Brano: PAGINE DI UNA ` INCHIESTA A PALERMO
Presentiamo questi quattro frammenti di una vasta inchiesta che Danilo Dolci sta conducendo per l'editore Einaudi e che ha per oggetto quanti a Palermo, in città e in provincia, vivono di un lavoro che non è lavoro, si industriano, si arrangiano, vivono e non vivono. Si. tratta, dal punto di vista sociale, di un'inchiesta circoscritta soltanto al cosiddetto (( proletariato degli stracci », nelle forme di disgregazione che son proprie di Palermo e provincia: quasi un quinto delle popolazione in Palermo città. È un monde, umano ben caratterizzato, che ha per squallido scenario della sua. vita i cortili Cuscino, la Kalsa, Ballarti, Piazza Donnissini, Castello S. Pietro; Spine Sante, Partinico etc. Ë un mondo che non conosce mestieri, ma, come si è detto, modi di arrangiarsi, e, arrangiandosi, di campare la vita: arrifiatori, panerari, venditori di milza, di mussu, di budelle arrostite, minestrari, caramellai, cioccolatari; bancarellari, spicciafaccende, ruffiani, prostitute ufficiali e private, cantastorie, cenciaioli, e infine ladri o peggio. Così intenzionalmente circoscritta ai ceti sociali disgregati di Palermo e provincia l'inchiesta del Dolci si sottrae alla solita obiezione che Palermo e provincia ((non sono soltanto questo »: che è poi la obiezione di coloro che in fondo, per vari motivi, non sono disposti a riconoscere che Palermo e provincia sono ((anche» questo. D'altra parte nei documenti raccolti dal Dolci appare che oggi qualche cosa si muove persino in questi ambienti sociali così obbiettivamente compromessi, e che oltre le forme tradizionali della rassegnazione, della disperazione e della ribellione anarchica, comincia persino qui a farsi luce una più consapevole coscienza civica, mediata da quei partiti che laggiù stanno assolvendo una funzione ((liberale» fra questi oppressi, i partiti di sinistra. Le tre biografie che seguono la breve analisi delle condizioni dei cortili Cascino testimoniano appunto questi diversi livelli di coscienza civica, e relativamente alle prime due la biografia di Gino O. documenta certo il livello più alto. ll testo delle biografie è stato trascritto dal Dolci con
PAGINE DI UNA INCHIESTA A PALERMO 137
tutta la scrupolosa fedeltà che é necessaria per documenti che non sono destinati ai letterati, ma unicamente ai politici di oggi affinché se ne giovino nella loro opera e agli storici di domani affinché sia piú concreto e individuato il loro giudizio. Abbiamo abbastanza fiducia nella intelligenza dei lettori per non temere che taluno possa scandalizzarsi di alcuni pochi particolari molto crudi della biografia di Gino O.: la rivista si svolge a un ristretto pubblico di studiosi e pertanto non é legittimo lo scrupolo che quei particolari, indebitamente fraintesi nel loro significato, possano turbare le candide anime di fanciulli e di fanciulle.
ERNESTO DE MART P%10
CORTILE CASCINO
È chiamata « Cortile Cascino » la zona — a 200 metri dalla Cattedrale — da via D'Ossuna a Cortile Grotta; e, in senso lato, anche l'altra, a nord, separata dalla prima dalla linea ferrata.
I nudi e sudici bambini che giocano sulla ferrovia e nel fango, è quanto più impressiona a prima vista. Cinque costruzioni scalcinate di due o tre piani, e baracche a sud; tre fabbricati a due otre piani a nord: tutti con umide mura brulicanti di cimici, scorpioni e scarafaggi.
Diverse donne nella strada, intente, spidocchiano la testa di un parente o di un vicino. Due o tre fontane. Qualche a maarla » sulla porta.
Gli scoli, nel cortile Cascino propriamente detto, si raccolgono in uno spiazzo fetido. Se d'estate grande è sempre il pericolo del tifo, d'inverno nelle case più basse c'é da morire annegati. Una decina di locali, i più sottoposti, hanno porte, e talvolta finestre, protette da ripari in muratura alti circa settanta, ottanta centimetri, perché la fogna, quando piove, non inondi le case.
