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Il segmento testuale Casa del Popolo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 516

Brano: [...]o dell'anteguerra e provocò un ulteriore inasprimento dei rapporti con le altre forze politiche.

La situazione degenerò nel marzo 1920: in occasione della consegna della bandiera alla locale sezione dell'Associazione Combattenti i nazionalisti (fra cui erano mescolati numerosi fascisti) organizzarono un corteo che, attraverso le vie del centro cittadino, doveva concludersi al Teatro della Lizza; ma quando la manifestazione giunse davanti alla Casa del Popolo iniziarono scontri verbali, poi tafferugli e infine una vera e propria rissa, nella quale comparvero coltelli e armi da fuoco. Il Caffè che si trovava al pianterreno dell’edificio fu preso d’assalto e devastato sotto gli occhi dei carabinieri; subito dopo, quando sembrava che la calma fosse stata ristabilita, un appuntato sparò un colpo di rivoltella contro il giovane socialista Enrico Lachi, ferendolo a morte.

il P.S.I. rispose proclamando lo sciopero generale e avanzando vibrate proteste, ma nessuno dei manifestanti responsabili degli incidenti, quantunque fossero stati indicati per nome[...]

[...]lare le squadracce capeggiate dal dottor Remigio Rugani e dal fattore Angelo Tiezzi (delle quali facevano parte, tra gli altri, Brunetto Rossi detto Travertino e Marco Capannelli detto La Vecchia) furono protagoniste di numerose aggressioni, intimidazioni e sanguinosi pestaggi.

Il 4.3.1921, alla notizia dei disordini avvenuti a Firenze e a Empoli, alcuni gruppi di fascisti imposero a Siena la chiusura di tutti i negozi e si diressero verso la Casa del Popolo con lo scopo evidente di assaltarla. Sulla via prospiciente l’edificio, le autorità di pubblica sicurezza avevano disposto numerosi militi armati addirittura di mitragliatrici e armi pesanti, ma non per protegge*

re la sede o evitare incidenti: Infatti, quando gli squadristi cominciarono a sparare, la forza pubblica diede loro man forte mettendo in funzione contro la Casa del Popolo due cannoni da 65 mm. I lavoratori che si erano schierati a difesa della loro sede dovettero arrendersi e assistere impotenti alla successiva devastazione dell’edificio compiuta dai fascisti. Da quel momento le spedizioni punitive si moltiplicarono, sia nel capoluogo che in provincia, provocando dimissioni in massa di consiglieri comunali, sindaci e rappresentanti sindacali. Grazie alla crescente protezione offerta dallo Stato e dagli agrari, il numero dei fascisti crebbe e, alle elezioni politiche del maggio 1921, a Siena essi ebbero un ruolo di primo piano nel nuovo blocco elettorale che vi[...]

[...] elettorale, la sinistra mantenne aH’incirca i voti guadagnati l’anno precedente, ma al punto in cui erano giunte le cose ciò che contava di più era ormai la capacità di resistere alla violenza fisica dei fascisti e, su questo terreno, ogni tentativo (dalia cosiddetta “pacificazione” allo sciopero legalitario) ebbe esito negativo. In particolare lo sciopero legalitario dell’agosto 1922 si risolse in un totale fallimento, con i fascisti che

CASA DEL POPOLO o i s i e m A

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La Casa del Popolo di Siena in una pubblicazione socialista del 1922

516



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 517

Brano: Siena

dopo aver presidiato le vie del centro cittadino assaltarono nuovamente la Casa del Popolo, rivendicandola per insediarci le proprie organizzazioni sindacali.

D’altra parte neppure i comunisti erano in grado di far fronte alla situazione, anche a causa del loro numero ristretto. A Siena la scissione socialista del 1921 si era ripercossa quasi esclusivamente sull’organizzazione giovanile, sotto l’impulso di Carlo Cariucci (v.)t Vittorio Bardini (v.) e Gino Betti, tanto che la Federazione del nuovo Partito comunista era sorta a Poggibonsi (con Gino Bonelli in qualità di segretario e suo fratello Foscolo come dirigente di primo piano), per spostarsi successivamente a Colle Val d’El[...]

[...]e caserma dell'esercito, dalla quale asportarono senza colpo ferire alcune autoblinde. Il 30 ottobre proseguirono trionfanti verso la Capitale, nella quale entrarono passando indisturbati da Porta Salaria. Nel frattempo i loro camerati rimasti a Siena avevano respinto la richiesta di consegnare le armi che era stata loro rivolta dal colonnello Mezzetti (sostituto del Nadalini, messo sotto inchiesta) e il 31 si impadronirono definitivamente della Casa del Popolo.

