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da Antinazione in KBD-Periodici: Avanti! 1943 ottobre 25 numero 10

Brano: [...]are, forse per la prima volta nella loro vita, una vera responsabilità, non seppero trovare in se stessi altra iniziativa individuale che quella della fuga.
Questi signori dimenticano ancora di non aver mai dato nulla al Paese e di avere invece molto preso, dimenticano di non aver mai rivolto la mente ai problemi essenziali della vita sociale perche chiusi — per lo più — nel loro cieco egoismo di casta.
Ora costoro ai divono disgustati del no
Agli " ordini „ e ai " decreti „ del sedicente governo repubblicano fascista, rispondete con lo scherno e la irrisione.
stro'popolo e si vergognano di essere italiani. E' tardi, signor. Prima dovevate vergognarvi, e di voi stessi, prima dovevate por mente all'esistenza di un popolo per dedicare ad osso la vostra attività e non ora soltanto per constatarne la vergognosa caduta di cui siete voi i primi responsabili, voi che avevate in mano le chiavi del Paese, l'industria, il commercio, le finanze, e che avete sostenuto o sopportato il fascismo anche quando ne avevate compres l'iniquità perché erav[...]



da Georg Lukacs, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Introduzione agli scritti di estetica di Marx ed Engels in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: INTRODUZIONE AGLI SCRITTI vi r, i ¡LA
DI MARX ED ENGELS (*)
Gli studi letterari di Marx ed Engels hanno una forma letteraria assai peculiare; é quindi opportuno persuadere prima di tutto il lettore della necessità di questa forma, affinché egli passa adottare l'atteggiamento indispensabile a una corretta lettura e comprensione degli studi stessi. Occorre sapere innanzitutto che Marx ed Engels non hanno mai scritto un libro o uno studio organico su questioni letterarie nel vero senso della parola. Marx ha bensì sempre sognato, all'epoca della sua maturità, di poter esporre in un ampio studio le sue idee sullo[...]

[...]rte, dalla sua opera economica fondamentale, che né questo progetto né quello di un libro su Hegel poterono essere attuati.
Perciò questo libro comprende in parte delle lettere e degli appunti desunti da colloqui e in parte singoli passi, estratti da libri di diverso contenuto, in cui Marx ed Engels hanno toccato le questioni principali della letteratura. Così stando le cose, é ovvio che la scelta e il raggruppamento di tali passi non risalgano agli autori stessi. I lettori tedeschi conoscono l'eccellente edizione curata dal Prof. M. Lifschitz (« Marx und Engels über Kunst und Literatur )), Verlag Bruno Henschel, Berlin).
La constatazione di questo fatto é però ben lungi dall'implicare che i frammenti qui raccolti non costituiscano un'unità orga nica e sistematica di pensiero. Solamente bisogna che prima ci intendiamo sull'indole di tale sistematicità, quale risulta dalle idee
(*) Ringraziamo l'editore Einaudi alla cui cortesia dobbiamo l'autorizzazione a pubblicare il presente scritto. Esso farà parte di un volume del Lukács di prossi[...]

[...]e di questo fatto é però ben lungi dall'implicare che i frammenti qui raccolti non costituiscano un'unità orga nica e sistematica di pensiero. Solamente bisogna che prima ci intendiamo sull'indole di tale sistematicità, quale risulta dalle idee
(*) Ringraziamo l'editore Einaudi alla cui cortesia dobbiamo l'autorizzazione a pubblicare il presente scritto. Esso farà parte di un volume del Lukács di prossima pubblicazione.
G. LUKÁCS INTRODUZIONE AGLI SCRITTI DI MARX ED ENGELS 31
filosofiche di Marx ed Engels. Qui non abbiamo naturalmente modo di soffermarci a spiegare la teoria della sistematizzazione marxista, e ci limitiamo ad attirare l'attenzione del lettore su due punti di vista che essa comporta. Ii primo consiste in ciò, che il sistema marxista — in netto contrasto con la moderna filosofia borghese — non si distacca mai dal processo unitario della storia. Per Marx ed Engels non vi é che una sola scienza unitaria, lal scienza della storia, che concepisce l'evoluzione della natura, della società, del pensiero ecc. come un processo s[...]

[...]iamo subito cominciare col porre alcune questioni generali e fondamentali del materialismo storico. Ciò non solo ai fini della necessaria fondazione scientifica, ma anche perché proprio in questo campo dobbiamo distinguere con particolare nettezza il vero marxismo, la vera concezione dialettica del mondo, dalla sua volgarizzazione a buon mercato, la quale pro prio in questo campo ha forse discreditato nel modo più spiacevole la dottrina marxista agli occhi di una vasta cerchia di persone.
G. LUKÁCS INTRODUZIONE AGLI SCRITTI DI MARX ED ENGELS
E noto che il materialismo storico scorge nella base economica il principio direttivo, la legge determinante dello sviluppo storico. Dal punto di vista di questa connessione con il processo di sviluppo le ideologie — tra cui l'arte e la letteratura — figu
rano soltanto come superstrutture che lo determinano in via se
condaria.
Da questa fondamentale constatazione il materialismo volgare trae una conseguenza meccanica ed erronea, e cioéche intercorra tra struttura e superstruttura un semplice rapporto causale, in cui la prima fa soltanto da causa e la seconda solt[...]

[...]nto di vista di questa connessione con il processo di sviluppo le ideologie — tra cui l'arte e la letteratura — figu
rano soltanto come superstrutture che lo determinano in via se
condaria.
Da questa fondamentale constatazione il materialismo volgare trae una conseguenza meccanica ed erronea, e cioéche intercorra tra struttura e superstruttura un semplice rapporto causale, in cui la prima fa soltanto da causa e la seconda soltanto da effetto. Agli occhi del marxismo volgare la superstruttura è un effetto causale, meccanico, dello sviluppo delle forze produttive. Invece il metodo dialettico ignora completamente siffatti rapporti. La dialettica con testa che esistano in qualche parte del mondo dei rapporti da causa ad effetto puramente univoci; anzi riconosce nei fatti più semplici la presenza di una complessa azione e reazione di cause ed effetti. E il materialismo storico afferma con particolare insistenza che, in un processo così multiforme e stratificato qual é l'evoluzione della società, il processo totale dello sviluppo storicosoci[...]

[...]cosa tale attività nutritiva differisca da quella animale. L'uomo bisognoso o preoccupato non ha alcun senso per lo spettacolo più bello; il rivendugliolo di minerali vede soltanto il valore commerciale, ma non la bellezza e la natura peculiare del minerale, cioè non possiede il senso mineralogica; dunque l'oggettivazione dell'essenza umana, sia dal punto di vista teorico che da quello pratico, è necessaria tanto per ren
G. LUKÁCS INTRODUZIONE AGLI SCRITTI DI MARX EI) ENGELS 35
dere umano il senso dell'uomo, quanto per creare un senso umano che corrisponda all'intera ricchezza dell'essenza umana e naturale».
L'attività spirituale dell'uomo ha dunque in ogni suo campó una determinata autonomia relativa; ciò vale anzitutto per l'arte e la letteratura. Ognuno di questi campi, di queste sfere d'attività, si evolve spontaneamente — per opera del soggetto creatore — riallacciandosi immediatamente alle proprie creazioni precedenti, sviluppandosi ulteriormente, seppure tra le critiche e le polemiche.
Abbiamo già indicato che questa autonomia[...]

[...]dar di pari passo col progresso economico della società in forza di un meccanico e necessario parallelismo. Nella stana del comunismo primitivo e delle società classiste, su cui scrissero Marx ed Engels, non è affatto necessario che una società più progredita di un'altra dal punto di vista sociale abbia immancabilmente una letteratura, un'arte, una filosofia più avanzate di questa.
Marx ed Engels insistono energicamente a piú riprese sulla ineguaglianza di sviluppo nel campo della storia delle ideologie. Per esempio Engels illustra le considerazioni citate più sopra ricordando come la filosofia francese del Settecento e quella tedesca dell'Ottocento siano sorte in paesi completamente o relativamente arretrati, di modo che nel campo della filosofia la çiviltì.,, di uno di questi paesi poteva avere una funzione egemonica; mentre net campo—dëll'economia era rimasta assai addietro rispetto ai paesi clhcostanti. Tali constatazioni furoño così formulate da Engels: «Di qui il fatto che paesi economicamente arretrati possono tuttavia suonare il [...]

[...]rra, sulla cui filosofia i francesi si fondavano, e più tardi la Germania rispetto ad entrambe ».
Marx formula questo pensiero applicandolo di principio alla letteratura, e in modo se possibile ancora più netto e reciso. Egli dice: o In arte è noto ché determinate epoche di fioritura non stana affatto in r_ apporto con lo sviluppo generale della società, quindi anche con la base materiale, con l'ossatura, per così dire,
G. LUKÁCS INTRODUZIONE AGLI SCRITTI DI MARX ED ENGELS 37
della sua organizzazione. P. es. i Greci confrontati coi moderni, o anche Shakespeare. Di certe forme d'arte, p. es. dell'epos, si riconosce addirittura che non possono mai essere prodotte nella loro forma classica, che definisce un'epoca del mondo, non appena inizia la produzione artistica come tale; si riconosce dunque che nell'ambito dell'arte stessa certe notevoli cre zioni sono possibili soltanto allo stadio di un insufficiente sviluppo artistico. Se questo avviene nel rapporto tra le diverse forme artistiche nell'ambito dell'arte stessa, é già meno sorprend[...]

[...]bili soltanto allo stadio di un insufficiente sviluppo artistico. Se questo avviene nel rapporto tra le diverse forme artistiche nell'ambito dell'arte stessa, é già meno sorprendente che avvenga nel rapporto dell'intero campo dell'arte verso la sviluppo generale della società».
Questa concezione della sviluppo storica esclude nei veri marxisti ogni schematizzazione, ogni ricorso ad analogie o a par ralleli meccanici. Come il principio dell'ineguaglianza di sviluppo si manifesti in un campo e in un periodo qualsiasi della storia delle ideologie, é questione storica concreta cui il marxista può rispondere solo in base a una concreta analisi della situazione concreta. Perció Marx così conclude il ragionamento precedente: <E La difficoltà sta soltanto nella formulazione generale di tali contraddizioni. Non appena vengono specificate, sono già risolte ».
Marx ed Engels si difesero per tutta la vita contra il semplicismo volgarizzatore dei loro cosiddetti discepoli, i quali volevano sostituire alla studio concreto del processo storico concret[...]

[...] definire scientificamente lo sviluppo economico e le lotte sociali,
y
38 INCHIESTA SULL'ARTE E IL COMUNISMO

così anche qui il loro principale interesse si rivolge a conoscere ed elaborare i tratti più essenziali dell'epoca attuale, dello sviluppo moderno. Se ora esaminiamo sotto questo rispetto il modo marxista di considerare la letteratura, vediamo ancora più chiaramente quanto importante sia la funzione che spetta al principio dell'ineguaglianza di sviluppo net definire la peculiarità di un periodo qualsiasi. Nell'evoluzione delle società divise in classi il modo capitalista di produzione é indubbiamente lo stadio economicamente più elevato. Ma per Marx è altrettanto indubbio che questo modo di produzione é per la sua stessa essenza poco propizio al fiorire della letteratura e dell'arte. Marx non é il primo e nemmeno il solo a scoprire e descrivere questo stato di cose, ma solo in lui i motivi reali appaiono nella loro interezza. Poiché solo una concezione comprensiva, dinamica e dialettica come il marxismo può dare un quadro esa[...]

[...]ca per tutta la vita. L'economia marxista riconduce infatti le categorie dell'essere economico, che costituisce la base della vita sociale, là dove esse si manifestano nelle loro forme reali, come rapporti tra uomo e uomo e, attraverso questi, come rapporto della società con la natura. Ma contemporaneamente Marx dimostra anche che tutte queste categorie nel capitalismo appaiono necessariamente in forme reificate e celano
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con questa forma reificata la loro vera essenza, cioè le relazioni tra gli uomini. Nel mettere sulla testa le categorie fondamentali dell'essere umano consiste ila necessaria feticizzazione della società capitalista. Nella coscienza dell'uomo il mondo appare tutto diversa da quel che é, deformato nella sua struttura, separata dalle sue vere relazioni. E necessario un particolare sforzo del pensiero perché l'uomo del capitalismo penetri questo feticismo e perché, dietro alle categorie reificate (merce, denaro, prezzo, ecc.) che determinano la sua vita quotidiana, [...]

