anche troppo evidente che su questa religiositá anzitutto e in secondo luogo sulla consistenza di quegli istituti ed organizzazioni si fonda tutto l'edificio del successo politico delle forze cosiddette clericali. Il problema insomma d'una ricerca storica veramente esauriente dovrebb'essere posto piú o meno in questi termini: la fortuna politica attuale della Chiesa in Italia corrisponde effettivamente a un risveglio della religiositá del suo popolo e a una vivificante operosità _dei suoi istituti religiosi ? Se si, é ovvio che le sue fortune politiche poggiano su una base tuttaltro che superficiale e ci si dovrebbe cautelare dal darle per essenzialmente transitorie; nel caso contrario, la loro provvisorietà sarebbe indiscutibile.
Questo saggio non presume affatto, evidentemente, d'offrire una risposta completa al quesito enunciato, bensì mira a dare un contributo, anche se parziale, fortemente indicativo alla sua sa luzione.
44 CARLO FALCONI
In gener[...]

[...]ialmente transitorie; nel caso contrario, la loro provvisorietà sarebbe indiscutibile.
Questo saggio non presume affatto, evidentemente, d'offrire una risposta completa al quesito enunciato, bensì mira a dare un contributo, anche se parziale, fortemente indicativo alla sua sa luzione.
44 CARLO FALCONI
In genere, gli scrittori laici — storici, sociologi o politici che siano — ignorano o trascurano l'importanza dell'istituto parrocchiale per la Chiesa. Preoccupati come sono da problemi prevalentemente profani, s'illudono di pater identificare la Chiesa, costituzionalmente monarchica e autoritaria, nel Pontefice e nella Curia Romana. Ma la testa in nessun essere spiega il corpo: se mai, è più vero il contrario. Troppe volte, del resto, la storia ha registrato il peso decisivo della cc base )) sulle stesse sorti spirituali dell'organismo ecclesiastico. Si può obbiettare che allora (nei secc. IX e XVI soprattutto) le condizioni erano ben diverse dalle attuali. Ma anche la cronaca relativamente recente della formazione delle forze cattoliche nel nostro paese offre spunti più che eloquenti in proposito. L' A.C.I. infatti é nata effettivamente so[...]

[...]itato Parrocchiale, un gruppo di almeno cinque fedeli, ecc. ecc. » (1). « Cosi — commentava nel '97 il Crispolti (2) — la futura rete dell'organizzazione si designava, senza stretto legame ancora, nel suo alfa e nel suo omega, con una istituzione al centro e una all'estrema periferia ». In seguito la tela organizza tiva si integrò con la costituzione dei Comitati diocesani e regionali, ricalcando in pieno la stessa organizzazione capillare della Chiesa. Dodici anni dopo ben 3982 comitati parrocchiali puntualizzavano la superficie dell'Italia' (del nord e del centro soprattutto) a testimoniare la vigorosa vitalità della giovane iniziativa. E nonostante l'accusa di parrochismo gettata da alcuni autonomisti, l'A.C.I, non si staccò più dal sistema delle cellule ecclesiastiche: anzi oggi più che mai (lo si vedrà più avanti) é dalla cura
(1) G. DE ROSA, L'Azione Cattolica. Storia politica dal 1894 al 1904, Bari, Laterza, 1953, pp. 98,135, 155.
(2) « I Congressi e l'organizzazione dei cattolici in Italia », in Nuova Antologia, 16 ott. 1897.
LA [...]

[...]stiche: anzi oggi più che mai (lo si vedrà più avanti) é dalla cura
(1) G. DE ROSA, L'Azione Cattolica. Storia politica dal 1894 al 1904, Bari, Laterza, 1953, pp. 98,135, 155.
(2) « I Congressi e l'organizzazione dei cattolici in Italia », in Nuova Antologia, 16 ott. 1897.
LA CRISI DELLA PARROCCHIA IN ITALIA 45
parrocchiale che muove il suo nuovo movimento di conquista religiosa del paese.
Effettivamente la parrocchia è così essenziale alla Chiesa come la cellula al corpo. La Chiesa potrebbe perdere in un sol istante tutti i suoi ordini religiosi senza subirne un contraccolpo fatale. La dissoluzione dell'istituto parrocchiale — nei suoi elementi costitutivi, s'intende, non solo in qualche modalità accessoria — equivarrebbe, invece, alla sua morte. La Chiesa stessa, del resto, non è forse l'ingrandimento di quella prima comunità parrocchiale inauguratasi nel Cenacolo di Gerusalemme all'indomani della morte di Cristo e riprodottasi in breve un po' ovunque nell'impero romano da parte degli apostoli? Quella stessa comunità cioè caratterizzata da un'autorità monarchica (il vescovo o parroco) responsabile dell'insegnamento religiosomorale, della direzione del culto e delle opere caritative, e da un'associazione di fedeli concordi nello stesso credo, partecipanti agli stessi riti (liturgie) e legati tra loro da impegni di mutua assistenza? Una religion[...]

[...]ta era sopravvissuta alla caduta dell'impero, le parrocchie seppero conservare i germi della riscossa e costituire iI nucleo dei futuri comuni. Il meno che si può dire è che dal 1000 in poi parrocchia e comune vi divennero spesso come due aspetti della stessa collettività giuridica che univa in un unico fascio le forze della città e del contado nella reazione alle prepotenze dei feudatari. Fu il tempo in cui le adunanze del popolo si tenevano in chiesa, le votazioni si facevan per parrocchia e, al momento del bisogno, il carroccio, ossia il carro destinato alla raccolta delle decime per la parrocchia, divenne un'insegna di battaglia e il nucleo della fanteria cittadina. Creazione spontanea o meno e centro propulsore della stessa vita civica o no, la parrocchia ebbe il merito, anche nei secoli più ferrigni, d'aprire scuole gratuite, di raccogliere vecchi e ammalati, di organizzare la carità (come nelle matricole, che erano vere e proprie corporazioni di poveri), ecc.
Più tardi, al tempo della diffusione degli Ordini mendicanti,
LA CRISI DE[...]

[...]ata oltre un secolo fa dal Moelher, a ricondurre la concezione della parrocchia nell'ambito della verità del Corpo Mistico. A questa teologia collaborarono in Italia famosi teologi romani come il Passaglia e il Franzelin, seguiti subito dopo in Germania dal loro discepolo M. J. Scheeben. La nuova impostazione soprannaturalmente vitalistica accompagnava quel processo di dissecolarizzazione e di accentramento curialista a cui si stava adattando la Chiesa dopo le scosse subite nei vari paesi europei per contraccolpo della Rivoluzione Francese e delle occupazioni napoleoniche oltre che per l'evoluzione democraticolaicista della politica: e finì così per
(3) La Nuova Parrocchia, tr. it., Torino, 1941.
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influire non solo sulla teologia pastorale del tempo, ma per penetrare anche nei documenti della Chiesa docente e per informare persino lo schema sulla Chiesa preparato per il Concilio Vaticano.
Inferto, nel '70, col dogma dell'infallibilità e della supremazia papale sul concilio, l'ultimo colpo alle resistenze gallicane, e concluso ormai il pontificato rinascimentale, politicamente e culturalmente magnifico ma apostolicamente povero, di Leone XIII, urgeva, sul principio del '900, un lavoro più modesto e capillare per assicurare alla Chiesa la fedeltà delle masse credenti e la saldezza della loro coesione. Pio X, il papaparroco, si mise subito all'opera sia nella propria diocesi che nell'intera cristianità, promuovendo la rinascita delle parrocchie dapprima con la riforma del canto gregoriano (motu proprio 1903), per riportare la liturgia a contatto del popolo (solo dal 1909 si cominciò a parlare di « movimento liturgico », specie per merito del card. Mercier e dei monaci della badia di MontCésar di Lovanio), poi con l'ammissione dei bambini alla comunione e la propaganda della comunione frequente tra gli adulti. Nel 1905 la can[...]

[...]el popolo (solo dal 1909 si cominciò a parlare di « movimento liturgico », specie per merito del card. Mercier e dei monaci della badia di MontCésar di Lovanio), poi con l'ammissione dei bambini alla comunione e la propaganda della comunione frequente tra gli adulti. Nel 1905 la canonizzazione dell'umile Curato d'Ars da parte dell'exparroco di Riese fu considerata come un simbolo della nuova direzione di riforma interiore impresso dal Sarto alla Chiesa.
E per tutta la prima metà del sec. XX l'azione di governo della S. Sede doveva infatti rimanere decisamente orientata in senso parrocchiale. Le affermazioni pontificie — da Pio X a Pio XII — relative all'importanza della parrocchia nella vita della Chiesa potrebbero costituire un'antologia di non irrilevanti proporzioni, dove, forse, ad avere il primato, sarebbe Pio XI, il papa delle missioni, dell'A.C., della Conciliazione, é vero, ma non meno il Papa della parrocchia. Canonizzando, a neppur due anni dalla sua elezione, il Curato d'Ars (che più tardi, in occasione del giubileo della sua ordinazione sacerdotale, avrebbe costituito patrono di tutti i parroci) egli sembrò voler raccogliere dal predecessore Pio X la bandiera di combattimento. E quello ch'egli fece, anche solo in Italia, per lo sviluppo e la dotazione delle parrocchie, dimostra la[...]

[...]ci anche di qua dell'Alpi e provocarono, nel '48, il ritorno del problema allo studio di tutte le branchie dell'A.C. Basta del resto scorrere le riviste (4) d'ispirazione cattolica dell'ultimo quinquennio per convincersi della sua continua presenza. Dal '51 poi, a renderlo piú attuale, son venuti di rink calzo alcuni notevoli discorsi di Pio XII.
PROFILO DELLA PARROCCHIA MODERNA
Sarebbe dunque un grave errore non curarsi dell'importanza che la Chiesa dá all'istituto parrocchiale nell'attuale fase di riassesto e di conquista che la caratterizza. Chi conosca anche solo superficialmente la parrocchia del 1953 e la confronti con quella di 50 anni or sono non può del resto meravigliarsi di tale condotta. Una parrocchia — quella degli ultimi anni del pontificato leoniano —pacifica, e sonnolenta, fatta sulla misura del ceto borghese d'allora, quasi sempre deserta durante la settimana dal pacifico giansenismo dei fedeli e appena messa in discreto orgasmo la domenica e nelle
(4) ofr. ad es. i due numeri unici de L'Assistente Ecclesiastico, 1948, [...]