Gli anni del regime

Alla violenza squadrista e all’azione politica i fascisti abbinarono alcune iniziative sindacali, per far assumere gruppi di disoccupati in un certo numero di grandi fattorie. Queste vertenze sfociarono in occupazioni di terre che provocarono meraviglie e proteste da parte dell’Associazione degli agrari, tanto da indurre il capo del governo Benito Mus

solini a chiedere pubblicamente spiegazioni al federale di Siena. Questo sindacalismo fascista non era soltanto strumentale o dettato dall’opportunità di coprire gli spazi lasciati liberi dalle dissolte leghe social[...]

[...]e tutte le conquiste precedentemente ottenute e, nel contratto di mezzadria, vennero anzi aggiunte nuove norme che accrebbero la dipendenza della mano d'opera dai proprietari.

Nello stesso tempo, i progetti di “bonifica integrale” e la politica di autarchia (v.) del fascismo sembravano favorire la provincia per la sua specificità agricola. In tale contesto, la città si vide assegnato un importante ruolo di centro propul

La biblioteca della Casa del Popolo di Siena incendiata dai fascisti 11 4.3.1921

517



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 515

Brano: [...]a rivendicazioni contingenti più che a programmi di ampio respiro. Gli unici lavoratori in grado di partecipare a lotte di livello nazionale (per esempio, allo sciopero generale del 1904) furono i ferrovieri; essi furono determinanti, insieme ai tipografi, per la costituzione della Camera del lavoro. Attraverso la Banca Cooperativa Ferroviaria da loro stessi fondata nel 1901, i ferrovieri dettero un grande contributo anche al finanziamento della Casa del Popolo, inaugurata a Siena nel

1905, nella quale trovarono sede tutte le strutture organizzative del movimento operaio e contadino senese.

A questa unificazione logistica, che favoriva il coordinamento fra le varie leghe, non corrispondeva però altrettanta omogeneità politica: in quegli stessi anni si accentuò la contrapposizione tra “riformisti” e “rivoluzionari”, una divisione che andò sempre più aumentando fino a esprimersi, dal 1913, con la pubblicazione a Siena di due distinti fogli locali: Il Dovere Socialista e Lotta di Classe, in forte polemica fra loro. Sul piano elettorale, in città,[...]

[...] e Lotta di Classe, in forte polemica fra loro. Sul piano elettorale, in città, pur raccogliendo molti voti il P.S.I. non riuscì quindi a conquistare la maggioranza e ad amministrare il comune.

I socialisti senesi si impegnarono in grandi mobilitazioni, contro la guerra di Libia (1911) e contro l’intervento nella Prima guerra mondiale (una di queste, nell’aprile 1915, si risolverà in un furibondo tafferuglio con gli interventisti davanti alla Casa del Popolo), ma quasi sempre le manifestazioni furono limitate, non tanto per numero dei partecipanti quanto per durata e intensità: nella “Settimana rossa” (v.) del giugno 1914 lo sciopero generale durò soltanto un giorno e si concluse con un comizio, cui presenziarono circa settemila persone.

Avvento del fascismo L’immediato dopoguerra fu contras

segnato da uno scatenamento di lotte contadine: nell’autunno del 1919 i mezzadri senesi (fra i quali, a differenza di quanto avveniva in altre province toscane, scarsa fu l’influenza delle leghe bianche e fortissimo il radicamento di quelle rosse) dette[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 303

Brano: [...]rdano e di Vergherà ». Anche i popolari di Gallarate ebbero la sede distrutta il 18 dicembre. A Venegono Superiore i lavoratori respinsero i fascisti di Tradate che volevano occupare il Circolo e, per sventare altre minacce, montarono la guardia in armi; furono costretti a uno scontro coi carabinieri che volevano disarmarli.

Anche i lavoratori di Gurone respinsero con le armi i fascisti di Varese, ferendone due. La rappresaglia non mancò e la Casa del Popolo di Malnate venne data alle fiamme.

Ai primi di ottobre le squadracee tentarono l'assalto al rione operaio di Valle Olona (Varese) dove però da tempo ci si era armati e organizzati: « Per alcune ore di seguito i fascisti portatisi nel rione furono affrontati da operai armati di bastoni. Poi, la sera del 2 ottobre, squadre più nutrite, armate di tutto punto, invasero il rione, bloccarono le strade, si dettero a perquisire i passanti e tentarono l’assalto alla Casa del Popolo ». Tutta la popolazione, donne in testa, scese in strada, vi furono scontri a fuoco e gli assalitori si ritirarono. Lo[...]

