Brano: [...] morale a tutti quei gruppi e partiti che costituiscono una potenziale fonte di ordine e di legalità e rifiutarlo a tutti i movimenti estremisti sia politici che militari ».
In campo alleato, le preoccupazioni per uno sbocco insurrezionale e perfino rivoluzionario alla lotta di liberazione continuarono a crescere per tutto l’inverno. Negli archivi si conservano tuttora svariati rapporti sul pericolo costituito dalle forze comuniste e sulla minaccia proveniente dalla Jugoslavia. AII’A.F.H.Q. vennero contemplate varie contromisure, compresi l’annullamento degli “accordi di dicembre” e il rifiuto di fornire ulteriori aiuti alle forze garibaldine.
Esistono numerose testimonianze sulle discriminazioni degli aiuti a favore delle forze monarchiche, badogliane e neoconservatrici per tutta la durata della lotta di liberazione (cfr. C. Craveri, nella bibliografia), contromisure che vennero però scartate perché considerate troppo rischiose o provocatorie. Il nervosismo che si diffuse raggiunse perfino i capi di Stato Maggiore congiunti a Washington, i quali, il 28.2.1945, emanarono un ammonimento contro « qualsiasi tentativo (da parte del C.L.N.A.I.) di presen[...]
[...] sentenziò: « Il disarmo è quello che conta più di ogni altra cosa; le questioni politiche sono una scusa per conservare un potere armato ».
La Liberazione
La liberazione finale colse molti di sorpresa, compreso il controllo alleato. L’“intervallo rivoluzionario” di breve durata tra l’uscita dei tedeschi e l’arrivo degli Alleati registrò caos, violenza e disordini in molti luoghi, ma non causò nessuno di quei disastri temuti dall’A.F.H.Q./ A.C.C./S.F.. Infatti, 1*1.5.1945. il capo dell’A.C.C. lodò gli « straordinari successi» dei partigiani nel promuovere la liberazione finale e nell’organizzare il periodo successivo e ordinò la massima flessibilità nel trattamento dei C.L.N.. Questi ultimi, nonostante le speranze nella continuità del loro operato e della loro centralità locale, seguirono gli accordi previsti e, sperando almeno in un riconoscimento della loro autorità morale da parte degli Alleati, rinunciarono a ogni potere.
Un ufficiale superiore della 5a Armata americana si congratula con un comandante partigiano a Lizzano in Belvedere (Bologna) nel febbraio 1945
Le forze della Resistenza si presentarono alle cerimonie di smobilitazione e deposero le armi, anche se nel Comando alleato nessuno dubitava che vi fossero molte armi nascoste. Sul piano politico gli Alleati, a questo punto, rinunciarono a ogni responsabilità e lasciarono ai partiti le trattative che dettero luogo al[...]
[...]e e nei Municipi. Il singolo governatore, infatti, godeva di molti poteri e di una grande libertà di azione. Da qui derivò la grande varietà di esperienze che caratterizzarono il processo di liberazione e l’arrivo degli Alleati a livello locale. In tal modo, la forza politica della Resistenza armata, intesa dagli Alleati come sfida potenziale alle strutture e ai metodi dello Stato tradizionale, fu neutralizzata. Le popolazioni del Nord dovettero accettare la restaurazione delle leggi di Roma e delle procedure politiche di Roma portate in nome della « noningerenza negli affari locali » da parte delle forze angloamericane. Mentre sul piano militare, dopo un faticoso rodaggio, si era ottenuta una certa efficienza nel lavoro congiunto, resosi indispensabile dati i successi ottenuti sul campo della Resistenza armata, sul piano della politica nazionale e internazionale le restrizioni e la diffidenza furono le caratteristiche più evidenti, dovute all’ottica degli Alleati. Né durante
ii conflitto né dopo, il movimento di liberazione nazionale[...]
[...]n II Movimento di Liberazione in Italia n. 1, 1949; Perona,
G., Torino tra Atene e Varsavia, in Mezzosecolo 1, 1976; La Resistenza europea e gli Alleati, Milano 1962; Salvadori, Max, Resistenza e azione (ricordi di un liberale), Bari 1951; Secchia, P., & Frassati, F., La Resistenza e gli Alleati, Milano 1962; Sogno, E., Guerra senza bandiera, Milano 1550; Stafford, D.A.T., Britain and European Resistance 19401945, London 1980; Stevens, J.M., Vaccarino, G., Venturi, F., “L’Inghilterra e la Resistenza italiana”, in II Movimento di Liberazione in Italia, n. 80, 1965; Ti Iman,
H.W., When Men and Mountains Meet, London 1946; Valiani, Leo, Il CLNAI e I suoi rapporti col CVL e con gli Alleati, in ‘La Resistenza in Lombardia', Milano 1965.
Resistenza e Seconda guerra mondiale
L’analisi della funzione che i diversi movimenti di resistenza sono stati chiamati a svolgere e hanno poi effettivamente svolto come forze complementari agli Alleati nel corso della Seconda guerra mondiale dovrebbe muovere dalla costatazione della non omogeneità[...]