[...]llettino Parrocchiale (mensile). In questo scarnificatissimo elenco non figurano poi le organizzazioni a carattere sociale cui accenneremo più avanti.
Naturalmente, non ogni parrocchia, specie di paese, é provvi sta di tutto quest'apparto d'opere. Ma, anche ridotto, esso é sempre tale da riempire ad usura la giornata d'un curatore d'anime e dei suoi collaboratori ecclesiastici e laici, e aiuta a comprendere non solo la potenza di cui dispone la Chiesa nei suoi organi periferici qualora un pericolo la spinga a stringere in fascia tutte le sue forze, ma anche il perché del reiterato allarme lanciato in questi ultimi anni da molti vescovi e recentemente dallo stesso Pontefice (5) per salvare la parrocchia dalla crisi insorta a minacciarla proprio nel momento della sua massima espansione ed efficienza. E forse il dramma interno più appassionato che la Chiesa stia oggi vivendo. Val quindi la pena di analizzarlo puntualmente.
LA CRISI NELLE SUE CAUSE E NELLE SUE PROPORZIONI
Non possiamo per?, evidentemente, diffonderci qui sulle insufficienze religiose vere e proprie della parrocchia: sul dramma, cioè, del suo culto e dei suoi riti sempre più incomprensibili e impopolari,
o su . quello dell'evangelizzazione mediante l'istruzione catechistica sempre più abbandonata e la predicazione sempre più ipertrofica,
o sull'altro della preparazione, troppo borghese, dei sacerdoti al ministero parrocchiale. Sono problemi eccessivamente vasti e corn
, (5) v[...]

[...]tico, che ha tanto peso nella educazione del fanciullo, avviene per molti, anziché alla mensa parrocchiale, in collegi e luoghi di educazione talvolta solo di circostanza; oggi si esige non di rado che il rito matrimoniale, da cui s'inizia una nuova famiglia, venga celebrato lontano dalla famiglia parrocchiale, in cappelle private o in santuari di devozione personale; e pure le esequie e il cristiano addio alla salma avvengono molto spesso nella chiesa dell'ospedale. Tutto ciò si risolve evidentemente a pregiudizio della vita ,parrocchiale» (6).
Lo stesso mons. Urbani, assistente generale dell'A.C.I., lanciando i Convegni del Clero per l'estate del 1948 sull'argomento <c la Comunità parrocchiale» si muoveva la domanda:'— E finita la parrocchia ? —, ma poi rispondeva (7) con le parole del card. Schuster: « Le varie istituzioni, distinte dalla parrocchia, valgono soprattutto a trattenere nella religione e nelle pratiche del culto quelle persone che altrimenti non andrebbero nella parrocchia. Rappresentano un rimedio ad un male veramente esis[...]

[...]Clero per l'estate del 1948 sull'argomento <c la Comunità parrocchiale» si muoveva la domanda:'— E finita la parrocchia ? —, ma poi rispondeva (7) con le parole del card. Schuster: « Le varie istituzioni, distinte dalla parrocchia, valgono soprattutto a trattenere nella religione e nelle pratiche del culto quelle persone che altrimenti non andrebbero nella parrocchia. Rappresentano un rimedio ad un male veramente esistente. Ecco quindi perché la Chiesa le loda, le favorisce, le promuove, come per gli infermi si aprono le buone case di salute. Resta però fermo che in linea normale, come la vita dell'individuo si svolge nella famiglia, così quella del cristiano si sviluppa soprattutto nella rispettiva Parrocchia » (8).
(6) « Crisi della Parrocchia moderna », in L'Ass. Eccl. 1948, VI.
(7) « La Comunità Parrocchiale », ivi, 1948, IV.
(8) Dalla Pastorale per la Quaresima del 1948 sulla « missione della P. ».
LA CRISI DELLA PARROCCHIA IN ITALIA 53
La crisi della parrocchia tuttavia non coincide con le deprecate interferenze, ma si allarga ai[...]

[...]sulla terra, incomba il debito di non trascurare una risorsa, la quale si presenta con caratteri fondamentali... Preservare le
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popolazioni agricole dal contagio pestilenziale delle idee rivoluzionarie, irreligiose e socialiste che emanano dalla società, e mantenerle affezionate alla vecchia fede, alle vecchie abitudini, alla loro tradizionale vita di agricoltori: ecco dove pub il laicato coadiuvare poderosamente l'opera della Chiesa, lo zelo apostolico del clero» (14).
Ancora dodici anni dopo, in una sua pastorale (15), mons. Bonomelli definiva la classe rurale italiana « la più vigorosa e morale, l'elemento più forte e sicuro della tranquillità pubblica e il contrappeso più efficace delle idee sovvertitrici dei grossi centri. Dispersi in mezzo alle campagne, legati alla propria famiglia e fermi agli insegnamenti che ricevono nella loro parrocchia, centro della loro vita profondamente informata a religione, i contadini si sono serbati fin qui quasi immuni dal contagio scettico, irreligioso e antisociale... »; e tali ide[...]

[...] poteri, civile e religioso, introdotti dalla «rivoluzione », hanno tolto all'autorità religiosa questa funzione, senza pers riuscire a sostituirvi un altro più organico rapporto» (30). Più tardi le rivendicazioni sociali degli stati proletari promosse dal socialismo anticlericale scavarono ancor più quell'abisso che, artificialmente colmato durante il fascismo, é tornato a riaprirsi in questo dopoguerra con una inesorabilità preoccupante per la Chiesa. Combattuto come alleato delle classi conservatrici, il clero assiste oggi non più soltanto all'esodo delle masse popolari ma addirittura alla loro riorganizzazione in antichiesa, e quasi ogni parrocchia — fatto nuovissimo nella storia del nostro
paese si trova oggi opposta, nel suo stesso territorio, un'antipar
rocchia laica, quasi sempre piú fanatica nella sua fede, più ferrea nella sua disciplina, più audace e fattiva nella sua azione. Sino a
(28) op. cit., p. 178.
(29) op. cit., p. 180.
(30) op. cit., p. 89.
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pochi anni fa, gli indifferenti e i dissidenti della campagna restavano ai margini della vita parrocchiale: non ne uscivano quasi mai completamente e soprattutto non si organizzavano mai contro di essa. Oggi per la prima volta in Italia[...]

[...]t., p. 180.
(30) op. cit., p. 89.
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pochi anni fa, gli indifferenti e i dissidenti della campagna restavano ai margini della vita parrocchiale: non ne uscivano quasi mai completamente e soprattutto non si organizzavano mai contro di essa. Oggi per la prima volta in Italia, il parroco è divenuto pastore d'una sola porzione del suo gregge, da (( uomo di tutti » è stato ridotto a «uomo di parte ».
LE CONTROMISURE
Naturalmente la Chiesa non s'è accontentata di gettare l'allarme a proposito della crisi della parrocchia, ma ha tentato e tenta di fermarla e di vincerla. In Italia, però, questo non è avvenuto con esperimenti tosi vistosi, come ad es. in Francia (dove, d'altra parte, la situazione era assai più grave), bensì con una più ligia conformità alle tradizioni, modernizzando cautamente i metodi sia dell'organizzazione che dell'azione. Invano perciò si cercherebbero da noi o delle originali teologie della parrocchia o dei coraggiosi manuali di pastorale per i parroci. Quanto alle prime, l'unico abbozzo (dovuto al domenica[...]

[...]delled in the life of the Cenarle, edita a Friburgo (Svizzera) nel 1951.
(32) Noi Parroci, Milano, 1941.
(33) Pratica Pastorale, Vicenza, 1942, e ed.i successive.
(34) Il buon Pastore, Torino, 1944, — Si veda anche Ros. PERENNA, Innovazioni o rinnovamento della Parrocchia?, Como, 1950.
(35) Autori, il Godin, il Loew, il Boulard, ecc.
(36) La Parrocchia e la vita cristiana, Torino, 1936.
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ci (37), e il Chiesa (38), per citarne qualcuno. E Tito Casini, il o poeta parrocchiano `» come lo ha definito Giuliotti, ha scritto sulla Parrocchia un fluido libretto (39). Ma hanno certo giovato molto di più le campagne di studio promosse sull'argomento dall' A. C. in tutte le sue associazioni (40).
Il senso della parrocchia, rialimentato così nel clero e nel laicato credente, ha dato una certo eco al problema e favorito una discreta rinascita della vita parrocchiale. Esso tuttavia non poteva costituire che un'atmosfera propizia all'azione riformatrice: la vera e propria riforma avrebbe invece dovuto estrinse[...]

[...]le cristiane, fungenti da ritrovi spirituali aperti, nelle famiglie ospitanti, alle più libere discussioni religiose, ma dirette da sacerdoti; e l'utilizzazione di «posti provvisori» (come le cappelle interne degli istituti religiosi) per la moltiplicazione dei luoghi di culto. Quest'ultima era una realizzazione discussa da anni, ma che attende ancor oggi la sua messa in atto. Meta ultima: quasi ogni via, fuor che nelle immediate vicinanze della chiesa parrocchiale, dovrebbe avere una sua cappella. Ma non manca chi, come il già citato Spiazzi, propane addirittura l'apertura d'un locale per il culto in ogni palazzo...
Quanto alle parrocchie lillipuziane, una recente (1952) circolare del Prefetto della S. Congregazione del Concilio diretta ai Vescovi italiani si esprimeva cosí: «In ordine a una migliore distribuzione del Clero che sia proporzionata alle necessità delle anime, mi si permetta di far notare che, dato il progresso e lo sviluppo delle comunicazioni stradali e dei mezzi di locomozione, non sembra piú necessario che — salvo casi pa[...]

