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Il segmento testuale Babbo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 54Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Quinto Martini, Memorie in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]ne.
Quella stessa notte un'altra squadra andò a cercare di mio fratello.

mrmvxin ILS
Era gente imbestialita; non trovando Aldo, volevano ucciderci tutti. Restarono pochi minuti, perché uno di loro che era rimasto fuori cominciò a gridare:
« Venite giù subito! Correte! ».
La casa si vuotò in un attimo. Si senti correre intorno alla casa e sparare all'impazzata. Nessuno di noi ebbe il coraggio di guardare da una finestra.
La mamma disse al babbo:
« Non credo che Aldo sia stato tanto scapato da farsi vedere in torno a casa ».
Andrea rispose: « Non sarà per Aldo. Avranno visto qualcuno ne' campi. Ci sono altri uomini in queste case vicine, e quando hanno sentito il camion avranno cercato di nascondersi ».
Quella notte nessuno di noi dormi. Tutti non si vedeva l'ora che venisse il giorno. Al mattino verso le dieci, dopo aver dato alle fiamme, distrutto o caricato sul camion tutto quanto si trovava nel circolo socialista, salirono su fino alla nostra casa. Era un miscuglio di uomini eccitati, che sparavano come forsennati al solo vola[...]

[...]he venisse il giorno. Al mattino verso le dieci, dopo aver dato alle fiamme, distrutto o caricato sul camion tutto quanto si trovava nel circolo socialista, salirono su fino alla nostra casa. Era un miscuglio di uomini eccitati, che sparavano come forsennati al solo volare d'una mosca. Nessun uomo quella mattina, dopo l'accaduto, si trovava in paese o nelle case dei' contadini. Ognuno aveva pensato a rimpiattarsi nel modo più sicuro. _ Aiutai il babbo a nascondersi nel fienile. Gli altri due fratelli tagliarono la corda andando in fondo al podere. Io e mia madre restammo a casa ad attendere gli uomini armati e imbestialiti.
Mentre si facevano avanti verso l'aia davanti a casa, preso dalla curiosità uscii fuori, mangiando una fetta di pane con olio e sale.
Un uomo in divisa mi venne vicino, mi puntò la rivoltella al petto e, con voce talmente bestiale che ancora ricordo, mi disse:
« Ragazzo, o tu dici dove si trovano i comunisti o t'ammazzo ».
Non risposi, corsi in casa da mia madre, essi mi seguirono. Entrarono nella stanza capitanati [...]

[...]. Abbiamo frugato in tutti i buchi ».
«Andiamo, non c'é tempo da perdere ». E rivolto alla mamma: « Ci rivedremo presto ».
Mi feci sulla porta; la mamma mi venne vicino e passandomi la mano sul viso, mi disse:
« Stai calmo, se ne andranno ».
Si riunirono tutti nell'aia, e agli ordini del marchese partirono. Dopo un po' corsi a rimettere la scala al fienile, come un gatto salii
a togliere il fieno che avevo messo sopra al babbo quando s'era disteso
vicino ad un finestrone con la testa accanto ad un foro dei mattoni. «Cosa hanno fatto?» mi disse appena l'ebbi scoperto.
« Nulla, babbo, se ne sono andati ».
Stringendomi a sé mi disse:
Sai, io vedevo delle persone aggirarsi tra le viti nella vigna del Gacidella. Avevano il fucile e alcuni la rivoltella in mano. Ho riconosciuto il figlio di Olinto che sta su al Comune ». E togliendosi il fieno di dentro il colletto della camicia, sputò e aggiunse:
« Brutta carogna, figlio d'un cane! » e portandosi vicino al finestrone scoperto che dl a mezzogiorno disse:
« Vedi, Aldo dovrebbe essere lassù, su quel monte, nella capanna del pastore, e se qualcuno non farà la spia non lo troveranno subito. Dopo mezzogiorno tu[...]