138 DANILO DOLCI
Tutte le costruzioni sono assolutamente inabitabili; in alcune, dai muri sfatti, é troppo pericoloso starci. Alcune stanze sono più pulite, ordinate (queste, nelle tabelle seguenti sono state segnate con « m » : le migliori); ma il tutto deve essere rifatto di sana pianta o rinnovato.
In una stanza c'é un vecchio nudo, seduto su un letto senza lenzuola (c'è solo una coperta di tipo militare): non si capisce se sia paralitico da un lato, come dice lui, o immobilizzato per l'estrema magrezza e debolezza, come dicono i vicini. In un'altra stanza si arriva per un ballatoio pericolante. E in tutte le case, (panda passa il treno, uno deside rerebbe essere fuori, e coi piedi a terra. Un «mura» si sposta oscillando per centimetri alla semplice pressione del pugno.
A un giovane, lo scorbuto ha fatto cadere tutti i denti. In una stanza vive con i giovani sposi un fratello del marito, quasi ventenne.
Da un'altra é stata rapita una ragazza a dodici anni e mezzo. In un'altra erano morti cinque bambini: « Perché io me ne andavo a lavorare — dice la mamma — e lasciavo i picciriddi incustoditi; che ci potevo fare?».
Qui una vedova di 68 anni vive facendo la lavandaia; li un marito, ma il caso é unico, «é morto divertendosi, bevendo troppo vino ». Da un cortiletto, largo tre metri, si scende, curvi, in una grotta di 2,80 X 2,20 nera, madida già d'estate, dove il terreno bagnato cede molle alla persona che si muove: non si capisce — orrido indimenticabile — come possano dormirci in otto.
Di sera soprattutto, « bugliunu gli scarafaggi ».
Nel primo dei «Cortili Cascino» le stanze sono 130 circa per 160 famiglie; nel secondo sono 80 per un centinaio di famiglie.
Essendo costanti le caratteristiche, si sono considerate 100 stanze consecutive, di cui riportiamo alcuni dati (v. lo specchio intercalato).
La maggior parte delle famiglie, spiegando noi il perché del lavoro, é stata ospitale; alcune opponevano difficoltà perché « non volevano andare sul giornale: tanto le cose vanno sempre avanti così. Vengono specialmente per le votazioni, talianu (guardano), si schifianu o promettono case popolari: ma se ne vanno tutti ».
Le 100 abitazioni, con 118 stanze complessive e 5 ripostigli, ospitano 498 persone: circa 130 famiglie: 14 di queste con libretto di povertà.
PAGINE DI UNA INCHIESTA A PALERMO 139
Essendoci un gabinetto in una sola famiglia (« gli uomini puliti vanno sulla ferrovia »), in ogni stanza preparano da mangiare, mangiano, e fanno tanto « i bisogni corporali » che i figli; di media, persone 4,23.
Nessuna casa con acqua corrente. I pavimenti: 4 di terra, 7 di terra e piastrelle rotte, 37 di cemento rotto e di piastrelle rotte, 51 di piastrelle rotte, 4 di cemento, 15 di piastrelle.
Una quindicina di famiglie sono senza luce. Delle rimanenti, più della meta l'hanno dai vicini.
Una stanza (di 2,50 X 6,00; h = 3,20) con 11 persone; una stanza (di 4,00 X 4,30; h = 4,00) per 10 persone; 3 stanze, ciascuna per 9 persone; 6, ciascuna per 8 persone; 14, per 7 persone; 8, per 6 persone; 11, per 5 persone; [...]
[...]20) con 11 persone; una stanza (di 4,00 X 4,30; h = 4,00) per 10 persone; 3 stanze, ciascuna per 9 persone; 6, ciascuna per 8 persone; 14, per 7 persone; 8, per 6 persone; 11, per 5 persone; 19, per 4 persone; e 54 per meno di 4 persone. Diciannove sono stati ammalati di tifo: 2 ne sono morti.
Il lavoro degli uomini: 39 «trafficanti », «accatta e vinni »; 18 cenciaiuoli; 4 manovali; 2 « portantini di fatica »; 2 netturbini; 2 ciabattini; 1 militare di leva; 1 ortolano; 1 aiuto fabbro; 1 usciere; 1 cromatore; 1 marmista; 1 aiuto fornaio; 1 tubista; 1 falegname; 1 « petrusinaro » (venditore di prezzemolo).
