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Il segmento testuale Al C è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 6Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 462

Brano: Secchia, Pietro

sizioni antirevisionistiche e rivoluzionarie del Partito comunista cinese.

Al C.C. del 1011.11.1961, successivo al XXII Congresso del P.C.U.S., criticò i metodi della “destalinizzazione” e si pronunciò per la unità internazionalista. Il 30 novembre parlò al Senato in favore del progetto di legge Parri per lo scioglimento del M.S.I.; alla questione dedicò numerosi comizi e discorsi. Dal 2 al 9.12.1961 prese parte a Roma al X Congresso del P.C.I.; nelle sue note di diario espresse preoccupazione per la polemica anticinese che lo caratterizzò. Al successivo C.C. (21 dicembre) fu esonerato dalla responsabilità della Sezione editoriale e invitato a dedicarsi esclusivamente al[...]

[...]. 21), che nel contesto del pluralismo nazionale ne sosteneva il carattere di classe. Attivissima fu nel 196365 la partecipazione di Secchia alle varie commemorazioni del ventennale, alle cui celebrazioni di « beatificazione » ufficiale egli però reagì come al « tentativo aperto e sfacciato [...] di deformare, rovesciare la Resistenza », tentativo cui si accompagnava « la pressione revisionista a cedere, a non essere più noi stessi, ad adattarci al conformismo dilagante » (“la Resistenza beatificata”, “Rivista storica del socialismo”, 1964, n. 22).

Alle votazioni politiche deH’aprile 1963 fu eletto deputato e senatore; dopo aver optato per il Senato ne fu eletto per designazione del partito vicepresidente, nonostante il suo parere contrario dettato dal sospetto che lo si volesse « togliere

definitivamente dagli incarichi di lavoro nel partito » (AS, pp. 466469). Riprese in quel periodo la sua elaborazione delle posizioni cinesi, alle quali continuava a guardare con forte interesse (nel quale non si mancò di sospettare simpatia e ade[...]

[...]a revisionista né di Krusciov, su scala internazionale, né di quella interna del gruppo dirigente del partito comunista italiano » (AS, pp. 510511).

L’articolo di G. Amendola “Ipotesi sulla riunificazione” (“Rinascita", 28.10.1964), che suscitò « scandalo e reazione nel partito » (AS, p. 512), provocò una replica di Secchia (“La questione essenziale è l'unità della classe operaia”, ivi, 12.12.1964) intesa a ribadire

la funzione di appoggio al capitalismo e all’imperialismo « assolta dalla socialdemocrazia, che dal fallimento del 1914 è passata di capitolazione in capitolazione », la irriducibile peculiarità dei comuniSmo e il contributo dato anche dal P.C.I. in direzione del rinnovamento democratico delI*Italia e della « rivoluzione socialista ».

Al C.C. del 18.2.1965, in riferimento alla guerra del Vietnam, sollecitò la mobilitazione di un movimento di massa per la pace e contro l’imperialismo. In una successiva lettera a Longo lamentò le decurtazioni del « sedicente riassunto » del suo discorso apparso su “l’Unità” e parlò di « discriminazione evidente » e di « metodo del sospetto e del processo alle intenzioni » nei confronti degli « elementi considerati “liquidati”, che non contano più » (AS, pp. 695696). Al C.C. del 5 giugno tornò sul tema del “partito unico”, mettendo in chiaro che la « linea di demarcazione » era tra chi voleva un p[...]

[...] in riferimento alla guerra del Vietnam, sollecitò la mobilitazione di un movimento di massa per la pace e contro l’imperialismo. In una successiva lettera a Longo lamentò le decurtazioni del « sedicente riassunto » del suo discorso apparso su “l’Unità” e parlò di « discriminazione evidente » e di « metodo del sospetto e del processo alle intenzioni » nei confronti degli « elementi considerati “liquidati”, che non contano più » (AS, pp. 695696). Al C.C. del 5 giugno tornò sul tema del “partito unico”, mettendo in chiaro che la « linea di demarcazione » era tra chi voleva un partito di classe e chi optava per « una specie di fronte popolare » o di « partito laburista » (AS, p. 519).

Durante i mesi di settembre e ottobre 1965 partecipò ai lavori della Commissione per le tesi in vista dell’XI Congresso. In una lettera del 18 settembre a Longo rilevò, in polemica con Amendola, il distacco del gruppo dirigente dalla base del partito e, riferendosi anche al progetto di tesi, richiamò il segretario generale alla attualità del perico

lo rev[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 264

Brano: [...]dolo di specifiche funzioni politiche. Ciò sollevò le proteste dei garibaldini e portò a rinnovati dissensi. Soltanto il 26 ottobre, una settimana prima della caduta di Alba, si addivenne a Monforte alla costituzione di un C.L.N. « delle Langhe », con i rappresentanti dei 5 partiti della coalizione e precisamente: Sabino Grasso per il P.C.L, Giuseppe Gallizio per la D.C., Erminio Sacco per il P.d’A., Mario Nada per il P.S.I., Sicco per il P.L.I. Al C.L.N. fu attribuita dai promotori la funzione di Giunta di governo, ma l’offensiva fascista che costrinse i partigiani a lasciare Alba e la successiva fase di rastrellamenti (novembre 1944) che obbligò le formazioni ad abbandonare tutti gli altri centri occupati per ritirarsi sulle colline langarole, resero praticamente inoperante la Giunta.