[...]non si può dire in vero e proprio contrasto con quella, parrocchiale, si risolve per() in una distrazione di energie e di forze di per sé appartenenti alla parrocchia. Naturalmente non mancano anche oggi gli intransigenti che vorrebbero tagliare i viveri a questi cc sleali concorrenti ». E agli epigoni dell'antico parrocchismo non fan certo difetto le ragioni per giustificare tanto rigore programmatico. Ma la situazione attuale non consente alla Chiesa il lusso di sacrificare parte delle proprie forze per il solo reato di troppo autonomismo. Del resto le interferenze sono spesso assai meno dannose di come le si dipinge e, al punto in cui stanno le cose, o me
(42) y. L'Ass. Eccl., 1948, I, pp. 911.
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glio le parrocchie, non è sempre il maggior male che alcuni rivoli sian condotti a confluire altrove. Queste parole del card. Siri sono d'un assai intelligente realismo:
«...la gente la si prende dov'è, coi mezzi che realmente si mostrano atti a prenderla dov'è.
«Naturalmente la parrocchia rimane e chi vorrebbe metterlo in du[...]

[...]te parole del card. Siri sono d'un assai intelligente realismo:
«...la gente la si prende dov'è, coi mezzi che realmente si mostrano atti a prenderla dov'è.
«Naturalmente la parrocchia rimane e chi vorrebbe metterlo in dubbio? il punto di partenza, il punto d'arrivo ed il più desiderata punto di riferimento; ma, poiché non basta più, occorre integrarla. Ecco la parrocchia del marciapiede.
«Gli operai in parte notevolissima non entrano più in chiesa? Che si fa? Si vanno a prendere in fabbrica. Gli studenti in iscuola, ecc. ecc.
« Occorrono dei ministri di Dio che rompano ogni rapporta colla propria comodità, ritornino alla forte e saggia audacia dei tempi apostolici e vadano incontro agli uomini che si perdono. In Italia è provvidenzialmente sorto l'Onarmo; ci sono gli Insegnanti di religione che possono diventare più uniti...
«....Tutti costar() per() devono mirare sempre a riversare alle parrocchie il frutto del loro lavoro. Ed anche questo "riversare" va accuratamente organizzata.
«Ecco la parrocchia nuova. Che gioia quando potremo[...]

[...]me di integrazione. Se è vero, come in gran parte è vero, che per il contadino italiano la religione è tradizione, ritualismo, superstizione e interesse (sia pur d'ordine spirituale), ha ragione il Bussi (44) di ritenere urgente una rievangelizzazione radicale fatta in uno stile concreto, adatto alla mentalità degli uomini dei campi, e con metodo essenzialista. (« Si potrebbero fissar tre articoli fondamentali: Dio é padre; Cristo è fratello; la Chiesa è una famiglia))!; una rievangelizzazione inoltre accompagnata ad una rivalorizzazione della liturgia fondamentale e integrata da una bonifica umanistica del rurale mediante scuole professionali, che ne aprano l'intelligenza, gli insegnino le condizioni igieniche del lavoro, gli parlino del problema della casa, ecc.
(43) « La Parrocchia del marciapiede », ivi, 1948, VI.
(44) «Umanesimo rurale », ivi, 1947, VIIVIII.
LA CRISI DELLA PARROCCHIA IN ITALIA 77
Un programma, come si vede, ma anche quasi soltanto un programma. Tuttavia le avanguardie dell'A.C. si sono spinte anche nel mondo rurale[...]

[...]ste opere strettamente parrocchiali, non é raro il caso di parrocchie ospitanti l'ONARMO, i nuclei aziendali delle ACLI, ecc. (45).
Non sappiamo quale consistenza abbia assunto il F.A.C. (Fraterno Aiuto Cristiano) propagandato, dal '50, un po' per tutta Italia dal suo ideatore, don Paolo Arnaboldi. Esso é stato definito (46) ((lo strumento per fare della Parrocchia una famiglia, una comunità d'amore, una comunità missionaria per restituire alla Chiesa la parrocchia diventata cellula viva e operante del Corpo Mistico )). E lo stesso presentatore continuava: «Non si tratta di fare un'opera o delle opere a puro titolo di santificazione personale che aiutino il povero nella stretta misura nella quale le possibilità di un individuo lo consentano; si tratta di esigere una collaborazione organica e solidale di tutti, a cominciare da quelli che non possono far niente, i malati, i sofferenti... alle anime oranti nei conventi di clausura... per finire alla collaborazione di tutto il popolo della parrocchia nella sua qualificazione professionale e di[...]

[...]buone volontà non sono davvero mancate, ma i risultati sono stati piuttosto mediocri sia per lo sproporzionato aumento dei nuovi bisogni e per le reMore frapposte dai vecchi metodi e mezzi, sia, e soprattutto, per gli infausti compromessi con la politica.
Se la parrocchia infatti ha perduto terreno sul settore religioso, s'è avvantaggiata enormemente, in questi ultimi anni, su quello politico, a beneficio, s'intende, delle mire egemoniche della Chiesa. E che questa sua progressiva profanizzazione sia un bene, nessun vero credente vorrà certo sostenerlo. Si è detto della prevalenza eccessiva che nell'attuale dopoguerra hanno assunto nella parrocchia italiana gli attributi e le attività sociali. Ma troppo si sarebbe tentati d'aggiungere qui sulla sua politicizzazione. In fondo, se oggi è nata l'antiparrocchia, la responsabilità di questo contraltare va rivendicata al fatto che la parrocchia è quasi ovunque diventata la sede d'un partito e quasi ovunque la chiesa stessa ed il pulpito — peggio ancora, il confessionale — si son trasformati in l[...]

[...]sun vero credente vorrà certo sostenerlo. Si è detto della prevalenza eccessiva che nell'attuale dopoguerra hanno assunto nella parrocchia italiana gli attributi e le attività sociali. Ma troppo si sarebbe tentati d'aggiungere qui sulla sua politicizzazione. In fondo, se oggi è nata l'antiparrocchia, la responsabilità di questo contraltare va rivendicata al fatto che la parrocchia è quasi ovunque diventata la sede d'un partito e quasi ovunque la chiesa stessa ed il pulpito — peggio ancora, il confessionale — si son trasformati in luoghi di propaganda del partito clericale. Non per altro il parroco da «uomo di tutti» è divenuto «uomo di parte ». Ma non era forse naturale dopo ch'egli si è «partitizzato» e che la stessa parrocchia, divenuta sempre più intransigente, mette ai suoi aggregati l'autaut d'una fede politica oltre che religiosa? Che cos'è, del resto, il fine ultimo della sua preponderante attività sociale? E come si spiega la costante intensificazione di manifestazioni religiose alla vigilia delle competizioni elettorali? La stessa [...]

[...]ati l'autaut d'una fede politica oltre che religiosa? Che cos'è, del resto, il fine ultimo della sua preponderante attività sociale? E come si spiega la costante intensificazione di manifestazioni religiose alla vigilia delle competizioni elettorali? La stessa A. C. è davvero ancora un movimento missionario (di puro apostolato) o non piuttosto — specie dopo l'ultimo « cambio di guardia » — il cavallo di Troia delle rivendicazioni politiche della Chiesa ? Lo storico di domani non avrà certo molti scrupoli, come il cronista d'oggi che voglia ad ogni costo corazzarsi d'obiettività per tema d'esser giudicato partigiano, nel
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rispondere a questi interrogativi, tanto la realtà gli apparirà d'un'evidenza violenta.
Ebbene, quali conseguenze matureranno da questo stato di cose ? Naturalmente, non è facile prevederle. Troppi imprevisti possono sovvertire i calcoli più prudenti. Ma una cosa si può tranquillamente asserire: e cioè che la strada della politicizzazione porterà la Chiesa a delle amare esperienze. Oggi essa sta tentan[...]

[...] costo corazzarsi d'obiettività per tema d'esser giudicato partigiano, nel
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82 CARLO FALCONI
rispondere a questi interrogativi, tanto la realtà gli apparirà d'un'evidenza violenta.
Ebbene, quali conseguenze matureranno da questo stato di cose ? Naturalmente, non è facile prevederle. Troppi imprevisti possono sovvertire i calcoli più prudenti. Ma una cosa si può tranquillamente asserire: e cioè che la strada della politicizzazione porterà la Chiesa a delle amare esperienze. Oggi essa sta tentando con tutte le sue forze di slaicizzare l'Italia, rimedioevizzandola in una nuova teocrazia solo apparentemente più rispettosa del progresso e aperta al riconoscimento dei valori terrestri. Dopo l'antitesi ottocentesca, stile «piononista », insomma, la sintesi novecentesca, stile «piododicista ». Ma non si concilia, sopraffacendo. Leone XIII osò assai meno, e lasciò in eredità il modernismo, il murrismo e il combismo. La reazione all'attuale progressiva egemonia clericale potrà esser forse dilazionata, ma avverrà fatalmente. E se sorprenderà la p[...]



da Luca Martinelli, I funerali di padre Balducci in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1992 - - aprile - 28

Brano: I funerali di padre Balducci
Solenne .e commosso addio
al «prete scomodo»
in Cattedrale a Firenze
LUCA MARTINELLI
FIRENZE. Si sono aperte le porte del Duomo di Firenze per l'ultimo commosso saluto a padre Ernesto Balducci, il pensatore di riferimento del:, movimento pacifista italiano, la voce in difesa dei poveri, degli ultimi. Un modo con il quale la Chiesa ha voluto riconoscere a Balducci il suo Impegno, la sua fedeltà, mai inessi in discussione, di discepolo delta Chiesa, di sacerdote, di .evangelizzatore». I tempi del
prete .scomodo., del prete che `` dissenso.. Ma evidentemente iI agiva al di fuori dei crismi della padre scolopio non é stato so , Chiesa, insomma, sembrano lo un prete .contro., come ha diventati davvero lontani. Con ricordato Mario Gozzini nel ;M finati agli anni Sessanta, quan .suo articolo per l'Unith 11 suo f. do Balducci si schierò in Difesa dissenso, la sua opposizione
dell'obiezione di coscienza in erano soltanto nei confronti di '
nescando la reazione del ve un certo modo, immiserito, i!
scovo Florit. Fu allora che ven sterile, troppo spiritualistico di ne allontanato da Firenze.Po vivere la fede cristiana e di eschi anni dopo Comò dall'esilio ' sere Chiesa.: e ricorda che Bal
di Frascati per stabilirsi aila Ba [...]

