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Il segmento testuale Allora è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 63Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (Comunismo e occidente, 3°) Benno Sarel, Proletariato e ordine democratico popolare nella Germania Orientale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]za dei casi una diffidenza istintiva (fra operai e tecnici) una antipatia che si manifesta da un lato con atteggiamenti altezzosi, e dall'altro con la ostilità irriflessiva e con la diffamazione » (Tägliche Rundschau del 24.3.49). In seno al partito: « quante volte non ci si astiene dal parlare al gruppo di impresa di cose che vengono invece dette apertamente durante il lavoro. Ma là, vi é forse il compagno caposquadra o il compagno direttore, e allora non si può... » (Neues Deutschland del 7.10.49). Un corrispondente operaio della Acciaieria di Hennigsdorf si rivolge alle « Autorità » in generale: « Non raccogliete le vostre informazioni nelle segreterie e nelle direzioni delle imprese! Là, vi si dirà soprattutto il bene e vi si nasconderà il male. Mentre, fra di loro, i compagni non nascondono il proprio pensiero » (Neues Deutschland del 20.11.49).
(6) « ...Abbiamo il compito di debellare gli avanzi teologici di tipo semimenscevico della sinistra tedesca, questi avanzi che riuniamo abitualmente sotto il nome di Iuxemburgismo. Non si cred[...]

[...] dal titolo « È tempo di rinunciare alla sferza » che rivela i retroscena dell'aumento delle norme alla Stalinallee: il 28 maggio, quando, secondo le notizie ufficiali, il 60% degli operai avevano aumentato le norme, aveva luogo una riunione di capisquadra e di attivisti della Stalinallee. Proprio questa riunione di uomini che il regime considera come il suo migliore appoggio, respinge a maggioranza quell'aumento delle norme che il Governo aveva allora deciso. Il Segretario del partito della Stalinallee, Müller, si era dichiarato contrario alla riunione, e questa aveva avuto luogo per iniziativa del caposquadra Rocke. Sembra che il caposquadra Rocke avesse organizzato la riunione di propria iniziativa, senza l'appoggio di un qualsiasi apparato. Egli ha delle buone ragioni di irritazione contro il partito e contro la direzione della impresa. Al principio di maggio la sua squadra aveva iniziato un lavoro su un nuovo cantiere, ed egli racconta : « Vi ero appena giunto, quando tre incaricati della Direzione centrale, fra i quali il cronometrist[...]

[...]ra, la metà della quale lavora tuttora in un'altra strada... ma il cronometrista risponde che i miei compagni hanno già
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aderito all'aumento delle norme, e che la direzione del cantiere ha già le loro firme. Replico che è una bugia, ed avevo ragione. Vedendo fallita la sua manovra, il cronometrista mi dice che ad ogni modo egli non lascia lavorare sui grandi cantieri se non le squadre che hanno aumentato le norme. Ed allora anche noi abbiamo aumentato la nostra norma del 6,5%. Il caposquadra Rocke narra l'esperienza da lui fatta davanti alla assemblea del 28 maggio. Le lingue si sciolgono, e si viene a sapere che « alcune squadre di carpentieri » dell'isolato G. Nord ed « alcune squadre » della Strausberger Platz in conflitto con il dipartimento delle norme della impresa « avevano sospeso il lavoro » (l'articolo non fa la parola « sciopero »). Si viene anche a sapere che il segretario berlinese del partita, Bruno Baum, il 27 maggio a proposito degli avvenimenti dell'isolato G. Nord, aveva dichiarato che « sarebb[...]

