Brano: [...]ecento anni, quando la lingua italiana sarà diventata veramente nazionale, e non sarà indispensabile far studiare ai ragazzi il latino, che resta l'unico connettivo, a tutt'oggi, del caos linguistico nazionale, allora, anche in Italia, tutto sarà possibile. Nell'attesa, il romanzo saggistico, letterario (è stato evocato Musil, ma bastava Manzoni), ha tutta l'aria di essere quello che meglio fa al caso nostro.
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Nell'immediato anteguerra, Carlo Cassola scrisse due piccoli libri di racconti (La visita, Alla periferia) che anticipano curiosamente la visività da obbiettivo fotografico di Butor, RobbeGrillet, Nathalie Sarraute. Anche i racconti di Bilenchi, della stessa epoca, sono prevalentemente visivi. Ma a quel tempo, in Italia, c'era il fascismo, la dittatura. La retorica più smaccata, più indecorosa, impregnava ogni manifestazione pubblica e privata, pratica o intellettuale. In quelle condizioni, l'assenza dell'arte, la sua purezza, ebbero una precisa giustificazione, e rappresentarono effettivamente una protesta dell'intelligenza e del g[...]
[...]uino a confrontare ogni romanzo che vien fuori con questo ideale, platonico (anche se marxistico) nulla.
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Non é simpatico polemizzare con le domande. Tuttavia, una volta tanto, mi sia consentito chiedere: « Perché questa domanda ? » Siamo nel 1959, ben avanti nel secolo, abbastanza adulti, direi. E ancora a doverci baloccare con questi falsi problemi ? Ancora a dover scegliere tra la via di Svevo e quella di Tomasi di Lampedusa, tra quella di Cassola e quella di Gadda o della Banti, tra quella di Moravia e quella di Soldati ? Quando invece si sa che tutte le strade vanno bene, o male: e che l'unica cosa necessaria a un romanzo perché funzioni — l'unica che l'acqua del suo linguaggio deve lasciar trasparire — é la ragione per la quale esso é stato scritto, la sua necessità ?
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I romanzi e i racconti di Carlo Emilio Gadda, i due romanzi di Pier Paolo Pasolini hanno dimostrato chiaramente, mi sembra, che l'uso del dialetto é più che legittimo. E perché non dovrebbe esserlo, del resto ? Esistono vocaboli nobili o ignobili ? Se avessimo da f[...]