Brano: FIAT
Parco di autocarri militari forniti dalla FIAT al governo italiano per essere impiegati nella colonizzazione della Libia (Tripoli, 1912)
Agnelli diede contemporaneamente avvio a una politica economica intesa a creare, attorno alla produzione principale, « una struttura verticale e orizzontafecontali interessi e partecipazioni in differenti industrie fornitrici di materie prime e prodotti semilavorati, da garantirsi il massimo di autonomia ». L’occupazione operaia non era cresciuta in proporzione all’espandersi della produzione; e questo dato introduceva la verifica del tipo di sfruttamento che l'azienda esercitava, premendo sui ritmi d[...]
[...]le forniture all’esercito, la « militarizzazione » delle forze operaie, una dura compressione dei salari e dei consumi dei lavoratori, la spietata repressione da parte dello Stato di ogni moto sindacale e politico delle masse consentirono all’azienda torinese di assurgere a livelli di rango europeo e di accumulare risorse finanziarie eccezionali.
I profitti di guerra e la vastità degli impianti per far fronte alla produzione bellica permisero alla FIAT di gettarsi con tutto il suo peso alla conquista di posizioni egemoniche neH'economia del Paese: intrecciando sempre più le proprie sorti a quelle del capitalismo finanziario; partecipando, come scrisse Antonio Gramsci, alle * furibonde lotte del dopoguerra per la supremazia nell’ambito del sistema capitalistico nazionale, trasformando gli originari ” capitani d’industria ” in ” cavalieri d’industria ” ».
II dato più rilevante di quel periodo fu l’instaurarsi di uno strettissimo rapporto tra lo Stato e l’apparato industriale, rapporto che si rivelerà decisivo per tutto lo sviluppo ulterior[...]
[...]ù avevano lucrato negli anni bellici, ma che avevano anche meglio saputo consolidare le proprie strutture.
L’ondata di agitazioni e di rivendicazioni operaie seguita alla fine del conflitto, culminata nell’occupazione delle fabbriche (v.) dell’agostosettembre 1920, mise per qualche tempo a repentaglio il potere capitalistico e indusse perfino gli industriali maggiori, e lo stesso Agnelli, a temere i,l crollo di ogni prospettiva capitalistica. Alla FIAT si ebbero le esperienze di avanguàrdia del movimento operaio italiano attraverso la creazione dei Commissari di reparto e dei Consigli di fabbrica (v.), tanto che altri gruppi industriali accusarono I’Agnelli di eccessiva « tolleranza » nei confronti del movimento rivoluzionario. La politica personale di Agnelli si staccò in effetti non poco da quella degli altri grandi industriali, anche se durante l’occupazione delle fabbriche egli venne allineandosi col resto del padronato nella recriminazione della « neutralità » del. governo Giolitti. Ma il movimento operaio, mal guidato dal Partito soci[...]