[...]so l'impegno a non applicare sanzioni per lo sciopero.
Il 15 giugno scoppia uno sciopero in un cantiere periferico del settore orientale. La polizia interviene ed arresta gli « agitatori ». Gli operai mandano una delegazione ai cantieri della Stalinallee. La mattina del 16, si formano capannelli di operai che discutono. Nei cantieri piccoli e in quelli privati la forza del regime è minore e le norme non sono state aumentate. Vero é che, fino ad allora, vi si guadagnava meno che nei grandi cantieri e lo spaccio era più scadente : ma adesso le due situazioni si equivalgono. Qualche squadra decide di cercare lavoro altrove: l'operaio è per sua natura nomade. Lungo la Stalinallee, nella marcia verso il centro della città, altre squadre si aggiungono alle prime. Ben presto il corteo ascende ad un migliaio di operai. Allora il carattere della manifestazione cambia: non si pue) più andare a cercare lavoro in tal numero: il corteo si indirizza verso la sede del governo per domandare risposta alla petizione dell'8 giugno. Strada facendo, operai di altri rami e passanti ingrossano il corteo : alla Leipzigerstrasse il corteo é composto di migliaia di operai. Ed ecco che il carattere del corteo, rimasto fino ad allora calmo, cambia ancora una volta : le rivendicazioni economiche si sono trasformate in rivendicazioni politiche. Davanti alla sede del Ministero, davanti al Ministro Selbmann che tenta di parlar loro, questi operai non organizzati danno prova di una grande maturità, quella maturità, quell'impeto fiducioso nella propria forza, che le giornate rivoluzionarie danno agli operai. « Sono un operaio comunista », dice il Ministro. « Te ne sei dimenticato — gli gridano — i veri comunisti siamo noi, non tu ». E presentano le loro rivendicazioni.
Lo svolgimento dei fatti di Berlino del 17 giugno é noto [...]

[...]era dunque per ottenere tutto ciò che oggi si vede era possibile ottenere » (27). Questi non sono discorsi da sconfitti!
Allo stesso tempo, le organizzazioni del partito subiscono unkscossa. Migliaia di membri presentano le loro dimissioni, i quadri direttivi delle fabbriche si trovano nella impossibilità di riconoscere la propria colpa come vorrebbero le direttive ufficiali, e di controllare allo stesso tempo gli operai i quali gridano loro: « Allora andatevene! ».
(26) Neues Deutschland 28.6.53.
(27) Freiheit di Halle 1.7.53.
BENNO SAREL PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 183
La prima fase si chiude il 15 luglio, quando il Comitato centrale decide l'arresto di Fechner e la sua sostituzione con Hilde Benjamin, l'implacabile presidente del Tribunale Supremo, al Ministero della Giustizia. Si apre con ciò un periodo di repressioni. Contemporaneamente, con politica tipica di un regime che si fonda sulla minoranza, il comitato centrale dà soddisfazione ad una delle rivendicazioni operaie più contrarie alla politica seguita fino al[...]

[...]ima fase si chiude il 15 luglio, quando il Comitato centrale decide l'arresto di Fechner e la sua sostituzione con Hilde Benjamin, l'implacabile presidente del Tribunale Supremo, al Ministero della Giustizia. Si apre con ciò un periodo di repressioni. Contemporaneamente, con politica tipica di un regime che si fonda sulla minoranza, il comitato centrale dà soddisfazione ad una delle rivendicazioni operaie più contrarie alla politica seguita fino allora: l'aumento delle categorie di salario più basse, e cioè la inversione della tendenza all'apertura del ventaglio dei salari.
Qualche giorno dopo il Comitato centrale espelle dal proprio seno Herrnstadt, e contemporaneamente Zeiser dichiara che il partito ha avuto ragione nelle cose essenziali e che i suoi errori sono stati di natura secondaria. Si tratta ora di ristabilirne l'autorità, ma i primi passi in questa direzione sono destinati ad aumentare ancor più il disorientamento tra i militanti: quella che fino allora era una verità, il riconoscimento degli errori, diviene adesso una nuova dev[...]

[...]one della tendenza all'apertura del ventaglio dei salari.
Qualche giorno dopo il Comitato centrale espelle dal proprio seno Herrnstadt, e contemporaneamente Zeiser dichiara che il partito ha avuto ragione nelle cose essenziali e che i suoi errori sono stati di natura secondaria. Si tratta ora di ristabilirne l'autorità, ma i primi passi in questa direzione sono destinati ad aumentare ancor più il disorientamento tra i militanti: quella che fino allora era una verità, il riconoscimento degli errori, diviene adesso una nuova deviazione, la « Busstimmung n (lo spirito di penitenza).
L'atmosfera cambia rapidamente nelle fabbriche: secondo la versione precedente, gli elementi provocatori avevano contribuito soltanto a scatenare ed a canalizzare la rivolta; adesso invece viene proclamato che questa è interamente opera loro, e gli oppositori al regime ed i capi che la rivolta si era data vengono tutti messi in un fascio con i provocatori.
Durante l'agosto ed il settembre le fabbriche sono piene di discussioni appassionate. Gli operai difendono [...]

