Brano: [...]zionati; ma concluse che per il momento non si sarebbe mosso. Tutti gli diedero addosso, che sbagliava, che non si sapeva regolare.
A casa quella sera stessa non si parlò più dell'Egitto; ma l'indomani Rosaria, svegliatasi, disse non aveva potuto dormire bene, per via di quel pensiero dell'Egitto.
In seguito fecero la lettera di risposta a Filippo: lo ringraziavano, ma per il momento non era il caso di parlare di viaggi; più in là qualche cosa certamente sarebbe maturata.
Agata venne una sera a parlare con Giuseppe. « Ma siete pazzo di trascurare un'occasione come questa? Se Filippo vi invita, si vede che ha le sue ragioni. Avrà trovato un buon posto per voi. Io gliel'ho detto a Rosaria : ti pentirai! » disse la donna.
« Certo bisogna pensare seriamente. Intanto aspettiamo cosa scrivono sia Filippo che Antonio. Di Antonio é parecchio che non abbiamo notizie » rispose Giuseppe.
Arrivarono le lettere dei due cognati, ed entrambe ripetevano la stessa cosa; per i denari del viaggio non occorreva che Giuseppe si preoccupasse; quanto al posto de[...]
[...]a tutti.
Matilde spiegò : « Ci soliamo scambiare i cibi, a volte ».
« Qui bisogna lavorare! » disse Vanda a Rosaria. « Dovrete rendervi utile! ». E rise scherzando : « Da domattina andremo a fare la spesa insieme, e poi andrete sola, poiché noi dobbiamo correre al lavoro... ». Rosaria tremò di timidezza.
« E alla sera vogliamo divertirci! » esclamò Matilde. E poi, rivolta al marito: « Abbiamo diritto o no, Filippo, dopo avere lavorato ? ».
« Certamente! » rispose l'uomo.
« Anche Rosaria verrà con noi al cinematografo e al passeggio » dichiarò Matilde.
« Io? » chiese Rosaria.
« Anche tu diventerai cittadina! » affermò sorridendo Giuseppe.
Ma Rosaria non era portata a trasformarsi come le cognate. Indossò sempre il suo abito paesano e portò sul capo il fazzoletto azzurro. Imparò si ad andare al mercato e a contrattare cogli arabi; ma a divertimento quasi mai andò, senza essere accompagnata dal marito. Né fu capace di contribuire, come le cognate, col suo lavoro di impiegata, al mantenimento della famiglia. A casa restava tutto il giorno, [...]
[...]ò Rosaria.
«E si sa come succede! » rispose Antonio.
« Vedendo tutto quel movimento, perciò mi sono incoraggiato a venire; poiché chi stava indietro non concludeva nulla ed era perduto! » disse Giuseppe.
«Noi ve l'avevamo detto! » aggiunsero i fratelli.
« C'era chi mi dava torto a voler venire in Egitto, anziché andare in America... » continuò Giuseppe.
« Sciocchezze! » fece Filippo.
«Si, e voi sapete come io la penso!» concluse Giuseppe.
Certamente egli avrebbe voluto continuare anche in Egitto la bella vita, pur nella povertà, che faceva nel borgo; quando lavorava nelle ore che voleva, e si riposava a suo piacimento; quando chiacchierava
IL GRANDE VIAGGIO 111
coi clienti, seduto davanti al deschetto, e di essi conosceva il piede meglio di quello che non sapesse la faccia.
Ma ciò ormai non era più possibile: al laboratorio del Cairo egli non aveva che una parte limitata nella costruzione delle scarpe, non faceva che le cuciture colla macchina; il maestro di una volta s'era trasformato in uno dei tanti lavoranti d'una bottega più vast[...]
[...]menta del cielo.
Come allora l'aria nativa, il bel clima del paese era vagheggiato da Rosaria nel suo cuore! Ricordava il venticello fresco della sera nelle
giornate calde d'estate, il bel sole splendente fin nell'inverno, le rare luminose tempeste che vieppiù facevano apprezzare l'amena serenità della regione.
«Quando ritorneremo? » cominciò a domandare Rosaria.
112 MARIO LA CAVA
« A che punto sono i nostri risparmi ? » chiedeva Giuseppe.
Certamente era il caso di sistemarsi meglio, magari con altro lavoro che non fosse quello abituale di calzolaio, se si voleva ricavare qualche utile dal viaggio che si era intrapreso. I fratelli assennatamente insistevano in questo senso. E l'occasione venne data da un incidente sopravvenuto a Giuseppe mentre lavorava cogli altri nell'interno del laboratorio.
Da poco era finita la festa del Ramadan con fracassi di fanfare, funzioni religiose, pranzi ed eccessi di ogni genere, che Giuseppe era andato a vedere colla moglie per farsi un'idea, quando, nel laboratorio, presente un lavorante arabo di cui egl[...]
