Brano: [...]enino. Questa Divisione sarà considerata il nucleo del nuovo esercito polacco: con l’aumento del numero degli effettivi, divenne la I Armata polacca e, nell'estate 1944, prese parte alle offensive che forzarono il Bug, liberando il primo pezzo di territorio nazionale.
Quantunque la situazione militare dei tedeschi fosse critica e risultasse evidente l’opportunità di concentrare gli attacchi contro il comune nemico, le due grandi centrali dell’A.K. e delI’A.L non raggiunsero mai una effettiva unione di intenti e di obiettivi. La morte del generale Sikorski, avvenuta il 5.7.1943 in uno inspiegato incidente aereo, come pure l'arresto e l’uccisione del colonnello Rowecki per mano tedesca, favorirono l’ala anticomunista più faziosa che, nel governo in esilio a Londra e nel Comando dell’A.K., operava in senso antiunitario per impedire l’intesa con le forze sovietiche lanciate all’offensiva su tutto il fronte. L’1.1.1944 venne perciò costituita (sulla base della Gwardia Ludova) l'Armia Ludova, per decisione del Consiglio nazionale polacco (Krajova rada narodova, K.R.N.) funzionante come Parlamento clandestino della Polonia che voleva risorgere su nuove basi politiche programmatiche. Al K.R.N. si oppose però il Consiglio di unità nazionale (Rada jednosci narodowej), di tendenze nazionaliste, vicino all'A.K. e a quelle forze politiche e sociali che, ostili a ogni rinnovamento, si fa[...]
[...]ietiche lanciate all’offensiva su tutto il fronte. L’1.1.1944 venne perciò costituita (sulla base della Gwardia Ludova) l'Armia Ludova, per decisione del Consiglio nazionale polacco (Krajova rada narodova, K.R.N.) funzionante come Parlamento clandestino della Polonia che voleva risorgere su nuove basi politiche programmatiche. Al K.R.N. si oppose però il Consiglio di unità nazionale (Rada jednosci narodowej), di tendenze nazionaliste, vicino all'A.K. e a quelle forze politiche e sociali che, ostili a ogni rinnovamento, si facevano portatrici di posizioni conservatrici. Ma I’A.L. si sviluppò rapidamente, allargando la propria base politica e organizzando nelle proprie file, oltre alla Gwardia Ludova, gruppi di partigiani precedentemente agli ordini del governo in esilio, nuclei armati di socialisti e squadre di contadini.
Nella primavera del 1944 la Resistenza polacca attaccò l’invasore in campo aperto, affrontando grandi unità tedesche nelle foreste di Janow, a Pulaw e nei boschi di Parczew. In particolare a Janow, superando le precede[...]
[...]tica e organizzando nelle proprie file, oltre alla Gwardia Ludova, gruppi di partigiani precedentemente agli ordini del governo in esilio, nuclei armati di socialisti e squadre di contadini.
Nella primavera del 1944 la Resistenza polacca attaccò l’invasore in campo aperto, affrontando grandi unità tedesche nelle foreste di Janow, a Pulaw e nei boschi di Parczew. In particolare a Janow, superando le precedenti polemiche, consistenti forze dell’A.K. e dell’A.L., insieme a Battaglioni contadini e a
gruppi di partigiani sovietici, dal
9 al 25 giugno impegnarono circa
20.000 tedeschi in una serie di scontri che si conclusero con la liberazione di numerose città e centri abitati prima dell'arrivo dell’Armata Sovietica.
La vittoriosa controffensiva dell’U.R. S.S. e il passaggio del Bug da parte della I Armata polacca comandata da Beriing, chiarirono a molti polacchi i termini della situazione e cioè che la Polonia sarebbe stata liberata dalle forze che venivano da oriente, non certo dagli Alleati occidentali come continuava a sost[...]
[...]cidentali come continuava a sostenere il governo polacco in esilio a Londra. Anzi, la battaglia delle Ardenne (v.) rendeva più che mai necessaria l’avanzata sovietica su tutto il Fronte orientale, per dare il colpo di grazia ai tedeschi.
