Brano: [...] loro insieme, per ché offrono un mosaico di testimonianze particolari ed un quadro del clima in cui si svolsero gli avvenimenti di quegli anni. Pochi di quei, testi, anche fra i buoni e gli ottimi, ebbero larga diffusione. Per quanto sappiamo, negli altri Paesi dell'Europa Occidentale (ad eccezione della Francia dove si é dato grande rilievo alla rivincita popolare sull'invasore tedesco) la pubblicistica sulla Resistenza ha avuto in quegli anni caratteristiche analoghe olla nostra. Poco sappiamo dei Paesi dell'Europa Orientale, dove risultano essere stati raccolti i documenti che testimoniano gli orrori dell'occupazione tedesca e comprovano la connivenza delle vecchie classi dirigenti con la politica hitleriana.
Dal '48'49 è calato in Italia un sipario di silenzio, rotto ogni tanta dalla tardiva apparizione di qualche memoria, da qualche romanzo (fra i quali, di grande popolarità, L'Agnese va a morire di R. Viganò), saggio, o articolo della stampa di sinistra. È mancata da parte governativa ogni iniziativa (fa eccezione il breve periodo[...]
[...]e mesi mi é stato concesso di essere felice. E ora ? Stanchi di fru
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gare fra i cadaveri, si era «contenti» di aver trovato quello che si cercava: ma si può esprimere in parole un simile strazio?
...Davide é stato « liquidato ». Ah, beato lui! Per lui é finito. Noi invece attendiamo ancora la pallottola della morte. Il 31 agosto ha avuto inizio la grande azione. Allora perdemmo la nostra cara, buona, generosa madre. Occorrevano 3000 vittime. Avevano escogitato un altro nuovo trucco. Alle persone che lavoravano ed alle loro famiglie furono messi sui libretti di lavoro dei timbri speciali della polizia. Fu detto loro che in quest'azione sarebbero state risparmiate. Come in marzo, si sarebbe dovuto trattare di persone inabili al Iavoro e di bambini. Furono ancora i nostri stessi sorveglianti ebraici che vennero a cercare le loro vittime nelle abitazioni e nei nascondigli. Bubi ed io andammo a lavorare. Mamma e papá restarono a casa, avevano il « timbro per la vita ». Allo sbarramento[...]
[...]on potevo aiutarli. Ho creduto di impazzire. Ma non si impazzisce. Poi seppi che le donne che non lavoravano, le semplici donne di casa, non le si poteva salvare. Ora, dovevo piangere e lamentarmi per aver perduto la mamma, o rallegrarmi di aver salvato il papa? Non lo sapevo. Si può concepire una cosa simile? La si può comprendere ? Non sarebbe normale che il cervello e il cuore scoppiassero?
Così continuammo a vivere senza la mamma, la nostra cara e fedele mamma, il buon cuore di mamma...
Intanto continuavano le preoccupazioni quotidiane, la dura lotta per l'esistenza che era diventata stupida, priva di senso.. Si dovette cambiare casa ancora una volta, il ghetto doveva essere ancora ristretto. Infatti le case degli uccisi erano venute libere. E si continuava a vivere.
Il 5 novembre era domenica. Improvvisamente, alle undici del
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mattino, il ghetto fu circondato ed il ballo ricominciò. Io fui, quella volta, particolarmente «fortunata ». Senza che avessi alcun sospetto d'una im[...]
[...]uralmente: c'è
ancora la guerra. Julius Fucík
JOSEF MATUgEK
Cecoslovacco, minatore di Slezská Ostrava. Lavora nel movimento sindacale operaio e diventa Segretario della Federazione dei minatori e redattore del giornale « Havir ». Arrestato dalla Gestapo ad Ostrava, è imprigionato, torturato, condannato a morte a Berlino ed ivi suppliziato il 12 ottobre 194'3. (Lettera tratta dalla raccolta a Poslední Dopisy x, Svoboda, Praga, 1946)
Pankrác.
Cara Hedvika,
il 17 agosto sono stato condannato a morte. La faccenda durerà ancora tre lunghi mesi. Se sarà mio destino morire, non c'è
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
nulla da fare. La rasa nasce con le spine. Ma nel tuo cuore e nel pensiero della o nera» Ostrava non morirò mai, poiché ho sempre fatto solo del bene ed ovunque ho portato l'amore e la gioia. Oggi muoiono gli uomini migliori. Sembra che per l'amore verso la classe operaia e la nazione io debba pagare un tributo: la mia testa. Sembra che per un bene immortale io debba dare del sangue mortale. Le vie della r[...]
