Il segmento testuale Cesare Pavese è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 67Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 99
Brano: Neosocialismo
morire » della partigiana Renata Vigano, « Pane duro » di Silvio Micheli, che vennero ad aggiungersi ad una letteratura di rinnovamento e a testi ispirati alla tragedia della guerra appena passata, nonché all’esperienza antifascista (i nomi sono quelli di Nuto Revelli, di Italo Calvino (v.), di C. Levi, di U. Vittorini, di Cesare Pavese, di V. Pratolini, Oreste Del Buono, Domenico Rea). Questa letteratura si distaccava, per la sua intenzione di essere più vicina alle masse popolari, da quella sorta dalla grande corrente della « poesia pura » che pur aveva dato origine a versi ispirati alla lotta (Quasimodo, Saba, lo stesso Eugenio Montale, Gatto).
Dibattiti e polemiche
Il dibattito sul realismo e il neorealismo si andava intanto sviluppando sulle riviste « Il ’45 », Società diretta da Ranuccio Bianchi Bandinelli (v.) e Romano Bilenchi, il « Calendario del popolo » di G. Trevisani, Cinema nuovo di Guido Aristarco, mentr[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 815
Brano: [...] di Torino. Qui strinse amicizia con Piero Gobetti, prese a collaborare a « Rivoluzione liberale » e al « Corriere della Sera » di Luigi Albertini. Antifascista e ottimo insegnante, seppe guadagnarsi l’affetto e la fiducia dei suoi
Augusto Monti in una foto segnaletica fattagli nel carcere di Civitavecchia (1.3.1939)
allievi, tra i quali si ricordano Leone Ginzburg, Renzo Giua, Vittorio Foa, Massimo Mila, Giancarlo Paletta, Giulio Einaudi, Cesare Pavese. Con alcuni dei suoi allievi aderì al movimento di « Giustizia e Libertà » (v.).
Allontanato dall'insegnamento nel 1932 per la sua aperta opposizione al fascismo, fu arrestato nel 1934. Nel maggio 1935 fu nuovamente arrestato e deferito (con altri compagni del movimento giellista torinese) al Tribunale speciale che nel febbraio 1936 lo condannò a 5 anni e 1 mese di reclusione. Fu detenuto nel carcere di Civitavecchia.
Scampato alle ricerche dei fascisti durante i venti mesi della repubblica di Salò, alla Liberazione fu designato dal C.L.N. regionale piemontese alla carica di sovraintend[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 332
Brano: [...]tterizzate da mediazioni e soluzioni estremamente sottili. Basta pensare alle poesie 193746 di Giuseppe Ungaretti (Il Dolore, 1947); a Parole (193334) e Ultime cose (193543) e 1944 di Umberto Saba, appartenenti agli anni più duri del fascismo e della persecuzione razziale (e raccolte poi nel Canzoniere, 1945); alle poesie «civili» di Eugenio Montale degli anni Quaranta (in La bufera, 1946); a quelle di Salvatore Quasimodo e di Alfonso Gatto e di Cesare Pavese; o ad altre ancora di Sergio Solmi e Giorgio Caproni, Vittorio Sereni e Franco Fortini, Pier Paolo Pasolini e Roberto Rover si, ecc.
Il quesito, insomma, se e in che modo questi poeti « abbiano cantato la Resistenza », risulta assai scarsamente utile e produttivo. Le opere e gli autori che possono oggi autorizzare un discorso sui contenuti, sono da cercare semmai tra i minori, gli epigoni, i « neorealisti » nel senso più ristretto e limitativo della parola, che riempirono di sé e a suo tempo le antologie e le riviste e i premi di stagione (oltre a certi componimenti d’occasione che figuran[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 250
Brano: [...] 1963 e nel 1968, ricoprendo la carica di questore della Camera e di vicepresidente della Commissione parlamentare di vigilanza della RAITV. Membro del Comitato centrale del P.C.l. fino al XIV Congresso (1975) e direttore del settimanale GiorniVie Nuove.
Ha pubblicato libri di poesia e di narrativa, prima e dopo la guerra. Si ricordano: Classe 1912, nel quale descrive la propria crisi di coscienza (Roma, 1953); Il vizio assurdo, sulla vita di Cesare Pavese (Milano, 1960); Il voltagabbana (Milano, 1963); Come e perché (Milano, 1968).
