Brano: Comitato di liberazione nazionale regionale piemontese
breve periodo di interinato di Car
lo Ronza subito dopo l’ùdcisione di Galimberti). A capo di stato maggiore fu designato Gino Baracco li C.M.R.P. svolse la propria attività collegialmente, ebbe alle dipendenze un corpo di ispettori regionali e più tardi, dopo la costituzione dei comandi di zona, diresse i comandanti delle 8 zone militari in cui fu suddiviso il Piemonte.
All’inizio le zone furono le seguenti: I LaghiBiellese; Il Valle d'Aosta; III CanavesanaLanzo; IV Cuneo Ovest; V MonregaleseLanghe; VI SusaChisone; VII Monferrato; Vili Alessandria.
Prima della Liberazione furono operate alcune modifiche e lezzone salirono a 9:
I Biellese; Il Valle d’Aosta; III Canavesana e Valli di Lanzo; IV Valli SusaSangoneChisoneGermanascaP[...]
[...]onregalese; VII Alessandrino; Vili Monferrato; IX Basso Astigiano.
II criterio del decentramento per zone mirava a dare maggiore articolazione e autonomia alle formazioni. Superando non lievi ostacoli, derivanti soprattutto da contestazioni tra le diverse unità partigiane, un po' alla volta i comandi di zona riuscirono a entrare in funzione, diventando perni dell’efficienza unitaria che caratterizzò il partigianato piemontese.
Attività del C.M.R.P.
Il Comando militare regionale riuscì a ordinare la complessa materia dei rapporti con le missioni alleate aviolanciate, conferì. regolarità e maggiore equità nell’assegnazione dei fondi alle diverse formazioni ed ebbe a sua disposizione servizi ausiliari che resero contributi preziosi all’ulteriore sviluppo deH’organizzazione militare. Sul piano tattico, le direttive del C.M.R.P. perfezionarono e dettagliarono gli aspetti dei piani di guerriglia predisposti dai precedenti comitati militari, dando migliore organicità alle iniziative partigiane nei vari punti dello scacchiere regionale.
Durante l’offensiva estiva delle formazioni, in coincidenza con gli sbarchi alleati in Normandia e in Provenza, la condotta prudenziale e abile del C.M.R.P. permise allo schieramento partigiano di impegnare le forze nemiche con il massimo di intensità possibile, senza lanciarsi attrarre dal miraggio di una imminente liberazione: fu infatti lo stesso C.M.R.P. a imporre un atteggiamento offensivo che evitasse operazioni in massa prima dell’arrivo degli Allearti, cosa che avrebbe causato alle forze partigiane rovesci irreparabili.
Nel novembre 1944, quando venne diramato il noto proclama di Alexander (v.) che invitava le forma
zioni a smobilitare in vista dell’inverno, il Comando si trovò unito nel respingere la proposta, ma diviso sulla opportunità o meno di diminuire il contingente partigiano, anche in relazione alle gravi difficoltà finanziarie esistenti. Soprattutto per la decisa opposizione del rappresentante comunista, l’ipotesi di un ra[...]
[...]i di delicata indole militare e politica sorsero, nello stesso inverno, per il controllo di alcune formazioni partigiane della Valle d'Aosta, nelle quali veniva alimentato un forte sentimento autonomistico non disgiunto, talvolta, da mire annessionistiche della Francia. Più tardi, il contatto fra unità partigiane piemontesi e forze dell’esercito gollista ai confini alpini e l’atteggiamento prevaricatore di qualche Comando francese costrinsero il C.M.R.P. a impartire direttive nelle quali, accanto all’esigenza di prò* cedere di concerto con gli Alleati, non mancava l’invito a opporsi a qualsiasi tentativo di sottrarre le formazioni agli ordini del Comandi italiani o di occupare arbitrariamente parti del territorio nazionale.
L’insurrezione
All’inizio del 1945, con l’approssimarsi della fase finale del conflitto, il C.M.R.P. elaborò, sulla traccia di un piano già predisposto nell’autunno precedente (il cosiddetto Piano
27 E) le « Direttive operative » miranti a sincronizzare il movimento insurrezionale di tutte le unità partigiane piemontesi. Nella fase che precedette l’applicazione del piano il Comando impartì ordini di attacco generale al nemico: fra il marzo e l’aprile 1945 i nazifascisti furono infatti sottoposti in tutta la regione a un incessante martellamento offensivo che li fece giungere alla vigilia del 25 aprile indeboliti e in parte già scompaginati. La sera del
Il Comando militare del C.L.N.R.P[...]