[...]e data alle fiamme.

Ai primi di ottobre le squadracee tentarono l'assalto al rione operaio di Valle Olona (Varese) dove però da tempo ci si era armati e organizzati: « Per alcune ore di seguito i fascisti portatisi nel rione furono affrontati da operai armati di bastoni. Poi, la sera del 2 ottobre, squadre più nutrite, armate di tutto punto, invasero il rione, bloccarono le strade, si dettero a perquisire i passanti e tentarono l’assalto alla Casa del Popolo ». Tutta la popolazione, donne in testa, scese in strada, vi furono scontri a fuoco e gli assalitori si ritirarono. Lo scontro si protrasse nei giorni seguenti, ma contro la decisione degli operai che avevano trasformato il rione in una cittadella, nulla si potè. Quando fu evidente che a Valle Olona i fascisti non sarebbero passati, per evitare un loro scorno totale la forza pubblica si decise a intervenire e a presidiare il quartiere.

La marcia su Roma fu accolta con

innumerevoli osanna dalla borghesia affaristica varesina che, sentendosi protetta, aveva preso a licenziare, a violare l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 633

Brano: [...]to: la mobilitazione e l’unificazione di classe della borghesia andavano ormai saldandosi con l’affermazione clamorosa della violenza squadrista, nel quadro di un progetto complessivo che mirava alla sconfitta “militare” del movimento rivoluzionario, peraltro minato al suo interno da incertezze e divisioni.

Squadrismo toscano

A partire dal 1921 l’epicentro delle spedizioni punitive si spostò in To

Squadristi della Lomellina davanti alla Casa del Popolo di Trecate (Novara) da loro distrutta .il 18.7.1922

633



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 341

Brano: San Giovanni Valdarno

concentramento o dispersi, 9 morti per cause diverse) ; feriti in combattimento 3.

Alla memoria di Adelfo Maccaferri e Bruno Bencivenni sono state conferite due medaglie d’argento al valor militare.

Bibliografia: costituisce un utile “fotoracconto”, ricco di immagini con ampie e puntuali didascalie, la Mostra permanente sulla storia locale del movimento operalo presso la Casa del popolo “L. Bizzarri” di San Giovanni in Persiceto; ovviamente notizie sul Persicetano si trovano nelle pubblicazioni riguardanti la provincia bolognese (per esempio, L. Arbizzani, Sguardi sull'ultimo secolo. Bologna e la sua provincia 18591961, Bologna, 1961).

Per la storia persicetana della seconda metà del secolo XIX merita particolare menzione la tesi di laurea di S. Bonora, Materiale per una storia religiosa di S. Giovanni in Persiceto dal 1859 al 1900, Istituto universitario di magistero “Maria SS. Assunta”, Roma, a.acc. 197172 (rei. V. E. Giuntella). Per il periodo dall'ultimo decennio dell[...]

[...]usasi in modo deludente.

Reazione fascista

Il padronato rispose, qui come al

trove, con le spedizioni punitive delle squadracce fasciste, con le manganellature e l’olio di ricino, la devastazione di case operaie e sedi democratiche, cui si accompagnarono arresti e carcerazioni, per sfuggire alle quali molti antifascisti emigrarono in Francia. I soprusi culminarono con i luttuosi episodi del 23.3.1921, quando vennero incendiate la locale Casa del Popolo e la biblioteca deH’Università Popolare.

Il giorno dopo si ebbe la rappresaglia poliziesca nel bacino lignitifero, con arresti in massa di minatori del circondario, cui seguì un processo contro un centinaio di essi che vennero condannati a dure e immeritate pene.

La dittatura fascista non piegò tuttavia i lavoratori che, negli anni del regime, mantennero vive le tradizioni di lotta, espresse poi nel corso della Resistenza.

Guerra di liberazione

Dopo I'8.9.1943 sorse a San Giovanni Valdarno un Comitato di liberazione, composto da: Osvaldo Bianchi e Italo Grifoni per il gruppo anarc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 232

Brano: [...]ione socialista laziale, Arturo Velia si espresse per la scissione, convinto dei vantaggi che avrebbe recato al movimento operaio.