[...]ato Mario Gozzini nel ;M finati agli anni Sessanta, quan .suo articolo per l'Unith 11 suo f. do Balducci si schierò in Difesa dissenso, la sua opposizione
dell'obiezione di coscienza in erano soltanto nei confronti di '
nescando la reazione del ve un certo modo, immiserito, i!
scovo Florit. Fu allora che ven sterile, troppo spiritualistico di ne allontanato da Firenze.Po vivere la fede cristiana e di eschi anni dopo Comò dall'esilio ' sere Chiesa.: e ricorda che Bal
di Frascati per stabilirsi aila Ba ducci “11011 ebbe mai la tentadia Fiesolana, a pochi passi ; zíone di uscire dalla Chiesa.. E
dalla diocesi .fiorentina. Fu mai, in realtà, l'ha avuta. Lo tequesto, insieme alla difesa del stimoniano i suoi confratelli la comunità dell'lsoloRo di Scolopi della Badia Fiesolana don Enzo Mazzi, che nuova e tanti sacerdoti che hanno vimente gli costò le ire dei ve sto in Balducci un grande clan scovo Florit, l'unico momento cio evangelico, un grande uo
di frattura, di rapporti difficili» mo di fede. Lo testimonia la
con la Chiesa. presenza massiccia, ai suoi al r.
Ma anche dopo quegi anni ; nerali, della Chiesa fiorentina, i dei cattolici di base, del mon'' .sofferti., non é mancato chi do deli'a'snciazionisino catto ha voluto vedere in Balducci r lico
un uomo, un prete .+comodo..::: Certo; é indiscutibile anche ;ì Certamente, perd, nessuno ha il molo dell'uomo impegnato
mai messo in discussione la nella società civile, nel pensiesua fedeltà alla Chiesa. Lo ha > ro politico. Nella Cattedrale ricordato anche ieri il vescovo stracolma c'erano il mondo di Firenze, il cardinale Silvano " delle istituzioni, i parlamentari, Piovanelli, durante la cerimo il mondo pacifista e ambientania funebre che ha richiamato lista. Tutto quel mondo .fuori. ;? in Duomo cinquemila persone della Chiesa con cui Balducci provenienti da tutta Italia. „ aveva operato per tracciare la .Questo — ha detto Piovanelli — strada della pace, della giustinon é il luogo delle comme t zia e del riavvicinamento tra morazioni, né dei giudizi. In al Nord ricco e Sud povero e op tri luoghi e in altri momenti sa : preciso del pianeta. Due monrà pur necessario approfondi di, quello della Chiesa e della re e discernere per poter assu società civile, che si sono stretti mere il messaggio che con la in lacrime intorno a Balducci. vita, la predicazione, gli scritti " Un applauso lunghissimo ha , egli ha lasciato. E non man accompagnato la bara fuori ,.
cheranno le distinzioni e i dis della Cattedrale, L'ultimo salusensi. Allora. Ma ora la pre to prima che la sua salma par
ghiera ci trova uniti..... E poco tisse alla volta di Santa Fora, il prima Piovanelli aveva ricorda ' comune dell'Amiata nel quale to che le esequie di Balducci si d'ultimo profeta., come lo k. svolgono in Cattedr[...]

[...] dove oggi sarà tumulata nel
topi, che bene operano in Ft piccolocimitero..
DALLA NOSTRA REDAZIONE
ronzo nel campo della scuola e della cultura da tanti anni e che sottolineano la notorietà del religioso a livello cittadino e nazionale e la sua personale coerenza, anche se é stata vis sula talvolta sul fronte del co
siddetto "dissenso cattolico" e ; in qualche caso pud sembrare espressa ai confini dell'ortodossia.. Perché é vero: dentro la Chiesa qualcuno ha vissuto la presenza di Balducci principalmente come una .voce del



da Giuseppe di Vittorio, Premesse della unità del movimento sindacale in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 3 - agosto

Brano: [...]di parte popolare e democratica, quindi, si poneva questo dilemma: o rimanere ostili al movimento operaio e confinarsi nella stessa trineea coi ceti padronali e aristocratici retrivi e reazionari, accampati come nemici del popolo e del progresso, oppure dar vita a un proprio movimento sindacale che conciliasse la difesa delle giuste rivendicazioni dei lavoratori con le proprie convinzioni religiose. Naturalmente, lo stesso dilemma si poneva alla Chiesa cattolica come tale e su un piano molto più generale.
Per l'a Chiesa cattolica un'opposizione esclusivamente negativa al movimento operaio e socialista racchiudeva il rischio di diventare e di apparire alla coscienza di milioni di lavoratori, come la chiesa dei ricchi e come strumento della lotta di questi contro i poveri. Il che avrebbe determinato un crollo della sua influenza sulle grandi masse popolari. Anche la Chiesa come tale, dunque, aveva interesse a dar vita a un proprio movimento sociale e sindacale. Fu in queste particolari condizioni storiche che sorse il movimento sindacale cattolico, mentre appare ovvio che, se il movimento sindacale preesistente non avesse avuto la spiccata impronta anticlericale di cui abbiamo parlato, tanto la Chiesa quanto i singoli cattolici militanti di parte popolare e democratica, avrebbero avuto più grande interesse — dal punto di vista della difesa della religione — di far parte di quel movimento, anziché formarne uno proprio, secessionista, che limitava la loro sfera d'azione e soprattutto d'influenza. E questo, cioè, il mantenere un movimento sindacale unito, — era ed è tuttora il più grande interesse di tutti i lavoratori.
Ma il sorgere del movimento sindacale cattolico suseitò le più cupide speranze nei circoli padronali e reazionari d'ogni risma — clericali e anticlericali — i quali seorgeva[...]

[...] sin
dacale italiano, e quindi resero inevitabile
la naseita d'un sindacalismo particolare cattolico, — sono stati completamente superati. La divisione sindacale, nell'attuale situazione dell'Italia, non avrebbe nessun motivo valido, nessuna base obiettiva. Essa non potrebbe essere desiderata e provocata che dai padroni più esosi e reazionari, i quali vedono nella divisione dei lavoràtori la principale possibilità di batterli tutti.
La stessa Chiesa cattolica, per le sue finalità religiose, non avrebbe' nessuna convenienza a sollecitare la rinascita d'un movimento sindacale particolarista cattolico (anche sotto forma di Associazioni professionali) perchè non avrebbe nessun interesse a spingere altre correnti a fare lo stesso, a provocare quindi una scissione sindacale di fatto ed a riaccendere per questa via i focolai spenti dell'anticlericalismo tradizionale.
Intanto, quale ampiezza assunse il vecchio movimento sindacale cattolico? Quali vicende caratterizzarono il suo sviluppo?
Certuni dei militanti sindacali cattolici fanno risalire[...]

[...]ogna nel 1903, dovette costatare il fallimento del tentativo di formare dei Sindacati misti di padroni e lavoratori, e decidere la costituzione di Sindacati di tipo classista, composti, cioè, esclusivamente di lavoratori (1). E' da quell'anno che data la ,ereazione dei primi Sindaeati operai cattolici.
Questo movimento, per quanto sostenuto attivamente dai parroei, si sviluppò assai stentatamente, nonostante che nel campo puramente religioso la Chiesa cattolica non avesse nessun rivale in Italia. Infatti, solamente nel 1911 fu costituito un primo organismo nazionale cattolico di carattere sindacale, denominato « Unione economicosociale dei Cattolici a, che dichiarava di contare 104.164 aderenti, in grande parte contadini.
L'eccessiva lentezza con cui si sviluppava in quegli anni il movimento sindaeale cattolico, non era dovuta soltanto alla grande popolarità che si erano già conquistata i preesistenti Sindacati rossi, con le clamorose vittorie ch'essi avevano riportate, riuscendo a strappare ai padroni e allo Stato dei miglioramenti econo[...]



da (Mito e civiltà moderna) Vittorio Lanternari, Frammenti religiosi e profezie di libertà fra i popoli coloniali in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37

Brano: [...]igiosi desunti dalla Bibbia. Ma il culto dei
(8) Andersson, 4960.
(9) Andersson. 62.
FERMENTI RELIGIOSI E PROFEZIE DI LIBERTÀ FRA I POPOLI COLONIALI 61
morti restava come elemento tradizionale nel nuovo culto kimbangista. La sua azione, sincretistica nel contenuto, ma chiaramente polemica verso i colonizzatori e volta all'emancipazione religiosa dei Negri, favoriva un'atmosfera sempre più ostile ai bianchi, vagheggiava la fondazione di una « chiesa nativa » (10). Ormai perseguito dall'autorità amministrativa, Kimbangu veniva arrestato, fuggiva, ma poco dopo si sottometteva volontariamente all'arresto, anche in ciò esprimendo il suo atteggiamento di « imitatore di Cristo ». Moriva più tardi in carcere a Elisabethville nel 1950 (11).
Al di là della intransigente polemica antibianchi, il Kimbangismo rappresenta un momento notevolmente avanzato, e nello stesso tempo dimostra quale sia il preciso, inderogabile limite nel processo di rinnovamento della cultura religiosa aborigena al contatto con la cultura cristiana. In effetti nel Kimbangis[...]

[...]perché se da un lato é il prodotto di reazione polemica alla politica di forzata assimilazione religiosa connaturata alla propaganda missionaria, dall'altro lato rappresenta il veicolo all'accettazione di notevoli elementi cristiani da parte nativa. Senonché anche tale accettazione é condizionata ad una decisa esigenza di autonomia ed emancipazione religiosa. Non per nulla il Kimbangismo, già nella sua forma originaria, enuncia il bisogno di una chiesa « nativa ». Il principio verrà ben presto attuato dai successori del fondatore, ma già il Clan nazionale Negro è una sorta di chiesa nativa (13). Il principio della « chiesa nativa » denuncia un fenomeno particolarmente importante: che se il contrasto con la cultura orientale é valso a porre i Nativi di fronte alla necessità di un profondo rinnovamento culturale, la « via » di tale rinnovamento vuole e deve essere scelta dagli stessi Nativi, fuori e contro ogni imposizione dei bianchi.
La deportazione di Simon Kimbangu non valse a spegnere il movimento religioso da lui fondato. Gli indigeni continuavano a seguirne
i riti in modo clandestino nelle foreste, mentre nuovi profeti mantenevano viva la fiamma del Kimbangismo o Gunzismo (14), il quale attraverso altern[...]