Delle donne, 11 lavandaie, 11 cameriere, 2 comprano capelli a 40 lire ogni 200 grammi e fanno parrucche, qualcuna «lava scale »; le altre in casa.
Settantaquattro sono i bambini fino a 3 anni. Spesso denutriti, malati spesso di «infezioni, intossicazioni, interocoliti, polmoniti »; di questi malanni, negli ultimi 10 anni, ne sono morti un'ottantina; anche per «mancanza di latte ».
Dei bambini da 3 a 6 anni, 2 soli vanno all'asilo: gli altri 43 no.
Da 6 a 13 anni, 33 ragazzi vanno a scuola (spesso a 12 o 13 anni frequentano la 2a o la 3a): ma 45 ragazzi, in obbligo di scuola, né vanno né ci sono mai andati, a scuola.
I figli, non trovando lavoro, crescendo, continuano, per lo più « tra[...]
[...]'ottantina; anche per «mancanza di latte ».
Dei bambini da 3 a 6 anni, 2 soli vanno all'asilo: gli altri 43 no.
Da 6 a 13 anni, 33 ragazzi vanno a scuola (spesso a 12 o 13 anni frequentano la 2a o la 3a): ma 45 ragazzi, in obbligo di scuola, né vanno né ci sono mai andati, a scuola.
I figli, non trovando lavoro, crescendo, continuano, per lo più « trafficanti» e cenciaiuoli, l'attività dei padri: di cui 31 sono stati, anche diverse volte, in carcere: ma per lo piú, « per cose di poco conto ».
Essendo 386 le persone oltre i 6 anni, e 317 gli anni complessivi di scuola, ogni persona, di media, ha frequentato 8,2 decimi di prima elementare.
140 DANILO DOLCI
Leggenda: L.P _ libretto povertà; I = larghezza o lunghezza
N. Farn. L. P. Stanze
N. 1. 1. h. 0 Ÿ
o
i F.G. 2 4,0 4,0 3,5 m
3,3 4,5 3,5 no
2 U.A. 1 2,5 2,3 2,4 no
3 F.A. 1 3,8 3,6 3,6 m
4 P.G. si 1 2,8 3,5 3,2 no
5 S.V. 1 2,2 7,0 3,2 no
6 P.V. 1 3,8 3,6 3,2 no
7 L.L. 1 3,5 3,2 3,6 no
8 P.A. si 1 3,5 3,2 3,6 no
9 P.M. 1 3,5 3,2 3,4 no
10 F.S. 1 3,2 4,8 3,8 no
11 C.G. si 1 2,2 4,0 2,2 no
12 M.V. 1 2,1 3,3 2,8 no
13 F.G. 1 3,0 3,0 2,8 no
14 F.C. si 1 2,8 3,2 2,3 no
15 S.V. sì 1 3,0 3,0 3,5 no
16 P.A. 1 3,0 3,0 3,5 no
17 N.G. 1 2,5 6,0 3,2 no
18 P.A. sì 1 3,0 2,1 2,1 no
19 S.G. 1 2,5 3,0 3,0 no
20 R.P. 1 2,5 3,0 [...]
[...] no
4 2 no no
4 2 no no
141
PAGINE DI UNA INCHIESTA A PALERMO
o altezza; m = abitabile; letti (Ip.) = letti a una piazza.
3
l 1
1
I
1
2
1 1
4,4
aFt
v á
5.
3a
36
3 3a
2a
2
3
3
I
1
1
1
2
1
1
1
la
2a
1
2
1 1
3
Numero dei figli Scuola
1 1
1
4
41
1
4)
o
2
4
1
mo
`r:, Ó
4 T1
2
2
1
26
1
1
i
1
1
1
2
1
2a
51 46
48 —
36 4a
2 1
1.
1 1
2 1
1
1 2
1
2
2
1
Padre
Madre
casal. mend. parruc. casal. lavand. casal. casal.
camer.
casal.
lavand. casal. casal. casal. casal. casal. lavand. lavand. casal. casal. casal. casal. casal.
camer. cas. lav. lavand. casal.
casal. casal.