[...]l monte. « Tu dovrai andare lassù, in un'ora di cammino ci arriverai. Ma prima di partire bisogna esser sicuri che non ci sia nessuno in giro da queste parti che abbia l'aria sospetta. Senti: dovrai passare il fiume di sopra al mulino, passare attraverso i campi, salire fino ai quattro cipressi, poi scendere giù nel bosco dei pini, fino alla fontana. Ricordi quando siamo stati a trovare lä zia e ci siamo fermati a bere? ».
« Si, si, ricordo babbo, lo so, lo so, dov'è la fontana » risposi orgoglioso di questa missione segreta.
« Ebbene, quando sarai alla fontana prenderai la strada che entra fra i castagni e andrai diritto a quel leccio grande dove siamo stati quest'inverno a cercare le ghiande per il maiale. Prendi il viottolo che c'é
r,


126 QUINTO MARTINI
vicino a quel masso e tutto diritto arriverai alla capanna. Ricordati di non domandare a nessuno là strada per salire sù in vetta al monte. Se qualcuno ti chiedesse dove vai, tu scherzando rispondi che vai a cercar cenci ».
Scendemmo dal fienile. La mamma [...]

[...]vano come serpenti ».
Andrea aveva la faccia pallida e l'espressione assente; disse: « Hanno rotto nulla mamma? ».
«No, ma hanno messo tutto a soqquadro ».
«E nella casa dello zio ci sono stati? ».
« Si, sono saliti nelle camere, hanno dato un'occhiata alla scappa e fuggi e sono scesi ».
« C'erano i nostri cugini in casa? ».
« No, c'erano solo le donne ».
Venne l'ora di mangiare. A tavola fu parlato delle cose de' campi e della stalla. Il babbo diceva:
« Ci vorrebbe del sole, é già piovuto abbastanza. Se non viene il sole, il raccolto non sarà buono. `Maggio ortolano, molta paglia e poco grano'. Quest'acqua fa venir bello lo strame ma per seccarlo ci vuole il sole, sole, sole ».
Bevve un bicchiere di vino e rivolto a me, visto che l'ascoltavo con aria pensierosa:
«Non credo che andrà male; ce la siamo sempre cavata bene. Anche quando sono state di quelle annate da contarsi sulle dita della mano é andata meglio di quello che si credeva. Non bisogna mai disperare. E poi noi contadini in questi casi si vede sempre brutto ».
La mamm[...]

[...]ento per
MEMORIE 127
mangiare a battisuola e poi scappava di nuovo in cucina ai fornelli.
Alcuni colpi di bastone alla porta ci fecero sussultare, ci guardammo tutti negli occhi per un attimo, poi andai ad aprire col cuore galoppante. C'era un povero che chiedeva l'elemosina, era il solito mendicante che passava due volte la settimana. Lo feci passare in casa, si mise a sedere, vicino alla tavola, la mamma gli portò un piatto con la minestra, babbo gli parti una fetta di pane e Andrea gli porse un bicchiere pieno di vino. Mia madre gli disse:
« Da dove venite, Geppo? ».
« Stamane non ho girato molto. Con tutto quello che é successo e che c'è nell'aria preferisco andare a bussare alle case dei contadini per la campagna; nei paesi c'é un'aria poco respirabile ».
«Ma cosa volete aver paura, Geppo, siete vecchio e non avete mai fatto né male né bene a nessuno e così siete sempre a posto, voi ». Rispose Remo con aria ironica:
ei Si, é vero quello che dici. Stamani lassù alle case del Baranti ho visto picchiare un vecchio a sangue. L'hann[...]

[...]'hanno lasciato li a lamentarsi fra il sangue e la terra. Sembra che sia morto. Così ho sentito dire ma non c'é da credere a tutto quello che si dice; sentono dire: `il tale l'hanno cazzottato'; un altro lo racconta e dice: `poveretto, sta male'. Un altro ancora dirà: `Sai, Tizio é morto' ». E scuotendo la testa prese le ultime cucchiaiate di minestra alzando con la sinistra il piatto da un lato.
« Cosa aveva fatto quel vecchio? » gli chiese il babbo.
« Nulla ».
«Come nulla? E per nulla...».
« Una donna mi ha detto: c'era un giovane nei campi che scappava tra le viti, passando vicino al vecchio, un gruppetto di uomini si sono avvicinati e tutti insieme gli hanno chiesto:
«Chi era quello che scappava? Dov'è andato? ».
« Io non ho visto nulla ».
«Dov'è andato? ».
« Non so nulla io ».
Uno del gruppo alzando un bastone ha gridato:
« Vecchio maligno, ti faremo parlar noi », e giù a bastonarlo.
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« Povero vecchio » disse la mamma chinando la testa e infilandosi le dita fra le dita. Io chiesi al mendicante:
« Chi era[...]