[...]riamente assumere accenti reazionari. Marx ed Engels non hanno mai negato il carattere progressivo del modo di produzione capitalistico, ma ne hanno al tempo stesso implacabilmente rivelato tutti gli aspetti inumani. Essi hanno visto e spiegato a chiare note che l'umanità deve passare di là per creare le condizioni materiali della sua emancipazione reale e definitiva, del socialismo. Ma l'intelligenza del carattere econo
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micamente, socialmente e storicamente necessario dell'ordine sociale capitalistica e l'impaziente ripudio di ognii richiamo a epoche che hanno già fatto il loro tempo non smussano la critica. mossa da Marx ed Engels alla civiltà capitalistica; anzi, la acuiscono. Se a questo proposito essi rimandano ad epoche trascorse, ciò non implica mai un'evasione romantica nel passato, bensì soltanto un richiamo all'inizio di quella lotta di emancipazione che ha liberato l'umanità da un periodo di sfruttamento e di oppressione ancor più sorda e disperata: il periodo feudale. [...]

[...]ono ed operano in mezzo ai movimenti del tempo, alla lotta pratica, prendendo partita e partecipando ai combattimenti, chi con la parola e gli scritti, chi con la spada, e parecchi con entrambi.. Donde quella pienezza e forza di carattere che ne fa degli uomini interi. Gli eruditi da tavolino sono eccezioni: o gente di secondo e terzo ordine, oppure prudenti filistei che non vogliono scottarsi le dita ».
Di conseguenza Marx ed Engels esigevano dagli scrittori del tempo loro che dovessero prendere posizione contro gli effetti deleteri e avvilenti della divisione capitalistica del lavoro e cogliere l'uomo nella sua essenza e totalità. E proprio perché constatavano
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nella maggior parte dei loro contemporanei la mancanza di questa aspirazione verso la totalità, verso l'essenziale, li consideravano come epigoni privi d'importanza. Nella critica alla tragedia « Sickingen » di Lassalle, Engels scrive: «A buon diritto Lei si oppone alla cattiva individualizzazione oggi in auge, che si riduce a raffinate ped[...]

[...]o per lo più del tutto indipendente dalla soggettività dello scrittore. Marx ed Engels sono però ben lontani dal trascurare quest'ultimo momento Esamineremo poi più a fondo la que stione che qui sorge; per ora ci limitiamo a indicarne un aspetto. Lo scrittore borghese mediocre si identifica con la sua classe, coi suoi pregiudizi, con la società borghese, e ciò lo rende codardo, lo fa rifuggire dall'affrontare i veri problemi. Nel corso delle battaglie ideologiche e letterarie condotte negli anni posteriori al 1840 il giovane Marx scrisse una critica approfondita del romanzo di Eugenio Sue «I misteri di Parigi », assai letto in quel tempo e divenuto estremamente popolare in Germania. Qui vogliamo rile! vare solamente che Marx sferza soprattutto in Sue proprio ii fatto che egli si adagia codardamente nella superficie della società capitalista e deforma e falsifica la realtà per motivi opportunistici. Na turalmente oggi nessuno legge più Sue. Ma ogni pochi anni emergono, in corrispondenza agli umori della borghesia di quegli anni, degli scri[...]

[...]tica approfondita del romanzo di Eugenio Sue «I misteri di Parigi », assai letto in quel tempo e divenuto estremamente popolare in Germania. Qui vogliamo rile! vare solamente che Marx sferza soprattutto in Sue proprio ii fatto che egli si adagia codardamente nella superficie della società capitalista e deforma e falsifica la realtà per motivi opportunistici. Na turalmente oggi nessuno legge più Sue. Ma ogni pochi anni emergono, in corrispondenza agli umori della borghesia di quegli anni, degli scrittori alla moda per cui questa critica conserva sotto ogni aspetto — con le varianti del caso — la sua validità.
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Si sari notato che la nostra analisi, che aveva preso le mosse dalla formazione e dallo sviluppo della letteratura, sta passando quasi insensibilmente a investire dei problemi estetici in senso stretto. Con ciò siamo giunti a toccare il secondo complesso _di problemi della concezione marxista nell'arte. Marx considera estremameite"importante l'indagine delle premesse storiche e sociali della formazione e dello sviluppo della letteratura; ma non sostiene mai che le questioni che la concernono siano così neanche lontanamente esaurite. « Ma la difficoltà non consist[...]

[...]dagine delle premesse storiche e sociali della formazione e dello sviluppo della letteratura; ma non sostiene mai che le questioni che la concernono siano così neanche lontanamente esaurite. « Ma la difficoltà non consiste nel capire che l'arte e l'epica greca sono legate a certe forme di sviluppo sociale. La difficoltà è quella che esse continuano a suscitare in noi un godimento artistico e a valere sotto certi aspetti come norma e modello ineguagliabile».
La risposta di Marx alla domanda che egli stesso si pone ha di nuovo un carattere storicocontenutistico. Egli addita il rapporto intercorrente tra il mondo greca, in quanto «infanzia normale dell'umanità », e la vita spirituale, di uomini nati tanto più tardi. Tuttavia la questione non la riconduce indietro al problema dell'origine della società, bensì lo stimola a formulare i principi fondamentali dell'estetica, sempre non in modo formalistico, ma in un ampio orizzonte dialettico. Infatti la risposta data da Marx solleva due grandi complessi di problemi cancernenti l'essenza estetica[...]

[...]der chiari a se stessi i principi della creazione artistica sono stati orientati in questo senso. La meta di pressoché tutti i grandi scrittori fu la riproduzione artistica della realtà; la fedeltà alla realtà, l'appassionato sforzo di restituirla nella sua totalità e integrità, denotarono per ogni grande scrittore (Shakespeare, Goethe, Balzac, Tolstoi) il .vero criterio della grandezza letteraria.




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Che l'estetica marxista affronti questa questione fondamentale senza rivendicare un'innovazione radicale risulta sorprendente per coloro i quali, senza alcun motivo serio e senza vera conoscenza di causa, accoppiano l'ideologia del proletariato a qualche cosa di assolutamente nuovo, a un « avanguardismo» artistico, e credono che l'emancipazione del proletariato comporti nel campo della letteratura una completa rinuncia al passato. I classici e 1) fondatori del marxismo non hanno mai sostenuto questo punto di vista. Nella loro opinione la lotta emancipatrice del p[...]

[...]ssenza che viene messa in ombra, o addirittura scompare del tutto nella maggioranza dei casi. La filosofia idealistica dell'arte e la prassi artistica della stilizzazione scorgono invece talvolta chiaramente l'antitesi tra essenza ed apparenza, ma a causa della mancanza di dialettica o di un'incompleta dialettica idealistica scorgono, solo ed unicamente l'antitesi, ignorando come in seno a questa antitesi viga l'uniti
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dialettica dei contrari. Questa problematica é chiaramente visibile in Schiller, sia nei suoi interessantissimi e profondi saggi estetici, sia nella sua prassi poetica. Quanto alla letteratura e alla teoria letteraria delle epoche di decadenza, esse sogliono unire entrambe queste false tendenze: al posta della vera investigazione dell'essenza subentra un gioco di analogie superficiali le quali prescindono dalla realtà non meno della concezione dell'essenza propria dei classici dell'idealismo; queste vuote costruzioni vengono poi infarcite di particolari naturalis[...]

[...]he sono sempre il riflesso dei grandi problemi di un'epoca qualsiasi, appaiano necessariamente indebolite e smussate nell'animo e nelle vicende di un uomo mediocre, e perdano così proprio i loro tratti essenziali. Nella raffigurazione del tipo, nell'arte tipica, si fondono la concretezza e la norma, l'elemento umano eterno e quello storicamente determinato, l'individualità e l'universalità sociale. Perciò nella creazione
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di tipi, nella presentazione di caratteri e di situazioni tipiche, le più importanti tendenze dell'evoluzione sociale ricevono un'adeguata espressione artistica.
A queste osservazioni d'indole generale dobbiamo farne seguire un'altra. Marx ed Engels scorgevano in Shakespeare e Balzac (di fronte, diciamo, a Schiller da una parte e a Zola dall'altra) quella tendenza realistica che meglio corrispondeva alla loro estetica. La scelta di questi grandi scrittori indica di per sé che la concezione marxista del realismo non ha nulla a divedere con la copia fotografica de[...]

[...]nucleare l'essenza nell'intreccio contradditorio delle apparenze. Ora, se non crediamo che il soggetto artistico « crei » ex nihilo qualche cosa di radicalmente nuovo, bensì sappiamo che egli scopre un'essenza che esiste indipen dentemente da lui, ma che non é accessibile a tutti e resta a lungo celata anche al piú grande artista; non per questo l'attività del soggetto viene a cessare, e neppure viene neanche menomamente
G. LUKÁCS INTRODUZIONE AGLI SCRITTI DI MARX ED ENGELS Si
inficiata. Se dunque l'estetica marxista identifica il valore più gran de dell'attività creatrice del soggetto artistico nel fatto che questi assume nelle sue opere il processo sociale universale e lo rende sensibilmente, sperimentalmente accessibile; e che in tali opere si cristallizza l'autocoscienza, il risveglio alla coscienza dello sviluppo sociale: ciò non implica una sottovalutazione dell'attività del soggetto artistico, ma anzi una valutazione così alta come mai non vi fu.
Anche qui, come dappertutto, il marxismo non si presenta atteggiandosi a qualche c[...]

[...]tali costruzioni artificiose, ovunque se ne parli. Irònia che si fà particolarmente feroce là dove lo scrittore, onde dimostrare la verità di una proposizione o di un orientamento qualsiasi, reca violenza alla realtà oggettiva, deformandola. Si vedano soprattutto le osservazioni critiche di Marx su Sue. Ma anche quando si tratta di grandi scrittori Marx protesta contro la tendenza a utilizzare opere inte


G. LUKÁCS INTRGDUZIdNE AGLI SCRITTI DI MARX ED ENGELS 53
re o singoli personaggi al fine di esprimere immediatamente e direttamente le proprie opinioni, svuotando in tal modo i personaggi stessi della loro autentica verità e sottraendo loro la capacità di vivere fino in fondo la loro vita seconda le intime leggi organiche della dialettica che sta alla base di questa. Tale é il rimprovero che Marx muove alla tragedia di Lassalle: «Poi tu avresti dovuto lasciar parlare in grado ben maggiore proprio le idee moderne nella loro forma più pura, mentre ora, oltre alla libertà religiosa, é l'unità borghese che costituisce l'id[...]

[...]empo».
Tuttavia un simile ripudio della letteratura a tendenza non significa neanche lontanamente che la vera letteratura non abbia una tendenza. Innanzitutto la realtà oggettiva di per se stessa non è un caotico miscuglio di movimenti privi di direzione, bensì un processo evolutivo che ha in sé delle tendenze piú o meno accentuate, che ha soprattutto una propria tendenza fondamentale. Il disconoscere questo fatto, l'assumere un atteggiamento sbagliato verso di esso, riesce sempre di grave detrimento ad ogni creazione artistica. Si confronti la critica di Marx alla tragedia di Lassalle.
Ciò definisce già l'atteggiamento dell'artista rispetto alle diverse tendenze dello sviluppo sociale e in particolare alle tendenze fondamentali di tale processo. In conformità a ciò Engels definisce nel modo seguente il suo punto di vista sulla tendenza in arte: «Non sono affatto un avversario della poesia a tesi in quanta tale. Il padre della tragedia, Eschilo, e il padre della commedia, Aristofane, furono ambedue poeti fortemente a tesi; lo stesso val[...]

[...]iratore dell'aristocrazia decadente, mentre nelle sue opere si esprime in ultima istanza proprio la concezione opposta a questa: cc Certo, Balzac era legittimista in politica; l'intera sua opera é un'elegia sull'inevitabile decadenza della buona società; tutte le sue simpatie vanno alla classe condannata alla rovina. Ma nonostante tutto ciò la sua satira non é mai più aspra né la sua ironia più amara di quando egli mette
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in moto proprio quegli uomini e quelle donne con cui profondamente simpatizza: gli aristocratici. Mentre al contrario egli rappresenta i suoi avversari politici, i rivoltosi repubblicani, come gli unici veri eroi del tempo ». Le conseguenze ultime di tale contraddizione sono così riassunte da Engels: «Il fatto che Balzac sia stato costretto ad agire contro le sue proprie simpatie di classe e contro i propri pregiudizi politici; che egli abbia visto l'inevitabilità della fine dei suoi cari aristocratici e abbia rappresentati come uomini che non meritavano un desti[...]

