Brano: [...]azione di una « zona industriale », dopo tante discussioni e opposizioni, si è riusciti a varare. Non si pile, dunque dire che, almeno fino a questo momento, Siracusa abbia saputo ricavare tutti i vantaggi che il sorgere dei grandi complessi industriali sembrava dischiudere.
Per ragioni che si spiegano in parte, tenendo conto della favorevole ubicazione, la città che ha più risentito o utilizzato la benefica vicinanza di Augusta, è stata invece Catania. Il maggiore dinamismo dei suoi abitanti e soprattutto la costituzione di una ben attrezzata « zona industriale » hanno certamente contribuito ad imprimere quell'impulso che
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 147
è mancato altrove. Si è avuto cosi uno sviluppo nel settore della media e piccola industria che è piuttosto ragguardevole, se confrontato a ciò
che si è fatto nel resto dell'isola. Una trentina di stabilimenti sono stati
costruiti o sono in corso di costruzione. Si tratta di aziende che svolgono la loro attività produttiva nei rami più svariati; lavorazione del
legno, del f[...]
[...]izzati i 40 progetti di nuovi impianti di cui si stanno attualmente istruendo le pratiche. Complessivamente, dunque, tra due o tre anni, la zona industriale avrà immesso nell'attività produttiva circa 5000 persone. Non sono molte; però non sono che un nucleo destinato, per l'effetto moltiplicatore delle attività manifatturiere, a generare attorno a sé un maggiore incremento dell'occupazione in attività terziarie ad esse connesse. Tale sviluppo a Catania ha immobilizzato finora, per i 24 stabilimenti già in esercizio, un capitale di 4 miliardi e 250 milioni; cioè una media di poco superiore ai due milioni per ogni nuovo occupato. Elemento, questo, da tenersi in considerazione nell'indagine sulle possibilità di uno sviluppo industriale dell'isola, che si adegui alla deficienza di capitale e sovrabbondanza di manodopera.
Tornando al quesito che ci si poneva, bisogna riconoscere che nonostante eccezioni come quella di Catania, non si é avuto quello sviluppo dell'industria manifatturiera che per induzione si sperava sarebbe stato determinato o [...]
[...]a, per i 24 stabilimenti già in esercizio, un capitale di 4 miliardi e 250 milioni; cioè una media di poco superiore ai due milioni per ogni nuovo occupato. Elemento, questo, da tenersi in considerazione nell'indagine sulle possibilità di uno sviluppo industriale dell'isola, che si adegui alla deficienza di capitale e sovrabbondanza di manodopera.
Tornando al quesito che ci si poneva, bisogna riconoscere che nonostante eccezioni come quella di Catania, non si é avuto quello sviluppo dell'industria manifatturiera che per induzione si sperava sarebbe stato determinato o stimolato dal sorgere di alcuni grandi impianti nel settore di base. Le ragioni possono essere varie e cumulative. Scarsità di capitale: si sa che il capitale privato siciliano non é molto ed ha comunque una propensione per gli investimenti più sicuri o più fruttuosi a breve scadenza. A Catania, però, il capitale affluito é in gran parte di provenienza straniera o settentrionale. Non vi è motivo per escludere che ciò possa ripetersi altrove e su più vasta scala. Vi è invece da osservare che sussistono ancora alcune difficoltà nel sistema creditizio, le quali possono rappresentare un serio ostacolo. I crediti che vengono in generale concessi con una oculata valutazione della solvibilità del richiedente sono spesso insufficienti a dar vita ad una attività industriale
148 RENATO MIELI
sana. L'industriale che riesce a ottenere dei crediti di impianto si trova poi, a stabilimento costr[...]
[...]nsiderevole in investimenti industriali, ai quali parteciperebbe, come si è detto, con una quota anche superiore al 25%. Se, tanto per fare un'ipotesi, la Sofis promuovesse un'attività industriale, impiegando tutte le sue disponibilità in imprese ove partecipasse in media con un 50% del capitale si avrebbe un investimento complessivo che si aggirerebbe attorno ai 280 milioni. Sulla base di quanto risulta dall'esperienza della zona industriale di Catania, stimando che occorrano circa due milioni per la creazione di un posto di lavoro, si potrebbe prevedere un assorbimento globale di 140.000 persone. Questa cifra va però corretta, tenendo presente che l'incremento di occupazione sarebbe superiore per gli effetti moltiplicatori che lo sviluppo industriale esplicherebbe nel mercato siciliano, e va al tempo stesso riferita ad un periodo minimo di tre anni, occorrenti per realizzare un programma di tale portata. Anche così, nella ipotesi di un pieno impiego delle disponibilità teoriche, si arriverebbe, con una stima molto approssimativa, ad una pr[...]