[...]no André Matslía é dei più caratteristici. L'azione ch'egli svolse su piano prevalentemente organizzativopolitico ebbe immediati, decisivi riflessi su piano religioso. André Matsúa e Simon Kimbangu a tuttoggi fra i Congolesi delle colonie francese e belga sono assunti alla qualifica di « Re del Congo », simboli di unità e di un'epoca di libertà ansiosamente attesa. La loro spirituale presenza ispira quella nuova organizzazione religiosa che é la chiesa nativa «indigenista» del Congo, nettamente autonomista, polemica verso i missionari oltreché verso le autorità civili, politiche, amministrative, fondata sulla diretta esperienza religiosa nativa, eppure aperta ad alcune forme cristiane (17). Per Matsúa forse ancor più che per Kimbangu vale quanto il Balandier fa giustamente osservare, che il Cristianesimo stesso, con il modello di un Messia sacrificato all'ottusa intransigenza del pubblico potere non meno che all'infamia dei nemici, con l'esempio del Martire trionfante per la fede e per la redenzione dei fedeli, il Cristianesimo stesso ha po[...]

[...]é implicitamente tenuto corresponsabile della politica colonialista gavernativa. Perciò esso nell'opinione nativa si configura come « la religione degli Europei, [la quale] vale a conservare le ricchezze fra le mani di questi, e a nascondere un segreto che nessuno vuol rivelare agli indigeni » (23).
Onde ancor meglio mostrare su quale linea continui a elaborarsi a tuttoggi il sincretismo negrocristiano, descriveremo sommariamente l'altare della chiesa negra di culto gunzistaamicalista. Entro una cappella di paglia tritata e fango, ad imitazione delle cappelle missionarie,
(19) Balandier 1957, 232.
(20) Quanto al concetto di « nativismo », il Linton (1943, 230) così si esprime: « Movimento nativista é ogni consapevole e organizzato tentativo da parte dei. componenti di una data società di revivificare o perpetuare alcuni prescelti aspetti della propria cultura ». Noi correggiamo detto concetto, in quanto che il « nativismo » non va visto unilateralmente in questo aspetto restaurativo e conservativo, ma nel suo congiunto aspetto prospettic[...]

[...], la fatidica V di Winston Churchill e degli alleati, riplasmata in funzione antibianchi come simbolico annuncio della fine della dominazione colonialista (24).
Come in effetti il GunzismoAmicalismo sia una religione di rivolta e di guerra lo dice con identica coerenza una serie di profezie, fra le quali una suona cosí: « La guerra é prossima — essa dice —... Siamo venuti ad annunciare la buona novella di Dio al mondo. Chi fa parte della nostra chiesa non dovrà rivolger parola a chi é legato al governo o alle missioni, o a coloro dei Negri che ancora affondano nelle tenebre. Il tempo del rosso sangue é venuto... Coloro che risusciteranno entreranno nella gloria del regno trionfante... ». Ed ancora, con linguaggio allegorico e biblico: « I Bianchi ignorano che troveranno morte e perdizione nel paese altrui. Il bufalo e l'elefante sono possenti..., essi sono come Golia..., ma non sanno costruire la via del ritorno. Imminente é la morte del bufalo e dell'elefante. La liberazione sarà definitiva » (25).
Nel 1939 il GunzismoAmicalismo faceva u[...]

[...]liberazione sarà definitiva » (25).
Nel 1939 il GunzismoAmicalismo faceva un ulteriore passo in avanti ad opera di Simon Pierre Mpadi, nuovo profeta ed apostolo. Nativo della tribù Kongo (Leopoldville, Congo Belga), Mpadi annunciava già, nella scelta deliberata dei suoi due nomi — Simon e Pierre — un duplice programma: da un lato sviluppare il movimento fondato dal primo Simon (Kimbangu), dall'altro costruire, a imitazione di Pietro, la nuova « chiesa » negra. In effetti Simon Mpadi fondava la « Mission des Noirs », poi nota come movimento Kakista, che stabilisce attorno al « capo degli apostoli » una complessa e organizzata gerarchia ecclesiastica, cui si prescrive l'uso di un'uniforme color kaki (onde il name
(24) Balandier 1957, 2324. Id. 1955, 458.
(25) Balandier, 1957, 2345.
66 VITTORIO LANTERNARI
del movimento), a indicare pur esso lo spirito battagliero della religione kakista, ed in una l'auspicio di vittoria. Il culto tradizionale degli antenati resta al centro anche del nuovo messianesimo Kakista, caratterizzato altresì da ma[...]

[...]n rovesciamento imminente dell'ordine attuale, invincibilità nella rivolta, lotta contra la stregoneria: sono questi i temi comuni non solamente alle varie organizzazioni locali dei Kitawala, ma a tutti i profetismi africani, specialmente diffusi tra genti di lingua Bantu. Così in particolare tra i profetismi del SudAfrica.
Il SudAfrica fu, ancor prima dell'Africa equatoriale, uno dei maggiori epicentri del messianesimo Negro. Nel 1892 sorse la chiesa Etiopista, il più antico modello delle chiese cosiddette «separatiste» (o « indigeniste ») — fra cui le stesse formazioni Kitawala —, fondata dal profeta Mokone. La chiesa « etiopista » (dal name « Etiopia » che secondo il linguaggio biblico (Acta Ap. 8. 27; Psalm. 68. 32) designa l'Africa) persegue un programma di reazione autonomista verso le chiese missionarie, facendo della Bibbia l'unica fonte attendibile di autorità religiosa, evitando polemicamente la terminologia « importata » dai bianchi (così « etiopista » sostituisce « africanista »). Suo dogma essenziale é « l'Africa agli Africani ». Conformemente ai particolarismi
(35) Andersson, 250 sgg.
(36) Comhaire 1955, 589.
(37) Dalandier 1955, 420.
72 VITTORIO LANTERNARI
tribali e ai personalismi dei su[...]

[...]er 1955.
(40) Sundkler 1948; Eberhardt 1957; Tracey 1955. Quanto alle crisi di possessione collettiva, esse caratterizzano anche il Kakismo (vedi) e numerosissime altre formazioni profetiche popolari d'ogni continente.
(4I) Le chiese separatiste negre sono ampiamente diffuse nei vari territori africani (Dougall 1956; Balandier 1953, 419; Bissainthe 1957). Nel Nyassa risalgono ad oltre un cinquantennio (Shepperson 1954); nella Sierra Leone la « Chiesa del Signore » risale al 1930, e si è diffusa anche in Liberia e Costa d'Oro (Banton 1956); in Liberia e Costa d'Avorio è tuttora d'attualità il movimento del profeta Wade Harris che risale al 1910 (Schlosser 1949, 24166; Holas 1954; Balandier 1955, 418); nell'Angola il movimento Kiyoka risale al 1872 (Balandier 1955, 418). Tra i Fang del Gabon il movimento Bwiti si è sviluppato dal 1920 (Balandier 1955, 219 sgg.; Balandier 1958). Tra gli Yoruba della Nigeria è viva la setta dei « Cherubim e Seraphim » (Cherubim and Seraphim, 1957). Tra i Kikuyu del Kenya intensi movimenti profetici precedette[...]

[...]centemente si va facendo strada un'interpretazione clamorosamente contrastante e acquiescente, nella quale secondo i principii di un trasformismo religioso già sperimentato del resto anche verso il folklore « pagano » delle nostre plebi rustiche (46), le chiese native rappresenterebbero non più il documento di una fallimentare azione missionaria, bensì all'opposto il positivo effetto della predicazione cristiana: la prova dell'universalità della Chiesa, pur nella varietà, della sua unità nel molteplice (47). Mentre il mutamento delle posizioni ecclesiastiche ben si giustifica in base all'implicito, sempre più necessario riconoscimento di un nucleo irriducibile insito nelle formazioni religiose native, conviene uscire dalle valutazioni unilaterali e « di parte », per riportarsi ad un processo dialetticostorico vista nella sua complessa multivalenza.
In realtà le chiese indigeniste africane sono da intendersi nel loro ambivalente significato, in rapporto alla dialettica dei rapporti fra cultura indigena e bianca. Bisogna partire dall'esperie[...]

[...] nella sempre più diffusa ideologia Panafricana.
La dinamica culturale e religiosa delle genti africane procede dunque da un'opposizione polemica volta contro la cultura egemonica. Da tale opposizione si creano i presupposti per una graduale trasformazione della tradizione indigena. Ma il processo di trasformazione, scelta, in
(45) Dougall 1956; Andersson 1958, 2648; Parsons 1953; Ross 1955.
(46) Cfr. il mio saggio La politica culturale della Chiesa nelle campagne: la festa di S. Giovanni, Società 1955, 1.
(47) Bissainthe 1957, 1345. Vedi anche i vari contributi in: Des Prêtres Noirs s'interrogent, Paris 1957.
FERMENTI RELIGIOSI E PROFEZIE DI LIBERTÀ FRA I POPOLI COLONIALI 75
cremento è determinato dalle forze interne della tradizione, in opposizione alle varie coercizioni esterne: in risposta e a superamento della grande crisi storica determinata dall'urto.
Si è visto che le più numerose formazioni nativiste africane congiungono alla tendenza xenofoba ostile ai bianchi, la difesa dalla stregoneria o magia nera. Non si creda che le d[...]

[...] locale, il Peiotismo reinterpreta il Cristianesimo secondo le esigenze autonomiste indigene. Il processo reinterpretativo é equivalente a quello già visto per i movimenti nativisti africani. « Gesù respinto e ucciso dai bianchi — dice Hensley — si volse a proteggere gli Indiani, vittime anch'esse dei bianchi. Perciò il Peiote é parte del corpo di Cristo (49).
Il Peiotismo, con il suo emancipazionismo pacifico, col suo sincretismo, con la sua « chiesa » e il suo Panindianismo, é la risposta culturale alla crisi generata dalla vita nelle riserve. Con esso, e con altri vari movimenti profetici collaterali, fondati sul sincretismo paganocristiano e sulla simbiosi pacifica tra Indiani e bianchi — come la Danza del Sogno dei Menomini, il Grande Messaggio del profeta Handsome Lake fra gli Irochesi, il movimento Shakerista dei gruppi del NordOvest, ecc. — si attua un aggiustamento dei rapporti religiosi e culturali fra Indiani e bianchi, in cui tuttavia il Cristianesimo subisce altrettante tra sformazioni e reinterpretazioni che ne adattano il co[...]