[...]farabutti. Lui non si fidava di nessuno, sbrigava tutto da sé. Ricordo che una volta ordinò un paio di scarpe al calzolaio del paese. Era d'inverno, lui stava sempre vicino al bischetto perché non ci mettesse del cartone nella suola. Quando portò le scarpe a casa diceva da uomo sicuro del fatto suo:
« Qui non c'è cartone. L'ho visto io quando lo Zoppo me le fa ceva! » e battendo la suola insieme: «Tutto cuoio, perdio! ».
Finito di mangiare, il babbo mi preparò il sacco e partii.
Com'era bello camminare lungo il fiume, fra i campi e per la strada del bosco. Ero pieno di forza, non vedevo l'ora di farmi vedere da Aldo per dirgli: « Vedi, t'ho portato da mangiare e da vestire », e
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raccontargli tutto quello che era accaduto la mattina, quello che aveva
saputo fare la mamma, che era stata uccisa una vecchietta mentre racco
glieva nell'orto le foglie di cavolo per i conigli...
Non faceva molto caldo, ma prima di arrivare alla fonte mi sentii
la gola asciutta, appena giunto bevvi a lungo, e ripresi a camminare
lesto lesto pe[...]

[...]ovarlo per la strada che non sono capace di far parola. Lui
invece, mi abbraccia e dice:
«Bravo Libero, sei veramente un uomo» e prendendo il sacco:
« Cosa c'è qui dentro? » Mi guardai attorno e dissi:
«Entriamo nel bosco...» Lui sorrise, mi prese per mano, ci inerpi
cammo in mezzo al castagneto e ai quercioli. Quando fummo abba
stanza dentro e lontano dalla strada, gli dissi piano piano:
«Sai, Aldo, nel sacco c'è da mangiare e vestire. E babbo che mi
manda ».
Sciolse il sacco e mentre lui frugava con le mani, io dissi ancora:
« Se tu resterai quassù, verrò spesso a portarti pane, carne e da
vestire... ».
Mi prese con le mani alla vita e alzandomi come se fossi stato una
piuma mi disse:
«Bravo Libero» e subito mi mise a sedere vicino al gambo di
un castagno. Anche lui si sedette vicino a me, e stringendomi fra le
braccia e guardandomi negli occhi, mi domande):
«Saprai serbare il segreto? ».
« Non dirò nulla nemmeno all'aria! ».
« Allora, sempre acqua in bocca? ».
« Si, sempre acqua in bocca... ».
«Neppure al prete, se [...]

[...]E con l'indice m'indicò delle grosse nuvole color piombo che salivano dietro alla collina di fronte. Io guardai, spostando una frasca che mi stava davanti e dissi:
« Quelle non sono nuvole che portino la pioggia ».
«Quelle sono proprio nuvole che portano la pioggia, lo vedo al colore, e se non fai presto a partire ti bagnerai come un pesce... e ti prenderai un malanno ».
Ci alzammo: mi abbracciò, lo abbracciai anch'io. Poi mi disse:
« Di' al babbo che vi farò sapere io quando tu dovrai tornare quassù ».
«Si».
Mentre mi accompagnava alla strada, mi ripeté:
« Intesi allora, acqua in bocca ».
« Si, sempre acqua in bocca, >. E senza voltarmi indietro mi incamminai per la strada che avevo fatto poco prima. Non ero felice come all'andata, mi sentivo triste soprattutto perché non mi era stato possibile vedere la capanna. Arrivai nell'aia che il sole doveva ancora tramontare dietro il Monte Albano. Le poche nuvole erano sparite .e il cielo era tornato tutto pulito. Davanti alla porta di casa la mamma ed altre donne stavano chi facendo la t[...]