[...]tutti i sabotatori, egli promette «...dei colpi tali sulla testa da far perdere loro la parola ed il senno » (29). La porta della sala di riunione è sorvegliata da elementi della polizia di fabbrica. I resoconti delle assemblee si chiudono quasi sempre con queste parole: «I provocatori (seguono i nomi) sono stati consegnati alle autorità ». In mold casi gli operai non si lasciano intimidire e riescono ad impedire gli arresti; le riunioni vengono allora rinviate. Durante il mese di ottobre le riunioni cambiano carattere: si fanno deserte, ed i rapporti sono seguiti dal silenzio.
Di pari passo con la repressione, il Governo continua ad adottare misure destinate a migliorare il livello di vita dei lavoratori: ribassi sensibili dei prezzi nei magazzini liberi; ribasso delle imposte sui salari; aumento del numero dei giorni di ferie; miglioramento della qualità delle merci ecc. ecc. Questi provvedimenti vengono accompagnati da una propaganda di tono paternalistico che può riassumersi cosí: « Il regime vi dà questi vantaggi; é il vostro regime; [...]

[...]ono non restare vane parole.
È per questo che il partito trasforma la campagna di rinnovamento dei comitati di base in una_ vasta opera di epurazione. Le candidature ai comitati vengono poste liberamente, ed il voto é segreto, ma intorno ad ogni candidatura si apre la discussione. Il candidato é tenuto a rispondere alle domande che gli vengono poste, ed é raro che non si giunga alla domanda chiave: «Che cosa pensate del 17 giugno? quale é stato allora il vostro atteggiamento? ». Se la risposta non é soddisfa
BENNO SAREL PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 187
cente la candidatura viene scartata, o con la votazione pubblica o con l'opposizione dei partigiani del regime che sono presenti. In tal modo il partito riesce ad epurare dai comitati di base gli elementi simpatizzanti col 17 giugno; ma, nello stesso tempo, si verifica un fatto che getta l'allarme fra i dirigenti: la percentuale degli operai nel partito diminuisce, ed ancora più essa diminuisce nei comitati. La Volkstimme, giornale locale di Magdeburgo, annuncia che nei comi[...]

[...]ità nelle campagne é sufficiente per elevare il livello di vita della popolazione. Ma il livello di vita degli abitanti della repubblica democratica tedesca dipende soprattutto dalla possibilità di esportare con profitto : macchine, apparecchi ottici ed elettrici, prodotti chimici. Ora, per poter esportare, la Germania Orientale ha bisogno anzitutto di importare le materie prime. Nello scorso giugno Grotewohl, che era
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allora il personaggio di primo piano del regime, annunciava la sospensione dei lavori del Kombinat dell'Oder, e sottolineava che ciò rendeva disponibili dei crediti da assegnare alle industrie leggere. Ulbricht invece annunciava ai congressisti la messa in marcia del quinto altoforno di quella fondamentale industria siderurgica. Era questa una vittoria della tendenza c< dura» sulla tendenza della distensione? Non vi é dubbio. Ma questa stessa vittoria corrisponde ad un retroscena economico: il nuovo corso, quale era stato formulato nello scorso giugno, non era attuabile se non in una prospettiva di [...]



da Paolo Alatri, Il Governo Nitti e la questione adriatica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]n, in un grave ostacolo al ristabilimento di condizioni normali in Europa.
Una questione controversa e realmente difficile da dirimere è quanto nell'intransigente opposizione wilsoniana ad una soluzione del problema adriatico accettabile da parte italiana vada attribuito a rigidezze e astrattismi ideologici e quanto a influenze finanziarie. Certo, i due elementi dovettero intrecciarsi, e il secondo non dovette mancare. Si disse insistentemente, allora, che gli americani avessero particolari mire sul porto di Fiume come elemento di una più vasta penetrazione nell'Europa centrale, che essi attendessero dagli jugoslavi un'arrendevolezza che non avrebbero trovato negli italiani (7); più tardi, nel periodo di vita dello Stato libero creato dal Trattato di Rapallo, gli americani progettarono l'acquisto di una parte importante del porto fiumano, su cui avrebbe dovuto esercitare la sua giurisdizione la « Standard Oil Company » (8), e in ciò si vide una specie di dimostrazione a posteriori dei motivi che avevano reso la diplomazia wilsoniana così d[...]