Del vivace e intenso periodo della « zona libera », malgrado i rovesci temporanei sofferti dalle unità partigiane e la dispersione degli organismi popolari causata dal ritorno nazifascista, rimase come dato altamente positivo l’approccio realizzato da n[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 805

Brano: [...]etrovie, in vista di una riorganizzazione che si rivelò più lunga del previsto. Da allora le operazioni sul fronte di Cassino furono condotte nell'assenza di reparti combattenti italiani.

Il 9.1.1944 il generale Umberto Utili sostituì Dapino alla testa del Raggruppamento. Questo, alimentato da nuovi reparti che giunsero di rinforzo dalle province pugliesi, perdette il suo pomposo appellativo di « motorizzato » e, dal 5.2.1944, venne aggregato al Corpo di spedizione francese comandato dal generale Alphonse Juin. L’unità fu quindi spostata verso l'interno, sulla dorsale deH’Appennino Abruzzese, e venne rafforzata con arditi e alpini, più adatti alle esigenze del terreno. Le fu assegnata la zona di Monte Marrone (v.).

Il 18.4.1944, immediatamente dopo la formazione del governo antifascista di Salerno, il Raggruppamento mutò denominazione per diventare il primo nucleo del Corpo Italiano di Liberazione (v.). Al C.I.L. e poi ai Gruppi di combattimento (v.) il governo BadoglioC.L.N. e poi il governo Bonomi assicurarono il retroterra politi[...]

[...]francese comandato dal generale Alphonse Juin. L’unità fu quindi spostata verso l'interno, sulla dorsale deH’Appennino Abruzzese, e venne rafforzata con arditi e alpini, più adatti alle esigenze del terreno. Le fu assegnata la zona di Monte Marrone (v.).

Il 18.4.1944, immediatamente dopo la formazione del governo antifascista di Salerno, il Raggruppamento mutò denominazione per diventare il primo nucleo del Corpo Italiano di Liberazione (v.). Al C.I.L. e poi ai Gruppi di combattimento (v.) il governo BadoglioC.L.N. e poi il governo Bonomi assicurarono il retroterra politico e quella prospettiva ideale che erano mancati al Raggruppamento « Savoia » nello scontro di Montelungo.

Bibliografia: Gabrio Lombardi, Il Corpo Italiano di Liberazione, Roma 1945; Antonio Ricchezza, Qui si parla di voi, Bergamo 1946; Ufficio Storico dello Stato maggiore dell'Esercito, L'esercito italiano dal I tricolore al primo centenario, Roma 1962, cap. XII; Costantino de Franceschi, L’esercito italiano sul fronte di Cassino, in AA.VV., Incontro a Montecassino[...]

[...]ndini e Rugen) sarebbero stati liberati in cambio di cinque antifascisti che si trovavano in carcere. Lo scambio doveva avvenire alla quattro del pomeriggio del 29, in una località indicata come bivio di Badia a Isola. Giunto a Siena, il tenente Gabella riferì il messaggio al prefetto repubblichino Giorgio Alberto Chiurco (v.), ma questi decise di rifiutare lo scambio e di predisporre un’immediata rappresaglia.

Nella notte del 27, capeggiati dal capitano Billi, 250 militi si diressero in camion verso Monte Maggio, dove la presenza di partigiani era già stata segnalata da una spia. All’alba ebbe inizio l’attacco: circondato il cascinale, i fascisti aprirono il fuoco, al quale i partigiani risposero colpendo il capitano fascista Billi e tre militi. Ma esaurite le poche munizioni, ben presto essi furono costretti ad arrendersi. A uno a uno, con le mani in alto dovettero uscire dalla stalla. Quattro ragazzi furono scoperti nascosti dentro il forno del pane. I fascisti trovarono i due ostaggi incolumi.

Al Brandini e al Rugen fu chiesto c[...]

[...]. Gli altri dovettero seguire a piedi, scortati dai militi. Giunti in località chiamata Porcareccia, i partigiani scorsero i compagni che li avevano preceduti sul camion già addossati a due alberi, con una mitragliatrice pesante rivolta contro i loro petti.

