Brano: [...]el cattolico militante attraverso una vita cristiana integrale. Occorre formare, disse il secondo, non una massa rigidamente inquadrata, ma cellule vitali di vita cristiana; occorre rendere inquieti gli uomini per il regno di Dio, incitandoli sempre più all'amore di Cristo che tende a comunicarsi agli altri. L'ultima vittoria sarà quella della verità, della giustizia, dell'amore.
Affermazioni particolarmente importanti furono fatte dal cardinal Caggiano, vescovo di Rosario (Argentina), circa le relazioni fra Azione cattolica e società civile. Egli ricordò che i cattolici, oltreché membri della Chiesa, sono cittadini della città terrena, entro la quale debbono dare la loro collaborazione al bene comune temporale che é il fine della società civile. Questo non é più il campo dell'Azione cattolica, ma dell'azione « dei cattolici », disposti — e qui citò parole di Pio XII del 1945 — ad innestare nel campo sociale, economico, giuridico, il vero spirito cristiano, e a salvaguardare con l'azione civica e politica gli interessi religiosi. Quindi, pre[...]
[...]e debbono dare la loro collaborazione al bene comune temporale che é il fine della società civile. Questo non é più il campo dell'Azione cattolica, ma dell'azione « dei cattolici », disposti — e qui citò parole di Pio XII del 1945 — ad innestare nel campo sociale, economico, giuridico, il vero spirito cristiano, e a salvaguardare con l'azione civica e politica gli interessi religiosi. Quindi, precisando il punto di vista teorico, l'Eminentissimo Caggiano concluse che l'oggetto dell'Azione cattolica é essenzialmente soprannaturale, e pertanto non si inserisce direttamente ed exprof esso nel temporale, ma ha su di esso le ripercussioni piú felici; ed é per questo che si può parlare di influenza sociale dell'Azione cattolica nel campo economicösociale, e persino in quello politico.
Nello stesso ordine di idee si mosse Charles Flory, presidente delle « Settimane sociali » di Francia: un « attivista » laico, dunque, particolarmente portato (si doveva credere) a metter l'accento sull'attività «temporale» dell'Azione cattolica. Egli disse che l'apo[...]
[...]e) a metter l'accento sull'attività «temporale» dell'Azione cattolica. Egli disse che l'apostolato laico postula la instaurazione di un ordine sociale rispondente alle esigenze cristiane. Questo nuovo ordine tanto più si sarebbe potuto dire cristiano quanto maggiormente riuscisse a promuovere, nella giustizia, il bene degli individui e della collettività.
Credo, dunque, di non essere stato interprete infedele di queste affermazioni del cardinal Caggiano e del signor Flory — e più in generale dello spirito dominante nel congresso allorquando, nella Stampa del 14 ottobre 1951, scrissi che da queste affermazioni l'ordine sociale cristiano appariva tt non come costruzione,
L'AZIONE CATTOLICA 87
dal di fuori e dall'alto, di forze confessionali, ma come il prodotto organico di una società penetrata dello spirito cristiano ». Seguitavo: «Una concezione simile non richiede, anzi esclude, politiche confessionali, privilegi ecclesiastici, invocazioni o aspirazioni verso un «braccio secolare» interveniente a mantenere l'unità della fede, manifestate[...]