[...]della società capitalista in formazione disegnato dal suo grande contemporaneo Fourier.
Il trionfo del realismo significa, in questa versione che ne dà il marxismo, una completa rottura con quella concezione volgare della letteratura e dell'arte che deriva meccanicamente il valore dell'opera letteraria dalle concezioni politiche dello scrittore, dalla cosiddetta psicologia di classe. Il metodo marxista qui indicato é
i
G. LURÁCS INTRODUZIONE AGLI SCRITTI DI MARX ED ENGELS 57
adattissimo a spiegare i fenomeni letterari piú complessi, ma solo a patto di maneggiarlo concretamente, con vero spirito storicistico,
con accortezza estetica e sociale. Chi si illude di trovarvi uno sche
ma applicabile a qualsiasi fenomeno letterario dà un'interpretazione dei classici del marxismo altrettanto sbagliata quanto quella
dei marxisti volgari di vecchio stile. Perché non resti più nessun equivoco a proposito di questo metodo ripetiamo ancora una vol ta: il trionfo del realismo non significa per Engels né che l'ideologia apertamente proclamata dallo scrittore sia indifferente per il marxismo, né che ogni creazione di ogni scrittore, non appena si distacchi dall'ideologia apertamente proclamata, implichi il trionfo del realismo. Questa ha luogo solo quando gli artisti realisti veramente grandi intrattengono un rapporta serio e profondo, an che se non riconosciuto consapevolmente, con una qualsi[...]

[...]i come dappertutto Marx ed Engels continuarono l'opera dei massimi rappresentanti del pensiero filosofica ed estetico, sviluppandola fino a un livello qualitativamente superiore. D'altra parte pera, proprio perché non ne sono gli iniziatori, ma segnano il coronamento di una lunga evo
58 INCHIESTA SULL'ARTE E IL COMUNISMO
luzione, essi sono i rappresentanti di gran lunga più conseguenti di tale umanesimo.
E se lo sono, lo sono — contrariamente agli abituali pregiudizi borghesi — proprio in base alla loro concezione materialistica del mondo. Molti pensatori idealisti hanno già parzialmente sostenuto principi umanistici analoghi a quelli difesi da Marx e da Engels; molti pensatori idealisti hanno lottato in nome dell'umanismo contro tendenze politiche, sociali e morali avversate anche da Marx e da Engels. Ma soltanto la concezione materialistica della storia é stata in grado di intendere che la vera e più profonda lesione del principio umano, lo smembramento e la mutilazione dell'integrità dell'uomo, é proprio una conseguenza necessaria d[...]

[...]ifendere l'integrità dell'uomo realmente, nella realtà stessa, riferendosi all'uomo reale; *di modo che vengano modificate quelle basi materiali il cui necessario effetto é la mutilazione e deformazione dell'uomo; di modo che l'umanità, ridestata alla coscienza per opera di quel proletariato rivoluzionario che di tale coscienza é il portatore sociale e politico, possa creare basi materiali tali da non soltanto difendere,
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ma altresì innalzare a un livello mai raggiunto finora la pienezza e la perfezione sociale e politica, e morale e spirituale e artistica.
Questa questione è al centro del pensiero di Marx. Egli ha contrapposto una volta la condizione dell'uomo nella società capitalista a quella nella società socialista: a Al posto di tutti i sensi fisici e spirituali é subentrata perciò l'estraniazione pura e semplice di tutti questi sensi: il senso dell'avere. A questa assoluta povertà doveva ridursi l'essere umano per poter nuovamente partorire da sé la sua intima ricchezza...[...]

[...]o alle radici profon, damente nascoste nel terreno, non nega affatto la bellezza estetica dei fiori. Al contrario é proprio la concezione materialistica della storia, l'estetica marxista, ed essa soltanto, ad offrirci i mezzi onde comprendere appieno questo processo nella sua unità, nel suo organico legame tra fiori e radici.
D'altra parte se la concezione materialistica della storia afferma che la vera e definitiva `emancipazione dell'umanità dagli effetti deformanti della divisione della società in classi può aver luogo soltanto col socialismo, ciò non implica per nulla una' contrapposizione rigida, antidialettica, schematica, per cui si ripudi sommariamente la cultura delle società classiste e si resti indifferenti di fronte alle diverse realizzazioni di esse e alla loro azione cultúrale ed artistica (ciò che possiamo invece spesso constatare nei piatti volgarizzatori del marxismo). D'accordo: la vera storia dell'umanità comincerà col socialismo. Ma quella preistoria che conduce al socialismo é un elemento integrante della formazione [...]



da Tino Ranieri, Il documentario difficile in KBD-Periodici: Calendario del Popolo 1967 - numero 269 - marzo

Brano: [...]ano. Non sempre tante negatività allignano sullo stesso terreno, ma quando questo terreno è il cinema nazionale —così ricco di mobilità — è dato vedere cenerentola, il vascello fantasma e l'X algebrico convivere in piena armonia. Stiamo parlando dell'affare del documentario italiano.
Il documentario esiste, malgrado le apparenze contrarie. Anzi ha compiuto da poco i settant'anni, poichè il primo « dal vero » (era il termine con cui si designava agli inizi il film documentaristico) fu girato al palazzo reale di Monza nel 1896 ad opera del fotografo torinese Vittorio Calcina. Registrava alcuni momenti « privati » di re Umberto e della regina Margherita ed era stato commissionato dalla produzione francese Lumière. La circostanza del settantennio è passata sotto silenzio, pur in un clima che non è certo avaro di commemorazioni. Ma sarebbe il fatto meno grave se si desse almeno atto al documentario di vivere, e sopravvivere, oggi, e se ci si chiedesse più spesso tra quali difficoltà si esplichi questa sopravvivenza.
Esiste. Come no. C'è una [...]

[...] Cracovia e Bilbao, Mannheim e Tours aspettano i nostri documentari. Si ha dunque l'impressione di parlare di qualche cosa di concreto.
Dov'è allora che la situazione si sfalda, sfuma, si imbroglia? Proprio dove dovrebbe invece consolidarsi: subito al di qua delle occasioni più o meno ufficiali, ossia 'quando il nostro documentario necessiterebbe di un suo mercato e di un preciso, diretto, costante rapporto col grande pubblico in pubblica sala. Agli spettatori — è vecchia storia — il documentario arriva malissimo: non selezionato, non sostenuto né dalla pubblicità né dalla critica, seguendo canali misteriosi dei quali la produzione e l'esercizio hanno tutto l'interesse a tacere il tracciato. Così giocato allo sbaraglio il documentario è divenuto per molta parte del pubblico un pleonasmo sgradito, il convenzionale furto di dodici minuti. Lo spettatore protesta e non si può affermare che abbia torto. Soltanto, molte volte ignora che un prodotto migliore, un modo migliore di trascorrere quei do dici minuti avvicinandosi ad argomenti più importanti e meglio dibattuti ci sarebbe. In luogo dei documentari sdolcinatamente turistici o sfacciatamente pubblicitari che ci perseguitano (e che non di rado continuano a inseguirci, anche per anni, da un cinema all'altro) il frequentatore della pubblica sala non rifiutere[...]

[...]onseguiva evidente da tali premesse che fossero. i galantuomini a fare anticamera o a vedersi respinti a margine: il giovane Maselli, il giovane Zurlini, il giovane Vancini. E' una politica siffatta che provoca in massima parte l'allontanamento del pubblico dal documentario.
La legge del '56 pone qua e là riparo ad alcuni inconvenienti, frena gli eccessivi incassi e si oppone all'andamento monopolistico della produzione, donando maggior respiro agli indipendenti. Ma gli esercenti sabotano i prodotti e non li proiettano, contravvenendo alle disposizioni della programmazione obbligatoria, e le commissioni tecniche continuano a dare scarse garanzie d'imparzialità e di rappresentatività, esposte come sono a pressioni di parte e ad adescamenti ad opera dei produttori. D'altronde i pochi miglioramenti strappati a fatica sono cancellati dalla successiva legge del '59, che riporta il documentario al buio totale (per modo di dire, perché trionfano, privilegiatissimi, i cortometraggi in Color) favorendo la rinascita dei « cartelli ».
Altri sei an[...]

[...]onché la nuova legge prevede la cumulabilità per l'esercente delle riduzioni fiscali sui cinegiornali d'attualità (2% ) con quelle sui documentari (3%). I grossi produttori si lanciano a coltivare nuovi cinegiornali — sempre più gonfi di pubblicità, com'è facile controllare — offrendo in più all'esercizio vecchi documentari già muniti della programmazione obbligatoria, i quali diventano in tal modo soltanto veicoli di speculazione per far godere agli esercenti le percentuali conglobate. Questa oggi l'umiliante funzione cui adempiono molti dei documentari che ci capita di vedere. O che magari non vediamo, perché facendo la cosa anche più sporca i proprietari del cinema, privi di controllo, omettono tranquillamente di proiettarli limitandosi à iscrivere il titolo del documentario in borderò.
Tutte queste gravi carenze e licenze vanno portate dinanzi all'opinione pubblica. Il documentarista stesso — e non mancano nella specialità uomini integri e di coraggio — si è fatto negli ultimi tempi, se non più ottimista, più combattivo. Occorre aiut[...]



da Emilio Franzina, Noterelle e schermaglie. Gli smarrimenti di Clio in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: 346 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
GLI SMARRIMENTI DI CLIO
Disagio metodologico e malessere conoscitivo, intrecciandosi con altre cause di smarrimento piú contingenti, non attraversano da oggi le file della storiografia italiana. Ma la crisi che sembra aver investito da ultimo il mondo degli studi storici non è di quelle passeggere, e poiché dà luogo a polemiche e a beghe scientificoaccademiche puntualmente rimbalzate sulle pagine dei maggiori giornali, merita di essere segnalata qui se non proprio, cosa impossibile, di essere analizzata in tutti i suoi dettagli.
Nell'ambito di un interessante seminario promosso dall'Istit[...]

[...]ndosi con altre cause di smarrimento piú contingenti, non attraversano da oggi le file della storiografia italiana. Ma la crisi che sembra aver investito da ultimo il mondo degli studi storici non è di quelle passeggere, e poiché dà luogo a polemiche e a beghe scientificoaccademiche puntualmente rimbalzate sulle pagine dei maggiori giornali, merita di essere segnalata qui se non proprio, cosa impossibile, di essere analizzata in tutti i suoi dettagli.
Nell'ambito di un interessante seminario promosso dall'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione, si è giunti da piú parti a riconoscere che « i problemi del mutamento quali si pongono oggi, in maniera radicalmente diversa, e senza confronti o continuità possibili » t hanno messo in crisi la « funzione sociale del passato » studiata da Eric Hobsbawm 2 e tutte le ricostruzioni tese a una meccanica legittimazione del presente: « Le inadeguatezze e le usure che si scontano in questo presente, rispetto ai problemi posti dal mutamento e alle incognite che lo accompagnano, ci [...]

[...]i discorso relativo al '900 3.
Storia nazionale e storia locale a confronto. Il seminario degli Istituti, Intervento di Ignazio Masulli, in « Italia contemporanea », xxxi, lugliosettembre 1979, n. 136, p. 103.
2 E. J. HOBSBAWM, La funzione sociale del passato, in « Comunità » gennaio 1974, n. 171, pp. 1327.
3 Cfr. B. BERNARDI, C. IONI, A. TRIULZI (a cura di), Fonti orali. Antropologia e storia, Milano, Angeli, 1978, passim.
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 347
Persino se considerata da un tale punto di vista, dunque, la « conversione » al sociale e al particolare di non pochi storici rispecchia qualcosa di piú di una semplice moda e mette a nudo la provvisorietà di certe affrettate riaffermazioni di « autonomia del politico » 4 o almeno la strumentalità di quelle che si portano addosso le stimmate di un parziale disegno restauratore 5.
Agli sbocchi finali della lunga crisi che ha indebolito e sfibrato in Italia lo storicismo, non si contrappongono, però, proposte alternative convincenti sul piano del pensiero e della teoria che pur devono continuare a guidare la mano di ogni storico desideroso di dare un senso alla sua ricerca e al suo rapporto con il passato e con il presente. Ponendosi sul piano del metodo e rivendicando produttività ed efficacia ai procedimenti d'indagine induttivi imperniati sugli scarti e sui dati marginali « rivelatori », Carlo Ginzburg rivaluta ora l'importanza delle « tracce » infinitesimali che' consent[...]

