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Il segmento testuale Anelito Barontini è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 14Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 273

Brano: [...]eri, per proteggere dai dimostranti la sede della Federazione fascista, fecero numerosi feriti; più oltre, quando il corteo sfilò in viale Regina Margherita e i manifestanti tentarono di penetrare nella caserma dove era ancora acquartierata la milizia fascista, i militi fecero fuoco dal tetto uccidendo una giovane donna, Lina Fratoni (operaia dello iutificio) che marciava in testa al corteo.

Il Fronte Nazionale, appena costituito e formato da Anelito Barontini per il P.C.I.; dal professor Morelli per il P.L.I.; dall’avvocato Bevilacqua senior, dal maestro Bizzi e dall’avvocato Gaetano Squadroni per il P.S.I.U.P.; da Rolando Locori per i sindacati democratici, inviò allora una delegazione dal prefetto Franz Turchi (sarà poi senatore del M.S.I.) per protestare contro questi efferati spargimenti di sangue. Dal 17.8.

1943 si trovava a La Spezia il generale Feurstein, comandante il 51° Corpo germanico (una delle prime unità calate in Italia dopo il 25 luglio), qui venuto per «concorrere alla difesa » della piazzaforte, ma in realtà per occuparla.

[...]

[...]erì al nucleo « G.L. » diretto dal Partito d’Azione. Facevano parte della formazione il colonnello Bottari, il sottotenente Pietro Borrotzu, il sergente Dell’Ara e Franco Coni.

Un terzo gruppo si costituì a Follo, attorno al ( avvocato Agostino Bronzi (un vecchio antifascista aderente al P.S.I.U.P. che dopo la Liberazione diverrà sindaco di La Spezia). Un’altra banda, sorta nel Sarzanese e nata con il nome di Gruppo Spezzino, era comandata da Anelito Barontini (Rolando) e da Paolo Ranieri; da essa avranno origine le formazioni garibaldine locali. Già in ottobre le prime azioni del « Gruppo Spezzino » provocarono vivo allarme tra i nazifascisti che reagirono con estesi rastrellamenti, ma senza risultato alcuno, poiché la banda sera intanto spostata in località Trambacchi (comune di Bolano). Il

15.1.1944 il C.L.N. di La Spezia prese contatto, tramite Terzo Ballani, con i fratelli Cacchioni (Beretta), comandanti della banda di Albareto, dalla quale sarebbe più tardi sorta la Brigata « Cento Croci » (v. Cisa, Passo della).

Il 1944 vide un intensi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 382

Brano: [...]o dell’antifascismo sarzanese fu caratterizzato dalla nuova svolta impressa all’organizzazione comunista locale, sempre secondo le direttive provenienti dal Centro del partito. Paradossalmente, questa ripresa venne favorita da alcune retate che, tra il 1933 e il 1934, avevano sconvolto l’intera organizzazione spezzina: grazie ai nuovi dirigenti Ugo Muccini (v.), Domenico Rolla (v.) e T. Bellani, emerse a Sarzana un gruppo di giovani comprendente Anelito Barontini (v.), Dario Montarese (v.), L. e R. Mozzachiodi, il già citato Cibei e Paolino Ranieri (v.), che mise in atto la parola d’ordine del partito di infiltrarsi nelle organizzazioni di massa fasciste, al punto che Ranieri divenne addirittura dirigente del locale Dopolavoro.

Dopo l’espatrio di Muccini, Rolla e Moretti, braccati dall’Ovra in seguito a una delazione, nel novembre

1935 il sarzanese Anelito Barontini divenne segretario della Federazione comunista provinciale. Un grave colpo subì questa organizzazione il 14.4.1937 allorché, essendo stati affissi in città manifesti contro la guerra di Spagna, vennero arrestati a Sarzana 70 sospetti, compresi alcuni anarchici e socialisti che erano del tutto estranei all’iniziativa. Il gruppo dirigente comunista sarzanese fu decimato dal Tribunale speciale che, T8.3.1938, comminò 4 anni di reclusione a Ranieri, a Barontini e a Montarese. Da quel momento cessò l’attività clandestina che potè riprendere solo dal 1941, con il ritorno di alcuni dei condannati da[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 372

Brano: [...]a, Mario Venanzi, Mario Muneghina, Aldo Aniasi;

Lombardia: Italo Busetto, Giovanni Pesce, Aldo Aldrovandi, Giuliano Pajetta, Domenico Mezzadra, Alberto Cavallotti, Walter Audi sio, Vittorio Bardini, Carlo Lombardi, Italo Pietra, Luchino Dal Verme, Giorgio Allani;

Liguria: Remo Scappini, Luigi Pieragostini, Giovanni Pizzorno, Miro Ukmar, Luigi Gilardi, Giovanni Serbandini, Giovanni Battista Canepa, Nino Siccardi, Dante Conte, G. B. Lasagna, Anelito Barontini, Giacomo Buranello;

Emilia: Alfeo Corassori, Gino Menconi, Arrigo B old ri ni, Mario Ricci,



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 383

Brano: [...]io dello stesso giorno, Sarzana. Nella piazza della città, Bertone e i suoi compagni si ritrovarono con l’altra parte della Brigata, comandata da Galantini, che nel frattempo aveva forzato il fronte insieme agli Alleati.

