Brano: CONSIDERAZIONI SULLA NUOVA FASE
DELLA POLITICA ASIATICA
Molti problemi e molte situazioni si sono trasformati in Asia dalla conferenza di Bandung in poi. I mutamenti verificatisi negli ultimi tre anni non sono stati di carattere drammatico o spettacolare come quelli susseguitisi in questa zona del mondo a ritmo incalzante dal 1945 al 1955: nessun impero é crollato nella disfatta, nessuna rivoluzione di centinaia di milioni di uomini si è verificata, non è stata data l'indipendenza a nessun grande paese, né alcun conflitto internazionale ha attirato sull'Asia l'attenzione ed il timore dei popoli del mondo.
I fatti verificatisi recentemente in Asia ed i nuovi fenomeni dei quali bisogna tener conto non sono tali da attirare imme
diatame[...]
[...]o dal quale provengono o non riescono a sottrarsi all'influenza di luoghi comuni assunti ad assolute verità sull'Asia, mentre le forze locali, oltre ad essere impegnate nella fase iniziale di una nuova esperienza non sempre possono fare esplicitamente il punto della situazione, sottoposte come sono alle esigenze della lotta e della polemica con i loro avversari.
Alcuni giudizi ed elementi che valsero per la situazione asiatica fino all'epoca di Bandung sembrano poter rimanere tuttora base della nuova indagine: ad esempio appare sempre valida la asserzione di carattere marxista che il processo in corso in Asia. è un processo di liberazione dalla dipendenza economica e sociale imposta dell'imperialismo, cioè non solo dalla colonizzazione diretta e formale delle vecchie potenze europee, ma anche dalla nuova ed indiretta dominazione statunitense, che é oggi la più forte influenza esterna che preme contro la liberazione completa dell'Asia. Altrettanto valido appare il giudizio
i
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sulla[...]
[...] conciliata la denuncia del « revisionismo » da parte del mondo marxistaleninista con il tentativo di operare pacificamente il trapasso dai regimi nazionalisti progressisti a quelli socialisti.
Chi scrive non presume di dare risposte a questi problemi, ma intende soltanto esaminare alcuni fenomeni ed alcune indicazioni che possano rendere più facile lo sforzo di interpretare in futuro gli sviluppi tuttora in corso in Asia. Molto si é scritto da Bandung in poi sul problema dei paesi sottosviluppati ed in particolare sul contributo e le soluzioni che dovrebbero fornire le potenze o le forze sociali che fanno parte del mondo capitalista
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per consentire ai paesi asiatici di ottenere il miracolo dello sviluppo senza passare attraverso le trasformazioni sociali che al= trove sono state la base ed il costante accompagnamento dello sforzo di industrializzazione: in realtà non sembra di poter concÏú~ére che queste discussioni abbiano portato ad alcun risultato concreto e, sia che la cosa si debba attribuire alla logica del sistema[...]
[...]ocialista. D'altra parte per quest'ultima, anche dando per concessa la continuazione della politica sovietica di aiuti ai paesi sottosviluppati e l'intensificazione dell'aiuto cinese in questo senso, sono le forze interne ed il loro dinamismo a rappresentare l'elemento decisivo e non l'azione compiuta sull'Asia dall'esterno dall'URSS o da altri paesi a governo comunista.
Proprio sul piano interno ed economico si é verificata dalla conferenza di Bandung in poi l'evoluzione della situazione asiatica: il mero anticolonialismo politico e formale é stato sostituito dal tentativo di risolvere il problema dello sviluppo come principale movente di interesse comune nei paesi asiatici. Questa sostituzione fu l'elemento innovatore e stimolatore suscitato dalla conferenza di Bandung che mostrò, attraverso il confronto della situazione che si veniva creando nei paesi socialmente più progrediti con quella sussistente negli altri, la gravità delle conseguenze implicite nella stasi economica, nell'acquiescenza al permanere del dominio economico imperialistico e nel mantenimento (soprattutto nel regime di proprietà della terra) di residui di una struttura sociale totalmente superata e incapace di consentire un qualsiasi sviluppo moderno. In questo senso la conferenza di Bandung ha costituito, pur con le sue dichiarazioni necessariamente anodine su tutti i problemi che implica[...]
[...]situazione che si veniva creando nei paesi socialmente più progrediti con quella sussistente negli altri, la gravità delle conseguenze implicite nella stasi economica, nell'acquiescenza al permanere del dominio economico imperialistico e nel mantenimento (soprattutto nel regime di proprietà della terra) di residui di una struttura sociale totalmente superata e incapace di consentire un qualsiasi sviluppo moderno. In questo senso la conferenza di Bandung ha costituito, pur con le sue dichiarazioni necessariamente anodine su tutti i problemi che implicassero una discussione del regime sociale interno, una tribuna di accusa contro le classi reazionarie dell'Asia, che avevano imposto ai paesi da loro dominati e in parte continuano ad imporre una scelta conservatrice.