[...]e il cielo verso le grondaie delle case. «Pure l'estate faremo? » domandava Rosaria al marito.
Questi rispondeva: «Come fare altrimenti? Se non aggiusteremo almeno cinquemila lire? ».
Interveniva Antonio e garentiva le parole di Giuseppe. «Bisogna essere ragionevoli. Ormai che ci siete, aspettate almeno qualche altro
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po' di tempo. Dopo, magari, verrei io con voi a vedere il padre... ».
Filippo a sua volta diceva : « Io certamente verrò con voi. Voglio vederlo il padre, non intendo rimandare tanto che poi non faccia a tempo, e mi succeda come per la mamma che non l'ho potuta abbracciare piú... ».
Rosaria piangeva a queste parole; e allora Giuseppe le prometteva che fra pochi mesi, col lavoro straordinario che avrebbe fatto, sarebbe stato in condizione di partire.
«Partiremo dunque nell'inverno, quando non si soffre piú? » domandava Rosaria, che non calcolava come il marito e i fratelli le necessità della vita.
« Tranquillizzatevi Rosaria — dicevano allora le cognate. — Un altro po' di sacrifizio e poi avrete il piac[...]
[...] primavera sarebbe stato in Italia. Antonio lo avrebbe seguito nell'estate insieme a Vanda e, magari, a Matilde, se quest'ultima avesse potuto ottenere dai padroni il congedo che avrebbe desiderato.
« Ci rivedremo, ci rivedremo! » gridava Matilde, ch'era quella che meno era libera e meno poteva disporre del futuro; si chinava a baciare le bambine, stringendosele al seno e piangendo, ed imitata in tutto da Vanda che a sua volta esclamava : « Si, certamente! ». Mentre Rosaria si univa a loro, desolata, pronunziando : « Come son brutte le partenze, Dio mio! ».
Bisognò alfine partire e a poco a poco il treno prima, il grande vapore poi, strappò dai loro occhi quanto ancora rimaneva della vita d'Egitto. In senso inverso fu fatto il viaggio che all'andata era sembrato tanto oscuro e pauroso. E ora invece, pur nel rammarico per la perdita di parenti tanto cari e di abitudini prese, era così pieno di dolce soddisfazione.
Giuseppe non era ormai quel povero operaio confuso che non sapeva dove mettere i piedi, né Rosaria era quella donna stordita che
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popolo docile, che gli era cliente, erano rimpianti, ma anche l'epoca dura della sua vita in Egitto, durante l'ultima estate, dove aveva tanto lavorato. Forse aveva fatto male a ritornare in Italia, meglio sarebbe stato se egli fosse rimasto ancora per qualche anno al Cairo, e avesse soltanto mandato la moglie colle bambine a rivedere il padre. Ma ormai le cose erano andate tosi, e bisognava aspettare che migliorassero, come certamente sarebbe accaduto.
I risparmi però si assottigliavano gradatamente e la povertà compariva all'orizzonte, se egli avesse perduto quel posto che aveva. Rosaria avrebbe dovuto saperlo; e invece restava così spensierata e leggera, quando non compiangeva colle sorelle la fine temuta del padre, nelle sue chiacchiere con commare Carmela e le altre vicine.
Solo conforto per Giuseppe erano le ingenuità delle sue bambine, che dopo il ritorno dall'Egitto avevano continuato sempre a star bene; e più sere si diverti a sentirle cantare e a vederle passeggiare insieme nel vicoletto davanti alla casa, colle[...]
[...]e era più attiva e l'animo era sereno; mentre oggi come tutto era enormemente ingrandito in peggio!
I soldi sfumavano a vista d'occhio; già se avesse voluto intraprendere un viaggio d'emigrazione, avrebbe dovuto chiederli in prestito. Inoltre aveva vergogna di rivolgersi ai cognati, che di là, dall'Egitto, scrivevano convinti che s'era sistemato bene, come se con ciò avesse dovuto confessare la sua incapacità a mantenere la moglie e la figlia.
Certamente egli in Egitto non sarebbe più ritornato; aveva fatto una volta l'esperienza dell'Egitto, e non voleva ripeterla. L'America sarebbe stato il paese del suo avvenire; e poiché nel nord non si poteva andare o bisognava aspettare lungamente per ottenere il permesso, egli avrebbe potuto andare nel sud, in Argentina, dove vi erano tanti paesani. Li avrebbe trovato la fortuna che in Egitto gli era sfuggita di mano e qui in Italia era completamente scomparsa.
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Ma come fare per andare? E chi avrebbe convinto Rosaria? E come avrebbe confortato se stesso che per la prima volta si [...]