Il movimento partigiano sarzanese contribuì a far affermare in modo stabile, alla guida delle amministrazioni locali della zona, amministratori comunisti e socialisti, con netta prevalenza dei primi. Sindaci di Sarzana furono Anelito Barontini, poi Giovanni Luciani e infine, per molti anni, Paolino Ranieri. Negli anni del dopoguerra i fermenti ribellistici nella zona non si sono mai del tutto spenti, ma sono stati in gran parte riassorbiti nell’alveo della politica del P.C.I. che, con il passare del tempo, qui come altrove si è fatto tramite di un riavvicinamento delle masse alle istituzioni.

Bibliografia: AA.VV., La Resistenza nello Spezzino e nella Lunigiana, La Spezia, 1973: Ambrosini Paolo Mongatti Giulio, Nascita del primo gruppo patriottico nel Sarzanese, in “La Spezia”, Rivista del Comune, 196465; Bianchi Antonio, Storia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 276

Brano: [...] Liberale; P. Beghi, per il Partito socialista. Tra i caduti del C.L.N. furono Ennio Carando, fucilato il 5.2.1945; Mario Da Pozzo, deportato a Gunskirchen (Mauthausen) e deceduto il 20.4. 1945; Iso Mattazzoni deportato a Mauthausen e ivi deceduto.

Nel ventennio fascista furono condannati dal Tribunale Speciale i seguenti antifascisti attivi a La Spezia (tra parentesi, gli anni di reclusione inflitti):

Corso Arrigoni (3), Lino Bambini (5), Anelito Barontini (4), Euro Bernabò (6), Luigi Botto (6), Giuseppe Capitani (5), Salvatore Caput (6 mesi), Leone Carri i (3), Gigi no Cine! li (8), Giuseppe Coppo (6), Anseimo Corsini (4) Antonio Costa (2), Gaspare Dentici (due condanne, rispettivamente a 4 e a 5 anni), Guglielmo Di Carlo (3), Edoardo Gini (7), Vittorio Emanuele Llngueri (3), Rolando Locori (2), Tommaso Lupi (6), Ercole Madrignani (2), Claudio Maggiani (2), Tesoro Maggiani (2), Dario Montarese (4), Leopoldo Morando (8), Rino Moretti (4), Massimo Michi (6), Arpino Ongaro (due condanne, rispettivamente a 3 e a 12 anni), Francesco Paltò (2 e 6 me[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 274

Brano: [...]elara, della Termomeccanica, dei cantieri del Muggiano, dello Jutificio Montecatini, della Pertusola, e anche quelli della più importante officina dell’Arsenale M.M., nonostante fosse sorvegliata dai tedeschi. La Decima M.A.S. (v.) effettuò massicci arresti tra gli scioperanti, che in gran numero furono deportati: 220 spezzini non fecero ritorno dai campi di deportazione tedeschi. Alcuni mutamenti vennero portati alla composizione del C.L.N.: ad Anelito Barontini, trasferito a Genova per assumere l’incarico di commissario politico della VI Zona operativa ligure, subentrò Poggi, segretario della Federazione del P.C.I.. Quando questi venne ucciso dai nazifascisti a Follo, fu sostituito da Antonio Borgatti [Silvio), inviato da Genova.

A metà giugno, malgrado i trasferimenti e i cambiamenti avvenuti, la polizia riuscì a mettere le mani sul C.L.N.. Da Pozzo, Ghironi, Iso Matazzoni e Trivelloni finirono in Germa

nia, da dove soltanto il Trivelloni avrebbe fatto ritorno. Il presidente del C.L.N., Ennio Carando, riuscì a sfuggire alla cattura e si trasf[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 511

Brano: Genova

Lo schieramento della VI Zona

Le formazioni della montagna dipendevano dal Comando della VI Zona Liguria. Al termine dell'inverno, questo risultava composto da: Antonio Ukmar [Miro], comandante; Aldo Gastaldi (Bisagno), vicecomandante; Anelito Barontini [Rolando), commissario politico; Mario Franzoni [Ugo), vicecomandante; Umberto Lazagna (Canevari), capo di stato maggiore; Amino Pizzorno [Attilio), responsabile del S.I.P. (servizio informazioni partigiano); Vero Mitta [Vero), viceresponsabile S.I.P.; don Luigi Sbarbaro [don Gigetto), cappellano militare; Silvio Bendinelli (Vuccio), responsabile sanitario; Giovanni Serbandini (Bini) addetto stampa. Si trattava di uomini esperti nella lotta armata, dotati di preparazione politica e di forte spirito unitario, strettamente collegati cpn le popolazioni locali, amati e stimati dai combattenti.
[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Anelito Barontini, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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