[...]fatto compiuto sul quale si articolò la vasta mobilitazione psicologica organizzata dai nazionalisti, impedì ai negoziatori una soluzione che non implicasse il rispetto e la difesa dell'italianità di Fiume. E lecito tuttavia presumere che anche senza quel fatto compiuto nessun governo italiano avrebbe abbandonato Fiume agli jugoslavi, mentre la soluzione annessionistica, che era quella per cui si battevano D'Annunzio e i nazionalisti, non fu per allora realizzata perché non poteva esserlo. D'altra parte, in una prospettiva più ampia, cioè guardando all'intero problema adriatico e non alla sola questione di Fiume, il pronunciamento militare capeggiato da D'Annunzio, e l'elemento di rottura che egli inserì nella legittimità diplomatica internazionale, non attenuarono ma anzi resero certamente più acerba l'opposizione di Wilson a una sistemazione favorevole alle richieste italiane che al Presidente degli Stati Uniti sembrava basata sulla sopraffazione del più debole da parte del più forte (15): e in tal senso i negoziatori italiani ebbero in D[...]

[...]vatore Barzilai, parlando al Senato il 15 dicembre 1920 sul Trattato di Rapallo, diede un riconoscimento prezioso di questo stato di cose: «Chi ebbe l'occasione di trovarsi a Parigi nel 1919 non può, in sua coscienza, moltiplicare le esigenze e accrescere le censure verso i negoziatori del Trattato di Rapallo. Non può per senso di onestà! »; e dopo aver indicato il carattere contraddittorio delle richieste italiane (Patto di Londra più Fiume): « Allora io ebbi il fondato dubbio che la pace italiana non si sarebbe potuta stringere senza una formula di compromesso: ogni più sincero sforzo da molti, da troppi fu fatto, ma era fatale che un compromesso dovesse suggellare la pace »;
(20) Per quanto riguarda Badoglio, vi è un episodio che dimosrra come egli si tenesse in contatto con i nazionalisti anche nel periodo in cui collaborava con Nitti. Durante la Conferenza di San Remo, Badoglio istallò a Villa Devachan un plastico delle Alpi Giulie; Foch, appena lo ebbe osservato, esclamò: « Non c'è da scegliere fra due o più confini. Qui il confine è[...]

[...]to di Nitti, l'accordo fu raggiunto e venne stipulato a Genova, auspice il comm. Pogliani, amministratore delegato della Banca di Sconto, alle 3 del mattino del 12 marzo, dopo una drammatica discussione. Fu sostanzialmente una vittoria dei Perrone, che vennero cooptati nel consiglio d'amministrazione della Commerciale dopo che ebbero rivelato di non possedere le 90 mila azioni con le quali erano entrati nel sindacato bancario costituito da Nitti allora ministro del Tesoro, nel marzo 1918, ma 240 mila azioni sul totale di 520.000. I Perrone basavano la loro potenza principalmente sull'Ansaldo, di cui erano proprietari e che aveva tratto larghi profitti dalle forniture di guerra, ma possedevano anche, oltre a poco meno della metà delle azioni della Commerciale, la totalità delle azioni della Banca di Sconto e avevano una larga partecipazione al Banco di Roma; inoltre fondavano proprio allora la Società Nazionale di Navigazione e stavano impadronendosi della Transatlantica. La tregua stipulata il 12 marzo fu però rotta e la lotta riprese due mesi dopo: il 13 maggio i Perrone pubblicavano sul Giornale d'Italia una lettera aperta che era una dichiarazione di guerra contro il gruppo avverso; ad essa ne fecero seguire altre due, pubblicate sempre nel Giornale d'Italia, il 22 e 23 maggio. Il 28 maggio si riunì allora il consiglio d'amministrazione della Commerciale; la relazione fu tenuta dal presidente Silvio Crespi (vice presidenti erano Cesare Saladini, Ettore
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situazione — spiega Nitti più avanti (43) — che gli elementi più avanzati che mi votavano contro e a cui la mia politica doveva sembrare pericolosa, avevano fiducia in me. Sapevano che comunque non avrei mai fatto opera di reazione. Sapevano che lavoravo per una monarchia democratica, non a parole ma nella essenza. Sapevano soprattutto che io volevo la ricostruzione economica. Tranne pochi scalmanati, io avevo avversari non già[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Allora, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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