Brano: [...]smo milanese che trovò in lui uno dei maestri della nuova scuola scenografica scaligera. Lavorò regolarmente alla Scala dal 1792 al 1817, dedicandosi in seguito tutto all'insegnamento.
150 PAOLO BOSISIO
Reale, fortemente modificata nell'organico rispetto all'allestimento del Tieste. Paolo Belli Blanes fu Ajace e il Prepiani fu Agamennone; la celebre Fiorilli Pellandi 28 diede vita al personaggio di Tecmessa, il Tessari fu Ulisse, il Bettini un Calcante un po' giovane e il Fabbrichesi tenne per sé la particina di Teucro. Attori di prim'ordine, dunque, anche se non tutti perfettamente « in parte ». Nonostante le ottime premesse, tuttavia, il successo fu tiepido, come si deduce dalle cronache piú obiettive della serata: gli applausi, abbastanza calorosi per i primi tre atti, divennero sempre piú radi nella seconda parte della tragedia per mescolarsi ai fischi o disperdersi in un silenzio eloquente alla fine dello spettacolo 29. Lo scarso entusiasmo del pubblico è una spia importante che non deve essere sottovalutata: sarà dunque utile ricercar[...]
[...] e Tecmessa (v, 2) e il soliloquio che precede il suicidio di Ajace, in cui il Foscolo dosa con sapienza mezzi squisitamente teatrali (iterazioni esclamative, sentenze icastiche, monologo interiore), trascorrendo da toni riflessivi a toni patetici e fino esasperati, con risultati di indubbio rilievo scenico (v, 4). Quanto al problema
43 Cfr. Ajace, I, 4 (Agamennone: 4 battute, vv. 19; Teucro: 5 battute, vv. 51; Ulisse: 1 battuta, vv. 3); II, 1 (Calcante: 6 battute, vv. 100; Agamennone: 6 battute, vv. 57); III, 3 (Agamennone: 14 battute, vv. 37; Ulisse: 15 battute, vv. 143); v, 3 (Ajace: 6 battute, vv. 64; Calcante: 7 battute, vv. 14).
44 Già l'Alfieri aveva abolito i personaggi di « confidente », preferendo ad essi l'artifizio del soliloquio.
LA RAPPRESENTAZIONE DELL'« AJACE » E LA TECNICA TEATRALE FOSCOLIANA 155
di un linguaggio e di uno stile specificamente teatrali, il Foscolo svolse attente e lucide riflessioni 45: capi la necessità di un linguaggio immediatamente comprensibile da parte del pubblico e forse sentí anche l'esigenza di un dettato piú vicino all'uso del dialogo quotidiano. Nelle sue tragedie, tuttavia, egli volle uno « stile alto e confinante quasi col lirico » 46 e, nell'Ajace in p[...]