[...]resso », n. 6, 10 febbraio 1980.
8 Cfr. l'intervista a C. GINZBURG, La storia con la s minuscola, ivi, n. 31, 5 agosto 1979, e l'intervento, nella stessa sede, di E. GRENDI, In Italia, invece, sono tutti maiuscoli.
9 F. DIAZ, Le stanchezze di Clio. Appunti su metodi e problemi della recente storiografia della fine dell'Ancien Régime in Francia, in « Rivista storica italiana » Lxxxly, settembre 1972, fasc. Iu, pp. 683745.
348 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
anch'esse costituiscono una « spia », un « sintomo », ecc., del profondo malessere che pervade oggi in Italia le strutture della ricerca e quanti, a titolo diverso, le fanno funzionare. Strutture della ricerca e « sacerdoti di Clio » ossia
(anche) cattedre e istituti universitari, case editrici e riviste, finanziamenti pubblici e CNR.
Mettendosi su un terreno di questo genere, come si sa prosaico e « basso », riesce forse piú facile intravedere alcuni motivi marginali del contendere e
risalire da essi (siccome da « orme nel fango, rami spezzati, pallottole di sterco, ciuffi di peli... »)[...]

[...]avvertiti non sembrano tenere in serbo, per il momento, altri antidoti che non siano quelli della « preventiva » scelta di campo tematico. Al posto della « vecchia » histoirebataille tutta giocata sui livelli alti della diplomazia, delle istituzioni, degli avvenimenti politicomilitari clamorosi, una storia sociale sensibile ai problemi dei generi di vita, dei comportamenti, dei condizionamenti materiali, degli atteggiamenti mentali ecc. e aperta agli influssi d'oltralpe; nel tentativo, si afferma, d'instaurare un rapporto proficuo coll'antropologia culturale, colla sociologia, col folklore. Al posto, quindi, della storia generale (la « grande » storia), una storia spazialmente sottodimensionata (piccole comunità, casi individuati e particolari...) o meglio una storia fondata sulle « microanalisi »; nella speranza, si pensa, che sia possibile ottenere maggiori informazioni dalla modificazione e dal restringimento degli oggetti d'indagine (e quindi rilancio della storia locale, nesso spontaneo colle tecniche e coi problemi della storia soci[...]

[...]ni, un ritorno all'arco cronologico d'ancien régime o, tutt'al piú, una cauta ripresa d'interesse per la stessa storia contemporanea, ma col filtro di analisi che tengano conto, par di capire, del bisogno di ricreare un tessuto connettivo della ricerca rapportabile alle spinte attuali verso il privato, il soggettivo, l'extraistituzionale ecc. (e quindi molta storia orale, collegamenti piú stretti fra ricerca e didattica, maggiore spazio concesso agli outsiders e agli storici « selvaggi »1° e di complemento).
Nessuna di queste proposte, sovente fra loro intersecate, è in grado di risolvere, come si vede, il problema centrale di tipo euristico e conoscitivo, ma il modo in cui ciascuna di esse, articolandosi nella realtà concreta, risulta formulata, minaccia di sconvolgere, e già rimescola, i piú consolidati equilibri di « scuola » e di « corrente », di spartizione degli spazi editoriali e di accesso
10 Per la definizione dr. M. ISNENGHI, Nascita degli storici «selvaggi»?, in « Schema », I, 1979, n. 2, pp. 7780.
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 349
agevolato ai m[...]

[...], come si vede, il problema centrale di tipo euristico e conoscitivo, ma il modo in cui ciascuna di esse, articolandosi nella realtà concreta, risulta formulata, minaccia di sconvolgere, e già rimescola, i piú consolidati equilibri di « scuola » e di « corrente », di spartizione degli spazi editoriali e di accesso
10 Per la definizione dr. M. ISNENGHI, Nascita degli storici «selvaggi»?, in « Schema », I, 1979, n. 2, pp. 7780.
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agevolato ai massmedia, di prestigio accademico e di potere universitario. L'irrompere di tante novità acuisce ed amplifica, ma rende anche piú chiara la crisi attraversata dalla nostra storiografia. La quale, infatti, nei suoi settori piú statici e vagamente reazionari avverte il pericolo di questi aggiustamenti
e nell'intento di rintuzzare le iniziative, per cosi dire, « postsessantottesche », approda a una curiosissima esecrazione delle ricerche « microstoriche » e degli studi in cui si accumulano eccedenze documentarie già tutte di casa presso i tradizionali magazzini dell'erudizio[...]

[...]a nostra storiografia. La quale, infatti, nei suoi settori piú statici e vagamente reazionari avverte il pericolo di questi aggiustamenti
e nell'intento di rintuzzare le iniziative, per cosi dire, « postsessantottesche », approda a una curiosissima esecrazione delle ricerche « microstoriche » e degli studi in cui si accumulano eccedenze documentarie già tutte di casa presso i tradizionali magazzini dell'erudizione conservatrice e moderata.
Bersaglio polemico preferito divengono quindi, in primo luogo, i vezzi meno caratteristici della giovane contemporaneistica d'ispirazione progressista e, senza grandi distinzioni, tutti i lavori anagraficamente « segnati » da essa prodotti. Di fronte alla « sempre piú massiccia contemporaneizzazione di questi studi a tutto scapito delle altre epoche » " serve però assai poco lasciarsi andare, come qualcuno fa, a reazioni isteriche e scomposte, se non addirittura tendenziose. Tutt'al contrario varrebbe la pena di reclamarne la tempestiva immissione in un circuito di pensiero storiografico meno disconti[...]

[...] caso di Renzo De Felice il quale con faziosità superiore a quella di certi suoi facili capri espiatori liquida in maniera sbrigativa e alquanto discutibile « l'apporto diretto del 1968 alla storiografia » (banalizzato in termini di « protervia intellettuale, estrema ideologizzazione, riduzione del marxismo a mero economicismo e del lavoro storico a strumento di lotta politica
e rivoluzionaria... », De Felice, art. cit., p. 103), soltanto per scagliarsi, poi, contro il suo vero obiettivo polemico e cioè contro l'unica « scuola » sufficientemente organizzata e vivace la quale si rifaccia, in Italia, all'importante, ancorché non « epocale », rottura sessantottesca. Per il motivo non disprezzabile, si direbbe, che in campo contemporaneistico si tratta dell'unica area dissenziente
11 R. DE FELICE, La storiografia contemporaneistica italiana dopo la seconda guerra mondiale, in « Storia contemporanea », x, febbraio 1979, n. 1, p. 105.
12 S. LANARO, Modello veneto e storia nazionale, in AA.VV., Una via alla storia. Rinnovamento didattico e ra[...]

[...] La storiografia contemporaneistica italiana dopo la seconda guerra mondiale, in « Storia contemporanea », x, febbraio 1979, n. 1, p. 105.
12 S. LANARO, Modello veneto e storia nazionale, in AA.VV., Una via alla storia. Rinnovamento didattico e raccolta delle fonti orali, Venezia, Arsenale Coop. Editrice, 1980, p. 158.
13 G. MANACORDA, Rivoluzione borghese e socialismo. Studi e saggi, Roma, Editori Riuniti, 1975, p. 391.
350 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
« servita » da strutture editoriali durevoli, dotata di periodici propri e di coperture finanziarie discrete.
Non sono in realtà i panni « curiali » indossati dagli storici della nuova sinistra postsessantottesca che si raccolgono attorno a tribune abbastanza autorevoli come « Italia contemporanea » o come la « Rivista di storia contemporanea » ad assillare uno studioso del peso e dell'influenza di Renzo De Felice (il quale, infatti, dispone a sua volta di fondi e pubblici e privati di tutto riguardo e controlla esiti editoriali in gran copia). Ad allarmare il nostro massimo cultore del fascismo
e della sua storia contribuiscono invece, in pari grado, scoperte ragioni « concorrenziali » e, non ultima, la circostanza che riesce assai difficile sbarazzars[...]

[...]c et simpliciter la scomunica dell'« autoesclusione dalla storiografia e dal campo scientifico » (ibid.). Se è facile, infatti, adontarsi per le esagerazioni di un Bozzolato o per gli schematismi (dichiaratamente riepilogativi peraltro) di un Del Carria, non altrettanto agevole appare l'impresa di emettere verdetti di condanna senza appello nei riguardi di studiosi che anche per la scelta del campo d'intervento microstorico dovrebbero conservare agli occhi dei loro critici piú corrosivi una minima patente di credibilità professionale.
Sul fatto che la storiografia di nuova sinistra abbia conseguito, limitatamente al piano della ricerca documentaria, « risultati non privi di interesse », non è assolutamente il caso d'insistere anche perché il feticismo delle fonti che avvicina l'impianto mentale e teorico dei positivisti in ritardo alla De Felice alle tradizionali inclinazioni dei vecchi eruditi ed accatastatori di dati è già stato piú volte criticato 14. Ma sul tentativo di esorcizzare lo spettro di nuove situazioni fluide e progressive [...]

[...]ombente sui corpi istituzionali e coesi della storiografia accademica o « accreditata », occorre riflettere perché nessuno può piú credere oggi che la « questione della strutturazione delle ricerche e degli scambi sia secondaria » 15
Il problema concreto dell'organizzazione del lavoro storico e delle sue forme di sostentamento richiama alla mente in modo spontaneo le condizioni della ricerca « protetta » in cui non a caso s'inseriscono, assieme agli inevitabili aggregati accademici e di potere, anche uomini e gruppi dall'attività meno appariscente, piú silenziosi e discreti, ma lesti, si direbbe, ad approfittare delle altrui liti e degli altrui smarrimenti. Per darsene una spiegazione occorre compiere qualche passo indietro. La crisi della ragione storica, si è detto, può essere estensivamente intesa come rottura o interruzione delle usuali forme di trasmissione della memoria collettiva. Ancor meglio essa coincide, in modo proprio, coll'attuale impasse della produzione storiografica italiana di cui parla Silvio Lanaro opportunamente segn[...]

[...]asse della produzione storiografica italiana di cui parla Silvio Lanaro opportunamente segnalando il venir meno « di tutti i linguaggi
14 E. GALLI DELLA LOGGIA, R. ROMANELLI, Età contemporanea: storia del capitalismo
o storiografia « volgare »?, in « Quaderni storici », VIII, 1, gennaioaprile 1973, (22), pp. 4348.
15 E. GRENDI, La storiografia italiana ieri, in « Quaderni storici », xlv, 1, gennaioaprile 1979, (40), p. 310,
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 351
appresi ». Questo conduce ad una posizione di stallo definibile di « egemonia vacante »: « Vacante da parte degli storici della sinistra, marxisti, del movimento operaio (anche genericamente intesa), ma vacante [pure da parte] della storiografia liberaiborghese » (Storia nazionale cit., p. 118). È appunto nel vuoto apertosi sul piano teorico e, quel ch'è piú interessante, attraverso il ricorso agli stessi espedienti empirici indicati comunemente da tutti (storia sociale, particolare, contemporanea...), che si rende evidente, e praticabile, l'operazione condotta in sordina da chi intenderebbe, rimpiazzando le vecchie, imporre una sua propria egemonia spacciata, per sovramercato, come « nuova ».
Nessuno ancora ha fatto caso, ad esempio, alle velleità di ripresa della sopravvivente storiografia clericale che nel nostro paese non manca certo di considerevoli supporti. Tale ripresa, almeno nelle forme, si viene realizzando a sua volta nel segno di un ritorno al sociale e al particolare che [...]

[...]ista che ne costituisce l'organo.
Al riparo dai rischi che una generale penuria di mezzi comporta e tutelata dal prestigio assai grande del promotore (nonché dai contributi di sicuro rilievo costantemente forniti dai collaboratori stranieri e di altra estrazione), essa rappresenta l'esempio forse meglio riuscito del modo meno adeguato di rispondere al comune bisogno di « senso storico » e alle domande di proficuo rapporto
352 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
fra livelli generali e particolari fra vicende politiche e strutture sociali, mentali ecc.
Sorvoliamo pure sulla labilità delle pretese ideologico/interpretative di fondo che sorreggono l'impalcatura di tale iniziativa e sullo stesso evidente ritardo che ne contraddistingue l'affiliazione in extremis all'indirizzo sociale delle abusate « Annales » 16: anche per quanto concerne il campo assai specifico della storiografia socioreligiosa rimane sempre la sgradevole impressione che l'operosità grande e puntualmente divulgata di questa « scuola in fieri » si limiti a realizzare, in troppe occas[...]



da Luciano Bianciardi e Carlo Cassola, I minatori maremmani (con tre documenti) [documenti: Lettera del Sindacato Minatori aderente alla CGIL, al Distretto Minerario di Grosseto del 7-8-1953 in cui si prospettano i pericoli derivanti dai metodi di conduzione della miniera, e in particolare dal cosiddetto metodo dei franamenti del tetto, firmata in calce «per la segreteria» Betti Duilio; Lettera di risposta del Distretto Minerario di Grosseto del 29 Ottobre 1953 firma in calce «L'ingegnere capo» Tullio Segu... in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]rebbero essere inferiori, per il 1953, e per il solo bacino piritifero maremmano, ai 2 miliardi di lire (1).
La più antica fra le miniere di pirite maremmane é quella di Gavorrano : la sua scoperta risale al 1898. Ma già nella prima metà del secolo scorso aveva destato interesse un ammasso ferruginoso di limonite (il cosiddetto « brucione »), che poi era niente altro che lo strato affiorante del giacimento, con le relative alterazioni prodotte dagli agenti atmosferici. Si era tentato già allora di utilizzare il brucione in siderurgia, per la fabbricazione della ghisa, ed un piccolo stabilimento era sorto a questo scopo in località Bagno di Gavorrano; ma il fallimento dell'impresa troncb i lavori di escavazione, che erano stati molto superficiali e non avevano dato quin
(1) Per determinare i profitti delle Società ci siamo basati sui dati forniti dalle Commissioni Interne.
I MINATORI MAREMMANI 3
di la possibilità di rilevare la presenza del giacimento di pirite. Fu solo nel 1898 che la Società Praga di Roma scopri sotto l'ammasso di br[...]

