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Il segmento testuale Bruno Zevi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 43Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 454

Brano: [...] (v. Antifascismo giovanile organizzato). Il campo della sperimentazione, della organizzazione e dell’espressione di quell’antifascismo fu, per quei giovani intellettuali, il mondo dei Littoriali.

Il “Convegno arti figurative” di Roma del 1937 fu uno dei primi “condensatori” di forze e idee: i protagonisti furono Raffaele De Grada, Renato Guttuso e Antonello Trombadori. Lo stesso convegno, tenuto l’anno successivo a Palermo, vide protagonista Bruno Zevi che sempre sostituì la locuzione ufficiale « caratteri del l'arte fascista » con quella di « caratteri di un’arte moderna » nei suoi elaborati e nei dibattiti (so

stenendo inoltre che “un’arte moderna” doveva rompere con le tradizioni classicistiche e romane, quale era invece l'esplicito progetto più reazionario del regime per l'uso politico dell 'architettura).

Con l’attuarsi delle leggi razziali in Italia espatriò negli U.S.A., dove si laureò nel 1941 presso la Graduate School of Design dell’Università di Harvard, diretta da un altro esule, famoso, Walter Gropius, l'animatore del Bauh[...]

[...] le tradizioni classicistiche e romane, quale era invece l'esplicito progetto più reazionario del regime per l'uso politico dell 'architettura).

Con l’attuarsi delle leggi razziali in Italia espatriò negli U.S.A., dove si laureò nel 1941 presso la Graduate School of Design dell’Università di Harvard, diretta da un altro esule, famoso, Walter Gropius, l'animatore del Bauhaus distrutto dai nazisti già nel primo anno del loro potere in Germania (Bruno Zevi si laureò poi anche in Italia, presso la Facoltà di Architettura di Roma, nel

1945).

Formatosi nel clima culturale architettonico del razionalismo, del quale uno fra i più significativi maestri era appunto Gropius, negli U.S.A. Zevi maturò una radicale opposizione al modello globale che il razionalismo proponeva, e abbracciò la metodologia e la poetica dell’“architettura organica”, in relazione alle proposte architettoniche di Frank Lloyd Wrigth.

Nello stesso tempo continuava e anzi intensificava il suo impegno politico antifascista, entrando attivamente a far parte, a New York, di u[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 588

Brano: [...]o Vittorelli. Ruppe con il movimento Massimo Salvadori, fratello di Joyce, la compagna di Lussu, e se ne allontanarono altri.

il sopravvenire della seconda guerra mondiale e l'ingresso delle truppe naziste in Francia spensero il già tremulo bagliore della fiamma giellista. Quasi tutti i dirigenti dovettero cercare scampo altrove: chi negli Stati Uniti, chi in Gran Bretagna, chi in Portogallo. A New York, un gruppo formatosi attorno a Garosci, Bruno Zevi, Enzo Tagliacozzo e Renato Poggioli diede vita ai Quaderni Italiani, allo scopo di continuare il dibattito sui temi che erano stati la sostanza della « revisione » socialistaliberale di Rosselli e accogliendo anche i contributi provenienti dai gruppi « liberalsocialisti » sorti in Italia sulla scia dell'elaborazione di Giulio Calogero e Aldo Capitini.

Nell'ottobre 1941 Silvio Trentin e Fausto Nitti, rimasti nella Francia meridionale, sottoscrissero a Tolosa, a nome di G.L., un accordo unitario con i comunisti e i socialisti, dando vita a un « Comitato dazione per l’unità del popolo italian[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 494

Brano: [...]onna Rosselli ». Ferito in combattimento, rientrò in Francia, dove rimase fino ai giorni dell’occupazione nazista.

Invasa la Francia dai tedeschi, Aldo Garosci si rifugiò negli Stati Uniti dove, a contatto con Gaetano Salvemini e con gli altri esuli, proseguì un'intensa attività di propaganda antifascista e di elaborazione critica attorno ai temi del « socialismo liberale ». Partecipò, tra l'altro, alla redazione dei « Quaderni Italiani » con Bruno Zevi, Enzo Tagli acozzo, Renato Poggioli.