Professione
casal. casal. casal. casal. casal. casal.
casal. casal. casal. casal.
tratf.
netturb. traff.
traff. inval. traff. portant. mil. traff. cenc. manov. traff. petrusin.
cene. cenc. cene. cene. cene. traff. cene. cene.
traff. traff. traff. traff. cent.
cene. traff. traff. traff.
falegn. traff. traff. manov.
Tot. anni scuola
Scuola nonni
pat.
Carcere volte tot.
2
1 5g
5 2 25g
4 3[...]
[...] casal. casal. casal. casal. casal.
camer. cas. lav. lavand. casal.
casal. casal.
Professione
casal. casal. casal. casal. casal. casal.
casal. casal. casal. casal.
tratf.
netturb. traff.
traff. inval. traff. portant. mil. traff. cenc. manov. traff. petrusin.
cene. cenc. cene. cene. cene. traff. cene. cene.
traff. traff. traff. traff. cent.
cene. traff. traff. traff.
falegn. traff. traff. manov.
Tot. anni scuola
Scuola nonni
pat.
Carcere volte tot.
2
1 5g
5 2 25g
4 3 6m
2
6
3 5 6a
2 95g
— 1 lm
3
— I 17m
5 E r;
2 1 16m
2
— 1 6g
— 1 7a
4 3 2a 1
— 2 5a
— 4 3m
5 2 8m
? 3 ? 1
4
— 1 la.
9
4
7
2° —
— 26
48 —
la 3a
38 56
46 36
142 Fam. L. P DANILO DOLCI
}
N. 1
Stanze y a W.C.
z
N. L 1. h. V
a
41 P.M. 4 7,5 3,5 3,0 In 8 5 no
3,0 4,0 3,0 m
3,0 4,0 3,0 m
3,0 4,0 3,0 m
42 C.P. 2 4,5 2,5 3,0 m 9 4 no
3,0 2,5 3,0 m
43 P.V. 1 3,5 2,7 2,5 no 2 2 no
44 L.A. I 3,7 3,5 4,0 no 7 2 no
45 C.C. si i 3,7 3,[...]
[...]0 no 3 2 no
2
52 P.M. I 3,5 2,0 3,0 no 5 2 no
53 F.C. i 3,0 2,0 3,0 no i 1 no
54 C.V. I 3,0 2,5 2,8 no 4 2 no
55 A.A. 4,5 3,5 3,0 no 7 3 no
56 B.C. 1 2,7 3,5 3,0 no 1 1 no
57 T.G. 2 4,0 3,0 2,5 no 7 3 no
3,0 4,0 3,0 no
58 S.C. 3 3,5 3,6 3,5 no 5 3 no
3,0 3,5 3,5 no
3,0 3,5 3,5 no
59 S.G. si 2 3,5 3,5 3,2 no 5 5 no
1,5 4,0 3,2 no
60 C.P. 2 2,7 3,2 2,9 no 5 3 no
2,7 3,2 2,9 no
61 A.R. 1 grotta 2,2 x 2,8 no 7 2 no
62 I,.N. 1 3,0 4,0 3,5 no 8 2% no
63 M.A. I 3,0 3,8 3,5 no 6 2 no
64 P.G. i 4,5 3,5 3,0 no 6 2 no
65 C.D. 3,5 4,0 3,2 no 7 3 no
66 A.G. i 3,0 3,0 3,0 no 2 2 no
67 C.G. 1 3,0 3,0 3,0 no 3 2 no
68 A.V. 1 4,0 4,0 3,5 no 7 2% no
69 A.G. Si 1 3,8 3,5 3,2 no 1 1 no
70 P.A. 2 1,8 2,5 2,5 no 8 3 no
3,8 3,5 3,2 no
PAGINE DI UNA INCHIESTA A PALERMO 143 ,
Tot. anni scuola
Professione Numero dei figli Scuola
Madre M p o
u cauÑ o
R+ ' a~+ ß,
0 ó o b
Carcere Scuola
nonni
volte tot. pat.
Padre
la
2a 4a
la
4a
2a 4a
tubista
cenc.
c[...]