[...]è ben condito, avrai fame dopo tutta questa camminata che hai fatto ».
« Davvero, ora che mi fai vedere il pane con l'olio mi sento fame e anche sete ».
« Prendi il fiasco, li sopra all'acquaio », si voltò indicandomelo con la mano tutta aperta.
Dopo aver bevuto un bicchiere di vino annacquato mi misi a sedere fra la madia e la tavola a mangiare. La mamma tornò dalle altre donne. Io dopo mangiato andai nei campi a cercare i miei fratelli e il babbo.
Nel mezzo della notte eravamo tutti a letto e fummo svegliati da
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piú colpi battuti con furia e violenza sulla porta e gridare: «Aprite.
Presto, aprite! È la forza pubblica ».
Andrea disse alzandosi sul letto:
« Ci siamo. Sono i carabinieri. Aldo non c'è e se la prenderanno
con noi ».
La mamma si mise il vestito e mentre scendeva le scale disse:
«Vado io ad aprire: state a letto voi ».
«Già, disse Beppe, è bene farsi trovare a letto, se no... ».
Sentii i carabinieri che salivano la scala a due gradini alla volta
ed uno gridare:
« Sorbetti, con i tuoi uomini, fa[...]

[...], nel granaio, muovevano tutto quello
che potevano facendo grande rumore. Si sentirono delle bestemmie,
mamma, che stava sulla porta del pianerottolo si fece il segno della
croce, un borghese la vide e le sputò in faccia dicendo:
Prendi, per te e la tua croce...! ».
Lei si fece di nuovo il segno della croce, l'uomo la guardò senza
sputare, le passò davanti e scese la scala.
MEMORIE 133
Altri carabinieri interrogarono i miei fratelli e il babbo. Io pensavo ad Aldo. Mentre scendevano tutti insieme le scale, sentii uno che disse:
« Qui per venire a capo di qualche cosa bisognerebbe arrestar tutti, portarli in caserma e bastonarli a sangue; stetti con le orecchie tese e il cuore sospeso finché non sentii mia madre chiudere la porta e risalire le scale. Sentii mio padre parlare con gli altri figli e il passo pesante e sordo dei carabinieri che si allontanavano nell'aia. Poi un fischio, ancora un fischio più lontano dalla parte del cimitero. Il cane seguitò ad abbaiare ancora un po'. Parlammo dell'accaduto, poi tornò il silenzio fuori e[...]

[...]e Maria ».
Non riuscivo a prender sonno. Sentivo batter l'ore come mai avevo sentito. L'orologio della torre del campano mi sembrava sulla mia casa e in certi momenti credevo di sentire anche il tic tac dei secondi.
Dopo qualche ora udii dei tuoni, il vento che soffiava dentro il camino e poi uno scroscio di pioggia che batteva sul tetto con violenza. La mamma che si era addormentata da poco si svegliò. Io scesi il letto piano piano, andai dal babbo. Anche lui s'era svegliato. Quando mi sentì avvicinare al suo capezzale, accese la luce e mi disse:
« Cosa fai? Che c'è? ».
« Nulla, nulla babbo ».
« Ma... come nulla? ».
Si alzò seduto sul letto e allungando un braccio mi prese per il collo tirandomi a sé e disse:
« Hai paura della pioggia? ».
« No. Non ho paura. Ma... ».
« Ma cosa? ».
« Vorrei sapere `se nella capanna ove c'é Aldo ci pioverà ».
Stai tranquillo, é coperta con tegole ed embrici, i muri son fatti di sassi e calcina come una casa. Non é una capanna come quella di Cecchino, fatta con paglia e pali ».
« È vero quello che mi dici? ».
« Certo che é vero ».
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«Non dici così perché io stia tranquillo? ».
« No, no, è vero quello che ti dico, vai a [...]