Rientrato in Italia all’indomani della caduta del fascismo, dopo T8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file del Partito d’Azione (v.), di cui fu uno dei dirigenti. Direttore del quotidiano L’Italia socialista negli anni successivi allo scioglimento del P.d'A., collaboratore de « Il Mondo » e della R.A.I., ha intrapreso la carriera universitaria e ottenuto la cattedra di Storia moderna all’Università di Torino.

È autore di numerosi saggi storicopolitici, fra i quali si ricordano: Vita di Carlo Rosselli, Roma, 1946; Storia della Franc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 214

Brano: [...]ati Uniti, in periodi diversi, altri esuli antifascisti : Gaetano Salvemini e, con lui, una serie di intellettuali e uomini di cultura, da G.A. Borghese a Max Ascoli (che fu poi il primo presidente della Mazzini Society), Alberto Tarchiani, Giorgio Lapiana, Lionello Venturi, Guido Ferrando, Michele Cantarella, Renato Poggioli, Mario Einaudi, Giorgio Santillano, Giulio Bonfante, Leonardo Olscki, Enzo Tagli acozzo, Arturo Toscani ni, Enrico Fermi, Bruno Zevi, Aldo Garosci, Carlo Sforza, Alberto Cianca, Aurelio Natoli, Randolfo Pacciardi e Luigi Sturzo.

Dei comunisti, oltre ai già nominati, si ricordano per la loro intensa attività Ambrogio Doni ni (che diresse l'« Unità del Popolo»), Francesco Bellotto, Pietro Caron, Aristodemo e Leopoldo Cavalieri, Luigi Candela, Albino Delfino, Giovanni De Biase, Tommaso Di Fazio, Biagino Di Santo, Salvatore Giuriato, Costantino Lippa, Noè Maggetti, Edoardo Mainelli, Gustavo Marino, Oreste Menegon, Giovanni Mihalic, Domenico Mondi, Dino Neri, Aldo Pagani, Romplo Passerelli, Carlo Peressi, Renato Pini, (Brino[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 117

Brano: Ardeatine, Fosse

retratezza culturale e politica dellarchitettura e dell'urbanistica italiane non vanno addebitate esclusivamente al fascismo, è costituita dal fatto che esse non sono assolutamente scomparse in questo dopoguerra, ma anzi hanno avuto una nuova fioritura. Intendiamo alludere al professionalismo dei quadri tecnici ed intellettuali (che fu una delle ragioni, indicate anche da Bruno Zevi, del fallimento, intorno al 1950, di movimenti culturali innovatori, come VAssociazione per l’Architettura organica, nata subito dopo la Liberazione), al peso determinante della rendita fondiaria nella promozione dell’attività edilizia, al monopolio quasi completo dell’attività edilizia stessa, gestito dall’iniziativa privata.

F.Am.

Architetti e Resistenza

« Bisogna dichiarare senza reticenza — ha scritto con grande onestà Ernesto Rogers — che la maggior parte degli architetti italiani ha contribuito direttamente o indirettamente alle opere del regime. Bisogna dire questa verità perc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 96

Brano: [...]ifiutati di prestare giuramento di fedeltà al fascismo, 3 erano ebrei: Giorgio Errerà, Giorgio Levi Dalla Vida e Vito Volterra.

Gli ebrei erano tra i dirigenti dei gruppi antifascisti all'estero e di alcuni giornali che si pubblicavano nell'emigrazione: Claudio Treves dirigeva « La Libertà », A. Baiabanoff l’« Avanti!», C. Rosselli «Giustizia e Libertà », Modigliani « Rinascita socialista ». Né vanno dimenticati per l’attività politica svolta Bruno Zevi, che pubblicava negli U.S.A. i « Quaderni Italiani » ed era tra i dirigenti del movimento di « Giustizia e Libertà »; Enzo Sereni, completamente dedito al sionismo e alla lotta antifascista; Max Ascoli, che fondò negli Stati Uniti la « Mazzini Society »; e poi ancora L. Borghi, M. Carrara, E. Tàgli acozzo. Numerosi anche fra i combattenti in Spagna, nelle Brigate Internazionali e nelle altre formazioni che si battevano per la libertà, non pochi caddero valorosamente, come fu il caso del triestino Piero Jacchia, già interventista e fascista, e clamorosamente uscito dal partito dopo l’assassini[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 90

