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Il segmento testuale C.M.R.P. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 613

Brano: Comitato di liberazione nazionale regionale piemontese

breve periodo di interinato di Car

lo Ronza subito dopo l’ùdcisione di Galimberti). A capo di stato maggiore fu designato Gino Baracco li C.M.R.P. svolse la propria attività collegialmente, ebbe alle dipendenze un corpo di ispettori regionali e più tardi, dopo la costituzione dei comandi di zona, diresse i comandanti delle 8 zone militari in cui fu suddiviso il Piemonte.

All’inizio le zone furono le seguenti: I LaghiBiellese; Il Valle d'Aosta; III CanavesanaLanzo; IV Cuneo Ovest; V MonregaleseLanghe; VI SusaChisone; VII Monferrato; Vili Alessandria.

Prima della Liberazione furono operate alcune modifiche e lezzone salirono a 9:

I Biellese; Il Valle d’Aosta; III Canavesana e Valli di Lanzo; IV Valli SusaSangoneChisoneGermanascaP[...]

[...]onregalese; VII Alessandrino; Vili Monferrato; IX Basso Astigiano.

II criterio del decentramento per zone mirava a dare maggiore articolazione e autonomia alle formazioni. Superando non lievi ostacoli, derivanti soprattutto da contestazioni tra le diverse unità partigiane, un po' alla volta i comandi di zona riuscirono a entrare in funzione, diventando perni dell’efficienza unitaria che caratterizzò il partigianato piemontese.

Attività del C.M.R.P.

Il Comando militare regionale riuscì a ordinare la complessa materia dei rapporti con le missioni alleate aviolanciate, conferì. regolarità e maggiore equità nell’assegnazione dei fondi alle diverse formazioni ed ebbe a sua disposizione servizi ausiliari che resero contributi preziosi all’ulteriore sviluppo deH’organizzazione militare. Sul piano tattico, le direttive del C.M.R.P. perfezionarono e dettagliarono gli aspetti dei piani di guerriglia predisposti dai precedenti comitati militari, dando migliore organicità alle iniziative partigiane nei vari punti dello scacchiere regionale.

Durante l’offensiva estiva delle formazioni, in coincidenza con gli sbarchi alleati in Normandia e in Provenza, la condotta prudenziale e abile del C.M.R.P. permise allo schieramento partigiano di impegnare le forze nemiche con il massimo di intensità possibile, senza lanciarsi attrarre dal miraggio di una imminente liberazione: fu infatti lo stesso C.M.R.P. a imporre un atteggiamento offensivo che evitasse operazioni in massa prima dell’arrivo degli Allearti, cosa che avrebbe causato alle forze partigiane rovesci irreparabili.

Nel novembre 1944, quando venne diramato il noto proclama di Alexander (v.) che invitava le forma

zioni a smobilitare in vista dell’inverno, il Comando si trovò unito nel respingere la proposta, ma diviso sulla opportunità o meno di diminuire il contingente partigiano, anche in relazione alle gravi difficoltà finanziarie esistenti. Soprattutto per la decisa opposizione del rappresentante comunista, l’ipotesi di un ra[...]

[...]i di delicata indole militare e politica sorsero, nello stesso inverno, per il controllo di alcune formazioni partigiane della Valle d'Aosta, nelle quali veniva alimentato un forte sentimento autonomistico non disgiunto, talvolta, da mire annessionistiche della Francia. Più tardi, il contatto fra unità partigiane piemontesi e forze dell’esercito gollista ai confini alpini e l’atteggiamento prevaricatore di qualche Comando francese costrinsero il C.M.R.P. a impartire direttive nelle quali, accanto all’esigenza di prò* cedere di concerto con gli Alleati, non mancava l’invito a opporsi a qualsiasi tentativo di sottrarre le formazioni agli ordini del Comandi italiani o di occupare arbitrariamente parti del territorio nazionale.