Il problema dello sviluppo economico, soprattutto di uno
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sviluppo economico organico mirante a dare l'autosufficienza all'economia, implica di per sé, non appena venga affrontato da un paese, un'influenza di carattere riv[...]
[...]ervatrice.
Il problema dello sviluppo economico, soprattutto di uno
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sviluppo economico organico mirante a dare l'autosufficienza all'economia, implica di per sé, non appena venga affrontato da un paese, un'influenza di carattere rivoluzionario sia sulla situazione interna, sia sui rapporti con le potenze che conservino . o . sviluppino interessi di tipo imperialistico. In questo senso Bandung segnò il punto di passaggio tra due fasi della storia asiatica dal 1945 in poi: tra la fase della generica e limitata solidarietà contro il colonialismo inteso come dominazione politica formale e quella dello sforzo per lo sviluppo e delle scelte politiche e sociali imposte dalla lotta contro l'arretratezza.
Un'apparente unità era più facilmente raggiungibile tra i vari paesi asiatici nella prima fase che nella seconda: un atteggiamento comune esteriore e superficiale contro la dominazione politica straniera poteva essere raggiunto, almeno in larga misura, indipendentemente dagli interessi e[...]
[...] implicazioni interne, mentre le alternative oggi aperte pongono in gioco direttamente interessi e posizioni che da luogo a luogo sono diversamente costituiti e che possono essere eliminati soltanto dall'azione di forze progressive locali. Ciò provoca una diversificazione di atteggiamenti e reazioni sia dei gruppi al potere sia dei gruppi di opposizione nei vari paesi. Questa è appunto la principale caratteristica dell'evoluzione verificatasi da Bandung in poi.
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Vi é in primo luogo la trasformazione dei dati fondamentali del problema cinese. Fino alla conferenza di Bandung il problema che appariva rivestire importanza fondamentale a proposito della Cina era quello del consolidamento della rivoluzione al potere e dell'accettazione da parte del resto del mondo del nuovo equilibrio creato dalla rivoluzione cinese. Le iniziative diplomatiche e militari delle quali la Cina era stata parte fino allora, quali la difesa contra l'attacco militare degli Stati Uniti (a Formosa ed in Corea), l'appoggio alla rivoluzione vietnamita,
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l'agitazione contro il tentativo di creare in Asia una psicosi anticinese del tipo di quella antisovietica creata in Europ[...]
[...]truzione industriale, il primo piano quinquennale per l'industrializzazione « di base », la collaborazione tra le forze rivoluzionarie e la borghesia « nazionale », la formulazione della Costituzione.
Dal 1955 in poi il principale problema cinese non é più stato quello del consolidamento della rivoluzione come fattore permanente nella società cinese e nella politica mondiale: questo era un dato acquisito già nel 1955 e proprio la conferenza di Bandung offri a tutti i paesi asiatici e africani la dimostrazione che la Cina nuova non aveva più ragione di dubitare della sua capacità di difendere la propria sicurezza e la propria stabilità. Il nuovo problema della Cina divenne quello di accelerare il ritmo delle trasformazioni economiche e sociali, di elaborare la linea e le soluzioni particóIari per il trapasso della Cina alla fase socialista (e non più soltanto neodemocratica) di attuare un rapido sviluppo industriale su larga scala. Dal 1955 in poi sono avvenute le grandi modifiche della società cinese, soltanto iniziate in prece; denza: la [...]
[...]od improvvisamente al controllo americano e si mostrino sensibili all'azione soprat
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tutto economica svolta nei loro confronti dalla Cina e dall'URSS per persuaderli della «scarsa convenienza » pratica della politica da loro seguita a paragone dei vantaggi ottenuti dai neutrali: si tratta di argomenti che, nelle attuali condizioni, possono avere una presa assai maggiore che all'epoca di Bandung, e non soltanto sui gruppi di opposizione o sulla opinione pubblica generica.
Le incertezze che hanno cartterizzato le elezioni filippine del 1957 ed il colpo di Stato in Thailandia contro Pibul possono essere interpretati in questo senso. Ma ancor più profondo é lo sfaldamento del regime politico pakistano: nel Pakistan la mancata trasformazione democratica del paese su linee parallele á quella dell'India ha portato al potere una casta legata ai più retrivi interessi terrieri, presentati come un baluardo a difesa della religione islamica e come un elemento a favore della politica occidental[...]