[...] anni 681,80
1820 anni 86650
manovali adulti 928,80
operai comuni inferiori a 20 anni 926,70
supériori a 20 anni 995,20
operai qualificati inferiori a 20 anni 991,10
superiori a 20 anni 1.055,50
operai specializzati 1.184,10
A queste cifre dobbiamo aggiungere un'indennità di caropane variabile da 20 a 60 lire giornaliere, proporzionalmente con la qualità del lavoro prestato; ed una indennità di sottosuolo (92 lire giornaliere) che spetta agli operai interni.
1
10 LUCIANO BIANCIARDI CARLO CASSOLA
La paga si calcola a giornata lavorativa : quindi la retribuzione mensile massima equivale a queste cifre moltiplicate per venticinque. Un'assenza per festività, per malattia, o per qualsiasi altra ragione, non viene retribuita : fanno eccezione le ferie annuali, che sono di dodici giorni per gli operai con meno di sette anni di lavoro, e di quattordici per quelli che hanno superati i setti anni.
Alla paga si aggiunge la retribuzione dei cottimi, alla quale però sono ammessi solo gli operai direttamente impiegati nella produzione, cio[...]

[...]iene retribuita : fanno eccezione le ferie annuali, che sono di dodici giorni per gli operai con meno di sette anni di lavoro, e di quattordici per quelli che hanno superati i setti anni.
Alla paga si aggiunge la retribuzione dei cottimi, alla quale però sono ammessi solo gli operai direttamente impiegati nella produzione, cioè i minatori e gli armatori. Gli altri ricevono solamente 75 lire giornaliere a titolo di indennità per mancato cottimo. Agli impiegati, sia tecnici che amministrativi, spetta un premio di produzione, proporzionale al tonnellaggio mensile di minerale estratto.
Il calcolo dei cottimi non é casa semplice. È regolato da un accordo, che stabilisce i minimi di produzione (la cosiddetta « produzione ad economia »), che occorre superare per poter beneficiare del cottimo. Una compagnia, che nel giro di un turno lavorativo estragga un quantitativo di minerale inferiore all'economia, viene punita con multe, ed a lungo andare il rimanere al disotto dell'economia può anche essere motivo di licenziamento. Ma la produzione a cot[...]

[...]rando i maggiori sforzi del cottimista come segno di normale capacità lavorativa. In secondo luogo, poiché la produzione delle compagnie si computa, per ragioni pratiche, a vagoncini, anziché a peso od a volume, la Montecatini ha introdotto vagoncini più capaci (a Gavorrano da 340 a 402 litri), lasciando inalterata la retribuzione. Anche l'introduzione di nuove macchine (pale meccaniche, traballatori, tavole a scossa ecc.) non dà alcun vantaggio agli operai, perché contemporaneamente si son rialzati i limiti di produzione ad economia.
In queste condizioni é facile capire per che cosa si stiano battendo gli operai e le loro organizzazioni sindacali : in primo luogo per il cottimo collettivo, che permetterebbe anche ai non minatori la partecipazione comune agli utili realizzati sopra l'economia; in secondo luogo per il conglobamento dei salari, che rialzerebbe almeno fino al limite di parità la retribuzione del lavoro a cottimo rispetto a quello ad economia.
Gli operai delle miniere di Maremma hanno una non breve tradizione di lotta, anche se la loro origine contadina è assai recente.
Molti di essi, specialmente i più anziani, costituiscono in certo senso il modello fisico della sovrapposizione delle due economie, quella agricola e quella industriale; al paese di montagna conservano un orto od una vigna che coltivano durante le ore libere dal lavo[...]

[...]che coltivano durante le ore libere dal lavoro, e perfino nei villaggi minerari alle case si affiancano magri orticetli. È una 'sorta di rapida rivoluzione industriale : i più giovani infatti abbandonano questo costume, ed insieme la mentalità tipica del contadino toscano, e diventano operai moderni, forse fra i più consapevoli e combattivi. In una recente « Storia del PCI », quella di Bellini e Galli, i minatori maremmani sono indicati, accanto agli operai di Sesto San Giovanni, fra le più combattive avanguardie del Partito Comunista Italiano.
12 LUCIANO BIANCIARDI CARLO CASSOLA
Una prima agitazione contro la Montecatini risale agli anni precedenti la guerra d'Africa, ed oggi se ne parla con tono di leg genda, mentre mancano del tutto documenti precisi accessibili. Ad ogni modo le cose andarono così : alla fine del '31 la Montecatini intese introdurre il sistema Bedaux, che è una specie di metodo Taylor applicato al lavoro di miniera. Ogni operazione lavorativa veniva analizzata e cronometrata : si stabiliva in questo modo un minutissimo sistema di punteggio corrispondente ad una giornata lavorativa media. Fissato un minimo di punti, le differenze in più o in meno si traducevano in multe od in premi.
Questa storia non p[...]

[...]ORI MAREMMANI 13
Il Bedaux non superò così la fase sperimentale, e fu messo in disparte.
Durante la guerra gli operai, fra i quali le idee antifasciste erano assai diffuse, parteciparono attivamente alla lotta partigiana. Quando i tedeschi iniziarono la ritirata, per impedire azioni di sabotaggio nella miniera di Niccioleta furono disarmati i repubblichini e venne costituito un servizio di vigilanza sulle installazioni della miniera. La rappresaglia fascista fu sproporzionata e feroce : un reparto italotedesco di S.S. massacrò 83 minatori (1314 giugno 1944).
Nel dopoguerra pareva che la Montecatini si fosse fatta più aperta e comprensiva : rivalutati i salari, vennero riconosciuti i di' ritti delle commissioni interne a partecipare alla vita produttiva della miniera. Le prime avvisaglie di restrizioni sono posteriori al 18 Aprile 1948, ma diventarono più pressanti durante e dopo quella che si è chiamata la « lotta dei cinque mesi ».
Dal febbraio ai maggio 1951 tutte le organizzazioni sindacali si impegnarono in un'azione concorde per ottenere il cottimo collettivo. Era una grossa pasta, forse sproporzionata alle possibilità generali di lotta in un clima come quello dell'Italia di allora. Il fallimento dell'obbiettivo fondamentale (anche se si ottennero non trascurabili risultati marginali) segnò l'inizio della controffensiva della Montecatini. I diritti delle commissioni i[...]

[...] è l'inclusione in miniera del « prete di fabbrica », un sacerdote che dipende dall'ONARMO, e che fa azione spirituale presso gli operai e le loro famiglie : una voce non smentita vuole che il prete di fabbrica riceva, come i tecnici e gli impiegati, il premio di produzione. Siamo casi entrati sul terreno più significativo per i profani, quello dei rapporti umani nelle miniere di Maremma; é l'aspetto più clamoroso, quello che balza evidentissimo agli occhi del visitatore.
Questa inchiesta sulle miniere maremmane é stata meno facile di quel che pub sembrare a prima vista, ed una visita ad un centro minerario é sempre, di questi tempi, una mezza avventura. Immaginiamo di andare a Ribolla, un tipico villaggio minerario le case sono sparse in disordine, senza un vero e proprio tracciato urbano, case grigie e squallide, anche quelle degli impiegati o del direttore, e l'impressione prima é che non siano mai state nuove, anche se risalgono a pochi anni or sono. Sparso qua e lá il materiale di miniera, travi, legname da armatura, e detriti, in 1[...]

[...]rte degli Uffici competenti l'art. 16 della legge„ di polizia mineraria?
È indubbio che questa politica di smobilitazione graduale e di male conduzione tecnica della miniera, si ripercuote nel campo infortunistico che in questi ultimi anni, in special modo negli uiltihn tmesi, gli infortuni sano saliti a una percentuale paurosa fino a diventare un problema scottante e permanente che ogni giorno minaccia la vita del minatore.
Basta riportarsi agli infortuni verificatisi nel 1952, che sono stati pari a n. 600 gravi, can una percentuale di aumento, rispetto agli anni precedenti del 42,8 %, ed a si 2400 infortuni leggeri con una percentuale di aumento del 33,33%.
In questi ultimi mesi il numera degli infortuni 'gravi è notevolmente aumentato, proprio in virtù del conpleto disinteressamento da parte della Direzione locale, nell'incolumità del personale, infrangendo nella sua totalità la legge di polizia mineraria.
infatti la dimostrazione più esatta si pub avere riferendosi al mese di luglio u. s. nel quale sono accaduti un numero rilevanti di infortuni, e fra questi alcuni gravissimi con piena responsabilità della Direzione Montecatini, ed ecco i [...]

[...]'art. 10 parte la che ammette i pozzi, le gallerie e gli scavi in genere, debbono essere solidamente armati o rivestiti quanto la natura della roccia 110 richieda.
Il rispetto dell'art. 35 dove ammette che nella miniera o cave sotterranee nessun lavoro di scavo, armature, riernipíhnenti ecc. potrà mai essere affidato ad un solo operaio, ma ce ne vorranno sempre due almeno, mentre la Soc. Montecatini di questo non ne tiene conto ed in molti casi agli operai viene imposto di lavorare isolati.
Ed in più l'applicazione ddlll'art. 41 che asserisce che tutte le disposizioni preventive degli infortuni contenuti nelle leggi e nei regolamenti generali e speciali, dovrà essere approvato e controfirmato da` ff Ingegnere delle miniere del Distretto Minerario, e rimane quindi affisso nei locali frequentasi dagli operai.
Questa é la situazione della Miniera di Ribolla, resa precaria dal metodo di coltivazione, per insufficienza di capacità tecnica da parte della Direzione, queste sono le disagiate condizioni in oui gili operai sono costretti a lavorare sotto 40 gradi di calore, e minacciati ad ogni istante dal pericolo dell'infortunio e della morte che in agguato li attende nei cantieri malsani della miniera.
Di fronte a questa situazione ed alle aperte violazioni della Legge, richiamiamo l'attenzione delle Autorità, iddllVIspettorato del lavoro e 'in special modo del Distretto Minerario perché si i[...]

[...]ali Grosseto
Alla U. I. L. Grosseto
Alla C. I. S. L. Grosseto
Al Sindaco del Comune di Roccastrada
Ci sentiamo, da parte nostra, in dovere di rispondere e chiarire le errate affermazioni fatte da Codesto Distretto Minerario, nel documento inviato al Signor Prefetto, ad altri uffici ed a noi per conoscenza, riguardante la situazione nella miniera di Ribolla. Questo perché riteniamo che quanto andremo ad esporre, possa rendere chiara visione agli organi a cui la presente diretta e soprattutto a Codesto distretto, di come realmente stanno le cose ndlla miniera di Ribolla.
La produzione e la mano d'opera. — La produzione nella miniera di Ribolla nel 19421951:
1942 1951 Di$erenza
Dipendenti in forza . 1.700 2.020 + 320
Media presenze giornaliere 1.450 1.620 + 170
Rendimento coltivazione Kg. 1.200 1.900 + 700
Rendimento globale miniera . Kg. 550 420 —130
Produzione mensile . . T. 19.000 16.000 — 3.000
Operai addetti preparazione nuovi n. 200 90 —130
cantieri .
30 LUCIANO BIANCIARDI CARLO CAS SOLA
Quanto sopra dimostra[...]