Si giunse alla marcia su Roma (v.). Il re si rifiutò di ordinare lo stato d’assedio, mentre le colonne fasciste si stringevano intorno alla città, concentrandosi a Orte, Tivoli, Monterotondo. L’attacco fascista fu veemente nel quartiere San Lorenzo, dove venne scatenata la caccia al socialista. Furono devastate la Casa del Popolo e le abitazioni dei più noti antifascisti. Il 31 ottobre il Comando fascista delle centurie romane impose “ordine e disciplina”, mentre Mussolini si faceva garante della “sicurezza dello Stato”. La stanchezza e l’apatia del movimento operaio (con le sole eccezioni dei massimalisti e dei comunisti) insieme alla scelta parlamentare resero possibile la vittoria del fascismo.

Il periodo postmarcia fu di confusione e incertezza. Fra il marzo e l’aprile del 1923 le forze politiche

dibatterono a Roma sulla fusione di socialisti e comunisti. L’orientamento favorevole era maggioritario, ma nulla[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 695

Brano: [...]o di Pontedera, mentre si recava a una riunione della Lega mista operai di Marti; il 9 maggio successivo, alla Stazione di Navacchio, il sindaco di Pontedera Narsete Citi e il medico condotto dottor Belli vennero bastonati al punto di dover essere ricoverati in ospedale.

Malgrado ciò, il movimento operaio pontederese non cedette: il 29.7.

1922 una spedizione di fascisti pisani e di altre località vicine, giunta a Pontedera per devastare la Casa del Popolo e altre sedi democratiche, fu respinta dalla popolazione. I fascisti tornarono alla carica il giorno dopo, concentrando a Pontedera un migliaio di squadristi dall’intera Toscana per poter conseguire il loro intento.

L'ondata di violenza abbattutasi sulla città in quella tragica giornata non segnò tuttavia la fine del movimento operaio pontederese, se il 13.2.1923 il prefetto di Pisa era costretto a segnalare al Ministero deH'Interno che i comunisti di Pontedera andavano « perseguendo l’unificazione di tutte le forze rivoluzionarie ed il conseguente orientamento del proletariato per abbatte[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 167

Brano: [...]Cesare Maria De Vecchi, Gigi Lanfranconi, Bisi, Cesare Forni e Umberto Rissoli. Con l’appoggio della forza pubblica, i fascisti distrussero oltre 50 sedi di istituzioni operaie e assaltarono 40 municipi rossi. Il bilancio fu di 8 morti e 25 feriti, più centinaia di bastonati. Tra i caporioni fascisti erano: Vittorino Caccia, Giovanni Passerone di Casale Monferrato, Soffiantini ed Ernesto Albini. Quest'ultimo fu l'ideatore della distruzione della Casa del Popolo di Trecate (la « Gerico rossa »), facendone crollare le colonne dopo averle agganciate ai camion.

Al disorientamento dei capi riformisti fece riscontro la determinatezza combattiva dei comunisti che organizzarono la difesa popolare del rione novarese di Sant'Agabio, di Lumellogno, Borgovercelli, Trecate, Romentino, Magenta e Barengo, i punti più cruenti dello scontro. Tra i militanti più impegnati in quelle lotte furono Francesco Leone, Car

lo Leonardi, Cesare Massué, Cario Manzini, Giacinto Garzoni, Silvio Ramazzotti, gli Arditi del popolo Clemente Marinoni e Giovanni Mortarotti, l'ana[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 81

Brano: [...]a contro gli avvocati difensori di alcuni partigiani di Oderzo, giugno: Governo del D.C. Adone Zoli sostenuto dai voti missini, settembreottobre: Raduni fascisti a Predappio.

1958

25.5: Il M.S.I. perde l’1% nelle elezioni politiche.

1959

19.1: Irruzione fascista nella sede della Federazione comunista di Trento.

20.2: Bomba fascista nella sala del Consiglio comunale di Trento durante una seduta.

24.3: Tentativo di incendio della Casa del Popolo di Vimercate (Milano) .

30.4: Incursione fascista nel sacrario del Vittoriano a Roma. Arrestato (con altri) Stefano Delie Chiaie, fondatore del gruppo neofascista Avanguardia Nazionale.

1960

5.1: Gruppi fascisti inscenano manifestazioni antisemitiche a Milano e a Roma.

25.3: Nascita del governo di centrodestra, presieduto dal democristiano Tarn brani e con i voti del M.S.I.. 8.6: Irruzione fascista nella sede del Partito radicale a Roma.

27.7: Rivolta di Genova contro il governo clericofascista di Tambroni. I moti si estendono, duramente repressi dalla polizia, a Licata (1 mort[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Casa del Popolo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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