[...]a formulata dal primo ministro stesso l'ipotesi di un «rovesciamento delle alleanze » del Pakistan qualore gli Stati Uniti non aumentassero il prezzo della fedeltà dell'alleato.
In queste condizioni la funzione del SEATO e la sua efficienza quale strumento della politica anticomunista degli Stati Uniti risultano grandemente indebolite e ciò rende una revisione della politica di Washington ancor più indispensabile di quanto lo fosse all'epoca di Bandung, quando la tesi statunitense della « difesa collettiva anticomunista ed anticinese » incontrava l'appoggio della maggioranza dei gruppi conservatori asiatici. E' sintomatico inoltre che le tendenze ad un avvicinamento agli Stati Uniti mostrate da alcuni dirigenti di paesi neutralisti all'epoca di Bandung non si siano concretate o siano state travolte da una ripresa di neutralismo. A Ceylon é caduto Kotelawala, l'uomo politico più filostatunitense esistente nell'Asia neutralista, in Birmania non vi é stata un'intensificazione dell'anticomunismo ed un avvicinamento a Washington.
Lo stesso vale per il caso del Cambogia e del Laos: all'epoca
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di Bandung erano due Stati protetti dagli Stati Uniti, impegnati in un'azione repressiva anticomunista all'interno e schierati contro la Cina ed a favore del SEATO, dal quale erano indirettamente coperti. Due anni di azione diplomatica ed economica cinese e sovietica, la stabilizzazione della situazione indocinese ed alcuni sbagliati interventi di pressione statunitensi, ne hanno fatto due paesi neutrali, e il Laos anzi é l'unico paese non socialista retto da una coalizione a cui partecipano i comunisti. Naturalmente si tratta in questi casi di un neutralismo assai più labile e tatticistico di quello in[...]
[...]a situazione indocinese ed alcuni sbagliati interventi di pressione statunitensi, ne hanno fatto due paesi neutrali, e il Laos anzi é l'unico paese non socialista retto da una coalizione a cui partecipano i comunisti. Naturalmente si tratta in questi casi di un neutralismo assai più labile e tatticistico di quello indiano e sensibile alle fluttuazioni internazionali: tuttavia anche in questo settore si sono avuti mutamenti profondi dall'epoca di Bandung e si é radicata la concezione che la stabilità e la possibilità di attuare una politica di sviluppo non passano né attraverso la garanzia militare statunitense, né attraverso la dipendenza dai soli aiuti americani.
Con ciò non si vuol negare che il SEATO e gli altri patti militari continuino a costituire una minaccia per la Cina e an. cor più per i neutrali costringendo questi ultimi a gonfiare il bilancio delle spese militari a danno di quello per lo sviluppo, in modo da contrastare la minaccia rappresentata dai vicini che potrebbero sempre invocare l'aiuto statunitense per i loro interessi[...]
[...]ne anche a rischio di dover ricorrere..: a. radicah trasfor
rt_.
..n,
mazioni sociali o se si debba preferire, quale ne sia il costo in termini umani immediati, uno sviluppo economico che bruci le tappe ed assottigliprimä che diventi incolmabile, il fossato che separa l'Asia dalle potenze industriali.
Proprio sul problema dei metodi e dei ritmi dello sviluppo e sui riflessi di esso sull'órgánizzazioñe sociale e politica si é manifestata da Bandung in poi la più profonda trasformazione nei paesi asiatici neutrali. Dal punto di vista politico il corso verificatosi negli ultimi tre anni in India, Indonesia e Birmania é stato caratterizzato soprattutto dallo sfaldamento del _gruppo_ socialmente eterogeneo che, guidò la lo ta per indipendenza e che ora si trova, per procedere alle scelte necessarie per*`Ic`sviluppo, a mettere a nudo le componenti sociali contrastanti che la lotta per la mera indipendenza politica aveva invece fuso e fatto apparire affini. D'altra parte — fenomeno parallelo ma non meno decisivo — i partitiicomurústi di uest[...]
[...]posizioni di forza per attuare il programma rinnovatore, dall'altro come formazione di un'alternativa ca
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pace di dirigere quella stessa politica di sviluppo che i movimenti nazionalisti fossero costretti a lasciar cadere.