[...]naan, Geova il Dio dei Maori. Egli stesso si presentava come novello Mosè, e annunciava l'imminente espulsione dei Pakeha o Inglesi. Sarebbe stata quella la fine e il rinnovamento del mondo. Sarebbero risorti i morti per dare inizio a un'epoca nuova per i Maori. Sterminata la setta Hauhau dalla supremazia militare britannica, repressa la rivolta, più tardi si sviluppava un nuovo culto profetico, la religione Ringatu, tuttora vigente con la sua « chiesa » sincretista e nativista, atta a realizzare un riequilibrio
(55) Metraux 1957, 112.
(56) Lanternari 1956; Worsley 1957. Vedi bibliografia più ampia in appendice.
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religioso di fronte al Cristianesimo, tuttavia perseverando nei valori tradizionali e nativi (57). In Polinesia dunque, come in Africa, America settentrionale nonché in Melanesia (58), la fase apostolica dei movimenti profetici sbocca in una successiva fase organizzativa e di n assestamento religioso, in vista di una spontanea esigenza di emancipazione e nel segno di un non mai sopito nativismo creativo, i[...]

[...]degli Orokaiva nella N. Guinea Britannica (66).
Infine, anche nell'ambito delle formazioni profetiche sorte da urto interculturale di società indigene coi bianchi, spesso — come s'è vista —a una fase di azione immediata e di lotta irredentista (Ghost Dance degli Indiani delle praterie, Hauhau dei Maori) seguono fasi volte all'elaborazione di religioni salvifiche di tipo contemplativo (Peiotismo), ed organizzativoecclesiastico (Peiotismo stesso, chiesa Ringatu dei Maori, chiese native africane).
In conclusione non sono i fenomeni d'urto interculturale coi bian
(63) Bastide 1956.
(64) Metraux 1948, 978; Id. 1927; Pereira de Queiroz 1958, 330, 11120.
(65) Kamma, s. d.
(66) Lanternari 1956, 3342; Williams 1928, 12 sgg.; ChinneryHaddon 1917.
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chi le uniche ed esclusive radici dei movimenti profetici indigeni: bensì quelli sono i fattori di gran lunga preponderanti, in rapporto con le sconcertanti conseguenze sociali, culturali, religiose che l'urto uniformemente induce nei gruppi inferiori.
Anche nelle società « pr[...]

[...]amente fra questi e quello rappresentano un documento quanto mai illuminante, quasi uno « specchio » rivelatore del valore contraddittorio insito nella civiltà religiosa a moderna ». Infatti il conflitto tra chiese missionarie e nazioni moderne da un canto, civiltà « primitive » dall'altro vale ad illuminare i limiti non soltanto delle civiltà « primitive », bensì non meno della civiltà cosiddetta « moderna », con le sue peculiari istituzioni di chiesa e stato.
In effetti le formazioni profetiche ricorrenti entro il mondo occidentale moderno, pur nelle loro infinite varianti, hanno una radice comune nello squilibrio fra prepotenti forze istituzionali quali Chiesa, Stato ecc., e le esigenze religiose spontanee ed incorrisposte della società.
I profetismi sorti da conflitti interculturali hanno orientamenti tendenzialmente diversi da quelli di carattere endogeno. I primi tendono a porre la via della salvezza, specie nella prima fase in cui l'urto è più sconvolgente, nell'azione immediata, nella lotta, nella polemica diretta e decisa contro le istituzioni straniere che ostilmente imperversano. Così é delle società « primitive » che si volgono contro gli europei invasori. Così é del Mosaismo, in lotta contro gli Egizi ed i Cananei. Così infine dei profet[...]

[...]a sede segregata dalla società ufficiale, esclusiva per i fedeli. Più volte la dimora paradisiaca si attua mercé la fondazione di una « città santa », che per influsso biblico può denominarsi « nuova Gerusalemme ». Quest'ultimo è il caso dei recenti movimenti messianici (sec. XIX) di Ca
FERMENTI RELIGIOSI E PROFEZIE DI LIBERTA FRA I POPOLI COLONIALI
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nudos, Joazeiro e Contestado in Brasile (67). Lazzaretti sul Monte Labro erigeva invece una chiesa: identica era la sua funzione (68).
Dalla nuova sede « santa » in tal modo fondata a volte si scatena la K guerra santa » contro le potenze ostili, ormai resesi in qualche modo esterne in virtù dell'isolamento o allontanamento del gruppo fedele al suo profeta. È il caso dei culti profetici brasiliani testé menzionati, e del movimento Lazzarettista.
In conclusione, a qualunque livello culturale, i movimenti profetici d'origine endogena sono portati dalla loro, stessa natura a realizzare una radicale evasione dalla società e dal mondo, a fondare su un piano di extrastoricità, in contrapposizi[...]

[...]e varie formazioni profetiche sono congiunte da un indissolubile nesso. Esse rivelano le condizioni di crisi in cui versano da un canto le civiltà coloniali, dall'altro la civiltà moderna occidentale. Quanto ai rapporti fra cultura ufficiale moderna e culture cosiddette primitive, le religioni profetiche rivelano un preciso limite inerente alla prima di esse, dato dall'esclusivismo dogmatico ed autocentrico dei suoi organismi istituzionali quali chiesa e stato, verso manifestazioni tendenti, come i culti profetici di liberazione e di emancipazione, a rinnovare, trasformare, rompere l'ordine religioso, sociale, culturale e politico ufficialmente costituito.
Dal canto loro i culti profetici nativisti dei popoli a livello etnologico, che si tratti di culti di liberazione propriamente detti, volti decisa
(67) Pereira de Quieroz 1958, 1116; Id. 1957 (movimenti del »rasile del sec. XIX); U'dea 1957 (Mormoni); Metraux 1927 (movimenti migratori messianici dei Tupi brasiliani).
(68) Seguy 1958, 745.
88 VITTORIO LANTERNARI
mente alla lotta, ovve[...]

[...]e, Arch. de Sociol. des Rel., 5.1958, pp. 103107.
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II
FERMENTI RELIGIOSI E PROFEZIE DI LIBERTA FRA I POPOLI COLONIALI 89
SEGUY J., David Lazzaretti et la secte des Giurisdavidici, Archives de Sociol. des Religions,
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SrxouP H. H., The Jehova[...]

[...]s in African and AfroAmerican urban Societies, Anthropo
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da Carlo Salinari, Marxismo e critica letteraria in un libro di Lukàcs in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1953 - numero 11 - novembre

Brano: [...]ma esattamente il programma dei clericali nel campo della scuola, non ha che da leggere il commento dedicato dal gesuita Trossarelli, su Civiltà Cattolica (1), alle recenti riforme scolastiche adottate in Belgio o nella Spagna. Il Trossarelli, che addita queste riforme ad esempio e ad incitamento per clericali nostrani, dice in chiare lettere che la funzione dello Stato nell'istruzione dei cittadini a6 secondaria rispetto a quella primaria della Chiesa e della famiglia e deve volgersi soprattutto a incoraggiare e aiutare tutte le iniziative scolastiche e educative che godono la fiducia di tali enti,»; cosa si debba intendere per « incoraggiare ~e aiutare », lo spiega poi, quando afferma che è necessario « distribuire, proporzionalmente alla loro entità ed efficacia nazionale, le disponibilità economiche attinte dall'erario comune D. Come nel Belgio, dove lo Stato pagherà alle scuole confessionali, per l'anno 1954, 8500 franchi per alunno, pari a circa 110.000 lire italiane; come in Spagna, dove le scuole confessionali, che pure già godevano[...]

[...] pagherà alle scuole confessionali, per l'anno 1954, 8500 franchi per alunno, pari a circa 110.000 lire italiane; come in Spagna, dove le scuole confessionali, che pure già godevano condizioni di grande privilegio (2), potranno ancora estendere la loro influenza, grazie alla nuova legge che non solo riconosce la loro « funzione sociale », ma impegna lo Stato a fornire loro « un conveniente aiuto economico, e sgravio fiscale D. Si aggiunga che la Chiesa potrà sorvegliare e ispezionare tutte le scuole spagnole, anche quelle statali e private, « per tutto ciò che concerne l'insegnamento della religione, l'autonomia delle dottrine e la moralità dei costumi »; la definizione è abbastanza lata perchè si comprenda come la Chiesa controllerà praticamente, nell'indirizzo generale e nella vita quotidiana, la scuola pubblica.
Sembrerebbe impossibile, ma per i clericali non basta neanche quanto hanno ottenuto in Spagna. Ci informa infatti Ecclesia, organo centrale dall'Azione cattolica spagnola, che « l'autorità ecclesiastica, se non oppose difficoltà al disegno di legge, non gli diede però una formale approvazione, non avendolo trovato di suo pieno gradimento s! Non basta dunque la libertà delle scuole confessionali, non basta il finanziamento dello Stato a queste scuole e il controllo della Chiesa sulla scuola pubblica[...]