[...] della o nera» Ostrava non morirò mai, poiché ho sempre fatto solo del bene ed ovunque ho portato l'amore e la gioia. Oggi muoiono gli uomini migliori. Sembra che per l'amore verso la classe operaia e la nazione io debba pagare un tributo: la mia testa. Sembra che per un bene immortale io debba dare del sangue mortale. Le vie della resurrezione sono lastricate con i nostri carpi, le porte della nuova primavera sono costruite con le nostre teste. Cara nazione boema, caro papà Josef ! Noi alld fine, malgrado tutto, vinceremo. E tu, Hedvika, ed anche tu terra di Ostrava avrete nel cuore il mio monumento, con su incise queste parole: Ricordo eterno e gloria agli eroi! Noi due abbiamo intrapreso una strada spinosa, ma nobile. Tu arriverai fino alla fine di questa strada, io no. Io sarò caduto alcuni passi prima della méta. Per l'idea muoiono, nella Unione Sovietica, centinaia di migliaia di persone, muoiono an che per noi. Salutami tutta Ostrava e tutti i conoscenti, soprattutto la fedele Slezká Ostrava. Sono convinto che, così come ho fatto i[...]
[...] avuta dall'Associazione Ungherese Combattenti della Libertà)
Miei cari,
sono assolutamente tranquillo e sereno. Ho sempre detto che non sarei vissuto oltre i trent'anni, ma voi non volevate credermi.
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Mi hanno condannato a morte. I miei ultimi pensieri sono per voi.
Mia piccola Margit, un addio particolare a te. Sei mia sorella minore, ma sei sempre stata anche il mio modello. Sei un carattere forte, non ti abbattere nemmeno ora. Prosegui sulla via che hai iniziato e lotta a denti stretti per lo scopo della tua vita: perché ne vale la pena.
Lo dico anche ora: ne vale la pena.
Mamma, non piangerei! Io ti ho procurato molte ore amare, ma ora perdonami, e pensa con affetto a tuo figlio che era tanto ansioso di affetto. Da voi ho ricevuto tutto quello ch'era possibile. Vi ringrazio di avermi tanto amato e di essere stati tanto premurosi per me.
Emike, sorellina mia, pensa, nella tua vita, che hai avuto un fratello che ti ha voluto tanto bene ed è morto per una idea: perché era [...]
[...] legge della vita, la natura. Tutto quello che nasce deve anche morire. Io muoio, ma in te sta sorgendo nuova forza che continua la vita: u ...der Weg, die brennende Strasse geht weiter, wenn auch dein Weg, wenn auch mein Weg Kamarade zu Ende geht ». Ancora tu non puoi capire quello che sta succedendo intorno a te. Quando sarai grande, tua madre, . e anche altri, ti racconteranno come era tuo padre, cosa fece, e che grande guerra c'è stata. Giá, cara Márta, questa guerra è orrenda. Sono convinto che, tra poco tu potrai continuare la tua vocazione, interrotta dalla tua malattia e da altri motivi. Ma intanto cerca di procurarti un lavoro che ti assicuri una indipendenza economica. Trovo naturale che tu, se credi, ti sposi nuovamente. Spero che Gyuri possa avere un padre che gli voglia bene e che lo educhi bene.
Bisogna cercare che Gyuri venga educato all'indipendenza e non venga viziato da un esagerato affetto, che non abbia una educazione esclusivamente intellettuale, ma anzi severa, affinché possa tenere bene il suo posto nella vita. Mol[...]
[...]a volta, e potessi rivivere, non potrei vivere diversamente. Come ho vissuto, così muoio.
Spero che potrete trovare un certo conforto in mio figlio Gyuri. Non lo viziate, educatelo severamente, perché possa sostenere il suo posto nella vita in ogni circostanza.
Spero che gli ultimi giorni della vostra vita non trascorrano nella tristezza e siano ancora dorati dalla gioia. Mia sorella, mio zio e la sua famiglia potranno ancora arrecarvi gioia.
Cara sorellina, io ti penso ancora molto spesso come quando eri ancora piccola piccola, a sei anni, come quando si giocava ancora insieme. Poi la .vita ci ha separati.