[...]ù sveltezza, poi lo sentii scivolare giù per la schiena, e appena messi i piedi a terra mi disse:
« Andiamo a scuola ».
Gli altri compagni erano già scesi nella strada. Noi guardammo le due morti cancellate ma ancora visibili, in quelle macchie grigio sporco. C'era sopra come un velo che a me dava la sensazione più angosciosa, Scendemmo le scale. Il mio amico mi disse:
« Non lo dire a nessuno, se vengono a saperlo i fascisti, arrestano il mio babbo ».
«Stai tranquillo, nessuno saprà nulla ». Ci unimmo agli altri ragazzi e corremmo a scuola.
In classe tutti raccontavano qualcosa di quello che avevan visto. Io ascoltavo sempre in silenzio e durante tutta la mattina non feci nessun accenno a quanto era accaduto alla mia famiglia e cosa avevo . visto. Un ragazzo raccontò com'era avvenuto l'arresto di suo padre.
« Si, Signora Maestra, sono venuti di notte a prenderlo, erano molti e tutti con armi e bastoni. L'hanno picchiato in presenza mia e della mamma. Quando la mamma vide il sangue venir fuori dalla testa del babbo svenne e cadde sul [...]

[...] qualcosa di quello che avevan visto. Io ascoltavo sempre in silenzio e durante tutta la mattina non feci nessun accenno a quanto era accaduto alla mia famiglia e cosa avevo . visto. Un ragazzo raccontò com'era avvenuto l'arresto di suo padre.
« Si, Signora Maestra, sono venuti di notte a prenderlo, erano molti e tutti con armi e bastoni. L'hanno picchiato in presenza mia e della mamma. Quando la mamma vide il sangue venir fuori dalla testa del babbo svenne e cadde sul divano. Il babbo gridava: «Non mi picchiate così in presenza della moglie e del ragazzo, portatemi via... ». Uno di loro gli rispose: «Stai zitto, figlio d'un cane! E bene che tua moglie e tuo figlio vedano ». Poi lo caricarono sul camion insieme a molti altri. Stamani presto li hanno portati tutti alle carceri della città ».
Altri ragazzi raccontarono fatti più o meno bestiali. La maggior parte delle persone del paese era stata colpita dalla furia della « rivoluzione ». Si incontravano facce contratte in un mutismo pieno d'angoscia. Non tutti erano tristi. Quando uno piange c'è sempre chi ride perché lui pi[...]

[...]e preso da un forte desiderio di essere uomo. Una mattina invece di andare a scuola, arrivato al ponte, nascosi la cartella nel più folto della macchia e, in parte
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QUINTO MARTINI

di corsa, in parte a passo svelto, arrivai fino alla capanna, tant'era forte il desiderio di vedere mio fratello. Pensavo che ancora fosse lassù... Arrivai col cuore in gola. La porta era aperta. Questa capanna era proprio come me l'aveva descritta il mio babbo, fatta come una vera casa. Entrai dentro, ma non c'era nessun segno da far pensare che qualcuno ci abitasse. Dunque; era partito? Mi misi seduto sulla panca di legno e piansi molto. Quando uscii dalla capanna il sole era molto alto. Giù dal fondo del bosco salivano lo sbattere delle ruote e il suono dei bubboli. Questo segno di vita in tanto silenzio mi rianimò. Mi lavai la faccia a una fontanella che versava acqua fra due massi, guardai la porta della piccola casa con tristezza e ridiscesi il bosco.
Passai a prendere la cartella dove l'avevo nascosta, ritornando a casa un po' più tardi del [...]

[...]no, disse:
« Si, va bene, non ha fatto nulla di male. Ma la cosa migliore era quella di non farsi prendere. Quando uno é in prigione...».
« Ma in prigione ci tengono chi ha commesso qualcosa contro la legge, e non si può rovinare la vita di un uomo giovane come Aldo per nulla ».
Mentre parlavo tutti mi guardavano. Remo rispose:
« Tu sei troppg giovane e vivi con la testa nelle nuvole. Quando uno l'hanno messo dentro, chi va a levarlo? ».
I1 babbo interruppe dicendo:
« Ci sarà una giustizia; se uno é innocente, perché punirlo? ».
« È la politica che c'é di mezzo e chi comanda ha sempre ragione; quello che tiene il mestolo in mano, razzola come vuole ».
La mamma sedendosi:
« $ vero, gli uomini non sono sempre giusti con gli uomini. La vera giustizia é quella divina. Solo Dio é giusto e grande di misericordia. Gli uomini non sanno perdonare, Dio sa perdonare ».
« Si, sono tutte belle cose disse Remo — ed é bello avere la
vostra fede. Ma la vostra fede, mamma, non darà mai la libertà ad Aldo. Questo é un mondo di farabutti e bisogna[...]