[...]vazione pub essere determinato dalle caratteristiche del terreno, e dimostrazione di questo la dà, come scrit
32 LUCIANO BIANCIARDI CARLO CASSOLA
to nel documento inviatoci, la coltivazione nelle miniere francesi, dove il 30,1 % del carbone viene estratto con metodi a ripiena completa.
Temperatura nei cantieri. — Il modo di rilevazione della temperatura nei cantieri della miniera, come si affenma ndl documento, viene ogni giorno contrastato dagli operai, perché si misura, da parte della Direzione, davanti al tubo della ventola, senza tener conto che l'operaio per svolgere il proprio lavoro é costretto a percorrere tutto ii cantiere; malgrado però questi metodi di misurazione, la temperatura supera, quasi nella totalità dei cantieri, i 36 gradi.
Infatti, al pozzo Camorra si hanno: 38 gradi e / nella compagnia 10, 36 gradi e / nella compagnia 13, 36 gradi e / nella compagnia 12, 37 gradi e % nella compagnia 15 ecc... così si pub dire di altri cantieri della miniera.
Il'
fatto che .il contratto di lavoro e geli accordi sindacali azien[...]

[...]l 1947, ed ai primi mesi del 1948 quando si incomincia l'alleggerimento del personale attraverso i primi consensuali, il licenziamento degli ultrasessantenni fino ad arrivare al licenziamento dei menomati fisici; ma basta riportarsi semplicemente al dicembre 1952, quando vi erano nella miniera 1.700 dipendenti.
Da allora attraverso le pressioni, le intimidazioni, il passaggio di 32 operai alla ditta Magrini, i licenziamenti in tronco per rappresaglia, siamo arrivati alla data odierna con solamente 1.400 unità lavorative nella miniera. l'1 fatto più grave e la dimostrazione più esatta della volontà di smobilitazione, da parte della Montecatini, sono Ile decine di operai Glie ogni giorno vengono chiamati dalla Segretaeria della Direzione per costringerli ad accettare :il licenziamento con il premio consensuale, minacciandoli altrimenti di licenziatnento in tronco e con la perdita di ogni indennità, mostrando ad ogni singolo la propria cartella personale discriminatoria ove é segnalata l'attività politica o sindacale che questi svolge come [...]



da (Comunismo e occidente, 3°) Benno Sarel, Proletariato e ordine democratico popolare nella Germania Orientale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]tteniione al settore dal quale hanno preso le mosse, l'industria edilizia.
(1) Vedi Nuovi Argomenti, marzoaprile 1954.
BENNO SAREL PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 165
La tappa del 1949
Abbiamo rilevato il cambiamento che si verifica nel 1949 nella Germania Orientale: la ripresa economica consente il ridestarsi delle lotte operaie nel momento stesso in cui l'apparizione degli stacanovisti e dei cronometristi nelle fabbriche addita agli operai un avversario immediato.
L'iniziativa della lotta viene quasi sempre presa dagli operai di eta matura, spesso dai quadri di base del sindacato e del partito (2). Si tratta di prepararsi o di accordarsi per attaccare in sede di assemblea sindacale un certo provvedimento o un certo metodo di lavoro del cronometrista? La grande esperienza organizzativa degli operai tedeschi riprende tutto il suo vigore e serve allo scopo.
Come sempre, la lotta di massa mette in evidenza, accanto ai vecchi, dei nuovi quadri: la fusione necessaria si compie in seno alle stesse assemblee ufficiali, all'uscita delle riunioni, negli stessi laboratori fra gruppi affini che si formano e fra i qual[...]

[...]lare » (Neues Deutschland 29.5.49). A Riesa, la più grande acciaieria del paese: « Questi (vecchi) compagni sono inclini a lasciarsi influenzare da elementi ritardatari e scontenti. Essi rappresentano le rivendicazioni « giustificate » degli operai in vista di impossibili aumenti dei salari » (Neues Deutschland 2.10.49).
(3) Refa: sistema di razionalizzazione simile al taylorismo.
(4) Dichiarazione di un responsabile sindacale riportate dalla Tägliche Rundschau del 3.6.49.
M
166 COMUNISMO E OCCIDENTE
Tuttavia, le condizioni del regime sono diverse da quelle del capitalismo classico, ed è dentro un quadro nuovo che si svolge la lotta di questa vecchia classe operaia. Tutto é diritto politico in un paese staliniano; non occorre soltanto innalzare le norme, ma occorre anche accettare l'idea che questo innalzamento serve alla società poiché, scomparso il capitalismo, le fabbriche sono del popolo. Per forza di cose, la discussione sulle norme si amplia : la fabbrica é veramente del popolo ? Che cosa é il regime? E l'Unione Sovietica? Che [...]

[...]i sinistra » dall'altro (7).
(5) Sotto questa parola gli operai riuniscono i tecnici, i dirigenti, le alte gerarchie del sindacato e del partito. Generalmente gli operai sono ostili alla intelligentzia. Si Iegge: «Esiste ancora nella grande maggioranza dei casi una diffidenza istintiva (fra operai e tecnici) una antipatia che si manifesta da un lato con atteggiamenti altezzosi, e dall'altro con la ostilità irriflessiva e con la diffamazione » (Tägliche Rundschau del 24.3.49). In seno al partito: « quante volte non ci si astiene dal parlare al gruppo di impresa di cose che vengono invece dette apertamente durante il lavoro. Ma là, vi é forse il compagno caposquadra o il compagno direttore, e allora non si può... » (Neues Deutschland del 7.10.49). Un corrispondente operaio della Acciaieria di Hennigsdorf si rivolge alle « Autorità » in generale: « Non raccogliete le vostre informazioni nelle segreterie e nelle direzioni delle imprese! Là, vi si dirà soprattutto il bene e vi si nasconderà il male. Mentre, fra di loro, i compagni non nascond[...]

[...]e o quattro volte.
Così come la norma, l'accordo collettivo é allo stesso tempo una categoria economica e politica: le discussioni politiche rinascono. Certo, esse non vengono condotte fino in fondo più di quanto lo fossero nel 1949 ma, come l'azione e l'organizzazione operaia, anche la vita ideologica si innalza e si svolge in un quadro ed in una atmosfera che diventa quella dell'offensiva.
partito decide di estendere il fronte nazionale fino agli « antichi funzionari, soldati, ufficiali e generali della « Wehrmacht », cosí come agli ex nazisti. Anche a questo proposito il pericolo é additato a sinistra: « Il primo pericolo ed il maggiore é attualmente la ristrettezza settaria... che si esprime attraverso al fronte nazionale... con il rifiuto di collaborare con elementi patriottici non appartenenti al popolo lavoratore... » (Dokument der SED, T. II, Berlino 1950, pag. 344 e 354).
168 COMUNISMO E OCCIDENTE
La rivolta del 1953
Nel luglio 1952 il Congresso del partito adotta la politica che é conseguenza del riarmo ufficialmente annunciato: una politica dura, spartana, nella quale la produzione non produttiva verrà immens[...]

[...]lla gioventù a Berlino. Nel momento stesso dell'innalzamento delle norme, nell'estate 1951, l'industria edilizia berlinese era in una situazione tesa. Era impossibile correre il rischio di torbidi in quel momento.
Il 1952 é l'anno della Stalinallee (11). Diecine di migliaia di operai edili vi affluiscono; si ha bisogno di loro; essi sono al centro dell'inte
(9) Protokoll des 3 F.D.G.B. Kongresses, Berlino, F.D.G.B., 1950, pp. 297 e 300.
(10) Tägliche Rundschau del 27.6.1951.
(11) La Stalinallee, il viale Stalin, l'antica Frankfurterallee, era prima della guerra una opulenta arteria commerciale: nel 1945 era completamente distrutta. Nel 1949 ne viene iniziata la ricostruzione. Ma la vera Stalinallee nasce all'inizio del 1952: i cantieri sono l'uno accanto all'altro per una lunghezza di 4 Km.; in tutte le strade adiacenti, squadre di operai di fabbriche, in via di principio volontari, sgomberano le rovine, durante l'inverno vi si lavora alla luce delle lampade elettriche. La Stalinallee é l'organo del regime; se ne é fatta il centro del[...]

[...]to il paese: stampa e radio, scrittori e compositori l'hanno adottata come il loro tema preferito. Squadre di agitatori del partito vi si recano, ed intorno a loro si formano dei gruppi di discussione, con i passanti, con gli operai dei cantieri, con quelli che sgomberano le rovine.
resse. Tuttavia l'industria edilizia lavora in perdita, e l'amministrazione ripropone il problema delle norme. Come sempre in questi casi, l'iniziativa viene presa dagli attivisti (stakanovisti) e dai capisquadra, per principio fedelissimi al regime. All'isolato n. 16, dal quale il movimento ha inizio, sono i capisquadra Semm e Faust. La Neues Deutschland del 26.1.52 descrive così l'atmosfera del loro cantiere: (i capisquadra) «...furono insultati dai loro colleghi: guastasalari! gli gridano gli operai. minacciandoli, vedrete se vi faremo passare queste ubbie ». In occasione di una festa del cantiere si venne alle mani. « Qualche operaio rimasto a concezioni arretrate » riferisce la Neues Deutschland, molestò i capisquadra.
Durante tutto il 1952, nell'ediliz[...]

[...]te in evidenza i casi di cantieri edili che corrispondono salari molto elevati, li presenta come elementi nocivi all'interesse generale, e tenta di infondere loro una cattiva coscienza e di isolarli dalla massa operaia. Così : « ...la squadra dei carpentieri della Weberwiese (piazza della Stalinallee) si é arrangiata per riscuotere dei salari che essa non é in grado di giustificare né di fronte a se stessa, né di fronte all'impresa, né di fronte agli operai berlinesi ».
Una espressione spesso ripetuta, tanto nelle discussioni in cantiere quanto nella stampa (per es. Neues Deutschland del 23 febbraio, 18 marzo, 23 marzo 1952 ecc.) é quella di « Normenschaukelei », qualcosa come ciurlare nel manico per ciò che concerne le norme, e « mercanteggiare le norme » allo stesso tempo. L'operaio si accorda col delegato sindacale, col rappresentante del Comitato sindacale di cantiere, talora con i sorveglianti, per fare pressione sul cronometrista e per « stordirlo » con ogni genere di argomenti: come nell'impresa capitalistica, la norma è piú il ri[...]

[...]o compagni di fiducia: l'atmosfera diviene fraterna, ed il brigadiere in segreto — perché é proibito — spartisce con i compagni i propri supplementi.
(12) Neues Deutschland del 9.6.51.
(13) Neues Deutschland del 10.2.52.
(14) Neues Deutschland 26.1.1952.
172 COMUNISMO E OCCIDENTE
Lo stesso avviene con gli attivisti. Il sindacato, d'accordo col partito e la direzione, fa delle proposte; secondo lo spirito del regime, tende a farle approvare dagli operai : questi riescono spesso a far nominare coloro che vogliono. In tal modo la volontà del regime di essere legato agli operai, che sarebbe una forza se il legame fosse reale e libero, diventa una debolezza poiché lo spirito degli operai penetra nella sfera dirigente e provoca i deviazionismi, cancro del regime.
Anche un altro tentativo del regime si infrange, il più delle volte, di fronte alla rinascente solidarietà operaia. Nell'edilizia, era tradizionale il lavoro a cottimo di squadra : si tenta di sostituirlo col « contratto di squadra » (15) il quale tende a ricompensare quanto più possibile il rendimento singolo di ciascun membro della brigata facendo leva cosí sull'individualismo dell'operaio.
Il 1953[...]

[...]a dell'applicazione delle decisioni della conferenza di febbraio. Il 6 giugno infine, viene organizzata a Lipsia una nuova conferenza dell'edilizia avente lo scopo di « ...discutere il modo di condurre la campagna di dure economie nell'industria edilizia » (19). A quanto sembra, dopo il febbraio non si erano realizzati grandi progressi...
(15) Neues Deutschland 4 apr. 1952.
(16) Neues Deutschland 6.6.53.
(17) Neues Deutschland 10.4.53.
(18) Tägliche Rundschau 16.5.1953.
(19) Neues Deutschland 7.6.1953.
BENNO SAREL PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 173
Intanto, a seguito della campagna iniziata dal brigadiere Ehrig, l'aumento delle norme ha inizio alla Stalinallee: a metà aprile, 70 squadre lo hanno realizzato; 106 squadre al momento della conferenza del 6 giugno; il 60% degli operai della Stalinallee, prima del 18 maggio. Nessuna delle fonti di informazione (20) precisa d'altronde in quale modo preciso si sia effettuato l'aumento delle norme, come gli operai abbiano aderito ad un provvedimento che ribassa i loro salari o f[...]