Ancora davanti a te c'é una vita meravigliosa. Ti auguro che sia la più bella possibile e forse potrai servirti ancora dei consigli che ti diedi l'altra volta. Tesoro mio, Klára sorella mia.
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GERTRUD SEFT.F
Tedesca, nata nel 1923, infermiera. In seguito all'attività da lei svóka a favore degli ebrei perseguitati, viene arrestata, condannata a morte e, il 12 gennaio 1945, s[...]
[...]che ti diedi l'altra volta. Tesoro mio, Klára sorella mia.
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 19
GERTRUD SEFT.F
Tedesca, nata nel 1923, infermiera. In seguito all'attività da lei svóka a favore degli ebrei perseguitati, viene arrestata, condannata a morte e, il 12 gennaio 1945, suppliziata. (Lettera tratta dalla raccolta « Briefe von Antifascisten geschriebenen vor ihrer Hinrichtung u, VVN Verlag, BerlinPotsdam, 1948)
Mia cara piccola figlia Michaela,
oggi la tua mammina deve morire. Ho da chiederti due cose soltanto mia piccina: tu devi diventare una donna buona e coraggiosa e dare tante soddisfazioni ai nonni. Ti auguro ogni bene per il cammino della tua vita e ti prego di volermi sempre bene e di non dimenticarmi mai. Io piango calde lacrime per te e per
i genitori. l
Addio, mia piccola amata figliolina. Nei mie pensieri ti abbraccio e ti bacio.
La tua disperata mammina
ALFRED SCHMIDT
Tedesco, nato a Schlegel (Sassonia), maestro di scuola elementare ed insegnante di musica a Lipsia, suppliziato il 4 aprile[...]
[...]tà, poi divenuta clandestina, di varie organizzazioni giovanili comuniste. Arrestato dalla Gestapo a Urfahr i1 3 dicembre 1942, viene tradotto ed interrogato nella locale sede della Polizia, quindi inviato nel campo di concentramento di Mathausen ed ivi fucilato, senza processo, il 18 settembre 1944. (Lettera avuta dalla madre del caduto per il tramite del KZ. Verband di Vienna)
Landesgericht II, 7.III.1944
Miei amatissimi genitori,
a te, mia cara mamma, mio caro papà, così duramente provati! Sento quale dolore e quale pena state sopportando, non avevate meritato di dover essere caricati di un tale destino alla vostra grave eta! Dal vostro grembo io sono nato, dalle vostre mani patite sono stato allevato ed ora in galera debbo finire! Che questa sia una vergogna? No, no, cari genitori, non piangete, vostro figlio é hero di vivere in una tale scia, e all'occorrenza di morirvi. La vostra fierezza consista nel poter dire un giorno: mio figlio ha lottato per una vita più degna, ed é morto nella consapevolezza di aver sacrificato la sua vit[...]
[...]anche Prinz, le mie zie, i miei zii e le cugine. Peperl mi resterà sempre in un felice ricordo, per me era più di un cugino. Se nella mente faccio passare la fila dei parenti, mi rimangono ben pochi che mi abbiano compreso. I nostri nonni, Dada e Babi, quei deliziosi vecchietti, come piangeranno quando l'irrequieto Poldi non verrà più, ah si, Babi, egli è morto perché voleva vivere umanamente. Perciò lo chiamano traditore ecc. ecc. Ma consolati, cara nonna, muoio per una buona causa e sono felice. Ma migliaia e migliaia di persone si dissan guano e non sanno perché. Non sono triste, so che la nostra morte coopererà ad un più felice avvenire di molti.
E con ciò, cari genitori, voglio terminare. Su con la testa, se no non potrete vedere le stelle e il rosseggiare del mattino, si, si avvicina con passi giganteschi la giornata in cui i proletari di tutto il mondo si riuniranno per marciare sotto il sole dolce di maggio. Non camminate curvi! Anche a voi sorriderà il raggio di sole sulla mia bara. Vi chiamo coraggiosi genitori: siate coraggios[...]