[...] cose. Chi fa del male non avrà che del male ».
« Io sono del parere, spada o non spada, quello che perde non é più libero. I fascisti hanno vinto ed ora fanno tutto quello che a loro pare e piace. Possono venire qui, prenderci e bastonarci come ciuchi tutti quanti e nessuno gli farà mai nulla ».
Mia madre prese un'espressione dolorosa e non rispose. Ci fu un momento di silenzio. Andrea stesso ruppe questo silenzio piuttosto penoso dicendo:
« Babbo, domattina devo cominciare a segare l'orzo nella piaggia a confine con Cencio? ».
« Si, si può cominciare a segare. Dopo che avrò finito nella stalla verrò anch'io. Prendi due falci e porta del vino ».
La mamma, molto triste, sparecchiava. Le cadde un piatto e si ruppe, nessuno fece parola.
Passarono alcuni giorni prima di avere notizie di Aldo. Ci scrisse una lettera. La censura del carcere aveva cancellato alcune righe con delle larghe strisce d'inchiostro nero. Queste righe nere davano un senso funebre ai fogli di carta. Non scriveva gran che; chiedeva che gli si mandasse un paio di vol[...]

[...]. Queste notizie rianimarono un po' tutti. Ma quelle righe nere nascondevano delle parole che avremmo
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voluto sapere cosa dicevano. Si cercò di leggerla contro luce ma non fu possibile capire una sillaba. Remo, prendendomi la lettera, disse: «Brutti maiali, non vogliono neppure che uno scriva quello che gli pare...! ».
Più tardi un'altra lettera ci informava che si poteva andare a trovarlo. I primi ad andare al parlatorio furono il babbo e la mamma. Trovarono che stava bene ed era molto tranquillo e di buon umore com'era stato sempre. La nostra vita divenne meno grigia. Il fatto di recarsi tutte le settimane a fargli visita era come si sentisse ancora far parte materialmente della nostra famiglia. Quando mamma preparava, la sera, il cibo e la biancheria da mandargli la toccavo leggermente. Una volta volevo fare un nodo ad un fazzoletto; la mamma mi disse:
« Nan lo fare, potrebbero crederlo un segnale speciale ed Aldo verrebbe punito ».
Io non comprendevo cosa ci potesse essere di tanto brutto e misterioso in un nodo di un f[...]

[...]rcar funghi e castagne. Si alzò e gli andò incontro, dicendo:
« Come va Egisto? Era un bel pezzo che non ci si vedeva... ».
«Oh! guarda chi si vede! La Marta. Come va, come va, Marta? E quello là é tuo figlio? L'ho visto più d'una volta quassù con suo cugino Corinto a prender le fastella col barroccio ». E avvicinandosi a me: «Per) ti sei fatto un uomo ».
Io sorrisi e mi sentii fiero di non sembrare più un ragazzino.
« Dimmi, come sta il tuo babbo? Siamo vecchi amici io e Gre
MEMORIE 157
Borio » e guardando mia madre — «Vero che siamo vecchi amici
con tuo marito? ».
«Lo so, lo so, Egisto. Mio marito vi ricorda spesso e dice sempre: `Egisto è una quercia, non morirà mai' ».
«E Cecchino come va? E sempre malato? ».
« Si, é sempre malato » disse mia madre prendendo un'espressione piuttosto dolorosa. «Non c'è nessuna speranza di guarire, quella è una malattia che non perdona ».
Togliendosi il fucile dalla spalla e il vecchio cappello con la penna di fagiano, disse:
Che mondaccio! Sono malacci quelli. Un anno fa è morto un mio vecch[...]