[...] 8 2% no
63 M.A. I 3,0 3,8 3,5 no 6 2 no
64 P.G. i 4,5 3,5 3,0 no 6 2 no
65 C.D. 3,5 4,0 3,2 no 7 3 no
66 A.G. i 3,0 3,0 3,0 no 2 2 no
67 C.G. 1 3,0 3,0 3,0 no 3 2 no
68 A.V. 1 4,0 4,0 3,5 no 7 2% no
69 A.G. Si 1 3,8 3,5 3,2 no 1 1 no
70 P.A. 2 1,8 2,5 2,5 no 8 3 no
3,8 3,5 3,2 no
PAGINE DI UNA INCHIESTA A PALERMO 143 ,
Tot. anni scuola
Professione Numero dei figli Scuola
Madre M p o
u cauÑ o
R+ ' a~+ ß,
0 ó o b
Carcere Scuola
nonni
volte tot. pat.
Padre
la
2a 4a
la
4a
2a 4a
tubista
cenc.
cenc.
traff.
traff.
forn.
traff.
manov. traff.
garz. marmista
inval. calz. vinaia casal.
casal. casal. camer.
parruc. camer.
casal. camer. camer.
casal. lavand. casal. casal. lavand. casal.
casal.
casal. casal. 2 2
2
1 1
2
3 1
3 3
1
1
2
2
3 1
2 1
2
2
2 2
1 1 2 1
1 1 2
2 1 1
1 4
1
1
2 1 1 1
2 4
3a
9
14
2
7
5
4
14
11
5
10
5
2a 5a
5a
6
1 20g
1 ?
4 2a
3 3m
1 1m
2 la
7m
? 6m
1 3a
— 12
— 6
7
2
1 5m
2a 3a
31
6
3
7
1
2
1
1
1
1
3
2
2
inval.
cenc. lavand.
cenc. camer.
cenc. lavand.
cenc. camer.
camer.
cenc. camer.
netturb. casal.
traff. lay.
3
1
1
5
2
1
J
Acqua
no
no
no no no no no
no
no
no
no
no no no no no[...]
[...]
9
7
8
4
7
6
8
2
3
4
3
4
3
7
4
5
3
7
7
5
6
4
3
2
2
4
2
2
4
2
2
2
3
2
3 2 2 2
2
3
2
3
2
2
3 2 2 2 2
2 no
3 no
4 no
2 no
W.C.
no no no no no no no no no no no no no no
no no no no no no no
no no no no
no
Acqua
no no no no
no no no no no no no no no no no no no no no no no no no
no no no no nò no no
PAGINE DI,UNA INCHIESTA A PALERMO 145
Professione ' Numero dei figli Tot. anni scuola Carcere volte tot. Scuola Casi tifo
nonni
pat.
Padre Madre da O a 3 da 3 a 6 asilo no da 6 a 13 scuola no oltre i 13 Padre
Madre
casal. — — — _
calz. cucit. 1 1 1 D — 2
crom. casal. 1 2 1 1 — 1 a 1 — —
usciere , casal. 5 5a — 15 — —
traff. casal. 1 2 — — 3 — — 1
traff. casal. 2 1 1 1 1 — 25 8 — —
traff. casal. 3 1 3 3a — 11 — —
traff. casal. 2 2 25 4a 12 — —
traff. casal. 1 3a 3a 6 — —
traff. casal. 2 1 — — —
traff. camer. 2 3a — 3 3 11m — —
traff. [...]
[...] 3a 3a 6 — —
traff. casal. 2 1 — — —
traff. camer. 2 3a — 3 3 11m — —
traff. casal. 2 1 2 — — 7— —
traff. lavand. 1 1 2 — — 1 1 ? — —
cenc. casal. 2 1 2a — 2 — —
casal.
2traff.
traff. casal. 1 35 — 3 — —
aiuto
fabbro casal. 2 45 — 4 4 ? — —
casal. 2 — — — —
traff. casal. 1 1 — — — — —
traff. casal. 1 — — — — —
giard. casal. 4 — — 11 — —
bracc. casal. 2 3a — 3 — —
traff. casal. 1 2 — — — — —
casal. 2a 7 — —
traff. casal. 1 2 1 — — — — — 5
casal. 1 3 D 5 — —
lava
scale 1 1 3a 3 — —
traff. casal. 2 2 — — — ? ? — 25 1
traff. casal. 1 — 2a 2 2a —
traff. casal. 1 — — — — —
146 DANILO DOLCI
Tre sole famiglie hanno padre e madre che sappiano leggere e scrivere. Dei loro genitori, solo due coppie sapevano leggere e scrivere. Andando di questo passo (calcolando 30 anni ogni generazione), solo tra 3000 anni tutt[...]