Nella presentazione de « Il voltagabbana », Lajolo ha scritto: « [...] l’autoironia è ancora il contegno più decente, quando si ha in uggia il patetico. È chiaro che dirigersi verso il meglio, capire i propri errori non è voltare gabbana. Dove lagrime e sangue mutano la vita degli individui, la storia di un popolo e l’orizzonte del mondo, ogni uomo ha diritto alla sua scelta ».
La Libertà
Settimanale di propaganda della Concentrazione antifascista (v.), pubblicato a Parigi dal maggio 1927 al maggio 1934. Di[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 197
Brano: [...]riale venne a poco a poco prendendo respiro.
« La Cultura »
Con Leone Ginzburg (v.) la Einaudi avviò l’impostazione della nuova serie della « Cultura », che, nelle intenzioni dei promotori, doveva diventare un agile foglio di dibattito culturale. Senonché, pochi giorni prima che la rivista uscisse, Leone Ginzburg fu arrestato e « La Cultura » dovette essere affidata alle cure di Arrigo Cajumi, con la collaborazione assidua di Massimo Mila, Cesare Pavese e Franco Antonicelli che da quel momento si legarono alla Casa editrice. Anche Carlo Levi collaborava alla rivista, con articoli non firmati.
Nacque così un gruppo aperto a
Contro il fascismo
Ma l’attività della Einaudi dava noia al conformismo al potere: e col pretesto che alcuni dei suoi componenti svolgevano attività politica clandestina, il 15.5.1935 venne effettuata a Torino una retata di intellettuali facenti capo alla Casa editrice.
« Uscito nel luglio successivo da Regina Coeli — racconta Giulio Einaudi —, mi ritrovai senza le riviste che erano state il trampolino di lanci[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 735
Brano: [...]« Conversazioni in Sicilia », pubblicato a puntate su « Letteratura » nel 193839, e poi in volume nel
1941, attraverso un tessuto fantastico di allusive allegorie poteva avere la risonanza di un segno definitivo di rottura tra due epoche: era il ripudio di ogni evasione letteraria e il preannuncio poetico del tempo della Resistenza, al di là anche dei migliori libri degli anni precedenti, come quelli di Alberto Moravia, di Corrado Alvaro o di Cesare Pavese, il cui valore letterario rimaneva circoscritto al significato di documento subalterno di un’epoca oscura di travaglio e di crisi.
Cultura e Resistenza
« La Resistenza ha significato per la letteratura italiana — ha scritto Italo Calvino — il realizzarsi, per la prima volta dopo molto tempo, d’un denominatore comune tra lo scrittore e la sua società, l’inizio di un nuovo rapporto tra i due termini ».
Perché questo rapporto potesse stabilirsi era però indispensabile che scrittori e uomini di cultura non si limitassero a simpatizzare per la Resistenza, aderendo ad essa solo intellettua[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 244
Brano: [...]ne Garibaldi « Piemonte ». Ma il fattore determinante di tale funzione di Barge e del suo ruolo di primo piano dal primo aM’ultimo giorno della Resistenza è stato di ordine politico, non geografico.
In casa del professore Ludovico Geymonat a Barge (per l’esattezza, in quella di sua moglie Virginia nata Lavagna, casa che fu poi incendiata dai tedeschi), usavano ritrovarsi d’estate intellettuali antifascisti come Norberto Bobbio, Ennio Carando, Cesare Pavese, Matteo Sandretti e militanti comunisti come Luigi Capriolo, Antonio Giolitti, Giovanni Guaita. A pochi chilometri di distanza (una passeggiata, in bicicletta), a Cavour, si trovavano oltre ad Antonio Giolitti che vi passava le ferie estive, Augusto Monti che vi si era rifugiato dopo l’uscita dal carcere, e nel 1943 Pompeo Colajanni che, richiamato alle armi col grado di tenente, vi comandava un reparto di « autoblinde » colà distaccato. Particolarmente intensi furono i contatti tra le suddette persone nel periodo tra il 28 luglio e l’8.9.1943.
Quando si delineò l’eventualità della guerra [...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Cesare Pavese, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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