[...]ma per i clericali non basta neanche quanto hanno ottenuto in Spagna. Ci informa infatti Ecclesia, organo centrale dall'Azione cattolica spagnola, che « l'autorità ecclesiastica, se non oppose difficoltà al disegno di legge, non gli diede però una formale approvazione, non avendolo trovato di suo pieno gradimento s! Non basta dunque la libertà delle scuole confessionali, non basta il finanziamento dello Stato a queste scuole e il controllo della Chiesa sulla scuola pubblica? Ma più di questo, non vi è che il ritorno al monopolio assoluto della Chiesa sull'istruzione, la totale rinuncia dello Stato ad altra funzione che non sia quella di pompar denari dalla tasca dei contribuenti per versarli agli istituti scolastici confessionali!
Non saremo noi a meravigliarci di tali pretese. La fallimentare esperienza della politica scolastica clericale in Italia, dimostra chiaramente che nell'animo dei clericali non possono albergare altri propositi che questi.
Il fallimento della politica scolastica clericale
Non vi è campo della scuola italiana ove i clericali siano stati capaci di dare effettiva soluzione a qualcuno dei più gravi problemi attual[...]



da Cesare Musatti, Varietà e documenti. Freud e l'ebraismo in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]asferí prima a Lipsia (Sigmund aveva allora tre anni) e quindi a Vienna, i due fratelli maggiori emigrarono in Inghilterra, dove si stabilirono, e la grossa famiglia si scompose.
Freud ebbe la prima istruzione dalla madre, come si usava nelle famiglie israelite, poi dal padre che era un uomo non privo di cultura. Quando erano ancora a Freiberg, Sigmund si era molto affezionato ad una donna di servizio Nannie, che lo portava a spasso ed anche in chiesa, parlandogli, con linguaggio cattolico, di Dio e dei santi. Questa Nannie però, accusata di furto, fini in prigione, creando gravi problemi psicologici al piccolo Sigmund.
Il padre di Sigmund era un ebreo osservante, con una certa conoscenza della lingua tradizionale. Tuttavia Sigmund a Vienna fu anche inviato in una scuola privata israelitica, tenuta da un amico di famiglia, Hammerschlag, a cui Freud rimase sempre legato, e da cui fu in seguito pure aiutato anche economicamente per la prosecuzione dei propri studi. Presso Hammerschlag studiò l'ebraico (senza tuttavia apprenderlo bene) e si [...]

[...]piú tardi per il libro sull'uomo Mosè: benché coloro che questa volta potevano risentirsi delle tesi sostenute da Freud, fossero proprio gli stessi' ebrei, che si vedevano privati della ebraicità del loro piú grande profeta. Ma al tempo del libro su Mosè e il monoteismo, i nazisti stavano per invadere l'Austria. E Freud paventava sí da un lato di offendere, o addolorare gli ebrei già provati dalle persecuzioni iniziate, ma altresf di irritare la Chiesa cattolica (pur essa in definitiva interessata all'autenticità della figura di Mosè, su cui poggia tutto l'Antico Testamento). Di irritare quella Chiesa cattolica, da cui Freud allora continuava ad illudersi che potesse venire qualche aiuto, per impedire che la Germania nazista ed atea inghiottisse la cattolicissima Austria.
Certo Freud, fin dalla piú tenera età ebbe da temere l'antisemitismo: che in forma, ora latente, ora aperta, persisteva da tempo immemorabile specialmente nell'Europa centrale. Ma non cessò mai — benché non credente in alcuna religione — di proclamare non solo la propria discendenza ebraica, ma la propria piena appartenenza al popolo di Israele.

692 VARIETÀ E DOCUMENTI
Nella già citata lettera del 26 febbrai[...]

[...]vi, non era mai riuscito ad arrivare. Si è detto cioè che Roma, il centro del cattolicesimo, gli incuteva un particolare rispetto, supponendo perfino che nel corso della sua vita avesse talora pensato di farsi cattolico. Queste sono fantasie senza fondamento alcuno, sostenute questa volta non da un ebreo come Bakan, ma da pii cattolici, convinti che tutti, nel fondo del loro cuore, dovrebbero aspirare ad essere accolti nel seno della santa madre Chiesa cattolica.
La fobia di Freud per arrivare a Roma, malgrado l'intenso desiderio che ne aveva, fobia durata diversi anni, e che si inquadrava in una piú ampia fobia per i viaggi in genere, ha tutt'altra origine. Quando si leggono i sogni effettuati da Freud (prima di riuscire ad arrivare a Roma) sulla stessa città di Roma, e si tenga conto che il viaggio a Roma finalmente compiuto nel 1901 coincise con la fine dell'autoanalisi (almeno di quella condotta sistematicamente), e con il distacco da Fliess, è facile comprendere come Roma abbia rappresentato l'alma Mater, il simbolo della madre stessa[...]

[...]nendo in tal modo alla propria piena autonomia e indipendenza scientifica.
Tracce per convalidare questa interpretazione si ritrovano in un tardo scritto di Freud: una lettera dedicata a Romain Rolland del 1936.
Non Roma soltanto lo turbava, ma anche Atene con la sua Acropoli: ancora una madre per un uomo imbevuto di cultura classica, quale egli era. Qui ovviamente non poteva trattarsi di una assurda tentazione di gettarsi fra le braccia della Chiesa cattolica romana. Freud raccontò a Romain Rolland (e il nome richiama ancora una volta Roma) di aver subito un fenomeno di derealizzazione, e di acuta angoscia, mentre per la prima volta nel 1924 visitava col fratello Alexander l'Acropoli di Atene.
Ancora il senso di sgomento per aver raggiunto la madre: l'essere piú amato e insieme piú inattingibile. Nella lettera a Romain Rolland c'è pure un accenno a questo pensiero: « Che cosa avrebbe detto il vecchio padre Jakob se avesse saputo che i suoi figli erano giunti sull'Acropoli di Atene! ».
Ancora il complesso edipico dunque: Atene e Roma un[...]



da Sebastiano Timpanaro, Il Marchesi di Antonio La Penna in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...] hanno accompagnato l'uomo fin dall'inizio e sempre lo accompagneranno.
Questa visione dell'uomo suscita in Marchesi, ancora una volta, spinte e inquietudini opposte. Da un lato, un incessante « bisogno di Dio » assillò Marchesi per tutta la vita, gli fece ricercare l'amicizia di religiosi, lo spinse piú volte a cercare pace e solitudine in monasteri, pur non facendolo mai deflettere dall'ostilità piú fiera per il cattolicesimo politico, per la Chiesa ufficiale alleata degli oppressori e degli sfruttatori. Di ciò hanno scritto ampiamente, con sostanziale veridicità, due studiosi cattolici, Pietro Ferrarino (Religiosità di Marchesi, ora in appendice a SM, III, p. 1331 ss.) ed Ezio Franceschini (C. Marchesi, Padova, Antenore, 1978, pp. 121 ss., 129 ss.). Ma il Ferrarino, piú sobrio e obiettivo pur nella sua chiara professione di cattolicesimo, si è fermato a tempo, non ha voluto dimostrare l'indimostrabile sugli ultimi istanti di vita di Marchesi; il Franceschini, non per quel meschino spirito di speculazione che ha indotto tanti clericali a[...]

[...]esi non considera, pare, come un progresso il passaggio del suo autore dall'immanentismo stoico, privo di fede nell'immortalità individuale, alla fede platonica: insiste piuttosto sul convincimento, co m u n e alle due concezioni, della morte come liberatrice dai dolori e dalle ansie della vita. Un pensiero analogo aveva già espresso nel saggio del 1910 sul Dubbio sull'anima immortale in due luoghi di
e pubblica rendono inamabile il volto della Chiesa impedendo alle rette coscienze di aderire ad una Verità che essi disonorano, questo libro è con infinita amarezza dedicato ». — Sulla presunta conversione di Marchesi o, piú in generale, sulla sua religiosità cfr. anche, qui in « Belfagor », gli scritti di LUIGI Russo (xII, 1957, pp. 207209: il Russo metteva bene in luce il fondo pessimistico e precristiano, da « fato greco », della religiosità siciliana di Marchesi), di M. VALGIMIGLI (ivi, p. 722 s.) e di A. CAsSARÀ (xIII, 1958, pp. 220222). Nel postumo Diario di una donna di SIBILLA ALERAMO, cosí irrimediabilmente e pietosamente egocentrico[...]

[...]appunto pubblicato da Franceschini (op. cit., p. 16 s.); e a Donadoni va affiancato Attilio Momigliano (vedi i passi citati da Franceschini, reperibili mediante l'indice dei nomi), anche lui un fine critico psicologista, sostanzialmente ben poco toccato dal crocianesimo. Tra i cattolici il piú vicino a lui fu Ezio Franceschini; ma, come risulta dal libro stesso di Franceschini, ebbe vivi rapporti di affetto con Primo Mazzolari (un prete a cui la Chiesa rese difficile la vita), e, ormai al di fuori dell'area cattolica ma sempre entro il cristianesimo, con l'eretico Ernesto Buonaiuti (oltre la testimonianza coraggiosa di Franceschini, vedi anche, per i rapporti intellettuali fra i due a proposito della versione del1'Apologeticum di Tertulliano, l'introduzione di E. Paratore a Minucio Felice, Ottavio, Bari, Laterza, 1971, e a Tertulliano, Apologetico, trad. di E. Buonaiuti, ivi, 1972; ed E. Buonaiuti, La vita allo sbaraglio, a cura di Ambrogio Donini, Firenze 1980, p. 469 e n. 5). Tra gli idealisti il suo amico piú intimo fu Valgimigli (vedi o[...]



da (Mito e civiltà moderna) Ernesto De Martino, Mito, scienze religiose e civiltà moderna in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37

Brano: [...]ve. Si faceva in tal modo valere, anche per questa via, un tentativo di salvare il Cristianesimo, cui corrispondeva nella vita religiosa effettiva un rinnovato bisogno di salvarsi nel Cristianesimo dal terrore della storia profana. E il gesuita Daniélou poteva nel suo già citato «Saggio sul mistero della storia », inserirsi nel discorso iniziato da Cullmann, Rust, Lowith, Mircea Eliade, a dargli un senso accettabile dal Cattolicesimo e dalla sua Chiesa.

(58) Daniélou, Essai sur le mystère de Vhistoire, p. 132.34

ERNESTO DE MARTINO

Il terzo tema ricorrente nel movimento di rivalutazione esistenziale della religione accenna in una direzione diversa. Esperienza del sacro, miti e riti si manifestano sul piano della coscienza, e l’analisi può fermarsi alla descrizione di ciò che appare alla coscienza del credente, p. es. l’incontro col numinoso, l’essere afferrati dal radicalmente altro che respinge e che attrae, il riassorbimento del qui e dell’ora nella ripetizione rituale di un evento metastorico inagurale, l’indissolubile nesso tra[...]