[...]Si fece il segno della croce e si incamminò per il viottolo che ci portava dietro la nostra casa. Drago era arrivato prima: di noi e le.
MEMORIE 159
trovammo sotto la tavola a rosicchiare degli ossi. Tutti mi fecero grande festa; erano contenti di rivedermi e io mi sentivo felice di essere di nuovo fra loro. A tavola mi furon fatte molte domande alle quali quasi sempre rispondeva la mamma.
Ero stanco e non vedevo l'ora di andarmene a dormire. Babbo se ne acccorse e disse:
« Vai a letto, Libero, sei stracco, si vede dalla tua faccia », e prosegui: «Domani, domani ci racconterai come hai passato il tuo tempo dallo zio ».
Mi alzai, diedi la buonanotte a tutti, salii le scale a fatica e entrai in camera. Mi infilai sotto le lenzuola, mi coprii la testa, chiusi gli occhi e subito mi trovai davanti allo zio che cantava e con questa visione mi addormentai.
QUINTO MARTINI



da Giovanni Pirelli e Piero Malvezzi (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza europea in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]ensa con affetto a tuo figlio che era tanto ansioso di affetto. Da voi ho ricevuto tutto quello ch'era possibile. Vi ringrazio di avermi tanto amato e di essere stati tanto premurosi per me.
Emike, sorellina mia, pensa, nella tua vita, che hai avuto un fratello che ti ha voluto tanto bene ed è morto per una idea: perché era degna che si morisse per lei.
E tu, Laci mio, cerca di mitigare agli altri il dolore che io ho causato con la mia morte.
Babbo, vecchio mio! So che mi hai voluto tanto bene e che tu soffri che io me ne vada. Ti consoli il sapere che hai una famiglia per la quale merita vivere e lavorare. Fa' per la famiglia, anche in avvenire, tutto quello che puoi. Vogliatevi bene, perché solo l'affetto dá senso alla vita.
Perdonatemi se sto filosofeggiando, ma credetemi, io sento così, mi fa bene dirvi questo per l'ultima volta e mi pare di essere tra voi e di conversare e parlare con voi.
Mi congedo da tutti: non mi sarebbe possibile nominarli uno a uno.
Mia adorata mamma, babbo, sorelle mie, vi abbraccio con caldo affetto.
Pi[...]