[...]vita delle famiglie resta dura.
Un nugolo di sottoscrizioni e di ore straordinarie « volontarie» si abbatte sulle imprese. Anzitutto le sottoscrizioni permanenti, per la Corea e per il fondo mondiale della pace. Ma le occasioni non mancano: il novembre è il mese dell'amicizia germanosovietica; il dicembre é il mese dell'anniversario di Stalin; il gennaio é il mese dell'anniversario di Wilhelm Pieck; a cominciare dal gennaio vengono fatti fimare agli operai dei « contratti di risparmio », una specie di prestito forzoso per la ricostruzione. Il 16 maggio ha luogo il Congresso dell'associazione per l'amicizia germanosovietica; migliaia di impegni di sottoscrizione vengono, fatti firmare nelle aziende: lo scopo é di innalzare un monumento a Stalin. Infine alla conferenza dell'edilizia di Lipsia ïl segretario del sindacato federale domanda di fare del mese di giugno « il mese della maggior realizzazione del piano, in onore al sessantesimo compleanno di Walter Ulbricht ».
Un altro fatto ancora sembra fatto apposta per esasperare operai e tecn[...]

[...]. Un caso analogo si verifica con la squadra dei carpentieri Bornemann.
Occorre notare la posizione del dipartimento delle norme o del cronometrista, nella maggior parte dei casi menzionati dalla Neues Deutschland del 14 giugno. L'autore dell'articolo vi si riferisce frequentemente: « I cronometristi... hanno perso ogni contatto con ' i loro colleghi del cantiere. Si comportano con arroganza... I cronometristi pensano di mettersi in buona vista agli occhi delle direzioni, con stratta
BENNO SAREL PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 177
gemmi, ma si ingannano perché l'impresa non potrà mai funzionare senza gli operai... I cronometristi non devono pensare di poter continuare ad agire contro gli interessi degli operai... devono sforzarsi di eliminare la tensione attuale che essi stessi hanno provocato... ». Si direbbe che, alla vigilia della sommossa del 16 giugno, si sia stabilito alla Stalinallee una specie di fronte popolare che va dagli operai agli attivisti ed ai quadri medi del partito e del sindacato.
Dopo la riunione di ca[...]

[...]LETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 177
gemmi, ma si ingannano perché l'impresa non potrà mai funzionare senza gli operai... I cronometristi non devono pensare di poter continuare ad agire contro gli interessi degli operai... devono sforzarsi di eliminare la tensione attuale che essi stessi hanno provocato... ». Si direbbe che, alla vigilia della sommossa del 16 giugno, si sia stabilito alla Stalinallee una specie di fronte popolare che va dagli operai agli attivisti ed ai quadri medi del partito e del sindacato.
Dopo la riunione di capisquadra e di attivisti del 28 maggio, gli ambienti dirigenti tentano di reagire. Per il 30 maggio viene convocata un'altra riunione di capisquadra e di attivisti. E indicativo il fatto che non siano stati né il partito né il sindacato ad organizzarla — i loro quadri non sono sicuri — ma la redazione della Neues Deutschland, che sembra avere dei buoni informatori nei cantieri della Stalinallee. Si hanno pochi dettagli su questa riunione. Vi viene costituito un « Aktiv » (gruppo di elementi sicuri collegati fra lo[...]

[...]ndacato.
Dopo la riunione di capisquadra e di attivisti del 28 maggio, gli ambienti dirigenti tentano di reagire. Per il 30 maggio viene convocata un'altra riunione di capisquadra e di attivisti. E indicativo il fatto che non siano stati né il partito né il sindacato ad organizzarla — i loro quadri non sono sicuri — ma la redazione della Neues Deutschland, che sembra avere dei buoni informatori nei cantieri della Stalinallee. Si hanno pochi dettagli su questa riunione. Vi viene costituito un « Aktiv » (gruppo di elementi sicuri collegati fra loro) « col compito di deliberare sulle difficoltà di ogni genere e di controllare i provvedimenti presi per eliminarle » (23). Dalle poche notizie che si hanno sulla discussione, emerge che anche in quella occasione venne ventilata l'idea che sarebbe stato meglio incominciare col migliorare i sistemi di lavoro ed in un secondo tempo aumentare le norme, in modo da non diminuire le paghe operaie. Sembra in ogni modo che l'« Aktiv» del 30 maggio non abbia avuto nessuna influenza sugli avvenimenti succe[...]

[...] gran rilievo questo sciopero, e non vi é dubbio che gli operai edili della Stalinallee lo seguono attentamente. Il 10 aprile la Neues Deutschland pubblica un servizio sull'industria edile di BerlinoOvest. Descrive lo stato d'animo combattivo degli operai, la preparazione dei picchetti di sciopero, e, molto malaccortamente, elenca numerosi casi di crumiri e di Lohndrücker (guastasalari) protetti dalla direzione che vengono scacciati o attaccati dagli operai. Il 12 giugno la Neues Deutschland torna alla carica : « Da quattro settimane dura lo sciopero... gli operai continuano valorosamente la grande tradizione dell'edilizia berlinese nella lotta contro l'arbitrio degli imprenditori e contro la reazione ». Ed il giornale cita le lotte degli edili berlinesi del periodo guglielmino. Il 14 giugno, nella stessa pagina nella quale la Neues Deutschland descrive gli arbitri della direzione dei cantieri della Stalinallee, si può leggere
(24) Junge Welt del 6 maggio 1953, giornale dell'organizzazione ufficiale della gioventù.
BENNO SAREL PROLETAR[...]

[...]sto di migliaia di operai. Ed ecco che il carattere del corteo, rimasto fino ad allora calmo, cambia ancora una volta : le rivendicazioni economiche si sono trasformate in rivendicazioni politiche. Davanti alla sede del Ministero, davanti al Ministro Selbmann che tenta di parlar loro, questi operai non organizzati danno prova di una grande maturità, quella maturità, quell'impeto fiducioso nella propria forza, che le giornate rivoluzionarie danno agli operai. « Sono un operaio comunista », dice il Ministro. « Te ne sei dimenticato — gli gridano — i veri comunisti siamo noi, non tu ». E presentano le loro rivendicazioni.
Lo svolgimento dei fatti di Berlino del 17 giugno é noto : nuove manifestazioni degli operai edili; sciopero nelle principali aziende; intervento di gruppi semifascisti dalla BerlinoOvest (soprattutto l'Unio ne della gioventù tedesca); entrata in scena dei carri armati sovietici venuti in soccorso della polizia popolare.
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È bene sottolineare il diverso carattere della giornata del 17 giugno, a s[...]

[...]olta non è stata esclusivamente proletaria. Scesi in strada, gli operai si sono visti unire a loro tutti gli strati della popolazione. Accanto al « Brüder zur Sonne zur Freiheit » socialista, ha echeggiato il .« Deutschland über alles » nazionalista, e forse talvolta anche il « Horst Wessel Lied » nazista. Ma tuttociò conta poco. L'essenziale, in questi paesi di fabbriche nei quali la rivolta é scoppiata, é appunto che le fabbriche erano in mano agli operai.
La storia esatta della rivolta del 17 giugno é certamente ancora da scrivere. Si può però affermare fin da ora che essa rappresenta lo sbocco delle lotte che la classe operaia ha condotto dal 1949 in poi. Quella giornata di rivolta sintetizza, e perciò risolve, i problemi organizzativi ed ideologici che gli operai avevano posto a se stessi da anni. E ciò — questo é uno dei rari privilegi delle giornate rivoluzionarie — in una sola formula di azione: le fabbriche ai comitati operai!
La giornata del. 17 giugno ha però anche un significato più vasto. Quella classe operaia che si é form[...]

[...]e impadronendosi delle fabbriche ha posto una barriera di sangue fra se stessa ed il regime staliniano, ha testimoniato davanti al mondo che una terza via, quella del socialismo libero, esiste.
Dopo la rivolta
La fase immediatamente successiva alla rivolta é aperta dalla sessione del Comitato Centrale del partito, il 21 giugno. Il comunicato uscito da questa riunione é caratterizzato da un lato da una serie di miglioramenti economici accordati agli operai, dall'altro da una affermazione che, quattro settimane dopo, non sarà più di attualità: «quando le masse operaie non comprendono il partito, la colpa é di quest'ultimo e non degli operai! ». Questa prima fase vede prevalere l'ala
(25) Citato da Der Monat, ottobre 1953.
182 COMUNISMO E OCCIDENTE
del Comitato Centrale favorevole alla distensione: Herrnstadt, Zaiser, Fechner, appoggiate indubbiamente, anche se prudentemente, da Grotewohl. Migliaia di operai arrestati durante la rivolta vengono liberati. Fechner, ministro dell'industria, in una intervista che gli costerà la libertà, dic[...]

[...]n Hilde Benjamin, l'implacabile presidente del Tribunale Supremo, al Ministero della Giustizia. Si apre con ciò un periodo di repressioni. Contemporaneamente, con politica tipica di un regime che si fonda sulla minoranza, il comitato centrale dà soddisfazione ad una delle rivendicazioni operaie più contrarie alla politica seguita fino allora: l'aumento delle categorie di salario più basse, e cioè la inversione della tendenza all'apertura del ventaglio dei salari.
Qualche giorno dopo il Comitato centrale espelle dal proprio seno Herrnstadt, e contemporaneamente Zeiser dichiara che il partito ha avuto ragione nelle cose essenziali e che i suoi errori sono stati di natura secondaria. Si tratta ora di ristabilirne l'autorità, ma i primi passi in questa direzione sono destinati ad aumentare ancor più il disorientamento tra i militanti: quella che fino allora era una verità, il riconoscimento degli errori, diviene adesso una nuova deviazione, la « Busstimmung n (lo spirito di penitenza).
L'atmosfera cambia rapidamente nelle fabbriche: secondo[...]

[...]e preferite dal nemico della classe operaia consiste nel far sorgere ogni genere di liste di rivendicazioni, piene di richieste provocatorie... n (28).
Le riunioni di fabbrica di quel periodo prendono un'aria sinistra. L'ufficio di presidenza delle riunioni viene rinforzato con un membro
(28) Tribune, organo dei sindacati, del 28.8.53.
184 COMUNISMO E OCCIDENTE
del Comitato centrale o regionale. Spesso le riunioni si aprono con una minaccia. Agli stabilimenti ferroviari di Halle, un certo Mattern, inviato del Comitato centrale, dice: «Vi è qualcuno fra di voi che si immagina che noi abbiamo i ginocchi tremanti per la paura ». A costoro, come a tutti i sabotatori, egli promette «...dei colpi tali sulla testa da far perdere loro la parola ed il senno » (29). La porta della sala di riunione è sorvegliata da elementi della polizia di fabbrica. I resoconti delle assemblee si chiudono quasi sempre con queste parole: «I provocatori (seguono i nomi) sono stati consegnati alle autorità ». In mold casi gli operai non si lasciano intimidire e ri[...]

[...]elle imposte sui salari; aumento del numero dei giorni di ferie; miglioramento della qualità delle merci ecc. ecc. Questi provvedimenti vengono accompagnati da una propaganda di tono paternalistico che può riassumersi cosí: « Il regime vi dà questi vantaggi; é il vostro regime; quanto più lo sosterrete tanto più rapidamente la vostra situazione migliorerà ».
Il 10 ,dicembre il governo pubblica un'ordinanza che porta altri notevoli miglioramenti agli operai: il miglioramento della sicurezza del lavoro e delle cure mediche in fabbrica, la limitazione del numero delle ore straordinarie, il miglioramento dei trasporti per gli operai, l'aumento delle paghe, i crediti per la costruzione di alloggi. Bisogna tuttavia tener conto che si trattta di miglioramenti che partono da un livello molto basso: che, per esempio, per mancanza di autocarri, molti operai debbono fare ogni giorno ore di bicicletta per recarsi al lavoro, e che un miglioramento del genere di questo che adesso diremo era stato oggetto di numerose decisioni mai rispettate durante i [...]

[...]o diremo era stato oggetto di numerose decisioni mai rispettate durante i passati inverni: le sale d'aspetto per gli autocarri saranno riscaldate.
L'ordinanza del 10 dicembre vede ricomparire la vecchia politica della differenziazione operaia: questa volta gli aumenti vanno a favore delle categorie superiori « tenuto conto che gli aumenti apportati nel corso dell'anno... hanno livellato i giusti rapporti... ». Anche gli stanziamenti per i premi agli operai vengono destinati a coloro che oltre
(29) Neues Deutschland 2.10.53.
BENNO SAREL PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 185
passano le norme. Si adotta infine una innovazione, che sembra volersi riallacciare ad un certo paternalismo di vecchio stile: nei «fondi della direzione » di ogni fabbrica, si introduce un capitale per i regali, «per casi di matrimonio, nascite, giubilei di lavoro ».
Anche una importante evoluzione in un altro settore rafforza questa impressione di paternalismo implicito nell'ultima politica operaia del governo : un paragrafo dell'ordinanza parla di « es[...]