[...]opold
ELEF'E1'IRIOS CHIOSSÈS
Greco, nato al Pireo nel 1923, studente in lettere e filosofia. Appartenente ad una formazione partigiana che affiancava l'opera dell' EAM, viene arrestato al Pireo, il 19 febbraio 1942, mentre stampa un giornale clandestino, e fucilato al Pireo il 5 giugno 1942, con otto exufficiali della R. Marina greca. (Lettera inedita tradotta da amici greci dall'originale esistente negli archivi dell'Arcivescovado di Atene)
'Cara mammina, papà e sorelline,
oggi 5.6.42 ci fucileranno. Affrontiamo la morte per la nostra Patria da veri uomini. Non soffro per niente e così non voglio che voi soffriate. Non voglio pianti né lacrime. Abbiate pazienza. Vi auguro tanta felicità e non vi addolorate per me. Saluti di cuore a tutti. Siamo degni dei nostri avi e della Grecia. Non tremo affatto e vi scrivo dritto in piedi. Respiro per l'ultima volta la profumata aria ellenica sotto l'Imetto. E una mattina splendida. Abbiamo fatta la comunione e ci siamo tutti spruzzati con acqua di colonia che un nostro compagno aveva in tasca.
[...]
[...]no i vostri figli
Marinos Anghelos
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 31
KIM MALTUEBRUN
Danese, nato ad Edmonton (Canada) l'8 luglio 1923. Nel 1944 interrompe la carriera nella Marina Mercantile per dedicarsi alla lotta clandestina. Nel dicembre dello stesso anno é arrestato dalla Gestapo e suppliziato nell'aprile successivo. (Lettera tratta da u Kim P, Thaning e Appels Forlag, Copenaghen, 1945)
Cella 411, 4 aprile 1945
Cara mamma,
con Jt rgen, Niels e Ludvig sono stato condotto davanti al tribunale militare. Siamo stati condannati a morte. So che sei una donna forte e che ti rassegnerai, ma non ti devi limitare a rassegnarti, devi anche rendertene conto. Io non sono che una piccola cosa, ed il nome sarà presto dimenticato, ma l'idea, la vita e l'ispirazione che mi pervasero continueranno a vivere. L'incontrerai ovunque, sugli alberi in primavera, negli uomini sul tuo cammino,. in un piccolo e dolce sorriso. Incontrerai ciò che ebbe un valore per me, l'amerai e non mi dimenticherai. Crescerò e diventerò maturo, [...]
[...]ONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 33
LEIF DINES PEDERSEN
Danese, nato a Copenaghen il 3 dicembre 1921, studente in Agraria. Organizzatore di un gruppo di guastatori e ricercato dalla Gestapo, riprende l'attività clandestina a Silkeborg, dove viene arrestato dopo l'azione contro le officine di Darr e suppliziato nel marzo 1945. (Lettera tratta dalla raccolta « De Sidste Timer », Berlingske Forlag, Copenaghen, 1946)
13 marzo 1945
Cara mamma e papà,
questa mia lettera sarà dunque il mio ultimo saluto a voi. Oggi ho saputo la mia condanna. La pena capitale. Molto probabilmente avrete già saputo cosa ho fatto. Ho partecipato a varie azioni di sabotaggio e sono corresponsabile dell'uccisione di un ufficiale tedesco, ed ora é finita. Il pensiero non mi preoccupa eccessivamente, perché, da (panda partecipavo a quelle cose, ero preparato alla possibiltà che il peggio si verificasse.
Mi dispiace soltanto di non avervi avvertiti, quando mi recavo da voi in ferie, ma ogni volta pensavo che sarebbe andata bene, e non c'era dunque r[...]
[...]é lassù noi vivremo, cantando con gioia le lodi di Dia ». Miei cari fratelli, compagni, addio! Addio!
Sono nato olandese. Ho lavorato olandese. Ho pregato in olandese. Sono stato prigioniero olandese. Muoio olandese.
Viva Cristo! Viva il Belgio! Viva l'Olanda! Viva la libertà!
Charles Appelman
JACQUES GUY
Belga, nato a Veviers, fucilato alla cittadella di Liegi il 29 febbraio 1944. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Caro papà e cara Mamy,
eccovi una seconda lettera nella quale vi racconto come tutto é andato. Siamo stati traditi. Arrivato alla Piazza Vieuxtemps, mi sono visto circondato di Feldgendarmes. Da quel momento ho capita che tutto era finito. Alla Kommandantur mi hanno interrogato, hanno voluto farmi parlare. Sono stato battuto, legato ad un tavolo, con fustigate che cadevano come la pioggia. Ma mai, davvero mai, ho fatto il nome di nessuno. Avrei potuto salvare la mia testa, ma ho preferito nulla fare e nulla dire che potesse tradire la patria.
