Brano: Bari, Eccidio di
disponga le condizioni necessarie al raggiungimento degli scopi suddetti ».
Firmarono: per il Partito liberale, Michele De Pietro; per la Democrazia cristiana, Angelico Venuti; per la Democrazia del lavoro, Andrea Galdo; per il Partito d’Azione, Adolfo Omodeo; per il Partito socialista, Luigi Renato Sansone; per il Partito comunista, Paolo Tedeschi (Velio Spano).
La Giunta esecutiva risultò composta dei seguenti rappresentanti designati dai rispettivi partiti: Francesco Cerabona, per la Democrazia del lavoro; Vincenzo Arangio Ruiz, per il Partito liberale; Velio Spano per il Partito comunista italiano; Vincenzo Cai ace, per il Partito d'Azione; Angelo Raffaele Jervolino, per la Democrazia cristiana; Oreste Lizzardi per il Partito socialista italiano.
Alberto Cianca concluse i lavori congressuali con poche parole, vivamente applaudite: « Il Congresso si è chiuso.[...]
[...]enato Sansone; per il Partito comunista, Paolo Tedeschi (Velio Spano).
La Giunta esecutiva risultò composta dei seguenti rappresentanti designati dai rispettivi partiti: Francesco Cerabona, per la Democrazia del lavoro; Vincenzo Arangio Ruiz, per il Partito liberale; Velio Spano per il Partito comunista italiano; Vincenzo Cai ace, per il Partito d'Azione; Angelo Raffaele Jervolino, per la Democrazia cristiana; Oreste Lizzardi per il Partito socialista italiano.
Alberto Cianca concluse i lavori congressuali con poche parole, vivamente applaudite: « Il Congresso si è chiuso. Abbiamo compiuto il nostro dovere, raggiungendo l’unanimità. Questa unanimità dev'essere conservata fino al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo assegnati ».
A ventanni di distanza, pur considerando i contrasti e le insufficienze che resero difficile il raggiungimento di conclusioni unanimi, il giudizio sul congresso di Bari non può che essere positivo. Quell’assise seppe richiamare su di sè l’attenzione dei popoli liberi e di quelli ancora oppressi dai tedeschi. Per la prima volta nel corso del conflitto, un popolo cercava di riscattare un passato di umiliazione e di vergogna, imposto con la violenza e l’arbitrio. Fu altamente significativo che uomini provenienti dalle carceri, dall’esilio, dal confino, diversi per formazione politica e ideologica, si ispirassero all’interesse del paese, e solo a questo, per ritrovare quell’unità che f[...]
[...]olitica e ideologica, si ispirassero all’interesse del paese, e solo a questo, per ritrovare quell’unità che fu la base della liberazione e della ricostruzione dell’Italia. Per la prima volta dopo vent’anni il regime monarchico fu messo sotto accusa e il re bollato di tradimento. Anche sul terreno istituzionale non può negarsi che Bari rappresentò il primo passo che porterà, due anni dopo, alla proclamazione della Repubblica.
O. Li.
I partecipanti
Seguono, distinti per provincia, i nomi dei componenti dei C.L.N. dell'Italia centromeridionale partecipanti al congresso di Bari; tra parentesi, il rispettivo partito.
Bari: Vincenzo Cai ace, Giuseppe De Philippis, Tommaso Fiore (P. d'A.); Antonio Di Donato (P.C.I.) ; Natale Lojacono (D.C.); Raffaele La Volpe, Giuseppe Laterza (P.L
I.); Eugenio Laricchiuta (P.S.I.).
Brindisi: Vittorio Palermo (P.C.I.); Vincenzo Taormina (D.C.); Felice Assennato (P.S.I.). Foggia: Michele Lametta (P. d'A.); Antonio Bonito (P.C.I.); Antonio Matrella (D.C.); Silvio Danza (Dem. lavoro); Luigi Viglia, Alessandro Rocco (P.L.I.); Domenico Fioritto (P.S.I.).
Lecce: Alfredo Bernardini (P. d’A.); Armando Povero (P.C.I.); Pietro Lecci?,o (D.C.); Mario Montessori, Piero Massari (Dem. iavoro); Michele De Pietro (P.L.I.); Vito Mario Stampacchia (P.S.I.).
Taranto: Amedeo Renzulli (P.C.I.); Giulio Sansonetti (D.C.); Alfredo Fighera (P.L.I.). Matera: Eugenio Turri (P. d’A.); Vincenzo Milillo (P.S.I.).
Potenza: Donato Leone (P.C.I.); Attilio Dì Napoli (P.S.I.).
Cosenza: Giovanni Wodtzka (P. d’A.); Fausto Gullo (P.C.I.); Gennaro Cassiani (D. C.); Cesare Gabriele (P.L.I.).
Catanzaro: Francesco Maruca (P.C.I.); Vincenzo Turco (D.C.); Nicola Lombardi (Dem. lavoro); Raffaele Ranty (P.L.I.).
Reggio Calabria: Enrico Putorti (P. d’A.); Eugenio Musolino (P.C.I.); Vincenzo Milazzo (D.C.); Domenico Tripepi (Dem. lavoro); Guglielmo Calarco (P.S.I.).
Avellino: Raffaele Intontì (D.C.).
Benevento: Giuseppe La Vita (P.C.I.); Antonio Lepore (D.C.); Leonardo Lojonne (P.
5.1.).