La situazione era dunque matura per un’offensiva generalizzata dell’ intero arco della Resistenza in Polonia. Questo concetto, sostenuto dall’A.L. e dimostrato dai fatti, venne accolto con molte riserve dall' A.K.. Fu così che, facendola finita con le sterili polemiche, il 22.7.1944 il Comitato polacco di liberazione nazionale [Polski komitet wyzwolenia narodowego, P.K.W.N.), rotti gli indugi, da Lublino esortò tutti i polacchi, al di là delle divisioni partitiche, a impegnarsi nella lotta finale.
L’« Operazione Burza »
L’A.K. da parte sua invitò invece i polacchi alla prudenza, ad aspettare il collasso tedesco (secondo la formula attesista « dell’arma al piede ») e a condurre piuttosto attacchi nelle retrovie germaniche, allo scopo precipuo di far trovare ai sovietici e al nuovo esercito polacco, al momento del loro arrivo, grandi zone già presidiate dalle forze fedeli al governo polacco in esilio a Londra.
Queste direttive vennero codificate in un piano denominato Operazione Burza (tempesta) e impostato sulla concezione strategica dei « due nemici »: il primo erano i nazisti, ma il secondo sarebbero stati i so[...]
[...]ero stati i sovietici. Si trattava di una impostazione che non teneva conto della realtà, che avrebbe causato ai combattenti polacchi gravi perdite e, in tutta la Polonia, odi trascinatisi a lungo anche dopo la Liberazione.
La tragedia di Varsavia
Di fronte all’ambiguo disegno del governo polacco in esilio e ai cattivi rapporti che si erano instau
rati dopo la morte di Sikorski e di Rowecki, i sovietici, quantunque numerosi reparti dell'A.K. si battessero con gran valore, a un certo punto posero alla A.K. una chiara alternativa: o si inquadrava nel nuovo esercito di Beriing o doveva deporre le armi. Non era certo un’alternativa amichevole, ma le feroci polemiche sulle « fosse di Katyn » (il governo in esilio a Londra attribuiva ai russi il massacro di centinaia di ufficiali polacchi che, secondo i sovietici, erano stati invece trucidati dai nazisti) e l'Operazione Burza non lasciavano ai russi (così dirà in seguito il generale sovietico Zukov) altre soluzioni. Per di più, via via che il fronte si avvicinava alla Germania, nella loro disperazione i tedeschi moltiplicavano gli sforzi difensivi, [...]
[...]i, con energia che sembrava inesauribile. Stanti le sue premesse attesiste, l'Operazione Burza non avrebbe dovuto contemplare l’insurrezione di Varsavia ma, di fronte alla rapida avanzata sovietica, il governo in esilio cambiò opinione: sopravvalutando le proprie forze (circa
15.000 uomini) e certo non avendo messo nel conto neppure la feroce reazione del Comando tedesco, il quale non poteva accettare una sconfitta a Varsavia, il Comando dell'A.K. mutò i propri piani e il generale BorKomorovski (v.) ordinò l'insurrezione in città.
Alcuni giorni dopo, superata la sorpresa iniziale che consentì qualche successo agli insorti, i tedeschi passarono al contrattacco, concentrando nella capitale polacca numerose truppe, unità corazzate e reparti di SS.. Nessuna intesa preliminare avevano stabilito gli insorti con i sovietici e neppure con l’Armata polacca del generale Beriing che, nel frattempo, erano giunti sulla Vistola ma si trovavano bloccati da massicci contrattacchi nemici.
L’errore di aver confidato esclusivamente sulle proprie fo[...]
[...]contrattacco, concentrando nella capitale polacca numerose truppe, unità corazzate e reparti di SS.. Nessuna intesa preliminare avevano stabilito gli insorti con i sovietici e neppure con l’Armata polacca del generale Beriing che, nel frattempo, erano giunti sulla Vistola ma si trovavano bloccati da massicci contrattacchi nemici.
L’errore di aver confidato esclusivamente sulle proprie forze (dovuto a una precisa scelta politica) costò caro aH’A.K. e ai molti patrioti di Varsavia che si unirono entusiasticamente ai combattenti. Dopo lunghi giorni di lotta che videro migliaia di caduti da entrambe le parti, alla fine le truppe tedesche, che avevano ricevuto l’ordine personale di Hitler di stroncare a ogni costo l'insurrezione, ebbero la meglio.
I sovietici inviarono a Varsavia rifornimenti per via aerea, ma non intervennero con il loro esercito. I tentativi di Beriing di forzare la Vistola non ebbero successo e il 2
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