Brano: [...]ssion », e il « genere » che ne risulta, a metà strada fra il teatro comico tradizionale e il romanzo, è la precoce versione goldoniana di quel genre sérieux che avrà in Diderot, Mercier e Beaumarchais i suoi maggiori teorici (Joly 1978, pp. 19798 e Petronio 1962). In questo quadro il caso piú considerevole e (tranne che dal Joly) sottovalutato è quello delle tragicommedie « persiane ». La sposa persiana, scritta per reagire alla concorrenza del Chiari e alla caduta delle due prime commedie prodotte al teatro San Luca (Il geloso avaro e La donna di testa debole), riportò nell'autunno del 1753 uno straordinario successo, « e fu replicata per trentaquattro sere, segnando cosí il piú grande trionfo del settecento sui teatri di Venezia » E dopo le accoglienze piuttosto tepide riscosse dalla seconda commedia, Ircana in Jul/a, un grande successo nel 1756 ebbe pure la terza, Ircana in Ispaan, che della Sposa persiana è la vera continuazione.
Spiegare la fortuna delle Ircane semplicemente coll'entusiasmo di allora per le turcherie e le mascherate [...]
[...]ne che la
6 Cfr. la prefazione alla Sposa persiana: «Questa è una Commedia fondata sulla passione... » (Opere, ix, 522), e la lettera da Parigi al Vendramin dell'11 ottobre 1763 sugli Amori di Zelinda e Lindoro: «La commedia è di grande intreccio, di gran passione... » (Opere, xiv, 299).
7 Cosí ORTOLANI, in Opere, Ix, 1333.
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critica ha sempre riservato ai romanzi del Chiari, anche quando si tratta di opere ricche di trovate narrative e di idee.
Di Fatima, la fanciulla ancora innamorata dello sposo che la ripudia per una schiava, poté ricordarsi il Manzoni (che vide con ogni probabilità La sposa persiana a Venezia l'8 febbraio 1804 8) per il personaggio di Ermengarda: « Caddi qual fior sul campo, colto dai rai del sole... » (iv, 10). Ma non fu Fatima, bensí la sua appassionata rivale Ircana, interpretata dalla seconda donna Caterina Bresciani, a sedurre il pubblico veneziano e a indurre quindi l'autore a seguirne le vicende in altre due commedie.
Come agli iniz[...]
[...]
IRCANA: Femmina sono, è vero, mancar mi può il valore,
Ma tal son io che in petto piú di te forte ha il cuore
(Ircana in Ispaan, II, 9).
Personaggio nuovo, dicevo, non solo per la sua carica passionale, ma anche per la nota polemica che risuona in versi come gli ultimi riportati. Non dobbiamo dimenticare che quando Goldoni comincia a lavorare per i Vendramin al teatro San Luca il suo posto presso i Medebach al teatro Sant'Angelo è preso dal Chiari, e l'abate bresciano andava affermandosi come il piú deciso campione, a Venezia, dei diritti delle donne. Si leggano, tra i numerosi esempi che potrei citare, questi versi della Pastorella fedele, composta nel 1754, cioè precisamente fra La sposa persiana e 1'Ircana in Jul/a:
TURPINo: Guarda in Città, in campagna: guarda per ogni banda, La femmina ubbidisce, e l'uom sempre comanda.
CEFISA : Perché le prime donne diedero all'altre il crollo, Lasciandosi dagli uomini metter i piè sul collo. Dalla padrona morta, che avea molta perizia, Ho inteso dir piú volte che questa è un'ingiustizia. Del p[...]
[...]villanamente, e da tenermi in conto di schiava » (Ritorno, i, 5).
In questa prospettiva, il percorso dalla trilogia esotica del 175356 a quella « nazionale » del 1761 porta Goldoni e la sua nobilmente smaniosa interprete dall'enfatica semplificazione della schiavitú letterale patita da Ircana, alle sorprendenti e inquietanti conseguenze della schiavitú metaforica paventata da Giacinta.
Nel primo caso, preoccupato di rispondere subito al rivale Chiari e di apparire con tutte le carte in regola sul terreno del « femminismo » Goldoni fa di Ircana la vittima di un sistema totalmente ed esemplarmente fallocratico (mi si passi per questa sola volta un'abusata espressione) come quello mussulmano e persiano: e perciò stesso, date le leggi immanenti al genere tragicomico (trionfo dell'innocenza perseguitata, ecc.) ne assicura la felicità. Nel secondo caso, alle prese con la resistenza elastica di un referente ben altrimenti concreto come quello della società « livornese », cioè veneziana, poco egli potrà fare per la sua eroina.