[...]otti industriali; in cambio nessun contadino sarà costretto a farne parte. « Gli operai », dichiara Ulbricht, « si appoggeranno tanto sui contadini lavoratori individuali quanto sui cooperativisti ». Si tratta adesso per il partito di isolare i contadini ricchi senza tuttavia minacciarli di espropriazione. Walter Ulbricht invita a venire nella Repubblica Democratica tedesca delle delegazioni di contadini della Germania Occidentale.
Rivolgendosi agli imprenditori privati delle città Walter Ulbricht constata che i piccoli imprenditori e gli artigiani rappresentano all'incirca il 20% della produzione industriale del paese. Il loro peso sociale
pera sproporzionato a questa cifra : il solo artigianato impiega 700.000 uomini. Anche per costoro, così come per i contadini privati, Ulbricht non fa piú questioni di espropriazione, e neanche di vantaggi particolari, come era il caso nel giugno 1953. Ulbricht promette agli imprenditori privati una certa libertà di iniziativa e degli sbocchi sicuri per la loro produzione, dichiarando allo stesso tem[...]

[...]ati delle città Walter Ulbricht constata che i piccoli imprenditori e gli artigiani rappresentano all'incirca il 20% della produzione industriale del paese. Il loro peso sociale
pera sproporzionato a questa cifra : il solo artigianato impiega 700.000 uomini. Anche per costoro, così come per i contadini privati, Ulbricht non fa piú questioni di espropriazione, e neanche di vantaggi particolari, come era il caso nel giugno 1953. Ulbricht promette agli imprenditori privati una certa libertà di iniziativa e degli sbocchi sicuri per la loro produzione, dichiarando allo stesso tempo che « il potere statale della repubblica democratica tedesca si appoggia sul blocco dei partiti democratici antifascisti », ossia il S.E.D. ed i partiti borghesi liberaldemocratici e cristianodemocratici. Il discorso è indubbiamente rivolto
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alla piccola borghesia della Germania Occidentale, alla quale pure Ulbricht rivolge l'invito di recarsi a visitare la Repubblica Democratica tedesca.
Ulbricht propon[...]

[...] repubblica democratica tedesca si appoggia sul blocco dei partiti democratici antifascisti », ossia il S.E.D. ed i partiti borghesi liberaldemocratici e cristianodemocratici. Il discorso è indubbiamente rivolto
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alla piccola borghesia della Germania Occidentale, alla quale pure Ulbricht rivolge l'invito di recarsi a visitare la Repubblica Democratica tedesca.
Ulbricht propone insomma agli imprenditori privati una specie di mercato che potrebbe tosi definirsi: « Voi non sarete molestati nella vostra attività, ma non tentate di riprendere la vostre antiche posizioni; lavorate e quando è il caso siate testimoni della pace che regna nel paese ». Rivolgendosi poi agli operai, Walter Ulbricht cambia tono e tiene un linguaggio diverso. I cinque o sei quarti d'ora del suo discorso dedicati agli operai possono così riassumersi: « Lavorate con accanimento, il paese vi appartiene, tutte le strade vi sono aperte. Entrate nell'apparato dello Stato, nelle commissioni economiche, salite nella scala sociale: 10 ministri su 20 sono degli ex operai, così come lo sono 2.300 consiglieri generali, circa i due terzi del totale... ». Con questo Ulbricht intende risolvere il dilemma più grave del regime, che consiste nel non poter distaccarsi dagli operai né fidarsi di loro. Ecco l'eufemismo che Ulbricht adotta per citare la dura lotta svoltasi durante la scorsa estate intorno all'aumento delle norme: « E noto che lo scorso anno si è discusso su questioni attinenti alle norme di lavoro ». Questa di Ulbricht non é affatto la politica dello struzzo, ma un atteggiamento coerente davanti al mondo delle fabbriche che potrebbe così riassumersi: invitare i più dotati fra gli operai a salire nella scala sociale ed a integrarsi nell'apparato statale; appoggiarsi su questo apparato di origine operaia per dimostrare a tutti i lavoratori che lo sta[...]

[...]economico: il nuovo corso, quale era stato formulato nello scorso giugno, non era attuabile se non in una prospettiva di distensione internazionale, o quanto meno di ripresa degli scambi economici, ripresa che non si era verificata. Ora, la democrazia popolare tedesca di oggi non corrisponde che alla Germania centrale di ieri: zona di industrie manifatturiere altamente qualificate, chiusa fra due zone di industria pesante: la. Ruhr e la Slesia. Tagliata fuori la Ruhr, perduta ed integrata nell'economia polacca la Slesia, nella impossibilità di importare acciaio e materiale semilavorato dai paesi dell'Est, i quali ne scarseggiano, la Germania Orientale tende all'autarchia, e con immensi sacrifici si procura una industria pesante. Ulbricht é semplicemente il rappresentante di questa necessità, la stessa necessità che si era imposta all' URSS e della quale Stalin aveva fatto una virtù. Perciò Ulbricht annuncia come una vittoria al Congresso che il numero degli altiforni del Kombinat di Calbe é di 10 e sarà portato a 20. È da notare che quest[...]

[...]iò che il nuovo corso é definitivamente condannato ? No. Ulbricht annuncia che nel 1954 verrà stanziato un miliardo di marchi di crediti fuori piano per l'agricoltura e per l'industria leggera. L'economia della Germania Orientale sembra disporre di un certo margine, costituito dall'annullamento delle riparazioni dovute all' URSS e forse anche dal rallentamento degli investimenti nell'industria pesante annunciati, senza che ne vengono forniti dettagli, dallo stesso Ulbricht.
La soluzione dei problemi della Germania Orientale risiederebbe
BENNO SAREL PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 191
nella ripresa degli scambi internazionali. Da notare a questo proposito che una esposizione dei prodotti industriali della R.D.A. si é aperta in marzo al Cairo. Vi sono però due elementi che si oppongono alla larga ripresa degli scambi commerciali del paese : anzitutto la situazione internazionale; in secondo luogo la qualità tuttora incerta dei suoi prodotti industriali (Ulbricht stesso lo metteva in evidenza) conseguenza a sua volta di una ri[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Agli, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---italiano <---siano <---socialismo <---Così <---Pratica <---italiani <---capitalismo <---comunista <---italiana <---socialista <---Diritto <---Meccanica <---Stato <---comunisti <---fascismo <---fascista <---marxismo <---marxista <---socialisti <---Agraria <---Basta <---Ciò <---Dialettica <---Ecco <---Filosofia <---Francia <---Già <--- <---Turchia <---comunismo <---ideologia <---imperialismo <---latifondisti <---marxisti <---nazionalismo <---Antonio Gramsci <---Autorità <---Contemporaneamente <---Cosa <---Davanti <---Del resto <---Gramsci <---Ingegnere <---La lotta <---Medio Oriente <---Neues Deutschland <---Noi <---Paese <---Perché <---Più <---Pochi <---Rivista storica italiana <---Saverio Tutino <---Sistematica <---Sociologia <---Storiografia <---Tenuto <---U.S.A. <---USA <---abbiano <---antifascisti <---artigiani <---assenteismo <---attivisti <---capitalista <---capitalisti <---centesimi <---colonialiste <---dell'Egitto <---dell'Est <---dell'Italia <---dell'Unione <---diano <---egiziana <---egiziani <---egiziano <---fascisti <---feticismo <---gramsciane <---ideologica <---ideologiche <---ideologici <---ideologico <---imperialista <---italiane <---lanciano <---leninista <---materialismo <---metodologico <---nazionalista <---nazista <---nell'Unione <---neutralismo <---ottimismo <---progressista <---progressisti <---realismo <---realista <---revisionismo <---scarseggiano <---semplicismo <---siciliani <---sociologia <---storicismo <---A Massa Marittima <---A.C. <---ABC <---Acciaieria di Hennigsdorf <---Ad Halle <---Ad-Duruz <---Adib Shishakli <---Aflaq <---Agiografia <---Agostino Depretis <---Agricolture <---Akkord <---Akram Awrani <---Aktiv <---Al Distretto <---Al Hafiz <---Al Quwali <---Al Sig <---Alauita <---Alberto Caldana <---Alberto Filippi <---Alcuni <---Aldo Serio <---Aleppo <---Alessandretta <---Alexander Gerschenkron <---Alfonso Sastre <---Alla C I <---Alla Camera del Lavoro <---Alla Direzione <---Alla F <---Alla U I L <---Allontanatisi <---Allora <---Alme Cesaire <---Alto Commissario <---Amati <---America Latina <---Amin Al <---Ammannati <---Andrade <---Andreas Papandreu <---Andò <---Ankara <---Annales <---Ansano Giannarelli <---Antonio Anedda <---Antonio Bardem <---Antonio Saura <---Antropologia <---Apuane <---Armando Sapori <---Arnaldo Nannetti <---Arnaldo Senesi <---Aspida <---Assuan <---Atassi <---Atti del Convegno <---Avevamo <---Baccinello <---Badate <---Baghdad <---Bagno di Gavorrano <---Balzac <---Banco di Napoli <---Bande Nere <---Bartolini <---Basterà <---Bedaux <---Begdash <---Beirut <---Belfagor <---Bellini <---Bellosguardo <---Belva <---Berlino <---Berlino-Est <---Berlino-Ovest <---Bersaglio <---Bestemmiò <---Bianciardi Arol <---Bianciardi Aroldo <---Bigazzi <---Bilbao <---Bino Malossi <---Bisognerà <---Bitar <---Bitterfeld <---Blocco <---Boccheggiano <---Bolli <---Bologna <---Bonald <---Bornemann <---Bozzolato <---Brizzigatti Giovanni <---Bronzino <---Bruno Baum <---Bruno Henschel <---Buffalo Bill <---Bulgaria <---Bulletin <---Buondelmonte <---Busstimmung <---C.G.I.L. <---C.N. <---C.N.C.R. <---C.R. <---C.S.I.L. <---CGIL <---CIA <---CISL <---Cairo <---Cairo AI <---Calbe <---Camera Sindacale <---Camiri <---Camorra <---Camp David <---Caprera <---Carlo Bartolini <---Carlo Cattaneo <---Carlo Ginzburg <---Carlos Rafael Rodriguez <---Carogne <---Carrìa <---Casa del Popolo <---Cascine <---Case del Popolo <---Castellorizo <---Catroux <---Cattaneo <---Cecina <---Centoventi <---Certo <---Cesare Cases <---Chedo Peric <---Chemnitz <---Chiusdino <---Chiusura <---Christiane Rochefort de Mandiargues <---Ci hanno preso sempre alla sprovvista <---Ciciano <---Cinquantanove <---Ciombe <---Cipro <---Circolo Minatori <---Citato da Der Monat <---Codesto <---Codesto Distretto <---Codesto Ufficio <---Colonia Florentia <---Colpi <---Come <---Cominciò <---Commissione <---Comunità <---Congo <---Congresso del Ba <---Consiglio Confederale <---Consiglio dei Ministri <---Corbelli Gennaro <---Corea <---Cornata 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Berlinguer <---Gioventù Libera <---Girate dalla Carraja <---Giulio Andreotti <---Giulio Einaudi <---Giuseppe Ferrara <---Giuseppe Ferrari <---Gli <---Gli Impiegati <---Gnoseologia <---Goethe <---Golan <---Grafico Tiberino <---Grande Libano <---Grassa <---Grave <---Grecia <---Grivas <---Grosseto <---Grosseto Al <---Grosseto Alla <---Grotewohl <---Gruppo Maremma <---Gruppo Miniere Maremma <---Guarda <---Hafez El <---Halle <---Hancock <---Hans Magnus Enzenberg <---Harkness <---Harry Truman <---Hegel <---Heinrich Rau <---Hennigsdorf <---Herrnstadt <---Hilde Benjamin <---Hinman Allenby <---Hinnawi <---Hoffmann <---Homs <---Horst Wessel Lied <---Hosni Ez <---Ibsen <---Ideale Tognoni <---Ignazio Masulli <---Il Faro <---Il IV <---Il MIFED <---Il Risorgimento <---Il lavoro <---In Italia <---Indices <---Industriali Grosseto <---Infine <---Inghilterra <---Interventi di Jeorge Sempnum <---Intervento di Ignazio Masulli <---Iraq <---Irònia <---Istituto Grafico <---Italy <---Iuxemburgismo <---Jan May 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