[...]al. 1 3 D 5 — —
lava
scale 1 1 3a 3 — —
traff. casal. 2 2 — — — ? ? — 25 1
traff. casal. 1 — 2a 2 2a —
traff. casal. 1 — — — — —
146 DANILO DOLCI
Tre sole famiglie hanno padre e madre che sappiano leggere e scrivere. Dei loro genitori, solo due coppie sapevano leggere e scrivere. Andando di questo passo (calcolando 30 anni ogni generazione), solo tra 3000 anni tutti gli sposi di qui non saranno piú analfabeti.
ANTONIA R.
« Io, mia sorella e quattro picciriddi e lo zio mio dormiamo qua nella grotta. Stiamo testa e piedi. Se si sveglia uno, si svegliano tutti. Ci avemu un nutricheddu, certo scennemu se fa acqua. Se uno si curca, aggranca a dormire sempre cussi; aggranca e si stinnicchia e dice l'altro: — Aspetta che mi metto buono. — Chiddu in fondo dice: — Lassami mettere lu pede.
Quattro a li pedi e quattro al capizzo. D'estate fa caldo, si piglia la segatura dal mastro d'ascia e si mette in terra e si dorme anche in terra ».
Ridono intorno, con maliziosi sottintesi negli oc[...]
[...]al mastro d'ascia e si mette in terra e si dorme anche in terra ».
Ridono intorno, con maliziosi sottintesi negli occhi, anche alcuni bambini mentre un vicino aggiunge che ogni tanto, traballando il letto, c'é qualcuno che deve stringersi ad un altro. Intanto ci hanno buttato addosso da sopra, per isbaglio, dell'acqua calda e ora pioviggina fitta fitta della terricciola. Un blocco di qualcosa, in testa.
« Dormiamo con la porta aperta per respirare meglio; d'inverno la chiudiamo. Pure me soru cun so maritu, s'accurcano cu nuatri. Ma i masculi si curcano vestuti, sono tanto educati. Cu li picciriddi...
Di giorno stiamo tutti fora. Cuciniamo ca fora, sotto la scala, che quandu piove semu riparati chiù assai.
È dodici anni che mi infilai dintra sta grotta che prima serviva di rifugio. Poi c'é venuta me soru. Dodici anni. Vogliono la buona uscita. Ventimila lire, venticinquemila lire. Uno povereddu d'unne l'have?
Venivano a vedere comunista, signorine. Una volta mia nipote curcata docu la fotografaru e stu ritrattu sul giornale giunse a Roma e Napoli. Appizzato in pubblico. Poi ci furono le votazioni e l'appizzaru ancora. Ma ca semu, ca semu arrestate.
Ci ho un quadro di Santa Rosalia, ci accendiamo ogni giorno i lu
PAGINE DI UNA INCHIESTA A PALERMO 147
vini. La pregamu e per una casa ci promettemu due viaggi. Se mi fa levare da sto fango, due viaggi a Monte Pellegrino, scalzi, a pedi in terra, con le torce in mano fino a Monte Pellegrino. È bello. Bellissimo. C'é Santa Rosalia, tutta curcata, con tutto l'oro in testa. Che bellu veru! Nuatri ci facemu la promessa : — Santa Rosalia fammi stare bona, fammi capitare una casa. — Vede che bella! e ci fa vedere un'immagine nuova che comincia ad ammuffirsi.
« Have un rinale d'oro, un rinale pieno d'oro. Le scarpe tutte d'oro. Che bella. Bastone d'oro. Sono promissioni che dipende come nescono di bocca. Se uno sta bono, ci porta le promissioni lá in capo: la vesta, orologi, piccioli, diecimila lire, collana, braccialetti.
Ci hanno venuto a scrivere tutti i partiti: democrazia cristiana, comunisti, repubblicani, monarchia, e tutti dicono: — Dobbiamo fare fognature a questo cortile. — E più di cento anni che é così. Ci fanno vedere che tutto il mondo é nostro, poi niente. Più vampa c'é, più disperazione. — Nun dubitasse signora, nun dubitasse. — Magari signorine sono venute. Assai. Quando fu delle votazioni. Ma niente dunanu. Avìanu a acchianare i comunisti e invece acchianaru i parrini. Ma niente dunanu, né chisti né chiddi.