Il paese dove lo sfaldamento del vecchio gruppo dirigente nazionalista potrà avere conseguenze più importanti per la situazione mondiale è naturalmente l'India, L'India di oggi é assai diversa dall'India di Bandung e più avanzata di allora sulla via dell'industrializzazione e della democrazia progressiva, comunque più lontana dal passato feudale e dal fanatismo religioso: tuttavia l'urgenza di certe scelte sociali fondamentali é oggi in India assai più pressante di quanto fosse tre anni fa ed il rinvio nelle decisioni da prendersi potrebbe implicare, ora come non mai, un pericoloso arresto per il paese ed il ritorno di situazioni e forze considerate superate.
Il gruppo al quale incombe la maggiore responsabilità nelle scelte da compiere é il partito del Congresso, non soltanto perché esso detiene il po[...]
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hanno fatto compiere all'India buona parte della rivoluzione democraticoborghese: in India esistono oggi tutti gli strumenti giuridici e costituzionali per creare una società moderna, progressivá, Iaica edegualitaria ed anche per avviarla attraverso una pianificazione gradualista a certe forme di organizzazione di ti po socialista.
Questa situazione era già stata raggiunta tuttavia all'epoca di Bandung: l'attuale classe dirigente aveva già fin da allora accettato in termini generali ed in teoria la trasformazione della società indiana secondo i principi democratico progressivi o perché questa trasformazione era ideologicamente consentanea al proprio pensiero ed economicamente favorevole ai propri interessi (e ciò vale soprattutto per le forze borghesi, sia della borghesia capitalistica sia di quella intellettuale o burocratica) o perché il moderato gradualismo sostenuto da Nehru era considerato un male minore rispetto ad una più violenta rivoluzione, oltre che un processo di cui si sarebbe[...]
[...]minante e costretta ad accettare una stasi che non sarebbe che la preparazione ad un regresso. Qualora si ravvisi una possibilità di sopravvento degli elementi progressivi su quelli conservatori del Congresso é necessario vedere anche se essi potranno giungere al successo da soli o se invece sarà necessaria una spinta a loro favore di forze per il momento escluse dal potere.
Si tratta evidentemente di un problema che non si poneva all'epoca di Bandung, quando tutti gli osservatori erano concordi sulla stabilità e l'unità del Congresso dietro a Nehru e si ponevano semplicemente interrogativi sul possibile successore di Nehru « entro il Congresso » e nel quadro della politica di questo ultimo. Fino ad ora Nehru é riuscito a mantenere nella politica condotta a livello centrale dal partito dominante una certa unità nella formale adesione alla sua linea progressiva. Ma questa formale unità é lungi dal bastare in un periodo in cui sarebbero invece necessarie chiare ed energiche prese di posizione di rottura. Inoltre anche questa fittizia coesion[...]
[...]ù imminente e concreta è che la situazione' indiana scivoli a destra, e proprio per` evitare quest'ipotesi i comunisti stanno cercando di elaborare ex novo il loro programma e di inserirsi nel processo storico attuale dell'India come una forza che partecipi dall'interno alla dialettica democratica del paese.
La trasformazione del peso e delle posizioni dei comunisti indiani é stata uno degli sviluppi più importanti e meno notati verificatisi da Bandung in poi. Tre anni fa la maggioranza degli osservatori occidentali riteneva che il partito comunista in India fosse un fattore completamente superato, eliminato dal gioco per il semplice fatto che Pechino e Mosca avevano dimostrato di essere disposte a riconoscere la funzione positiva di Nehru e ad appoggiare la sua politica senza porre condizioni di ordine interno. Indubbiamente la storia del partito comunista indiano é stata delle più agitate ed incerte e, nei primi anni susseguenti all'indipendenza, la lotta estremista contro il regime di Nehru
e la tattica insurrezionale (delle quali non s[...]
[...]governo e partito comunista ufficiale, nel ritorno del partito comunista stesso alla legalità e nella sua fusione con le forze filocomuniste rimaste nella legalità ed ora alleatesi con i nazionalisti progressivi.
Questo mutamento nelle posizioni dei comunisti birmani,
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nonostante la scarsa entità che l'evento riveste rispetto alla situazione mondiale, è il più recente e sintomatico coronamento del processo svoltosi in Asia da Bandung in poi attraverso il prevalere degli sviluppi e degli interessi interni sulle ripercussioni di fatti e situazioni verificatisi fuori dello spazio di ciascun Stato asiatico. La rivolta dei comunisti birmani e la guerra ci vile da essi mossa al regime nazionalista progressivo di . Rangoon non era i atti giustificata dalla situazione interna, né dalla polihca estera del governo birmano: ma rappresentò il tentativo estremo e più irrazionale di risolvere con la violenza e ëonfidandö in~úñ `ä ütö esterno (che nel caso della Birmania 'non fu concesso ai comunisti locali né dell'URSS né della Cina pr[...]