Come ebbe a testimoniare successivamente, a quel punto Vittorio Meoni (unico superstite della strage), intuendo fulmineamente ciò che stava per accadere e dopo aver fatto un gesto d’intesa al compagno Virgilio Ciuffi che gli stava a fianco, con un balzo si gettò nel bosco. Un milite puntò il mitra e sparò colpendo Meoni al fianco, ma resistendo al lancinante dolore il giovane proseguì disperatamente la corsa mettendosi in salvo. Poco dopo udì le raffiche della mitragliatrice che trucidava i suoi 17 compagni. Caddero Orvino Orlandini, Franco Corsinovi, Livio Livini, Ezio Grassini, Livio Levanti, Elio Lapini, Virgilio Ciuffi, Piero B art alini, Luigi Vannetti, Dino Furiosi, Angiolo Bartalini, Ennio Nencini, Onelio Volpini, Fosco Martinucci, Angelo Bartalini, Aladino Giannini, Giovanni[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 458

Brano: Secchia, Pietro

Pietro Secchia (al centro) con Gino Moscatelli (v.) e altri partigiani nei giorni della liberazione del Nord

Dopo la “pugnalata alle spalle” del proclama Alexander (v.) (10.11.1944) Secchia concordò con Longo quella “interpretazione” che ne capolgeva il significato e che chiamava a una intensificazione della guerra partigiana. Alla riunione della Direzione del P.C.I. allargata alla rappresentanza dei Triumvirati (Milano 1112.3.1945) ancora una volta egli tenne il rapporto organizzativo (gli iscritti al partito avevano raggiunto il numero di 90.000; sarebbero stati circa 100.000 alla vigilia dell’insurrezione).[...]

[...]bito del partito di massa, della formazione di quadri e della preparazione ideologica e politica degli iscritti. Dopo l'esclusione delle sinistre dal governo attaccò duramente la Democrazia cristiana in scritti e discorsi, ma andò anche sviluppando un profondo scontento per il blando atteggiamento del P.C.I., che eludeva l'esigenza di una risposta di massa; atteggiamento in cui vide l'espressione politica soprattutto nella relazione di Togliatti al C.C. di luglio.

Dopo la conferenza istitutiva del Cominform (v.), e le critiche che in essa furono rivolte al minimalismo del P.C.I., muovendosi d’accordo con Longo Secchia diede impulso alla politica di massa, basata sulla mobilitazione di proletari e partigiani e sulla agitazione della parola d’ordine della lotta per la pace. Al C.C. di novembre si saldò l’unità del gruppo dirigente sulla rettifica della linea, ma Togliatti parlò ancora di « pericoli » di «facile estremismo verbale» (AS, p. 210).

A metà dicembre Secchia, recatosi a Mosca per incarico del partito, fu invitato da Zdanov a riferire per iscritto le sue opinioni sulla situazione italiana e sull'azione del P.C.I.; ciò che egli fece, aggiungendo la propria analisi politica alla rielaborazione di materiale del partito. La relazione, che Secchia illustrò in una riunione con i dirigenti sovietici, culminava in una dura critica

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Al C, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Al C C <---C.C. <---C.L.N. <---P.C.I. <---Pratica <---antifascista <---fascista <---ideologia <---italiana <---italiano <---socialismo <---A Roma Secchia <---A.N.P.I. <---Al C I <---Al C L <---Angelo Barta <---Angiolo Bar <---Badia a Isola <---Bibliografia <---C.I.L. <---Casole in Chianti <---Colpo di Stato <---Comandi di Martini Mauri <---Comando di Martini Mauri <---Consigli di gestione <---Costantino de Franceschi <---Critica marxista <---D.C. <---Editori Riuniti <---Ezio Grassini <---FIAT <---Fosco Martinucci <---Gino Moscatelli <---Giorgio Alberto Chiurco <---Giuseppe Gallizio <---Giuseppe Mari <---I.N.S.M. <---Il Corpo Italiano di Liberazione <---Incontro a Montecassino <---Ipotesi sulla riunificazione <---La Stampa <---La guerra <---La sera <---Liberazione in Italia <---Luigi Vannetti <---M.S.I. <---Martini Mauri <---Massimo Legnani <---Massimo Sani <---Movimento operaio <---Nord e Sud <---Nostra Lotta <---Nuovi Argomenti <---Onelio Volpini <---P.C.L <---P.C.U.S. <---P.L.I. <---P.S.I. <---PCI <---Partito comunista <---Piero B <---Segreteria generale di Longo <---Spartaco Lavagnini <---Storia <---Storia della Resistenza <---Terzo Mondo <---Togliatti a Torino <---U.R.S.S. <---Ufficio Storico <---Velio Menchini <---Vittorio Meoni <---Zona libera <---antifascismo <---antifascisti <---antirevisionisti <---capitalismo <---centralismo <---classista <---clericalismo <---comunista <---comunisti <---conformismo <---cristiana <---d'Italia <---dell'Esercito <---dell'Ossola <---estremismo <---estremista <---fascismo <---fasciste <---fascisti <---ideologica <---imperialismo <---internazionalista <---italiani <---laburista <---liste <---marxista <---minimalismo <---nazifascista <---nazista <---pluralismo <---postfascista <---revisionismo <---revisionista <---scissionismo <---socialista <---staliniani <---tigiane