Chissa nica ebbe lavaggi di sangu, febbre, intossicazione al sangue. U picciriddu puru, ci ficimu u vutu. Di Santa Rosalia, allu picciriddu. Se stava bono. E é misu lu votu ora a Santa Rosalia, siccome me soru lava in qualche cucinedda.
La più grande ha nove anni. Sprovvista, la picciridda, putemu mandarli mai a scola?
Me cugnatu e me ziu nesciunu matina matina, e vanno fora sulla ferrovia; per fare i bisogni, c'è la ferrovia. Invece noi sei, nel rinale tutte cose. E poi buttiamo fora.
Me cugnatu e me ziu, pezzantini. Nésciunu di notte con la cesta e raccogliono. Vedono un mucchio di immondizie e la scartano. C'è l'immondizia che la sera buttano fora i signori, le camerere che fanno la pulizia.
Vannu per le strade e dove ci sono le immondizie, cogliono stracci, ossa, vetro, buccie di arancio, buccie di limone, scarpe rotte, pane secco,
148 DANILO DOLCI
e fanno la giornatedda, meschini. Poi le vendono e le pulisce chi le compra. Vengono alla mattina. C'è quando piove e non escono e si sta morti di fame.
Per riempire una cesta ci vuole certe volte mezza nottata, certe volte un'ora, dipende dalla provvidenza di Dio, dalla provvidenza che manda Santa Rosalia. Quando la cartella é piena, vengono a casa. Se é poco, si possono accucchiare solo 100 lire, tornano fuori ancora. Possono guadagnare 300, 400 lire.
Quando have la cesta in collo, certe volte ci sono le guardie: — Cosa portate in quella cesta! — Risponde: — Stracci, ossa vetro... — E ci
rispondono loro, le guardie: Buttalo a terra per vedere cosa c'è
dentro. Poi le guardie fanno così che coi piedi scalìanu li stracci, per vedere se ci sono cose losche, con le lampadine tascabili. Quando le guardie non ci garbizzano, o che vogliono tornare dentro, dicono: — Favorisce con noi, che domani se ne parla e va a "Casa. — Dicono loro. Di guardie ci sono che dicono: — Lascialo andare — e c'è quello che insiste, che fa l'arrugante.
Quando é già dentro la, ci stanno tre giorni per prendere informazioni. Tre giorni per chiedere in Palermo stesso. Se uno è delinquente, che tipo é una persona. A tempo che stiamo tre giorni chiusi, un pezzo di pane così. Quando uno deve fare due o tre mesi, al carcere, gli danno anche carne, una volta alla settimana, ora non lo so se di piú. Ci hanno ora anche la radio ogni stazione. Invece quando sono per tre giorni, c'è un pezzo di pane e un formaggino. Minestra niente; anche se la famiglia vuol fare entrare la minestra nella carta velina, non la fanno entrare.
Dopo tre giorni, posato su una tavola, le informazioni sono bene:
— Andate fuori. — E si busca il pane di nuovo un'altra volta. Succede dopo due o tre mesi la stessa canzone, in un'altra pattuglia, e si va a passare di nuovo questo capriccio: informazioni, carta d'identità. Se il padre di famiglia porta la cartella vuota, i bambini piangono:
— Papà u pane, voglio u pane. — Certo queste cose si sanno. E il papà per non sentire piangere i bambini va a fare una passeggiata e poi torna, tanto per svariare il cervello. Certe volte la moglie dice: — Chissi stannu
PAGINE DI UNA INCHIESTA. A PALERMO 149
piangendu: come facemu? — Il marito, certo, che deve fare, che non
s'affida ad andare a rubare. Per questo ci vuole quello nativo.
Certe volte ci donano a credenza.
Aspettamo che Santa Rosalia ci fazza la grazia. Di illuminarci il
cervello alle teste grosse ».
IGNAZIO P.
«Qui nel Cortile Cascino (via D'Ossuna, cortile Grotta), non abbiamo mai lavorato nessuno nei cantieri perché non abbiamo avuto mai lavoro. Siamo tutti cenciaioli in generale, i maschi; le donne, lavandaie. Qualche giov[...]