Come nella prefazi[...]
[...]persiano: e perciò stesso, date le leggi immanenti al genere tragicomico (trionfo dell'innocenza perseguitata, ecc.) ne assicura la felicità. Nel secondo caso, alle prese con la resistenza elastica di un referente ben altrimenti concreto come quello della società « livornese », cioè veneziana, poco egli potrà fare per la sua eroina.
Come nella prefazione al Ritorno l'autore accosta la trilogia ai suoi pre
11 Commedie in versi dell'abate PIETRO CHIARI, Venezia, Bettinelli, 1756, I, 156. Che nella trilogia persiana sia da vedere una risposta di Goldoni alla sfida « femminista » di Chiari sembra suggerito anche dal fatto che nell'edizione Pitteri le dedicatarie sono dame di cultura: Vittoria Serbelloni Ottoboni della Sposa persiana, Marina Savorgnan Canal dell'Ircana in Julia, Metilde Erizzo Bentivoglio dell'Ircana in Ispaan.
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cedenti lavori di analoga struttura ciclica, cosí già nella prefazione alle Smanie Goldoni aveva provveduto a ricordare ai lettori la sua abbondante produzione sullo stesso tema, lo sperpero e la confusione del villeggiare: « argomento ... sí fecondo di ridicolo e di stravaganze, che mi ha fornito materia per comporre cinque commedie, le[...]
[...]ota don Eustacchio nella Villeggiatura (III, 3). Tanto piú si aggraverà invece il malessere di donna Lavinia nei borghesi veri, per i quali la mutanza autunnale si dimostra anche economicamente un cattivo affare, fin dai Malcontenti del 1755.
Di questa commedia i goldonisti si sono spesso occupati per ragioni esterne: la notevole critica delle unità di tempo e di luogo e l'omaggio a Shakespeare nella dedica al Murray; e la caricatura dell'abate Chiari nello strampalato personaggio del poeta teatrale Grisologo (cfr. Ortolani 1962 e Sommi Picenardi 1902). Piú interessanti per noi sono gli spunti di satira del costume che anticipano Le smanie per la villeggiatura di sei anni dopo: rivalità fra due fanciulle che cercano di vestirsi ciascuna piú elegantemente dell'altra, servi che tentano di rallentare la rovina dei padroni, debiti che si fanno per « comparire » con l'illusione di poter saldarli « al ritorno », diritto dei fornitori ad essere rispettati e pagati (« non dite loro bricconi. Son gente onesta, che vi hanno affidato il sangue loro »[...]
[...]e Camille (quindi di Zelinda).
22 Scritti scelti, cit., pp. 22126.
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misogina come quella italiana, piú da vicino l'inappagata nostalgia per una sorte diversa da quella che gli era capitata, fra due donne intelligenti e formidabili come la madre contessa Tiepolo e la moglie Irminda Partenide.
Al polo opposto rispetto alle creature vaporose e femminili sognate dal conte Gasparo stanno le eroine coraggiose e riflessive dell'abate Chiari, che scrivendo la loro storia in prima persona osano confessarsi brutte, come la protagonista della Francese in Italia (Venezia, 1759), o ammettere che « accendersi possa tra donna e donna una passione amorosa », come la Bella pellegrina nel romanzo omonimo dello stesso anno In questi romanzi — per limitarci a due fra i migliori e cronologicamente piú vicini alle Villeggiature — vediamo prender consistenza un tipo, sostanzialmente nuovo nella nostra letteratura, di donna indipendente e decisa, leale con gli amici ma scettica sui motivi di quanti la circondano, convinta che nei rapporti social[...]
[...]rudenza anche le favorevoli stravaganze del caso ... non volli, che mancasse né d'oriuolo, né di tabacchiera, né d'anelli di non poco valore; cose necessarie oggidí piú d'ogni umano talento presso il volgo ignorante, per conciliarsi la venerazione, e l'onore »26.