Brano: Antifascismo giovanile organizzato

non lo spinsero a emigrare in U.S.A., fu Bruno Zevi (che rientrerà in Italia nel 1940 e poi nel 1943, in missione per « Giustizia e Libertà »). Nel 1938 iT gruppo organizzò una sezione del « soccorso rosso » per

i garibaldini di Spagna e tenne un « congresso » nella casa di campagna di Solaru, da cui uscì l’iniziativa di un messaggio a Croce, latore Ugo Natoli. Croce rispose con un corsivo della Critica e con una lettera privata che li esortava a « studiare, studiare, studiare », deludendoli non poco e alienandosene la simpatia. La presenza a Parigi, oltre che di Giorgio Amendola, di Glauco Natoli, «lettore» di italiano, poi di Lucio Lombar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 89

Brano: [...] Mario Alighiero Manacorda. La presenza di Manlio Rossi Dori a e Bruno Sanguinetti, comunisti, orientò molti di essi all’azione politica. Già nel 1937, sotto la direzione di Aldo Natoli, Pietro Amendola, Lucio Lombardo Radice, Paolo Bufalini e Aldo Sanna, il gruppo poteva dirsi caratterizzato in senso marxista, ma ciò non impedì che nel suo seno convivessero elementi di diverso orientamento tra i quali, finché le leggi razziali

Mario Alicata, Bruno Zevi e Paolo Alatri a Roma (1937)



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 87

Brano: [...]ome le posizioni dei giovani più combattivi tendessero a organizzarsi tra loro, lo si potè constatare al convegno della sezione di arti figurative, a Napoli. Qui alcuni (tra cui Antonello Trombadori, Raffaele De Grada, Renato Guttuso, Franco Fortini, Alberto Graziani) introducendo accenti « sovversivi » trasformarono il dibattito in accesa polemica, poi culminata in un tumulto. L’anno dopo, a Palermo, gli stessi e altri (tra cui Duilio Morosini, Bruno Zevi, Francesco Arcangeli), portarono ancora la discussione sulla strada « sbagliata » di un’arte « moderna » spurgata delle tradizioni classistiche romane per rifarsi allo spirito delle « libertà » dei Comuni medievali. Accenti anticonformisti prevalsero anche nella sezione letteraria, con gli interventi dello stesso Franco Fortini (Lattes), di Mario Alicata, Adriano Seroni, Ruggero Jacobbi, Mario Spinella, Vito Pandolfi, Aldo Borlenghi e altri ancora. Contemporaneamente, al convegno della radio, Marcello Bernieri e alcuni suoi amici riuscirono a fare risuonare una nota antirazzista e antitedesca[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 589

Brano: [...]ansionistico fascista si sarebbe arrestato a pochi e marginali guadagni di prestigio e di spazio.

Lo scoppio della seconda guerra mondiale nel settembre 1939, segnò la fine del settimanale giellista. L’occupazione tedesca della Francia e il regime di Vichy co

4 strinsero la maggior parte degli esponenti del movimento a cercare rifugio in altri paesi.

/ « Quaderni »

A New York, dove riparò Aldo Gàrosci con altri, e dove già si trovava Bruno Zevi, con l’appoggio di Gaètano Salvemini poterono essere pubblicati dal gennaio 1942 all’aprile 1943 i Quaderni italiani, che nel contenuto e nelle problematiche si riallacciavano alla tradizione giellista, essenzialmente su una linea vicina alla primitiva impostazione liberalsocialista.

Dopo T8.9.1943 il Partito d’Azione (v.) dell 'Alta Italia pubblicò i Nuovi Quaderni di « Giustizia e Libertà », dedicati a dibattere problemi ideologici e politici connessi con lo sviluppo della Guerra di liberazione e con la ricostruzione dello Stato. Questi « Nuovi Quaderni » si riferivano idealmente ai Quad[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Bruno Zevi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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