Ti renderai conto che dopo tutto questo ho il coraggio sufficient[...]
[...]NNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
P. S. Di ai miei amici che non rimpiango nulla di ciò che ho fatto, che ricomincerei la mia vita sulla stessa via che ho seguito, per quanto riguarda il mio lavoro.
Ti abbraccio un'ultima volta.
F.
PAUL THIERRET
Francese, arrestato il 18 maggio 1942, fucilato il successivo 21 ottolyre. (Lettera tratta dalla raccolta « Lettres de fusillés », Éditions France d'Abord, Paris, 1946)
Ottobre 1942
Alla mia cara moglie, alla mia famiglia, ai miei amici.
Fui condotto alla Brigata Speciale dove subii un primo interrogatorio, ma non risposi nulla. Fui incatenato e custodito da tre guardie, isolato in una stanza.
L'indomani, nuovo interrogatorio con la minaccia di punizioni, uno di quelli che erano stati arrestati avendo detto che io gli avevo consegnato una rivoltella. Risposi che era un romanzo d'appendice e fui ricondotto nella mia cella con la promessa che mi avrebbero ben fatto parlare. Nel frattempo avevo visto mia moglie che portavano alla antropometria.
L'indomani, 20 maggio, venivo condotto a[...]
[...]armi due alla volta. Fu durante questa seduta che un colpo di manganello mi fece saltare l'occhio destro. Malgrado tutto, non una parola usci dalle mie labbra, dovettero riportarmi via. Mi gettarono in una cella dove, non so come, passai la natte. Un mese dopo ero ancora tutto nero dal collo ai polpacci, in seguito ai colpi, ricevuti; non so quante volte svenni.
Lasciai il deposito (dove avevo avuto la gioia e insieme il dolore di vedere la mia cara moglie, non ancora liberata) il 10 giugno, per raggiungere la Santé, dove mi trovo da quella data. Do
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
vevo subire l'interrogatorio da parte dei tedeschi 1'11 e il 17 giugno, poi il 14 luglio. Non fu peggiore di quello che avevo dovuto subire da parte dei francesi. Quelli, almeno, hanno la scusa di difendersi, ma cosa dire dei poliziotti francesi?
Il vero supplizio é che dal 10 giugno al 1° ottobre ho avuto giorno e notte le mani legate dietro la schiena: se volete aggiungere quanto ero martoriato nella mia carne (sotto i colpi le[...]
[...]zoni si sono spaccati), mi era quasi impossibile sdraiarmi. Solo, senza notizie, senza niente e la pancia vuota, ho tuttavia tenuto duro...
Vi sono state 18 condanne a morte su 24.
Dopo la fine del processo ci hanno tolto le manette e ci prestano dei libri e soprattutto grazie a voi ho dei pacchi. Vi dico mille volte grazie. Noi ora non attendiamo più che un prossimo pomeriggio quando, verso le 16, noi moriremo molto coraggiosamente.
Alla mia cara moglie, alla mia famiglia, ai miei compagni, a tutti, addio.
A tutti voi affido mia moglie, amatela, aiutatela, io l'amo tanto.
Paul
JEAN CAMUS
Francese, nato a Gonesse (S.et0.) il 25 matzo 1926, fucilato i1 25 aprile 1944. (Lettera tratta dalla raccolta ((Lettres de fusillés », Editions France d'Abord, Paris, 1946)
Fresnes, 25 aprile 1944
Cará mammina cara,
perdonami, mia cara mamma, di averti già dato tante pene, ma oggi te ne dò una più dolorosa di tutte: fra due ore, cioè alle quindici di questo pomeriggio, sarò fucilato dal plotone d'esecuzione.
Sono stato condannato a morte 1'11 aprile e sarò fucilato a 18
40 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
anni ed un mese giusto: muoio da valoroso che ha la coscienza di non aver fatto che il suo dovere. Voglio proprio, cara mamma, che tu non ti faccia del cattivo sangue per tuo figlio, perché io non sono più da compiangere, parto per raggiungere il regno di Dio dove sari) molto felice: quelli che sono più da compiangere siete voi, tu ed il mio amato papá.
Prima di morire, domando perdono a tutte le persone a cui ho fatto del male e perdono tutte le persone che mi hanno fatto del male..