Caserta: Saverio Morola (P. d’A.); Corrado Graziadel (P.C.I.); Clemente Piscitela, Generoso Jodice (D.C.); Eugenio Della Valle (P.L.I.).
Napoli: Ruggero De Ritis, Adolfo Omodeo, Antonio Pane (P. d’A); Ciro Picardi (P.C.I.); Silvio Gava, Angelico Venuti (D.C.); Francesco Cerabona, Giuseppe Patruno (Dem. lavoro); Vincenzo ArangioRuiz, Mario Fiorio, Giovanni Cassandro, Renato Morelli (P.L.I.); Tito Zaniboni, Scipione Rossi, Nino Gaeta, Luigi Sansone (P.S.I.).
Salerno: Alberto Accarino (P. d’A.); Girolamo Bottiglieri (D.C.); Andrea Galdo (Dem. lavoro); Ernesto Nunziante (P.L.I.); Luigi Cacciatore (P.S.I.).
Catania: Attilio Palmisciano (P. d’A.); Giuseppe Agnello, Duca Di Carcacì (D.C.); Vincenzo Rinaldi (Dem. lavoro); Domenico Albergo (P.S.I.).
Messina: Umberto Fiore (P.C.I.)
Palermo: Raimondo Lullo (R. Craveri), Vincenzo Purpura (P. d’A.); Franco Grasso (P. C.I.).
Ragusa: Guglielmo Rega (P.C.I.)
Siracusa: Diego Antiloro (P.S.I.).
Cagliari: Salvatore Sale (P. d’A.); Francesco Cocco Ortu (P.L.I.); Angelo Corsi (P.
5.1.).
Nuoro: Gonario Pinna (P. d’A.).
Sassari: Mario Berlinguer (P. d’A.); Giuseppe Tamponi (P.C.I.) ; Antonio Segni (D.C.).
Teramo: Leo Leone (P. d’A.).
Roma: Oreste Longobardi (O. Lizzadrì) (P.
5.1.), rappresentante il Comitato centrale di liberazione nazionale; Filippo Caraccio
lo (P. d’A.); Antonio Carancini (A. Salvi) (P.L.I.).
Oltre a Croce, Sforza, Giulio Rodino e Spano, parteciparono al Congresso Alberto Cianca, Dino Gentili (P. d’A.), Vincenzo
Di Mizio e Francesco Gennati (P.S.I.), rien« trati di recente in Italia. Vi presero parte anche alcuni antifascisti appartenenti a province dell’Italia ancora occupata dai tedeschi e presenti a Bari per ragioni più
o meno contingenti: Guido Molinelli (P. C.l.) e Remo Roia (P.S.I.) di Ancona; Italo Morandi (P. d’A.), di Bologna; Lionello Matteucci (P.S.I.), di Macerata; Oreste Gaetani (D.C.) e Pasquale Ricapito (P.L.I.), di Milano; Volfrano Pierangeli (P.C.I.), di Pesaro; Ciro Baiamonti. (P. d’A.), di Pescara; Gino Belli (P.L.I.), di La Spezia; Vito Bellomo (D.C.), di Treviso; Libero Giuliano (P. d’A.), di Udine; Mario Mare (M. Maestri) (P.C.I.), Angelo Sanfelice (P.L.I.) e Paolo Ardengo (P.S.I.), di Venezia; Antonio Pesenti (P.C.I.), di Verona.
Bari* Eccidio di
Strage di manifestanti antifascisti, compiuta nei 45 giorni del governo Badoglio (v.), tre giorni dopo la caduta del fascismo.
Il 28.7.1943 un gruppo di baresi, in gran parte ragazzi e studenti coi loro insegnanti, improvvisarono una manifestazione: incolonnati in corteo, con il tricolore in testa, al grido di « Viva la libertà! » si mossero verso le carceri nelle quali, nonostante il crollo del regime, continuavano a essere detenuti alcuni noti intellettuali antifascisti, tra cui Guido Calogero, Michele Citar elli, Guido De Ruggiero, Tommaso Fiore e Peppino Laterza. Al passaggio del corteo davanti alla ex sede del fascio, l’ufficiale che comandava il gruppo di militari posti a guardia dell’edificio, applicando l’ordine del capo di stato maggiore dell’esercito Roatta (v.) di « considerare qualsiasi manifestazione come azione di nemici e rispondere col fuoco », fece sparare sui manifestanti. Venti di questi caddero uccisi e, tra essi, il figlio di Tommaso Fiore, il diciottenne Graziano. Numerosi furono i feriti. Ecco i nomi delle vittime di quella che viene considerata una delle più irresponsabili azioni compiute dai militari nel clima politico instaurato dal governo Badoglio dopo il 25.7.1943: Fausto Buono, studente, di 20 anni; Gaetano Civera, scultore, di 47 anni; Francesco De Gerolamo, studente, di 21 anni; Giuseppe Di Tulli, studente, di 18 anni; Graziano Fiore, studente, di 18 anni; Nunzio Fiore, barbiere, di 42 anni; Michele Genchi, spazzino, di 15 anni; Vittorio Giove, studente, di 18 anni; Giuseppe Gurrado, professore, di 29 anni; Michele Laghezza, commesso, di 17 anni; Pao
lo Ladisa, banconista, di 17 anni; Angelo Lo Vecchio, di 13 anni; Giovanni Nicassio, studente, di 14 an
249