[...]n Yinger, professore di socio* logia e di antropologia all’Oberlin College:

L’aumento degli appartamenti alle Chiese, il fatto,che molti 'libri religiosi sono diventati bestseller, i numerosi articoli religiosi in periodici di massa, la popolarità di films a soggetto religioso, la riaffermazione frequente

— da parte dei nostri leaders politici — della nostra eredità religiosa, l’aumento fra gli studenti di atteggiamenti favorevoli verso la Chiesa e la esistenza di Dio (Public Opinion New Service, 20 marzo 1955), ed altri fatti del genere provano la forza del movimento di « ritorno alla religione »... L!American Institute of Public Opinion riferisce che il 97% degli Americani si identificano con uno dei maggiori gruppi religiosi, e l’80% degli Americani adulti dicono di credere nella Bibbia e nella parola rivelata di Dio. Può es
(62) Del Bultmann è da vedere la conferenza programma Neues Testament und Mythologie (apparsa dapprima in « Beitràge zue Evangelischen Theologie », 1941, e poi in « Kerygma und Mythos I», Amburgo 1951). Il let[...]

[...]alla riflessione e allo sbigottimento. Tuttavia, malgrado ciò, occorre avare cautela nelTinterpretare la situazione presente come caratterizzata dal « ritorno alla religione ». La Bibbia può essere proclamata parola rivelata da Dio, ma il 53% di coloro che così proclamano non saprebbe indicare neanche il primo dei quattro libri del Nuovo Testamento... Il ritorno alla religione può essere compreso solo notando la simultanea secolarizzazione della Chiesa. Ciò che « torna » è una istituzione che pone poche domande relative alla fede... Vi è una tendenza a ritenere che la religione è un bene perché è utile per altri maggiori valori, rovesciando così il rapporto mezzofine secondo il quale la religione è considerata il valore supremo. Ciò è in rapporto col fatto che i principali valori della società americana si esprimono in termini non religiosi, ma secolari e soprattutto nazionali [cioè come esaltazione del «modo americano di vita »] (63).

Da quanto è stato fin qui detto e ragionato affiora un risultato preciso: il sacro è entrato in agonia [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Chiesa, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---siano <---Storia <---italiana <---italiano <---Diritto <---Ciò <---Stato <---abbiano <---cristiano <---italiani <---socialista <---Pratica <---comunista <---cristiana <---marxista <---Del resto <---Dio <---cristianesimo <---ideologia <---Filosofia <---Francia <---Logica <---comunisti <---cristiani <---fascismo <---fascista <---fascisti <---italiane <---marxismo <---materialismo <---Basta <---Così <---Ecco <---Perché <---cattolicesimo <---comunismo <---cristiane <---ideologico <---imperialismo <---psicologica <---realismo <---socialismo <---socialisti <---umanesimo <---Dialettica <---Già <--- <---Scienze <---Stalin <---Sulla <---conformismo <---dell'Università <---idealismo <---ideologie <---marxisti <---nazista <---razionalismo <---storicismo <---Associazioni <---Bibliografia <---Discipline <---Dogmatica <---Estetica <---Etica <---Fisica <---Freud <---La Chiesa <---Meccanica <---Noi <---Nuova <---PCI <---Partito <---Pio XI <---Più <---Psicoanalisi <---Psicologia <---Sistematica <---Sociologia <---Storiografia <---Teologia <---autonomismo <---capitalismo <---cattolicismo <---conservatorismo <---d'Italia <---dell'Italia <---ideologica <---ideologiche <---individualismo <---lasciano <---leninista <---lista <---materialista <---misticismo <---parallelismo <---provincialismo <---psicologia <---psicologiche <---psicologico <---sociologia <---teologia <---teologici <---A.C. <---ACLI <---Althusser <---Antropologia <---Apuleio <---Azione cattolica <---Belfagor <---Biologia <---Budapest <---Capitale <---Cattolicesimo <---Christianity <---Civiltà Cattolica <---Come <---Concetto Marchesi <---Concilio <---Concilio Vaticano <---Confederazione <---Cosa <---Cronologia <---Dei <---Dinamica <---Diritto canonico <---Editori Riuniti <---Engels <---Eranos Jahrbuch <---Fenomenologia <---Folklore <---Gesù Cristo <---Gramsci <---Ibsen <---Il Capitale <---Inghilterra <---Le Monde <---Lenin <---Leone XIII <---Linguistica <---Marx <---Meglio <---Metafisica <---Mosca <---Nell'Unione <---Nell'Unione Sovietica <---New Haven <---Panno <---Papa <---Pedagogia <---Pio X <---Pio XII <---Poetica <---Psicanalisi <---Retorica <---Risorgimento <---Rivoluzione Francese <---Russia <---Siberia <---Societé <---Sommo Pontefice <---Stilistica <---Storia religiosa <---Studi <---Teoretica <---Testimonianze <---Togliatti <---Torino <---anticlericalismo <---anticristiano <---antropologia <---bergsoniano <---biologia <---biologica <---crociana <---crociano <---dell'Europa <---dell'Unione <---denunciano <---dinamismo <---eclettismo <---empirismo <---epistemologica <---fenomenologia <---fenomenologica <---filologica <---filologico <---filologismo <---freudiana <---freudismo <---gismo <---gnoseologico <---hegeliana <---hegeliano <---ideologici <---laicismo <---lismo <---meccanicismo <---metodologia <---metodologico <---monoteismo <---naturalismo <---nazismo <---nazisti <---nell'Avvertenza <---ontologia <---ontologico <---pessimismo <---prefascista <---psicologici <---psicologismo <---realisti <---relativismo <---riformista <---sindacalismo <---socialiste <---staliniana <---teologiche <---terminologiche <---togliattiano <---totalitarismo <---umanista <---umaniste <---umanisti <---A.C.I. <---A.C.L.I. <---ACI <---Abati <---Abenlandes <---Abulafio <---Academiae Scientiarum <---Acculturation <---Achilpa <---Acque <---Acquista <---Acropoli <---Acta Ethnographica <---Ad Cor <---Adam Josefcyk <---Adolfo Omodeo <---Africa Egli <---African <---African Church <---African Separatist <---African Studies <---Africanas <---Afrique <---Afrique Equatoriale <---Afrique Noire <---Afrique Occidental <---Afro-American <---Agiografia <---Agraria <---Aion <---Aiuto Cristiano <---Akim-Kotoku <---Albert Einstein <---Albert Hensley <---Alchemie <---Alchemìe <---Aldo Leoni <---Alessandro D'Ancona <---Alfa <---Alfonso Rulliani <---Alfredo Oriani <---Aliud <---Altare <---Alto Mantovano <---Amalie Nathanson <---Ambrogio Donini <---Amendola <---American <---American Academy <---American Church <---American Folclore <---American Institute <---Amicale Balali <---Amilcare Pizzi <---Amministrazione <---Amsterdam <---Amsterdam-Leipzig <---Amérique <---Analytische Psychologie <---Ancona <---Andersson <---Andreotti <---André Daspre <---André Malraux <---André Matstia <---Ango <---Angoscia <---Angriff <---Anmerkung <---Anna Karenina di Tolátoi <---Anna Kuliscioff <---Anna Maria Mozzoni <---Annabella Rossi <---Annals Amer <---Annexe <---Anta <---Anthropdogie <---Antonio Gramsci <---Antonio La Penna <---Antonio Labriola <---Antwort <---Aori <---Apapocuva <---Apapocuva-Guarani <---Apologetico <---Appendice <---Appunti <---Archiv XXIII <---Archives de Social <---Archives de Sociol <---Archives de Sociologie <---Archivio <---Archivistica <---Arcivescovi <---Arien <---Armageddon <---Arnobio <---Arrivare <---Artemidoro <---Arts <---Arturo Graf <---Assistenti <---Associazione dei Testimoni di Geova <---Asti <---Astrolabio <---Attenti <---Attilio Momigliano <---Auferre <---August Reifferscheid <---Aujourd <---Aujsàtze <---Aula Magna <---Aut-Aut <---Avendo <---Avertissement <---Azione <---Bachelard <---Bachelard Althusser <---Badia Fiesolana <---Baessler Archiv <---Bakan <---Bakongo <---Balducci <---Balibar <---Ballestrero <---Balzac <---Banca <---Banco Ambrosiano <---Barcelona <---Bartolucci <---Bas Congo <---Bashilele <---Basso Congo <---Basso M <---Basso Mantovano <---Beitrag <---Beitràge <---Beitráge <---Belgio <---Belles Lettres <---Bellum Catilinae di Sallu <---Bergson <---Bernfeld <---Bertacchi <---Bewusstseins <---Beziehung <---Biakkers <---Biaks <---Biaks-Noem <---Bibbia <---Biblioteca Parrocchiale <---Biblioteconomia <---Biebuyck <---Bissainthe <---Biute <---Bollettino Parrocchiale <---Boma <---Bombay <---Boulard <---Boys-Reymond <---Brasilkunde <---Brazzaville <---Brecht <---Breslau <---British <---British N <---Britist Central <---Brèves <---Budapest II <---Buenos Aires <---Bulletin <---Buona Stampa <---Bushiri <---Bussi <---Butterfield <---Butterfield H <---Bwiti <---C.I.F. <---C.I.L. <---CGIL <---CISL <---Caduto nella latta per la Costruzione Socialista <---Caggiano <---Cahiers <---Cahors <---Caillois <---Calabria <---Calcago <---California Anthropol <---Camere del Lavoro <---Camillo Prampolini <---Canaan <---Cananei <---Canon Missae <---Capital <---Capo <---Cappuccino <---Carataco <---Carbondale <---Cardijn <---Cargo <---Cargo Cult <---Cargo Cults <---Cargo Movement <---Carlo Carretto <---Carlo Marx <---Carlo Moro <---Carlo Pascal <---Carlsson <---Carmela Rossi <---Carmelina Naselli <---Carmi <---Carolingi <---Cartas <---Casaroli <---Caserta <---Casse Rurali <---Castiglioni <---Catholicisme <---Cattedrale <---Cattolica Italiana <---Cattolico Italiano <---Cavagna <---Cavicchi <---Cavour <---Cazeneuve <---Cenacolo <---Cenarle <---Centrale Britannica <---Centro Cattolico di Studi Sociali <---Cerano <---Cercle <---Certamente <---Certo Freud <---Certo Marchesi <---Cesare Luporini <---Charles Flory <---Charles Taze 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