Tu andrai a trovare Clémence, Léon, i miei cugini, le mie cugine, così come Henriette e tutta la sua famiglia. Voglio anche abbracciare Antoine e Renée, così come la nonna e Huguette. Andrai da Suzanne e abbraccerai tutti, quest[...]
[...]ed il mio amato papá.
Prima di morire, domando perdono a tutte le persone a cui ho fatto del male e perdono tutte le persone che mi hanno fatto del male..
Tu andrai a trovare Clémence, Léon, i miei cugini, le mie cugine, così come Henriette e tutta la sua famiglia. Voglio anche abbracciare Antoine e Renée, così come la nonna e Huguette. Andrai da Suzanne e abbraccerai tutti, questa è la mia ultima volontá. Soprattutto, soprattutto, mammina mia cara, reagisci e riprendi il corso della vita normale.
Dopo la guerra, fa riprendere il mio corpo o i suoi resti e falli mettere vicino al mio povero nonno Désiré Camus: va a trovare il Signor T... e digli che il suo vecchio allievo lo abbraccia di tutto cuore.
Ti lascio, cara mamma, per mangiare un poco e per non morire a stomaco vuoto. Per adesso ti dico arrivederci, cara mamma, ma t'invito a credere che solo ora vedo ciò che tu rappresentavi per me
Jean Camus
JEAN ARTHUS
Francese, studente al Liceo Buffon di Parigi. Arrestato con altri quattro studenti nel corso di una manifestazione al liceo, il 10 marzo 1942, viene con essi fucilato, l'8 febbraio 1943, al MontValerien (Parigi). (Lettera al padre tratta dalla raccolta «Lettres de fusillés n, Éditions France d'Abord, Paris, 1946)
8 Febbraio 1943
Mio carissimo,
non so se tu t'aspettassi di rivedermi: io me lo aspettavo. Ci hanno detto stamattina ch'era finita, allora addio. So che è un col
LETTERE DI CO[...]
[...]ata Garibaldi « Liguria », il 17 aprile 1944 viene catturato nel corso di un rastrellamento, tradotto di carcere in carcere e più volte seviziato. Fucilato al Colle del Turchino, il 19 maggio 1944, con altri cinquantasette patrioti. (Lettera inedita avuta dalla famiglia per il tramite di Calisto Saettone di Genova)
Carceri 16/5/1944
Mammina carissima,
un triste presentimento mi dice che oggi é stata l'ultima volta che ci siamo visti.
Mammina cara, il destino continua ad essere crudele con te.
Questa mia vita che insieme abbiamo contesa tante volte alla morte, credo stia per sfuggirmi. Ti sia di conforto il pensiero che io sarò forte fino all'ultimo.
Certamente paura non ne sento. L'unica grande spina del mio cuore é il sapere che tu e Milli resterete sole al mondo.
Ho volñto seguire la mia idea e adesso mi domando se di fronte a te avevo il diritto di farlo.
Perdonami, mammina, se ti cagiono questo grande dolore. Ti avevo pur detto che mi sembrava poco naturale restar vivo solo io fra tanti compagni morti.
Adesso andrò con loro. [...]
[...] a Mondovì (Cuneo) il 14 maggio 1926, pettinatrice. E collegatrice e rifornitrice di viveri e materiale per le formazioni partigiane operanti nella zona di Savona. Arrestata nella notte fra il 14 ed il 15 ottobre 1944, il successivo lo novembre viene fucilata alla Fortezza di Savona con altri cinque patrioti tra cui due donne. (Lettera tratta dalla raccolta «Lettere di condannati a morte della resistenza italiana », Einaudi, Torino, 1952)
Mimma cara,
la tua mamma se ne va pensandoti e amandoti, mia creatura adorata, sii buona, studia ed ubbidisci sempre agli zii che t'allevano, amali come fossi io.
Io sono tranquilla. Tu devi dire a tutti i nostri cari parenti, nonni e gli altri, che mi perdonino il dolore che dò loro. Non devi piangere né vergognarti per me. Quando sarai grande capirai meglio. Ti chiedo una cosa sola: studia, io ti proteggerò dal cielo.
Abbraccio con il pensiero te e tutti, ricordandovi
la tua infelice mamma
GUGLIELMO JERVIS
Italiano, nato a Napoli il 31 dicembre 1901, ingegnere. E uno dei primi organizzatori dell[...]