L’insurrezione

All’inizio del 1945, con l’approssimarsi della fase finale del conflitto, il C.M.R.P. elaborò, sulla traccia di un piano già predisposto nell’autunno precedente (il cosiddetto Piano

27 E) le « Direttive operative » miranti a sincronizzare il movimento insurrezionale di tutte le unità partigiane piemontesi. Nella fase che precedette l’applicazione del piano il Comando impartì ordini di attacco generale al nemico: fra il marzo e l’aprile 1945 i nazifascisti furono infatti sottoposti in tutta la regione a un incessante martellamento offensivo che li fece giungere alla vigilia del 25 aprile indeboliti e in parte già scompaginati. La sera del

Il Comando militare del C.L.N.R.P[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 221

Brano: [...]rra; nella campagna d’Africa meritava la medaglia di bronzo e la croce di ferro di 1a classe per il suo leggendario sprezzo del pericolo.

Monarchico, animato da amor patrio e della bandiera, T8 settembre 1943 non esitò a scegliere la lotta rischiosa e oscura: si mise subito a disposizione del primo Comando militare regionale piemontese. Quando, il 4 febbraio, cadde crivellato di piombo nel centro di Torino il maggiore Pezzetti, consulente del C.M.R.P., Balbis chiese di prenderne il posto perché era « il più pericoloso »: gli furono affidate funzioni di controspionaggio e di collegamento. Catturato nel Duomo di Torino il 31.3.1944, insieme agli altri membri del C.M.R.P., processato, tenne contegno fiero, nobilissimo. Al presidente che gli chiedeva come mai non avesse aderito alla repubblica fascista, rispondeva: « Ho sempre camminato sulla linea dell’onore ». Fucilato al Poligono del Martinetto il 5.4.1944. Dinanzi al plotone di esecuzione, sorridendo, chiese di firmare la propria cassa perché il babbo non faticasse a trovarla. È stato decorato di medaglia d’oro al valor militare alla memoria

« Babbo, arrivederci, ti stringo a me nel virile abbraccio degli uomini forti e chiedo la tua benedizione; — scriveva poche ore prima che la mitraglia lo falciasse, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 234

Brano: [...]po della costituzione delle squadre d’azione cittadine.

Arrestato il 23.11.1944, gli furono contestate le imputazioni di appartenenza a bande armate, cospirazione contro i poteri dello Stato e intelligenza col nemico. Picchiato a sangue dai fascisti, mantenne l’assoluto segreto sull’organizzazione del C.L.N.. Il 23.2.1945 venne liberato in seguito a uno scambio di prigionieri e riprese il suo posto nelle file della Resistenza, come membro del C.M.R.P. e del Comando regionale delle formazioni Autonome. Alle sue eccezionali qualità di organizzatore ed al suo coraggio, il C.M.R.P. dovette l’efficienza raggiunta da talune branche della propria struttura, quali i servizi di approvvigionamento e la sezione documenti falsi. Vive a Torino ed esercita la professione di rappresentante di commercio.

V.Fu.

Baraldi, Primo

N. il 20.9.1900 a Soliera (Modena);

234



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 363

Brano: [...]eranno nella Resistenza e nella lotta partigiana sul suolo della patria.

A.Va.

Brigate Autonome

Raggruppamento Divisioni Autonome MonregaleseLanghe. Tale denominazione fu assunta dalle formazioni partigiane ufficialmente definite « a carattere autonomo », ovvero non inquadrate nei raggruppamenti garibaldini, di « Giustizia e Libertà» e «Matteotti». In base all’ordinanza emessa il 15.8.1944 dal Comando militare regionale per il Piemonte (C.M.R.P.), tali formazioni operavano nelle seguenti zone: vai d’OssoIa; alta valle d’Aosta; vai Sangone e vai Chisone; alto Tanaro, Monregalese, Langhe; basso Monferrato (zona di Crescentino). Requisiti peculiari delle formazioni

— sorte con l’apporto preminente di membri (ufficiali e soldati) del regio esercito disciolto dopo I'8.9.