La stantia e « sfiduciata visione della donna » del Gozzi (Berengo 1962, p. xxxiii), il piú autorevole e acuto critico di Goldoni a Venezia, e le audacie « filosofiche » del suo rivale Chiari costituiscono come dicevo le posizioni estreme di un dibattito che l'autore delle Villeggiature non poteva certo
23 La bella pellegrina, Venezia, Molinari, 1819, II, 116.
24 La Francese in Italia, Venezia, A. Rosa, 1806, i, 28, 42, 52.
25 La bella pellegrina, ii, 1012.
26 La Francese in Italia, i, 156, 175.
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ignorare, sullo sfondo del quale vanno considerate le riflessioni e le reazioni dei suoi personaggi femminili.
Pieno di simpatia per l'aspirazione delle fanciulle alla cultura e alla libertà, ma anche di ri[...]
[...] d'essere istruita in ciò piú che in altro; e i lavori di mano che fate voi altre donne, sono utili alla famiglia quanto le arti che proprie sono dell'uomo. Contentatevi di far quello che a voi si destina, e piú del talento fate conto della bontà di cuore. Imitate la madre vostra e sarete certa di riuscir bene (I, 9).
La paternalistica unzione di un discorso come questo sembra fatta apposta per suscitare le ire e le denunce delle femministe del Chiari (si ricordi la tirata della pecoraia Cefisa nella Pastorella fedele), o delle stesse eroine, Ircana, La Dalmatina, La bella Giorgiana, con cui dopo la metà degli anni Cinquanta Goldoni parava le iniziative del concorrente n. Ma nel 1761 tale meccanica giustapposizione non basta piú: Giacinta rappresenta appunto una ponderata risposta alle coriacee filosofesse della letteratura alla moda, la dimostrazione che carriere libere e dall'esito felice come quelle della Francese e della Pellegrina — cosí come, fuori d'Italia, di Pamela e di Marianne — sono possibili solo al prezzo di un distacco inizi[...]
[...]nte punito con la prigione e l'esilio.
29 Oltre agli elogi della Bibliothèque des romans e ai giudizi su Rétif de la Bretonne e Sébastien Mercier nei Mémoires, in, 33 (Opere, I, 567 e 579), cfr. la lettera del 5 maggio 1780 a Vittore Gradenigo, con l'offerta di vendita della sua biblioteca: « Ho ... un'altra raccolta di romanzi francesi in numero di 135 volumi... » (Opere, xiv, 389). Per contro, cosí s'era espresso il Goldoni sulle commedie del Chiari in una lettera del 1751 all'Arconati Visconti: « novità che fanno bene al teatro, ma non molto all'autore. Romanzi e poi romanzi... » (Opere, xxv, 177). Nel 1791, come è noto, Goldoni pubblicherà una sua traduzione dell'Histoire de Miss Jenny di Mme Riccoboni.
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land scriverà di sé, in attesa di esser condannata a morte: « dans des situations périlleuses, je suis restée sage par volupté, lorsque la séduction m'aurait entraînée à oublier la raison ou les principes » 30. « Io non la prenderei, se avesse centomila scudi[...]
[...]e commedie popolari del Goldoni, Padova, Liviana Editrice; GIUSEPPE PETRONIO 1962 = Introduzione a Goldoni, in Dall'Illuminismo al Verismo. Saggi e proposte, Palermo, Manfredi, pp. 540; KURT RINGGER 1965 = Ambienti ed intrecci nelle commedie di Carlo Goldoni, Berna, A. Francke; 1970 = Riflessi della drammaturgia goldoniana nella « Casa nova », « Studi goldoniani », 2, pp. 16879; GIANFRANCESCO SOMMI PICENARDI 1902 = Un rivale del Goldoni. L'abate Chiari e il suo teatro comico, Milano, Di Mondami; GIORGIO STREHLER 1974 = La «Trilogia della villeggiatura », in Per un teatro umano. Pensieri scritti, parlati e attuati, a cura di Sinah Kessler, Milano, Feltrinelli, pp. 23639; Studi goldoniani 1960 = Atti del Convegno internazionale di Studi goldoniani (Venezia 1957), a cura di Vittore Branca e Nicola Mangini, VeneziaRoma, Ist. per la collaborazione culturale; « Studi goldoniani », Quaderni nrr. 14, a cura di Nicola Mangini, Venezia, 1968, 1970, 1973, 1976; ALBERTO VECCHI 1960 = La vita spirituale, in AA.VV. La civiltà veneziana del Settecento, Fi[...]