[...] sapere che hai una famiglia per la quale merita vivere e lavorare. Fa' per la famiglia, anche in avvenire, tutto quello che puoi. Vogliatevi bene, perché solo l'affetto dá senso alla vita.
Perdonatemi se sto filosofeggiando, ma credetemi, io sento così, mi fa bene dirvi questo per l'ultima volta e mi pare di essere tra voi e di conversare e parlare con voi.
Mi congedo da tutti: non mi sarebbe possibile nominarli uno a uno.
Mia adorata mamma, babbo, sorelle mie, vi abbraccio con caldo affetto.
Pista
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
ZOLTÁN SCHOENHERZ
Ungherese, nato a Ko"síce nel 1905. Segretario del Partito Comunista Ungherese, dopo quattro anni di attività clandestina viene arrestato, il 6 luglio 1942, e consegnato alla Gestapo ungherese. Condannato a morte il 29 settembre 1942, il 9 ottobre viene suppliziato. (Lettera inedita avuta dall'Associazione Ungherese Combattenti della Libertà)
Budapest, 8 ottobre 1942
Mio adorato Gyuri, figlio mio, mia adorata moglie,
caro piccolo figlio mio, quando ricevera[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte seconda: Una lettera spedita da Pasquale Tanteddu bandito n. 1 in Orgosolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]to muto e terroristico. E per ogni delitto cercano di fare il mio nome.
Infatti la così detta Polizia, che non sta facendo altro che «sporchizia » cerca di braccarmi con tutti i mezzi. E non potendo prendere a me se la prende con i miei Parenti. Forse credono che dopo avere arrestato mio Fratello, un ragazzo incensurato dedito alla custodia del gregge, la mia Sorella, che dopo la morte della mia povera Madre rimase sola in casa, e il mio povero Babbo, un uomo vecchio e paralitico, che io possa essere indotto a presentarmi.
O pure se fossi e che non lo sono — un criminale, vedendo tanta
ingiustizia diventassi un agnello.
La prova che non sono assassino è data dal fatto che se lo fossi, per ciò che mi viene fatto dovrei uccidere ogni giorno almeno dièci poliziotti, o sia di quella ridicola marmaglia che Scelba ha mandato nelle nostre campagne, che chiedono bonifica, tecnico, trattore e non poliziotti, mitrie e
INCHIESTA SU ORGOSOLO 211
spie. Che se non sari) proprio destinato a morire non mi prenderanno mai, neanche se ne mettono dieci[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Babbo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---Cosa <---Così <---Diritto <---Finita <---Leggilo <---Sarò <---Voglio <---abbiano <---comunista <---fascismo <---fascista <---fascisti <---siano <---Abbiate <---Abbraccio <---Addio Ellade <---Aghiios Ioannis <---Agraria <---Aiutai <---Allaert <---Amburgo <---Anchiano <---Andiamo <---Andiamo Libero <---Antifascisten <---Antoinette Delmazière di Cour <---Antonio Taras <---Antropometria <---Appello <---Appels Forlag <---Approfittatene <---Arturo Jacques <---Attenzione Marco <---Balaec <---Baranti <---Bautzen <---Beethoven <---Beka <---Berlin-Potsdam <---Berlina <---Berlingske Forlag <---Berlino-Ploetzensee <---Bojownikow di Varsavia <---Botuscev <---Bouillet <---Bradamante <---Brandemburgo <---Bravo Libero <---Briefe <---Brigata Garibaldi <---Brigata Speciale <---Brulli <---Brutta <---Bubi <---Budapest <---Buona <---Cagliari <---Calisto Saettone <---Cara Hedvika <---Carcere <---Carissimi <---Caro Cagnetta <---Caro Karlik <---Caro Rumjanco <---Cará <---Casentino <---Cecchino <---Centrale del Partito Comunista <---Certo <---Charleroi <---Charles Appelman <---Chiesi <---Chisone <---Circolo Socialista <---Ciò <---Colle <---Come <---Comitati di Liberazione Nazionale <---Comitato Centrale del Partito <---Comune <---Comunista Bulgaro <---Comunista Cecoslovacco <---Conte Ugolino <---Copenaghen <---Cottbus <---Credetemi <---Crescerò <---Csepel <---Cucirò <---Danese <---Darr <---Davanti <---De Sidste <---Dialettica <---Dialettica di Jas <---Dico <---Die Letzten <---Die Tat <---Dille <---Dimitrov <---Dio <---Disgraziatamente <---Ditemi <---Divina Commedia <---Domani ci sari una brutta notizia <---Don Masino <---Dopisy <---Dr CONDANNATI <---Drjanovo <---Désiré Camus <---Ecco <---Eccomi <---Editions France <---Edmonton <---Emike <---Emilka <---Ende <---Entrò <---Faltognano <---Febbraio <---Feldgendarmes <---Filosofia <---Fisica <---Fortezza di Savona <---Francesca Rana <---Francese <---Francia <---Franco Cagnetta <---Francoforte sul Meno <---Franz Scholle <---Franzl Reingruber <---Fresnes <---Freud <---Fronte Rosso <---Furioso <---Gacidella <---Geppo <---Gerusalemme Liberata <---Gestapo <---Gestapo a Urfahr <---Giunti <---Già <---Giù <---Gli <---Goerliz <---Gonesse <---Guardò <---Gustina <---Guy Jacques <---Gyuri <---Hai <---Harnack <---Havir <---Henin <---Henin-Liétart <---Hiere <---Himmler <---Iavoro <---Ihrer Hinrichtung <---Il pomeriggio <---Jacques Guy <---Jean Camus <---Jensen <---Josefska <---Karel Elsnic <---Kessariani <---Kesserling <---Kim P <---Klára <---Koco Stojanov <---Kohim <---Kolo <---Kommandantur <---Kommunistische Partei <---Kosice <---Káia <---Kájus <---Kájusenka <---Kájuska <---La Corte di Assise di Cagliari <---La Iuce <---La Marta <---La casa <---La notte <---La sera <---Landesgericht <---Landesgericht II <---Laruelle <---Leer <---Leftéris <---Lenin <---Leobersdorf <---Leonardo da Vinci <---Leopold Bill <---Lettere di condannati a morte della resistenza italiana <---Lettres <---Letzten Stunden <---Liberazione <---Liberazione 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