1943, e quindi ufficialmente rappre

sentate nel C.M.R.P. da un ufficiale generale già in s.p.e. — furono l'apartiticità, intesa come astensione da legami di appartenenza a partiti e movimenti politici (il che naturalmente non impediva la piena subordinazione alle direttive di un organismo interpartitico come il C. L.N., di cui si riconosceva e rispettava l’autorità), e l’agnosticità in materia istituzionale. Di conseguenza ciò, mentre da un fato valse a porre in risalto l’aspetto prevalentemente militare dell’azione degli « autonomi », dall'altro servì ad accentuare il carattere schiettamente democratico e largamente popolare della guerra partigian[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 611

Brano: [...]liberazione nazionale regionale piemontese

finanziamento, gli approvvigionamenti, l'attività sindacale, gli scambi dei prigionieri, e altre ancora. Dalla sua costituzione al giugno 1944 il C.L.N.R.P. si avvalse della consulenza tecnica di un Comitato militare composto da delegati dei partiti e da elementi dell’ex esercito regio postisi ai suoi ordini. Nel giugno 1944 il Comitato militare fu sostituito dal Comando unificato regionale piemonte (C.M.R.P.), composto dai quattro responsabili delle formazioni partigiane « Garibaldi », « Giustizia e Libertà », « Matteotti » e « Autonome » del Piemonte.

L'attività svolta

Dal 20.10.1943 il C.L.N.R.P. pubblicò un proprio organo ufficiale di stampa, intitolato La riscossa italiana. Tra le sue prime manifestazioni d’attività vanno annoverati i decreti emanati in materia amministrativa, inaugurando una pratica legislativa che si sarebbe protratta per tutto il corso della Resistenza e legiferando in materia anche non di stretta competenza regionale (decreti sul riconoscimento dei danni alle vittim[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 612

Brano: [...]un livello più avanzato l’intera organizzazione unitaria delle forze partigiane piemontesi.

A metà giugno del 1944, dopo laboriose trattative fra i partiti e in Qonformità a direttive emanate dal Comando militare del C.L.N.A.I., il Comitato trasferì le proprie funzioni al Comando militare regionale piemontese.

Il Comando militare

Costituitosi nel giugno 1944 alle dipendenze del C.L.N. regionale, il Comando militare regionale piemontese (C.M.R.P.) risultò composto dal generale Alessandro Trabucchi (cui venne anche affidato il compito di coordinatore) nella veste di comandante delle formazioni Autonome della regione, eia Tancredi Galimberti per le formazioni « Giustizia e Libertà », da Giordano Pratolongo per le Brigate Garibaldi e da Luigi Pittavino per le « Matteotti ». Successivamente Francesco Scotti subentrò a Pratolongo, Andrea Camia successe a Pittavino e Dante Livio Bianco a Galimberti (con un



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 614

Brano: Comitato di liberazione nazionale regionale piemontese

24.4.1945 il C.M.R.P. diramò l’ordine di insurrezione « Aldo dice 26x1 » (v.)f sventando un’ultima manovra del colonnello Stevens tendente a impedire l’azione insurrezionale prima dell’arrivo delle truppe alleate, il piano di liberazione fu attuato con rapidità e in modo talmente ordinato che i partigiani liberarono tutti i centri della regione prima che vi giungessero le avanguardie alleate. Quando reparti creile divisioni tedesche 5a e 34a provenienti dalla Liguria giunsero a Torino e pretesero di attraversarla minacciando in caso diverso la devastazione, ogni proposta di accordo^affinché tale passaggio avveniss[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 170

Brano: [...]egolo il 13 febbraio, Beltrami vi troverà la morte con altri 11 dei suoi compagni (v. Megolo, Battaglia di ). Questa disfatta segnerà la fine di una fase del primo duro inverno partigiano nel Cusio.

Dal gennaio 1944 l’avvocato Borgna di Borgomanero sostituì Torelli nel C.L.N. provinciale, cui collaborò, come coordinatore militare, anche il capitano Giulio Bigi!eri. Quest’ultimo, arrestato a Torino il

30.3.1944, con gli altri componenti del C.M.R.P., sarà fucilato pochi giorni dopo al Poligono di tiro del Martinetto (v.).

Nel marzo 1944 anche nel Novarese si ebbero scioperi: alle Officine Meccaniche Sant'Andrea di Novara, gli operai respinsero il gerarca BelJoni che, con squadristi della « Muti », tentava di intimidire gli scioperanti; si scioperò per due giorni anche alla Scotti & Brioschi e alla DelI’Erra.

Il 9.5.1944 i fascisti della « Tagliamelo », rastrellando la Valstrona, sorpresero a Forno (v.) un ospedale partigiano: 7 degenti e i due medici [Vito Casaburo e Gianni Castaldi) vennero fucilati sul piazzale della chiesa; altr[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine C.M.R.P., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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